la Fiera Letteraria - XII - n. 51 - 22 dicembre 1957

Domenica 22 dicembre 1957 cnu,,.\Ulh UEL PIALEIIE * Marinai edistratti * di Al,FOIISO GA 1'TQ Si dice che l'Italia è un paese «distratto». La pa– rola ha avuto fortuna. io credo, per due opposte ra· gionì che insieme concordano a dare un ritr·atto della nostra società quale si va caratterii.z.ando a1 di so– pra degli interessi e de11a mischia. nel tentativo di un suo fatale asservimento alla nequlzia e alla ras– segnazione. Dire infatti che l'Italia è «distratta». si– gnifica in primo luogo riconoscere che l'Italia, più di ogni altro Paese. dovrebbe essere attenta ai suoi problemi, ai suoi travagli, ai suoi pericoli. Se no~ lo è, può attribuire la sua mancanza. a una tonna dt modestia ottimistica che le permette di sentirsi « piccola 11 e familiare. pur di connettere sul << chi vive 11 una possibilità di vita, un arrangiamento. Con la scusa di scegliere un ,guaio alla volta, accanto– nando gli altri. l'Italia distratta viv~ 1:'i~pamtian~o i dolori; usando i poveri, cachets, ~edattv1, tr<:1-nquil– lanti: i più ricchi, p·sicanalisi, vitamine, ormoni: pur– gatori in attesa del peggio. Ormai il mondo è tal– mente armato di « millenarismo >l: per oppcste ra– gioni. a seconda d'essere questa o quella delle parti in cui è diviso. ha talmente fede e paura nel futuro da dimenticare il presente. il passato prossimo e l'avvenire immediato. Forse le otto bambine morte sotto de .rovine del– l'asilo q. Altofonte già pensavano a Natale e per un attimo avranno creduto che a calare dal tetto sotto i colpi del vento fosse lei, la piccola e \'ecchia Be– fana. Ma è stato un attimo e noi siamo distratti. M 1 è venuto di ricordare. nel vedere sui giornali la foto di un padre che stringe tra le braccia convuls.3- mente la sua bambina riavuta salva dalle macene. un altro padre che a Terrazzano. nel parlare col suo bambino liberato insieme con .gli altri dalla scuola ove per tutto il giorno li aveva rinchiusi un, pazZ? armato, gli diceva scuotendolo: « Non ti lascero ma 1, starò sempre con te ... ». Il bambino lo .guardava senza rispondere. da mam– ma inerte ormai per il lungo pianto del giorno. non parlava. scuoteva il capo. Perchè ruomo pro':1ette 1~ sue I1tù insostenibili bugie per nmorso? Poi dovra d1straTSi. dimenticare. tradire ... o bere. In questa domenica di pioggia, a Valle Giulia. nelle sale della raccolta Guggenheim. un marinaio venuto a ripararsi e poi entrato a «vedere» di là, diceva meravigliato a un suo collega, guardando Ohagall: « Come mi piacerebbe avere un ritratto ... )). Forse sognava vicino a sè la sua ragazza in ghingheri per il compleanno, se snodava il collo dal maglione ar rotolato proprio come un innamo!3:to di Chaga1:1, .. ~i siamo trovati. poi, durante la visita, spesso vicm1. Davanti a ogni quadro aveva un colpo, non parlava, meravigliato e interdetto. Era il più rapito di tutti. Sembrava che si domandasse perchè capiva. O ricor– dava. da un segno. cose che aveva già creduto di vedere? L'amico stanco di arrendersi lo aveva abbando– nato. aspettandolo all'Uscita. Tentando un accordo nella sua visibile insofferenza e accennando con una strizzatina d'occhio alle sale ove l'aQtro ancora si aggirava gli ho chjesto: « Ma perchè non ~n~ate ~ trovare le ragazze? n. Ha sorriso con tutti 1 suoi denti bianchi. « Chi, lui? )), ha detto. « Ha una sposa al paese e gli piace soltanto parlarne. Ne parla tanto che si scorda di scriverle )l. « E' un fissato)>, ha con– cluso. toccandosi con 1: ~!no la fronte. Da qualche lettore. per quel mio « interventuccio 11 , mi è stato chiesto se il mio « non credere 1) al cine– ma italiano non nasconda un mio più profondo non credere al cinema. RiSJX)ndo semplicemente che il mio non credere al cinema. così in astratto. senza tempo e senza luogo. non significherebbe nulla. Ag– giungo poi - e i lettori meno distratti se ne sa.ranno accorti - che nel mio scontento per i 1 1 nostro cinema era da leggere a chiare lettere un amore vecchio per questiarte che ha dato eccezionali e rari messaggi agli uomini e tanti avvertimenti a noi ar~isti e. scrit– tori sul pericolo e sulla natura delle m1tolog1e che ci assediano. In ultima analisi. nonostante le sue apparenze. il cinema è Parte più « conservatrice >) che noi si conosca se Oascia accetiare. in proporzione della sua forza e della sua grandezza. la finzione che gli è necessaria e che le altre arti. spesso spericolate oltre i confini della forma. sono intente a nascondere o a dissimulare. Il discorso sarebbe lungo: ma il fatto stesso che il cinema più difficile, più analogico, più poetico. sia leggibile da tutti e lasci passare quasi inavvertita la sua qualità. difficile è prova di quanto esso sia almeno innegabile e lasci tuttavia da negare solo quegli esempi malfermi di stile - H nostro ci– nema - che sembrano rimetterlo in discussione ogni vol1a. Il terribile poi è ohe l'Italia si lasci distrarre sem– pre dalle stesse cose. senza noia. puntualmente: il suo cinema è fuori da oirni problematica. e quindi fuori da ogni realtà. Insiste solo a rendere invi– diabile l'inerzia. il tempo da perdere. A volte scom– mette con ~e stesso di prendersi sul serio: incede tra due virgolette. Ma è il solito marinaio. ALFONSO GATTO LA FIERA LETTERARI~ GALLERIADEI POETI ITALIANI * Ncll'imma~ine contorta dell'olivo iltormento dell'uomo edelpoeta * di ELIO F. 1-ICCnoccA Della nativa Firenze Gino un'opera che ripresenta al Tibalducci conserva integra giudizio della critica il volto l'Immagine (possiamo dire?) poetico di questo scrittore figurativa, ma nel senso di nei suoi rimeditati e ultimi Rosai, con i segni e il colore significati. un po' trasfusi net ricordo, e Nella poesia del Tibal– trasognati (la memoria poe- ducci - nota Ugo Fasolo nel– tica non appartiene forse al- la prefazione - -si ritrova in– l'area del e sogno>, già av- tegra una particolare, spon– viata nel regno dell'astrazio- tanea fedeltà alla propria na– ne?), dove gli elementi este- tura, una totale coerenza con riori sono la chiesa in grem- se stesso (il più vero se stes– bo alla vallata, il marmo mo- so)>: tale fedeltà è indub– dellato nella luce tenue del biamente un dato riscontra– giorno, le cime dei cipressi bile nel cammino poetico del– ferme all'ormeggio del vento, l'autore, il quale più affina il fiume, e le case che tutte - in linea con una tradizio– gli galleggiano tremule so- ne del nostro migliore Nove– pra, case rispecchiate e tra- cento - gli elementi stili– sportate - dall'acqua - al stici di un linguaggio evol– mare (ecco l'astrazione, o la ventesi in un'alternativa tra fantasia, che giuoca coi tei- il narrativo ,e il lirico, e più mini della sensibile concre- mostra d'approfondire le ra– tezza e si fa memoria}, infi- gioni intime del proprio can· ne una .rondine col celere filo to, che sono, e restano, sen– dell'ombra divide in due la sibili a un che di affettuosa t corrente del fiume, spacca nostalgia del tempo. C'è dacercare l'Europa anchenellaletteratura I più ;:IuminaLi fautori di una Europa unita, rivendicano oggi al popolo europeo e non alle assemblee nazionali, o alle assemblee nazionali, o alle superstrutture internazionali, il diritto di darsi una co– stituzione unitaria: è una questione assai più vecchia di quanto non credano quel;! che ne hanno sentito parlare per la pri• ma volta in questo ultimo decennio, e s~ sono abituati a pensare runità europea come una reale possibilità di rinnova– mento politico, come la salvezza dei va– lori più profondi e universaU della cul– tura occidentale, oggi oppressi e mortl!l– cati dagli .interessi particolari delle poli– tiche na'zionaÌi. La letteratura, benchè non presenti ne– cessariamente nella sua natw·a alcuna ne– cessità di esprimere direttamente i suoi caratteri che coincidano con altre esi– genze più vaste, attende ancora un esa– me dei suoi svilupp.i e dei suoi carat– teri odiern;, nei quali possa rivelarsi, al di sopra della mediocrità interpretativa corrente, l'allargarsi delle ,sue aspirazioni spirituali e delle sue entità espressive verso una patria spirituale più vasta, non delimitata dalle tradizioni locali o dalla rettoliica delle varie supremazie cultura1i. Uno spirito insomma che tende sempre di più a coincidere con quanto agita il penS.:ero e la vita di un numero sempre maggiore di uomini. Spetta naturalmente alla critica elabo– rare nuov,i strumenti d'indagine adatti ad un esame che rompa, anche in seno alla sua stessa gloriosa tradizione, gli sche· mi vitali tino ad ::eri; ma la critica, che pur può essere definita :1 vanto più con– creto della cultura moderna, e certamen– te non solo di quella letterarfa, oggi, ap– punto per la necessità di rinnovamento che Si riflette particolarmente dn essa, (ma invece di r:nnovamento faremmo meglio a dire di adeguamento) sembra attardarsi in un periodo di oscura dncubazione, du• rante il quale troppi elementi estranei cercano di jnfJuire sui risultati di questa gestazione, nell'illusione di poter dispo1Te di uno strumento di più per i propri inte• ressi particolari e, spesso, mostruosamente illiberali, comunque limitatori. L'infantil.smo elefantesco della organiv zaz:one che ha invaso ogni settore delle attività umane, anche attraverso'certa or– ganizzazione commerc'.ale e industriale. ha tristemente invaso ~a J:bera c;ttà delle !or– me artistiche e della indagine critica; ri– guardo la cultura in genere e la lettera– tura in particolare, l'e<Uoria internazio– nale è divenuta un prepotere, l'interna• zionale commerciale artistica è divenuta un prepotere, la stampa per!odlca ed : suoi grandi interessi commerc:ali sono di– venuti un prepotere, gli uf!ici statali pre– posti alle arti e la cultura sono ormai da per tutto un prepotere, e non si parli delle pol'.t.:che culturali dei vari part~ti che dominano la scena politica. Ne trag– ga le conseguenze complesse e non certo confortanti, chiunque vog!ia !are un esa· me di coscienza in meI"ito alla situazione della libertà spirituale degli individui e deJle comunità nel mondo moderno cosi come oggi si presenta; resta :1 fatto che, a questo punto, si può ben comprendere come, lo spirito europeo e universale che si vorrebbe ritrovare nella ~etteratura e nelle arti, là dove sono espresse libera– mente da spiriti crudamente indipendenti, rimane quasi sconosc:uto fino ad oggi, quasi inattivo, almeno dove potrebbe ave– re una sua funzione popolare e comunque di vasta portata. Noi siamo certi che l'Europa è anche nello sp:J'ito di certa evoluzione lette• rania che ha radici nell'ultimo Otl-OCento, ma che, proprio questo filone così impor– tante e jndicativo, è ancora tutto da inda• gare e, se ci lasciassimo tentare dal desi– derio di dare delle indicazioni, diremmo che esso non è là dove vanno i G!de o i Sartre o, perfino, i Tolstoi; ma è forse dove vanno i Joyce, i Mann, Camus o, perfino, Dostojevski. Ma, a questo punto, sia come non detto; resti tutto amdato a quella generazione che riprenderà con vJgore e consapevolezza le indagini, po– nendosi da un punto 'di vista che abbracci un panorama più vasto e unitario di quanto non si sia fatto nel passato. GUGLIELMO PETRONI Pag. 5 Fausto Plra.ndello: • U libro verde. (Galleria Blu_ Milano) ~~~o~ ecf.r!;:;ag\~~ cfe~~àna: ucT3eJ~m~:!f J!ic:i~~\ :~ tiva Firenze ha termine, n.e ti fantasmi dell'infanzia; Je resta dentro l'atmosfera, ti stagioni mutano volgendo al· * significato, l'insieme di Unee la fine (e Gioventù m'è sfug· e col<;>ri che non è . ~ncora g!ta • tra le mani • come fa– astrazione ma che PIU non rma al setaccio>) ed anche SENZA TRAMA * Racconto di GIANNINO ZA.NELLI puoi di<:hiarare figurativo: i sogni del passato appaiono, alla Rosai, appunto, con qual- nell'essenza, come di bianca che ve~atura eh.e ric_C!rd.ala farina: resta, dell'uomo, la mano d1 Betocch1 o, piu beve, crusca che mortifica e la spe- di Luzi. ranza d'eterno>. Ma Ti~ld~cci si considera, Tali versi (di e Dopo l'au- ~=fla ~jta: 1 ~~i:epìù ~ 1 ~T~s~5icit~nhf!O> nella l?im~. rr::) - Vedi. Gastone. siamo alla continuato a raccontare la tra- pi vano di lacrime e non avreb- donne in quel modo. si pote- versa che altri la vedano. Ap- t · ttività ri.c iam~no que; 1• piu O~. - conclusione. Anche in cero IJ!a, per verità non molto ori- be saputo dirne la :agio~e. vano assolver.e soprattutto per p~re, f: giudicata, come un_a d~ re~rto la pr~priar at O DI ne~h anni d~ composizut drammi O commedie, talvolta ginale. del romanzo che sto Forse nell'orct, nell'ana p10- la trasfigurazione art1st1ca che giovane donna bella, s.1mpat1- t!sfic;ihe0~~c~~~~\~~~5li pero~ ~e~ ~~zi~~~a~r ~u~:i~'1t!~: i;zi~rept qd;is~nnu~!~io:~ ~r~:;; !~~i~~~deovea~• 1 ;i~/:i /;aa ~~:= ~~:f1a c~~m~o°:l!ic. della sera ~he ~~:;a~ina~at:3c:h:Lagli e:;; ~~t~;:~e m~ s 5 t~u!~~he ~~= gres~1vo sviluppo del s~o to amaro, poche cose - riman- ch'e era importante e già av- bina dev'essere . in un'altra Le case dei due uo_mini era• riuscito d1 e~pr1mere, di far r@: da tempo. forse inconscia– pensiero. e. ?el]a 6Ue paesia. gono: la vetta d.'un cipres- venuto nell'antefatto. Su quel- stanza per fare I compiti dt no vicine, ma giunti che fu- capire! Ed anche .Carlo non mente. cercavo un tipo come Tale attiv1ta e venuta. cul- so>, ecc., ,. finalmente il cuo- lo vivono ricordando e medi· scuola. ai<Jtata dalla nonna. rono alla porta di Gastone, avrebbe subito eqmvocato 1m- lei, che capLSCe a volo, che minando (ma pur merit~no te - conoscerà la foglia del- tando i personaggi commemo- Ben presto, con la signora che questi chiese all'amico se· vo- magmando ch1 sa che nel di- apprezza l'arte ed anche 1 t Un cenno tra 1 le precedenti: Il L'olivo>. rati vi. e andata dalla figlia un mo- leva restare a cena con lui; scorso, che pur avrebbe volu- sentimento, pur essendo tut- Canzoniere, Zanichelli, 1931, Sensibile fedeltà quindi - Tu - chiede Carlo sor- mento, siamo rimasti in tre. gli avrebbe fatto piacere. Car- to fare. Perehè questo era ve- t'altro che sentimentale e ro- Castello con fant.as" !li, Guan- negli elementi ispi;ativi, e~ ridendo - ti senti .un perso- Ti ~ei sentito un po' es!raneo. lo ~Of!iandò d1 telE:fonare i~ ro: che ~nche a npensarlo in mantica. J?i s~ e scontent~. ma da, 1943; Il prigioniero della sì per la nostalgia del tempo naggi'o commemorativo? . Ch'io .facessi un. ~oco dt corte famiglia per 0".vert1re c~e s1 pa;a~e. li suo trasp(!rto per non osa nsch_1a ~e.sa c?,e 11 piu ~i:i\~'àit;;P1é~~Pe 1 J{\/s~r~~ (i&f~~zia,. sogn~} co~~ ger gl~ re;a cd:m;a~~\;h:it:, 11 fi sr;:i: :! 1 1!/~~~~~a 10°~:~~iaer:nci;,~tuij trig~~~:~: ~~?:~a e :i~~~t~~· di 2~~;~a \'~~~e~ur~lc;ta~od\n~~:':: ~e~~em~?!;~.c5.?~t;~~~aavi~n~:: opere quàli Poesia' delL'Uni- a ~ e it Sf:O 11 :ien 1 1 1 dc~n_ e nei giovani attori. anch.e se marito, che si . s.ente sicuro. compagnia. rors.e voleva sfo- r~to,. quando il fervore .della qualcosa di conoscmto si puo verso edita nel '54 e recen- \?re 3 1 p~r ecipazione 1 f ?? non recitano e credono dt es- Ma per me è fm1ta. Non oc- gars1: e tuttavia durante la giovinezza annebbia ogn1 v1- presentare con aspetto d1yer– t;ssilUa Com l'oliv~ nella re, a ramma, 0 a !1- giota sere sincer,. Ormai, comunque corre che trovi un pretesto per cena parhi.rono di comuni sione, confonde. promette; ma so, coo nuove speranze. G1un– c· llana' e I libri di Portici• e 6 \1 3 , sp~ranza del vivere. s!a andata, si~mo a quella c~e la.sciarmi. sol.o. con la signora. amici e di come e ?ove _ave- gli sembrava che qu~sta voi• ta~ a_ questo punto, ha paura. 0 , . . d' B _ E I um".ersale - tormen- 51 dice la fine dello svolgi- E proprio fm1ta. vano trascorso la v1llegg1atu- ta, accorgeados 1 un g 1oroo al- D1ra1 che non ascalta a suf– jer 1 editore Cappelh 1 0 toso e reh~ioso a U!} tempo mento. Cal:_i.la ~eia. si spen- - No~ si direbbe c~e ~ei r~. Soltanto .sorben~o ~l caf- l'improvviso della bellezza d1 ficienza. che s'impone di non 0 b:e ?Pere, 9u~S t e. ~ltl!f!e, ~s:~~~!~il ~~ 1 m1~ft~~~ ~1~~ go~o ,f~ ~~!'~~e~~··~cena. Ossia ~~~ 0 egt;;~)~m~~t~~re sai fm• ~~•11~;:~~~:ton~~f}:p;\o~~~c~~~ ~~\•s1~~~~7n~~I s;~~aen:1: ~~e e:i~ ;:~re s~!~:St!11z:O~ochill~~i:~; per v~n aspetti s1gmftcativ~. nelle immagini del poeta (si rimani come un vecchio bu- - Non fmgo e non nascondo la piccola commedia che s1 namente ripe1entes1 linguaggio Puo darsi; ma l'antefatto che La prima, perchè oltre a ri- vedano quelle, frequenti, ri- rattino che si sono dimenti- qualcosa, almeno a te. Ricor- chiude:va. con qualcosa che dell'amore, ci fosse qualcosa bo, vissuto vicino a lei era p_roporre all~ n~stra .atien- ferite alle piante, e all'olivo e-a.ti di collocare al suo posto do. ecco .tutto.. assom1ghava per lm a un con- di medito per Lui: un senso dt cosi_ prome-ttente, che ancor z.ione e ~m~1raz 1 0.ne , in una in particolare, al cipresso 1 al nella cesta per la recita del - E rmunct? . gedo, a un d1stacc.o. protezione no:1 derivante so.I- ~gg1 me ne rimane com~ un prosa e limpida, piana e pur tiglio al pioppo alla quer- giorno dopo. La signora forse - Per forza, mio caro. Non - Nulla muta m apparen- tanto dalla d1Herenza di eta: mcaato. Credo, non sorndere animosa>, la conoscenza, il eia 'all'abete) i'mmagini in ti ha dimenticato su questa dipende soltanto da me. Pare za - egh dissE:. Aggiunse sor- e m !et una _gentilezza, un pre- cini?lme.nte, che d~rerà oltre e linguaggio> degli esseri e cui' s'accomun'a l'umana alla comoda poltrona. che la decisione di Olivia m1 ridendo che s1 se~hva ab~a- zioso e grazioso intendere, co- l'epilogo .. Lo _sapJ?ta o non. delle cose che cl vivono at- vegetale esistenza (ecco un ri- - Credi - egli dice annuen- abbia escluso dal giuoco. Pa- stanza fortu~ato. d1 av~r vis- me se quell'1ncontro rispon- questo mt lascia di bene. torno indica anche J risul- torr.o alla paesi dell'uni- do - e una bella. onesta fa- zienza. Lei mi pia_ce sempre. suto quell~ep1sod10 e d1 poter desse ad una esigenza di tutti Carlo ast.olt~\·a ;1 discorso tati di un'amorevole indagi- e • 0 }· 1 n~d· bìros' la miglia. Hanno, salvo la bem- Che lo sappia è già qualcosa adesso ncordarlo, . Davvero e due E non importava. se dtl suo •..-ecth10 amico lo sor- ne nell'ordine e nelle pro- v rs > : ! ra . 1 • 1 e bina, il loro ~a. f~re. Ci vuole nel t.empo. Ieri, domani. Ma non era comun1cabJle .. nella ormai non poteva avere svi: prendeva. per questo; che eg_b porzioni deU'unive so che vi- syrrza msec~rita nchiam;~o una certa attiv1ta a mandare cambiamo discorso. Ecco la importanza. nel s1gn1ficato. lupp1, non importava che s1 e:a sent1me.::itale, ma conscio t • • rll 1·b d' a a mente . 1 tormei:ito e - avanti una casa. li m,\rito signora che ritorna a noi suoi Anche gh sembrava che non fosse già arrivati a una rele- d1 esserlo. così che sapeva v~ dend rf ~\ n~. . ~ r~at i l'uo~o, e l'ira; m~ li cuore guadagna, spe_nde, non troppo, ospiti. .Forse sarà ora che ce tutto pote~se. dire. a ~arlo. tiva separazione. Niente del spesso. frenarsi e giud_icars1. Wc~~oscfuto I Q~al~cc~ne s1gni~ ~:~l f~~~g~~n~~l~:;i'iv~~lae fliJ ~~ f!fns~~~e~/i'ta1~ 1 :uo~!~"l! neu~~t~\: 0 ·insieme dalla casa ~c°~e~e~::ti:i,:n~~~;~o~; 1 pnr:~ paJS: 1 fune;: s1l!~~f~lacvh~Carlo ;f~:s~:;~o aavt.aìa p~~~a ~:~ • ficahvo atto di fede. suo significato. cameriera dicono d1 faticare, di Olivia. Era una dolce sera prio perchè_ erlln°: stupida- ave\·a rispettato. improvvisa- s~one. Forse ella aveva pro- La. secon<;ta :-- una rac~ol: Questa è la speranza del benchè ci sia ogni giorno an- di prima estate, cosi lenta a mente senti menta h. Sentiva mente s'interrompevs. ftttato d1 un suo momento dt ta d1 poesie. in. t.re se~tOnt I poeta: magari e oltre i cam- che un uomo per i lavori pe- morire che la luce, il tempo che ~aura o Beatrice, anche a - Ecco - disse Gastone - debolezza: sole, o pressapoco, ove sono ordinati i versi dal pi> s'avvererà tale Ciducio- santi. In Questa famiglia per sembravano fermi Tardo, un spogliarle della loro veste dt s'intende che. anche la mia e era sempre stato. ;~.;J.• 5 :•n;h~h~n~ui~t~1t~ 0 ".;1 fint!p~etf.i~ti~: ,';';,;," come !'a""sch:~/iil° ;~~~t~ 1~e l'~t.; Jf' G!;\~~,;~•i~li •~~n i aii!~'a~ ~~:~~te loi::::'.°'~ ,:;:•:m~~fi ~;,,~',;'r.i~1 p~~;1~a~~à~•a~::!: ne- ~ap~;~ -;~on~~c:O~~t~~ que!li che apparvero col ti- andato scusandosi; ha detto Lo aveva preso una grande ideali lasciando tracce e sim- in alcuni particolari, come ca- Ciò che ha avuto in sorte. tolo I prati delt'Oltre - è ELIO F. ACCROCGA che aveva un impegno. Io ho tristezza, gli occhi gli si riem- boli dell'esistere delle due pita, Ohvia ve.do un poco di- 1;1ellasua 1.1.tterpretazione, non e abbastanza. E' aperta alla curiosità delle conoscenze GIUSEPPE REZZOLINI PRESENTA: GiosiLippolis umane. Sapevo, ed è stato, che io stesso. così poco bello e prestante e ormai tanto poco giovane. pote\·o essere credu– to se mi esprimevo sincera– mente e indurla a un certo in– teressamento. Dicono che non si può essere felici se non si raggiunge alcuna cosa che s1 desidera. Ma io ho avuta vi– cino per anni Olivia, e l'ho sognata. le parole possono es– sere ridicole, ad occhi aperti. Mi pareva che a me desse la mano in un modo particolare; ho sorp-reso un suo trasalimen– to che risponde\•a alla mia at– tesa. Talvolta, parlando, s1 confidava ron me, svelandosi e confermandosi quale io po– tevo aver creduto che fosse. Alcuni dei versi che presento m'arrivarono due anni fa da Philadetphia con l'accompagnamento di una lettera scritta con una di quelle grafie che sol– tanto le donne che non hanno studiato negli Stati Uniti possono inventare. In America le donne scri– vono tutte con buona calligrafia persino le loro lettere d'amore. I versi mi parvero buoni, ma non incoraggiai troppo la signorina che li aveva mandati. Oggi soprattutto bisogna scoraggiare glf artisti, perche l'arte che i> stata scoraggiata ed ha <::Dpravvissuto, ha più forza. Ma tornato in Italia la signorina mi ribrov6 me ne fece lçggere degli altri e mi hanno colpito. Giosi Lippotis e una ragazza curiosa incomin– ciando dal nome; basti dire che è figlia di un pa– store protestante. meridionale. greca di. razza, con– tadina di origine, povera di ceto, pattrosamen te incolta. emigrata negli Stati Uniti ed ora traffica in Italia per conto di ditte Americane. Da questo curioso impasto è uscita una poesia notevole per la ricerca di verità interna, per un forte contrasto fra carne e spirito, per potenza di passione. Que. sta ragazza ha scavato dentro di sé, e di là ha cavato tutto quello che sa. Non è stata sciupata da studi. E tuttavia non è mai rozza e volgare. Non sembra vedere iL mondo esterno. Non si sa quasi nemmeno in che luogo scriva e come sia fatto l'uomo o siano fatti gli uomini che ha amato. Ma come ha am.ato! Non ci sono che i suoi sensi, e i suoi problemi che prendono una forma univer– sale. Quando parla di. sé parla sempre dell'uomo. L'incoitura è fenomenale. Alcuni dei suoi e vuo• ti> son anche piiL gravi di un vuoto di cultura: dipendono da una certa cecità. Non cred? che per lei ci sia una differenza notevole fra il palazzo della Signoria a Firenze e il City Hall di Net? York; e forse non saprebbe distinguere fra un Tt– ziano e da un Giotto. Dalla q1tantità di. dischi che vidi in casct sua m'accorsi che s'immerge neU~ musi.ca ; ma come chi. non crede che le acque di Ciaicosclti e quelle di Bach. abbiano una tempera– tura differente. In mezzo a questi vuoti La signorina Li.ppoUs ha creato una poesia chiaramente religiosa. Scrive co– me scriverebbe una delle eroine di Graham Greene o di Françoi1; Mauriac, se i loro autori avessero pensato di farle scrivere poesie. Cioè con la stessa vertigine det peccato che esse hanno. Anche t'insi– stente e talvolta monotono ritorno dei temi della e memoria>, deUa e carne>, della e Libertà>, del e tempo• ,etc., che. vi si sentono scorrere conti– nuament~ appartengono alla stessa inquietudine religiosa. E' una poesia che vorrebbe avere t'evidenza del.– la prosa e raggiungere il ritmo del discorso natu– rale, ma che non si ferma mai in un particolare prosaico o in una sosta di freddezza. Le sue poesie di amore hanno, mi pare non. ci. sia dubbio, una grande intensità. Son veramente da donna, e tali da far destar l'invidia per chi è stato da lei amato. Ma, a scanso di equivoci, non si creda che que– sta presentazione sia frutto di un e amore senile•· Qualche tempo fa mi pare di averle scritto una frase che suonava all'incirca cosi: e dunque spero di far la ma conoscenza quando che sia. Ho sem– pre avuto curiosità per i niovani. Se non fossi troppo vecchio. mi piacerebbe commettere degli errori di nuovo con loro. Ma sono savio e sto O.l• tento a non diventar ridlColo >. Vorrei per altro aggiungere, che la conoscenza di questa scrittrice è stato uno di quei doni che la sorte manda per render l'esistenza più tollerabile. In quel s11,o piccolo ma profondo dominio che si è creato la Lippolis si esprime con sicurezza. Il suo linguaggio è un miracolo, se si considerano i pericoli che ha corso nella sua formazione; non è tarentino, non è italcafo1tico, e non è giornaU. stico. Quest'ultimo era forse H più. grosso pericolo perché qua1tdo manca la cultura dei classici le ragazze sogUono inghiotHre una gran quantità di riviste letterarie moderne, di rotocalchi e di tradu– zioni a braccia. E' una ting1La un po' astratta senza colori; ma l'ascoltazione del linguaggio interno funziona benissimo; in ascolto registra i turba– menti, le scosse, le vibrazioni ed i brividi con grande fedeltà. Miss Lippohs è giovane ma non so la sua età, e non glielo h.o chiesto pcrche in 1\merica anche da– vanti ai tribunali una ragazza può rispondere sol.– tanto: - ho passato i ventun anni -. Li ha certo passati.. Non è una minorenne in fatto di penslero, di audacia e di maturità. La sua preparazione spi.rituale deriva certamente dall'esame di coscienza det credente, non secondo una lista di peccati, ma secondo le affermazioni della coscienza che si sente impura, si condanna, si pente e si mette in regola con Dio di.retta– mente da sola. Insomma è una preparazione pro. testante, e, perciò, un caso raro in Italia. GIUSEPPE PREZZOLINI c.. esce dispe1·azione Cresce disperazione nella carne vogliosa. infedele allo spirito. Viluppo d'insaz1ate sazietà la sua essenza è rivolta di contrasti duraturi oltre gli attimi appagati. Rarefatta inquietudine serpeggia fra Instabili correnti. Usata sillaba è l'anima. Lettura troppo facile. La ignoriamo. E ci esplodono nei sensi brame nuove ogni giorno, a frammentare lo specchio fragile della coscienza. E quotidianamente immortaliamo il peccato. Suicida la memoria. Se1up1•e i11soluta Sempre insoluta è volontà. Non morde Che cibi occasionali, senza scegliere. Sazia, giace nei giorni come un vi.zio che si compie di sé, sterile droga. Ma t.timoli improvvisi la tr-afiggono di memorie e di presentimenti. Urla sulle opportunità oerdute. Ritta, si maledice. Poi, sfinita, cede ancora al mutismo e all'indolenza. Nemmeno più si accusa. Si dimentica. Soltanto un'ora basterebbe al giorno di dannazione e consapevolezz.a per segnarla di forza. Illuminata saprebbe credere e perseverare. Vivrebbe nell'azione. E nell'amore. Quotitliana p1•esenza Quotidiana presenza irrevocabile la Morte. Nostro solo vero corpo. Risonanza di secoli, inghiottita dai precari pulviscoli di polvere del nostro spazio umano." Le cediamo stanche ossa. bestemmiate rimanenze. La temiamo. E vogliamo sopravviverle. Ma la vita che amiamo è solo questa del nostro sangue: minacciosa sagoma incontinente e dissociata. Multipla assidua di se stessa. in sé compiuta. Senza domani, tutto 11suo potere oggi preme come urgere di coito. Ma quando si ripiega non ha un tocco che la carezzi e ancora la risusciti. L'Eternità comincia con la morte. GIOSI LIPPOLIS - Si, con gli occhi dell'in– namorato - Beh. s'intende. Mi fosse stata antipatica, non avrei neppure cercato di vederla. Ma non con gli occhi dell'illuso. - Vuo1 forse che ti ripete che e carina per molti? - No. mi basta guardarla o pensarla Anche per i giorni che verranno, se diraderò le visite e le occasioni di incon– trarla, credo che le mie sen– sazioni e i ricordi non si at– tenueranno. eome non mutano 1 sentimenti. A questi annet– tevo particolare importanza. Erano~ volevano essere l'ulti– ma prova. Senza più illusioni di rinnovamento anche per me, eppur c;1ra. L'ultima te– nerezza: una intimità poco più che amichevole. Cred1m1. ne valeva la pena; e non per quello che si vede, per la bel– lezza di Olivia, ma per la sua simpatia, per un abbandono che era limitato e che presto è finito, :n una. nell'ultima esperienza. Mi facevo credito di alcuni anni, prima della vecchiezza. Non ho detto av– ventura; nulla di sorprenden– te e di avventato era in essa. Come trovavo nuova Olivia, e non è che una donna, come

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