la Fiera Letteraria - XII - n. 33-34 - 11 agosto 1957

Pag. 6 I.:J\' FTER'~ tETTERART'A' * i\ 1 EL 1110i\1DO * LE CA VE DI AJAN T A Un turismo agile, in India. non è pos– sibile che con l'ncreo. Veloci serv;zi ti portano da Bombay o Madras. o Dehli. a Calcutta. Piccol! apparecchi a otto posti !anno la corsa giornaticro, con un preoc– «:upantc sali e scendi che spesso avviene in aperta campagna. da Dehli ad Agra. Gwallor, Bhopal e Indore per giungere ~d Aurangeh3d, centro turistico di pri– maria importo.nza, dotato di un confor– tevole albergo dove Il viaggiatore previ– dente trova g:à organizzate le gite ad Ellcre cd Ajania. L'albergo, distante dalla città qualche <'hilomctro, ha uno di quei vasti parch!. ~i!-lcmati all'Inglese, dove a momenti voi·• resti adagiarti con voluttà sui verdi e '-<lcnzlosi prati ben tenuti da una mano d'opera numero!-a pl.'rchf: pagata poco. Ma il timore della opporizlono di qualche co– bra tratt:~ne da s!Jnci Imprudenti. Nella sJla da pranzo si mangio In compagnia rlcgll uccelli. Entrano dolle finestre aper– tr e si posano, come oddomesticati, vicino .;11clienti ed al camerieri, cinguettando. saltellando e oprcndo le piume dot vivaci <.'olorl. 1 camerieri sono, al solito, vestiti di b!nnco col turbante che reca un orna– mento rosso e la cintura pure rossa. Gli addeltl alle recet.lone ed ogll altri inca– r1<.'hidi ordine nmmlnlstratl\'o sono abbi• gliatl come i bianchi. 1 clienti sono euro– pei per ltl maggior pnrle: e con me sono orrivate anche due vecchie Inglesi, asciut– ll\ lente, ma disinvolte [Id abituate ol viag– gio, una di circo setlanta, l'altra di ottan– t'onnl, somlglltmll olla Interprete di « Si• Anoni Omicidi», che sembrano intenzio• nate a portare a termine Il loro giro del mondo. I ~trvizi d~ll'albergo sono ben tenuti. le- sale da bagno efficienti. e fin troppo ~pazlosc. come le camere da letto. Se s1 ha l.n bagaglio ben fornito e non s; han– no particolari esigenze in hot<'l come que– i-to e in città come Autxi.ngabad. dove ~i può recarsi almeno unu \'olla in p:lta - polchè gli alberghi &!l'europea. nelle cit– t;"i Indiane. sono sempre costruiti in netta divisione dagli abitati, onde evitare la spcrclr;ln della str8da e In Intrusione del- 1<'vacche a cui nessuno oppone resistenza cl si trova completamente a proprio 6610, Guai però ad 0\"Cr bisogno di un par– ticolare oggetto d'uso personale. o magari, come ml capitato. di un medico. Allora Aurengabad, che pure conta settantam!la obilanll, non può servirti, almeno che nbn sia il giorno della settimana Jn cui arnrn Modi. un uftlciale sanitario del Civil Surgcon di Hydcrablld, che dista quatt:·o– CC'nlo chilometri. E' un medico aggiorna– \:~lmo, che ha ·studiato o New York e che capisce a prima vista se un :i'cnt~ come mc - stanco dai troppi otterraggi jn un sol giorno - ha o no Il mal di cuorP: E che è dotato, evidentemente. a:-.che d1 fine humour, oltre che di pa1.ien1..J, S..! mi dà come cura. per quindici rupie rii ono• ;f:1i:: ~~n;f~1\~~~ ~~~;i~;n~~no ~it:ci~ ~t somo per un viaggio in aereo. 1 taxi di Aurangabad. come quelii di Benered. di .'\gra, o di Dehll, ,;ono enormi macchinonI urigi. o neri. o gialli. Un e1e• n:ento li accomuna: la po!,·ere rossastra sparsa nei sedili, nei cuscini. depositata fiUI portabagagli, sulle maniglie. sul cru~ scotto. Nella quota che hai paizato a Dehh per une visita e.d Ajanla ed Ellor.a è c?m· ~rf; 0 t~?i~ 1 ~ ~,a~~~~~·a~~~~! 10 ~ 1 e\~c=~::~ te- attraverso una cJmpagna In grao parte coltivata. e li porta, nel primo giorno del– la sua permanenza. ad Ellora. ess_endo_il tragitto più breve, e tale da riempire (',-aurientemente il primo pomeriggio della escursione. Il terreno è quasi sempre piano. ma o~i tanto vi sorge qualche amba. come quelle dove è stata ricavata una impren• d:blle rocce. con la solito tecnica. più spes– so impiegata nella architettura reliJ?iosa. del profittare de1le caratteristiche del ter• rcno. scavando e adattando: ed ecco che d1e,ro grandi mura2llonl merlati. in una montagna che ha una strada c~rcolare. a 1re gironi. scorgiamo la mole 1moress10- nante della fortezza di Daulatabed A Ellora. come e Elephanta - una i~<J:· letta nel pressi di Bomba:v - come a Karl~, a Kanherl e a Bhaja. come a Mahabah– puram e come alla vicina Ajante. si con– Buddha. scelta a simbolo dello Stato inda- servono olcunl trn I più caratteristici esempi di architettura religiosa indiana. Sono opere_ d'arte costruite non da sin– goli artisti ma da generazioni e genera– zioni di costruttori. di architetti, di mo– naci che dedicavano lo loro vita ad ono• rare l'oggetto della loro fede nella pietra. Studiate da archeologi, descritte dagli scrittori In spcsrn Cnntas!osl racconti di viaggio, molte di queste opere, di grande ,·alore estetico, devono oncorn essere av– vicinate dal critico d'arte. Dalle colonne di A,;oka. tra cui quella ben nota d1 Sarnòth. con la ruota di no, ,;tupendamente inta'(liata. levigata e refinita; dagli stupa funerari dediceti a Buddha. reccogllenll le sue reliquie. e di– \"cnuti simboli per lu meditazione e il raccoglimento. meta di pellegrinaui c,:> di devoz.ione; si pos!'il qUl a unn fase più progredito della scultura e architettura me~se ol scrvizJo degli ideali religiosi Le comunltà monastiche, sorte per la dir– fusione de! buddismo. ~I erano raccolte. qualche se<:olo dopo la morte di Buddhn. in rl(ug1 natuMll, grotte e caverne, e vi avevano costruito templi scavondo le roc• ,li U1-IIUO ce. Erano nati co i. col lavoro di genera– razioni e nel giro di secoli, templi e san• tuarl meravigliosi. la cui tecnico creativa, per i risultali ottenuti e le immani dif!i– coltà Incontrate. rimane tuttora in gran parte. per noi moderni un mistero. A Ellora le cave sono trentaquattro. scavate su una solo collina. I templ: e le cappelle, ispirate dal buddismo. portano però In prevalenza. a differenza dei tem• pii di Ajanta. l'Impronta degli indù e del jains. I p!la~tri dei templi sono arricchiti da ornomcntl e da simboli. Gli Ingressi sono protell! da elefanti e do tigri di pletni. Le fncc!ote brulicano di del. di esseri mo• struosl. di figure danzanti. il r·ù '"l1J•evo!e del templi di Elloro è Il I<a\h.1'-a, dalle r1f. mcnslon1 monumentali. scava•o a c'n· ue pieni, altorno all'ottavo secolo dllP'l C"'rl• sto. e ricco di lnnumere.-oh gallerie e colonne. Misura cinqua111,1 met,.; d: 'u~– iheua e s; al1a Cino ;i \entinc-ve metri Nelle zocco!o sono .sC'.11 l\.!r~ cli elefanti al naturale; nelle pareti •Jei piani sup~• riori si \"edono immagini di Siva e di dee. Nel p!nno più a:t,:, ~ i; So:-.tu~rio del Silenzio, guardato J,1\le fie)·e più si– len2Jo,;e: le tigri, errt,.::~\t,) nella p!et•·a Sono arrivato sin q1Ji M:i Alberto ,Jo– chamowitz. un peruviano e~'" fu Ministro dei Lavori Pubblici ed or..i. 1appresent1 il proprio paese olla sedt' cectrale del– l'Une~co. Le ~ue consider.11:cnl suila a1- chltettura del templi non r.o:,o wai gene• riche, ma ricche di o~st'n•az,0111 per me molto utili. Il vantaggio di lovonne la pl~tr"l lro– vota sul posto, mt dice, è cons1Jerevoie. Evita trospo1·t1 costosi e dltrlcli1. E' un:1 architettura che nasce dall'nlto e scende fino o terra. ml ra osservare: e ne mo– strerà la riprova. più tardi. lnerpicandoc;i nel vt'ntlqunttre'.'-imo templo di Ajarltl. ri– mesto incompiuto; per lui ricco pltì di ogni altro. proprio per le condizioni In cui si trova. di indicazioni pre1\ose. Ma il m'o compogno di viaggio ha la mania delle fo. togrnfie. che lo invece compro re~olar– mente dai guardiani messi o custodia d~I monumenti dolla pubblica autorità, e vuo– le oro ritrarre sullo sfondo dell'lngr.:!c:so del l<ailoso uno scheletrico bramin') se• minudo. col pentolino In mano. la fronte M•gnota di giallo. l capt>lll cospar1.I <li 1er– rM. Il bramino lo lascia inquadrare a più ripre"e poi, vi~to che Jochamowltz rlponP ln sun Rolleflex, gli chiede un'elemosina. e polchè non è soddisfatto comincia a .stre– pitar(' e u urlorc. La guido. che pare divertirsi olla sccno (è un giovane con– vertito. Chl" si t\ dichiarato luterano) cl sconslglln di oggl'ungere altre monete o quelle che il bramino ha gtù fotto spo– rlrc tra I suol stracci. E n noi non re– ~tn ChC'rlsollrc In macchina per rientrare in Albergo, mentre il sacerdote infuriato pe!lln I plNII. cl lnfl'.:urlo e moledlce. • Ma che coso volevo' • chiede l'ex-mi– nistro. un po' infoslidlto. un po' turbato. Ha detto che ~ vecchio e chE>h:i fred– do. Che pai,i<:.a te notti all'orla t1per·a Vo– levo un vestito ...». Sinmo In \"!a!{glo oppcno da dicci mi– nuti quando sulla ~trada vNilnmo agi• * tarsi da lontano una moltitudine di e5se– ri oscuri, estremamente mobili. E. Jocha• mowit1,, che non si ~ ancoro. rime,so dal– l"lncontro e dalla scenata In fondo sgr"a– devolc, che li vede per primo e doman– da allarmalo se la strada possa riservare qualche pericolo. • NE'ssun pericolo • - dice sorridendo la guido. - .. E' una famiglia di scim– mie~- Sono una quarantina. discese da un colossale baobab, e Hanno a spidocchiarsi c. si direbbe. a giuocare, nel mezzo di slTa– do. Le più vecchie gu{lrdano senza scom– porsi oro da una parte e oro dall'altra. Le più piccole sono ottnccntc ol collo o al grembo della mndrc. Altre scodinzolano e girano attorno alla no!-trn macchina. che si fermate Il peruviano aC!crra ancora la Rolle!lex. ma le scimmie. dopo over esaurito la loro curiosità nel confronti del veicolo e dei nuovi arrivati. escono dalla strada e tor– nono c;uJ baobab. coprendosi ben presto ai nostri occhi. JochamowitL rimane an– coro deluso. Per Ajanta Si parte il giorno succes– sivo olle sette. Sono centoquattro chilo– metri ma Ci vogliono più di due ore di macchina. La strada è frequentemente in– gombrato da carri ci contadini e da greg– Ri in marcia. La poi\'erc cl orros~a gli oc– chi e levo H respiro. Non '.'-I sa se tenere i finestrini aperti, coprendoci di terra. o se restare al chiuso a cuocere nell'afa sof– Cocan1e. nonostante il mese di dicembre. Il conducente si arresto nel piazzale che fa da capolinea olle outo ed ai puli– mann che portano ogni giorno molti visi– tntoi-1. Sono numerosi, oggi, i cinesi. Ap– partengono al seguito di Ciu en Lai e sòno arrivati- da Bombny, dove lo città ha tributato loro grondi feste in occa– sione delle giornate di omlcl1:la c\no • in– d:ann. Proseguiamo a piedi, salendo In ci– ma ad uno montagnola da cu: si discende di nuovo per entrare nel grande ferro di ce.vallo che costituisc e 11 co mplesso roc– cioso dov<' sono stat<' scava.te le ventino\'e grotte Slamo. qui, nl.'l centro dell'India, qua~i a mezza strada tra Dchll e Madras, in un \"ollone seh•aggio ottravcrsato da un pic– colo fiume. la Wagora. I monaci buddisti scelsero questo luogo come ritiro trecento anni dop0 la morte dell'lluminato (ciCK' nel 563 avanti Cristo). Durante mille· anni le loro mani pie non ce!l:sorono di tagliare. bulinar<', ce!lellere, scavare con lo scalpello e col mn2zolo la roccia - rifacendosi olla tradizione indiana delln sculturo su legno. su avorio e su piell'8 - per modcll::ire r:ip– pcl\c e monostcrt dove lo figuro di Buddha è ricordata, esaltata, ripetuta oll'lnt!n!to. sia nelle scmblan1.e di una bellezza. pe'r• fet In, ! ila nelle lnoorn azlonl <' nel !iilmboll c-he lo rappresento.no: dall'Elcfant~ ella Ruotn dello Lcggf'. dal Loto ali~ tmpmn– tc ~ncdette Le cnv<' di Ajant:i c;ono ventinove. al– cune ftdibltc a coppelle, oltre o monasteri e rifugi per monocl. Lo cappella è di solito rE>ttangolorc. come te nostre chiese. e con• tiene In fondo, al posto dell'ollare, uno stu– pa buddhista. Nel soffitto ~ono Intagliati orchi tal.si e nelle porctl laterali sculture e colonne. Lo cava più grande ho le di• menslonl di un moderno teatro. Nello mag– gior parte, sono scavate In modo che la luce vi penetri In alcune ore della gior– nata. Lo « diciannove», che è lo più cele• brc per le orchitetture, re<:o sulla facciata un grande finestrone do basilico. La « uno 11 contiene alcuni tra i più famosi orrreschl di Ajanto. L'arte Indiana rogglunge qui le S\.lC forme più alte, il suo classich1mo si direbbe. Cento onnl fo si Ignorava la esi– stenza di queste cave. (Oleo «cava• alla toscana, nel senso di terra scavato, anche se glt Inglesi le chiamano • cavcs 11). Fu un reggimento britannico In mercto di tra– !,,ferlmento che le scoperse, e divennero subito mèta di visitatori e di studiosi. che vi rlnvenne1·0 une delle fonlj più ricche per lo studio dell'antica arte lndlono. La pitturo murale di Ajontll costituisce Il più tipico esempio di offresco detto asiatico• pcrchè se ne ripetono i carat– teri In molte oltre localltù. non soltanto dell'India. L'affresco asiatico» si diffe– renzia da quello europeo anzitutto per la preparazione del fondo. Le pareli di pietra \"enivano cospar!;e di un miscuglio di ar– gilla. paglia e fibre sottili, impai;tate e rico– perte di calce. ti disegno ,·1 ha parte pre– ponderante. I colori. che SI possono guar– dare In olcunc grotte da vicino con lo aiuto di forti lampade manovrate a ma– no. mentre per altre non esistono apparati elettrici cd è ncce~sarlo ricorrere elle to1·• cc, sono ln alcune pitture ancoro abba• stanza brillanti, con~ervatl quasi nella pu– t"<?ZUIoriginale. Hanno dolci toni bruni. \"Crdaslrl. porporini, gioii! e llllo. mentre le figure sono di forma morbida e rotonda. Le composizioni si mantengono talvolta in buono stato, anche perchè hanno subito opportuni lovorl di restauro eseguili attor– no al 1922 soprattutto do tecnici Italiani (Il Cccconl C' li Conte Orsini, cntrombl di Roma). Lu maggior parte, però, sono mal ridotte. nnche se non nbbastan10 che non se ne possa tuttora opprennre Il valore. 1 so,llgelti permettono di accostarci ad un s 1 q,nifcotlvo panoroma della vltn sociale in• diana al tE>mpodel settimo secolo. Si ,·edono scene religiose e di pelauo. cpi~odl dello vita di Buddha. uno composi- 1ione di carattere e stile persiano che pare rappresenti Il ricevimento di un ambascia– tore, baltnglle, combottlmentl di tori. cac– ce e don1:e. Sono principi ln trono, donne nel loro opporlomentl Intente nd abbigliarsi e contornate du ancelle, un Raja che esce dal pnlo110 <'On In sua consorte, contadini <' commercianti, mcndlcen11 E>dnscctl. ani– mali e fiori, o rnomentl prer.losl ed uccelli. Non monca.no I tem\ di purn decorar.ione che ancor oggi sono rlp1"<?sldalle tessl\rlci <' dogli artigiani dello non lontano Pailhan. Le figure hanno curve tenere e volut• tuose, lo pose sono dcli te, gli sguardi profondi e ussortl. I sogni llrlcl e le fan– tnsle del pittori <alludono di frequente fil mistero dello carne ed alle sue promes– liC di felicità. Nello cava • uno• lmmaaine tre le più celebri è quella del Bodhlsnttve. Corri– !iiponde n questo nome li santo buddiste che ha rlnuncloto oila felicità terreno, possi– bllf' nelln contemplnr.lone, per offrontare dE>llbcratamcnte il dolore. ti Bodhlsottva è desiderose di soffrire per tutti per sal• vare li mondo e permettere ngH nitri di meritare Il Nlr\lana. La !\Un figuro è ef- I valori dell'esteticacontemporanea (('()nthrnn di, p1tg. I) A ,;,é !ICn-z:a forma morale. Il co:1cE'tlO,cioè il mondo dC'IIA , rno~ofia • che Implica l'In– tuizione, ma non dona la rt'idtà del concetto al mondo dl.'IJa fante!lla; !;e I due mo– menti chf' Croci" stl's~o rille– nt'.' !luprl'ml: - queUo • dt'llll llio,ofia e ..quello- dtll'arte ,;,ono entrambi po~lth-1. ma .. profondamente dhtlntl.. e l'uno. per ripetere le sue pa• rol<'. cl dh Il - noumeno• cioè lo ipirito. l'el!ro cl dà Il « mondo .. cioè Il fenoml'nO, In che senso è pos~lblle l'uni– tà del • rule • c.loè delJ'l"s– !,C'rc1In che senso ha - signi– ficato .. Il concetto di una cir– colnrltà dello spirlto1 o for~e qu<'I concetto di circolarità ha il tragi<'o slenlflcato d<'ll'nnel– lo dl !erro che strlnic e co– strìnp:C':è li concetto della pu– r.i. razionalltll. Il vecchio con• <'1•ttoillumlnlsta e settl'cent<'– sro che trrctl Kant nel gran– de ,·olo dclla sua ml"nte. in quella sublime archltE>ttura lntC"Ueltuall" che di volta in volta si chiude nelle .. cate– J:0ril",. e si preclude. proprio nella forma stessa. lo cui il pen!liero nasce e si concet– :uallzz:i. la deftnilh-a e totale conquista del noumeno. come u:1itll dell'ess<'re a cui il suo 2enlo tende,·a con tutte le forze Croce non capi l'error<' e deformando lo stesso pcn!lle– ro di Kant e po! di Vico e di He2el alle due lenti minori e miopi dello Schle:ermachrr e dell'Herbart ridu,;se il !li– ~niflcato della storia a una pE>renae contraddizione e im– miscrl Il sl~nlf\cato morale di .. \"&!ore,. alla logica del • di– stinguo .. e ...discerno .. E non. si badi. nel grande concetto Kantiano del -giudizio riflet– tente• che discerne per assi– milare e ricondurre all'unità della ragione. ma per vie più limitate e ristrette e clrcoscri– ,·erc e quindi a separare. de– limitare e frammentarlzzare I momenti dello spirito e a rompere l'unità del mtdesl– mo che ~ tutto nella sintesi del suo mondo morale. Quando Il Croce lntul <Este– tica 1902) Il ,,aJore dell'Intui– zione come ..sentimento• e poi quel concetto svuotò di ogni sua profonda ragion di e~sere In una ser:e di astra– zioni che di volta 1:-. volta operò in ~eno al suo pE>nsiero medesimo. s,•lgorl U concetto di ..,libera creazione della fantasla .. nell'altro negativo e mostmoso dl • anarchia del sentimento svuotaio di ogni sua luce morale. E ritrovò so• lo nell'intelligenza analitica e critica (I' roce è l'ultimo di- to dC'll':lmorc nell'cuthanasi11 ginnzlont', mnn mano tatln vi- 11,atnalla passione di Qllel do- • Vinco tua guord(n I moulniantl !lcendente In tal sen10 del rl- dl'.'I ricordo .., ma la .. realtll • •Ile c attenta di sè n<'l tem- lorc medesimo: 1umonf ,. tlch:ruo Kantiano) una sua di un grande rd unico amore po e col tempo che ll' appar- E t<'rmlna con qut'll'lmma- ., appertre COl'rrnzn • che lè ~~~~~~lt~to s;1~r~~am~~d~as~~u~ ~1~;:a ('d:llv~::t:!::;~'~:n p;~: : 0 l~~;.fr::~~~cian'no"t~.' .,: 1 :',~!~~ Mine che è vldone rtguratlva :?~ 1 . 8 "i/ ~;n:~ s~l'.'!l:~a v:r:r; lmmaelnl rta:uratro. del suoni. lo si solleva come dice Il Cro- • Mo dlmml: 01 lempo d~f;~~~ e Poetica al tempo IICHO: ~::s1!:!~ied~1rfr~o 1rf;3g1 tii ~~~~::i;~~à Nella realtà del- f! :1:~~ ;~r;r~~~~::aJ~t~;:; : :h~h;o~::;;:?%:g~~~/more : ~:lrcDn~1!~f~~r~7 t1ti:h'j d::ot! 1940 c.hiucll'.'.clrco!lcrh·c e co- E l'uomo-poeta nasce nel contemplazione dE>lla proprlA [dHlrl1 • fmonil •· !ltrlnge le Immagini frnmmen• cont:itto pl'renne con quel r<'alth rantutlca, ma. diciamo· Non pili chiusa lmmaglna- tarie e fcrlnamentl" !le'nsualt mo:1do fl'nomt'nlco che è esso noi. con tutte lt' foru pos1tl- Salendo nella tonalità del zlone negli spozl utrattl del nella spietate chlrurRla vt!I:- pure renltà perchè è In noi ve <' concrl'le che l'hanno A:<'- d\1tacco. di queJ,l'cstllo dallo concetto bizantino. ma Il con– ,·3 dE>ll'immeglne!lte!l!laa!lltrat· stessi ed l' Innanzi tutto. ga- nerata e avendo per ml!lura p3<1slonl.s'lnvera nell'umane- cetto vivificato In sronthnento à~!:~~ f~tf:. 0 ~:rf~~la~~. c;~?t~ :~:o~a R::u~r~a on~f:, 1 ; ato.no! ; la forza del pensl<'ro e per :~~fla l:~~ea ff ~ur! 1 ~~~lt~~a~~ ~•1~ruel~~°c :~~a~f~.zl~llc~f s~~~ di profondità a1mosferica e ,·ichlanamentc- si lndrobolisce unità quella del sentimento nuncla l'altro umane!llmo. te nella proiezione potente di quindi di luce col • ra:zloclnlo • perchè. sem- che nel tono più alto !li quello dl sentimento lirico del uno stato d'animo che è luce Se Il Croce non !lolo a,·e~"c prl' con Vico. la fantasia .. è proietta in unità di luce mo- Petrarca e acl canto XXXIII morale del suo spirito. sostituito a quel continuo rl- tanto più robusta quanto più rale dl'llo spirito. Io tal senso del Paradiso si riaccende di I E come tale potente e asso- ~----------------------------------------. !~~av~~~!~:e•~op1~fchnèd::ee ;~; UNA POESJA 01 E L E N A C L E l\1E N T E L L 1 d:11 1 ~:t.i,.; t~~~~/ .~••~~~ quella della coscienza dell'ar– * M·orte ••el poD1eri1;~cio La morte vorrei coglierla come W1a bacca rossa sulle coma del toro. Al centro dell'arena. sola nella gran luce, aspettare la carica incosciente che speu.i la \'eronica incompiutai ,iolare l'aria e la poh·ere, bere d'un .sorso il compiaciuto grido della folla (l'rlmento Kantiano nell'anali– tica del sublime al concetto og~ettlvo dJ natura il concetto sog~enivo di sentimento o ..amore... ma que-1 concetto avesse approfondito nel suo più profondo. totale e com– prensi\•o significato di realtà dello spirito e quindi di unità del reale e della coscienza non sarebbe giunto a queJ duali– smo assurdo che quella unità nega Slù nascere. Nè sarebbe ricaduto nella posizione ro– mantica che l'arte debba es• ,;ere considerata come l't'– ,preo;;sione di un mondo dt'sl– derato o aborrito. l'espressio– ne di ua sogno ragguagha'.a all'espressione .. fn~enua .. del ~:~Tan~ctrllo~!o na~f~tt:~td~: fanciullino di pascoliana me– moria>. Per cui la poesia non è. co– me dice il Croce, U • tranion- debole è Il raziocinio e i poe– ti si possono dire il senso e I filosofi l'intelletto del ge– nere umano <e questo spiega tanto il Croce). ma Kaatla– namente s'illumina nel giudi– zio rilettente che la contem– pla. la misura. la coordina E man mano che il • sen• timento .. nasce e fatto più [orte e consapevole di s~ si accende. si colora. s'illumina. attinge l'unità compositiva della propria realtà medesi– ma nel contatto con l'aJtra realtà che è l'umanità tutta <'he le è consanguinea e per vie diverse tende a finalhà diverse pur nella coscienza dello spirito che le pone sullo stesso plano E la personalità dell'arusta. o del poeta o del musi cista o deU'archltetto se è già i.nl• zialmente istinto o natura al– lo stato di potenza dell'imma- u llemlni:n11,• - che emozione per cento peset.as! brindare alla follia, la gioconda follia che la vit..a ml ne10 e la morte mi dona Oh attraversare l'arco della notte con la spavalda cappa per sudario e negli occhi il messaggio vittorioso d'un biondo pomeriggio castigliano! vivono Baudelalre e Dante, ma ad altezze diverse co~~:nad~o\~. ~~{/~°m~!to 0 ~~~~ fondo e trascendentale del suo Sl'ntlmento Il rapido gluoco deu·1mmaglnazlone e lo con– segna di canto la canto Illu– minato dalle coscienza della sue fantasia questa non è sol– t!lnto .. astratta• bellezza ver– bale. che è Insieme plastica. pi11orlca e luministica (ad uso di certo rtlologismo posi– tivista e antlmetafls1co) ma di cantica In cantica espres– sione sempre- più interiore e trascendente dell'unità di quello spirito che si concreta in ..pura• Immagine di bel– lezza Quella che dalle note basse, sommesse, accorate di umana passione nel dolore che 1'11- \um!na. ma di una luce" cupa. angosciata. profondamente le- ELENA CLE?IIENTELLI tono per illuminarsi tutto del– la luce del suo spfrlto nella Invocazione ebe si fa Impe– to e tocca i più alti vertici della poesia. perchè è concet• to che si sublima In Imma– gine: • Verguie madre.' figlio del •tuo (/lgl{o, • umlfe e alto pii) che creoturo, • termine fiuo d'eterno 1con•l17!10• E continua con quei ere• scendo cbe voi tutti conoscete per terminare 1n quel monito osannante che non ~ più r1~ belllone del suo spi rito fio• rentlno e di uomo di parte e di uomo dell'Impero. ma monito d'amore reso un\ver– .ale daJ pensiero e dal senti• mento elevati al rango di lu– ce morale: tista nel eoncretnrnc I valori che mcello la esprimono. ne sono la sintesi. li nerbo po– tente e Illuminante della tan– tasla che si proietta In im– magine? E non è questo U mondo compiuto della perso– nalltà del poeta. la sua ra– gion d'essere. l'unico poulbile suo dover essere? Dove • l'og• getto•· l'opera. è tutto U -!O&• eetto? •. Ed allora noi diciamo a Croce e slamo autorizzati a dirlo: non esiste soltanto U concetto dl • poe,la • esclusi– vo dal concetto di •piccolo• e del concetto di ..grande•: e!lste la statura dell'uomo. Ed In quel caso quell'uomo si chiama Dante ARTURO B0\'I Roberto Melli benemerito dell'arte Al Mocstro d-c-11:-i p tture tta_ llana Roberto Melll è stato COtlCCSSO Il dlploma d1 meda-glia d'oro per I benemeriti della scuola. della cultura e deJl'ar·e. All'IUuttre artista, e n0&!ro antico coll..1boratorc, le più ,•i– ve e aU<>ttuoseoo.agratuJaz.ioni delle .. F:l'ra l~tteraria ... Il Premio Marzotto 1957 rinviato al 26 ottobre Le numerose opere presen– tate all'attuale edizione del Premio Marzotto hanno co– stretto lf' Commissioni giudica– trici delle diverse sezioni a ch!Nlere Il rinvio di un mese dell'a!lsegnazlone dei premi. per poter a[frontare con più approfondito conoscimento la responsabllltà del giudizio. La cerimonia del conferi– mento del PrE>mlo Marzotto 1957 avr:'i luoao pertanto a Valdaano Il 26 ottobre p.v. Domenica 11 a!(osto 1957 li Uodhl1a1t, a l'admapanl, U.1bh, (.VI ec.) flgiato In modo do raggiungere e Ispirare un altissimo grado di spiritualità, con una dolcezro e uno perfezlone corporeo che Si <llrcbbe leonardesco. Il corpo \ .,tiovflre e prestante, dl'.!f·n1to con liCfll,ll! so\llli e lievi sfumati, e gli occhi sono pieni di pietà. La bocco sorride e le cla:lio arcuate alludono ad uno Intelligenza che ha supe– rato I limiti del bene e del male. Le dita coste e delicate sostengono uno stelo di loto. Non' tulle le pitture di Ajanta raggiun– gono questo grado di espressione perfetta. Mo vi sono ligure di donne, coppie di omenti, danzatrici e divinità che sanno comunicare un ugunlc godimento estetico. La Apsaros (divinità dell'orla> che vole, 11 Buddha tentato, Sandhara che si ecco– ~lo od Ap!imros, Slve e Parvotl (si tratta dl personoggl mitologici), teste che si piegano blandamente, broccia e mani che s1 atteg– giano In tlgure di danza. corpi che si pro– tergono vt'l"so Il cielo: tutto nasce dal di– segno, ogni linea tende o un movimento che Crt'O, nell'Insieme, Il ritm() del corpo, del gruppo, della scena. 11 colore assolve funzioni plo.sllche, porto Il chiaroscuro, ma soggiace sempre Ql]a linea che, come è stato detto, nella pittura Indiano de!!• nlsce lo forma e lo crea. Questi ricordi di viaggio ml sono tor– nali alla mente nel visitare la recente, sug– gestivo Mostra di e Pitturo muroH del– l'India e di Ccylon » organizzata sotto gli auspici dcll'l.S.M.E.O. e della Assoclazlo• ne ltolo-lndlono o Palouo Brancacclo, con una serie dl copie eseguite do Sarkls Kat– chadourlan e sagacemente presentate al pubblico da Mario Bussagli, ottento stu– dioso dell'arte osletlca. E' questo ·,.in coso singolare di lavoro dl riproduzione, attuato In mezzo a condir.Ioni dlfflclll~slme di la– voro, che ho un notevole significato scien– tifico oltre che divulgativo. • Copie delle pitture: murali di Ajanta sono state eseguite a più riprese, perfino do giapponesi. Ve ne sono .anche nel mu– sco di Hyderabad. Permettono a chi non può portarsi fino ad Ajanta di avvicinarsi, in qualche modo, a quelle opere che sono dt dlfflcllo consultazione non soltanto agli studiosi europei. ma anche o quelli stessi dell'India. . Sorkls Katchadourlan è un Òrtlsta nato in Artncnla, che ha molto viaggiato ed ha tenuto mostre e meritato successi in di– versi poesl. ma ha fatto della esecuzione In grandezza naturele del dipinti di Ajan– te l'opera (ondomentale della sua vita. Iniziata nel 1937, richiese molti anni di lavoro e vi si dedicò con una devozione agli ldeoll dell'arte non meno meritori di quello del monaci che crearono le pitture. Riprendendo più lardi questo lavoro. che ha espelli commoventi, anche In eitri cen• tr!, come a Bagh, nel Gwallor, a Sittana– vosa\ presso Madras, In alcune località di Ceylon, riprodusse In uno Impresa gi– gantesca « cercando di penetrare quei ca– polavori al di là dello stesso muro• centi– nala e. centinala di figure. scene e motivi ornamentali. lavorando per Intere stag:!onl soltanto In alcune ore del giorno. valen• dosi di specchi per ottenere nei punti vo– luti I roggl solari, rischiando anche la vita • per le difficoltà quotidiane Incontrate nel luogo. appartato del mondo, scello dagli antichi monaci. Gli anni di lavoro che ,i:t:11 furono necessort contengono pagine che resteranno per sempre oscure ma che so• no in qualche caso eroiche e non pos– sono non far meditare sul suo spirito di altruismo. sul suo duro e personale sa– crificio. Penso a quest'uomo. solo. nelle notti di Ajanta. In un luogo ancora selvag)(io e solitario, sorvolato dalle ralcate alte de– gli ovvoltol, dove per molti giorni non orrlvevano da Aurangabe.d neppure I so– liti. visitatori con cui scambiare parole <.– notizie: sen1...a luce elettrica. senza con– forti, assistito da un solo servo Indù. ch<' si ritira In una ~rotte et tramonto e aspetta la luce del giorno per ricominciare la propria opera, In rondo umile e oscura. armato soltanto di specchio <-' pennello per t"M!!imettere agli studloRI un fonda, menlnle mcs~agglo d'arte <' rnrne proflt tare l'umanità. ì\1Alt10 VERDONE

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