la Fiera Letteraria - XIII - n. 29 - 20 luglio 1958

Domenica 20 luglio 1958 - ____ __::___.:_.:..:_:_:_ _ ______________ __:L~A~F'.::l~E~R~A~L~E~T~T:..!E~R~À~R~I~a~·-------- Pag. 3 i-----------, ---------- RITRA'l'TI IN lUINIATt:RA * * FOTOGRAFIE * e Antonio ,Il ÌILDQ c~tUEHl,\T() Delfini * cli ALBERTO HEJ!ILACQlJA Una striscia di sole Jcen- tia): ora un par di baffi deva sul pavimento da una impecettati ,u un. faccione fe,sura delle imposte quali marziale e la fila doppi.a di in tutte le ,taglonl. D'estate, bottonl luatrl sull'u ni/orm e verso le undlcl del mattino: di parata. E poi c' era.no il e propagava In tutta la stan- babbo e la nuunma, a l te m– za un dtver,o odore di vec- po delle nozze: lui, con. qud chie ta1:,pezzerie e eccitava rU:o tenue dietro le lenti, le una melagrana, messa per bas-ettone che non gll e~ beUurfo in una coppa, a di/- nobbl e una cravatta smi- fondcre il auo pTofumo: esi- surara, dal nodo, giudicavo le in veritd, e gradevole an- io, perfelti.uhno; lei, con. la che per le mie n.arid. di. crocchia densa. e oli occhi b(lmbtno fin troppo sen.11- neri nerissimi, ma un bal.e– bllc aoli effluvi. La stanza no di r~o dolcemente 1114H• era famlHare anello, dove .tioso: frutto, certo, di quel- Delfit.ii fugge volentieri la a. poco tn. un ambiente cultu~ uue una lnten.1a aulvirà di ventva,10 consumati i pasti, le star 1ullc sue, al mo– luce e 1l calore del sole. Esce raie che non è rl ,u o. Net collaborru:ionC' a giornali e a e si .1tat•a in compagnia; il mento dello ttatto, attenta quindi il meno poulbile in contatti con lettera.ti spesso rivi,re. Nel '.15, 10 ,crittore resto della giornata era la· a1 su.auerlment~ del foto– questi giorni d'e.1tatc. E i suoi. esasperati in inteUet.tuali.Tmo, venduta la ca-'a modene,c si voro e ,lezioni da fare in ca- orafo. passC'ggi,.oltre che rari, sono egll .1upplisce a<!, una !~agile trasfer!scc a Firenze. In q~c- :!a e:,.:~nti scmni di bonissi- Poi c'era tutta la. colle· anche brevi. e pigri, spezzati coltura :0n le 1'1SOrsedt una ,to pe~1od?, la « Rivoluzione n, zione. E a questa non ml continuamente da coraette, P~sona_htà. ~manamentt> c~r: pubblicazione del GUF (lo- Un industrioso artigiano legavano affetti; né mi trat-- tra. un'ombra e l'altra, in cui d1a~e. tlltuninata da mtu1tt renti'ho. presenta a puntate aveva decorato le pareti tn tenevano da critiche feTocL 1 i . b natl dal buon. .senso. da un « Il fanalino della Battimon- maniera oggi inconceplbtte. Fu aUora che m'avve.z...-aia ~ scr ttore si utta. con la nostalgico amore per una tcr- da n chC' appa.riTd poi neUc A forma di feTTo da 17ondo- mare, insieme, µi::colP o giacca sulla testa. Il no,tro ra ,da una poe.sia che fugge stesse edizioni di • Rivolu- la o di girasole, di monta- grosse ironie, e a esercita· dialogo con A monio Delfini l'oacura astrazione e guarda zio ne n. 17nanevosa o di sneUa don- re una critica del cot!ume s• è .svolto appunto iti questa c?~e e _genti nei loro inviti . Da allora sono passau mol- nlna dalle sottane vorticose, che, poco o tanto, mi. deve maniera poco comune: con la pm ven.- . ti anni, ma Delfini non è mu- di tigre dagU occhi di fuoco PilÌ tardi. e1.1cre S::!rut•a. costante preoccupazione di Delfint,. proprio P~ questa t~t?. E' .sempre valida la defi- o porporina o di gattino Di tanto in tanto ,ni i:e- saltare di riparo in riparo e sua poettca sef!l~l!c!td, ~er nmone ch'egli dà di .1e stes- mansueto, aveva ricoperto niva fatto di domando1rmi u con lunghe pause ri.storatrici queata .sua s!n!t~1.hta ,o~rtle so, all'in.izio dell'introduzione due pareti portaritratti. In perchè più. vero ..1i. qud'a eU' r t . 1 . e 3pogha. di 1-n1bi...--ione, viene a "Jl rtcordo della Basca 11 • essi stavano infilate centi- casalinga go.Ucria.I più era- n accog ien_ e TI ug.io, ~: osservato come una presenza « Né geloso né ambi..,ioso ~ naia di fotografie: che aVTei no ignoti; o antici occa$1o· b1'0so e v~ntllato, de t portici origh_iale, e quindi ,.icercato, tanto meno 'narciso, fo... rtun~to detto di conoscere appun- ,1ah, conosce-nze cii viller mcd1oe~alt. . ammirato. . . . . . . negli attributi fisici, morali tino. E invece ogni volta che giatura o di luogo d'acq-uc. Delfini ama scambiare spe.s- Quello di Delfi111 e, tm.:1al- ed economici <te con il di- mi mettevo a guardarle fa- Cetme tra marito ,, moglie ao la notte per il giorno. E' mente. un. vero e proprio fetta i, di una mitezza ecce,- cev~ scoperte per me, g,ià il bacio affettuoso della solitamente il calare del sole successo dt personalild, di siva nata dal desiderio di non dedtto a certi fervori della buonanotte dovette 1uare, sulla pianura, non già il tu- simpa!ia. A Viareggio (dov~ s?!J.rire n1ai o H ntetto pos- inun aginazione , poco meno un tempo, lo scambio di fo- corc delt'alba, l'invitante av- lo scnttore ha trascor~ ogni sibrle 1,, che euenzia.li. tografie. Per questo ce <>te vio al suo vero risveglio. Una estat.e co,~ la fam.iglta, fin In. questi g,iorni, DC'lfini è Gran parte delle fotogra- erano a mucchi, a valanghe, notte limpida, la luna sulla daH'1t!fa11zia) Delfint _conosce, ''!l pu,ito di lasciare Modena, fie erano fn formato car- Il ventagli immmsi, quasi testa: è l'atmosfera adatta. Lo tra pii aUrl. Pannun.z:10 e Sof- rii liberarsi dal sordo contrai- toHna, bcnchè non man- frno al soffitto. Non. e ran. ,crittore s'anima d'uno leg- fci, pltì _tardi e:,irtco Pea_, ~tel I? ~i un4: citt.d che, negli ul- cassero quelle, ben piti. no- tenute in gran cor.to. Ma gera allegria, nei suoi occhi 34 l\!ar-io Tob111O.Tuth m- t1_m1 anni, glt ha offerto pitì. bili e pretenziose, in for- chi avesse J)TOposto di sba- miti si accende una luce dl contn che dovranno contare di un'occasione d'amarezza mato che allora dicevano razzarsf alla buon'ora di .sottintesi, e una tenerezza lo no~ poco ,ietl'attivitd lette- Ha in mente una bella stori~ gabinetto. Qualcuna era co- quella collezione di. facce prende per quei sUenzi, per raria d!Uo ,critt?re modcne- e vuol trovare un po' di pace sì scolorita da richiedere avrebbe anche, con. un no quel battere solit~io dei se. ?cn contatti .con. Pan- per scriverla. E' una storia occhiate devote per rive- reciso, provocato un. discor- pas~i gitl per i borglt-i an· nu.nzio e co!' ~ofjic_tegh ebbe d'amore intorno ad Ult qua- lare ora ,m volto rosato, setto morale sul valore della ttclu. spmte e tndtrizz t ad una de-rno smarrito: una vicenda consunto dal pallore della amicizia: quasi, sttUa durez- Delfini ci ha confeuato di scrittura che si gio.vò, indi: che risale all'altra guerra. età ( e ai trattava, real- za di cuore di chi non. se e,scre stato definito, da qual- rettamente, d~Ue Tts or,e dt A Delfini. è venuta in men~ mente, di una giovine, mor- ne importa di vivere tutto ~::; ~i~o~"c:!I d~ 0 ~!!~,:: unN~t!; 1 c~:::'i;;:/i ::;r·di ~.:Jf~~••::o 11 ~;:,:;i 0mica di ::,:;:•~~• ;,:~:ur;;:.:;, ~~;:,~it;.ottoqucoli souarol :.a~~! ~~~t::1~ it i~ut:t,~i,~i::: ~::'~!~·cott:l~r;Yc:~~e c~~:;~ ALBERTO DEVJLACQUA tl marcltio della sua malat- g,r:f: i~s::,i~:: ql:et~: parte. Di Oblchnov, l'indhnen· pubblicate in precedenza. dal1------:=::-:-:--------------:_:___...:_.:_::..:_::.::__:::::_::. Licabile personaggio di Gon· '28 al '30, sulla terza pagina DJ l.BJO ALL'AIIJ l. E ciaròo, Delfini po,siede ,ol- de • Il Teoe,e ». L"unico ad 1 l .AP ◄ RT A. tanto le trasparenti e tenere oc~par,i <h qu_esto libro. e * one,td, alimentate sempre da Ennco Ema.!1-ueU1 su 1 «La F1e– una freacheua aentilnentale ra Letteraria l). Nel 32, Del– .schietta e giovanile. Nierit'al- fi_ni è .a Parigi, con fann!1n– tro. Lo scrittore è invece ben zto. V1 conosce Angtofettt e lontano dalle inerti sfiducie MalaP_artc. ~itor~ando. dalla e dai wigi Tipiega.menti oblo- F,.a,icia. egl~ decide d_i por– moviani. Non vani. impett an· tare co.n sé i~ « Mus.so_h? i.dt– siosi, non contraddizioni, ma plomattco 11 d1- Salve_mint. No.– piuttosto esaltazioni fatte di sce, n~turaln~ente, il proble– libero e vitale contatto uma- ma di sfuggire alle attente no. Nessuna vicenda, sia pu- strettoie. della censura_. L'im– re amara, porterd Delfini a presa si prospetta piuttosto Dopo l'ultimopremio * di GlJGLIELIJO PETR01l'I tradire la sua fiducia nelle a rd ~a. . cose, negli eventi. E' una fi- D_ altra parte, D.cl/in~ è ben ducia che Tiesce a reslaterc decu.o a. 110n p riv arsi della per•ino all'umiliazione semi- •oddiafa~tone d! far varcare mentale, alla poca gratitudi- l'! fronttera al libro pr?ibitis– ne all'incomprensione ,uno. Quale accorgnnenro . P_enso spesso. non senza una punta di mv1d1a, al candore o al cinismo che deb– bono possedere i cronisti, i diaristi mon– dan~ e _i conversatori di salotto per i~rc1 rtv1vcre la felicità o lo splcii.dore d! una_ ~esta con tanta gente che sfavilla d1 letJZ1a, con tante donne soddisfatte della propria eleganza e della tenuta del loro belletto; fo questo caso però sono anche c~stretto _a. pensare a quel franc_ese che ct avverti in tanti modi del doppio _vo_ltodella vita mondana e disse anche m!inc (mi pare che fosse Laro– che!oucauld) che chi si accinge a parte– picare ad una festa borghese deve pre– pararsi anche ad ingoiare un rospo; è certo che il moralista francese, in que– sto caso, ha dato un contributo più utile all 1 umanità di dieci cronisti brillanti. dieci mondani e cento conversatori di salotto, i quali son pur capaci ri ripro– durre tutto il piacere cli una coreografia splendente di nomi, di !alti e di luci. senza, come qualsiasi altro occasionale c~e si tr~vava presente, l'altra sera, nel Nmfeo d1 Valle Giulia in attesa della conclusi?nc dei Premio Strega, ognuno a proprio modo non negherebbe mai di non essere abbastanza uomo di mondo da n~n. ~rovare perfettamente 'calzante la defmlZlone del mol'alista francese, pur ammettendo che, in certi casi val la ~ena di affrontare prove difficili o fa– tiche o pericoli, giacchè certa mondanità ~ ~ert~ J?arteclpazione al giochi squisiti Per, que,to, Delfini ~ive in eacogitare? IL s_i.stema della un continuo stato d'inconsa- lettera r~bat .. a d1 Poe lo ,oc– pevole attesa: atteaa di un corre. gl~ vie,!e a_lla mente appagamento Ji.1io-psichico, co'!le tttt illum1naz~on!. Del– dell'occasione propizia per un ~m non nasconde tL hbro, lo tra n qui l I O mccogliniento. ttene hivece aperto sulle o_f– Raccogliersi per acrivere, Tac- nocchia come un _romanzo 0 ! cogliersi per diramare in un lPttura. N.es.strnost a.c~or~c da giusto equilibrio di sentlmen- null~. E tl « Mussolnu Jiplo– ti un travagliato turgore af- mattco i1 ragghrnge bellamen– fettivo: a q1testo tende Del- te Mo~ena. fini, iionorilmente umile e Nel_ 33, ~elfini ~ntr~ n?lla paziente. redazione dt .•Oggi)), 1 J gtor- Egli è felice allorcJiè può rtale letterario di .Pann! m.:io. anche soltanto presentire la animato, ~a int 1 endm1.en~ 1con– possibilitd di. una feconda t4'nutl_st1c1. E p r~pno .su quiete, l'avverte nell'aria. co- ;.Oggi» che !]elfint~ comin– me si. può avvertire e Te.spi- 1ando a .scri~ere rn terza rare L'acerba dolcezza di. una PPrson~, pu~blrca u La modl– fioritura in arTivo. itta ,1,. 11 prtmo racconto dc Modena è la città di Delfini. "IL ricordo della Basca )l. Se- So con precisione che i rari snobs, i m~lti ingehuamente entusiati, i non po– chi appassionati, i diversi che si fanno un dovere od un obbligo della loro pre- ~u;ità~~~~/n~s-~~~~f 1 ~ott~af:tente di ma- Oggett_lvamente, da un p~nto di vista accad_em_1co,m~lto accademico anche nei nostr~ r~guard1 personali, come in altre o~c~s1om. potremmo qui ripetere quanto c1 e accaduto mille volte di dire sull'uso cd i~ costume_ dei premi letterari; ciò non toghe che no, vogliamo vivere nel nost1·0 s~colo se~ondo le sue esigenze e le sue ris~rsc, fmo a sentirci contenti anche noi del privilegio di poter partecipare CUGLIELiUO PETRONJ (Continua ap&~. 6) Lo .scrittore aveva un anno r-------------------------•---------------. appena quando il padre gli mori. In una grande antica ccua. modenese, l'infanzla e la adolescen.:a di Delfini. Jurono avvolte da un vago clima pa– triottico - riaorgimentale. Il nonno garibaldino. un biaavo– lo patriota con Ciro Menotti, un trisavolo capo di stato maggiore deuH insorti del ge– nerale Zucchi: una tradizio– ne davvero ricca di .1ugge– stionl. E a queste auga"<tti,,ni Delfini h1consapevolmente si arreae: per molli anni, fino alla giovinezza, egli. senza frequentare acuola alcuna, si intereuò quasi e.sclusivamen· te di letture .storiche. Poi, VCT3o i aedicl anni, atrinse amicizia con un gio– vane concluadino all'incirca della sua ste!sa età: Ugo Guanda. Un'amicizia che Del– fini ancor oggi vanta tra i .ruoi rapporti umani più fer– vldi e fecondi. Con un gusro deciaame,ue TOmaHlico, Guan– da 4i adoperò per .mppllre in parte alle lacune della pre– parazione culturale dell'ami– co. E grazie a que,to inte· ressamento, Delfini acqul3l un certo aentore di cultura li– ceale. A diciotto a,rni, una lettura fondameniale «Guerra e pace >1, P.OESIE DIGRAZIANA PE TIU H In un at!imo In un attimo può tutto esser chiaro, cosi chiaro dte il sangue scolora e Il cuore ing,roppa nel colmarlo. Cominciare, finire non ha senso. E' chiaro tutto e spoglio, non c'è ,campo. Poche co3e gentili aver bisog,na in questo chiaro apietato orizzonte. Non ho dubbi nè .scelta. Mi. sia dato lungo il respiro a dimorarvi sola, a radicarmi forte d'evidenza perchè ala dolce frutto iL mio dolore. NeU'anima è matura la pietd. Le antiche voci Le antiche voci tn mc rammC'nto. vedo la roccia lnacce.salbile, è in alto e,trema aolitudine il mio amore E a punlrmi io piango qui lcg,ata nei miel errori e noiC', sfinimento df giovinezza: ho penetrato i 17iorn1 1 ho la memoria Intera dei nl!cl gesti nel giu•to luogo che mi esprime e svela. Non mi po,so mentire. in ogni ora si restringe la .1celta dei miei atti. Sono il mio volto gici aegnaro, il cuore che sempre più dispera perché vuole. La via che mi portava a scuola La via che mi portava a scuola, sopra U monte, la via ventoja allora era il mio breve passo tra gli angeli al mattino. ancora tinta di violetto l'ora. Sorridevo a me 3tc,isa, al mio profilo· la ragazza, a Trieate, andava a scuola Vi ataccavate tepidi d'un bacio viato e non visto net freddo mattino. fingevo di passare inonervata: ma tu Tagaz2O piacendomi un paco mi aeguivi leggero poco dopo ritentando volubile il bel gioco. Cominciando dal nulla Lo so. E' Timasta la mia fronte pura come a quattordici anni, il chiaro volto ove L'ombra non riposa. Io mi sento cosi toccar dalla luce, apparire. Ri.sanata dalt'ansie, dal mio male credo aL sconi terrestri, all'eviden::-a felice dei disegni. Cominciando da nulla, forse è vero che la mia fronte è pura, che è nell'anima. la vuota cattedrale della luce. Siamo necessari E' Il tempo degli assauitii. · Non abbiamo parole, voce, pianto, noi noti siamo che il buio, informl' ventre del divenire: ma 4iamo nece!.sari alla te-rra deaerta ,iuova specie, l'irresf.stlbile orda trionfante. Slamo H male profondo alle Tadici, la verità .scoperta: dell'età felice, dell'uomo favoloso ha gld l'ombra il segrrlo, noti più nostra è la plctd. La morte non ci insegna la durala del bene in ogni attimo, la pausa della gioia. E' sconfinata la terra incognita del nostro male. Sono me stessa Sono mc .stcsaa. il mio cuore felice, m'aacolto nel folto, i volH ch'io sono tornano nebbia, mi lasciano sola nelt'ultima grazia d'esl.stere. Tremo svogliata fino al 1>lanto, amore, in me de.serta è nato il desiderio che scalda la mia vita: •el tu ,tesso che incontro, tmplacato demonio, voce che mi sorprende a_llaradice e svela, penetrandomi, iL .senso del patire. GRAZIANA PENTJCD Alle opere dei contempora– nei Delfini si avvicincrd mol– to più tardi. Anzi, a qut!sto l)ropo.sito, c'è da rllevare un o.spetto slng,olare. Delfini, ad tm certo punto, si trovò apin– lo alla lettura di molti tTa i ~hl notevoli testi del nove– tento italiano, proprio dalla Jrequentazione dfretta degli cutori, conosciuti nel corso di tipetuti spostamenti per la penisola. Intorno al '30, in– fatti. Delfini, eatro,o autodi- datta, .1ta in.1erendo.si a poco •-----------------------------------------' eternar provvi.torio gutl buffi. o patetici, facce d'ogni. sorta, dal truculento al co– mico, aL ridicolo alfaffettuo– so, vigeva. tra i borgheat di allora. non minore certo di quello che dovette infiam– mare i petti. del france,~ quando U miracoloso Nadar esponeva in una vetrina uno dei tuoi ritratti~polavoro. Noi ragani J)Teferivamo nota.re, senza. mai un'ombra di p letd, i di/et.tacci 'di quei volti. e di quei ve.stiti. E ne ho in mente una collezione che •e non è pari al com– plesso imponC1)te che deU· ziò i miel anni primi, gli va vl cino asso.I: e voTTei da.me un ca mpl.one. Geuoso, interito in un abito gro.s,o cotone bianco da.i calzon.l a cavatu racciolo, dalla giacca. sni.za g,arbo ta– gliata da. un cia ltronaccio, un pf.ccoUno brindava cupo, col viso affondato quasi tutto in una barba che do– veva. essere stata i.spida, tl– gllosa. Gli era. accanto un anziano florldlssimo dai gra.n scintigtioni. grigi; e lo sogguardava. con tanto lucida antipatia da provoca– Te in noi, ogni volta ch e lo Si mirava, squilli di ri.sa infantUi. Un vecchio mae– sto.10 , somigliava a Cri.spi nel.la chioma, nei mustacchi, n el p iglio animoao e sfog– gia.va una crat.'Otta. di quel– le che ho vedu to portare a ValgimtgU con sociali3ti.ca o reµu.bbUca.na do lce os tina– zione. Un ttpo di macellaro a riposo esibiva .sette o otto anelli .-un.e dltona a .salsic– cia; e aveva. un'aria contri– ta. da. poveretto condannato a 111.0rte lenta. Un. giovinet– to assestatuzzo, asscissinato da tm taglio di capeUi pre.1- sochè radi.cale, aveva lo 11cemo .1orrlso del giovane che non sa che pesci piglia· re; e lo avresti detto al suo peggio, eternato dal foto– grafo traditore. Una bella bella bambina tutta. riccioli e boccoli neri, incantava la ttoslìra pe-rfidla. di critici ap– passionati. Pare-va che im– perasse su quella congerie di tropp o inam.idati; e le bracci.ne nude, tutte buchi· ne e pa ffuteUe, inducevano a u.n po' d i rorttd le nostre an.imu.ue inviperite. E non vorrei, tra tana che ricordo, dimenticare qut il vecchio col gatto: che con straordinario g,uizzo di fan– tasia interronipeva una di quelle pa.nopUe uggiose. Era costui un Ionia.no pa– rente, morto eta anni. Di– cevam.o avesse avuto amori romantici; e che, perduta la sua. beila in giovanissima età, te si fotsc serbato di– s1unanamente fedele, ri-uer sando la piena grande del suoi affetti di meridionale nel seno di JeUni che gli facevano, pare, squisitissima. compagnia. Appariva co– stui, minuto d'os"'a c di 110!– to, bcUi.ssimo, imperion e bonario i" ~mo. Certo era. 1,oto un. rirco sig,nore. de– dito a ozi maUncunici in. u11a casa vuota.. La g.uthta pu stava sulle SJJQl!e gli ea– rezawa col copino la nuca, 1na non era di.s-posta in mo- ~~U:i~ce:,~iis~~Lli ~:~~• ~~ Teva unz'altro un lan– guor di sorriso. Tra tante borghesi inezie, tra tante pacchianerie virili, tra tan– ta ricchezza d'abiti. di seta dura e sboffi. e spreco di stoffe da. parte delle donne, U vecchio era un paragone di eleganza esemplare. E non dimenttche -rò il qua– dretto, accamJ') Q.to dietro di lui: nel quale .1picca..va,ga– gliardo, un ga.ribaldin-0 in. camicia presu.mi.bilmett.te rossa. Non &apevamo nascondere nemmeno coi grondi la no– stra antipotla. per qu.etla congerie di umani, per quell'adunata di mezzibtr .sti, di ca.pini in estasi da– vanti aU'obblettivo, di fi– gure intere clw, oggi co– me oggi, patrebbera. servire per lmtri a una rivi.sta amante de-i costumi tra l'O~to e il Novecento. Tra i pochi che incuteva.no ri– spetto era un -ri tratto di vecchia color di a.vorio, che mi par d'avere ancora sotto oli occhL Pareva di sentire il /Tu.SCio deUa sua veste di seta scura, e il sordo ~[ O !~~~b~eld!t~~t~t!~ie;~~~ con. le sue stecche rigide, su un tavolino dal ripiano di marmo a grosse macchie. Quei suot due occhi neri.s– simi fultnioovano ancora. Ed era come se, dall'oltre– to1nba, con un.o sforzo su– premo, fosse venuta a star con noi; a e.sereita.re per sempre il su o im perio di suoce,-a. 3evera. Ma adesso la collezione è dis persa.. E fa gran vecc hia è fini.ta in una stufa, a da.re u na ul– tima fianimata; o al mace– ro, o chissà mai dove. Lo sgua.rdo di quel suol occhi, quando non ci sarò più io, s'esti.ngu.e,-d per 3e-m,pre. E sani. una cosa viva. di più finita., sca. nceU ata: come non /ouc m.ai 11tata. ALDO CAMERINO Fellee Cuon.U: • Composbione • Una bimba che dice cose grandi comelei * di GIORGIO CAPRONI Abbiamo anche noi la nostra Minou Drou~t? Non ci terremmo troppo, ad es– ser sinceri, se si trattasse soltanto di non aver più da invidiare alla Francia una brava menata In giro per soddisfare la vanità degli adulti che se ne pre-ndon la briga, dal momento che i bambini a noi piace invece lasciarli nel naturale ambien– te deUa loro fresca età e ingenuità: lon– tani comunque da quegU esibizionismi (co,lp,a ..più che dei padri, delle madri) thi C?SI sp1a~voll, e fastidiosi perfino, in tan– ti « grandi >1. Ma è un fatto che le poesie della piccola Silvia Sanvitale di Chieti, scr~tte. Cra i sci e i nove ann (La strada solttarta, con prefazione d1 Ettore Para- ~~~~n!d~~ !~rn;,~~ p~~;:i~a 1 1:~~i1; fcl.lcità e il non sofisticato dono di grazia, sl che lasciarle passar sotto silenzio sareb– be, se non proprio un crimine come il Pa– ratore dice, certo un segno di sordità o di• straziane. tn un momento In cui la poes.ia è consi– derata e discussa (di rado am ata) come una Disciplina, o una Categoria, farà bene senza dubbio, perché rinfrancherà un poco 1I cuore e la mente, concedere qualche at– timo a questa semplice voce dall'alito sem– pre pulito. anche se .inevitabilmente non priva, come sottolinea il medesimo illwtre Pre!atore, di quegli indizi (« la natura stessa degU spunti ispiratori; l'incontrolla– to, fidente abbandono al sogni. ai palpiti afTettlvf di un cuore infantile riboccante d'amo~ e .di ~enereua; certa incauta, trop– po Ca<:iJe1ns1stcnza su talunl motivi con– duttori; la posslb!Utà di sorprendere l'ori– gine mediata o addirittura libresca di al– cune convinzioni o di alcun1 particolari· e,_ non ultime. frequenti ingenu.Jtà d'espres~ s1o~e e _ di compos izione») che la tanno su~1to ri~ onosce.re, vivaddio, per la J)Oesia « d una b1mha ,i, Cara Silvia - vorrebbe ammonirti. se ne avesse l'autorità, questo ~plice recenso– re: - attenta a non lasciarti montar trop– po la. te~ta dal successi mondani che i g-rand1 h preparano per vanità loro (ho lett~ .an~h'io la Noti.:ia dove si dice che t1;1tt11 g101:1al! h3:nno scritto dJ te, e dove s1 parla d1 es1biz1oni io ma,ne sale dal– l'aria viziata per una bocoa tresca come la tua, e di allori che già ti coronano la fron~e, e di traduzioni in U.S.A. e in altri Stati), e conte!1l.'.';ti - che non sarà poco - dl essere gmstappunto quello che sei: non un numero d.a esibire al pubblico e al fotografi. (una fanciulla-prod.11io - un mostro - che _dice cose più grandi d1 lcl), ma una semplice bambina cosl vera e cosl autentica. che riesce a dire (e QUesto ~ davve_ro tl « miracolo »> cose arandi c.o– me lei. TA prima1..-e,a ~ moltn betid Ila una corona. etc flOrl, un braccialetto dC spiqhl:. Uf14 t."e3te df l"Tbetta.; ha un bel mare e8l~at~ un paJlon~ per gioca.re ~:temh~J~lle/ntero... C?sl hai ~minclato 11 tuo libro a sei a!Jni, probabilmente 5enza sapere ne di Po– hz.iano né di Saba, e forse nemmeno di Pai;coll. Continualo dopo l'ultima pagina, 1 en– za prestarti al gioco del facile sue-cesso Oggi la gente è cosl pronta a coglier; ogni m lnimo p retesto per creare e lancia– re, coi t.1ez.zi potenti e prepotenti che h3 un altro d i quel suoi personagi;I ch'ess; vuol vedere e ammirare soltanto dal di fuori (per 11 rumore pubblicitario che rie– scono a sollevare Intorno a sé. e non im– porta se dentro son vuoti), da es?1er ca– pace, nell a sua assenza di scrupoli, di ap– profitta.re perfino del tuo più geloso do– "? - 1 l candor del tuo cuore _ per far di te, .appunto, il personaggio che esJge, e per 11quale tu hai tutti i numeri neces– sari: quello del « fanciullo-prodigio ►i. an– cora abbastanza valutato, in periodi di ca– lo, nella Borsa del Valori che Interessano il Pubblico. Sta' attenta. Il genio è un mito icadu– to P~P;io pe~hé è estrema naturalezza e sempllc1tà. Bada alle prevaricazioni: Tu 30.i che la. mta. pregllferc il 1ch1etta., e che l'•rrore ~ Pronto G 3tOm4re U cuore Sif argut.a. e cauta: pf4. SU magro e ,u poufa. ae vuO( euere vita.. E ~ non. VUOi'. trodft4 la tua. #mJ)l~ gloria. .11f /fne e J)OJ!Ol4te come ore Hl - df 4n'.kto: e trel)ida.. tutta ,toril genJiU.,, aen..:n dmbiz«>ne.., r Vorrei dirti nel linguaggio che meglio intendi, para!ra sando u n poco un altro poeta, che ml perdone.rà certamente. Con tutti 1 tuo i infa ntili e ,randiosi e infiniti int.errogatlVi e «perché», ai quali nessuno .saprebbe rispondere nemmeno oggi, resta per ora la bambina che sei. capac-e di dire cose &rand.i come lei e con quella medesima naturalezza con 'cui tutti i ~ambini della tua stessa età. e anche .Ii adulti. per quel tanto che son rimasti bambini sotto l'abito a doppio petto, sentono e vorrebbero dire e ri– nunciano a dire, incapaci. con 1~ scun che li trattiene il puOore. La poesia è un'impud.lcizla casta che sol– tanto i verl poeti conoscono come cono– sci tu, innocentissima Silvia. che a nove anni hai scritto. e ti se.I chiesta: S'tnfran,gono le onde .-uua. 1ptaovta. aabbf.o,ci, e "' f'J)ingono con. u.n. bio:noo /rGf/Ore Coec ci diec quel maTS fn/fnfto, qual( mi,tcr,: ~ TOoehiv.d.e nei euo fon4o1 Dalle J)rlm.LUVf; bm-c:h.e at bo.1Umen.tl moe.,toaf. tuttt 'J)CUCTOno Q"i:!~'" 9CO";:;;t/ 1pume. ~':~~,!! J:~~~ oncfe e auaJc he ucce uo muove lonta.no le file arp en tee art. Sf J> 1a.co il more:: tueto ctieen ta dll,no ai lume della. luna. Tu che ancora ncalzl: e Perehè uccidia– mo - U timido agnello - nato per bel.a.– re - nei prati? - Perchè uccidiamo - la candid<1 colomba - nata per votare nel cielo? - Perchè uccidiamo - la la– borio.!fJ formica., - il galleuo canteri– no, - t'uccellino - che ci allieta - con le ,ue melodie? - Perchè? • Cara Silvia, domandalo soltanto a chi chiedi: « Chi piangerà - quando all'lm.· b:tinire_ - il ,ole d'oro - 3Co-tnpariTà dtetro t monti... Chi piangerd. - quando t raggi - pallidi della luna - non. ba– c~ranno più. - i riccioli d'oro - dei bim– ~t... - Chi piangerà. - quando l'estate m /e.sta. - fu.ggird - le1$clando appcu– aire - le leggiadre corolle - di un fio– re. - .1tTappando agli alberi, - che rico– ~!!~:e~.i mme colori, - le ultime foglie Non lo domandare a chi ti promette un palcoscenico, e sempre il vestitino della domenica, e una coroncina d'alloro in te– ~~é Domandalo soltanto a te stessa, giac- /o,.. &oltanto la tua cm1ma trtJte co.ptl'G e p'4n,gerd.. Ti ha torse preso per la mano il pastore errante dell'Asia? Non ti inorgoglire però, non ci manche. rebbe altro, dal momento che sai benissimo che la tua orcheslra è tanto plù fragile e lne~perta.. Ma l'animo è il medesimo, e non è dir ~- Come non è poco, per tornare a.i tuoi pm semplici sei anni. quest'ultimo tuo fiorellino che. voi;Uo offrire ai miei lettori, alme.no per r1co.mpensarll in qualche modo ~:u~:~ton 5ignore, grazie a te) della loro Autunno, autunno. corne u, lrvJ.do e trfate. FaC obbruntre il Cielo, fai tmamre le beile nuuole dL vero. ,a, tuggfre le mia rond(nL Tu annu11e1 .la tnG 4UTG 4eU'inuerno e con. la nebbia c'fnum.i<U~ gli occht. ~ on fosse che per quella « vieta. » rima «cielo.velo» (ma cosl nuova ,in te. 1n quelle tue aerine nu.vol.e di. velo) davve– ro avrei saltato volentieri quest~ ultime ~::~~•. per far seguire immediatamente la GIOl!.GIO CAPRONI

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