la Fiera Letteraria - XII - n. 43 - 27 ottobre 1957

Domenica 27 ottol,re ] ()~, ,;STARE SE~1PRE I I VETHI 1 A,, * Tutti sc1·ittori * "Spremere il massimo possibile vantng• gw da ogni occasione a portatci di mano,, * di ENRl{JO F.tl.L(lUI La circostanLa. non casuale. che lo stesso editore Garzanti. cui già dobbiamo i testi del Saper vedern e Saper ascoltare di Matteo Marangoni. nonchè del Saper leggere di Giuseppe Prezzolini, ci abbia offerto anche un aggiornato, meticoloso e caritatevole vademecum sul Come dil;en– tare scrittore •di successo, potrebbe lasciar supporre che a Milano. in via della Spi– ga, si preoccupano con fraterna e incal– zante ansietà di stroncare la mala pianta dell"anallabetismo. Con simili cesoie? Non si otterrà piuttosto di farla spuntare e infoltire burbanwsamente anche in zone per solito sistemate con vegetazione sem· plice e modesta? L'autore del nuovo Segretario lettera· rio, in persona dell'antico futurista Bru• no Corra (passato poi alla narrativa amena), ha un bel premettere che o: non si può dare ingegno a chi non ne ha» ed ha un bel,_concludere che « il successo ha una tecnica che in parte si può impa– rare e in parte scaturisce dalla natura dell'individuo». Nell'aggiungere che a si può aiutare chi ha ingegno, a dirozzarlo. a metterlo in valore n; e nel completare che. d'altronde. « non esiste una morale del successo >1; nel far tutto, il Corra non s'accorge e neppur so~tta che le sue sperimentate norme. se a qualche risul· tata perverranno. sarà a quello di diven· tare un incentivo e quasi un'istigazione a delinquere. in campo letterario, per gente, per tanta povera gente che. a lasciarla campare indisturbata nelle J:1r0prie con• dizioni normali. mai più si sarebbe fatto venir l'uzzolo di buttarsi allo sbaraglio nel ginepraio dell! _Ie;tere. In ossequio alle più rammodernate esi– genze del « reclamismo ». il manualetto del Corra rimarrà documento dì uno stato di cose piuttosto scoraggiante. Valga un esempio. A una giOvane aspi· rante scrittrice che, dopo aver ascoltato e raccolto tutta la serqua di « regole re· latiYe alla tecnica del successo nel campò letterario n. volesse sapere se è vero o no che basta « lavorare con serietà >1. fidar cioè nel merito e nella giustizia, « per conseguire il successo, senza con– sumarsi in una attesa stremante n; oppure volesse sapere se « la barriera che resiste alla pressione di anni di lavoro può es.– sere fatta crollare rapidamente con mezzi extra•:etterari >1: e se. insommb. sia con• sigliabile servirsi e anche di mezzi inti• mamente personali. pur di vincere e di vincere presto»: a questa aspirante scrittrice (cui del resto. perchè la sua 3spiraz.ione sia malapposta, non è fatto perfido obbligo d'esser giovane e bella) il nostro Bruno Corra consiglia, si. di « concentrare il massimo sforzo nel lavo– ro» per renderlo degno; ma non trascura di ricordare che al « lavoro·base di tavo– lino ». data la impartanza insoppI"lmibile assunta dalla pubblicità. va di necessità aggiunta « un'azione personale che ne aiuti l'affermazione». E. al riguardo. ogni occasione dev'essere buona. dal ban– chetto al funerale, dal processo al tele• quiz. « Stare sempre in vetrina. Tenete a mente questa espressione: stare in vetri· na. Fatene una direttiva della vostra azione. Applicatela assiduamente alla vostra vita•· 1a questa è una invadente norma che aspiranti e praticanti. uomini e donne. in quanto vittime del tremendo baco lette• rario. già sono usi a mettere in pratica dalla mattina alla sera. interminabil– mente. con un accanimento spaventoso di cui tutti siamo, e vorremmo non essere. testimoni esterrefatti. E sempre nuovi adepti sopraggiungono ad ingrossare mi· nacciosamente le fila della setta dei re vetrinisti». E se poi quell'aspirante se la sentisse di spingersi con audacia più avanti. sap• pia che nulla deve trattenerla dal poten– ziare il proprio lavoro « c<>nun'azione di vita Jibera da pregiudizi e da timori mo· ralistici. rivolta a spremere il massimo possibile ,·antaggio da ogni occasione a portata di mano ,>. Di mano, non di pen• na; perchè qu.i si tratta di colpi di mano. incertezze? Scrupoli? Tutte fisime. egre- gie colleghe. « Non è colpa vostra se la vita è cosi :.. Nè co1Te l'obbligo che a Iun– zionare sia solo la dinamjca derivante ogni sua forza « da una carica di magne– tismo sessuale»: anche « interessi. ambi– zioni mondane. spirito d'intrigo possono costituire il fondo di situazioni che una persona astuta ed energica riuscirà a pie· gare in modo da farle servire alla sua valorizzaz.ione •· E, mu.ta.tis mutandis, quel che dovrebbe valere per una donna do– vrebbe trovare il suo equivalente anche nell'uomo. Resta il fatto che un tale • fondo » non ha nulla da spartire con quello del ca– lamaio dove uno scrittore genuino intinge la propria penna senz.a infangarla. Viene, dunque. il sospetto che Bruno Corra - a parte la bontà delle nonne sperimentate nella propria e controllate }lell'altrui carriera - abbia voluto prendersi ama• ramente giuoco della presente inflazione letteraria. quasi sollecitandone il dilii– gare. Qua e là. nelle sue pagine serpeggia una risatella sardonica, che nei punti più scoperti si contorce in fiero ghigno. Ma i consigli di cui sovrabbonda. il Corra li ricava dall'osservazione del mondo circo. stante più che dal suo intimo. Ai suoi tempi, in gioventù. mai più gli sarebbe saltato in mente di rivolgere certe do• mande. Ogni affidamento era da riporre nella propria vocazione e i soli consigli opportuni erano quelli sul miglior modo per correggere e perfeziona re l'innata qualità di narratore e per farne accettare la testimonianza scritta da riviste e da case editrici. Ma oggi ... Reputandosi ab– bastanza capace in qualunque genere let. terario. oggi la gran massa degli aspiranti scrittori mira a « realizzare il massimo \l'antaggio al più presto possibile:.. Ed è a costoro che il Corra indirizza i suoi dettami. seguendo una strada che. men• tre sembra condurli al successo, nel passi più delicati li espone al fiasco ed al ridi– colo. Molte norme è più facile enunziarle che realizzarle; di continuo s'aceartoccia– no su se stesse e si tramutano in imbuti. dentro i quali il Corra si trova a dover rovesciare la sua ironia. o: Buttatevi,_ nel giornalismo d'effetto e nei soggetti per film ... ». Eliminate e tutto c.lò che sa di pensiero•· Neppure il romanzo a fumetti può essere disprezzato impunemente. • Se un editore vi offre ... • Non rifiutate mai nuUa. S'approssima iJ giorno in cui disporremo di Classici ri· dotti in fumetti. Conviene prepararsi. Tutto fa brodo. Tranne j versi. Se volete farvi leggere, scrivete in prosa. « Se vi proponete di diffondere il vostro nome, di conquistare un pubblico, di ricevere com– pensi in denaro per il vostro lavoro let• terarìo, non scrivete poesie ... Per carità. lasciate da parte questa roba~. • In Ital:a c'è un solo ristretto settore nel quale uno scrittore di versi possa coltivare un suo orticello con profitto•: quello delle can– zonette. Dh·ertente. 1\.1.a che giuoco g10:hiamo? Di quanto pessimismo dev'essere sovrac– carico un esperto autore che. voltmdnl3 far da consigliere letterario. sobilla gli inesperti a svincolarsi da ogni intralcio che potesse derivar loro dal1'essere e troppo onesti e riguardosi • e li incita a non rinunziare ad una eventuale « dose d'intrigo o di prepotenza n di cui. per for– tuna, si sentissero p·rovvisti. Se ìl problema è quello d'arrivare in alto: una volta giunti. « chi verrà a fare un'inchiesta sulla vostra condotta? n. Un meschino. un invidioso. Al diavolo. • Il successo è una vittoria e si sa che la storia la scrivono i vincitori... >>· A patto che non .siano vittorie di Pirro. Ma di quale diversa migliOre specie potrà mai risul– tare una vittoria carpita a tale prezzo? E siamo noi certi che a tutte le vittorie si perviene attraverso il successo? Il suc– cesso è un appannaggio dei vivi. La vit– toria. quasi sempre un privilegio dei morti: dei morti più vivi dei vivi. ENRICO FALQUI T"A' F TE R "A' T'F. T T E R 'A'R T ~ Cario Carrà: .composizione• Poesia della r·agione * La poesia assorbirà la realtà dell'invenzione tecnica, come ha, attra• verso millenni. assorbito la realtà della invenzione dei sentimenti * di ll:LIO FILIPPO ACCROCCA.. Siamo entrati nel periodo luna nuova. io non t'ho vista prie speculazioni non dimen· delle grandi imprese. Non ancora. Ah! ora che t'ho tich.i il più disorientante e alludo soltanto alla realiz- vista. bacio H piede a Gesù comune dei congegni umani zazione dei nuovi - e più Cristo. • •• f~~;\~~~~~:i - n:ff.~l//!i 0 ;;;:~ . P~ù ~ece~ti. 8 i1v~c~. i v~~= Allora sì. che la .lettera tu· dei ~ieli. poetic~: si vedano i ~~ ~eer Le::~~ia~ :C~ea esb;~i- !fd!~!rf~1~a~civ~:~an~i 1°e~= versi d1 Quas1m?d? e Alla co della Luna. usato da Ke- teratu.ra (e poesia) della ra– nuova luna>, scntt1 la no~· plero ~el suo tratt~to postu- gione cioè una letteratura !~1t~;110 9_ot:rn~~ :_ clr p~i= So~nn1!m~s;~noz1a Aslt1:~~~: che si va profilan<;10. ma noh mo docm;nen~o ~etico e!e- mia Lunari (1634). Anch'essi fi~ ~~=~ 0 <;.:ga~~ndiè s~~\i~~f~ :i~ ~~f~~i~~~a ti~ sr:~~m~[ ~o~~n<:_ aa r::d:ia s~;;~~~ p~r ~ic.hele Rago) i1. più cielo ~ la teTTO - l;>Oine! dai nella sepolta - esisten· ~r:;~~dd~itore~ei~~e, d1 CO- suo gtorno esatto mise on• za anteriore. ed era il cono . · elle i lu~inari .sul ciel? 7 _ deU' eclissi che l'algida Att:!1d1amolo questo esa:· e a.! settimo giorno s1 n- schiudeva _ nera via degli me. Se venuto. mat~rando tl poso ... ,. spirit.i.... (e Può la 'poesia an· tempo d_ell~ nfle~1one. ,I\la Occorsero poi miliardi di cora esercitare la sua presa non commcrnmo a mtorb1da– anni perchè l'uomo e fatto a di possesso del mondo?>). re le acque. . . . . sua immagine e ~o~iglian· Sputnik è azionato dallo C~e cosa s1gm{.1ca: _Ora 1.t ~, ri~cf:s:zo a m,~~t~~~~sa[i1 amore dei poeti. ~~~~~' :oaf.fi :r: ~tt~t ~~~fi!~ verbo ha le seguenti va- • • • mo? - it realismo come fat• rianti: lanciare, aggiunge- La poesia è. ormai. in di- to di cultul"(l? re) e dentro il cielo sereno retta collusione con la realtà. Cominciamo a spiegarci - d'una notte d'ottobre» L'urto. o il contrasto, non è sul e reaHsmo come fatto di altri luminari e uguali a necessario che provochi. tra moda». da cui consegue il quelli che giravano - daL· i due elementi. un soccom- secondo. la creazione del mondo:.. bente. , Certe mode hanno altee- Undici versi. La poesia ha La poesia assorbirà la èhito in ben determinate e un tono di preghiera. di ora· realtà .dell'invenzio1_1_e tecni- indicabilissime sfere, sia let– zione: nè manca. al centro, ca. cosi .come. ha gia. ~ttra· tera rie, sia artistiche. il riferimento alla intelli- \IHSO, millenn. 1, ass~rbito 1~ Ma dove il e realismo, genza dell'µomo. _ real~a de~la invenzione dei non è sorto come una motla, sentimenti. . . ed anzi non vi è neppure _Poesia e t~cnica. dunqu~. s!o~~. f~ 1 ~~ ~~!n~~T.p;a_;;:,: !~;togi~er~,\~~~!l ~~ea~i~~~ Vien fatto di pensare a S1· hh p1u o meno art1f1c1ah. era connaturato con la stes· nisgalli. stasera. alla sua che girano attorno ad altre sa realizzazione letteraria o Poesia e complessi che apri· persone le quali. a loro voi• artistica, questo era già di– va le minuscole pagine di ta. sono E:1ttratte nell'orbìta vent1:to fatto dj cult?ra: fat· Furor mathematicus, nella di altre. e attorno a queste to cioè essenziale d1 vita, e collana della Gi.randola, Ur- girano. e così via, lungo una n~n ha certamente attes<_> og– binati edit?re. Rom .. a ~94_4: i~inita_ s~rie di rotazioni e ~1 ~e:i ::i:~I:~:tis~f~r~~ o alle brevi annotazioni (il- rl\'oluz1om, eccetera .. .>. Perchè è già e realismo, en– lumi.na.zioni) di Horror va· Non è ,forse un poeta lo trato a far parte della co– cui: e Finzione>, Noi vedia- inventore (realizzatore) di scienza, del sentimento: del– mo sovente quello che qual· nuove lune. di nuovi soli. di la tradizione. cioè della ra· che volta. avevamo fi11to di. nuovi sentimenti? gione. 1/intelli~enza col ' ne1n1 * ,li GIORGIO CrlPRO,\l Eccoci dunque, puntuali come non siamo mai stati nel mantenere una pro– messa. al messaggio n. 2 lanciato dalla piccola luna uscita dai tascabili cantieri, ma inesauribili, di Vanni Scheiwiller: L'intelligenza col nemico di Giovanni Giudici, che con Il contromemoriale di Nelo Risi ha inaugurato, All'insegna del Pesce d'oro, il Lunario. E' un quadernino, anche questo di Giudici, venuto a noi come un altro segno del particolare favore che la fortuna. bontà sua, da qualche settimana p.ar voglia dimostrarci, mescolando alla tanta carta straccia che opprime :1 nostro tavolo delle così gentili piccole Uova di Pasqua; e tutte con una loro sorpresa o sorpresina dentro, spesso addirittura prezlosa (del valore d'un' e opera grande:.), sempre comunque di finissimo pregio, appunto come lo è ogni volta l'anima d'un uomo che in quelle piccole uova si nasconde (e viva di cuore e d'intelligenza•) e che a noi fa tanto piacere incontrare. Forse perché siamo sempre s-tati buoni con tutti, chissà. Forse perché non atr biamo mai detto male di nessuno (nem• meno sei mesi fa), può darsi. E' un fatto che non abb:amo mai parlato dei libri di cui non potevamo d:re almeno un granellino di bene (cioè dei libri che non ci avevano regalato almeno un gra• nellino di bene; degli altri che c'importa), e ora ecco che la fortuna, cui abbiamo sempre creduto ciecamente perché l'ab• biamo sempre vista così di rado e fug. gitiva sulJa sua ruota alata (come l'emble– ma delle FF.SS) , ci ha mostrato un po· chino del suo cuore, questa volta addi– rittura solleticando il nostro inguaribile campanilismo (leggi nostalgia di affetti e d'.avventure) di genovesi e fuori le mura•: giacchè ligure è anche Giudici, sebbene non nato a Livorno· ma a Le Gr.azie di Porto Venere (nel '24), e per di più d'una ligusticità che e salta agli occhi•< come se proprio fosse imposs:– bile sortir di Liguria e poi scrivere poesie differenti e divergenti da quel clima e da quella. particolare cultura; e cioè da quella particolare tradizione (condizione, sarebbe più giusto dire) che alla megI:.o, da parte nostra, cercammo di definire quando ci venne la matta idea di dar principio a queste nostre noterelle o notizie. Giudici ha un bel dirsi: « Come sei fatto estraneo a questa terra • ultima. di Liguria che sul mare • sorride già. det vento di Toscana •. Illuso, o nostalgico, che non è altro. No es verdad lo que dice! Mentisce per soverchio di carltà verso se stesso, come Agostino quando diceva di no per rendere più peren~ toria la sua vocazione al sì. Sentitelo: Sei fl nostro fondo mare, o mio. citld. la casa fn eui uiufamo quando crèpfta 1I tempon:lle a( ~ti dei tuguri, ai margini dC'I fo:s.d. trn le foghe •delle 1:litf, • la graffliiwe et ferisce negU occhi fbsi a( ueO"i: prima che un'altra rnf/ica altra nuvola sopraggiunga ..• . La &epp1o mimetica sul sasso, che scampava dalla /locino, è stretta nel re/e delle mag,l!e. e ancora un /iotlo d'inchfoslro lancia a sfida, un disperato insulto: e chi rimane chiede rifugio al mare. trema, aspetla. E' una ben disegnata allegoria dell'ani– ma, ma paragonatela, e.be so, alla e lepre • Impallinata da Carlo Betocchi ,.. mamma, la vigna muore, . ecco i ginepri, du.ri - e stillanti, ai giorni oscuri - della fug• giosca. lepre, • ai giorni che ne bagna - la guazza il pelo, e la paura - del cac• ciator, l'oscura.• voluttà delta campagnan); paragonatela a quella lezione e dizione cosi apertamente toscana, e diteci se non è una Ligur.ia quasi bu!erina quella che invece qui parla, ricordandone l'accento, i medesimi oggetti-simbolo (oggetti-segna• le), il medesimo e taglio•• perfino il me– desimo gusto, se vogliamo, musicale· sensuale di certe parole supercaricate di tensione espressiva, onomatopeiche, sa– remmo tentati di dire, di fatti altrimenti indicibili: come quel e crèpita •, ad esem· prio, .in fine di verso, .accentato per di più (quando lo era già per posizione) e perciò, con GOttile voluttà, accentuato. O come certe altre parole tecniche O'• orologio marcatempo», la «draga», ~cetera) re· peribili altrove. n ligure Giudici, mosso a una poesia d'alte sign~ficazioni metafisiche e morali, e d'altronde in 1>ossesso di strumenti che gli permettono la lettura duetta delle "fonti• verso le quali fu spinto da a!· Hn~tà di cultura è di forma menti.1 (fonti in gran parte reperibili, si sa, in un territorio anglosassone: la Bibbia mu daily reading; i Metafisici, Eliot etc.); è na• turale che Giudlci dovesse incontrarsi, meglio che con i poeti della Riviera., an· cora cosi fertili di differenti sviluppi, col 6\lCCessivo Eugenio Montale. Incontro o scontro risch:oso, d1 cui consapevolmeo• te egli paga lo scotto, essendo Montale un punto d'arrivo oltre il quale è diffi· cilissimo procedere sulla stessa strada senza sottostare in qualche modo all'im· perioso fasc~no del suo imparagonabile linguaggio: delle sue io.rm ;tabili e vie corte:., che nel e crogiuolo • d·un•anima intemerota e imperterrita hanno saputo far precipitare chimicamente, e restituire in ultima sintesi, tutto quanto può agitarsi di solitudine, di angosc:a, di fede dis– seccata e di disseccato amore in uno spirito contemporaneo. Ma se Giudici accetta l'esemp:o, e sa• cr;f\ca per questo una già com_p.uta ma minore figura d1 se stesso (in FIOTÌ d',m• provvl!o, la prima raccoltina del ·53, leggi: e Lasciati aceompagnare nel sU:en.zio - ora. che l'aria. si fa d'un. colore d'argento - e l'ambra è dolce ~ tranquilla. - nelle ttu!' iridi brune come l'ala dei pa.sserL_ · La.sciati accompagnare e cammina. • col passo lieve che nsparm.ia parale: - come la polvere del. nostro cuore • il cielo ai fa grigio, incoronato di spine, • ma intatta rimane la bianca fTonte ... •), gi.à in Sta– zione di Pisa (che non per nulla contiene traduzioni da John Donne) è scritto: E' ombro il tuo cOlor--. ombra ta tuo voce, e il colhrio olla nebbia det,U occhi come una lente in.Stabile: { ginoccht Jratturat{, di ladro crocifuso: Uomo, tu che rupfrf. eppure SCtUO dall'anima perduta., n0n ti porta. obolo per raacua al Regn0. Il fango delta memoria una paglnu.zo . d'oro" Basta al perdono (dicano) n TU.toro di un'acqua sorn.dente, ad altra sete, Che non ci pare affatto una vari.azione ma una instaurazione, !rutto senza dub– bio di quella medesima severità morale, e finezza intellettiva, che pone questo gio– vane fra i più consapevoli e i meno ri· nunciatari per spavalderia, i quali nello accettare una scuola (potremmo anche fare. con cautela, il nome di certo ultimo Rebora), e nel cercare di superarla dal di dentro, non solo trovano la loro attuale dignità e probabilità di altro slancio fu. turo, ma meglio dimostrano l'infondatez– za dell'accusa - se mossa ai giovani in genere e non conservata a casi particolari che sono sempre esistiti - di impaziente improvvisazione. Come. per tornare a questa lnteU ,igen.za col nemico, a noi che cerchiamo nei libri di versi prima di tuttq la presenza d'un'anima che vuol uscire dalla propria indeterminatezza. per fan1 persona, può testimoDiare, tra le altre cose, Cittd della. pianura (pag. 35), che lo spazio c'impedisce di citare intera: Qui son glunto da un luo"° <kU'u11fo: perchè fatta d'enlfo tn ogni luogo è ra vita dell'uomo e la wa atte.sa. . Ra,edo la cittd della ptanuro: a mezzanotte: i gialli lumi della stazione ardoM immobili 1n una nebbia densa di metalll. Mi scoprfrd tullo nuovo uw mattfno intatto di abitudini e una strada diversa, e non pià solo il mio cammino sulle orme di sempre. fra i compagni di .sempre. Aspetto te, serena voce di chi m'1ncontrerd 10 prima VOita. uoce di chi non mi COT10sce• ~ rauobarmf troterno, amlco. frogile arbu.sto di salouza lungo il margine costaate di un abisso: un giOMio. un solo gior,,o di t,eoua al mio respiro. e quanti chiari sguardf sollevano le palpebre d'un mondo che qui vive. e ricomponoono in chiari uoUi f uc>ltt notf e logon! Eccola, ci sembra, la Liguria vera - la tena vera - di Giudici, interamente purificata nella sua voce, e senza perder l'altezza. Una pacatezza e parcità di eloquio che (frutto d'uno studio e d'una coscienza. oggi r,ari) segnano senza dubbio un'altra conquista sicura, destinata a fe– condi sviluppi, nell'agitato campo, irto di caprricci quasi puramente lessicali, e cosl E:lbbondante di sciacquature. dell'ultima nostra poesia. GIORGIO CAPRO~"l ,__________________________ ---~ vedere; e Ritornello•, Luno, Purchè al centro delle pro· ELIO F. ACCROCCA NUMEROSI GLI STUDI DEDICATI AL POETA * .CAHDlJCCI * NEL CINQUANTENARIO DELLA MORTE GIOJ! ANE di GIA{JI.N'I'O S P A G N ~ L E 'I' T I Il cinquantenario de 11 a no apparso nel primo nume- l'Epistolario, con l'illusione mento in cui un Carducci ri. lista romantico e su L'esteti• ta: in pachi altri si assiste a dell'Epistolario). Da questa done lo spmto a suo modo) tà possente, quest'altra illu– morte del Carducci. ancora ro della rivista Palatina, a di reperire qualcosa di inedi- proposto nella sua autentica ca del Foscolo. pubblicati in una lenta evoluzione. quasi ricerca stilistica non sono dt molti effetti e part1colan minante osservazione: « La in corso di celebrazione, ri· Parma). A proposito di « ap-- to. A meno che questa novità statura letteraria verrà incon· riviste: ed è in corso di stam· filologicamente dosata. verso esclusi, nel successivo capi· linguistici. cura dello stile è dunqu.e ve· sulta, come si prevedeva, ab· punta.menti». non è escluso non stia unicamente nella tro agli allievi del liceo. sen· pa un nuovo volume, Sette· ri_sult~t! _pe~ua~ivi ». Il fine tolo deJ saggio. gli episodi - Le conclusioni di Ulivi 2 ramente il fulcro di questa bastanza ricco di studi dedi• che. in quest'ultimo scorcio forza e nella sagacia deU'im• za trovarli già apparecchiati cento neOclassico, di cui qual· d1 Ulivi e qumd1 d! percorre· come quello dominato dalla proposito di questo ricco mo• poetica. E anche qui, si av• csapt1_ci u•ol copoenttr•,.-buAtopadre~l Rilu ~ odff'a•nrtno, .._·g•·,1atcr~hè~ goem v.e~ra;ao. ro;rg~~l.e ~!~i!~ae d<,.i<1n~~:Qalua1'.o',',·i~e/ee~aunre;:[.en~: col.osa èstu,tdaltOO cpau,dreuc·c~,.t,n· coiP_ aotroa. r~ q~est._a gan_un.a in t~tte .le polemica ~egli Am\ci Peda_n!i mento della sensibilità giO' verta <.egià ne abbia.mo de~- d!reZIODI a cui st vo~se ~ g1~: - che stringono più da v1c1- vanUe carducciana valgono. t<?): stile come probi~ aru· tc;~;~~~/~~gn:e~j~f•a~~i ~~ jl i~; ~~lJfo~ ~~~~a~: ~~~~ l~ll~a:~~~~~-so~rJi\,!~~ ;~~ii~~- ~rft~~~ :;l~t~~~t.'o~ ~~~~·cr~icii~blf~:~a~;o, ~ ~re~i~Ul ii~~j~!;i,d~!~. no la concezione estetica del si capisce, per la poetica più g1a~esca. C?me onesta pro- di fervida e acuta attenzione sdetto dal ritmo di case edi- a noi. suoi posteri inquieti. resto. non è enorme. E servi· il pregio di impostare - di· leggianti, accademici e tette· giovane Ca rd ucci. Gua rd ata che per la paesia. E citiamo ~~ss~~nt~i 1 1 ~~~~ti ~;o';~: alla personalità carducciana, trici e riviste letterarie. sem· va fatto dunque tenendo con• rà a toglierci quell'impaccio. ciamolo subito - in maniera rari; che s'apron, per così di- finora sul piano st onco,d tutta questo passo. « Poetica tut· dl come strumentazione dot.– il lettore provveduto avrà pre piuttosto lento. to soprattutto di ciò che in di cui parlava recentemente chiara e persuasiva il ritrat· re a ventaglio, sul panorama questa esperienza pren e un taltro che !acile, insomma. ta capace di assumere tutti i certamente fatto t~SC>r?dì pa- Tuttavia. il fatt_o sosta~~ia• noi _è, mutato ri51?Ctto .alla Pampaloni. nei .confronti del to del giovane poeta e lette-- della cultu:a. toscana e no.n altro sapore, un acerbo sa~ costretta tra estge1:ze oppost~. valori segreti del dire, che recchi .s~gi e a_rt1coh_appar- If: che .in tema d~ umanita e tradlZlonale cons1deraz10!1e poeta de!le. Odi B~rbare •. al rato. nel quadro della Tosca- t<_>scanaass1m1lata dal. classi- re hrico. si potrebbe aggiu~ nessuna .delle quali_ poteva n· ne.ll 'auto·rifrangel'si dei va– si in riviste e g1omali. senza d1 P?es_1acarducc1a~a ben po-- d~l poeta: dove hanno. finito quale no~ s1 sa mai se toghe- na granducale ~11:1 met~ del cista neofita e battaghero. fi· g.er ~. sotto~sta _alla lent~ st1- ce,·ere _pieno e~ud1mento c~e lori stilistici implica anche dire .del_le conferenze e prolt1:· co s,. r1.esca ad aggiungere al d1 prend~r po_sto. be~mteso: re o aggrnn_gere qualco~. secolo scor~. Uhv1 non s1 na· no a qu.ell'età che l'autore hsh~~- Cosi, ~Il esame d1 Ju- a scapito del sistema. Poesia la contemplazione ura. 0 di– sion1 d1 carattere accadem1- molt1ss1mo (e. Ja}volta al su· acc~~t~ ai noti attegg1a!11~'?t.1 Un contributo notevo.e_ a scende le d1ftìC9ltà sul 11: pr~• stesso ch1a.m.a_ou?ace e fr(!,le, ventila vane sorprese, e culta. ma di una cultura che sinteressata, de 1P o; overo co. E se qualche volta. C?me perfluo) che Ji!Ia e stato detto. pos1t1v1: che l~ sen_s1bll1t~ q_uesta nuova _fase esp~orativa blema )) del primo Carducci; df:lla sua m1Z1az1one poe_tica. qualche trasalimento non et- attinge in modo semiparados- manuale» (e non ,,Pstile 1, è stato notato, il. Cardu~c1 b.a 5E:rve da freno moderatore al• carducc1ana :ihment? CO~ e~ a~pare oggi lo s~ud10 sulla « ~corre cons1d~rare. ~ egh ~1à Sapeç-nc ayeva pre_c1sato ftmer, il nostro critico è sale a un continuo ricorso idealisticamente e moderna• {f~loo l~i sr:t~r:/et~ti~~\ ';ai:: ~~:~~~i7à ac:!;~8j\1u~11a °cfe) ~ree~fc~c~e ,!~ltear~~fgJt:e~i~ a~oc~'i.e~f i::;~~~~a ~flvfafi ~~~e i~ J:3n~: ~~:I ~~~~ ~1a;:~~Tivi:11~::n~~~ii~aii:i pronte a suscita:e, isoland~ alla ~ntaneità bar~ar~ e. al· me~te tras!ato) ». . tigiane. il tono generale di poeta maremmano. alla qua· tro gusto, collaterale, ma al· primo Carducct, Le Monnier, gior fatica per arrivare ari· e provinciali, nelle acute pa• sul. tess~to _retonco e .lette. la schiett~zza: voce i st mtiva, 0 ~ poss!a:no ayer_ ad~1tato molte pubblicazioni può dir• le tanto si legarono i contem· trettanto individuabile nel• Firenze. 1957. settimo_ volu· sultati illuminanti)). E prose· gine della sua Storia di. Car- rana d~l e. rime. le _varie a~ ma SC>lo in quanto comunal- che 1 ?l}Obv1 ~r11~c1pah. del si soddisfacente. (Senza dub'- poranei. non si possono più l'aura carducciana. Basti pe.n· metto della collana di Saggi gue. osservando: « Vi è poi ducci (vedi Società, I. 1949). centuaziom cromatiche. e il mente popol~na, e .. q~ando ~el sagç10: a ~u1 r1m~nd1af!lo bio soddisfacenti sono i sag· attendere che scarsissime zo. sare, come esempio caratteri· di Letteratura Italiana diret- da considerare il fatto che, Ulivi va più avanti. mettendo ~orte_senso del p~esagg,o. c~e l'uomo guardi megho lil se l attenzione ~i quanti ~bbta· gi recentissimi C'he ho letto .. ne d'ombra st!molant!, Ci trO' stico. al rhovez. Il dist~~co t~ d~ l!mberto Bosco. Di lni• malgrad? l_'inneg~bilf:: di_ve_r· ~ fuo:c~ co~ .al.cune succose 1~ pnmo Carducci. ebbe v1v1s- st;e~~- costretta a. rifar~ .ad· no/ CU?~e 1 nuovi _sv1lu~i di Mario Marcazzan in f!U. via mo dinanzi a un nimbo co· maturatosi nel I a critica v, si ncorderanno sopra.ttut: genza d1 risultati un1tar1. 1n 10dagm1 st1l1st1che l'autore simo. Cadono QUI opportune d1nttura al cammino origma. della cntica card~cc1ana. tn manitaa. marzo 1957: G. C. fra lorato di storia. di biografia. odierna. comunque. balza e,•i• to (dopo la bella Gallena dt pochi come Carducci sarebbe dei primi scritti e discorsi. le os.servazioni. che mi paio· rio della civiltà ... >). E a pro- q~esto a~n<;i che ~1 allontana Ottocento e No?Jecento. e de; di critica e di erudizione spie• d.ente con_ le sue ~agion,i in·,scrittori d'arte. che .fu nel suo difficile tractjare llna divisio• che si fa conoscere nell~ pro· no ori~inali. sul trapianto che posito dello stile. che erari· di ben dieci lustri dalla mar· finissimo Francesco Squ;tr- ciola: e a nulla va.le cercar s1eme stor1ch_e e ps1colo.g1che; genC;r_e~n•o~ra d1 .assoluta ne tra opera 1m!11atura e o~ se _d'apertura dell'Ed1zi~ne operò 11paeta, dal Fosco!o e cercato proprio in quel ver· te,del Poeta. eia: Appuntamento carduccta• conforto dentro le pieghe del· e forse non e lontano il mo· nov1ta) 1 saggi sul Ntevo rea· ra rappresentatn·a e comp1u· Na2.1onale (e delle pagine dal Tommaseo (pu.r var1an· so d'amor di ~degno e di pie- GIACINTO SPAGNOLETTI

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