la Fiera Letteraria - XIII - n. 14 - 6 aprile 1958

Donienìca o aprile 1958 LA FIERA LETTERARIA DIARIO ALL'ARIA APERT1l * I NOSTRI LETTORI Un certo t empo fa accennai ai tre– mil.a lettori c.hc .in Italia, in questo ultimo decenni o, s i è ,riusciti a stabilire quasi senm possibilità di f.ndividuarH. Questi rtremila lettori sono l'equivalente dei mille che già si ipotcv-ano contare, per un'ope1,a 1ett;e-r.a.r,;a, prima della guerro.. Oltre a questi ne esiste poi una schie– ra &peSSO ,assai ,più numerosa, assoluta– mente fluttuante, più facilmente indivi– dtJia.bile perché è 1'atta dei 1Jellt01i che 1·i– spondono soltanto 0ll'in!Iuenza di sollcci– ta11ion1esterne: ipropa,ganda; premio ~etle· 'Nlrio; polemica cxbralette1iaria, politica. religiosa; contenuti specifici scandalistici o sessuali e via dicendo. Questo lettore però, 1Pi.~pondcndosolo a solleo:itazioni este– ~·iol'li di questo .genere, è 11 letitore incapace di -una scelta proprd,a, di ubbidire perciò ad un bisogno più profondo di gusto e di esigenza sph'!itiuale; esso è il.cltore dm-por– tante sonante pet· l'Industria editoriale e iper il commercio del Hbro, ma non ha -al– cuna impot"OOnZG essenziale agli effetti di * di GlJGLIEL/110 PETR011·1 \ln giudizio sulla matunità della società ,a cui appartiene. In que'sti termini non vogliamo 'Però de– nunciare un aspetto negativo della situa– zione italiana; oggi ci è ,!,acile sapere che lo stesso .fenomeno si ripete in tutto il mondo, ed è una diretta eonseguenza del– l'apparato moderno con tutte ae sue sbriut– ture, le quali operano sen za mai entrare nel merito del signi!icat 0 mora.le dei ri– su'1tati che conseguono. Se vogliamo inveee cogliere un po' più da vicino alcuni aspetti negatiivi che si pos– oono considerare caratteristica nostra, an– che se non esclusiva, dobbiamo rivolgerci -ad-aspetti!più specifici: ma ,ver tutti voglio riportia,re ,uno situazione come mi è stata descritta da ,un amico scrittore ben noto, assai spregiudicato e -disinteressato; esso mi ha raccontato d'aver avuto occasione ,per rvari anni di !requent,arc un gruppo di persone che hanno volulo conoscerlo pe,·– ché è uno scflittore noto. Queste persone da -anni ricercano la sua compagnia per 'J)Oter.paiilare di arte e-di letteratura, dimo– strando anche qualche interesse assai vi– vace ed una assiduità piuttosto notevole per dei professionisti ricchi, piuttosto de· diti ai <prop'l"i. divertimenti, assai propensi a spendere per Il ,proprio piacere. Dun– que, questi signori. che dimost.rnno un così preciso interesse per la letteratura, che hanno voluto conoscere 'll'no scrittore per l"ambiz.i.one di pa't'lare con lui d'Clle cose del suo mondo, « ln diversi amti » mi di– ceva J',amico cQ'lOnh anno m ai 5entiito il bisogno di ecquisbaTe 1.mo dei miei lib1li più recenti pur ,ave ndone v isto parlare anche sui loro ,gion-mli, ipur ,avendo ,una certa consuetudine con me. No! frattempo ha-nno si comp1•alo alcuni costosi 7volumi strenna », ma non è loro passato per Ja testa ohe ,almeno la curiosità ohe poteva sorgere dal conoscermi pCT'SO'nalmente aV1rebbcdovuto indurli a cercare e leggere i miei libri». Ecco qualche cosa che dovrebbe darci da pensare, qualche cosa di assai tipico d·un cerlo nostro ambiente da cui potremmo aspettarci un certo ~nteresse non esteriore; ecco qualche cosa che 'PUÒ darci \ma di– mensione della immaturità della società italiana ,rispetto olla Jetteratura; non cer– to di quella immatlll'3 per ragiO'lli -econo· mico~ociali che è cosi vasta e prc.:.-enta aspetti di ben altro signi!icato, ma di quel– lo che. nel suo atteggiamento, già può farci scorger quanto sia vasta fa man· canza di tradizione rea-le all'interesse del· le cose spirituali, ,anche se ha 0cquislto a fior di pelle quoHa speo:ie di interesse esteriore tante malinconico e. in defini– tiva. .iiirit.ante <al massimo grado. Che lare? Ccmt.e.ntiamoci oggi dei tre· mila letto1li ,più ,anonimi di questii, solitari. quasi Inclassificabili, ma vc1i. perché sono una costante che, in 1,apporto <'Il nostro strato. è da consldet,arsi -consolante e, per– ohé no, promettente. - GUGLIELMO PETRONI SI CREDE DI STAR 'l'U'l"l'I ALJ.,'OS'l'ERIA E QUALCUNO SI JIE'l'Tl~ AL SICUllO NELL.\ S'.fOBI.\. Gi-a~~ ~~~~rr~ret~~~ a;;~ * f1i:;1), (~9e01~!· t~~aPiJ~taN~!~~t~ mano la concretezza di antl- no (1912), di Parole e sangue Pag. 3 cipazloni critiche, che da Il n th d • t • (1&12), di Buffonate (1914), pdnoiplo, sembrando suppo· ran eon ei con emporanei delle Pa:zic del Poeta (1950) sizìon1 QIV\l'entat:e,provocare- e della SeSfa parte del Mon- Romano Gancra: e On,agglo al Beato• no derisione e rifiuto. Sembrò * re~tfi~li~ ~l.us: , ~~~ p~!tr~e;~: ~----------------------------~ assu rdo sost enere che, men- esclusi, nel C oncerto fanta.· tre stava.mo tiutti all'osteria, stico (1954); anche qui con ~~ ~u~~ :~ u~it:; !~~~1:~: di E~RICO F.c\LQUI i'i~~~l cC:n 1:~~~n~I~~iii ne deJ.la Sto'da. E una _de~l~vagliato assestamento del se· italiani, prima ancora del equivale ad una specie di basteranno cinque e dopo pagil'!e, _il_ V<?!ume6i presenta supposizioni che più 01 .fe condo Dopoguerra, la Casa Verga e della Deledda e del promozione, conquistata col Tutte te 11 oveUe avremo: Le massiccio. Plll come una som• cero rigua,rdare come .tana- Vallecchi stimò opportuno ri• Fogazzaro (di sua spettanza), bllanclo d1 una vita di lavo- opere giovanili; Sorelle Ma· ma che come una 5elezlone, 'bici e adulatori !u imbtli spolverare l'antica insegna e, anche le opere della Negri e ro. E in siffatta promozione, terassi e I fratelli Cùccoli; più come una selva che come quella secondo ln quale ta- per farlo evitando ogni im· dl'I Pirandello. che ce Il distacca e allontana, Il libro def ricordi; I romami un florilegio: luni autori pur essendo con- provvisazlone ma fornendo l.'.l Ci sarà forse chi vorrà rar· per restituirceli di li a poco della maturitd. P~lazzeschi invece se la_ca• temporanei', merlit.avano la r~prova di una priori_tà d'inl- lo adesso che nella ste~sa col- col rla~sestato lineamento A Papinì spettava d'essere ynf . 3 so_Iocon una euccinta iscrl:i'Jlone nella oatcgorfa dei z10tlva che costituirà pur Jnna sono apparsi i primi due prestabilito, non c'è qualcosa accompagnato da Piero Bar• tn ° 1 1 r;;nzio~: ~ramht2iata do classici» sempre uno dei suoi più alti volumi delle opere complete dell'assunzione - sin detto gellini, che è sempre 6 tato quo c e 60 ecito c armento • 1 1 · 1 minori»· il" glun- titoli di benemerenza verso d! Giovanni Paplnl e di Aldo senza scherzo - alla sfera esegeta tra I suoi più pcrsua- sulla natura della r~ccol~a, •Casse . · r ~ttfnuare la Letteratura del Novecento, Palazzeschi? Per quale moti· del classici? Ripresentarcene si. F. Bargellini, attenendosi rlassu~lblle, a suo giudizio, gemmo subito, pe . · presentò né più né meno che vo stupirsi, se non per mio- la Immagine e la firma circo• ad un ordinamento in gran sollo I Insegno della seco nd8 l'efTetk> di una designazione come Classici Vallecchi le pia e sordità, avarizia e scritta nell'Irremovibile csat· pa:·te predisposto dallo stcs• fra le tre precedenti raccolte in realtà non sproporzionata oculate ristampe di alcuni tra paura, e se non, in definitiva, tezzn dl un'incisione, non In- so maestro, ha diviso la va• vallecchkme alle quali hn e an71i garontita se messa a i •pezzi,. più rinomati del per Incomprensione? Nell'in· dica il proposito di sottrarre sta materia in due gruppi: attinto: ~l Re bello 0 921), !L con.ftronto oon le precedenti p~oprio gren:iito catalogo. sldioso campo del Novecento tali autori nlla competizione, poetico l'uno, fantastico t'al- ~~~ 9 /o"c i~r (l 9 38), 1 Be 1 stl e deslgnazilonl di autori ugual- ruavemmo e nleggemmo cosi non ovrnrino, non hanno co- per non dire alla ressa, allo tro. Nel primo ha compreso t 1 ), tutte e a tre mente •minori» d'a\Lrl se- in elegante edizione ne va· storo già diritto olla garanzia baraonda dello cronaca? Per tonto I versi di Opera prima novfille esse nd0 1 trasccl~ da coU. Parve giusto, per cau- rietur I Pesci rossl di Cecchl, di una proprio nicchio? Le s~llto, in addietro, analoghi (1914·1916) e di Pane e Vt· qr~ e oncora / ~PfrseR!nf rl– tcla diminuire II grado di l'Uomo fh1fto di Paplnl, Con prove da essi tornile n tutto riordinamenti restavano af- no (1_921-1926),con la glun· v se e giornn , 8 a tv e;a ola~lcità presagita dn taluni me e con gli Alplnl di Jnhier, oggi, 5e conta-apposte alla di· fidati alla devozione dcll·cse• ta d1 undici Ultime poesie ~arirc ella ~uo~al into\ogtaj t ' anel 'Dubbavla ori- il Giornale di bordo di Soffici, ven;ltà e all'avversità di quel• cutore testamentario. Orn toc- (1932~1956) e di altre undici Co al azcf'et~ a Se ~pob) n coritnpo~·n · indisponente le Sorelle Materassi di Palaz• lo che è accaduto e sta ac~ ca agli autori stessi disporli Poesie popolare.,chc e trnrlc· orJ/'rc 1i a hera. n oc· su qu 1 oa oh~ zeschi, cui non tarderanno ad cadendo, non dànno offlda- e attuarli. itclle (1912·1915) tra Inedite e co nove e c e assomma 0 e smosse a batitia,glla (ian unlrEil il Mio Carso di Slata· mento di Indipendenza e di • • disperse, quanto Je prose scssanta~uattro, con le due, per quel tanto. di lpot-ctico per, i Canti orfici di Campa- resistenza? E dall'essere 5ta· Ed ecco che, nel piano del· d'ai·te di Cento paoine di li p_aradiso te~re st re e_ Musica resbaurat.-0 classicismo che Si na, la VeLia di Clcognanl, le te ieri, a mano a mano che le opere di Paplnl e di Palaz· poesia (1915) e di Giorni dl proibita., Inedite e ~ciltte ap– tiravn dietro) !i palad·lnl di Poesie di Rébora, e Baldlnl uscivano. discutibili 5opra un zcschl, Il volume di ciascuno festa (1918), con giunte rl~ Pf~tamente. Ma In quanto coloro che, non dlS!Poneindone Cardarelli Savaresc Savlnlo plano di critica militante, ch'è uscito adesso occupa li cavate da vari volumj (1933· f ove. fl com~ e ~ ~ua nd o ma agognandol3, osbenta•v..ino Giuliotti Tozzi Vlonl Pca, ché quelle prove, quelle opere non P:imo posto. Per attuare li 1956) e con rimaneggiamenti O 1 t'alg or pa 1 f t et no· di resplngeii1'a come osstud_a tanti, Ira i più anzi~nl, ~ono sono oggi passat_e_a P?ter go. piano cli Paplnl occorreranno e !ntegrazioni molteplici, rl- VC' t) urono scr ite e 5 _ am– c !I'idlcola. C'era tempo pn- gli autori recanti l'nnpmna- dcre dl un gludlZlo p1ù sere· dicci volumi e a Poesia e fan- spetto a come tali prose fu· r~f ~ 7anca oin I oppo~t,un~ ~- dl pot~nc fregiare con ~~~~\A~~i~~ ~=~ 1 ~c;r~o~ s~~: r.~to~p::~;nednda~on: ~~~~~rn: ;~;:~, ~ei~ir:r~~r= t::~~tic f r d~f19AJt 1!re sf~ 1 ~ocila 0 ;i 1 ~~~~ irmi~;z ~:r a~ver~1::z~~e 1 cfò dint.to . -e gli anni stano a lungo isolatl e servo- va che già partecipa di un chelanaclo; Ritratti di. scrit- sa (1932). nonché col llbret- f 1 ccadde • 1~ 1 d~~l c.ase f 1 ~,ren- co~ni~~vaS::~1 oh_i ieri ~ ~gra~gi~~=~i~zl~~;sucnodi 6 tè ~l~~m~lòd~r:~oi;!ic~~~l~r:p~~~= ~;1ti~~~~~s~~ C~ st ~oele~:~i~ ~°os?oelpe~cla L~°u's1J! 9 ~:\ ~~~: d!\~•a1t~c in ~itt~m:t~ell'y;~ ero guadagnato il nconosci mostrato sorpreso quando, librio e miglior consenso? religiose; Prose morali; Po· zl. Ne) secondo gruppo ha mmente _collina•• in mez_zo mento di « classico minore•· nel frattempo, la Casa Mon· L'inclusione di determinati litica. e civiltd; Ricordi. ri• riunito I racconti, I capricci, alle quah corrono • due 1~– oggi se lo trova ,,:lbadlto dal dadori ha inserito tra quelle autori in collane come quelle tratti e autoritratti; Scritti i divertimenti, 1 ritratti lm· fd,cllcf 1 li di eS t rcma mode st ia 5 uoi stessi cditoiii. Riord-inan- dei Classici. contemporanei di cui .stiamo discutendo, µo.,luml. Per Palazzeschl ne maglnari del Tropico quoti- l' rau ca,. d P~ d9uasl tutto do e _ristampando ~:cc1,~: ,----------------------------------------~ l'!~~f:: 0 •/1 1 ~~ns~la, 8 ~'Z_r~.; "j opero in apposite ~ quali si trovava, e !orse tut- non Si 1dpromettono torse es od Il M d l'oggi Si trova la casa dove si di documcnbarnc la a~- a a un uomo, SCI 'secoli fa, !og- dfla efficlen1.a artistJoa sopi a e a re gtando Jsplratamente il nostro un plano di clitica stordoa, llngungglo, iniziò la novelli- senza più lasoi~rs! guldaTe · •tica Italiana•· Talch~ la rac• unlcament,c da esigenze di colta e! configura e vien pre- vendita? . * sentata come • .d<?vere e L'ardire di aver dato lnlz10 omag~lo verso li divino mae· a tali pubblicazioni spetta ,,i· E,,,z,o CETRA1\'GOLO slro d ~rtc_ e di vita, peryar· alla Casa Mondadorl. E fl_n: •· te dell ulumo _fra t ~uo1 di: chè nella collana del Clas:nc1 scepoli i quali, a sci .~ecoh contemporanei italiani trova- Se il tratto della via che mi conduce quando, mute ridotte le altre voci, di distanza seguendone il ~o- stemazlone le opere di al punto ov·10 t'incontri o ti dimentichi ascolterò la tua che a te mi stringa mandamento attraverso le m- rGo;ir1~\e d'Annunzio e di finite quali,tà di peste. che af- Giovann! Pascoli, nulla_ da è più breve di quello superato imperiosa. e mi dissolva in cenere rllggono I umanità _m ogni eccepire. Né cl furono_ rimo· senza di te; per ritrovarti epoca, novellando. s1 danno stranze quando aUa sene ven· buon temJ:?O ... Ne E!- questa nero aggiunti, tudu~onv~f~~~ se le stagioni presero figura dove il corso dei cieli non misuri ~~ri~~fri~~~,:n~~~a;s~as~eo~~i bere;olfnzd· Giacosa Toccò di una rèssa. che Ieee del sensibile più la durata di caduche spoglie Palazzeschl, della qualitica d~lndf ~f v~rsl dei ·qu_attro ingombro e laccio contro la distanza né le presenze circoseriva in limiti di ultimo discepolo del Boc- ~aggiori poeti dialettali del d'occulto amore; a debil senso; coccio. Novecento: Di GiacomC?, Pa– scarella, Barbarani. Tt•_1luss~ Ma qui. almeno per gh. ulti– mi due, quantunque d1stac: cati da ogni recente co_mp~ ti?.ione poetica. e quas1tìlgi! stagionati in virt~ del tr. dialettale, nnclus1one tra i dasslcl cominciò a non pas· sare Inosservata e suscitò {fà 6istenza, quasi che la qua lb· di quei versi non desse_ a . bastanza arcidamento d1 rii manere inalterata S<?~lo 1 eso degli anni, reso plU gra– eoso dalla qualifica onorarla. M forse dipese soprattutto da~la circostanza che special· mente Trilussa fu a \l:lngÒ o eroso tra noi e con mu f P all'ultimo a commentarf: ~aostessi fatti di c;onac~ nel uali eravamo comvolh un ~o• tute. Sennonché, mentr~ no; continuavamo a guazzar<:,t deÒtro a Trilussa toccava i! privilegio di tirarsene (uo:1 e considerarli dall'altro, r1· 1 da~~r,ia~fo~olumi mondarlo: riani presero ad alternarsi uelli dedicati dalla ~as~ ~ansoni agli Scrittori itoltant oderni con un'avvedutezza ~itica (nel limiti di _sc~lta consentiti dalla dispomb11i~à contrattuale) e con una ~1· sUnzione cdit?riale da farli 'a prima vista riconoscer~ bell ~ pronti per a!frontarE; 11.viag r~~e~t1~~~~ole c~~lg\~n_ 1 c~~~; at trotto e attre co~e ~h çec· chi, le Co.,e viste d1 OJelti, la Figlioccia e al~re do_n!le di Pea. il Libro dei buoni t_ncon· tri. di guerra e di pace d1 Bai: dini le Carte nel vento d1 Mo~tano, cui presto s'aggiu~– i;::erà l'intero Delirama musi· cale e geografico di Barilli e tutto quanto è avanzato di Michelstaedter. Ma più deciso riconosci· mento l'investitura dei clas– sici contemporanei cominciò se non rimane a me dell'esser tuo soltanto il nome, poi che la tua morte sostenJÌe la mia vita per l'attesa di rivederti, di raggiungerti in sedi favolose, quasi che là il mio stato al tuo s'adegui e sorte umana più non impedisca le comunioni; sia che allora m"accolga tu o il nulla, o l'origine eterna mi riprenda che di te si vesti perch'io l'amassi in te ritratta. nell'acuta percossa del tuo fascino: a immensa pace scenderà il cammino. Ma un senso pur diverso dalla bufa fine al tumulto del nostro andare sorgerà dai secoli conclusi nella polvere. Una luce nuova, che non ricada nelle tenebre. ingenerata, vedrò forse brillare sui cipressi che la sera nasconde ancora e l'alba riscopre lungo i tùmuli e le mie mani sorprende al cancello che l'urna tua divide dal tempo e che da te, ri.Iadre, mi esclude finchè non l'aprirai tu stessa il giorno senza tramonto. quando stranieri mi saranno i suoni del mare in fondo alla collina, tua dimora, i suoni che i ricordi estendono alla tua ombra, e un vento freddo, avanti l'imminente tuo rivelarsi, annunzierà per me il passaggio dell'ultima tempesta in questi lidi; quando risplenderà la tua ·dolcezza, che tiene la mia mente a oscuri incanti sognando qui terreno l'invisibile, e inalterato, immoto, ma di terra, il tuo sembiante: giacché dal tempo immagino l'eterno, e il tempo è terra, e dal fallace appare confuso il vero. Attraverso lo specchio degli enigmi, per questa poca parte che m'è data di conoscenza, onde non sono acceso del tuo chiarore, a quel termine penso che l'antico tuo s:imulacro torni per i nostri convegni a pl"ender carne. sl ch 0 io possa avvicinarmi a te, Madre; toccarti per sentire come la morte t'ha purificata; legarmi del tuo sguardo. che mi vieta alteramente ogni lusinga del sorriso umano. ogni abbandono intero all'altrui cuore. ogni riparo nelle altrui pupille, e mi costringe a offrire le imperfette creature in sacrificio al tuo perfetto idolo, alla notturna tua superbia gelida. a un giogo ignoto, perch ·io arda di te, scomparsa forma. né tregua mi concede ai vivi amori se non per• ritornare al tuo pensiero: come al perdono il supplice si flette che ha fuggito per un istante i vincoli feroci di una pena che attende dal teI'I'ore alti riposi. ENZIO CETRANGOLO a riceverlo allorché, nel tra- ,_ ________________________________________ J Piuttosto è curioso notare come, solo a rlsfogliarli, si avverta che i voluml esigono un diverso metro di misura· zione, un diverso criterio, quasi un diverso intendimen– to. Sui loro autori, per quan· to nostri contemporanei, bi· sogna ormal saper operare come se fossero antichi. Non che anche prima non fosse buona norma cercare d'in· vecchiarli e allontanarli un poco; ma quella che dianzi poteva semorare operaZlone forzosa, oppure polemica, adesso si svolge spontanea– mente e, in certo senso, risul· ta già eseguita nel passaggio dalJ'edizione spicciola all'ope• ra omnia. Il che non implica diminuz.ione d1 libertà in chi è tenuto ad esaminare e va· lutare i volumi, bensi auto– rizza un approfondimento di giudizio nella più ampia pro· spettlva secondo la quale il giudizio può d'ora in avanti venire esercitato. Dal limitarci a registrare di volta in volta le cifre del conto, siamo giunti a dover cominciare a tirare le somme. Ogni 6perimentalismo può considerarsi esaurito; conclu• sa, ogni avventura. Nel pro e nel contro necessita un maggiore equilibrio: alle ar· roganze polemiche deve 6U– bentrare una ponderatezza storica. Sia che ci piacquero, sia che ci displacquero, or.a si tratta di sapere rileggere pa· catamente pagine che già fe– cero di noi altrettanti zeta· tori od evasori. Gli anni non sono trascorsi 5olamen te per gli autori, ma anche per i lo– ro lettori: e oggi 1a questione non è più di preferenza, ,di simpatia, di gusto. Conta la reale consistenza di cui gli autori 6anno farsi garanti presso i lettori, 6Cmpre che questi 6iano in grado di ec· ENRICO FALQUI (Continua a pag. 6) PRESEi~TATE D_,t SERGIO SOL,111 * POESIE DI UN COMBATT * cli GIORGIO C.IPRO.l"I Abbiamo sotto gli occhi una !olografia di Jacopo Dentici, martire dello Resisten– za, di cui é uscito. postuma all'insegna del Pesce d'oro dl Vanni Schelwiller, con pre• razione di Sergio Solml, un3 raccoltlna di vcntitrò poesie intitolata Le alt deL Nord. Sul retro di Inie !olografia leggiamo queste due semplici e terribili dole, alto e omega - ahlmé troppo 1·avviclnoli - di un'esistenza tuttavia per!ct.tamente con• elusa: Rio Grande, 11 settembre 1926 - Gusen Il (Mouthousen), marzo 1945. Arrestato infnttl 11 7 novembre del '44, Ocnt.lcl, studente del 2. anno di Fisica puro nell'Unlversltò di Milano, dopo circe. due mesi di prlgionlo a San Vittore venne trasferito a Bolzano, e quindi n Mauthau– sen, per esser poi avviato o Gusen 11, nel quale ultimo • campo di ellm1naz1one - informa la noto biografico - si spegne~ va, per la Come e I maltrattamcnl{ subiti, o soli 18 anni ,. Inforcare o que~lo punto il cavallo del• la retorica, e goloppore comodamente seduti, sarebbe foc\lc come metter su uno fabbrica di bo lle di s apone. Me. poi? Prc(erlamo lnscl.ar parlare Solml, il quale chissà che no n abbia conosciuto il Dentici proprio 11, a Son Vittore, come uno di quel glovhietti partigWmi, suol quast figli, fatti suoi fratelti da. antica giovinezza ccc- (nessuno ha dimenticato Aprite a San Vlttore), e che comunque, e un ccrlo ,punto della Pi•efazlone, esat~ tamentc scrive o proposito di questo di– ciottenne: Appaufonato dt matematica e d1 fbfca. li giovane Dentici sl dullnava a una carT{era di tecnico, d( .,cferulato. Ma pari, in lui. en:1 la vocazione fi/010/kfJ, r quella letteraria e artf. s!fca. che lo rfvolac alla poe.sla, alla musica, e perfino olla miniatura e olla Tilegatura del libri, lnconlro Taro. oggt. e/te è qualcosa di più df una semplice Vl'rsotllHd. fn quanto Tivela un bi.sogno df llfntesl l' di unHd partfcolarmentc indicativo In un tempo di C"bl e di disgrega. Z'fone della cuUitro. Con quel .!UO molteplice. e fnsfome unl!arlo fnlereuc, egU ri situava al nodo dl quc.tta nostra dlJJfcfle dvfltd m oderna. ••. Tutto, in questa breve nf.tten.2:a. appa.rc sintomatico, collegato, pieno dl senao. Non a caso, dalle sue frequcntazfonf d'autorf cla.uld. lo studenla !fecale aveva tratto quella briosa traduzione del ClclOI)(' di Euripide che vide la luce. aopa kl .sua morie. nel Dionisio. a CUTa df. Adelmo Barfgauf. Oagf, nella leggendaria astu.zfa di U!lue 1)Cr trarre .,t: r , compa.f111i dl prigione e di morte, cod come rlviuuta dal suo traduttore, po.tsiamo veder prefigurarsi quel ouslo d 0 ovvcntura e di beJJa, e quell'frrc. sfstlbfle onclflo <U !lbcrld., cita appartennero al pfù genuino spfreto dei gtovant della Resi• slenza. e, fn parUco/ara, nt suo. La lotta contro I Mostri. per la LlbcrM. La favola d reincarnò per Jacopo Dc11!fcf, anc/te .!e Il Mostro mori• bondo avrebbe dovitta vlucere, per una volta ancora, e spezi:arlo. Le poesie riunite nel prescn.!c volumetto rappresentano una. fase fficcuslva di quello sp(rlto. nell'fmmfnenza del .rupremo sacrificio. Sono. ev(dcntemc11tc, le paes(e di un giovinetto. e la loro stessa delicata. esfguitd, H loro pal– lore, ci appafono stranamente apparenta.rie con altre emresslonl di poe.H desttnatt a morte precoce. L'aura della poesia ncroecentesca vi t presente. e d(moi:tra anch'essa cOn quale partecipe cosdeni:a U Dentfcf, ormat del tutto fuori. dall 0 hnttazionc scola.$tfca. n sftua.$SC na. turalmenle all'aL'rna def tcmpl, nella eoncre. ~~:!:en~~~ 1 . 0 ::;u 0 ra;!~':~':ita~~~ 1::rl:Si~/~~ dei giovane combottente, H momento del rl• conquistarsi all'lntfmffd dopo l'esterno ardore della lotta, che non vi lascia traccia, se ,non, forse, in modt estremamente tra.spostt. sotto f1 velo ambiguo dell'analogfa •.• Che altro aggiungere, dal momento che Solmi, dimost.re.ndo ancore una volta come la bellezza e la verità d'uno scritto pos– san soltanto provenire, come a lui pro• vengono, dall"ampiezza d'un'intel,ligenza il cui raggio fa sempre centro el cuore più profondo, ci ha detto tutto, in tale sua breve testimonianza, sul valore dell'esi– stenza di Dentici e, in quell'esistenza, di questa raccoltina, marginale sì ma anche essa componente necessari6? Nella nostra rotta età di compimenti unilaterali (di uomini specializzati e per• ciò perfetti singolarmente « nel precipuo ramo», ma limitati e perciò imperfetti quali esemplari d'una cultura), acc oglia– mo dunque in primo luogo il ce.so addi– tatoci, come slnt.omatico della nat urale necessità, sentita e in qualche raro caso attuata dal giovani più vivi e più desti, d'un ritrovato umanesimo: dove la poe– sia, sì, subisce un'apparente retrocessione di grado (o, meglio della poesia, la figura d~l Poeta-avanti•ogni-altra-cosa), ma per riprendere la sua autentica degnità, rico– stit\Jendosl parte integrante - non parto unica - d'una persona. Più esattamente, ricosHtucndos1 qualltù umana, non a tutti data, è vero, quo\e outentica possibilità di invenzione, però o tutti concessa, e ncces• sa.ria quonto insieme con la scienza e la politica e l'azione, quale possibilità di acquisto (con la lettura: con l'esercizio onche modesto ma sincero), In un essere intero più ormonicamente composto. Ma anche o Jasclorsl andare o una let– tura di queste Alt dct Nord del tutto in• caritatevole, perché .ignorante del tutto ogni altra cosa che non sia Il testo, e spo– gliando ogni pagina dell'alone che la !n~ cornicla, rlmorrcbbc ipur sempre da se– gnatore, di un diciot.tennc, l'estrema e austera slnccritò con cui, pur nel diletto ora maggiore ora minore d ell'approssima– zione, egli tenta l 'cserclz.lo della parola: anch'esso intesa c ome otto di vita sorto dal medesimo seme (dal medesimo biso– gno di conquista e di difesa, della propria persono) da cui è scaturita l'azione, senz.a Jacopo Dentici tuttavia confondersi minimamente con quella in un facile abbandono al !acile sfogo d'una retorica di bordone• Prescindendo infatti da certe obbedite tentaz.ionl verso un'agevole e quasi ere• puscolare musicalità (E' la voce delt'ul– timo re, - di quello che è appena morto, - voce triste, un poco velata, - come in cerca di conforto), 1 germi più veri della noscente personalità poetica di Dentici ci ~e~~~~r:~n~~o~~er~u~~ ~ig~'~nd~v~~t~b~ bandonato il tono fiabesco e e poetico•• la perola s'impunta e balbetta e stride (il più aspro Rebora sta severamente in piedi alle spelle di questo giovinetto: Ma dentro - un maglio peaante maTtella - pa– role di. bronzo - tnca-nde.,centi - e spriz– za-no - intorno le faville: - géla.mi . - Si- 17nore,perché io ardo) cercand o di p iegare le corna alla sua medesima inesperienza: Mugghia H mare canuto schiuma lmpo.tenle ('(>nlro rocce d( sogn0. (La. lontana paranza. sfida al titanico a.mpleuo dei. Tritoni). Sulla livida ar,iaggla donne guardano. la faccia c0rr0.t11 dal v!oinito m aP.strah'. Ma le a.ti del Nord ver.san o v eleno su glf appassiti vot(l di eh.I spe ra. A meno che non si voglie.no cogliere altre radici di questa futura po esie (cel• pestata dal MostTo sul nascere) anche in certe inaspettate e perciò festose conco– mitanze col più felice (nel senso di una riscoperta musica questa volta, e non del– le musice\ltà) Ceccardo RoccatagUata Ce ccerd i (Nella dolce sera. ridente - allora. ti vi.di, o amore ..•). Ma sarebbe poi gtusto tare i conti su un libro Irreparabilmente chiuso da una mano violenta, prima che l'autore abbia potuto scrivervi le parola fine? Le ali del Nord fanno parte di un de– stino, ed è entro quel destino che vannQ considerate. • E il brevissimo destino di Jacopo Dentici - rubiamo ancora le pa– role a Solmi - così tre.gicemente e pie– tqsamente in!Tanto, fu anch'esso a suo modo, per l'intensità con cui fu vissuto sul pi ano p ratico e su quello intellèttue1e' per J 'jdee.le in cui si fuse e 5i bruciò u~ destin o rius cito ». ' GIORGIO CAPRONI

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