la Fiera Letteraria - XII - n. 27 - 7 luglio 1957

Pag. 6 I.:'.N FIERA' I.:ETTER'ART'.N Domenica 7 luglio 1957 Giuseppe Macrì - ARTISTI ITAIAtl.l'I CriSlof aro Guelfo Gherlinzoni Mi sono occupato di tutti con le ,me critiche - st può dire - e soltanto di Giuseppe Macrì-Cristofaro, amico e con– terraneo, che fin dal 1944 aveva dato a vedere chi. fosse. non ho detto nulla. Perchè non lo feci? Che cosa aspettavo? M'iltudevo ch'lgli. dal paese di Cala– bria dove tuttora vive, avesse potu10 in– teressa.re gl'inte-rmediari della cultura, penetrando nel chiuso Tecinto delle mo– stre ufficiali. d'imeresse 11a.zionale, o che avesse potuto organizzare coi prop-n me::i. importanti. mostre personali. pres– so autorevoli botteghe d'arte. Sulla base di quelle presentazioni, sarebbe star.o opportuno certamente intrecciare 1m di- scorso critico. . Invece Giuseppe Afacri-Cri.stofaro nGn s'è mai presentato alle mostre uffictah d'interesse nazionale (s'è presentato sol– tanto atta mostra regionale per mio con– siglio) per mancan=a di fiducia nella ca– pacità selettiva dei dirigenti (e i.nciò non sapremo dargli torto. soLo e/te conside– rassi.mo i. risultati. della più imporrame di esse, la Biennale di Venezia) e non ha mai organizzato una. ·mostra personale, per mancanza di mezzi. H suo paese, do– ve, beffardo e ignorante, non gli ha dato mai credito di. nulla. La· gente passa da anni davanti alla porta. della sua casa. dove ha lo studio, e non si. volta nemme- no a g1tardare. . In tali condizioni è naturale che il la– vora di creazione si svolga a rile11to. Ci sono degli anni in cui il Macrì-Cristofa– ro tace: eppure egli non è occu.pato in altro. Nel sileru:io si. matura la sofferen– za, dalla quale o prima o poi. rampolla l'opera d'arte liberatrice. Giuseppe l\facrì-Cristofaro hlcominciò 'ICOme scultore: Taggiunse una 11orevole capaciti! rappresenativa in certe figuri.ne di presepio in creta. aggraziate e psico– logicamente penetranti.: un'aria incanta– ta e trepida misteriosamente le avvolge– va. Peccato davvero che siano andate di– stnate, prima di essere rese durature con la cottura! Qualche altro suo lavoro in creta è stato divorato dalle fiamme nei comuni forni per niattoni. Forse per questo H Macri - Cristo/aro ha rinun_-iato finora al suo lavoro di scul– tore, che di.ce sempre di volere ripren– dere .. e si è dedicato soltanto all'arte pit– torica, nella quale si è rivelato come pae– seggista. Paesaggi sono infatti. i suoi pic– coli quaciTetti ad olio, dal 1944 ad oggi con un'unica eccezione importante del 1945: « Figura di adolescente trasognato al risveglio dei sensi >l, sul quale ritorne– remo. Nell'opera pittorica dei Macrì-Cristofa– ro son da riconoscere tre periodi: il pri– mo 'nel qttale la. natura è riassunta Liri– camente in uno ::tato d'animo molto sog– gettivo che la colora di. sè. La visione 110n esce dai. limiti di un'equilibrata osserva– zione (i.n questo ha ben lo spirit.o greco di rispetto verso le forme reali deUa vi– ta) ma è come ridotta. alt'intimità del proprio senti-mento di ingenua adorazio– ne delle cose. Quei paesaggi non sono i paesaggi. di una 11atura grandiosa e rea– le, ma i paesaggi. di un. proprio sogno infantile e poetico. Le forme della natu– ra lo interessano più che i suoi colori, e ii proprio colore dell'anima in quel mo– mento vale più del meravoglioso manto della terra. Guardate in <1Paese lontanon quell'alberello solitario che esce da un ~asso, nella campagna scura. come il pro– prio sogno di poesia dalle ombre della vita. Il e Piccolo fiume> com·è freddo nelle sue rive sabbiose, con quelle quer– ce dalle foglie i11giallite e quei monti di sabbia privi di verde! Squilla il verde., invece. in (I. Case in campagna)>, guarda– ta da.l solito alberello solitario. Querce che sembra scoppino dal soverchio rigo– gio primaverile sono quelle 1tni.te insie– me c o ni e in un abbraccio amoroso, m e La quercia di Sili,. I fichi. d'india che la recingono, ·mentre 1tn traito di mare sbiadito si vede in lontan011=a, .sem.bra che trotte-ngano proprio là. in quell'nn– golo di terra, tm pezzo di felicità sogna– ta. E felicità. grida il bianco del muro in alto, accanto al ci.presso, nel «_Colle de– gli ulivi. ,1. dove gli ulivi salgo110 salgono ,u * ,IIARIO L 11 CA J/A Macrì-Cristofaro: « I tre pioppi» grigi e vaporosi. come avt•olti nelle neb~ bie del male fino a quella raggiunta con– quista della vita e dello spi.ri.to. Così co– me felicità raccolta e pericola11te è quel– la della casetta bianca sommersa nel bo– sco di ulivi, in « La casa tra gli alberi)>. là dove u11 cielo purissimo,sopra un col– le rotondeggiante, significa la vittoria dell'anima sognante sulla pesantezza del– la materia. Sempre del 1944 sono « Ulivi a Bo:.ia– lino >), acquistali da Alvaro. dove su un pfano, nella sera, menr.re la luce della speranza si attarda su aLcune zone di ter– ra vercieggiante e fioritu, grandi alberi di ttlfvo, solenni e foschi, trattengono sotto di lo·ro la pace della v"ita campestre, la dolcezza del la.varo facile e naturale. tL pastore che guarda nel pascolo le vacche, la ca p T a.• le pecore. Dtte sentimenti tn contrasto, Quello dell'idillio e quello del dramma., 3i uniscono qui per colorare di sè l'austera bellezza della natura. Men– tre il sentimento dell'umiltà religiosa è quello che prevale in « Umile chiesa dt campagna >). con q1tella luce chiara e quel silenzio in.cantato. Ma già nel 1945, il .Macrì.- Cristo/aro colla sua « Figura di adolescente traso– gnato al risveglio dei sensi>), concentra la sua ricerca pittorica. soltanto nella espressione del proprio sentimento inte– riore. Quel giovineilo nero, dai capeW ricciuti.J dallo sguardo smarrito e sognan– te, dalle fattezze così regolari e solide. come se il pittore avesse adoperato glt scalpelli e non il pennello, non rassomi– glia a nessunoJ e 110n pttò rassomigliare a nessuno: è tm arbitrio della lirica fan– tasia. una creat.ura sorta dal proprio pet– to sotto la spinta di uno sgomento eroti– co, pieno del se11so Teligioso della tata. Come sé in tal modo l'artista a.vesse eer– caro di liberarsi dal proprio soggettivi– smo lirico, le opere posteriori. dal 1917, segnano il secondo 7-?eriodo della sua ~t– rività, con la conqmsta sempre maggio– re di un mondo di luce e di forme. La 11 Fiumara Buonamico li, del 1947, acqw· stata da Angioletti, col suo immenso let- 10 di. sabbia, i verdeggianti pioppi sut:o argine, i monti galoppanti dietro le ,w– bi biancl1e di vento. L'aria verde come In natura che in pri'mavera st risveglia an– che nel desert,o, è ben un canto di cornte grandiosità dal quale sembra allontanar– si. sempre più la presenza soggeitiva del- l'1·• /~~o:;~'::t 1fi~~ ):U:et~~So riprP• sentano i vari motivi dell'ispirazione del l\facri-Cristofaro in tt.;n'unità compositi– va notevole. Guardate l'eleganza dt quei. pioppi, il loro tormento nelle vette, me11- tre il fiume scorre 11el suo corso come la vita e i monti violetti. che di sè ti11gono il mondo sono come il segno deU'eteruo sulle cose che passano. Una casetta dat telti rossi è là, in mezzo. ed è il solito idiLlio di. dolcezza e di pace che accarezza i cuori sofferend. Ma è con le opere del 1551 che t'A. oitiene il massimo dei risultati, éntro i limi.ti del suo secondo tempo. Quella 11 1'.·lieti.tura >) risplende di luce, come nes– sun'altra opera del Macrì-Cristofaro. Vh, L'oro delle messL mentre l'uomo è clti110 a falciare, e una ragazza dal costumino rosso sbiadito, col faz=oletlo bianco, è ac– canto a lui a guardare. Il campo è pic– colo, altri campi sono piccoli. pochi al– beri qua e là. e un colle arido si eleva die1.ro . In quella piccolez::a s'innalza tl suo grido di nostalgia per la bètlez::a df'!• la vita. In quella piccolezza l'anima sua trema di religioso sgomento. Simile a questa per il tema esterno è la « Trebbiatura tra gli. ulivi >l, ma con n.!fn significati e pitì ~omplessa ispirazione. Siamo in un- piano,. coperto di grandi ulivi sonnolenti nella pace del 1neriggio che inclina verso sera. ll-na piccola aia luminosa è sotto di essi, e li in mez:-o alle spighe due vacche pestano il grano col loro lento cammino. Un uomo le so– spinge, mentre un altro col tridente ven– tila la paglia. Pare che in quest'angoletto si raccolga tutta la pace dell'onesto la– voro. t1ttto il sog110di una vita umilmen– te operosa. Gli ulivi si estendono ali'itt· torno. in un infinilo discreto, miserabi:e, e pare riposino, numi tutelari degli uomi– ni come riposa qttel contadi110 stanco ot piedi di uno di essi, nella verità eterna dei gesti e delle forme. 11 Casette a Vurgia )I rappresentano una srrada di campagna, dove ognuno di. r.oi avrebbe camminato volentieri, al braic:o della fidanzata. Ma non c'è nessuno. c'è solo la solitudine e la pace del luogo. E un alto cipresso in fondo. solido come t1.1ia colonna, tttlto chiuso e vigile nel suo ro– lore cupo come un uomo vestito a ltt'10, pare una presenza ammonitrice s,tlfa dolce::za dedl luogo. « Casa colonica )1 è del 1952 ed è uma un'armonia di verde. in un sogno di pa– ce e d'idillio. Oh quella stradetta in curva che s'incammina verso la rustica casetta. com'è vero che è la strada deLla felic~:à! Gli ulivi si vedono chiari e argentei come fossero di vetro: perché qui, dove pure c'è la vigna coi suoi. sterpi appena germo– gliati. tutto è sogno e leggerezza di sog110. Siamo arrivati. cost al 1953 e all'inizio del suo terzo rempo con i (< Tre Pioppi>•. Una strada solitaria di campagna. mura spez::ate. un ango_lo di casa; ma s'innal· =ano i tre pioppi fino a coprire il cielo. Che cosa dunque c'è che prima non ci fosse? C'è che la natura canta da se s'e!l'sa iL rrio11fo, in una sinfonia cosmica. -tiella quale la soggettività lirica è superata e soppressa. L'anima si perde nell'impeto faschiosQ di quel canto. la bellez:a t,a– volge e confonde. La luce vittoriosa non • è assorbita dal proprio soggettivismo che la ri.flette, ma tutto l'universo è un'onda di nrnsica travolgente. 1( Tra Bianco e Bovalino 11 del 1954 r"p- ~~es:u~o;~?a i~ra~f[e~:tap~~~i~ic~ 1 !:t~ezi monti sono chiari come il cielo solc'lto da veli di. nuvole. Alcune piante, il verde. terreno arato; nienle di pittoresco. 11Pl senso volgare della parai.a, e intanto L'anima si allarga alla grande:;;:a. Pittoresco nel senso comune della paro– la, per cui. l'interpretazione dell'opera potrebbe essere fraintesa, è in « Sut!e -i.– ve dei Ionio )1. Ma guardate quel grande pioppo che è come il cuore de!l.a 11at11ra nel golfo, su quel mare azzurro, conside– rate la vita meravigliosa di quella chto· ma possente, e sentirete il fascino della grandiosità detla natura. Così cçmte fasc:- 110 d'incantata bellez=a., dove H mare é parte.predominante, quet mare c/1e prima compariva appena, è 11el « Golfo di Bo– valino i, del 1955. Sono ancora del 1954 1c Pardesca ,,, « An– gelica», « Vecchio convento ,i, <( Benesta– re )) che per brevità non descriviamo. e che tutti hanno i.n comune la vittoria del– lo spirito su se stessi, in u.n rapimento cosmico che ben 11e è il tratto più ca-:"at– teristico. Qui il Macrì-Cristofaro supera la limit.atezza della s-ua giovani.le ;spira.– rione. Proseguendo negli anni. egli con– tinua a non vedere, è vero, i! mondo del– la storia, dei fatti umani. della vita, la tragedia dei. grandi. contrasti; ma sa in– terrogare il mondo detla natura, sotto lo aspetto della bellezza, ne sc·ruta l'essenza, ,1e indaga il ·mistero con cuore commOS$O. Ricerca la bellezza come un greco antico, in /Qtme obbiettivamente armoniose, e col suo spirito di fantasia comunica a noi. un brivido di vita eterna. Non fa te~oro di esperien=e culturali. rutto per lui è vergine, come se mai. nessuno ne iwesse parlato; ma la poie-nza. della sua isti.nti_va visione è tale, la forza della sua astra.:to– ne poetica cosi penetrante, la sua echtet– tezzq. anche nella tentazione delta pre– ;:iositd formale così evidente, che il sito mondo fantastico di forme pittoriche si– gnifica gualche cosa nd panorama com– plesso delle arti contemporanee. ì\lÀRIO LA CAVA * di -l;\'TO:\JO JimXSCHI e Bisognerebbe su on are anavano sottanto-rabilità. la che rivela le ~ele di Guelfo dalla gioia con le trombe sapienza, L'impeano costante, Gherlinzont, ptene di luce e deQli angeli, mentre la poL- l'onestà franca e virile delle d'ombra: e in que_sta dtscre– ~ere e le rar:1natele saranno idee, ~a ci voleva poesia, ta e composta varietà dr rno– t loro lauri,, diceva Voi.- umanita, amore preciso e tivi, s'alza una voce schiet– lard, quando accatastava consolante della ricerca sor- ta. precisa. rasserenata. nella sua bottega i quadri di. retta da una di.qnitd esem- l'istintiva vocazione aL Pissarro, Monet, Degas, Re- plare, .ed e per tutto. quest~ paesapr:1io - che ta_Lvolta noir, Cezanne, Seurat. Van che n facevano dei buoni svealta un lontano ricordo f~fJ~r: ;!;;':::ic:• d::1i"~~~i ?t~~~~iùv~a /~~::i:\fkJ~~~~t{ ::e: l~:fcftf~~n~i:1:::uf~~Pi~ coli di Zola, si. determinava- fidata quasi esclusivamente armonia assoluta - fa dt no i.n legge i giudizi di Je- alla provincia. dove si sa Gherlinzoni una sorta di co- ;~';;;iuC::a:;g,e~~!V~~{e:bgu; ~:,~~~c~isel~~~r6os1~~i':fef ;~~:~~~nid~arf;ta~gz1~~i ~~ s,uprda ferocia, la voce deL le mode s'affonda nel silen- traducono in iaoienti oen– conte di Nieuwerkerke, mi- zio. oppure la sua insidia at- nellate. che sono le parole nistro e direttore Qenerale trae i meno dotati che, con dei pittori. la sua storia ~ delle Arti: e E' una pittura la ~cusa_ di .essere dei. rivo- impressa_in queste tele: esse di democratici, di quella luzwnan, . s, dan'!ano per creano. tl . ltbro della su.a r:1enteche non muta la bian- pr_ow<!mmt, t'!ore1!1t, ma,mfe- fan!as~a, dicono le sue as_pi– cheria ,. Se triste, faticoso e st, QW ve~ch, prima d, na- razton.i .. _ma con . candrda disperato è il cammino dei scere. Chiaro. sereno. qtu· sempltctta. con arto3"a lea– c maestri.,, creatori e rin- sto, e di ques!.O familiare Qerezza. in 1,na meditn.tn ar– novatori, altrettanto J'.1riQia tempo it giudicatore di Fat- ticolazione di pretesti uma– e sconvolgente e l'esistenza dei e piccoli perfettissimi,, come chiama Verlaine i buo– ni, onesti pittori che stanno, con commossa fedeltà, den– tro gli argini deUa loro umi.– le, vera e pulita poesia. Una certa momentanea Qloria ac– compaana i faLsatori. delt'ar· te, quem cioe che sanno ac– contentare, con disincantata furbizia, i capricciosi umori di certi critici che. in pos– sesso .-:.dirabberciate esteti- ~J~dgcd~'t0'fo~l:Zto~isl~ci~~ aati. trop·po spesso aU'avvi– lente moda dei salotti com.e cani al Quinzaatio. Basta che un nome s'affermi. eccola battagliare aspramente a suon di quattrini. le opere di chi., fino al giorno prima, aveva patito la fame, e che, fino al giorno prima era sta– to volutamente messo da parte. Bella e sig11i.ficante è la storia di Alfonso Renoir, un pittorello francese emi– grato in America, che. alla sua prima mostra, 1924. i1I una cittadina di. privincia si. vide assalito da un gruppo affannato di mercanti i qua– li.. costituitisi in consorzio, lo assun.sero con un arasso stipendio di dollari. e ·1esue mediocri. artiaianali tele fu– rono vendute ai miliardari come se fossero quelle di Augusto Renoir. E. cosa davvero strana, l'Alfonso, con t'ammi.rato saluto della stampa, partecipò a feste, ri– cevimenti, pranzi di gala; gli. donarono medaplie, mentre l' A u9usto era gtà morto fin dal 1919. Quando scoppiò lo scandalo. L'Alfonso fu il so– lo ad essere prosciolto, per– chè eqli. pur non essendo il grande pittore, aveva lo stes- GueUo Gherlinzool: «Autoritratto» so coQnome e e viveva coi pen~elU ", come sentenziò i~ tori che, all'atlievo Miseroc- ni. La singolarità della sua P:est~E;nte della corte dt chi, QUardando un paesaggio, pittura è racchiusa nel cer– gmsttzi.a. disse: e Br,avo! Meriti. pro- chio di una probità esempla- L~ ptttur~, OgQi, che si va- prio un mezzo sigaro,. - e re, in una misura che stu· l~ dt frenettche e aQnoscian- gli infilò iL mezzo toscano in pi:.ce, e la sua voce d'arti– t~ forme irrazionali, elle si bocca. IL Miserocchi non sta, cosi puUta, senza inutili nduce a stranissime linee. a a·veva mai fumato, e, daUa e sfor=ate accensioni. resta turqic!,e macchie la cui cor- gioia, prima diventò rosso dentro i confini della sua post~~ giu~ge ~l. grottesco: rosso, poi si fece patlido pat- punwa.le natu;a. Nei viapqi, all~via ah a~ttstt ~a . 0Qnt lido, ma benc11è il mondo gli. m Italia e all e~tei:o,'.ha sa– soLtda ~ostru~t0ne, h. libera sembrasse capovolto, tirò fi- pu~o fisi_ar~ '!e' d1p1_nt1 1,na da oqm grazia creativa, co- no in fondo il toscano, gran- felice dtstrn_-rnne di atmo– sicche la facilità e L'iQnoran- de premio di un Qrande sfera; l'alba, il silenzio lu– za sono i. capisaldi, le basi, maestro. Questo disteso e minoso dei prati. l'aqitato i teorici puntelli per di.pin- tranquillo clima s·avverte verde delle colline, l'immo– gere. E, spesso, si ri.dicoliz- nella pittitra dì- Guelfo bile quiete dei boschi. il so– za H passato, l'ottocento e Gherlin.zoni. La cui esisten- le che pare abbassarsi. sui in 9e11ere i 1;>ittori. dJ, c.as ~ za, in un. conti.nito appartar- campi gialli di s_toppìe. o di nostra come tn~ocentt ~ntti- si, per l'umiltà c1te auida la quand~ la nebbia. çome se me del sentimentalismo. sua fatica d'uomo, passa fosse. il turno de_l cielo. t·e~ della sfatta e singhiozzante inosservata ai frettolosi. cri- ste d~ ang10 e d} freddo ol~ at:m~sfe_ra. !1,ove çampeQaia- tici d'oggi, impegnati. a so- al~en nel tramonto. Ed e no mtnsttti colori, e per la stenere una teoretica agita- qui d~'!e e.merpe ~a sua per– esasperante verità delle fi- ta e sconvolgente. La genti- sonaltta: . t color.i cantano, pure, della terra, dei boschi, lezza è un sef]no raro. quasi con r_es,ptro tOttt!rtlt.O e fe. dei laghi, det cielo, del ven- incredibile. disse Boldini. ed dele: tn una pe;enne .scoper– to e della pioggia. In Quella è proprio la pentilezza. una ta d amore e dt poesia. felice s!aQione non abbi.so - sommessa e felice misiira, Al'\TOXIO i\~ELUSCm Artisti i aliani: LlCJANO TAST1\Llll Let~era ,nusicale dalla Spagna * di. GICSEPPE 7.'EDESCH I Pre.sunzioni a parte, ci piace dire che noi siamo stati tra i primi a scoprire certi toni e vocazioni I]el lavoro di Tastaldi e questo piacere si solidifica se com– pariamo i nostri giudizi a nuelli di un Guglielmo Pei.rce (sul «Borghese»), di un Michele Biancale (su e La Notte») etc. Peirce dice che Tastaldi è e un pittore che dà dei punti ai professionisti> e questo era pressappoco il discorso che noi proprio da questo stesso giornale, fa– cevamo qualche tempo fa a proposito dei suoi e toni discreti: un tono oggi poco valutato dai vescovi della critica d'arte». Tastaldi non è un professionista ma la sua pas– sione all'arte non è perciò meno spontanea e urgente: quasi un bisogno n~turale. La sua preparazione è le- Luciano Tastaldi: • )iatura. morta» gata ai libri d'arte (vh·e dalla mattina alla sera tra i libri alla Libreria Hoepli dove e tra i direttori) e alla sua congeniale ricerca: di forme, di colori, di paesaggi, dì profili. La sua produzione artistica è tra le più umana– mente particolari nel senso che in tutte le sue opere si trasmette la discrezione e la solitudine del suo carat– tere. (Vero anche che ogni espressione artistica de– nota sempre il carattere dell'artista in una forma mol– to più chiara e definitiva che non nella vita pratica dove si dovrà contare sulrambiente. e si dovrà ade– guare a tradizioni, a ordini, a una vita nOn esclusiva}. Per Tastaldi invece pare che il rapporto vita-arte sia tutto fuso e che uno debba compendiare e uniformare l'altro. li suo è un carattere discreto, solitario, ordinato e questi atteggiamenti respirano tu~te le sue opere. Ed è anche un carattere di piccole ambizioni: e ciò in un'epoca dove le ambizioni diventano il dramma quo– tidiano di tutti, è una vera qualità. Tastaldi ha un estro poetico che ricava con i suoi viola, i verde, i rosso e i bleu che poi sono i suoi colori preferiti e a lui più congeniali. La sua scelta è forse nel disegno da cui il più delle volte non ama trarre altre prove. Il paesaggio • è la visione preferita con il ritratto (alcuni ritratti della moglie sono quanto di più poetico sia stato fatto :n questi ultimi tempi nello stesso genere). I suoi pae– saggi paesani, i paesagg:i delle sue terre di origine danno una misura di grande poesia. Ha un grande senso proporzionale, di miniatura. Alcune opere non superano il formato 8 x 10 e qui nella esiguità dello spazio :I suo estro assume forme davvero sorprendenti. La sua mostra aila Belsi3.na sollecitata da Rolando Monti è stata una buona sorpresa per molti e ha confermato la legittimità dei selezionatori della Qua– driennale che lo hanno inserito nella VI e nella VlI edizione. Non pensiamo di dire frasi grosse (né lo vorremmo proprio per quella mancanza di ambizione che di– stingue questo pittore e la sua opera) ma il lavoro d1 Tastaldi rimarrà nella cronistoria di questi anni non solo per il !atto artistico quanto principalmente a esempio di un costume .• GTUSEPPETEDESCHI * ' di ALDA BBLLASICH Al confine franco-spagnolo di scuola nazionale operata at- quello d1 Falla, quasi a r1pe- avvenga tutta\"1a una acce::.i.- trancese e:-a sern~o da cata– Port Bou o di lrun i ireni in- traverso J assimilazione e Ja tere il bmom.Jo Albeniz-Gran.a- zione totale del S-lStema. Tra 1 Iizzatore delle rruglion doti na– ternazionali si fermano: i Fer- rielaborazione del patrimonio dos il• divario di valori rima- cosiddetti cinque della Scuola tive. Ed è ovvio infatti che un rocariles Espaftoles provvedono popolare. In tempi più recenti ne piuttosto evidente. di Madrid. alunni tutti di D. contatto fecondo non può limi– al traffico della penisola fa- Manuel de Falla porta a ma- Ernesto Hall!ter, unico disce- Julio Gomez, emergono A:::i!o-tarsi ad una formazione acca– cendo uso di uno scartamento turazione rapidissima una tra- polo di Fal1a e che ora std nio Garcia Abril e Moren,:, demica fuori ciei contini patru diverso da quello della .nag- dizione di cosl fresca data e la lavorando alla revis.ioc1e della Buendia; ma la loro produ· ma deve attuarsi come rap– gior parte dei paesi europei. sua musica interpreta in mod,:, ulti.11a opera incompiuta de.I zione. come quella degli altri porto e scambio profondo e vi• Sia questa particolarità' ele- ancor più raffinato, oltre che maestro. appare musicista di tre Bernaola, Angu.lo e Arteo- tale. (presupponendo una cer– mento di sicurezza o di pacif.i- moderno. l'anima spagnola. Ma grande facilità ma la sua pro- ga, è poco conosçiuta neil::l ta genialità assimilatrice e ne– ca difesa delle vie terrestri di è musica, quella di Falla. che duzione non è molto indica- stessa Spagn<l e. comunque. a \aboratrice). Lo stesso proble– accesso. il commercio con re- varca i confini di Spagna e tiva. Come Hall!ter opera.:iu a carattere conser.1atore. ma di rapporto può riscon– stero ne riceve un ritmo più parla un linguaggio universale Madrid Jestis Guridi ed O.i.:U A Barcelona che per antica trarsi in relazione al folclore. pacato, leggermente guardingo. non meno deUa dolce elegia Espi.i, abilissimo orchestrator>? consuetudine 'ha più inte.,si Qui l'esempio di Bart6k viene Stiamo per arrivare in un pae- andalusa del Plat.ero di Jime- LI primo. studioso profondo rapporti soprattutto con la v1- quasi automatico: anche Bar– .se cui la posizione geogra!tca nez o dei Canti gitani e an- della musica popolare Jevan- cina Francia e che ha un po' t6k lavorava su un folclore e la funzione storica degli ulti- dalusi di Lorca. tina il secondo, entrambi in sempre fatto parte a sè (q~:i- mo I t o indi\·iduato. eppur<! mi decenn~ hanno assegnato un A dieci anni o pQCOpiù da!- ~ssesso d.i un ragguardevo:.:.S- si più t::apitale della Catalw1a "'.nessuno .con:ie lui ~a sapu~o post? speciale nel q~adro de:1- la morte di Falla. qual·è la si- s1mo mestiere. che capoluogo di provi:lcia r1:50lv~re il lingu~gg10 etno!o– le .vicende. e~ropee; il paese m tuazione della musica spagno- Il catalano Mompou, di cu1 spagnola). l'attività musicale ~i nico m gust? decisamente mo– cui !a tradmone h~ valore no.r- la? ~bbiamo sentito Joaqwn S(!OO note le_ dolci e ond~~- accentra intorno alle figure di derno 7 e. rif)ett~ndo stru:turt> maIlvo e fa, anch essa da W- Rodrigo parlare dell'opera d1 g1anti .. Canciones Y Da:.1sas,. Montsalvatge e Z:imacok Ma melodiche e rnm1che del melo.i tro 3:gli,in!lussi 1:sterni e ai ti- Fall~ c~me di. una. grand~ mu- per pianotor:te, riassume da sè i giovanissimi, come Alberto popolare: trasfi;urare il tutto Oess1 d1 nuove idee. raglia ci.nese tn cu1 non sta fa- la sua esteuca e la sua po.;t- Blancafort e Narciso Bonet ~o- m un lmguagg10 personallss•- Lo scartamento diverso vale e.ile aprire una breccia per pro- zione che, con sottile possib.i- no di tendenze ava 112 ate e si mo .di alta e. universale spiri– per il commercio delle idee cedere oltre. Questa consa;,e- lità di equivoco, definisce con avventurano anche tra quel!i tualità. Se ci si chiede dun– non meno che per quello delle volezza di una posizione statica queste parole: ...tendenza alJa che a volte in Spagna si sen- que perch~ è più facile per cose e la tradizione impregna e della difficollà di fare l)pè- musica intima, musica allo sta- tono definire i • pericolosi sco- un composi.ore spagnolo esse• cosi fortemente di sè alcune ra valida e originale finchè Sl to puro. pervasa da un'ansia glt della dodec1!onia ... re ~ominato dal s1,10 folclore mani!es1azioni de~o spirit~ rim~ng::i-..di qua .. nel cammi- di reazione al cerebralismo L-:t- Con questa rapida rasse~na mus1c~e .aJ?!ichè dominarlo . .s! f p~;~~~ftid~h~eup~~bz;::o q~:i r:cc}~~~cait 0 co~~i~~alee v~~nch~ ~~~~~::ia °a1i~a rn ~~!a di er;;~: ~igl:i 0 n~~·r/ q~~t d~~1\re~~~~~ ~f~~r ~~t: 1 ~~~Yci~n-a g~u:lt;~ vire da stimolo al rinnova- si offrono al rinnovamento, ratorio e tendente a un lirismo !usi. Mufioz :\'Iolleda ; Manuel spa~nolo. nel suo carattere de– mento. Se nel quadro di una parte da colui che. dopo la passato attraverso il setaccio Castillo. del giovane madn!e- fin1?vo _di ritmo ternario o bi– tradizione antichissima si col- comparsa del .. Concerto <ii dell'esperienza musicale degli no Francisco Cales. del cata- n.ano d1 danza o ancora. come loca l'elemento _folclore si ve- Aranjuez • per chitarra e or- anni anteriori•. !ano Toldni ecc. è quasi com- s1 diceva prima. nella sua r1- drà come questo as :m.ma una chestra è consideralo,• ullic11.l- Come Guridi ed Espia :ui- pleto il quadro dei musici<,ti spond~nza . immedia;a a un:i ~unzione~ ui:i .pes.o particolare ~e_nl~. uno d~i mctggior._im:.i- che.Manu'71 Palau viene da 1•n ahualmente operanti in Spa- p_ulsazione mte!na_ part~colarb– m una già 1suntiva tendenza s1c1su spagnoli e successore di periodo d1 formazione fnnca- gna. In nessuno di essi si ri- sima. Per cm l arnphamento all'isolamento. Pochi popoli FalJa. Ma considerando ciò eh:? se e. più aperto a p:.obiemi e pete la completezza e univu- della concezione ritmica. es.'e- fi1~~~~~t~~nt:1~~e~t~nfitr;i;c0o01~ f~ ~~a~~~d~fe~~o l'~~~::!~f~: ~~d ~!~e ~°:J~:~1ùs~s:. ~:g~ d!li~a11!. e~~~ef~~;11ne~/'}f°J~~ d~11: 0 ~:lod~~a in st ~~~~~fCI~ affascinante. che venga incon: che, come Rodrigo. nonostante polit?nalità ~ degli antichi si- golare fenomeno per cui un r~~o. rimane inattuata e non tro con tale abbond&.nza d1 la sua .consapevolezza. così an. slem1 '!lodali Intorno a bi si popolo che possiede un is!ln- diviene_ nemmeno necess:1·:l spunli e tanta potenza di se- che gh altri compositori più raccoghe la giovane scuola va- to musicale cosl potente :ion espressiva. Dalla musica spa– duzione. rappresentativi si trovrno :i"l- lencìana. riesce a dare un grande mJ.- gnola più recente ci si può Il ritorno alle fonti vive del- cara al di qua de:lla grande Tra i giovanissimi della cer- sicista possono \"alere due .:'.on-aspettarn ,mcora una risposta la musica popolare non è cert~ ml!raglia. La musica, che Joa- chia madrilena emerge Cristo- siderazioni: la pesante eredi•à a qu~sti. prob.Je1:ni:_ le opere d• fenom~no nuovo. anche se di qum Turma ha lasciato. a•tm- bal _H~ll!ter. a1:1toredi una ,e- di un folclore iroppo affasç.i- alcum ~l~\·a01ss1m1 so~~ tr. ta- ~~~Tca10 c;l~~~ar~·:~r:e~~o ,.~\~!:1:~aa~ct;!~~~~~ a~~~lu:~m~~: ~~ ~~i}~~~ma n~;' 11 ~~n~re;;s~·o:a~; ~i~~~- c~~ta~Tn~i~z~e t\ù s~~~; ~ee. ~\tr~~l;:!at_il~ 0 ~hec~. di~!~t mz. le da!lze spagnole e lelattual:.nonostante l'analogia d: invano le voci di Strawrnskj correnti del pemiero. del lin- vano. le ragioni per cm rope– Goyescas dt Granados segnano formazione e tendenze. e nono- e di Bart6k e non gli sono guaggio, della tecnica musica.Je ra dt F~lla ap-paie a :ua·oggi P.er la Spagna. il ~omei:ito fe- stante che. il nome di ~rina e~tranee neppure delle espe- contemporanea. ln Faila il con- quella di un _2 :randesolita.lo . ltce della rinascita di una venga cosi spesso associato a rienze dodecafoniche, senza che tatto con l'impressionismo ALDA BELLASICH

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