la Fiera Letteraria - XII - n. 10 - 10 marzo 1957

D_om_•_n_ìe_a_l_O_m_a_r_z_o_lQ_~_·-_1 _ _ _ _ ~------------------4 FTFRA TFTTF.RART~ 1,0 S VRl'J"l'Olt'1J LA SUCIE'l'A' )f. di Gl.JGLIEL!Jf() La poesia ho sempre creduto che dovesse rappre. sentare un elemento dal quale non può prescindere qualsiasi uomo sensibile e consapevole; se poì si tratta di uno scrittore. il frequentarla. capirla. co. nascerne i problemi ed I significati più profondi. mi sembra una necessità senza la quale sarebbe come fare il cuoco senza conoscere o ammettere l'uso del sale. Non mi sarei mai fatto una domanda del genere; ma da molto tempo in varie circostanze siamo co. stretti a farcene anche di più assurde. In ogni tempo il linguaggio particolare nasce dalla poesia. che è•iJ punto preciso in cui intuizioni. umori, temi vivi af. fiorano e si propongono: perciò. per un letterato. la necessità di frequentarla mi sembra una delle meno opinabili: la misura dell'amore alla poesia può es. sere ben dìversa dagli uni agli altri. ma l'esclusione di essa sembra assurda; eppure è possibile. se alcuni scrittori giovani narratori, degni d'ogni attenzione. con parole presso a poco identiche mi hanno ripetuto: « La poesia non la leggo. La poesi'a non mi inte. ressa )l Confesso che Qi fronte a questa dichiara. zione mi sono sentito disorientato; ho anche cercato di capire. ma non ho trovato la possibilità di Jnten. · dere che cosa volessero dire quegli amici. Sono però abituato a prendere in tutta considerazione anche quelle cose che possano sembrarmi assurde. perciò non mi verrebbe mai fatto di accettare l'impulso che. in un caso come questo. m·avrebbe suggerito di sor. volare come su cosa di bassa astradizione da non considerare per niente come un altrui inevitabile male. Al contrario pen~o che. se davvero q\lesto modo di intendere rappresenta un atteggiamento assai diffuso t.ra molti dei nostri più giÒvani amici. e non tra i peggiori. occorre saperne di più. ed in tal caso v"è un modo solo. invitare loro stessi a dirci perchè essi pensano che la poesia non sia degna della loro considerazione. perchè non. sentano la necessità di conosceTla. o meglio a dirci perchè e~si pensano che la poesia non sia degna dello loro considerazione. perchè non sentano la necessità di conoscerla. o me. glio a dirci come riescono ad essere degli scrittori. degli uomini che creano opere per il proprio temJX). privandosi e non sentendo la necessità di quanto a me, e credo a molti altri. sembra una necessità assoluta. Senza rivangare tra le infinite frasi o idee che possono testimoniare della necessità della poesia per uno scrittore; più limitatamente, ma con una certa proprietà. diciamo che i problemi formali. i «modi» della poesia. anche da soli contengono tanto signi. flcato quanto può bastare per intravedere e inqua. drare i rivolgimenti d'una intera cultura. gli interessi spirilua li di una epoca. i caratteri e gli umori del co~tume; insomma il parti~olare «linguaggio» di un tempo. La poesia si identifica con le sollevazioni spi. rituali più significative. quelle che colgono nel vivo i movimenti più segreti e unitari di una cultura: come può esistere uno scrittore senza parentela o amicizia ·con essa? Sarà forse anche questo uno dei tanti misteri. delle tante sconcertanti singolarità di questa epoca? In tal caso ancor più forte è la nostra ne<:essìtà di sapere quali stati d'animo, quali idee. determinano la possibilità di non conoscerla per al– cuni dei nostri giovani amici narratori. D'altra parte, tra i poeti che stimiamo, per restare solo nell'ambito dei contemporanei e dei problemi in cui viviamo direttamente. non conosciamo assoluta. mente alcuno che non manifesti profondo interesse per la narrativa. la prosa in genere. il saggio; non conosciamo un poeta che non reputi sua asso!uta necessità conoscere la letteratura per la quale opera nella sua integrità. Nutrirsi di sola poesia. ci fu al. tamente insegnato. è come nutrire il proprio corpo di soli grassi. cioè operare contro la vita stessa: nu. trirsi di sola narrativa che cosa sarà mai? Senza cercare la definizione .. ci vien fatto di sentire come una nausea. di pensare ad una situazione qua<::i ripugnante. Non lasciamoci trasportare dalle amare e assai gratuite riflessioni sul mondo privo di poesia: è pie. cola reitorica. discorso di pretta piaggeria di minimo calibro; ma un tempo in cui addirittura gli uomini c.he operano nelle lettere non credono sià necessario o almeno bello. avere fede nel linguaggio rivelatore e consolatore che la poesia di per se stessa, la ne. cessità di poesia. P9rgono come un atto vitale di spi. ritualità. deve essere un tempo piuttosto squallido. Certo noi sappiamo bene che anche lo squallore può essere stato d'animo. realtà del tempo e perciò ele. mento lievitante per l'artista: ma in questo caso è anche elemento di poesia ed allora. anche accet. tando il più crudo squallore come giustificazione. di questi nostn amici. siamo al punto di partenza, g1ac. chè esso potrà aver significato ed essere rappresen_– tato solo quando la poesia lo abbia tratto dalla realta dando anche ad esso un linguaggio suo che ce ne renda panecip1 più ampiamente e nel contempo consapevoli. Penso che non farebbe piacere solo a me. ma a quanti sono abituati a desitlerare di comprendere piuttosto che a giudicare o aspramente definire. che uno dei giovani narratori a cui mi riferisco ci spie– gasse che cosa signfica il suo disinteresse per la poesia. GUGLIELMO PETRONl GALLERIA. DEI POE'.fI * Nel "Paese sincero " trepi'dante preghiera mésta· e * di ELIO FILIPPO ACCROCCA. (Jl\' ('.'1Jl\''l'.El\' A RIO CHE NON PIJO' ESSER.E DllUEl\'TICil'l'O le L'd~fa dip~j!~}:a uffd~~lj :Jf,.. f~~~~ad~!~~~· p:opr~~Hedt!ì ià~r'~~a~d~a~t~t~il:~ 0 vnan~ ·, I . . I • - ~~fgo ~~la~t:.isJ~:ttin d~~~ c1ca1e n1u per la cnma n1t:· n I z I p o elll I CI pedante era per davvero. li ~\~~~ 118 aJdei e~~l;io ~i s;i~o~:; ~~~rr;~~g!~~g~i 1J~_~tf q ~~= rifarsi a qualche mese pn- }~sfu'~e lld11e!~~rp~~v~i~ il; ~iànd~a irc;:J~~~I 0 : a l~.ln°- i . d 11" r . . I cora cl Pisa, lontano dal d e I (J a r d Il • fa 0 llnt~1 1 e ~ei~d:{:i 1 ::e~S; gruppo dei Barsottìni e del e e I la prende contro Gaethe e 1houar (e I doll1 religiosa- contro quel Vittor Hugo che mente clvili >), inquieto per fra non molto dovrà diven- tante ragioni. 11011 esc.iuse tare il suo nume. Giacchè ~ui~l~:r~ei~~n:!ireti::~~~'.!~i: * ta{J~~~\a n~~ti~o~:1~!~~ ~ tata di li a poco insegnante fatto letterario, (come giu- ~~sioqCÌia~c:; l\1jo;1~;o. i~ ~~nel « ... col robusto fervore dell'eloquio antico, con la rappresen- d~a1mR~!!o)è ~!a;° si~s~~d~~ tempo egli riannoda episto- tazione di tempi più generosi richiamare a dignità di pensieri, una rivolta e filosofica e po- larmente le relu1on1 c.:on gli litica>. amici fiorentini. di costumi~ di voglie le nobili menti italiane; tenere viva Già nelle pagine che ab- Ed ha inizio uno strano . 1. altri· la 1. • della civilta' nazionale... » biamo or ora citate. si de- " armeggio> (come e stato lD me e neg 1 re igione lineava, fino alla ri~idezza definito recentemente), un programmatica degli anni ~te~:~ 0 I: 1 eri~~ti~ ~io1:!ii~; * ~;a~a qi~n~ 0 ~h~a i1 pe!~i:; :u~~•,~c•~;tt'~"·n"hio!. c~~g; di GIACI !V'I' () S P A t. IV() LETTI f~:::l! ,i1 ~~~z~~~i~~~mo 6~: congrega degli Amici pe. serva difatti l'autore de n ~~~lei ~~o~r~~~tighe i~e:tt~ ~r:zi r~~iaJ~~t~a n~1 11 eifir~: ~a~~r;1°~~~1~lrt 0 R1c~~~~o~~ ~:~:rf:;s~ !~~~b~) :eùec~~~ ~~~;:e~~! riei~~o ee~~e~~~~ tra: il 21.enne Giosuè, Giu- chiamava u poeta ·· uccello il padre scolopio Do~ati, vi- ~foe avanti, quando parla dell'italianità aveva indotto Gi~~:pp[oé~t~ar\~i. gtr::i~i~ def grat~~s!(aan :s~~r~i8mo ~~~ple~~i; pe:an;~~nt~~~sers~ R61sm~~eo sulla scorta del ~olt~i~[oan: ~fn~t~~~~;si n~~ no Targioni-Tozzetti. Vedia- che del e volare, m poesia mostro c.nnco Nenc1om, un e Fra le rupi della Scozia una forma archeologica. ma mo di evocarne la figura, !"autore dell'Assedio di Fi- amico troppo dotto di lette- e dell'Irlanda entro le neb- anche ad esaltare con scar– con qualche lratto colorito renze aveva un concetto un rature straniere per ag- bie che velano eterne le col- sa avvedutezza estetica in- faai~ani:!fs;adt:~rL ~~~ob~ 0 e~ ~g~ r:gf~as!e e rL~et:1~à efl~ t!~~s~;r a~~Fro~a~~~ca p!cc~!~ ~in\~~ ~~~:n·~~l~~ 1 gnì'ael~ ~:!t!~i~i~r\o"nPo;:;ol~ ,~i Giuseppe Chfarini, che per ha: solo eh.e sappia volare,, dantesca. canti di Re Ossian, come la Thovez _ al di sopra di tal"!ti versi avrebbe dovuto medes;i~o pronostiço alla _A1 g1or_nal~sti l_etterari d~ vecchiezza_ vela jli o_cchi del Shakespeare è cosa che fa t~ircÌ~-~~~~~!":fi~!: ~~ta i:; t~~~~ 1 ;~~te delle Ri~e ~el ~!fent~ss~nte:~~~ie c;e q_u;~~ ~:1i~ 0 ·c;n;~_n~e d~ll~s~J{e~~= ~~bbt;ec~: ;tg~i~ò,.a~~roen d~ vane 1mp1egato dilettante di Contmua, dunque, 11Ch1a- avevan tralasc1.ato d1 dir la Notte che malza alla fan- grandis 3 imo amore la patria letteratura: e uomo dal pal- rini: e li Gargani,_ che, da loro, gli Am1c1 pedanti al- ciulla del suo cuore il felice e preferire Io Shakespear~ !ore tremendo nel _vi~o. che ~uerraz,ziano quale \l Car- lora voHero dar la _grossa rL selv~gfio abiì:3to_re de~ C~- al Metastasio ed al Nico- ~ruficit~io~~~si~1f1S~1nt~ e~;c;o~;:r~it~ ~r~1:;~rc~~~~: ~~;~~~ c_ 0 cf t la p~:~r_tano~~~ ~:~~ e sof~go~d~lelia!!ta~; ~i~j~~ie ~i cfa~~~r~o~1~]~ ~rcs: i'1 s~1c:~~~i~sat~f:a n: :~bder~:~:i ~iel~r~~~i~s~e~; (f~si~r::iic1u~!a 0 s1i 1 ::::tvr: g~r; 1 ~~~af/at~ 10 dafrfot~~ ~= i~ri1~~i: e c ~n s:n:c~ta~a~ti lui in quel tempo un anti- fece, col Targi_oni ~ con _me, con due _sonet.tesse s~tiriche _t~d_ines_che,ringhioso di_mu. infamia con l'ammfrazione ~an?oniano _fervente. Tar- argomento, di d1scl_1ss10ne e_ due d~scors1 '!el <.:ardue-: mc1p?-l!smo, ,ar~ente _di su- per la letteratura biblica. g1oni-Tozze~t1. stretto d~l nellE;: nostre passegg1~_te. ~ c1; segmvano I com~ent1 perstiz10ne d odio _ed amore, francese. inglese. tedesca: comune odio per la poesia versi erano su per g1u dei aHa pr~sa del Gargani ga 11 Bello non detto ma am- che si uò so nare un'It li romantica. Se il Chiarini è soliti, come ne facevano i parte del Targioni-Tozzetti mirò la Cantica Divina, il civile ~ttiva g anch allf. a il noto autore d_i e Lacry- giovani_ d'allo~a._ Il Bracci e del Chiarini; due son.etti più_ su~lime_ concetto che fuori ·della r~manità r 'b– mae, e della , Vita del Fo- aveva m famiglia qualche contro Hugo e Lamartme; mai capisse m mente urna- blicana Ma a uest epu - scolo>. pochi ricorderanno improvvisatore, credo il pa- e per conclusione un sonetto na. E fra le menti indaga- lici v~rità ov qi e sem– che, nella tarda maturità, il dre stesso; ed egli pure, se pure c~rducciano: e Ai gran- trici e profonde dei Britan- ~pirite aperto v_r cer d un(! Targioni - Tozzetti doveva ben ricordo. tra le allegre di Italiani sepolti ,in :::ianta ni e dei Germani moderni non giunse eh· 1 lt a_r ucci darci 1;1n_a delle p_iù compi~- brigate imp_royvisav:a. Nes- Croce,_ . __ _ il Bel~o si mos~rò splend~do zi ne H anni e f1°t o 1 .nnan= te e fm1 a,ntoloioe della il- suna meraviglia qumdi che Naturalmente, 11 rilievo d1 ed unico esempio a Federigo si a gmalincu~r ra / 0 J 1 Q}a ricMa it: 1 ~,n~itratto del Gar- ~~! ~~ll~i;;~~v~~ati::~ ~~ it~es~a1 1 J~ n~: i: d!tci'jd1~; Sc~~ 1 :heedn!1 ~f:tc:~~Yf~gua~ quenza delle c~se >~ a e o- gani che occorre far più at- non c'era nessun sapore di presenza del Carducci; ed to, sempre dal Carducci, far_ole nette e s_evere. fii ~~n~~ì\~c~~i~_a;~~~td~;~al~ ~~a~~ic~àe:dit~~~pr:ssil~~~raet~~ di ritr~~m~~~st~i l:di:~~ ~:~~~d~p~~frries~~:~a~fa cfi! ~i~di!it 0 ;h:b~~ ~~~~~t~e h~ morte del suo antico sodale. qualche verso non tornava: tanto. che i precedenti di fermavano questi caratteri. e~prd~o d1 Sape_gno _(e Sto- i!an'r~g~c~i g~!ti.nin ~e;c{~~= ;pih~i e ?-~~gi~\~~~ cK;~;:az~ ~~Ì g\~l;a~islJlg~ueè l~~~r!{~~ Sfn~~co;f~ ~~n\~at~ftt~h;l'It~= ft:tà) ~ arducc1 >. tn So- go indimenticabile de c. Le zi. che consigliava a studia. no nè casuali nè episodici. fla tutte belle. tutte come • Questo arrabbiato na– Risorse >. Val la pena di ri- re la poesia degli alemanni, A questo proposito e oppor- vergini esultanti nel di della zionalismo culturale. questa trovarlo lì: e Era un fioren- dei polacchi, degli scandina- tuno riaprire i quaderni di festa, e su i monti e cinte illogica ed assurda. nel 1857. tino puro: e pareva una fi- vi e dei russi, tutto ciò ci adolescente; per esempio il di colli e in mezzo al mare,; difesa di una concezione ari- ~~:i~~rud~a ~~ft.~~:: v~a ~ i ~: i ~~~: ~tte~fan~~ea~r= ~~sctarslet~:-ralt~/C:af?aii!~~al: b~~b~~T~~k>~~e d~~:e~tàevu !~Y~~~~~~d?: 11 defl~es~o~i1ftà fli~~~oli~n ~: ~:~;~n~a~~~~~ ~:ri v~\u~~it\~redelmàr~rd~lc,~ d~i 1 °Fffa°~~s?!, l'~~ca~~~; ~gsne~ ii 1!u~~~~aii~;i~ed;u; b~!b~~!'eroco:ti~~~~gn~rm~ e con due occhi di fuoco: io Fin qui il Chiarini. diciassettenne, aveva letto il guerre imperiali che addur- mentario polemico. che nes– lo avevo conosciuto a scuola Egli non dice però che a 1. maggio del '52. Ecco qui ranno alla Lega Lombarda, suno si sognerebbe di ammi– di retorica, ridondante ed istigare il Gargani fu pro- allo stato grezzo il primis- la quale ci appare già dif- rare rìegli scritti di un Gar– esond'ante di guerrazziana prio lui. Carducci da Pisa simo Carducci. L'intonazio- fusa del mito comunale del- gani. per esempio, e che in– fierezza. Poi, andato per approvò !"azione. e Ci ave- ne, come s"immagina, è piut- la futura lirica sino alla· vece taluno vorrebbe ad raccomandazioni di Pietro vo pensato anch'io - seri- tosto altisonante; le argo- Canzone dì Legnano: ogni costo salvare in quelli Thouar in Romagna e pro- veva agli amici - l'esame mentazioni appaiono chiara- e _Scende (l'imperatore Fe- del Carducci, che pur non li prio in Faenza maestro nella me ne distornò, del resto mente mutuate dai più in- den.co ) gonfio di sdegno in superano nient'affatto quan- !f~~!li~oi!e~~ir~ :ig:n°r~ia:~ ~i~~::n~~~o frdi n~io~acr::~~~ ~rr~~s~gec}Aoc~~~~~ici~~~e d~l ~)alW~n~a~ii~at~io~b!ch:till~ ~~cfa rio~!ztg~~c~- e ad eili- sicismo . rigidamente stroc- passare impunito qualun- Botta; e tutto il colorito ti- pianure lombarde, Brescia Nella dedica al Nencioni chiana; che, di ritorno dopo que libretto di poesia sia losofico deriva dalle lettu-- espugna, stringe Milano a della raccolta di Rime del tre an~i in _Fi~ei:ize e pra.ti - pe~ venir fuori da oggi in re ~iobert~ane. Le ~ras~...in: f-!-r;te E: si v~e i~a.nzi i ~o- '53, che sarebbero uscite poi cando 11 Ch1arm1 e Ottavia- poi,. farc_,tE;:_dei consu1:t1 _nboll! bili Milanesi a pie scalzi e nel '57 sotto il titolo di Ri– no Targ1om-Tozzett1, aveva S1 aggnmga che, poco pn- punshci e qua e la d1 gravi con nude le spade .. Scende me di San Mmtato (e nel fort1f1cato con una cresima ma del volumetto erano latm1sm1, appartengono al Fedenc~ m persona e con- '66 col titolo comunemente leopardiana, e g1ordamana uscite le Lettere cnttche del repertorio classicheggiante, suma 1esercito suo nell'as- noto di Juventlt.a) 11 Car Ma un classico, come s'm- Bongh1 al Bianchi. che al s'intende. ma chi legga. 1i- sed10 d1 Alessandria , 11 ducci evoca i torni m cu~ tendeva allora, doveva es- gruppo dei g10vam classi- msce pure per accorgersi di suono d1 questo periodare c1 ranuco e ridevag seco quando sere anche moderato. molto c1st1 toscani dovevano ap- un'impronta nuova. del ca- riporta a esempi d1 ben p1u lo vedeva ora t tt t moderato. m poht1ca, e m panre come un mc1tamento rattere carducc1ano che s1 alta efficacia Così la descr1- ed ammirato su ul' 0 dm e~to questa. almeno quei pnm 1 all'anhpunsmo e antmazio- annuncia nella prosa Cosi z1one della vita dei Comum no rav m an. ar va- Se Roma non li ahbraccias- nascosti fili se ne potrebbe ri- rita un cenno particolare, a rimpianto che non l'abban- anm, 11 Gargam aveva ser- nahsmo m sede letterana talune ironiche d1ssertazio- "I superb1ss1m1 vmh sellano e dfi La~ aeS t Oso f 1 Orazio se tutti, acroghente come de- cavare un e panorama a che proposito (trattandosi dell'ul- dona b1tto le rneniqrte e le trad1- Difatti contemporaneamente m m chiave di e fantasia, a funa I destrien ... ecc.,. mete v~f!i e P O \ a ques~ v'essere questa città capitale, meglio servirebbe a corilpren- hma pervenutami) della rac. Poesia profondame':lte ma- zioni . del '49: er~ un ro- a~la e _Diceri_a ,, in. un perio- s~oric_ist~ca po:5sono der_ivare ~_en~~ questi precedenti tiunuito sel:a r\~ z~a5 1 n i– al punto d, accettB.le artisti dere la temperatura e }'este~ colta_ di Albrno P1erro _Ilpae-: hnc~mc~, questa, d~ i:nesta 1:1~nhco-Guerr~zzian<:J-Maz- dico !1orentmo usci _un~ pr9- fmche s1 voglia da altri, ma S!1list1c1, nop sarebbe po~- cace di Ossian gf delle b!lf-a e poeti d'ogni parte (per po- sione di una cultura (in senso se sincero con prefazione di meditazione sulle ragioni del- Z)mano, arrabbiato. mtran- sa reda~ta dal Ch1arm1 m fanno pensar~ aJ?-che al fu- sibll~ tracciare una stona te settentrionali· or tutto a– terne, poi, rifiutare un gran vasto) nei suoi vari ~adi ~ Gi?vanni F_'allan_ie una e_ s~m- la vita. e di st~porn ~raso-: s1gente. a~tropofaJ?o. E: tale forma d~ _lettera a u~ ami- turo <:;arquoc1. S1 veda, per convmçe!1te della _prosa e ito oei tr · ,_ . r - numero. direbbe il malevo- propositi, nelle sue particolar; gwgna a dJ Pericle Fazzm1. gnato nel1'evocaz1one d1 can pur e~sentlo._ aveva I anno ca class1c1sta, dov~ SI pr.o-: esempio, il quadro della let- de~lfii linea, car~ucc1~na. La P . 1 ecentì:-~ 1 eh se– lo ...). non sarebbe più quella esigenze e ambizioni. La testimonianza poetica di ricordi che salgono da_lle te- mnanzi ~caghat~. scand_alo _a fessava !='mar~ a1 . <:iass1~1 tera tura cont;!"P?ranea, do- criti1:a ha l_obbligo d1 guar- faui~!n~o cuo~e fiiu e C(!D amorosa e amena città che è. (In un e panorama a del ge- Albino Pierro è affidata a nebre. dall'immobilita del tutt~ F1r~nze: u~a _ d_tcena (~eopa_rd1 e q10rdan! m pn- v~ c:_sotto _un !nd1g!?sta. mol~ dan:i. orll'!?"l a !o~d?. ogni fra:e ~fc: rir~as~ :re~~ p~r nella sua stagionata in- nere. ·iJ più aggiornato e ve- quattro raccolte: Liriche del tempo. su i poetf odi1:rnrsSt!7lt... ,. m1s) smo all.adoraz1one. d1 g1o_rnah, d1. art1coll e d1 imD1:ra p_1\l. tardi_ 1D mo_d<:J no di affetto,p e quindi da dtfferenza che ~ la. sua forza, rìtiero. possibiJe, or~he~rato '46, Nuove liriche d7~ '49. Mia Questo poeta, che si po~·ta e d9~~a;i~ ~ o~~~i{~n~e1\8~ti: ~li~~:a~rcea:I :~ts~ fu ~~t a~lel~:h:rtv~~i~~~e dff~~~= (e ~oe~7f~ 1 l~eti~la c:~à~~~ ques_to ~emplic~ e fecon~o la sua prerog~t1va. 1a sua sal- ~el~e diversi:: diramazioni. non m~dr~ passava del_ ::,5 e que- dentro ~epolto come una ne- snese degli e amici pedan- la Diceria. ing tono ~orda- cetti scoppiati per asfissia ciana,. 1927 ): e E' la rivo- s!ud10 ributtarsi nel _caldis-: vezza a_nche. ' . limitato. ~V1den_tement~ alla s~ul~1ma ..J_Ipaese sincero, che chezza il « dolore profoi:1do ~· ti,, (il cui titolo esatto era: cemente sarcastico. esaltava e di lingua aerea, ansando luzione berchettiana rifatta simo e. sovente sterile de1 A fo1zaf'!'! d_. t~nto in tanto sola. attività ~e1 salotti. ~el- s! nalla~c1a alla precedep.te. e che para,ona la pro~na vi. Di Braccio Bracci e deait i Lombardi del Grossi, l'Esu.- sudando trafelando procede con mano maestra da chi moderni. .. ,_ code st a e rnd ;ff_e~en_za. roma~ lol"!C 1 e Astaldi O delle rivi st e s_i_a. pe.r 1 !. me st ? riec~eg~iat: ta} «cosa v:iv_aa melàn a ~Iu~ a_ltr~ poeti nostri odiernis- le del Giai:inone. risaliva si- ~ercurio in v~sta da cor- veniva da_ lu~ga_ co~suetudL In questo quadro_ e·~ tut– na ~ so~o 1 7 _.m;_-ati_ve.cultu _ Ut 1 sse, Botteghe Osl:ure. Tem- \,isioni ~ m!an~a e di _gio, 1 ce. tola c~ipita da u~a ,sas .::imd potremo aoprenàerlo no all'Ossian del Cesarotti riere, nascose il capo sotto ne f e qui si riferisce alla ta la t!,lrbol_enta giov1?ezza rah < ?1batt.ti. .1!'1m?n1.: mo po pres~nte, non si. manch7- n~zza. _s~agwn1 tra~cor,,e nel sata a, g.,unge a r;fle,tefe da una. pagina del Chiarini, p_e~dare di piglio ai Roman- un berretto. da ~eputato del tecruca dei _Giambi] con le letteraria, di_ C~rducc1. ed st i:e d_ar:te,, s~lott,. c,rcol~) ed r~btJ:e d1 ~rlare deJJe. « Ed,· y.Ila~gio lucano .. sia per la (dentro d. sé) la fìs.o_nom.a r.he a d•c:tanz.:i dì tempo. nel- lici. contrapponeva il Prati popolo. coIJ·un piede nel co- lettere classiche nostre>. an~he l ostmaztone poco ed_itonall (r.v:ste. opuscoli,_ fo: z10ni Porfin n le quali pure id~nti_ca commo~ione che a~- s~essa _delle _cose e_ dei s~n- le sue Memori.e .• rievoca l'e- epico all'Ariosto e al Tasso. turno tragico. l'altro nel soc- . çei:to l'atteggiamento sto- chtara ancora del suo parti– g_h con va st1 programmi di rappresentano un as9et_to del- saie il. poe~a di_ front~ al.a t._menti. degli effetti. del r,m· nisodio: , Un livornese no- il Prati lirico al Leopardi. co con in mano parecchi av- r1c1stico del Carducci va an- colare e non accettato mor- rifor~e\ , , . le inìzia~ive ~i~oriali _romane memona dei suoi _morti. pianto. _ , stro coetaneo, Braccio Brac- ed osannava. sempre ironi..: visi da bureau ... ,. cora i? ce_rca della sua dente r_omantico. Pedante~ia Imz .at.ve c~e ,_I p,u delle che negli ult1m1 _temp_i hann~ E' questo forse 11 tema do- Un volume "di d<?lore e _d ri. che noi non cono~cevamo camente. al Bracci lirico e Dopo questa secentesca espressione m questi primi e sentimento della storta volte - e<:ce_z,oni n parte -:-- oècupato le vetri_ne_d1 Hoeph rninante in Pi~rro: il ricordo spe:anta"' ent~o _cui tra_nsita di persona e che più tardi tragico. con altre punte con- parata di grottesca anima- passaggi; n~ disturba sapere non furono mai insomma nas<:_ono. e s1_ acquattano_ m e della Mode;n1ss1maJ. del padi-e, della madre, degli l esistenza che mir~ al st nce- divl:"nne nostro buon amico. tro il Cantù, il Gelli. il Got- zione. si veda la prima che fra qualche anno egli tanto congiunti quahto in c?rtilet_tJ ~ piazzuole e v;co- Tra queste edizioni e per gli .amici, immagini staccate dal- ro paese .del trep:do _amore. pubblic-ò il volumetto di ti. l'Orlandini. ecc. !raccia_ di _quel che sarà la dirà orgogliosamente di aver GIACINTO SPAGNOLETI'I 11. e h VlVOr'I<;> per qual~he scrittori e artisti del B-abu:- la sua vita ma presenti a1la della treu:dante preE'htera versi F'i.ori e sni.ne . con in Gli effetti di queste e pre- immaginativa storica del but;ato dalla finestra gli !1:rare Pf~ :ii~e a~~~l~rs~h= noi, la collana di poesia me- s·ia cm;cienza oerc-hP ,>ivi nel ELIO F. ACCROCCA fondo una lettera del Guer- se di posizione a fra i lette- Carducci saggista. (pure se Innt sacri del Manzoni. Tali (Con.unna a pag. 6) più sembrano aver resoiro e , , consistenza MARI o LIJZI E' il caso. per quanto rt- · guarda una iniziativa edito- riale • a ,esponsabililà limi- ...J..... tata a. di queJe Ed•zioni por– firi "per tli scrittori e arti. sti de: Babu:no a :a cu, sede è nella Capannina del vicolv Alibert. tre metri per quattro. assediata di quadri, libri. col– lezioni e sacchi di juta ap· pesi alle pareti. sulla cui so– glia ha preso stabile d:mora l'editore - scrittore - collezio. nista - presentator~ d·artist: presenta: Fernando Porflr:. poeta-filo– sofo in ~--:-oprìo.del quale son noti i versi deliranti (e Ho bucato a 95 all'ora con la mia Cinquecento C... L'angelo cu– stode batte le ali contro il paraurti di - rose sanpuigtì:€ al giungere di Hegel. mio col– lega• ecc .. a chiusura di una Storia dell'ast''"alti!mto a J()(\ lire). Le :ir Edizion: Porflri ,. :n questi u:timi anni di attiv:tà all'ombra del cieco vicolo che lega Margutta a Babu:no. an-. noverano monografie su pit– tori (imponente que,la su Consolazione a cura d: G\l– glielmo Petron!). ballettl e racconti dello . stesso porti• rius. poes'.e d: Enzo Nassa R. M. De An~e:is Aldn Ac– cattati~. Marce!lfl A'.tieri. M G. Manfredin:. Alb'no ?:erro un e libello a d: Lul.l?: Barto– lini un • Salmo scen:co a d: Ma~s:mo Franc:osa. i sai2:: d. Enzo Giudlc: ~u Lou?~e Labt't un'anto!oS!;a ner lo "'<'n'tnrr Montelone ecc un·attivltà. quella di Porfl• ri che s·:nse:-:sce neJ:a ser;f d'iniziative nobili o plei)(>e. solenn: o mode,,tE: è:egdnl. o sciattone. serie o farsesche che avvampano di quando in quando in una città come Ro– ma, tanto che a ricercarne i Ma.rio Luzi Conosco or-mai da qt«Jtche tempo te poesie di Paoto Grossi. Le rHeggo ora dopo alcuni mesi e ta prima im– pressione di vivezza affrettata, af!ocata non mi risulta per nulla diminuita. Che significa questa impazienza ? Questo modo di percepire acutamente la realtà fram– mentaria, ma come in fuga, ma come tesi a un dopo. a un oltre che non hanno né identiC(i, né nome? Que- sta esasperato discordanza tra tempo interiore e tempo oggettivo che finisce per prospettarci come uno spettro L'immagine della natura e della vita ? e, infine. questa vita che bruci.o se stessa come una pura quantità. una forza imposseduta, senza un minimo di frui.ii_one? Sono domande che mi suggeriscono i testi anche di altri giovani poeti tra I quali, notevole e noto. Fran- cesco Tentori. Non mi sento di rispondere, ma nemmeno di pos· <;aresotto silenzi.o questo sintomo. E non mi dd noia il loro testo senza arresti. senza spessore - non privo nel caso presenre di indeterminatezze linguisti.che - qua~o è cosi pieno di suggestione i! ritmo bruciante. MARIO LUZI iJlnratori In questa giornata di sole invernale che affila i campanili e scarnifica il tronco degli olivi. I muratori hanno teritato il cièlò Da una terra cosi scabra s'alzano pile di mattoni ancora incomposte, brancolanti come mani che rubino l'azzurro. S'alzano come pensieri umani in questa fiala d'aria che pare che un grido la tenda e la frantumi. Torreggiano come parola che speri d'esprimersi, pena che il vento prosciuga ed acumina. E la loro audacia si placa nella sobrietà dell'argilla che rias!-ume in questo serale un'antica brunità di terra. Dai brandelli di cave giunge al mare una notizia di selce ferita. arrampicata voce per le navi che gridi terra e strazio. L'hanno recata erranti come banchi di nebbia le meduse su una chiara macerie di conchiglie e qui sulla strada delle correnti verdacquea si sfalda in un'eco che imbianca l'onda alle vele Delizia cara perché bruciata come il viso solcato dei nostromi. affondata nel nostro petto quasi l'oro sommerso dei re. Poesie dì PAOLO 'GROSSl Oh, mercato di pietra e di sole, pietra e sole come la fatica nostra consumati a un esaltato saccheggio. Nella penosa latitudine di luce sarà sola la voce e sarà gioia l'eco d'un ferro a sverginar la vena· balzerà con un guizzo di delfino a spumeggiare tra le correnti. A notte dai cimiteri di meduse dai relitti frondosi di coralli monterà dal mare una consolazione di vento ad ingollarsi tra i costoni rotti delle cave. E sarà naufragio di pleiadi e palpebre d'ombra. Il pensiero della morte si mesce alla vita fra le reti tarde di mezzogiorno e l'intriso sapore d'alga e scaglie che sì spenge negli ultimi sussulti. Qui è l'ora che nelle città si fonde il bitume col graniglia delle strade e immemori gli uomini martellano sole sulla pietra e fermano scalpellando la loro coscienza instabile Qui è l'ora che il mare è luce, vastità di luce e (ragranza; penuria di sensi, di corpi. e la vita conquista una CErtezza, senza appigl:o terrestre. senza inganni di verde o azzurro. nell'assoluto tempo che cancella la spiaggia nell'abbaglio e le foci senz'acqua dei fiumi infinitamente s'ampliano. Ora t'investe la coscienza piena che la morte sarà solo distacc-o senza sole né ombra, nell'assenza, senza un'onda che pérti. o una riva sensibile da cui staccarsi ... Rifredi Il tuo dominio è ora quella parte della città dove la luna si confessa. all'asfalto delle strade e si distendono i cortili delle tabbtiChe alle pazzie dei gatti in amore. Dove un viso non è e soitvola sui muri la sorpresa di ritrovare intatto ciò che credevi perso nel twnulto. C'è una fedeltà in Queste cose notturne - le strade, i cortili, le case - s'accosta col balzo d'un gatto di iuna, mentre fuggono i treni in libertà. La tua certezza è che stanotte un giorno si spengerà disfatto come il ragno d'aria che penzola essiccato al muro e che il domani ayrà la crudeltà dei gazometri dei sobborghi che l'alba erge ìn lame di risveglio. Giorno a giorno in cui sola certezza è vivere, né saprei dirti come Perché la felicità l'ho bandita affidandola al tul'bine de.i treni. sul pietrame delle verghe dove ho respirato la pianura. E mi sono rimasti giorni senza volto. dipinti di calce che dovrò vivere per morire E M'è barlume l'esigua certezza che li vivrò appieno. PAOLO GROSSI

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