la Fiera Letteraria - XII - n. 27 - 7 luglio 1957

Domenica 7 luglio 1957 t'N FIERA' LETTERJ\Rl'N T'ae. 5 NARRATORI DELLA FIERA LETTERARIA UNA TERRA PER NOI dagno per gli isolà'n:, e nessuno di not penserà più ad andarsene. Ma per arri– \'are a questo risultato bisognerà faci– litare il cammino ai forestieri. !are pre– sto, sfruttare ogni risorsa lecita e 11:e– .. ta ... Propagandare la fiducia negli sca– v:. dimostrare che l'espatrio contrasta con i nostri interessi... e magari. perche no?. spargere la voce che l'istanza è illegittima. fondata sulle estorsioni e sulle minacce ... su certe minacce. \"oi lo sapete meglio di me. :-Jon ran•men– t.ste? >. Giuseppe Cassieri Amelia discese l;, scorciatoia d1i~le Saline e raggiunse l'jmbarcadero: deno– minaz.ione impropria con cui si designa· va la grezza cala del traghetto provvista di un orlo permanente di spiaggia e defi– nita a sinistra. dal profilo taglienti!? di roccia bruciata che degradava nell'~c– qua per alcune decine di metri. Oltre la minuta scogliera spuntavano gli em– blemi della marina grande. della ba:a: alberature di velieri adibiti aJ traspor.o della legna_, col tricolore issato, in attesa che rinforzasse il vento per mettersi sulla rotta; alberelli di paranze prove– nienti dalla Pe?agosa e dal continente e attraccate in attesa c!elle ore notturne per spingersi al largo. fuori del pet1r:le– uo isolano. Si rincorrevano con guaiti amorosi. i cuccioli di bordo. si arrampicavano sulle murate, pretendevano compagnia dagli equipaggi allungati a petto nudo sui boc– caporti. Ogni tanto un marinaio sgrida\·a il suo cucc10!0. per punirlo lo gettava in acqua e lo ripescava con la fune. Scalfivano l'azzurro cortine fumogene di pece cotta. 1 gabbiani vi entravano. ne uscivano in picchiata, divertiti, sem– brava. a resistervi a becco chiuso. Offen– devano la quiete i colpi d'ascia. N0n si \'edeva l'uomo. non si distingueva P.1g– getto della fatica: perciò quei colpi na– scevano dall'assurdo: atto di s~izz.a ripe– ;.uto. ossessivo di uno spirito dannato. Nello specchio dell"imbarcadero, govn– nato da un esilissimo guinzaglio. ruzza\·a un battello. a capriccio di corrente. Appena Valentino scorse la signora Amelia entrò lesto in mare. spinse il bat– tello fin sotto i piedi della passegger:1 e l'aiutò a sedersi a poppa. Di fronte, selvatico e artiglioso, cre– sceva il massiccio versante di San Do– mino. Dopo l'arsa superficie di San Foca. l'isola che si avvicinava faceva pensare al regno dell'ombra: una verde immensa nuvola arboTizzatasi li per caso e che palesava subito la sua natura invadente mimetizzando perfino gli accessi. Cirri anfratti e botri. pale di tichidindia -pun– gitopo quercioli eucaliptus e pinastri. -soprattutto pinastri: alcuni, con le ra- ' dici semiscoperte, tenuti in salvo dal senso materno della terra: altri spavaldi come acrobati pericolanti nel vuoto; nessuna visibile insenatura. nessuna trac– cia di viabilità. San Domino avrebbe messo in imbarazzo chiunque nùn fo3se stato guidato dal traghettatore o dalJa esperienza. Amelia si chiedeva infatti do\'e mai sarebbero sbarcati. giacchè ne aveva perduto la memoria e non si scorgevano che scogli di tutte le grandezze in mezzo :ti quali si transitava grazie all'abilità del remo; scogli traditori. a pelo d'acqua. avvertibili di quando in quando per un riccio di spuma, dove il dente era più aguzzo. Ma la prua del battello virò al.l'impro\·– viso come se do\'esse tornare indietro. e si arenò mollemente sulle alghe di una deliziosa risacca. « Appoggiatevi a me - disse C pesca– tore offrendo le spal!e - E fate con co– modo. Vi aspetterò •· Amelia saltò a terra. si guardò intorno e fu come se il luogo non a\'~Se più ra– gione di tenere la celata: a\'e\·a ricono· sciuto la \'isitatrice. Ciò che pocanzi era malsicuro e aspro, si ri\•elava p:an piano consueto. intimo, quasi che l'ult;mo Hp– prodo ,fosse di ieri. non di vent'anni fa. Le provocava una strana palpitazione questa fusione di tempi. Dov·era vissuta? Cosa le era valso girare il mondo. sof · frirne le ambizioni. se le pietre dei ~n– tieri continuavano a sfarinarsi con infi– nita lentezza sotto il calcagno dei pesca– tori: se la pineta. al solito. simulava una orchestra che attende il direttore per sfrenarsi in concerto, e intanto il cardel– lino. una quaglia, una pigna caduta al suolo ne denunziavano l'impazienza. e ri scopriva che i rami più alti, p!'ivilegiati. già sussurravano alla brezza. e i pen– sieri. per una sorta di emulazione. ten· tavano pur essi di salire. farsi più alti e cogliere le primizie del \·ento? Anche la storia dei pinastri non mu– ta\·a. Lo stupore dell'infanzia aìlorchè 11 padre narra\'a ad ·orecchi preparati al mistero: « Guarda San Domino! Vedi la pineta? Tanti tronchi!? Ebbene non sono t:-onchi, ma anime del purgatorio... La notte urlano )>. « Anime? E le anime si toccano? ». Quante \'Olte Amelia ave\·a ri\'olto al padre la domanda sulla tan– gibilità delle anime. « Sì, si toccano. ~ sai a chi appartengono le più grosse? a, frati pecc-atori che vivevano nell"Abbaz1a di San Foca ... Prima i benedettini. poi 1 cistercensi. poi i lateranensi... (quanta puntualità nella voce paterna!) Peccava– no. i frati. e i superiori li condannavano alla pene. Per ogni peccato confessato. un albero da piantare. Così è nata la selva di San Domino! 11. Sorrise Amelia al pensiero che i pec– cati non fossero aumenta':i durante la sua a~enza µoichè la pineta non appariva più folta. Al contrario. qualche albero era stato reciso per tramutarsi forse in car– bonella: segno dunque di anime ~iberaie. E molti tronchi gocciavano lacnme ap– piccicose di resina in bicchieri di la!ta: segno che s'intendeva raccogliere e fer– tilizzare il dolore dei ravveduti. . Salendo per il viottolo il panorama s1 ampliava; tra i rami occhi~ia\·ano le casette coloniche. tutte eguali. tutte co– struite nel periodo dei confinati politici. tinteggiate di rossO-\•inaccia. e architt>t– tate secondo un modello continentale. senza troppa compatibilità con l'~o l·he potevano farne gli isolani. Le tettoie con arco contiguo, ad esempio. che ~u~ra: \·ano in ampiezza !'area delle ab1t.az1on1 e che di solito, sulle aie del continente, accolgono carri per bo\·i. aratri. trattori, balle di fieno. qui \'edevano stipati e am– muffiti paranchi. scalmi, vuotazze e altri scarsi utensili malandati. Si av\·erti\•a che il donatore a\'e \·a di – spensato un blocco di rimanenze cu.an– dosi unicamente di documentare la d i– stribuzione agli occhi di qualche Ente. E tuttavia i pochi isolani di San Domino non si erano mai sognati di lamentar– sene. paghi in segreto di essere più for– tunati dei compagni di San Foca. Che poi le case stessero loro addosso simili a panni tagliati per stature diversissime. non significava alle loro menti un pro– blema da agitare, ma \41 modo come un altro della Provvidenza per rammentare che potevano trovarsi anche peggio. Ai davanzali correvano volti bruni femminili di tutte le età, curiosi di que~la donna in tailleur color tabacco. sola ma non smarrita. non bella nè giovane però abbellita e ringiovanita dalle mutevoli espressioni di meraviglia. f( Buona sera ,. le si ri\ 1 olse una rag.uza per sentirne la \'oCe. E . .c\melia: • Buona sera. Mi ricono– scete? Vado da Lanzone )1 disse. cosi c-he potessero capire che era di c~a. • Sono Amelia della Pensione del Gallo n \'O!le precisare. « Oh. donn'Amelia. oh ... )) esclamarono le figlie. « E chi vi avrebbe riconosciuta!• z.g– giunsero le madri sollecitando immedi;11a familiarità. {{ on vi ricordnte di me? )1. «E di me? ... ». Scandivano i propri nomi. quelli èei mariti. scusavano l'assenza di quest'ulti– mi impegnati giù ai vivai delle aragoste. che certo l'avrebbero accolta come la 5Ua fama meritava. « Vi ricordate di Cicero? di Ma3c->t– tino? di Gregorio? ... 11. Sì. ricordava, tutti li ricordava quei nomi. quei soprannomi. ma non avrebbe saputo leggerli sulle facce se queste non si fossero presentate una per una; perciò scusassero se chiamava Cicero Mascot– tino. o viceversa. " Il tempo! il tempt>! e si lisciava nen·osamente la fronte don– n'Amelia, quasi a rimuo\'ere un'op2ca apertura sul passato. "Il tempo! 11. « Quanti anni mancavate da queste parti! li. « Venti. venti ... Tornata dall'America. non ave\'0 più scopo di muovermi dalla mia tana Ero lì in attesa di un'occasione che non cerca\'O ,1. « E oggi? e ora? Come mai? i1 inter– rogavano. « Oggi. una piccola necessità ... Vado da Lanzone. Mi serve un litro di latte fresco giornaliero. Ho dei forestieri e non \'O– glio che mi succeda come gli anni passati con turisti neppure l'ombra di questi, senza latte a colazione, oppure acido. Voglio accordarmi di persona con lui»~ « Fate bene. donn'Amelia. Gli interessi sono interessi e l'amicizia è un"altra cosa 11. "E dite. donn'Amelia: è vero che que– sti forestieri cercano Diomede. e voglio– no farci restare qui e darci da guada– gnare? E' vero? ». t1 E• vero. si! - rispose Amelia - E voi. \-oi non sareste più contente di te– stare con la sicurezza d'un buon a\·ve– nire anzichè emigrare? E' bello qui. in fond o . .C'è s erenità. e il continente è cat– tivo. pie.no di ricatti... Si costruiranno al– berghi, i p escatori si trasformeranno m impiegati, voi in signore tranquille ... Non sareste più contente? )1. Rispondevano con pudiche alzate di spalle. « L'affezione c'è per questi scogli. ma i mariti dicono che sono bugie. che non dobbiamo fidarci n. tt Noi siamo stufe di questa noia! - esclamò una fanciulletta sui q\lin(liçi anni - Vogliamo il cinema e la radio n. "Il continentè. \'Ogliamo 1) dissero le compagne. tt Anche qui ci sarà un cinema, ci "'a– ranno radio, passeggiate e svaghi. Tu:·o · il mondo è paese. lo lo so. E qui è bello mentre negli altri paesi anche l'aria si butterebbe nel mondezzaio tanto è nera11. « Ci \'Ogliono le comodità. donn'Ame– lia. Come si fa senz·acqua? ... Se non viene la motocisterna crepiamo di sete! Se ci fosse un po' meno mare e più acqua da bere. Dio ci mostrerebbe più misericordia. IO\·ece ci trascura ... ». « I forestieri sono venuti proprio per questo. L'acqua. la luce. gli svaghi. il benessere nelle case, salute... abbiate fiducia! ,1. "I mariti dicono che siamo stupide a pen~rci. E' meglio aspettare l'espatrio. dicono ... n. E si ritirarono deluse dai davanzali. Donn'Amelia era apparsa sulla str:1da come una npvità. una distrazione. Non era nè l'una nè l"altra. Abitava a San Foca. Diomedea purosangue. ripeteva 10 grande la loro miseria e. cosa peggiore. non nasconde\'a di difendere i neg3tMi dell'espatrio. « Lanzone è in cima a quel sentiero. C"è la vigna ,.dissero le anziane con inal– terato rispetto. t1 Grazie. mi orienterò. Pensate a quello che vi ho detto: fiducia. fiducia e seguire le idee di chi comprende di più n. ff Chissà. donn'Amelia. Purchè Dio ci aiuti 11. Che altro pote\·ano rispondere? Anche esse. le madri. si ritirarono in casa o rammagliare le reti. a farsi trascinare dai desideri, dalle ansie delle figlie in una trama reciproca di consolazione. Si alternavano i ruoli con le stagioni. D'inverno, erano le mamme a inventare un futuro alle liglie sbigottite. D'estate. con i giorni più lunghi. gli alberi selva– tici d'un \·erde meno rustico. tutta la na– tura tesa al nUO\'O e all'ignoto, d'estate tocca\·a alle ragazze ripagare lo sforzo materno rinnovando i1 mito dell'attesa. fortificandolo della propria irremovibil~ ·volontà di uscire dal nido. Gli uomini: i padri. i mariti. i frate~li. inverno o estate che fosse. non si conce– devano una pausa, un sogn~. La vit_a era queJla di ieri. non quella d1 do~am. . Il pomeriggio mori\'a repentino tra 1 pinastri. li sole. ritirandosi. svuotava la isola di suoni oltre che di visioni. Solle– \'atosi il sipario sul limpido orizzonte, spento il vocio d'impercettib ili spettatori, si. riascoltava il padrone dei.la scena: il mare, il suo infinito lamento rotto dai boati nelle grotte sottostanti dove impin· guivano i trichechi. * ( Dal ronianzo di Giuseppe Cassieri) Il \'ignaiuolo solle\·ò la schiena carica della pompa di solfato di rame e sembrò incerto sulla figura che gli \·eniva m– contro. Poi depose l'arnese e .-sbandierò il suo cappeUo di paglia. senza interru– zione. fin quando Amelia non gli si fer– mò dirimpetto, affaticata, nello spazio compreso rra due filari di uva cornua. • Vi sorprende? ,. disse ella incrociando le mani suJla borsetta e deviando lo sguardo sui grappoli acerbi. • Un poco. ma non importa. Sono al· cuni giorni che mi fischiano le orecchie. Sarà Maria. sarà Antonio che mi nomi– nano laggiù. a Melbourne ... e invece et'C0 di che si tratta: di voi, nientemeno voi in persona, da me! 11. La prese delicatamente per un braccio. « Venite. Amelia. venite in casa a ri– posarvi"· • Preferirei che stessimo fuori. in mezzo alla campagna. Non sono stanca o non me ne accorgo ... >,. Spalancò la bocca agli odori campestri e respirò forte, imporporandosi. « Che piacere vivere qui! Mi sembra impossi– bile trovarmi in campagna ... l\1i ci sper– do. Com'è grande! Un solo uomo ha po– tuto trasformare una roccia in giardino, Dio mio!». "E• la mia soddisfazione. Sono con– tento che vi piaccia )1. "Oh. Lanzone. credetemi. questa vostra passione per la terra mi commuove, mi mette in soggezione, non so... ». Contemplava. ricontemplava il pianoro della vigna or-dinata in perfetta geome– tria. col viottolo esterno ricoperto di breccia minutissima e candida: pareva una pista di gesso: e le prode erbose ta· gliale alla stessa altezza. Più a destra. in falsopiano, un quadrilatho di terreno falciato da poco con le reste lucenti e i una fabbrica americana, questo sì. perchè lontano dai conoscenti, dai familiari. In patria, in\.'ece, al paes'e suo o dove pre– ptava serviz.io. guai a far la spesa al mercato! Gelosia? No. non credo, o poco c'entra\.'a... Moltissima. secondo me. la meschinità. Immaginarsi poi Faffittaca· mere!•►• f( Si sa. anche voi portate la vostra croce. Ci penso spesso e mi dico che, si. non sarebbe un brutto affare se riuscis– simo a metterle il16ieme. Che altro ci resta? A furia di pem.arci mi sono con– vinto che deve convenire anche a voi... Scusatemi se sono troppo brusco )I, Ella trasali. e come se di quel soffio avesse avuto bisogno il suo spirito per aprirsi un vat'CO e di\'ampare oltre il grigiore di una languid.1 volontà: • Lan– zone! » quasi gridò mr,ciullando con le dita la borsetta. « Lanzone! " ripetè, me– no infervorata. più assuefatta all'incanto. Tradì anch'egli il crepitio sottaciuto in fondo al cuore. Gli sguardi si fecero pa– radossalmente infantili. faticavano ad ar– ticolarsi, le parole. Ma i pensieri, per la .prima \'Olta, non s'ingarbugliavano più come a San Foca quando saliva in punta di piedi le scale del Municipio e quasi scht\·ava la " Pensione del Gallo». Da buon agricoltor:? sapeva amministrare con saggezza l'esperienza e rendersi sag– gio dinanzi afl'imprevisto. Sape\·a di dover attendere il punto giusto di ma· turazione per cogliere un frutto. Oggi. un frutto nuovo nuovo sembrava maturato nella sua vigna. « Siamo uguali - proseguì - anche se i miei capelli si fanno più grigi ac– canto ai vostri mori morì 11. .c\melia lo blandì con tenerezza. • Vo– lete affliggermi? )1 chiese caricando di al– legria la voce. « O volete un complimen- . '-\rturo 1'13rtinl: « L'eroe d'Africa Tito Minniti • (Mostra italiana a. Monaco) covoni intatti, Gli ulivi temperavano in grigi perlacei la concretezza \'erffiiglia dei pomodori, delle melagrane. Le fog?io– line tremolavano come farfalle accecate. Tratto tratto da quei rami animati ne cade\'a una e subito. nel \-UOto. faceva capolino un'oliva nera. • Anche i melograni! ». « E anche il noce ho piantato. Eccolo laggiù. quello a rami larghi. E• straca– rico quest'anno ». «Dio mio!». « Lo casa non l'ho potuta rifare - disse con una punta di rammarico - I muri costano troppo e io posso arrabbat– tarmi da contadino, non da ingegnere. Pazienza >). La casa era infatti la stessa. colonica, del!e altre nascoste fra i pinastri: delle medesime dimensioni. solo più rassettata. più nitida, nei cornicioni bianchi dell'io· tonaco. La tettoia non custodiva attrezzi di mare. ma un carro variopinto. col ti– mone sollevato, e stabbio, aratri e fini– menti di bestie. Sotto l'arco, la \'ecchia Lucia mescola\'a in un sacco rimbo~cato granone e crusca per le galline. Salutò l'ospite, rallentando un attimo il proprio ~avaro. e chiese chi fosse. Poi tornò a rimestare svelt.a il mangime e si avviò verso la stalla. Le bestie non erano sol· tanto le due mucche. famose anche a San Foca. Lanzone chiamava per nome l'asi– no, Fortunato, nato in Dalmazia. salvato dal naufragio della Regina Flora mentre il motoveliero si dirigeva in Italia. Chiamava le oche Bianca e Bianchina distinguendole per una lieve differenza anagrafica. ambedue ni\'ee e gracidanti. Chiamava Scrofa la capra perchè belava d'amore con avidità straziante: le si ar– febbravano gli occhi. nei giorni di monta, e Poi si lasciava cadere nella paglia, gonfia di contatti. « E tutto da solo! - si stupiva Amelia - Chissà che impressione per la povera Teresa se potesse svegliarsi dalla fossa! •. t1 I morti non tornano e non contano - rispose lui indurendo la voce - Te– resa queste cose non le avrebbe capite mai! Stenta\-a ad abituarsi, a San Do– mino. Voleva la p,au,a di San Foca. la sua città nativa! Voleva ée io fossi un marinaio, non un agricoltore: come il l\1aestà! » concluse con malinc->nico di· stacco da un antico doJc re .. Amelia carezzò una melagrana. chiese con lo sguardo il permesso di staccarla e la soppesò più volte neJ palmo. « A\·ete ragione, sono stata sciocca a ri!;:uscitare i morti. Ora non posso fare a meno d1 riflettere che neppure mio marito apprezzerebbe il mio sforzo di sollevarmi dalla miseria... Lui era fin troppo meridionale e certe strane distin– zioni le faceva. Lavorare da schiava in to. voi? >i, Le piaceva indulge;e nel vivo delle reticenze di Lanzo ne, e un po' era anche vendetta di un s[ lene.io senza fine. di una promessa lanciata co n gli occhi e mai prima di ora confermata o rin– cuorata da vicino. e t.:n uomo tji cinquantatrè anni scon– troso e inselvatichito può mai aspet– tarsi un complimento sincero?,._ Non si sottraeva neppure lui alla labilità del gioco. Sembrava \"Olesse aizzarlo. anzi. e Può. altro se può! - proruppe lei. raggiante. - Eccolo: una donna coi capelli mori mori. come voi dite, che parte da San Foca per San Domino dopo vent'anni e cer~a un uomo coi capelli ·grigi. dritto come un fuso. di bronzo come un pescatore ... e gli d ice di non potergli preferire nemm.mo un giovanotto come Nino. Vi basta?•. Lui non rispose. Si era bruscamente ritratto dall'effusione. e Suvvia. rispondete! non fatemi ver– gognare aella mia sfacciataggine. Dite– mi qualcosa!,. supplicò vedendolo me– ditabondo. e Forse dovremmo incontrarci dopo qualche giorno di riflessione. ciascuno nella sua casa - pronunziò - Giacché ci parliamo. conviene dire tutto. anche que:-to scrupolo, non vi pare giusto?>. e E' giusto> rispose Amelia non smettendo di rimproverarsi le ridon– danze sentimentali di pocanzi. e Perché non siamo più ragazzi. Il dubbio di sbagliare ... >. e E' giusto, non siamo più ragazzi >. e ... e quel che si decide resterà fino alla morte. Occorre abituarsi. vedete. alla nuova idea ... >. e Anch'io. - lo interruppe con ripri– stinata fierezza - anch'io devo abituar– mici, e rinunziare a qualcosa che mi son costruita in tanti anni dì solitùdine. Se non altro a dimenticare molto di me stessa>. e Voi non mi parlate rancore se mi– schio questi ragionamenti da vecchio agli altri più gio\·ani che mi ballano dentro, no?... In fondo. è perché non voglio farvi infelice ... )li portate ran– core se ci penso?>. Lo blandi più sensibilmente sfioran– dogli con le dit:i umide di melagrana il braccio nudo. macchiettato di zolfo. e Si può portare rancore alla sincerità? spe– cie quando la sincerità apre le porte ai nostri desideri?>. Trassero insieme un sospiro. Da quel– l'istante, pur distanziandosi dalle care allusioni. pur convergendo il discorso su altri richiami, datava la loro vera feli– cità: libera di assumere proporzioni e significati. Felicità di sfidarsi, di scher– mirsi, di saggiare Je forze del cuore in un'alea voluta. secondo le regole della gio\rinezza innamorata, e Venite in casa. ora. Xon volete assa– porare il mio moscato1 >. e Tutti ne parlano. Non esiste che il moscato di Lanzone. s: dice a San Foca•· Gh !ace\'a piacere quella piccola leg– genda, né si curava di distinguere la reale ammirazione dalla piaggeria degli isolani. Godeva di aggiungersi a uno spettatore estraneo e considerare le sue bottiglie sigillate. sceglierne una. leg– gervi la data sul collo, sturare e schioc– care la lingua: come un estraneo. Questa volta però non riusciva a dis– sociarsi se non a fatica; non riusciva a scacciare la sottile lusinga di mettersi accanto alla bottiglia ammirata, far cor– po con essa e attendersi trepidante il giudizio della spettatrice. e l\11 pare impossibile, - diceva Ame– lia. sorseggiando con sacrale compitezza - mi pare impossibile che dalle pietre abbiate potuto estrarre questo rosolio. Dio mio!>. e Tutta San Domino potrebbe essere una vigna! - gridò euforico Lanzone riversando ora i meriti sulla terra e accantonando i propri - Non è come a San Foca. Qui basta scavare, setac– ciare ... e il contadino potrebbe ricavar– ci uli\•eti, frutteti. granai. .. tutto. tutto! Ci vorrebbero i figli a continuare l'ope– ra dei genito1;. :'.\la i bgli... > e scosse la testa con rassegnazione. e Rivedrò forse i miei flgli1 ... Hanno scelto un'al– tra strada, loro. E io non ho saputo trattenerli. Piuttosto li ho spinti a par– tire: andate. andate! dove volete. L·A– merica, l'Australia ... andate dove volete! Godete il mondo. lo resto qui, non mi sé"nto di lasciare San Domino ... >. e E Io godono. essi. il mondo?,. chie– se con incredulità, Amelia. e Kon lo so. Scrivono che la vita è dura dappertutto. Che a Melbourne il cielo e più turchino. che la gente. quan– do ha bisogno e paura di qualche cosa si mostra identica alla gente di qui. ~la scrivono pure che non si deciderebbero mai a tornare! Sono schia·vi della ster– lina. adorano la sterlina! >. e Forse non valeva la pena che :Maria e Antonio vi abbandonassero. Forse aneste dovuto trattenerli nella loro ter– ra ... Sarà perché io l'ho provata questa illusione e ne sono tornata stanca. Oggi. se una speranza mi tiene compagnia, è pianta che fiorisce qui - e si toccò il petto mentre gli occhi le brillavano di commozione - Ma son discorsi inutili. possiamo al massimo difendere i nostri progetti. Che sappiamo degli altri? Che sappiamo ... •· Lucia rivolse ad Amelia uno sguardo di affettuosa complicità. Con gli occhiet– ti grigio-fumo sembrava incitarla: smuo– vetelo. smuovetelo quest'orso. E' tanto buono! e Non lo so - spiegava Lanzone cor– rugando la fronte - bene, male ... ~on lo so. Non mi chiesero un consiglio. Mi chiesero soltanto un'autorizzazione, per formalità. Nella loro testa avevano già deciso. Non ho fatto che accelerare, tut– t"al più ... \'oi dite che avrei dovuto im– puntarmi. E se avessi sbagliato?... Forse avrei dovuto seguirli. ma non ne ho avuto il coraggio. Qui io ero la Idro forza, altrove mi sarei ridotto un peso sulle loro spalle ... Per me. voi lo sape– te, Amelia, il destino si concluderà do\·e si e svolto e si svolge giorno per giorno. lo sono affezionato a questa \'igna, a queste poche piante. Dovunque andassi sono sicuro che mi sentirei un povero diavolo: qui mi sento un signo– re ... La sera. quando mi corico, se ci penso ringrazio il Padretenno di questa consolazione >. S'accorse del proprio accento intene– rito e tracannò il bicchiere tutto d'un fiato. e Vogliamo tornare fuori?> pro– pose, osservando che Amelia si era al– zata e dalla soglia C:rcuiva con lo sguardo tutto il piano della vigna. e Dobb:amo riabituarci ad esser gio\·a– ni > disse, prendendola per la mano. Persisteva la luce del giorno. ma sen– za raggi, compatta e cristallizzata. Si rassodava la pineta, si faceva più .:oli– dale. attorno a un centro invisibile, la sparsa ramaglia degli eucaliptus, dei frassini e dei pinastri. Col tramonto ogni elemento si ricongiungeva al fratello. vi si accompagnava per affrontare le ore delle tenebre. fino all'alba successiva. e Lanzone. - ella disse accentuando la voce p~r invitarlo a seguire un altro ordine di pensieri - voi pensate che sarebbe molto difficile per noi soppor– tare un -distacco da queste isole ... sareb– be un dolore nuovo che non riesco nep· pure a immaginare ... Ma se questo di– stacco ce lo imponessero? >. e Non ce ne dtstaccheremo. siatene certa - nspose con ispirata baldanza - Non vinceranno quattro scalmanati. non la spunterà un ambizioso! >. e Avete saputo del Commendatore t.:llalà? dei suoi amici, degli scontri al Comune?>. e Ho già saputo. si. lo sanno tutti a San Domino, e ne ho avuto scxidisfa– zione. Giusti o sbagliati che siano i loro calcoli, confermano che un valore c'è in queste isole. E poi. è la pri:na volta che sbarca gente capace di affron– tare il Segretario. il prete ... Mai s1>no stato cosi sicuro che non ce nr andremo. ~on vedo pericoli ... >. e E invece i pericoli esistono, i peri– coli aumentano di settimana in setti– mana. Potrebbe sorprenderci da un mo– mento all'altro Ja decisione di Roma. I filoemigranti tempestano: deputati, pre– fetti... A San Foca si stanno già prepa– rando alla festa>. e Non ce ne andremo!,. ripeté il vi– gnaiuolo coinvolgendo nella sua ribel– lione l"interlocutrice. e Non siate troppo ottimista. Lanzone. Ascoltatemi. Cerchiamo di aggrapparci aill'aiuto che ci è piovuto dal cielo: il commendatore Ullalà e i suoi colleghi. Aggrappiamoci e aiutiamoli anche noi. Sono uomini di studio, non vengono a venderci fumo. però non conoscono i nostri compaesani e credono tutto ,faci– le ... Cominceranno a scavare. troveranno i segni di Diomede. li mostreranno al continente, il continente si accorgerà che l'isola potrà diventare una fonte· di gua- Che cosa' > esclamò fissando la don- na. cCh1!>. e Gennaro,. Xon rispose. e Gennaro llaestà, Caterina. :a mo– gl:e - incalzò - Il biglietto di una povera paralitica che un giorno rn: fa– ce,;;;te leggere,. Xon nspande\·a. CammJnava a scatti. secondo gli impulc;i contradd:ttori della coscienza. e Gennaro ha cos:!'etto troppa g?nte a pensarla come lui. E' il capobarca nu– mero uno. un proprietario di battelli, può sbarcare un equipaggio. stenderlo nella fame, raccogl:erlo dalla fame, ri– metterlo a bordo ... ,._ e Potrebbe rovinare un uomo. quel biglietto. lo sapete?>. e Oh s:atene certo, Gennaro non s: farà rovinare. Saprà come sbrigarsela con la giustizia. )la a noi basta lo scan– dalo. Servirà a scuotere mo:tl ce:--ve::. addormentati, specie le mogli dei pe– scatori che non sospettano nemmeno come è stata trattata una moglie para– litica>. e Cate:-ina bisognerebbe a1.-ve.t.irla • e Ci andrò io stessa. Le porterò quaf– che aranc:a. ci ritornerò ancora. A lei piacciono e il marito gliele con:a. La figlia ha la testa tn fiamme per x:no e non s'accorge della madre. E' una pazza. dicono padre e figlia>. e Xon avevo mai pensato di utiliz– zare quello sfogo di donna maltrattata. anche se ne ave\.-o il dovere>. Cede\'a a poco a poco. Amelia se ne rese conto e imperversò sull.? deboli resistenze. e Oggi è necessario essere pronti a qualsiasi genere di difesa e di offesa Oggi non si debbono avere scrupoli nei. riguardi di un prepotente: come Gen– na:o. Ogg: qualunque strume..-1to deve essere suonato per salvare noi. questo pezzo di terra. quesio poco di mondo che ci appartiene ... >. e E• s:a - pronunziò senza esitazio– ne - Credo in voi. Se è necessar io. non ho timore d! denunziare quel bigl:e.to e di vedermela a tu per tu col !\laestà >. :'.\Jentre gli occhi indugiavano :ra 1 pinastri nella direzione di San Foca e le parole s·:mpregnavano di remoti. oscuri r~cordl, le dita sf;lavano da: por– tafoglio colmo di vecchie carte e danaro un documento ingiallito, piegato in due. e Date a me, provvederò io. So io co– me e quando usarlo ... Non ci sarà biso– gno che vi mettiate in vista. penserò da sola ,. ripetè Amelia ghermendo il biglietto e ricompensando il compagno con un sorriso. e Siete riuscito a pen– sare che \>Oles~i ottenere un risultato compromettendo \"Oi! Io, voi! - scandì. - A\'ete compiuto questo pensiero!> Lo rimproverava con serietà, adesso. Ed egli si trova\·a imbarazzato di do\-er ammettere che gli era sfuggito il lato sentimentale dell'intrigo in cui era pre– v:Sto :1 salvacondotto per eroe • ~on ho pau:-a d; Gennaro, ecco tut– to. Xon ho paura di comprom'"?ttenni pur di collaborare con ,·oi e con i fo– rest.ieri contro }"espatrio>. e A\'ete dimenticato però il cuore di una donna! - ribatté lei. con malinco– nia -: Comunque. non ci sarà b:.Sogno che arrischiate. Xon sentirete nessun fa– stidio. Ho già predisposto ... :--Wessunosa che esiste il biglietto. e Caterina con– fermerà. il fatto nascondendo il dest1- natario >. e Caterina potrebbe trovarsi senza di– fesa nelle mani del marito ... >. e Gennaro è un vile, non uno stupido. Xon torcerà un capello alla moglie. L'u– nica sua possibilità di difendersi sarà quella di dimostrar<? affetto e c:>mpren– s,one Per la paralitica. Sarà costretto a rec:tare a fin di bene per salvare la reputazione, per smenEre l'accusa... e eh! ci guadagnerà sarà proprio lei. Ca– terina>. • e Siete in gamba dan·ero! > !"applau– di Lanzone, colpito dalle finalità benefi– che cu; Amelia sapeva indirizzare ogni .freddo proposito iniziale. e Siete impa– gabile!>. E le passò una mano dalla guancia al mento, soffermanrlo\·isi. at– tratto dal tepore della -pelle, dalle sen– sazioni di vi\·ezza che l'epidermide spri– gionava. Amelia si ritrasse stup'.ta, confusa dal gesto, d'un tratto muta. Cercava, im·a– no, a ritroso, una memoria di quella carezza. Si sentiva tutta dissepolta e sofferente. Le si accesero gli zigomi. Continuava– a procedere accanto al \'ignaiuolo senza accorgersi che avevano risalito il viot– tolo, riattraversato il folto della pineta, sfiorato le casette coloniche dei pesca– tori. Quando appar\'ero sul c;glio della r1- sacc~. \-alentino infilò gli scalmi negli occhielli. \"I battè sopra con una pietra per incastrarli nel !egno. riordinò ; rem:. Era a d:sposiz:one della passeguera. e E" già ta~i > disse lei accorger7dosi che i p.nastn incupivano nel crepuscolo e gli uccelli bisbigliavano con fervore. e E" tardi e non \·i ho detto che ero \"e– nuta per chiedervi un litro di latte fresco tutti i giorni, per mettermi d'ac– cordo direttamente col padrone delle mucche. ed evitare urti e incompren– sioni! Questo sanno a San Foca e a San Domino. Può essere utile anche a voi se mai qualcuno non avesse ben inteso da me>. Gli occ_hi si giustiflca\'ano mentre par– lava, ass1cura\•ano con femminile disap– punto che non quelle parole avrebbe ,·oluto pronunziare. non quella fittizia :ealt3. porre a termine di un giorno così :mportante. e \'i manderò il latte tutte le matti– ne ... e sarà fresco, appena munto - ri– spose lui stringendole a lungo le ma– ~1 - E per sincerarmene verrò spessis– simo a San Foca. Verrò a chiederv: :a conferma!,._ Amelia sfavillava. ~on desiderava d1 più. dò~ ~~a~.~~~~~ ftr fi!~c~onJ:r!!:!~af:~~ zione. e Guardatela! >. E tese l'indice al primo punto d'oro sbocciato all'oriz– zonte. e E' testimone una stella>. GIUSEPPE CASSIERI

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