la Fiera Letteraria - XII - n. 10 - 10 marzo 1957

Domenica 10 marzo 1957 LA FIEflA LETTERARIA Pag. 3 RICORDO DI EDOARDO FIRPO Un poeta fuori del tempo DUE * LIRICHE Ferduto nel suo mestiere d'accordatore di strumenti e, insieme, nella sua fantasticheria necessariamente stravagante, istituisce una Genova sdoppiata che finisce con l'essere un diaframma tra sè e lo spazio, tra sè e il tempo del poeta genovese di PIEll * PAOLO P .A.S4)LINI Nel '31 Firpo aveva pub- Montale, ciò va appunto ri- pur trasparente, come nei si ch'egli cita da Firpo con denza psicologica, che, di ri- blicato c O grillo cantadO >,,cercato in una più faticosa sogni - tra sè e lo spazio, precisione di chirurgo: . nuncia in rim1ncia. di passi- nel '36 e Fiore in to gotto>, e fragile casistica psicologi- tra sè e il tempo. D"Z . ,i•· f vità in passività. aveva fat- ne.l '46 un libro che parrebbe ca. La rassegnazione e la Vivendo in questa Genova d t uvt.a e e~ ed;n ~acasso to dell'esilio una patria, in anteriore - quasi contem- mancanza di aggressività sdoppiata - nello spettro di e :egua tanto s rua. cui magari compiacersi per por~neo_ cioè a e Feua de sembrano caratteri~zare q_u~- Geno"'.'a - non è che Fill)~ ~h~ P,é\pario d:-e;s~i-sta la ,soli_tudine, insuperbirsi schcugg1 .,, una sua comme- sto poeta: che, dt sua m1- non sia contemporaneo: egli Camo i Recco e R a nell umiltà. dia dialettale rappresentata i ziativa e per sua diretta vo- è fuori dal tempo. E' nella r,r, u · Nel mondo interiorizz.ato a Genova nel '22 - e A vea. lontà. non ha fatto, alle ori- città. non in una città. nel Il fenomeno naturale estre- e mitico in cui viveva, pro– scoverta de l'America.,, di I gin i. un passo verso una co- mondo, non in una nazione: mamentc evidenziato, è in dotto di una cultura rispetto tono pascarclliano. scienza moderna di rappor- sicchè cose, oggetti, persone realtà cosi perduto nella sua alla quale l'Italia èra mar- Alle poesie del '36 è pre- ti e di lavoro let.terario. - in quella luce mediterra- immediatezza. così sprofon- ginale e ritardataria. egli si messo ·1no scritto di Monta- Perduto nel suo mestiere nea ma grigia - pur essen- dato nel suo particolarismo, sentiva. in fondo, indigeno le: questo rapporto di pre- di accordator~ di _strumenti do _es~r~mam_e~tedefiniti, lo- da r_isultare atemporale: tra i fu~ruscitì. ln realtà non sentato e di presentatore è - fatto che si add1ceva per- cala. 1d1omat1c1,sono al tem- esemç10 fisso. accorat4men- era cosi: egli era soltanto significativo, specie per que- fettamente alla figura lisa po stesso assoluti: vivono al te paradigmatico. di ogni un fuoruscito di data cosi gli anni. A introdurre nei e un po' mostruosa del Poe• di qua del momento stari- passeggero piovasco. vecchia - per circostanze centri della letteratura ita- ta dialettale - e perduto, co, che nel centro di una -Per giungere a risultati di interiori e ambientali - da liana il poeta marginale e insieme, nella sua fantasti- cultura. questo tipo - benché li pre- avere preso la cittadinanza sconosciuto è un poeta cen- cheria necessariamente stra- Questa assolutezza del figurasse in momentanei di quel mondo, di quell'ul– trale e famoso: ma non si vagante - i gatti, le viuzze concreto-sensibile è il pun- passi felici fin dai primi tima Thule, in cui Genova tratta di puro cameratismo, della vecchia città accalcata lo in cui Firpo e Montale versi - Firpo ci fmpieghe- viveva di sole e di voci. di nè di un'operazione com- sul porto ecc. ecc. - egli si incontrano, ma provenen- rà l'intera vita. Quando li silenzi e di colori. Tutti dati piuta per carità dell'anagra- sostanzialmente istituisce do da due punti opposti: raggiungerà pienamente co- puramente cromatici. mac– fe comune. C'è una spinta una Genova che, per essere l'analogia del loro mondo è me media di tutta una pro- chiaiuoli e addirittura arca– interna in questo incontro, quella reale, realm~nte rea- dunque apparente: implica duzione. si troverà allora al dici (vedi e O grillo canta– altrimenti inimmaginabile. le, nota ab aeterno da chi una nozione del mondo di- livello dei migliori coetanei. dO) finchè egli non ebbe La direzione cli,Firpo non è, realmente la vive, e la sa, versa, fattasi a vicenda com- Nè ci sarà salto di qualità cominciato ad accorgersi di in!atti, centrifuga: va dalla per una sapienza carismati- prenslbile nella zona franca. tra la sua lingua e l'italiano. essere anche lui in esilio, in periferia al centro. Che poi, ca e demiurgica, finisce col Si capisce il momento di de- Si trattava, per Firpo, di un'esistenza meramente poe– data la complessità - do- creare un diaframma - sia bolezza di Montale per i ver- :ottare contro la sua ten- tica. In e O fiore in to got– vuta alle inibizioni regres- r-------------------------------, lo• la coscienza di questo sive della nostalgia verso stato comincia a dare luce: una patria più pura. natu- SUL PEDALE DEL TEMPO "CHE VA E NON RITORNA,, a mettere a fuoco i dati di raie, nobile e umile - tale quella poeticità. Con l'ulti- f~~=~~~~t~, si:o~ 0 ~~in~~r~~ * i:;:p!~~~~ :, c~~t~ 0 r~ce:~;: pirsi. L"arrivo al centro e ~ente da Sciasci_a (Calta- dunque ritardatario. Firpo so L I TAR I AR I e ER e A nissetta, 1955), F1rpo è ":n vi perviene credendo pi tro- poeta da leggere senza r1- vorci un suo ipotetico Pa- serve: egli offre una serie scoli più crepuscolare. stra- di_ testi i!' cui I~ ricadute e vagante e ristretto (Novaro, gh err?rt do,vull al_ perma- ~~~~~i::• c~ev~ ~reonvaalt~;el~~ e s011·tar1·a r · velaz1· one ~t~r;~i~~e~le°pe/i::~~~o:~: po di pascoliano. nea, di poetiche e ~usti ri- Mont~le a sua volta non ~~~~~~%t (ar~~i~i~:l~i s~i~~ è centripeto: oper~ al cen- po si è estremamente arric- t:e (le sue nostalgi_e non lo chita e ordinata proprio nc- r1co:nducono alla città: alla * gli ultimi anni della sun vi- re~1onc. a m_imondo _clivec- ta: che sono gli anni della chic cose: diverso è li n:1oto I . . t. . I t caduta del fascismo e di un ~cl suo r_cgresso.. Avviene suor verst con ,nu.eranno a ~.nvere a ungo; sor ,e rinnovamento democratico "'_prolo nd •tà. non ' "sup.er ; dopotutto inv1d,abilc per chi ai 1:ersi ha dato la vita che è importato. anche per flc1e 1 • Verso zone ant~r1o n un poeta già formato come dcli essere. n~n ~el vivere. Firpo, nell'ideologia lettera- In ~onda, n?n 1 !'1dietro). !ut- * ria e nei suoi problemi pri- tavia anch eglt è sospinto, ma del tutto trascurati, co- dn una certa forza super- di GIORGIO CAPRONI me quello del dialetto. Poco flua. da u_n res1~uo libero, prima di andarsene e,di ci vnganle di energia, a colo- Maldito lobo invierno Que te Ileva.s - rie persecuzioni), cui era spinto dalla ha dato un canzoniere per- r!rc i dat! de!l'essere con !e los viejos y los débile.s! E vecchio e debole propria indigenza. !etto, ad attestare la sua tinte e viv,aci .,_ e espr~ssi- doveva ormai essere Firpo (meno che Basta aprire, ad esempio. O grillo can. presenza nel nostro mondo. ve., ?el vivere quoll~iano nella voce, fattasi anzi tesa e sottile - radO (vezzosa ''edlzioncina « All'insegna E' attraverso l'acquisizione Cala 10 queSle - co!" e_no- tagliente - come un cantino), non tanto della Tarasca ,,, ]931, con una « Presen- di un ordine culturale che to --: ie SUe ful~u:azio!1 1 co- per gli anni, che non erano ancora troppi, taz.ione I) di Umberto V. Cavassa, una egli ha Potuto concretare la nosc1t_1ve.(~o~tm1): c10_è le ma per i patimenti. davvero sovrab- tavola fuori testo di Luciano Lombardo. sua irrelata seh.ensucht lin– suc mtuiziom ~negative.> bondanti. tiratura numerata che « Mimmo Guelfi guistica: è bastato che per- rispetto alla st0 r 18 • Lo vidi un'unica volta, ìn uno squalli- ornò >l) per accorgersi subito di quanto venisse, in un attivo recupe- Egli evade nel mondo del- do inverno, e unica è l'immagine che con- egli partecipasse del gusto e dello spirito ro, alla coscienza della sua le piccole cose (locali, ne- servo di lui: un omino piuttosto gracile di quei « scignoi ll; di quant'egll ne con- stravaganza per rientrare cessariamente, e dialettali). con un cappottucclo logoro logoro, il dividesse· il buon senso e l'attenzione per nella tipicità, della sua eva– ma dando loro un signifl~ quale certo non bastava 8 proteggerlo « le cose belle (e paetichc) in .sè » (e sività per collocarsi nel cen– cato di eternità e di assolu- dalla livida tramontana genovese, nella anche per certi innocui scherzucci, e per tro, della sua tendenza o tezza contraddittorio ad es- semitenebra d'uno stanza di Via Caso. certe innocenti allusioni grassocce, so. estetizzare per essere uno se. e polemico rispetto al regis, ingombra di polvere e di pianoforti prattutto nei Trim in maggiore, dove tenta squisito e non un dilettante, centro storico, sociale. ideo- che, con le corde scoperte, avevano una la maniera giocosa, mancandogli però la Alla fine della vita, FirPo logico e letterario, in cui è bonaria _ ma sempre un poco macabra forza d'arrivare alla satira, o almeno al- si è reso conto che la sua costretto a operare, e con cu 1 _ aria di scheletri. Pef.ficace ironia), senza che possa peral- Genova era un so~no. e ha Alberto Gagliardo: "Edoardo Flrpo" * Ciammo o Martinpescou eh' o pot 1 te I'oa ,,. ... de belle aegue nette quande cO becco affiòu pii co fracca,.,.,e un spegto de cristallo, ma o canto malinconico do Qallo ln mezo a.-a néutte o pci un crlo ch'o se perde in mezo a.•o m4 ... Sento pO.same in sce-a lontann-a .sponda vixin a.-o nonno ai giorni sen.sa . 1chCua, e o canto che sentivo in lontanama zd fin d'allea o me stre-nzetva o chéu. Chi gh.e l'aveiva dito a-o chéu plcch1 che o tempo o xéua ? e chi a dubità de fovveoni? ... A caraveUa. ch'a battetva o md. a .sperava de vedde un'atTa .sponda, ma a. chi in io tempo navega * ogni staggion l'è un'onda. verso o silenzto d'unna. riva morta.. E mi che intanto na.vego men.tre che l'onda a franze ciammo o martinpescòu ch.'o porta l'eia quande ch.'o becco af/iòu p<i ch'o fraccasse un spegio de crittallo. CHIAMO IL MARTIN PESCATORE CHE POR1, L'ORA ... delle belle acque nette quando col becco sottile pare in.franga uno specchio di cristallo ma ti. canto malinconico del gallo in mezzo della notte pare un grido che sl perda ln mezzo al mare. - Sento po– sarmi nella lontana sponda vicino al nonno, ai giorni senza scuola e il canto che sentivo in lontananza già ftn da allora nù stringeva Il ouore. - Chi aveva mai detto al piccolo cuore che il tempo vola e a dubihre dell'avvenire? - La caravella che batteva il mare sperava di vedere un'altra sponda; ma a chi nel tempo naviga ogni stagione è un'onda verso U silenzio d 1 una riva morta. E io che intanto navigo mentre l'onda si frange, chiamo il martlnpescatore che porti l'ora delle belle acque nette quando col becco sottil<!' pare Infranga uno specchio di cristallo. * TramnntanrittH DUuvia e gh.'è un fraccos.so de aégua che derrùa ; e vegne tanto spe.s.sa cfte l'è spario da-a vi.sta Camoogl Recco e Rua. Manco se vedde e case che l'è eh\ da-a vtxht, e i. dTappi appeisi.i a-e muage sc6an che pan bron.zin. Ma quande ver.so se;a. s 'aççen.de o tantenrin o çe o s'aUeggerL!ce e ciéuve ciù cùinin. Che o tempo o l'è cangiòu me O di.:ran. poche stelle in to çé streppelòu. EDOARDO FIBPO TRAMONTANETTA. Diluvia e sl sente 11 tragore del– l'acqua che scroscia: cade cosi fitta che sono scompars'. dalla vista Camogli Recco e Ruta. Non si vedono nem– meno le case più vicine, e I ?anni appesi ai muri ad asci11gare goggiolanocom• ruoinot\i.Ma quando verso sera s'accende il piccolo taro, U cielo si alleggerisce e piove ,più lentamente. Che U tempo è cambiato, me lo dicono poobe stelle nel cielo stracciato. ~ l~~~\i::;: ~o!~!-tonQ~~":i~ Come avrà !atto, quell'ometto, e con ~aom!~:g~rg~!•cos;f~t~ c~:~e~~r~o i~!:!~ ~::o~osì la realtà di Quel essere un evasivo a ragione. l'unica difesa di quel cappottino, a resi- - cercasse fin da allora (con quel lin. P. P. PASOLINl L----------------------------------------~ DI aver colto l'esistenza in st ere, solo, ne · guaggio e in quelle convenzioni, ma sul una sua aprioristica asso- L'ora della tortura. e dei lamenti fondo migliore dei migliori « buoni sen- lutezza, anzichè nel suo at- che 3'abbattè ,ul mondo timenti)) di quella società> di rappresen· ~~it~~:u~f ~:~~~is; 0 °~:ic~~ e che a Genova particolarmente s'accanl, ~~~e ~o:~!ole~t~~~ ;u:o s~ef1t:s:~ ild~~~ mondo da conoscersi e da anche contro di lui? loro) anima: una tenerezza, appunto, per modificarsi. e non da fug- Tanti anni sono passati da allora - le cose e i luoghi cari all'animo d'ogni gire, Montale ha doto poi le da quando vidi Firpo ,- che nemmeno buon genovese (la stradina, le nuvolette. sue più belle poesie, ma ha sono più sicuro se tale stanza fosse pro- le rondinine, Portofino, San Fruttuoso. dato una produzione media prio lì, in Via Casaregis, o non piuttosto l'immancabile Boccadasse e via dicendo), le~ata ormni necessariamen- in Via Lorenzo Pareto; o in qualche altra teoereua non più mossa da una gretta te a un'ermeneutica non più strada di quella terribile Genova - nè considerazione della loro necessità deco. necessaria. Vecchia nè nuova - che tetra di cemen. rativa (di decoro), ma già da una più Fuggendo dall'Italia verso tizie facciate floreali in pretto stile italo. intima penetrazione poetica, capace di ]a terra italiana, Montale argentino (grigte fra i grigioverdi platanì sollecitare gli animi, e soprattutto que~li non poteva non imbattersi e i desolati giardinetti, e d'un irresistibile animi, ai più disinteressati affetti; sia nel dialetto: che se per Pa- t.ristezza in certe grigie giornate inver- pure con quella mallncooia senza dram. scoli è stato oggetto di aspi- nali), è - o era - abitata da contegno- ma propria dì un po' tutti i dialettali razione incessante e irrea- 6issimi « scignoi ». anziani pro!essionisU (esclusi i due grandissimi: Belli e Porta), lizzata, per Montale è s'tato in gran parte. i quali senza dubbio, in tenuta sul pedale « del tempo che va e un mezzo 3 malincuore rjp quella parte «orientale,, della città (!ra non ritorna » 1 tanto frustato ormai da r:~nct~:~a~:ìt~on ~:~ri~~; ~\~a;~~i~o~:~~~~ d~=~~alb;;l~ l'~~1 no:u ~:i:er~oe~ardt~olft~~~':1~icerca e di non è stata coerente fino al- mercantili che vanno e vengono davanti solitaria rivelazione. Firpo ha lavorato alla Foce) trovano - o trovavano: è pa. isolatamente per anni, raggiungendo nel l'ultimo per incertezza e reccbio ch'e manco - il più acconcio. e Fiore in to gotto (Ed. Emiliano degli paur:i: quella di Montale decoroso, luogo di domicilio. Qrfini, 1935: la sua raccolta maggiore, che ~~~~;, 0 fi~ 2 1!~~r:! 1~~tec~~:t Certo è che Firpo apparteneva a quella meritò una bellissima prefazione di Euge. ta. Il vero amore di Mon- zona di Genova, e che a quella zona di nio Montale), e più sottilmente anc?ra _in tale era il centro, appunto Genova - nè operaia nè mercantile - Ciammo o .Martinpescou (Ed. Sciascia, appartiene la sua poesia, cosl dolorosa. 1955). r1sultall talmente indipendenti e perchè era impossibile sta r- mente tesa a spremere dall'animo (dal suoi e d1 tale dehcatez.za, da far di lui ci. operarci. per lui. Pascoli dial~tto) di quei a sdgnoi » (tanto ricchi un•aitra di que lle voci «li guri>), inelimi– f~t~;:av:i~op~tf:tr~m~o~tf:i: di buon senso e di solido amore per le nabiU dal panorama della nostra civiltà cose pratiche, i quali soltanto per ~ecoro letteraria: da Ceccardo Roccatagliata. proprio perchè invece st are si permettevano a volte il lusso d avere ceccardi (che FirJ1() ha amato nella sua e operare al centro era per un pianoforte che Firpo, accordatore, an- maniera più «cantabile» e più gentil– lui ovvio e doveroso. Cosl dava ogni tanlto a rimettere io sesto) la mente attenta al paesaggio) ai due No. entriamo nei domini psico- unica goccia di tenereua possibile: unica varo da Boine a Sbarbare, da Montale logici: e inerente alla sua e forse appunto per questo, nelle sue più a D~scalzo, da Grande a Barile. natura e al suo carattere è, recenti poesie, cosi asciuttamente intensa. Ma lasciamo ogni definizione critica ai probabilmente. la partenza caro e indimenticabile amico nostro, critici, e qui contentiamoci di dire il no. di Firpo, la sua prima scelta. che aspro tirocinio per cavare da quegli stra dolore sincero. allorchè da una la- Firpo e infatti poco più animi _ e in quella liscosa lingua in sa- •conica lettera dell'amico Mario Boselli vecchio di Montale: è vis- Jamoia ch'è il dialetto genovese - tale apprendemmo l'improvvisa scomparsa. suto dunque nei suoi anni, e, per di più, nei suoi luo– ghi. Si e formato sostanzial– mente nel suo stesso ambito culturale. Se. in questo am– bito, egli occupa subito, ini– zialmente. una posizione in– certa, insicura e un po' am- goccia dolcissima. Maldito lobo invierno que te Uevas L'imçresa sarebbe stata di certo dispe. los viejos 11 los debiles! rata se Firpo. cosl povero io canna come Unica consolazione, che Firpo sia vis. era, non avesse avuto un poco anche lui suto meno dei suoi versi, i quali contL l'animo di quei « scignoi », fino a1 punto nueranno, certo, a vivere a lungo: ~rte di dare un innocuo colore romantico al dopotutto invidiabile per chi 3:i ver~1 ha suo conosciuto socialismo (per ~ amor del dato l'intera vita. stoicamente rmunz1ando popolo » _ ma a Genova è difficile esser ad ogoi altra carriera. realmente popolani - egli patì anche va. GIORGIO CAPRONI bigua rispetto a quella di!_ _____________________________ -' UN AJUORE SCON'I' A'G'O Quel tanto CON * di * SA.CRJFJCI E PENE rotnantico Sapeva cogliere rapporti, sfumature, ombre di colori, dove altri non avrebbero scorto che piatta uniformità di • IIARIO BOSELLI Nato a. Genova il 20 apnle Ero quel tanto di romanu.- citavano la .sua ricca ,9en.st .-- leggeTe ancora addentro ne. vero poeta dialettale di. Ge- 1889, Edoardo F,rpo è morto co _ d"un romant1c1rn10 «fin b&lttà, perf,no raffinata, talo. gli angoli segreti di QUe$ta nova, dopo Paolo Foghetta a sessantotto anni in una cli- de siècfe » tutto dialettale e ra; una sensib1Utd te si. vuo- città eh.e St trasJormc; può rl. del .sec. XVI e Stefano De nica dell'ospedale' di S. Mar- ritaTdatario - che pur esi- le non corretta da altrettan- cardarsi, oltre eh.e di cr Co- Fr~nch.i d~l s_ec. XV_III; e uno tino. steva in lui, misto al gusto to umore critico, ma acuta e moggi Recco e Rua », andie dei moggton ~ra t contem- E' morto solo come presa. tra paacotiano e gozzaniano sempre sveolia.. Sapet,a co- di Soziglia., di Canetto e di poranei in Itaha. ai.va: non avev~ volti d'ami- delle piccole cose esp-resse gli.ere Tapparti, sfumature, ?Tè, ritTaendo forse meno e Netta ,ua aen,ibilità pan~ ci in torno al suo letto· solo con concreta immediatezza ombre di colori, dove altn rappresentando di più. Edonr. ca, egti amava confondeTst, e quasi. i.n mi.aeria. JJ•aitra appena attenuata dal ritmo n~n avre~be s~rto che un.a do FirJ?Ov~d accettare la con spontaneo amore~ netl~ parte il trapasso è stato im- intimamente musicale (anca. piatta._ uniform1td.: 11v~a una nostr'!- utdlca.zwne, non come cose della natura .. E _il des1-– pro·vviso, i-mprevedibHe: ero ra l'altra sera mi diceva c~e capact!d straor~inaria_ d'os- ttn'estgenza ma come un au. derlo è forte in not, ~i ,._acco– stato da lui Qttalche oTa prt. era la musicalitd del verso servaztone poettca, cui .sape. gu.rlo. gltere. ora che non e più, lo ma e l'avevo tr ovato a bba- l'elemento che fissava la va far paTteci.pi i pocht ami- Certo, se un tal giorno fos. invito che Firpo esprime in stanza ,ereno. Si. senti.va me- « duTakl ,> d'una poesia). Esi.. ci che più senttva vicini per se prossimo, 1a sua sotUudi- queste sette versi di sapore glio, per quanto mi dicess e di steva in lui - se si può di- indole e ingegno. . ne potrebbe essere quella. Quasi lucreziano: essere debolissimo. Avevamo re - una specie di contrad- Uopera paetica det :Ftr~o definitiva, degH artisti rive. <i r1 18eu, che pe~ coste d1 monti letto insieme due canzoni del dizione tra questa sua natura - oltre a Qualche comm-edta latori». E, in realtd, Que.sta u belvi a-e fresche vlvagne, Petrarca commentate da I paetica e le sue convinzioni in dialetto - ebbe inizio ne, particolare, felice u aolitudl- appcnn-a fiorisce e campagne, Leopardi: la poesia lo confar. sociali, morali e politiche 1931 con la raccolta intito- ne» il Firpo raggiunse sopra. clammime un po unna mattln. tava era praticamente l'unt. (per cui ebbe a soffrire per. tata « O grillo contado• J,er iutto in talune composizioni Chb!à che da qualche rlanello. co ; l'ultimo appoggio della secu.zione e carcere>. Una le Edizioni <Ùlla Tnruscu, successive, come « Cinque da ~ualte r~mma d~tJ1n sua anima limpida. E per la forma di « misticismo >> poe. una specie di. ce,wcoio ge'ltO- taere », « L' orto >l, « Incon - no e r spon_e u~ ~ n . . pce.si.aera unica.mente vi.s,u.. tico s'accompagnava difatti vese det tempo. Net 1935 tTO», « Olivo spampaggi.ou », In questi u.lt1!71t te,-_n~n, tt to, at punto da farl a coinei- in lui ad un materiali:mio usciva quel~ che è forse l_a. « Sen,etta » e oltre, ~h.e tur o. P?eta_ dlc~a agh ~mlet. ti cf.e. dere con la 3tes.sa vita, di larvato dal senso del miste- opero maggiore del poeta, tl no pubblicate in « Ctammo o 11deno dt raccogliere in un sentire quest a esclu .,ivamen. ro. che Fi.rpo aveva fortissi. « Fiore in to gotto» (Ed. Ma-rtinpescou » due anni fa, solo vol~me, una sce~ta dette te in funzione di quella. mo. Quante volte mi parlò, Emiliano degli. Orfini), con per i tipi dell'Editore Scia- sue poesie, da « '? g7:tto c?-n,.. Questo amore gli fu fatto con quel .suo tipico tono ma. int1'oduzione di Eugenio Mon. .scia di. Caltani.ssetta. Nel tado )). a quel~e m~dtte, fino scontare con pene e sacrifici linconico della parola e della tate, di cui. ci ;.iar util,e .-i- 1946 era uscita quella te Sco. all'ultnna. scntta tn o.speda. che andavano aumentando figura, della « assurditd ,1 portare i.I giudtt1,1 Mnc-lusi verta de i-America», che h.a le. Speriamo che qualc he E– con gti anni, fino a diventa. del mondo, dét relativo insi. vo: « ... il Firpo cmch~ senzc, pregi e difetti, di cui non è ditore i~tE:lligente e s ~n.si~ i– re, nei suoi ultimi giorni. in. to nell'ordine della natura: procurani. pTobtn11,i d'accatt<, H momento di pà.rlare. Certo, le, .sodd1sft questo dest derto . sopportabiU.. Le cose, le loro lagrime, ec- che gli .starebbero male, può scompare con Firpo l'utthno MARIO BOSELLI

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