la Fiera Letteraria - XII - n. 33-34 - 11 agosto 1957

Pag. 4 farsi risalire il nmto d averlo avuto contemPoraneo. Chi sn a qu3le età si riferisce il Momìgliano (rmto a Cerva nell'SS) nel considerarlo. per • un mini– mo di fastidio di ironia e di malinconia>, • tanto al di soprn del momento lette– rario. di quelle speranze, ambizioni e apparenze sgonfiate e faJlite! "· Ugualmente. non tutti sanno che e il Doni deteriore è uno dei molti rappre– sentanti che la letteratura da circo ha avuto in Italia. Soltanto, egli C stato uno di quelli che più se ne sono com– piaciuti e che l'hanno coltivata con mag– gior varietà di espedienti. Parecchi, per questa ricchezza apparente e questa vi– vacità esteriore, lo hanno chiamato gior– naUsta: e non hanno fatto un grande onore alla classe: un Corriere della sera del tempo avrebbe cestinato volentieri i quattro quinti de' suoi articoli"· E sono ugualmente di un professore queste altre proposizioni intorno all'Are– tino (nel corso della nota gratiiicato di e pesante>, e cinico ricattatore>, e amo– rale tipico"· giusta un criterio sociolo– gico e un formulario critico strenuamen– te desanctisiano. tale che oggi. dopo trent'anni d'indagine estetica, risolto il dualismo di contenuto e forma e asso– data la loro originaria unità. lo stesso De Sanctis si periterebbe a riadoperarlo così contenutisticamente): e 1 on è paci– fico che sia da ravvisare in Pietro Are– tino il primo giornalista della nostra letteratura? E quale ambizione può sor– ridere a un gionrnlista più che quella di offrire all3 gente un quadro fedele e vivissimo dell'attualità in cui si muo– ve e respira? Da questo Iato spetta al– l'Aretino uno schietlo vanto, probabil– mente. involontario. Altra era la sua intenzione. e cioè, olt're a quella di far mercato, lecito o illecito, delle proprie pagine. quella di far onore aUa propria celebrità di artista della parola. l\la non c"è obbligo, per noi, di premiare le sue intenzioni: tanto varrebbe mettersi in coro a ricantare le lodi del "divino .. A retino; e non credo che vi faremmo davvero una bella figura"· Insomma per Arturo Pompeati (Re– sto det Carlino, 4 novembre 1936) an– che l'Aretino (come il Doni per Attilio Momigliano (Corriere della sera, 3 set– :.embre 1932) sarebbe stalo me:itata– men~c: cestinato dn un giornale d~ll'epo– "~· E dt lui - autore, Ira faltra ro– bettoJa, di più che cinquemila lettere - si potrebbero tutt'al più salvare e la lettera in cui narra 19. morte di Gio– vanni dalle Bande Nere e quella ove descrive lo festa sul Canal Grande"· e Pezzi precisamente da anto)ogia >. A torto, dunque, si lamentano gli autori delle ultime covate. Pretende– rebbero un trattamento di favore? Tra essi c'è perfino chi si spaccia per no– \'elliere. Dovrebbero sapere che Tom– maso Guardati, detto Masuccio Saler– nitano, resta e uno dei pochissimo no– vellieri italiani notevoli dopo il Boc– caccio e prima del Verga>. (Cfr. p. 166 del primo tomo della Storia della Let– rerawra italiana di Attilio Momigliano). Dio ci salvi da tanto rigore. E il' lettore perdoni l'Insistenza e la petulanza nel– l'allinear citazioni e nomi e date. D'al– tronde la nostra (cfr. Italia letteraria, 25 sellembre 1932) non è pazienza spre– cata, se a pagina sessantatré della rac– colta dei suoi Stu.di di poesia (Laterza, Bari. 19S8) il Momigliano ha scancellato le parole sul Doni. Ma. se realmente sl rlprisWnasse il buon uso cli far pagare alle merci proi– bite un dazio proponionato al divieto stesso.non si saprebbe, ad esempio, qual sortn di gabella imporre su H giornati– .smo letterario della nuova 1talia (Dalla e Cronaca bizanriria • alla morte deL e Marzocco>) di Edoardo Gennarini (Lo!Credo, apoli, 1937). Alla domanda: 1< Che cosa è stafo il movimento vociano in Italia?>, egli ha infatti rispasto: e E' bene dirlo sùbito con dura franchezzn: un arruffio d'urli e problemi che ben poco hanno detto>. E di qual doverosa giunta sovraccaricheremo la derrata. g'.iacché detto autore. poco appresso, as– serisce che. fra l'estremo degl'inlimi stadi i delJ'intelligcnza e e l'altro dal fa– moso orticello conchiuso .... sempre in– clinato sul piano del dilettantismo e dell'artifizio. i Rondisti furono per que– sto secondo>? Cli si potrebbe osservare che sempre uno scrittore ha compiuto ottim:imente il dover suo quando ha sa– puto creare opere beJle. E i Vociani pri– ma e i Rondisti poi, al di sopra d·ogni polemica ingiustizia e ingratitudine e in– comprensione, restano autori di qualche operetta che non deve temer mollo da– gli anni futuri. La letteratura risponde a un anti– chissimo e nobilissimo concetto che Voce e Ronda hanno. in diverso eppur con– tinuato e tenace e indipendente modo. difeso. Il loro insegnamento fu anche e soprattutto di ordine civico. E da quello civico risalì, pronto, al letterario. Lo andremo ripetendo fino alla noia, fino all'esasperazione: perché. solo che si concedesse un'ombra di verosimiglianza critica a certe manifestazioni. tanto più denigratorie quanto più ,·ogliono osten– tare un impegno stroncatorio, ci sareb– be da temere che per determinati scrit– tori corrano tempi infami. Ma ironie. insolenze. calunnie, non debbono allar– mare. Molte osteggiate e idee"· dopa es– sere rimaste esposte al sole tanto tempo. continuano a fermentare e, a seconda del terreno dove sono andate a finire. dànno !rutti dolci oppure avvelenati. Da più lustri ascoltiamo il grido: e Abbasso Ja Ronda. A morte i Rondisti>. Opi– nioni. - e Tutti ì gruppi letterari hanno sempre un'idea da ricordare e da far vh·ere, e in questo compito sta tutta la ragione della loro esistenza ... i\Ia la Ronda? Che cosa ha ,·oluto questa ri– vista sorta nell'immediato dopo-guerra. quale è stato il suo significato in quel periodo di confusione e di smarrimento? Quei letterati si sono riuniti soltanto perché si conoscevano. e si conoscevano forse perché si somigliavano. Amavano e adoravano il frammento in letteratura. e non si spinsero infatti al di là della pura letteratura perche né la vita. rye il pensiero, né alcuna altra cosa sena possono essere ridotti a frammento. Ne critici. ne pensatori. né scienziati. ne uomini di qualche entità infatti strinsero con loi:o significative amicizie. A ri– pensarci offrono uno spettacolo ~ietoso di povertà spirituale>. (IL saggiat.ore: 1932). E' diventato un ritornello. i\ia. forti del proprio pensiero e ricchi del proprio cuore. gli scrittori della Ronda, durante un·cpoca tra le più tristi e volgari che rarte nostra abbia patito. ebbero il coraggio e l'orgoglio di com– prendere e risolvere in maniera esem– plare molte imbrogliate questioni di co– stume e di cultura. Chi vuol liberarsi dal prcgiudÌzio, di-· venuto un luogo comune, dell'avversione e quasi contraddizione fondamentale tra Vita e Letteratura, impari a memoria le ispirate pagine del Du Bos (Approxi.– ma!ions, VII. 317-S29: Corréa. Parigi. 19S7) dove sono posti in luce i sostan– ziali rapporti d'interdipendenza che ten– gono Vita e Letteratura legate Corte– mente insieme. Vi troveranno riaffer– mato che se la Letteratura deve alla Vita il proprio contenuto, la. Vita deve alla Letteratura la propria sopravviven– za: queffimmortalità che non s'arresta se non sulla soglia dell'eterno, quell'im– mortalità di là dalla quale ha principio la Vita eterna. E si potrebbe anche so– stenere. senza ombra. di paradosso, che la Vita deve alla Letteratura più di quanto la Letteratura non deve alla Vi– ta. Perché. se è vero. in generale, che, privata della Vita. la Letteratura rimar– rebbe senza contenuto, tuttavia, nell'or– dine letterario, esiste più d'un caso in cui la Letteratura può fare a meno della Vita. seguire la propria vocazione. rag– giungere il proprio empireo nell'atto medesimo in cui se ne priva; e, d·altra parte. le possibilità e le facoltà della Let.teratura sono così ricche e illimitate da farla capace di restituire il flusso vitale, 11 tempo irreparabile nel modo stesso con cui li viviamo, conservando cioè il loro carattere di flusso e di de– stino, e pertanto (questo è il miracolo del genio) inserendoli nel cielo delle stelle fisse, Solo per burla o per ingenuità si può identificare la Rond{J col !rammen– tarismo, col calligrafismo, con l'ozio– saggine letteraria. In vero, se oggi molta gente pensa e scrive come pensa e scrive, cioè in maniera piuttosto seria. si deve non poco all'azione diretta o indiretta esercitata dalla Ronda. Per vincere e la noia e la nausea, taluno di quelli scrittori diede perfino una ri– spolverata al testamento letterario di Giacomo Leopardi e lo rimise in luce. Dàtano da allora molte discussioni e polemiche. « Certe volle, nel leggere i dialoghi del– le Operette morali. si presentano con in– sistenza al ricordo (e non sono lo che ho provato pel primo questa impressione per– chè vedo ora che la provò anche Il Pascoli) certi altri Dialoghetti, vergati dalla penna reazionaria del conte Monaldo, e si sente la somiglianza non solo nella comune pre– dilezione letteraria per quel gimerc accade• mico, per quelle tanto abusate imitazioni da Luciano, per quel "ragguagli di Par• naso'', •ma anche nello spirito angusto ... •· Cosi ha scritto il Croce In una di quelle sue Note sulla letteratura europea del se– colo decimonono che vanno sotto Il titolo di Poesia e non poesia. Ed è una nota che meriterebbe d'essere trascritta per dimo• strare come la polemica crociana contro il Leopardi della Ronda abbia fatalmente nuociuto. In quanto al Pascoli, nel d!scor– so H sabato (1896) si era limitato a do– mandare: .. Ci sono invero molte differen– ze tro ·1•autore del Paralipomeni. e quello del Dialoghettt sulle materie correnti? •· E il primo giugno mlflenovecentotrenta– sette fu il Flo:-a a rispondergli, dall' Am– brosiano: « Vorrei si osservasse che, e un certo momento, è il padre che lmi~a il figliuolo, e non già, come parrebbe. 11 fi– gliuolo risente, purificata e approCondita, la vena paterna. Cosi net Dlaloghetti che han la data del 17 dicembre 1831, e SOQ cosa lieve e bizzarra, si sente qua e là il ricordo delle Operette morali•· Ma l1 Momlgllnno continua a ritenere che « solo I Rondisti sottoscriveran:10 • il giudizio sulla grandezza delle Operette In rapporto ai Cantl e al Promessi. sposi. Né per lui né per la maggioranza dei suoi esimi! colleghi Il merito più alto degli scrittori della Ronda consiste nell'avere riconfermato, con la critica e con la poe– sia, come ressenza dell'arte sia da :-!cer– care in ciò che, pur con parola Irta di si• gnlficali e di 31Jusioni, chiamasi « stlle •. (1938) Il[ Per caso. settimane or sono, ci era ca– pitata tra mano una copio della terza edi– zione della Storia della Letteratura ita– liana di Attillo Momlgllano ed eravamo rimasti spiacevolmente sorpresi nel tro• varvl stampata, in copertina, l'avverten– za che ropera era « contorme alle dlspo• sizioni sulla detascistlzzaz!Qne del libri di. testo •· Poichè ricordavamo che !'opere non era stata scritta né stampata dopo la caduta del Fascismo (difatti, in fondo, recava sempre la data del '31-36), l'avver– tenza si risolveva nel riconoscimento, piul tosto mortificante, che ieri, essa aveva accettato (o subitol un processo di « fa– scistizzazlone • cui soltanto oggi s'era po– tuto mettere riparo. Grave ammissione. specie In sede di storia letteraria, dove parrebbe che la poUtica nop dovesse spa– droneggiare troppo. Quetravvertenza era la con ressione che, se non Cosse stato per via del Fasc:smo, certi movimenti, certi gruppi, certi a~tori non avrebbero meritato alcun elogio e forse neppure trovato cenno. Giudizio storico e giudizio estetico, lungi dal rap– presentare l'equilibrato accordo di un'rn• daglne e di una riflessione, rispondeva– no a un criterio momentaneo e opportu– nistico? In ossequio alla serietà detrAu– tore cl era parso di non doverlo ammet– tere senza beneficio d'inventario. ?uteva darsi che quella avvertenza servisse sem• pllcemente per assolvere ad una rormaii– tà. ad una prescrizione, ad una garanzia scolastica. Volemmo accertarcene e pren– .demmo a sfogliare l1 libro. Era un esemplare della tiratura d<!l '38. E noi ricordavamo che la prima edizione Si chiudeva con la segnalazione. tutt'altro che sfavorevole, del profilarsi di una nuo– va letteratura. jlrazie anche all'lnCbsso. ragionato e conclamato. di « una conc?z10- ne più virile della vita sul modello di Mussolini•. L'ultimo capoverso era occu– pato da Jr.aperto elogio dcli'« azione eser- . . cltota nel campo speculativo• da Giovan• ni Gentile, non senza qualche « affinità • · col movimento politico-letterario inteso a favorire « un più robusto e più spirlt11.1le realismo. un nuovo classicismo n. E non era stata precisamente questa ottimistica conclusione a far insorgere Croce n~lla Critica? (Cfr. adesso alle pagine 220-221 del JII voi. di Papine sparse). Una pagi– netta. Ma in Quella terza edizione. i:er tutto il resto immutata. era stata sop– pressa. Niente più Mussolini; niente più Genti– le. Dalla gloria degli altari al buio del dimenticatoio. Come se non fossero mai esistiti. E pazienza. nel campo estet:C'o. per rautore della Vita di. Arnaldo o del Diario di guerra. Ma « l'azione eserc:lata nel campo speculativo• da Giovanni Gen– tile ... L·avverten7..a parlava chiaro: e defa– sclstizzazione •. ti tempo mancava: i li– brai sollecitavano: le scuole stavano per riaprirsi. Presto. un frego sull'intero ope– rato, sulla presenza stessa di un fllvsofo e di uno studioso come il Gentile. Presto. un frego, senza star troppo a badgre se così si cadeva nell'GS$Urdo. E poco male LA FIERA" LETTERARI'~ IL TERZO CONGRESSO Domenica 11 al?osto 1957 INTERNAZIO ALE Dl FJLOSOflA * I valori dell'esteticacontemporanea E' Interessante notare che molti del numerosi Congres– sisti che arrlulrono a Venezia nel set1embrc scorso. alla ~·on– dazione Clni dell'Isolo di San Glorglo. si so!!ermarono par– ticolarmente. nel corso delle toro indnginl. allo stadio creativo che nell'arth1ta e nel poeta precede I& vera e pro– pria Intuizione dell'opera di arte o di poesia realizzata nel– la forma che è U suo lin– guaggio o stile. Ne è larga te– ,stlmonlanza il volume degli ~ttl del Congresso stampato lo scorso aprile a Torino a cura dcJ1·Jst1tuto e della rivi– sta di Estetira diretti da Lui• 1,?;i Parcyson in quella Uni– versità e desideriamo esporne gli aspe111 più notevoli e g nostro avviso più fecondi La impostazione del Con– gresso. noi lo ricordiamo per averci partecipato. fu data. In apertura di dlbatllto, dopo lo invito dl Carneluttl alla chia– rezza e all'approfondimento della personalità dell'artista e del poeta nel Sl"gno della sua umanità e consapevolezza, dalla relazione di Ugo Spinto e di Luigi Pareyson. E. noto che la Spirito neghi che l'estetica possa essere scienza mosofica. glacchè non esiste l'arte come categoria distinjtulbile da altre cateGO– rle ed è noto come. non da ora. ejtll abbia messo In ri– lievo le deficienze della cri– tica del Croce che nei suoi giudizi parte da una astratta definizione dell'arte. Già al Conaresso di Napoli Ugo Spi– rito aveva consideralo come contraddizioni In termini le quallflcal!:lonl di arte logica o arte morale o arte rellglo– sa e aveva espresso rlfleuionl e giudJzl veramente essenzia– li per poter compiere notevo– li "J)OSSI avanll in un campn evidentemente delicato e .•ot– tile dl pensiero. ma non tale da rendersi schlavo di certo intcUeltuallsmo temerario e facilmente suggestionato da una forma di estetismo In cui tecnica e tecnicismo diventa– no gll dei ex machlna della rantasla e della coscienza del– l'artista. E Dio solo sa se non ci tocca più volte di leggere o ascoltare simili parti del qualificati in ..scienza deJI·e. stellca .. e del titolali in este– tismi alla moda. La nota più penosa e noiosa In questo pe– riodo definito dal plù di •tran– sizione .. e che presenta ac– cen:I di tale squallore e ari– dità della fantasia. del senU– mento e del mondo di pen– siero da sconfortare I più ot– timisti e I meglio dotati delle qualità del proverbiale Giob– be. Vorrei che tali signori me– ditassero quanto ha scrltto Ugo Spirito. E In tennlnl co– si chiari che anche Il fanclul– llno di pascollnne memoria li capirebbe e sarebbe Ln condi– zione di consigliare quelle ..aristocratiche.. intelligenze a ragionare con fil di logica o almeno di buon senso. te altre più o mC'no Ispirate alla stessa esigenza Teorie dunque e cioè defi– nizioni. L'artista è d1vcn•.~10 schiavo di esse. I Unguajtg1 a poco a poco si sono crunnl– llzzati e -I.enuove opere hRn'• no assunto una fi!liononua sempre più unlrorme. Tulle con lo stesso contenuto La concettualizzazione si è c~a– spera1a e ha condotto proprio a quello che si voleva com– battere: il genere. Il tipo. Al• lorcbè si definisce quest'arte come cerebrale o intell~t1ua– llst!ca proprio questo si vuoie aCfcrmare. Essa è vltllma di ci che ha voluto eliminare: Il contenuto. il concetto. La via all'lnfinlto è preclusa nel modo più banale Non v'è il concetto da una parte e la sen:;az1one e il sen– timento dall"altra. ma vi è una sola coscienza compren– siva del suol termini. come v'è un unico linguaggio. In cui ogni !orma di espressione è ricca di tutte le altre. Arte e logica non possono essere visti in un rapporto di su– bordinazione nè di equipara– zione. semplicemente p('rchè vivono in una unica esperien– za di cm '-Mli) e1emen:1 co~ll· tutivl eone-etti. sensazioni, :;entlmentì e 4uanto altro può analiticamente ritrovarsi nel– la nostra coscienza -. A noi non interessa la vita unica del nostro essere, lad– dove anc. rell&1011e.filosofia rd ogni altra umana mani– Cestazlone si fondono In una sola realtà... Quella che de– nuncia. nella sua forza. l'ago– nia dcll'ldenllsmo e di gran parlt" di una rtloso(la contem– porant>a che da esso deriva. .. Un sistema queUo idealisti– co - ha scritto Spirho - che ancora una volla definisce e Immobilizza ln una struttura In cui arte, religione. nloso– fla. scienza. storia ~cc ven– ~ono catel(orizzatc ed In cuJ perciò Il metodo s·lrrlgidlsce anch·esso In forme e norme obbllgate. Dietro quella s10- rla vive una filosofia determi– nata che- rond3 li concetto d1 storia e di metodo. di arte e di crillcn. rissando confini e normr che non possono non togliere all'indagine il carat– tere dl universalità che si pre– tende rivendicare. L·csigenza dell'universale rlaftior& di nuovo e tc-nde ad essere al– trimenti soddisfatta ... Netropt"fa d'arte - ha det– to Lul,ti Pareyson - non c'è nulla di fisico che non sia significato spirituale. nè nulla di spirituale che non sia pre– senza sensibile. perchè è la personalità stessa dell'uomo che si ogj?ettlva In una certa forma c-sterlore. manifestan– dosi agli altri. Nella sua Estetica il Parey- fico non è esprimere un sen– timento. ma formare per Cor– mare. cioè peraeaulrc la for• ma per se slessa ... A Venezia Il Pareyson che è stato l°oraanlzzatore e 1·an1- ma1ore del Coneresso stesso ha parlato sul tema: J'ln•n• pretazlone dell'opera d"arte. Ed è anch'egli apparso un ragionatore acuto e un crul– co dlslncanlato ed obblenlvo del pensiero Idealistico per cui rastratto 1plrlto universa– le del Croce. nel quale non ha senso parlare di Jlnguàgg10 fi~~ch~lu 1 ;!màes:}tn:p1:~r p~~= parlano runo con l'altro. è corretto con quello veramen– te concreto di società delle pc-rsone. Tra I pensieri più notevoli esprenl dal Pareyson noi ab– biamo notato t seguenti: - La natura della ln1crprctazione dev·essere Insieme rivelatlva cd espressiva: in essa l'ogget– to sl rivela nella misura In cui il soggetto si esprime. sic– chè soggettività ed oggetlivl– tò. Ilbcrtà e fedeltà. sono In proporzione diretta non In– versa. NeUa Interpretazione esiste un saldissimo criterio di verità cd una norma chia– rissima ed è l'opera stessa •. Per cul ea:11 conclude: .. Lo studi o della Interpretazione dc.ll" opera d'arte mette In lu– ce l' Inscindibile nesso che sus- spazio. In rapporto al quale I hanno In sé una loro parti– le figure trovano posto e de- colare necessità ad esprimer– terminano l risulta!! dt'Jla I si. ll Muhro ha approfondito ~!~~l:al~on e l'~i~~~ou~~~?"t~:j I ~eul~~~e o:~~:a~~o~!tt~e~ja p~;= grandi imperi agrari - e .. la per. prof~uore n<'ll·Unlvenl– irchltettura moderna trovél tà ·•il t:a11rorn1a. a uno p~:C'o– uno del suoi motivi dl canto loa;umo facile l" supC'rfl_c1a1e nel poema dell'angolo reno o a cer:o au~to pslcoana,lt:co del signor Le Corbu1ier. E la del Rud .. intenzione puramente este• n tema • arte e società .. Ile.a si afferma nell'mcontro trovò rra I tuoi relatori An– con !°esigenza puramenle utl- Ionio Banli dc!rUnlv('n1tb dt lita ria... Milano Il quale volle dare uno A parte le asplrazlonl de- si;t:uardo ampio a1 probi('mt solanti per una torma d'arte che sors;tono In tema di socia– moderna che pare debba na- lilà detrarle: l"lnlluenza che !c~~~::;sa~i~~o:et~~ cf4!~~~~ art~ 0 ~~e e~~~~~tr~c!u 1J;8~~~1!~ sure di colori e di toni, di lltà. la funzione dell°arte o~– forme plas1lche e di volumi gl. In tempi di problemi so– spazlall. Il pro(. Huyghe cl claU. di elevazione delle mas– scmbra veram('ntc Il teorico se alla cultura. di prt>domin10 dl un Vangelo dlsumanato e della tecnica. disincarnato a·amore. simile a Pur essendo contrari ai teo– lnfortuna1a e infelice fanclul- .!cl dell'arte pura con l'accct– la cui mac;lre natura abbia tazlone del men valori !or– passata la pialla e tolta qual- mail sino all°astrattlsmo. alla s!asl avvenenza. perfino quel- deformazione In sen:10 surrea– la del sorrlso. llstlco o metafisico. slamo Noi non crediamo. pro!es- ~gualmente contrari a Quanto sor Huyghe. che U problema asserisce Il Bantl nella secon– sla nel - tentativo degU astrat- da parte della sua relazione, ~set~t~~I s1ieEa:~1~ee r~1:i1egi!r~ I i!~1caal ~~~~~r: 0 f~ 1 d~ 1 p~isaai1~; della pura materia. la mate- per una forma d·arte figura– ria concreta la quale stugge liva o di poesia o di prosa mo– alla disciplina di qualsiasi tor- derna. Anche se pensiamo che ma concettuale ... Noi pens1a- !"Impegno sociale sia spesso mo che il problema sia nello vivissimo nell"opna dell°arti– splrlto, nel sentimento e nel- sta e dello scn:tore e ques;to In ogni periodo di civiltà e con l'esls;tenz:1 d1 un mn:ivo del pensiero. e del sentimento Poesie di Vittoria Diciotti <."he è Il slgnlf1ca10 più pru– tondo del tempo In cui egli vive. Ma In quale misura e In quale rapporto è cerio im– portante determinare. Evi.den– tcmente con una squisita sen- Anche tu, come mc, sei solo. ma la tua solitudine è cosi vasta da formare unl\ferso In esso vite raccogli che Inchiodi nelle pagine del libri. Anche tu. come mc. sei solo. eppure sai sopport3rc dentro te stesso di ritrovare Il Nulla A me fa· Invece paura: tienimi entro il cavo della mano pcrchè sono come un phpplce presso la bocca d'un bambino () Nel cerchio di luce che si riflette dondolando suiJ'asfalto l'ombra d'un bacio s'è perduta. Poi Il vento l'ha alzata e appesa n un ramo, foglia becchettata dall'usignolo disperato. (.) nuova, Il ricordo nel sole 10 smarrisco ~~; feel~rnnii;c diu~~r::\:~•ar~~~~fa ritrovo nel silenzio 11 tuo sorriso. \') Sono felice Non In esultante passione * ma ln tenerezza. E ogni albero è un tempo: ogni foglia parola di questa m1a solitaria felicità. o Bocca senza calore. bacio morto TI guardo parlare ariditò e sogno sogni. Un cane ha fame una donna ha freddo un uomo ha paura qualcuno è stato ucciso. Ogni giorno l'umanità tl fa vecchio e tl porta, senza volerlo, alle soglie di Dio. o Cavallo nero. segno di morte. froge spumonU, criniera d1 fuoco: cavallo nero, Irrequieto e remoto dentro le tenebre. Risuona 11 suo passo nitrisce e rincorre s·lmpcnna e rlfuggf' ritorna e scalpita a soglia di pietra di muro di notte. Cavallo nero. Irrequieto e remoto dentro le tenebre VITTORIA OICIOTTJ slblllth per Il motivo umano e quindi sociale. ma con una determinante coscienza inell– vlduale e quindi dello spi mo creatllre 1n cui fantasia. sen- timento e molivo morale del proprio sentJre nel distacco e la contemplazione di lutto un mondo delle Immagini. siano I veri presupposti di un·ope- ra di creazione e i suol in– trinseci e necessari valori. Questo a pe:rere noslro non s1 può ottenere se. non in una rivalutazione completa e pro– fonda della personalità uma– na. proprio in quanto ta.e viva voce di una coscienza del tempo e non facile ves– sillifero di occasionali poie– mlche. di tc-or!chc del gus:o e vanaell del puro formali– smo che si prestano tanlo be– ne a un eslblzlonlsmo di ma– niera, segno della povertà e miseria della fantasla e del senUmento. Il maggiore teorico e crltl– ro di una scienza dell'esteuca tl ~~~~u\~~~ cl:q.U:entd:b~~i fondamenta nel !rammentarl– smo del 1uo pensiero: lo sto– ricismo lavano sorre.tto dal– l'artltlcJoso leeame della cir- colarità dello spirito. E' un ratto che alla data del 1048. alla terza edizione del Nuovi Saggi di Estetica 11 Croce. nel capitolo conclusivo Ironicamente dedicato alla --fi– losofia teologizzante .. richia- mi rattenzlone sull'unità dello .. L'esempio più manifesto e più rilevante, ha scritto Spi– rito. della maniera In cui la estetica filosofica è riuscila a suggestionare e ad anchilo1are l'attività deu·artlsta si ha pro• prlo In funzione della teoria della aconccttual11à deU'arte. Una volta contrapposto il lln– j?ua.g~lo artistico aJ linguaggio logico è nata e si è lnglgan– tlrn a poco a poco la preoc– cupazione di una Uberazlone totale dal mondo del concet- 10. Anzi. se nel conceno si vede la condizione dell'attl– vllà pratica dcll'uomo e della sua concreta vita sociale, si è voluto giungere fino all'e– straneazione totale del mondo dell'arte dal mondo reale e si è parlato addirittura di una di'.'!umanlzzazionc dell'arte. li pittore ha cosl ragionato: sa non posso dipingere un al– bero senza dipingere anche l'albero ebbene rinunzio al– l'uno e all'altro: Il mio dlpln– gere non dovrà essere comun– que deflolblle. '----------------------------------------~ !fe~~~ ~u~n~todne~e[t~al~1lllJ:: Per tale via si è cercato di potenziare la .. libertà .. del– rarllsta e la • purezza .. e ras– solu1ezza della creazione. In c!rettl l1 risultato è stato ben misero. perchè una libertà fondata su di una esclu:11one è sol!anto una contraddizio– ne In termini. La realtà esclu– sa non poteva non condizio– nare quella ipostatizzata e al contenuto escluso si è dovu– to necessariamente sostituire un altro contenuto definito appunto dall'esclusione. Sono cosl nate le teorie della nuo– va arte: simbolismo, dadai– smo. cubismo. ermetismo. sur– realismo, astrattismo e lnfini- che rartista fa o che è co– stretto a fare. le sue manie o le sue debolezze. l'elenco del suoi amori o delle sue di– sgrazie coniugali. Questi fat• tori possono avere tutral più un valore Indiretto. A noi ln- ::r~~a ~;,1s~!r~,~~/~!ll~us~; coscienza di poeta e si fa con– templazione e fantasia. quindi forma e llnguagglo. Ed è ne– cessarlo che di quella co– scienza poetica s·indaeh!no I valori del sentlmenlo e del pensiero. la necessità dello spirito che U muove e li esprime e sovratutto Il ... sen– te ... li .. vive .. a tal pucto da ~f~~n;e~g~?~~ !!11~ 0~ :~~~: ne alla quale crede come alla sua vera cd unica realtà. Per– chè è la sua poesia, U suo mondo figurativo o muslca- ~1· :1st~~~ fe~~s~d~ 0 d1 10 J ~e,{: creazione. nella coscienza del poeta. alcuna vlbrazlont o motivo di vita. senza rischiare di frantumarne l'unità. la bel– lezza e la fecondità della 10- tale partecipazione dell'esse– re... Siechè. se di dover es– sere si vuole ancora continua– re a parlare - ha dello Spi– rito a Venezia in una disa– mina sottile e acuta della ne– gatività dei sistemi definiti trappole di pensiero - la fi– nalità può comprendersi a patto di risolverla In quella son. pur Impegnando tutto Il suo discorrere sul concetto che ., l'arte è pura formathi!– tà • e negando una corrispon– denza neile ragioni spirituali di una coscienza come • di– pendenza .. o .. derivazione .. e rnnio meno risultanza auto– matica o meccanlca. spiega la corrispondenza mede11ma .. con una radicale Identità: è una relazione profonda e so– :1tanzlale, per cui si può dlre cbe. nell'arte. una determina– ta spiritualità è Il suo pro– prio stile... uno stile singolo e Irripetibile non è altro che l'Intera spiritualità e umani• tà ed esperienza di una per– sona che. postasi sotto l1 se– gno della formatlvlth. si è fat– ta. essa stessa. Il suo modo di formare. è diventata quel par– tlcolarlsalmo modo di forma– re che può essere sol\an10 suo ... Noi pensiamo che col tempo il Pareyson darà ma11:glorpe– so alla personalità umana del– l'artista. senza lasciarsi pren– dere la mano da un certo ti– more revcrenz.tale alia pura forma rischiando. comunque. di farne un'astrazione. Il che ml sembra il lascito pericolo– so dell'ereditò crociana. Per cui si parla di - intenzione formativa .. dl .. rormn for– mante .. di un·arte che è « pu– ra rormatlvltà. che non ha una • {unzione espressiva .. perchè .. ciò che le è. speci- se, colpa della !.retta o Ironia della sorte, i duè nomi figuravano ancora nell'elenco complessivo Jegli autori, con l'ind!cazio· ne della pagina soppressa. viene a trovarsi il critico storico di fron– te al determinarsi e al precipitare di av– venimenti politico-militari cosi scombus• solanti da imporgli rimmediata entrata In vigore di un nuovo punto di vista nel– l'osservare e nel giudicare tutt'un rerio– do. tutfun movimento sui quali fino a !eri riteneva Invece d1 aver già operato qual– che giusta e stabile sistemazione. Per fortuna la Storia. del Mom1gliano è di quelle che St ristampano continuamen– te e nella sesta edizione (1947) l'inconve– niente è stato eliminato. La • defasc:stiz– zazione • è stata completata. Ma noi con– tinuiamo a domandarci se si possa, in una Storia letteraria, per sopravvenute con– siderazioni politiche, scancellare uno scrit– tore dopo che v·era compreso e lodato. E che dire della presunzione di fare B si– lenzio, il vuoto Intorno a Giovanni Gen– tile? Non a storture di tanta grossezza doveva mirare le « de!ascistizzazione li im– posta dai programmi scolastici. Le rag!o– ni della cultura? Le esigenze della vita? Bisogna aggiungere che, purtroppo, per quanto si riferisce al Gentile, non sono rispett3te nemmeno nelle altre Storie :et• terarle del Novecento. La cronaca. coi suol alti e bassi. vi occupa ancora un ec– cessivo spazio. Tuttavia meno di qm1nto gliene assegna uno dei giovani i:tutori, certo G. C., delle Autobiografie raccolte nel Quaderni dì Humanitas (Morcelllana. Brescia, 194.8). Costui non esagera nel so– stenere che vi furono « critici seri!ssiml li i quali « nell'Immancabile ultimo capito– lo di tutte le storie letterarie li non s: fe– cero scrupolo di dedicare ali'« Uomo li « al– trettante pagine quante magari alla poe– sia del Manzoni... •? Ma ben diversa, rispetto a quella del critico letterario, è la condizione in cui Al critico storico. che s·era magari ado– perato per rintracciare e ricollegare gli antecedenti e le ragioni di quel periodo e di quel movimento si da Inquadrarli dentro una cornice a suo parere irremo– vibile, quasi d1 punto In bianco al cnllco storico può capitare di dover prendere at– to di nuovi fatti e di doverne dedurre con– siderazioni del tutto in contrasto col giu– dizio fonnulato sino al giorno dello sco:n– bussolo. E nell'obbligo di basarsi sui fatti della storia, pur mutevoli e rivoltanti, r:s:ede un poco anche la libertà del critico slo• rico. Padronissimo, quei latti. di .:nnti– nuarli a valutare secondo una sua par– ticolare interpretazione, ma non può non attenervisi. Tuttavia con libertà, quan– d·anche tali da Imporgli grosse detrazio– ni e modifiche nei bilanci e negli ap– prezzamenti già in corso su quel periodo e su quel mov~mento e gia ritenuti !nsu– scettibili di aJlra variante che non fosse una continuazione e uno svilup~ di quanto sembrava orma\ solidamente re• dlcato. E' il caso del Fascismo e del ven• tennale suo Imperio. Tutt'altra, in confronto, la situazione del critico. Se ieri cedette e considera- slste lrn una rtlosof:a delle forme cd una rllosofla della persona e svela rra l'altro Il fondamentale contributo che all'estetica e alla critica può apport11rc quel principio del– la conecnlalltà ... Le proposte formulate da Ut11z. Novak e con magelor esigenza di particolare con– cretezza da Tatarklcwlcz so– no di grande ln1eresse. In e1- se si dellnca l'eslv;enza di far constatare che U legame fra poetica cd estellca e cioè fra un determinato modo di tare e gustare l'arte e un determi– nalo modo di definirla e con– cepirla. è strettlsslmo ed è ne– cenario situare storlcamen1e. nel gusti e negli ideali arti– stici le diverse estetiche. Que– sto senza cadere In una storia della .. filosofia delle forme• cara al temperamento france– se del slg. Hunhe e molto dlf– fuga In cerla critica moderna organlzza1a perfettamente a tenere alti I valori di certa arte contemporanea la quale. dopo molti decenni di vlla missionaria. dovrebbe costi– tuirsi In .. mu1eo della rivolu– zione permanente • o ..acca– demia della rivoluzione .. elea– gendo presidente onorarlo lo Ulustrc nonno Picasso. di r:ei~,~~ron~l:fe1\~gf~ep~~~ le forme... Un .. regime .. per il quale - la geometria ora:n• nh:zata. la concezione di uno la forza di penslero cbe lo anima e si tramuta In vlr10. di contemplazione e bellezza d'lmmaa:Ine. Ancora e sem– pre In unn .,metaCislca del beUo .. per la quale la rela– zione del giapponese Imaml– chl ha dedicato riflessioni profonde cd acute Indagando la stnittura della bellezza nel– la natura, nella tecnica, nel– l'arte e nel mondo delle per-' sone e Takcuchl sul rapporti (rii arte e natura. Hodln. dell'Instltute or Con– temporany Arts di Londra. ba con1robllanclato !"amore alla tecnica di Assunto, conclu– dendo che I valori spiritual! alfermatl dall'arte sono com– promessi da una civiltà tecni– ca che si basi soltanto auUa scienza e che apprezzi solo 1·u1Ue e l'economico. mentre Jean Wahl ha richiamato la attenzione sul profondo lega– me che esiste tra poesia e 8- losoUa e Della Volpe ba ne– aato il valore della tesi cro– ciana dell'arte come pura lm– majllnE"senza conc('tto. L'americano Thomas Mah– ro ha parlalo sulla .. rorma psicologica dell'attenzion, ..di– stinguendo due tipi di arte; uno che punta proprio suJ- 1·a:tcnzlone cercando di !Is– sarla e attrarla. !"altro. piO. modesto, fatto per essere t,er– ceplto marginalmente. Inte– ressanti le osservazioni suu, • reazioni pslco-n,lche.. che slinz\one .. aome fondamenta– le per combattere 11 vecchio concetto dell°• unità Immobi– le. lndlfrercnte. lrrelallva .. e creare 11 nuovo concello che nasce. vive e si concreta m virtù della • dlst1nzlone delle vane forme dello spirito-. Un concetto che non solo vuol risolvere l'altro hegcllano di pura e semplice .. opposizio– ne viva e alti va .. ma lo ..sca– va più addentro• ne è .. U rondame-nto vero. la condizio– ne, l,ri molla .. e 5plcga la vi– ta del • reale,. nella sua -dia– lettica unilà•, E la figura geo– metrica che lo rlaurume è Il circolo ... Ja più ricca di geo– metrica lrrazlonalltl.l ... Ora. voi ml capite. se ..l'uni– tà del reale • come ~unità dell'essere.. non st concreta se non In una determinata rorma soggettiva che poi al– tro non è che l'unità del mon– do della coscienza del soj?– gttto operanle e quel mondo ~là allo 1tato di potenza e di formazione ..critica• e •a.l– 'Iva• del suo pensiero e del sentimento che 1·an1ma Croce viceversa scinde e- separa oe1 suol valori: il momento etico dello spirito da quello della ~~tu~f1~~nd~e d!fiPaar~~e~ec!~è della .. fantasia... l'attlvitò economica la quale può stare ARTURO BOVI (continua. a pac. 6) zloni extratetterarle e rilasciò patente d1 libera circolaz1one nel cempo artistico a scribacchini Immeritevoli, oggi sl trove– rà Impacciato a doverla ritirare in fret• ta senza confessare d'es~rsl allora rego– lato secondo un criterio OPPortunisUco piuttosto nocivo per il prestigio lette• rario e per l'autonomia artistica. Chi fu applaudlto come valoroso scrittore e, in quanto tale, ott.enne qualche prima re– gistrazione nelle Storie durante il Fasci– smo, non può adesso venire trascurato, ignorato. sooncellato, Inabissato, senza che iJ contrasto del trnttamento salti agli occhi e gridi vendetta. Molti, troppi manuali storici scolasti• ci non spingono oltre la treuazione. Agli autori riesce dlllicile aggiornarla? Non perciò potrà mal bastare la risoluz1ooe di tagliarne via gl1 ultimi antichi capitoli, lasciando in sospeso lo svolgimento dei fatU de Versaglie in poi. La ragio:,.e e, per cosl dire, la preparazione storica del Fascismo essi !°avevano. nelle precedenti edizioni, ritrovata e segnalata e com– mentata e approvate In vari fra:1e;t?:1ti. Le ultime pag.ine quasi non erano che la dimostrazione e la convalida. {Senza con– tare che 11 nostro Interesse .>:-opno su quelle scarognate pagine batte o~g; mag. gtormenle). Eppure è successo; e continuerà ad ac– cadere. Talchè adesso vorremmo s'lHer– marci per un Istante, con nuovo esemeplo. sui pessimi consigll della fretta qua:1do interviene a furia da padrona In testi scolastici che debbono continuare a ri– manere in vendita (per ragioni editoriali, più che didascaliche) senza interruzione. anche se non sono stati ancora corretti, ossia • defaselstlzzatl •. Ak:unl storici hanno creduto che ba– stasse stracciare le ultime pagine. quelle del Fascismo, perchè tutto tornasse, cioè andasse. cioè rimanesse a posto. Un te• gllo: e chl s'è visto s'è visto. Senza preoc– cuparsi se, di conseguenza, si sare~bero trovati a lic~nzlare trattazioni paHtiche ferme al trattalo e al problemi di Ve:-se– glla dopo la prima guerra mondiale, mentre la storia ha tanto progredito da far sembrare quegil anni lncredlbllmen– te lontani, quasi appartenenti a un'al– tr'epoca. L lavoro di ritaglio and1•eJbe oertanto condotto più addentro, In oiù pt,r.~I. ron più pazienza. Altrimenti può caoital't? co– me a pagina 291 dell'Xl edizione t:lel !Il volume del X Corso d; Storia 11 no uso dei Licei classici e scientifici .. di Pietro Silva. Quivi si legge che « il sogno di Crispi, veramente precorritore delle nJo. riosa situazione attuale. era quello., dì un grande lmpero, che avviluppasse tut– ta l'Abissinia». Ed è chiaro che l'at– tualità gloriosa della «situazione. di quando quel paragrafo fu scritto. r.on corrispande più in alcun modo alle s:t ua. zione presente. Quel sogno se n'è tornato fra le nuvole Ciò non pertanto rxt edi– zione di quel lll volume. In cui è c!ato come ancora operoso. reca la data ùel 1947. In certi testi un ulteriore fagliuzzo non cadrebbe giusto? E magari quelchf ritocco. (1947) ENRICO FALQUI

RkJQdWJsaXNoZXIy