la Fiera Letteraria - XIII - n. 14 - 6 aprile 1958

LA ''FIERA LETTERARIA" AUGURA BUONA PASQUA AI SUOI LETTORI LAFIERA LETTERAR Anno XIII . N. 14 SETTJMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 6 aprile 1958 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE: Roma - Via di Porta Castello. 13 - Telefoni: Redazione 555.487 _ Amministr.' 565.158 _ PUBBLIClTA': Ammini9tr.: e LA FIERA LETTERARIA> _ Via di Porta Castello, 13 • Roma - TAR.: Commerciali L. 150 Editoriali L. 80 al mm. - ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700 - Semestre L. 1.400 - Trimestre L. 750. Est.ero: Annuo L. 4.000 • Copia arretrata L. 100 _ Spedizione in conto corrente postale (Gruppo 11) • Contocorrente postale n. 1/31426 PO~:SI AE SPI B 1Tl 1 A LITA' * ,-1; 1.;11IBERTQ .Jl1IRVARDI Mi capita ogni tanto, lettore curioso ma pigro, di non riuscire a leggere un ro– manzo oltre la trentesima o cinquantesi– ma pagina, non tanto per la noia (ç'è sempre I.a speranza che l'interesse co– minci alla trentunesima o cinquantunesi– ma pagina), quanto per il disgusto. Il disgusto non ha niente a che !are con la pigrizia, anzi, é la reazione della pigrizia (una pigrizia assai simile al so– gno) nel contrasto tra un mondo dell'au– tore e quello di me lettore, contrasto che rompe l'incanto della favola e provoca, fuori dei territori della fantasia, la ca– duta da un alto luogo spirituale ad una bassa fastidiosa realtà empirica. Debbo confessare questo lato negativo della mrla curiosità di lettore che ,siugge tutto ciò che non esclude la mia atten– zione da una realtà di tutti i giorni, o, peggio, da una realtà d'eccezione che non sia quella più grossa magari, ma più umam ... che- tutu gli uomini incontrano nella vita di tutti i giorni. Tanto per fare un esempio, non sono riuscito a superare la trentesima pagina di Poizo di solitudine. Voi direte: ma co– me fai a sapere se oltre quella trentesi– ma pagina non ce ne saranno altre inte– ressanti? Nel caso, non si tratt.a di un interesse tipo « come andrà a finire >1, poi– ché la mia curiosità non resta legata ai fili di una trama e, soprattutto, di quella trama, né quindi del più o meno facile prevedere la risoluzione finale, ma, piut– tosto al completo disinteresse per un fatto che non è né di tuvte le creature umane, né della loro vita di sempre. Se poi quell'eccezionale [atto vien fuori da una scrittiuiria ancor-a sp()'ro3 dell'acci– dentalità del fatto stesso, allora alla noia si aggiunge, appunto, il disgusto; un mal di mare provocato da un in.atteso sposta– mento dei piani dell'orizzonte, per cui tu ti senti !ermo e vedi invece ballare le montagne. Oggi, questa letteratura, che pretende alla poesia, si fa sempre più fitta anche da noi e spaventa, non tanto da un punto di vista morale, poiché i lettori sani o gettano il libro o lo leggono come si legge un «giallo)), e i malati non di– venteranno certo più malati di quel che sono, ahimé, per natura, ma per la con– fusione spirituale che provocano, per una certa esitazione che trasmettono (sono io che ballo o sono le montagne?) anche in quei lettori che lo leggono magari come si legge un 11 giallo >l. Intendiamoci bene!, cristiano come vor– rei sperare di essere (stavo per dire: co– me sono!) e quindi scrupolosamente ri– spettoso della personalità nella più asso– luta libertà d-i ~ronte a Dio (rnol'ite judi– care ...), non sto scrivendo queste righe per accendere un rogo, sia pure, delle vanità. No, no, ognuno faccia o scriva quel che crede e quello che vuole fare o scrivere prendendosene tutte le respon– sabiJ,ità; ma proprio rper questo, mi sem– bra, che nella critica contemporanea pochi o nessuno prenda, liber~mente, le parti della spiritualità avendo il coraggio reli- gioso e l'acutezza mentale di identificarla con la poesia. Non sarò io, povero untorello, a risol– vere un simile problema: ma, mi sembra, che questa omertà nei confronti degli scrittori che u per me 11 non sono poeti 'J)erché non spirituali (ho scritto (< spiri– tuali >1, non « spiritualisti 11), significhi anche qualche cosa di più della paura di non essere à. la page, o di puzzare di sa– gresti.a, o, peggio, di passare, nello sno– bismo di sempre, per provinciali. Omertà, senz'altro, ma soprattutto de– cadenza di quell'innata spiritualità che non è soltanto pretesa del cattolico prati– cante, o del ,sagrestano moriaHsta. o della zitella inacidita, ma semplice 'interezz2 dell'uomo normale che vive una vita nor– male e che patisce i normali guai di que– sta nostra disgraziata, ma normalmente disgraziata esistenza. E mi si potrà adesso ritorcere l'accusa: non sarai tu, per caso, un'eccezione, di fronte ad un-a letteratura che in deNni– tiva, non mostra se non un~ dei tanti aspetti della vita, e proprio perché, se come ti dichiari cristiano, credi nel pec– cato originale? D'accordo. Ma io non facevo né lo scan– dafizzato (Impossibile est ut non veniant scandala ...), né il santocchionc (...ejice primum trabem de oculo tuo ...), soltanto constatavo una situazione storica proprio come cristiano, ossia come colui che pur accettando caritativamente ogni realtà. ma non può non distinguere tra errore e verità, tra vizio e virtù, tra documento e poesia! E se questa letteratura non è poe– sia, anche pretendendolo, perché crearle attorno uno snobistico alone di eroismo morale e letterario, come se colui che mostrando le proprie vergogne senza ver– gognarsene,, non fosse ,piuttosto che un poeta, un volgare esibizionista? Disgrazie capitano a tutti e la compas– sione è un sentimento umano; ma da q.uesto a non tenere distinto, nello spe– cifico campo della critica, documento da poesia, ci corre. La spiritualità deil'ariC~ pittura O mu– sica, poesia o narrativa, è tutta legata al valore delle immagini. Sono esse prigio– niere di una segreta psicologica del tem– peramento? o sono strumenti d'un fine che trascende i limiti della sensualità? .,Poesia e spiritualità costituiscono un imprescindibile rapporto escludente ogni sensualità normale o patologica che sia, poi~hé è metafora. traslato, e non sen– sazione. Anche se spiritualità non sempre sia necessariamente poesia, come quando è in:-7ece religione o filosofia, moralità o scienza. La documentazione psicologica d'una problematica esistenziale non fa mai poe– sia, pur assumendone le forme esteriori. a meno che non si trascenda in una di– sincarnata gratuità spirituale. sat~\~i;;enti, è apologetica, 0 divina, 0 UMBERTO MARVARUI ri11~eppe Romano: «Gesù Redentore• IJ\TCONTBI CON.IL CRITICO * Sei dolllande a Giacinto· Il, J,IURO DI CUI SI PARI~.\ * I racconti di Gianna Manzini * di FEIUJl1\!AXDO l'IRDIA Con la raccolt.a di racconti vivo e più vero di questa pa- esperienza lemminile; spesso ra prigione)>) dal gesto di Cara prigione, apparsa in rola. dolorosa, ricca all'estremo di una bambina che si guarda questi giorni nella collana Direi che questo è un libro trepidazione e di sgomento la mano controluce, per ot– dei Narratori Italiani dello assai importante anche per- ad ogni sua nuova scoperta, frirci il segno -della lunga editore Mondadori, Gianna ché permette al lettore di ren- una tale esperienza, se pure presenza della morte che ac– Manzini ripropone i temi di dersi conto del processo di tutta individuale (e appunto compagna una vita: ma che una ormai lunga assidua e svilup.J?o di quest'arte singo- per questo tanto piu autenti- può nascere altresì da un al– senza dubbio coraggi'osa sua lare e nel tempo stesso di ca e viva). proprio per la tro segno qualsiasi, da un particolare presenza nella no- osservarne la coerenza, la ricchezza delle sue rifran- abbandono, dalla presenza stra letteratura contempora- unità di ispirazione, la chia- genze, per la sottigliezza del- improvvisa e illuminante di nea. Coraggiosa presenza so- rezza delle intenzioni sin la sua possibilità di penetra- un ricordo, dal sopravvivere prattutto perché essa si af- dalle origini. Esso raccoglie zione in una sfera più inter- di una speranza: si pensi a fida solo ed esclusivamente infatti una parte notevole di na e più ricca di fatti segr'eti, quella prosa cosl impeplati– ad un rapporto della scrittri- quella che è stata dal 1929 al diviene in sé e per sé testi- va della scrittrice verso se ce col suo mondo, a una stre- '53 la produzione novelli;;tica monianza vttale di una con- stessa che si intitola « Im– nua, continua, e spesso diffi- della scrittrice, edita in altre dizione femminile, una ri_ve- provviso », nella quale la cile all'estremo sua esplora- raccolte che si sono succedu- !azione dell'animo !emmmi- condizione femminile, nella zione, senza compromessi non te ne&li anni, o inedite, ma le di fronte alla vita. La stes- sua più amara e più labile !Soltanto verso l'esterno, verso ordinate in modo da presen- sa partizione di questa rac- (e nello stesso tempo cosi a.s– ia "letteratura 1, - intesa tare non tanto uno svolgi- colta (un primo gruppo di sillante e impegnativa) pre– questa parola come espres· mento cronologico, quanto un prose sotto il titolo, « sorriso senza, è tutta un contrap– sione di un variare e di un più interno e più segreto e morte >1 si apre su un pa- punto di immagini trasposte. adeguarsi dei gusti e delle sviluppo di quelli che ~ono i norama di ricordi e di fan- la Monaca, la cucitrice, la correnti estetiche di un'epo- suoi temi essenziali. La scrit- tasie che confluiscono in una macchina da cucire, la pol– ca. della faccia esterna, per trice ha tenuto conto rag- idea della morte che è in se trona di vimini. la bamb:na, cosi dire, della poesia - ma gruppando e accostando rac- stessa una esperienza d'amo- che si immedesimano nella direi verso se stessa, di quel conto a racconto prosa a pro- re, ma in tutt'altro senso di raccontatrice senza tuttavia mondo, così da offrire sem- sa. di quelli che potevano es- come un binomio amore- identificarsi mai del tutto con pre il massimo della sua re- sere i motivi, le ragioni de- morte potrebbe esser visto essa. o in un contrappunto di sa; ma altresi perché in un terminanti, I nuclei di ispi- da una poetica decadente; un sensazion·i che non rimango– siffatto impegno è alla fine razione. ed anche, se vagli.a- secondo gruppo ·sotlo il ti- no tuttavia mai tali, vaglia– di!flcilissimo a chi non abbia mo, gli st~ssi argomenti. tolo 1< Veleni~' di racconti di te come sono dalla lucidità conquistato un assoluto con- Scomponendo così le varie impeg-no psicologico più in- della coscienza che le giudi– trollo dei propri mezzi di architetture delle altre rac- tensa nel mondo degli affet- ca e le !erma nel loro mo– espressione, una coscienza colte (e ciascuna - bisogna ti, scoperta d! incrinature co- mento essenziale e irripetibi– addirittura del linguaggio, ricordarlo - per una scrit- niugali, di sottili quanto ag- le. Direi che in questi rac– sia nelle sue possibilità trice come la Manzini non è grovigli.ati dissidi di amanti; conti, forse assai più che nei espressive,. quelle vibrazioni, mai il' risultato di accosta- un terzo (1 Figure 11 nel qua- romanzi, la memoria prota– q u e 11 e uitennittences du menti occasionali e dettati da le il particolarisslmo gusto gortista e nello stesso tempo coeuT~ quelle rivelazioni di pure e semplici necessità edi- della Manzini per il ritratto arbitra della vita. pur a,·en– una sensibilità la cui profon- toriali, ma corrispondono accenna ora a disegni di ro- do una funzione senza dub– dità ed estensione è talvolta ciascuna a un disegno più o manzo come ,, Casa di ripa- bio importantissima, non ope– 's_enza limiti che !anno di lei meno esplicito) ella ha ri- so i,, e a volte invece in rac- ra tuttavia come condizione la scrittrice più singolare che composto sotto varie e nuo- conti più distesi inventa in essenziale della narrazione, conti oggi la letteratura ita- ve prospettive, il paesaggio un'immagine, in un incontro bensì come stimolo, come rat– Jiana. E singolare appunto interiore della sua esperien- una vicenda conclusa in un to anteriore alla narrazione perché la sua vocazione non za sia di vita che di lettera- breve perfetto giro; e infine Stessa come illuminazione si a!flda in alcun modo alla tura. un quarto 1< Improvvisi)) rac- che la precede e la regge: es- presenza dei reagenti sogget- Occorre aggiung-ere che in · tìvi o soggettivistici: anche questo ella ha avuto modo di se ella racconta sempre se servirsi della straordinaria stessa, anche se ogni sua pa- possibilità di rifrangenza che , gina Tivela un'esperienza. una ogni sua pagina t.-omporta, ,recherche du temps perdu, il quel gioco di illuminazioni, ,ricordo, la sensazione, !'in- quelle variazioni sul singolo termittenza, la· vibrazione si motivo, quei motivi psicolo– distaccano sempre dal suo gici complessi e spesso pluri– , riucleo più personale, passa- valenti . che _co~iituiscono . i no attraverso un processo ra- C?ratten precipui e la quah– zionale, un lucidissimo con- t~ essenz1:ale della sua arte lrollo de_lla cos~ie~za, si. tr~- ?,\s~f::;i~~~e, ~o~he~~~~ ~i 1 ; ducono in gesti, 10 fatti, m nei risultati lirici !rutto non persone, in situazioni, in sta- soltanto di un'attitudine per– ti d'animo, diventano realtà sonalissima. connessa in mo– in atto. A questi risultali non do inscindibile alla stessa si può pervenire se non at- sua indole e vocazione, ma al– traverso un'estrema e - mi tresì di quella coscienza Jet– si passi questa parola -spie- teraria di cui si diceva. di ,tata lucidità: in ogni pagina quella estrema ed esemplare della Manzini si avverte que- responsabilità verso la sua sto estremo rigore, questa co- opera. scienza letteraria che è in se Vocazione, coscienza re– stesse coscienza morale, im- sponsabilità che sono poi la ..,,.tmo umano nel senso più espressione di una vibrante

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