la Fiera Letteraria - XII - n. 25 - 23 giugno 1957

Domenica 23 giugno 195i LA FIERA LETTERARIA Pa~ 3 OMAGGIO A CORRADO ALVARO A. ClJRA DI * CAIILO BERltJA Ili La più disinteressata "Nel nostro mestiere si può andare .delle sue vocazioni a letto generali e svegliarsisoldati semplici" * Sapeva che il nostro « sindacalismo » non poteva nascere da una coscienza cli classe e che perciò occorreva farcelo accet– taire non in astratto, bensì attraverso un esempio personale * cli G. B. A.HìlOLET'l l * di LIBERO BIGl.4.R1'.TTI Di tanti ricordi che fre• labrese era nato un grande dacali di Alvaro è però Il ca· fossero più concretezza e co- 1 quentemente mi riconducono scrittore. e la Istintiva dlffr so di rammentare Io sforzo &clenza sindacale e genero– la persona, oltre cbe l'opera, denza si era mutata in pietà, che egli faceva su se stes,c;o, sità che in nol. disposti ge– di Corrado Alvaro, conviene ragione; la con!usa rivolta la violenza sulla propria na- nericamente a credere che che lo richiami. in questa oc· era diventata coscienza, so- tura (che lo voleva 6Chivo e stesse per aprirsi con la li· casione e per queste pagine. lidarietà. azione. appartato) per assolvere nel bertà l'era !elice: con I let– quelli che si riferiscono ai D! tante miserie e ingiusti- migliore del modi la propria tori acclamanti e gli editori Le testimonianze che in questo _volume nasconderlo, v3nno bel oltre. s:amo una :;ec~oas~;~ d;~~:~a~ : 1 v:J~ ~~et~r~~:m:~~:cc~f:avr~~oenod~ :!~~~.e ~~r;~:mc:~t: 1 ~i. ~~~ ~e!~( s~r~!!~~era nelle case vengono raccolte su Corrado Alvaro nel delle poche e categorie:. (e questa parola Cassa di Previdenza. Ma è cui Egli ha narrato nei suoi volte nella carica, gli ave- Quando Alvaro si decise a primo anniversario della sua scomparsa, g!à ci fa -soffrire) che non si possono ac- certamente inutile che lo racconti e nei suni saggi tanti vano rinnovata la loro fìdu· considerare seriamente la no· vogliono essere non soltanto un omaggio conter,tare di un garantito benessere; e "elenchi gli atti, gli interven- umanissimi e drammatici eia. Fiducia, bisogna pur di· stra Iniziativa, subito si mi- al:-uomo e allo scrittore, ma anche un poichi- nel nostro lavoro non vi sono li- ~i~ 1 : :~:~i~~~•f:1~:ceo,s~e~~a~~ :~;~t~~e 1 f 0 ;~:~;i~~avdai pua~~~=~~s:ri;~~nt~iùd'~~':n:ald:~~ ~~:~e~~~o~~· :noan s~~~ ;éul~: atto d, gratitudine del nostro Sindacato mlti di età. non rlconosciamo neppure i ricordare certi -suoi discorsi ticolarmente. Uno scrittore: sua moralità. dalla sua se· Coglio di carta intestata. né verse i! suo fondatore. Questa stessa pos- li:t'I:!; imposti dalla rassegnazione. e atteggiamenti: richiamare di quanta dignità Alvaro sa· rietà d'artista e di intellet- un tavolo. per non parlare sibllità di parlare una volta tanto per noi Alvaro lo sapeva come e meglio di noi. alla mente certe lunghe pas· ,---------------------; del denaro. Tutto quel che e nor. per un pubblico anonimo, questa Sapeva che il nostro e sindacallsmo • non seggiate per le strade di Ro· c'è oggi è stato costruito con occasione così. insolita di trovarci a flan- ~o~~veapn::it:eo::o~r::aco;:~:::: :~c~:t:sr~ :~~- d~u!~t~ ~r~~:iv~i d:inuc;; De1n ocraz,· aed uca t r·, ce ~t~~t~z: d~(e~:n:~;:~;~7m~~: co a fianco in una medesima opera, le riunione del Sindacato. A te da lui, dal nostro indlmen- dobbiamo infatti proprio a lui, alla fiducia non in astratto, bensi attraverso un esem- quelle riunioni. tra l'altro. Al- ticabile Alvaro. Egli credeva che 10 mosse, undici anni or sono, a riu- p!o pE:rsonale: il suo stesso esempio. di varo non è mai mancato. SI alla importanza della missio· r.irc: ln una libera sol!darietà. scr!ttore !ra i maggiori del nostro tempo, parlava talvolta, sulla scia ne degli scrittori, anche del da tutt; stimato. favorito da una sceltissi- delle discussioni con i colle· d I ' t t I 11' minori. Credeva alla fatalità Fu, questa di Alvaro, la più disintercs- g~i del Co?siglìo e dei cca· e o serior1p e (e LIOIIIO della vocazione e, insieme, al· sata delle vocazioni. Egli era, come Jo sia- ma ma non rlS t retta cerchia di lettori, st,. da cm erano scaturite, la direzione obbligata che es· mo un po' tutti noi, un solitario, un iso- eppure capace di sacriftcare parte del pro- della condizione dello scrit· sa deve avere. In un suo li- lato Le rivirlclte che chiedeva a una vita pi·io tempo e della propria pazienza per t~re: si cerca~a <_ii capire (an· * bro si può leggere questa indurci a seguirlo. Contro la nostra innata z1 Alvaro m1 aiutava a ca· considerazione: e Lo stesso sempre difficile e sovente aspra non erano ten<!enza a d!fferenziarci, egli volle indi- pire) perché tale condizione di G IAiXCA RL• t VI GO R .. I.LI letterato nasce a volte do- certo d1 natura mondana: cariche. onori. carci alcuni motivi di parità: la dedizione sia da noi cosi dlf!icile e po due O tre generazioni di r!conoscimentt ufficiali non potendo avere a un compito che l'utilitarismo dominante prfcarla. Pi~ di . un~ volta, In t1Jttd la sua carriera di scrittore Alvaro, porto buoni a!fari e di vita agiata, ;.. lmportanza per uno spirito cosi serio e su ~unto di las~iarci, Alva· st::i.Z-:!. tregua l'impegno, ed anche il peso di voler come un ultimo lusso. un fio· r!tiet1e assurdo, la persuasione della nostra ro m1 dlcev~: e R1cord_atl: nel re estremo. una rivolta con· pro!ondo. Se egli si preoccupò dl noi, suoi efltc&cio in una società che tuttavia tende nostro mestiere s! puo an_da· essere. e restare, prima di tutto un uomo. e un uomo tro il buon ordine. Oppure compagni di lavoro, delle nostre difficoltà, ad allontanarci dai suoi interessi vitali. e r~ a letto g7nerah e svegliar• vivo nel vivo (in quel po 1 di vivo) della società. spunta da un'uinile vocaz!o- deae no~tre amarezze, del nostro trovarci insomma la possibilità di superare il no• si. la. mattma. dopo, soldat~ Ultimamente. è vero, un'amarezza insorgente lo ne. come quella degli apo· sempre più dispersi in un mondo che sem- stro sempre latente anarchismo per assu- se:pllcl '"· Tall parole. quasi teneva un po' in disparte. Il diario dì Quasi una vita stoli e gabellieri. Perciò v'è pre più tende alla difesa organizzata e al- mere di quando in quando. e lasciando :~ 1 :~fe~ne;a~i~ ~~e:~~-p~a si ferma al '47, e c'è da sperare che tra le carte letterat~ra nata dall'estrema la volontà collettiva, fu dunque per pura !ntath la nostra indipendenza spirituale, r:i~ne c?sta~te: per 5é e pe; laseiate non manchino i fogli che lo accompagnino ~:t~~~i:ur/:e~aut!>°::hde:i~n! nobiltà d'animo, per un sentimento attivo una voce unanime. gh al!n: ! m un certo senso sino ai nostri giorni; ma può darsi che dal '47 ad oggi accensione popolare. Hanno di partecipazione al dramma della cultura Allo scrittore che ebbe l'animo di met- e!se u_np~cavano a~che una quel disagio struggente tra solitudine e comunità sia diverso suolo: nel.primo ca- Corrado Alvaro nella vita moderna. . tersi alla nostra testa non per primeggia- g1us!IC1ca~10~4:. pe~t,r" t/eml~o anche accresciuto; tuttavia sbaglieremmo se sospet- so si ha Manzoni o Tolsto!, Poiché parliamo tra di noi, dobbiamo re ma per conslgliarci e, nel senso più ~;~i~lo le~te~~r~o i: ~v~r! tassimo Alvaro di una opaca diserzione. Recedeva Dnel tsleconki~o Shakespeare o I E' I t d. t d . . dal moto dei fatti non misurandosi più in un apporto oso evs >. erano invece letti, seguit con a sor e 1 antt t noi, e anche riconoscere che non sempre quella alto, servirci, noi dovevamo questo trl- d1 quella smdaca~e. indiretto, come quando prima del fascismo O subito Alvaro sapeva anche quan- trepidazione. E anche questo, sempre. rammaricando.sene sua fatica fu compresa. O&nl scrittore ri- buto di affetto: un tributo al quale amici La preoccupa~ione, quasi to sia facile per uno scritto- benché non 5embrl, era un per sé, Alvaro ci ba ammo· tiene quasi indiscrezione un intervento, e generosi ci hanno consentito di dare una un ~sslllo, veniva_ da una dopo seppe buttarsi nella politica militante O quanto re perdersJ, non reallz.zarsl, altro motivo della sua atti- niti, Ci ha incoraggiati e di· sia pure il più amichevole, nel proprio consl!ltenza, speriamo, non occasionale; e ~:p:nd~nf~cl;:~t ~~ ~~mr:~!: ::~a:s!~ ;: :~::~is;~ ;:;:toso~tr~~:od:l~= il:c:~: ~~~s/aJ:,~~n!~[J~ci~ro:r!~u: vii~ ~~:~~:::~a che ml scris· ~=~~;:;~-; c~a h~a::r:~~~:zz: mondo segreto. E perché occuparci deU'av- qui 11 ringraziamo. Quanto a noi che sia- coso cammino di scrittore che benze. tanto più l'animo gli rimaneva amareggiata· lndi!terenz,a che lo circonda- se nel dicembre '52 ritrovo alla nostra associazione ap· venire economico, quando quello che conta mo stati chiamati a succedergli, diremo In tetpi poco propizi avev~ mente compartecipe; e non fu mai rinunciataria. come no, 0 , al contrario, di una questa confessione: « Avevo punto per impedire quanto è è soltanto la durata, in un tempo non de- che Alvaro, per aver affrontato cosi te- do,vu O s~pe~are molti os\~ non era velleitaria. quella accanita critica del co- successo Intempestivo. Scrlt· una beli-a pezza di stoffa In- possibile che si verifichino le terminabile, delle opere? Un equo con- nact-mentte il duro Inizio, ha fatto il più :/ ~ar"~a:Si ~e~:~~~: ~aco~ stume. che continuò ad esercitare. a correzione di t?~I ~he non si sono mai sen_- tera e l'ho venduta a scam· dolorose dispersioni. tratto editoriale, una pensione per la vec- di quei che occorreva fare; sicché il nuo- suo Pgrado - da una società troppo malcostume politico e sociale. t1U rivolgere una lode da iu1. poli e a piccola metratura'"· LmERO BJGIARETTI ch:a1a, l'affermarsi di una dignità prof es- v.l Consiglio del Sindacato può chiedere mfaec,n·1tmeednitme c tcicitaa.bVileene,.vafaacinl: Le pagine che per ora chiudono il suo diario sono sionaie, son tutte cose delle quali ci ricor- a tutti i soci di considerare la ·nostra so- che da una esperienza più desolate, e certo !a male vederle sigillate da quella d:amo, non senza malumore, soltanto lictarietà non già come un cauto esper!- entica di lui: da una memo- ultima riga che oppone la «vita)) alla « favola della quando ci tocca recitare, anche noi, la mento, ma come una consuetudine ormai ria secolare di miserie e in· vita» Alvaro sembra che non osi più alz.are la testa, parte del cittadino ferito nei propri di- insopprimibile. giustizie patite dalla gente per paura di batterla nel frontoni del con!onnismo; ._n_·u_:_t_er_r_en_i_; _m _ •_I_e_n_o_st_r•_•P_•_ra_n_z_e._i_n_ut_iI_• _ _ __ G_._e_._A_N_G_IO_L_E_rn _ _ . ~~~ao ~~aunte;::~roD;~l~~!c~~~ ;~~:~~- r:eq~;~c~~n~:~~a i:i~~r:g~i t;s~: :i:a :a!i ~:~ Bara coerenza di 1Jita e costa,ite affinamen·to spi•~itiiale * Il tormento della provincia meridionale e un in dicibile sentimento di pena lo accompagnarono perpetuamente, sentiti come un destino. come rombra dei gioghi dell'Aspromonte nella sera * di MARIO VINCIGUERRA Gli dissi u.na volta tra chio Regno è parte lntegran· attraverso la immediatezza acquistare la figura dello scherzoso e serio: < Dalla tua te dello nazione italiana. e dell'istinto trova la via del· scrittore meridionale... Non terra, un secolo e mezzo (a, ciò non è più messo In di· l'arte che è come un biso· ho mai inte90 impegnarmi so· il signor feudale e principe scussione neanche nei mo- gno fisico. La provincia è c!a!mente, ma ritrarre la real· della Chiesa Fabrizio Ru!fo, menti di malumore. Però, a1 diCCidente per secolare di!e- tà e trovare una dimensione levata la bandiera della San- disotto della struttura poli· sa, serrata, crucciosa. amara. poetica. cioè letteraria ... Non ta fede, intraprendeva l'av· tico-amministrativa. nel Con· Guarda passare la gente nel- è che io disprezzi la lette– venturosa e sanguinosa mar- do dello spirito. la provincia la strada dietro le persiane ratura impegnata. credo sol– eia su Napoli. la mia città. meridionale è rimasta un mi· chiuse. Non c'è materia per tanto che lo scrittore sia per Se fossimo vissuti in quel ,--------------------, natura impegnato ... Se doves· tempo. prendendo parte at- si cercare i veri maestri me· tiva a quel dramma polilico, ridlonali. essi sono nella ten- chi sa quale sarebbe stato * denza umanistica meridiana· il destino di ciascuno di noi: le.... La strada era di arriva· ma. anche escludendo l'estre- Oma1Ig1·0 a Cor·rado Alvaro re da questi a un contenuto ma ipotesi che. al momento _ mode-rno. ad aprire gli occhi dell'urto finale. ci fossimo Dal sapplcmenlo de.I bollettino de.I Sinda.cato Sa.do· sul mondo d'oggi'"· e,:1 t~ollanl questo definitivo diritto. , Niente più lo umiliava, ln!atti, se non l'antica abi· tudine di libertà. di servilismo, di dissoluter .za. che ci è rimasta appiattata nel sangue; e ne cercava le cause, ne sollecitava i rimedi: « Nessuno ha mai mi· ,urato Io s!orzo che un Italiano !a per guarire dei ma!l della sud educazione familiare, che per forza di co5e è ant1sc,clale e quasi anarchica, nei suoi urti con le sfere sociali nemiche. con lo Stato considerato nemico ... ». Non si avrà una vera Democraz.ia. questo era il suo pensiero, se non si condurrà a termine questo "'sforzo », ridando alla vita singola e comune una &s~oluta libertà nell'ambito, però, di una man- tenuta sacralità. Troppi aspetti della vita moderna. che pure Alvaro era bramoso come pochi di determinare, gli pare– vano una sconsacraz.ione della vita, che di fatto viene retrocessa, anziché progredita. da tutto un moderni· smo utilitario. ottuso, voluttuario: egli ha sempre dUf:dato d! una socialità, che non si fondasse su una imp;icita religiosità, su una esplicita elementarità dell'uomo. Questa sua idea di Democrazia educatrice. sacra ma laica. doveva essere andato a seppellirgliela ai piedi del suo Aspromonte qualche colono greco. appena attraversato lo Jonio: e se Alvaro, in questi ultimi anni. pareva avere disertato la mischla. era soltaNc- perchè era tornato a frugare nell'antica ci- viltà della sua terra per tirarne fuori, dopo tanti in– vilimenti, una nuova dignità e responsabilità. GU1'CARLO VIGORELLI :tu!~ltr~~~: ad!,fl~ci~~J~~: nale ScriUori che usciri nel prossimi riornl a. cura di Nelle pagine inedite pub· lena O presso i bastioni della Carlo Bcruarl per gentile concessione degli :\utorl e del· ~~~~:~: ~:s~!ot~lii :u~~~: P~: ra~~!o.c~ic:::nt~u:fl~ d~~:t;: ~~=~~!~~:. è st ata e rimanei porta del Carmine, ed anche l'Editore riproduciamo alcune tc 5 timonlante. siero: zie e alle sfortune di uno Per le stesse ragioni, nel supponendo che. nelle idee ~ In Italia non si arriva scrittore, Egli dimenticava le '44, appena liberata Roma, in- generali, concordassimo per * più. e da un pezzo. a elabo- rivalità. i torti ricevuti, le sieme con Francesco Jovi- l'una parte o per l'altra; è rare una cultura piena. una ortese e perfino i demeriti. ne (un altro caro amico, un certo che i motivi interiori '--------------------~ letteratura che arrivi all'apt- e Dobbiamo aiutarlo e uno altro scrittore perduto anz1· che Ci spingevano sarebbero ce della cultura L'ideale re· scrittore,._ Era questa, per lui tempo) pensammo d1 r1vol· stati profond~mente diversi: stero. n?n dico a. lom_bar~i immediatez~a d"arte in s1m1· sta 11 (aclle. 11 dialettale,. e per no1. una motivazione gerc1 ad Alvaro per rendere tanto che, discutendone. ci o toscaru. ma a noi nah nei- le macerazione. La materia Se 1 • d' 1rrecusab1le, la conseguenza concreta la nostra idea di una saremmo acconciati ad una l'antica capitale del Regno>, sorge dalla rievocazione del d' nttore. a gio~o 11 og~1. naturale di quel vivo senti- associazione che tutelasse gli intesa generica e formale, Altra occhiata di consen· passato. storia leggendaria. 1 1 [.8ra c~erenzr ue i° e e mento di solidarietà profes· Interessi degli scrittori Jo· perché ~osta~zialment~ , sa- so.. Ripresi: . e Questa _è la come ~el me~lio ~ Ve~ga. e ~: :~r:r ;::fn~iae ~er~d~~: sionale ch7 lo aveva spinto vine e !o eravam~, I~· quel remmo rimasti estranei l uno ragione, a mio modo d1 ve- come, m altri modi, hai fat· 1 t . t t a occuparsi anche delle que- tempo, Cm troppo fiduciosi: il all'altro. non ci saremmo dere, per cui la cosiddetta to tu nei racconti dell'Aspro· na ~d:s agn~ i~. un ormen ~ stioni pratiche inerenti alla mondo pareva da rifare. e compresi'"· letteratura regionale - che monte'"· a~c~ ios~~r~n ~ coo~o uti as I attività letteraria. L'uomo che fosse disposto a lasciar- E poichè ~i arc~rsi c~e il è -stata poi ~u~si tutta let- . ~cun tempo ~o~o ad. u_na 5 ·t ~ s ./ t. v . n · 5 s~ontroso e tacltu1710 (ma in- si rifare. da chi la pensasse suo beU'occhto mahnconico e teratura meridionale - ha nv1sta di questiom mend10- ag~ ?t el dtrv:n ° af!m~mento hmamente appassionato) sa· c.ome noi. Alvaro, ai primi pensoso mi guardava con una avuto corta vita. e spesso nali. che promosse una in- ~Pl~I u.~.~- d_a un sfnttmento peva trovare eloquenza e per- approcci quasi ci deluse. o luce di consenso, quasi invi- sten~ata - salvo che a Na- chiesta sull'arte narrativa mv n_ci I e I pena O acco~- fino virtù diplomatiche ove almeno ci scoraggiò. ma si tandomi ad una conclusione, poli. fino agli ultimi solfi nel Mezzogiorno. incitando a pagno perpetuan_1ente, senti· si trattava di intervenire in vide Poi come dentro la sua fui portato/ e dedurre qual· deHo Ottocento prolungatisi qualche confessione i narra· to come ~n ?est~no, c,ome la difesa o a tutela di qualcuno amarezza e malinconia d'ita· che cosa nel campo della per qualche tempo. Ma Na- tori, Alvaro rispose quasi ombra dei giochi dell Aspro· di noi o dell'intera categona. liano del Sud· che aveva sua arte. e Molta strada s'è poli appunto è diversa; è schermendosi: e Devo dlre monte. nella sera. Se, come ho detto, non è il scritto in quel mesi il sag- fatta da allora; ora il vec- espansiva e quasi infantile, che non ho mai aspirato ad MARIO VINCIGUERRA caso di elencare i meriti sin- gio < L'Italia rinunzia?>, vi L' u lti rna volta che loviti i * 4, nostri occhi di giovani, e proprio perchè sembrava circoscrivere i suoi interessi nell'ambito di un « itinerario » sostanzialmente pro– vinciale, ci pareva uno tra i pochi nostri scrittori di statura europea * di VASCO PRATOLI:XI Non !ono stato tra gli intimi di Alvaro; e mal riusci: a dirgli, compiutamente, a ri– petergli ciò che per molti uomini della mia ge:ierazlone, aveva slgniftrato la sua ope– ra. Quanto, per la mia stessa !ormaz.ione letteraria, che attraverso la scoperta dei Cor,t~mporanei, in quella latitudine e to– sc,na" che va da Tozzi a Palezzeschi a Jah1er alla prima Manzlnl, era risalita e aveva trovato il suo nutrimento nella fre– quentazione dei classici, dal narratori e cron!sti del Trecento a Machiavelli, era ripreso, dialetticamente e modernamente sv!luppato. La riconoscenza che gli dove– vgmo per aver compiuto da solo, un po' per tutti, anche sacrificando i suoi doni di narratore, questa lunga ricerca, Intesa a stabilire, attraverso l'indagine dei ca– ra;.ter:, del costume, della psicologia re– gionali, una fisionomia dell'uomo italiano che è il problema: di contenuti e di lin– guaggio: attorno al quale, ancora oggi, ci stiamo contrastando. Come infine, ai no– st:i occhi di giovanl, e proprio perchè s;:mbrsva circoscrivere 1 suol Interessi nel– l'ambito di un e itinerario> sostanzialmen– te provinciale, egli fosse tra i pochi nostri scrittori ad assumere una statura decisa– mente europea. (Vicino, per certi aspetti, al più appassionato, libertario, generoso Co– m:ssol lui cosl vigilato, raz.iocinante, appa– re'ltemente sordo ai sentimenti e alle emo– zionil. Eravamo lontani dalla pubblicazione.del e D,ario :., dal coraggioso atteggiamento che Alvaro tenne alla direzione del e Po– polo di Roma• prima, del •Risorgimento> dopo, nondimeno ricordo, un aneddoto ap– pen3. ma significativo, la partecipazione e ia complicità, l'affetto con cui Gatto ed io, ne~ 1938, impaginammo su e Campo di Marte •, la colonnina di Petroni, a propo– sito dell' e Uomo è forte•· In quella nostra revisione, cosi poco scientificamente perse– guita, ma così tanto appassionata e Indi– cat:va, dei valori culturali che sembravano domlnarci, nella sommessa protesta che nasceva dallo stesso agnosticismo di cui ven!vano rimproverati, allorché ci doveva cap1ta:-c di eleggere i pochi rari scrittori nostri, sui quali esemplare le nostre con– v!nzion! e le nostre speranze. tra cotesti pochi, Alvaro figurava In prima fila. E su dt un artista che ha concluso la sua fatica contano, quasi a conforto del– f'o;:,era, t tratti e l'umanità: nel caso di A:varo quel suoi modi bruschi, scontrosi che p:ù ti mettevano in soggezione più ti avvicln&vano a lui: rammento l'ultima vol– ta che lo vidi, nel novembre del '55 e poi d3 Pi&zza del Popolo, lentamente, risalim– mo insieme il Babuino. C'era R. M. De An– &elis con noi; si parlò a lungo, fermandoci di tratto Jn tratto, di diversi argomenti rsiranel alla letteratura: del momento po• llt!co, del Sindacato e della Cassa Scritto– ri :ion so più. Ma ricordo questo che dopo che io ebbi lasciato, sull'angolo di via delìa Croce. ed egli proseguiva verso casa con De Ar:gelis, la sua voce mi richiamò e come se causalmente ci !ossimo incon– trati e scambiati appena un saluto: e Hai scritto un buon libro ,. ml disse. e Ma non p;:r le ragioni di questi o di quelli. Non credere;. E tutta un'altra questione ... Vai avant: lavora•. Mi puntava Il braccio con– t:-o. quolche passo distante, e la sua voce era co:-ne risentita, severamente paterna. Altrettanto d'improvviso, si voltò e riprese il suo commino, con l'amico che raccom- pagnoviì. \'ASCO PRATOLINI

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