la Fiera Letteraria - XII - n. 4 - 27 gennaio 1957

LA F TERA TETTERi\RIA Domenica 27 gennaio 1957 I Parole p r Goffredo Bellonci VERA CAPACITA' 1 di insegnamento Sette s coli dinovell * * di GIOJ'ANNI COJIISSO di IIICJHhLH PRISCJO * Se ci fa piacere che un soltanto ogni volta ch'egli critico s'interessi di noi, se s'interessò aUe mie cose, ma Goffredo Bellone! ha raccol• quand'esce un nostro libro anche quando poi lo conob- to, in due volumi di bella veste andiamo a spiare il giornale bi di persona e, da sei anni tipografica, « Sette secoli di al quale co!!abora quel tale ormai., ad ogni nostro in- novelle Italiane • (Ed. Casini critico con !a speranza di contro: a Roma come a Niz- Roma): un panorama tra i più trovarci !a recensione, non za, a Lecce come a Napoli, complessi e impegnativi dal è tanto per !a vanitd di sen- neL suo studio ospitale o in punti di vista non solo della tirsi importanti aL punto di una sala di redazione, ne!- scelta, ma del gusto e dell'o· poter dire che anche i) cri- l'atrio d'~n aLber(IO o aL ta- rientamento entro la regione tico X s'è occupato di noi, volino d un caff~- 1?er una del «genere». Perché se è fa- quanto per sperimentare ef· st rada O ad 1fna riunione uf- cile affidarsi alla designazio- fettivamente La necessitd del ftcta!e, ogni gualvoLta ho ne esteriore per quello che ri· nostro lavoro, per riscon- i~contrato. GofJredo Bellon- guarda i novellieri tradiziona• trare se il libro è riuscito a ci ne ho ricevuto sempre un li. è anche motivo di perples- su.scitare una discussione o senso d'arricchimento, ho >\t~.•''·· • sità 1•a·ccoglimento O meno. un dialogo, per trovarvi, in capito ~he quell'inSe(lna- Bellouci a Padova nel 1928 sotto l'insegna della novelli· altri termini un appoggio o mento 5' poteva coglierlo stica. di pagine che si isolano una guida, ;,,n'eco o un· in- non soltanto n~!!e ~!! pa- ---------------- con la mfaura di un autenti· coraggiamento (a volte an- ro!e, ne!!a_ 171:aniera ~ impo- u · . . co racconto. da tésti~ di va- che una recensione sfavore- stare e chiarire un discorso, · t ria letteratura. Questa preci- vo!e può esserci d'aiuto), e d'_a~viare una discussione _o Il. e rt I e o sazione dei limiti è il primo sentirci, in definitiva, un po' dirigere, con quanta . !t,mpi- argomento di cautela in !a- meno so!i, in questo nostro da ch~arezza e !tnearita, un vori di tale natura. Per la mestiere dove la solitudine dibattito, ma ne! suo sguar- novella Italiana. inoltre, s'im- non sempre costituisce un do, ,:,,e! . s-tt0 mod~ d'_espri- pone una considerazione so- vantaggio. ~er st , .~i_ muoversi, di rea- • • stanziale; ed è che la novella Sebbene io sia ritenuto, e hzzarSi. in ,una parola, ne!- t fu - con la lirica - Wla del- forse non a torto, tra i 11i,o-la su.a st essa. pe;sona, se n z a m I , I 'e forme costitutive del nostro vani autori uno dei più tor- . So_vente_noi giovani _:pro~ primo tessuto letterario. tunati anche ne!!a conside- vin~tali Cf. s •amo creati dei I risultati del Bellonci, co- razione della critica in ge- miti- attrave-i:so !a lettura su me pure le difficoltà che egli nerale sempre attenta e ben tahmi autori cç>nte771:porane~ ha dovuto superare nella fra· disposta al!e mie cose, in e ne Siam~ poi st ati de}u s i * stagliatissima rotta. sono evi- pochi critici devo confessa- a~ena st , e p_resentata ~ oc- denti nella larga introduzione. re d'essermi riconosciuto, ca~ione d_un incqntro diret- In queste cinquanta pagine pochi critici - voglio dire to., ~elusi perche. fo:se mi di 111 A R J O PO JJI J L J O che compongono un vero e - mi hanno alla resa det t 0 ingenuamente,. ci se;n; proprio saggio sulla storia e le conti offerto la possibi!itd ra1;a che !e due imm_agmi, forme della novella, il Critico di GUIDO DI PINO d.i veder meglio dentro di de!! uomo e_ de!!o scrittore, Sé, a proposito d'un libro, vicenda• e che egli • non sa ha definito tendenze e fornito me, chiarire certi· motivi, non C0?7'bac,assero. L!) scrit; gli capita di dire come per immaginare la natura se non il ritratto di maggiori e mino– approfondirne aitri, darmi tpre et aveva e?tfu s ias_mati, inciso (ma si tratta d'uno di in azione: la luna di ma~gio, ri: con giudizi che recano in una mano per camminare se ! uo~ot e~ appart~ta att d C e quegli incisi che gli sono cosi per esempio, è sorpresa men- ogni caso. il segno di un ori– non più speditamente con aGnnfoia O O vani ç>so. on tipici e nei quali, con quella tre agisce veramente di pro-- ginaie e aggiornato ripensa– minori inciampi. Fra questi O fredo Be!!onci io non l~o abilità sottaciuta e segreta che posito, faceva vedere le cose mento. Si veda I per esempio pochi, e giusto e doveroso mai P_rovato queS t o s~ntì- è poi la sua forza, il Bellonci come di giorno•: notazione fi- la pagina sul Boccaccio: è da parte mia ch'io pon,11a a! me,ur 0J'n\,.vo!tat anzi, ~o fa confluire senza ostenbarli nissima, senz,a alcun dubbio, orientativa non solo per l'arte primissimo posto Goffredo ~rn .. o e e _incon _ro, -~ne .e il suo giudizio e la sua con- che aiuta a capire molto più dello scrittore (egli « fa delJa Be!!onci, e non soltanto per ~af!U rmp!tcd o t! pt1t oc- elusione) che e il romanzo non in là di quanto apparente- novella risolutamente. un'ope– un fatto di s'Ìmpatia umana. / 0 ~a e, mi ava qua co~a ha bisogno d'una moralità che mente non dica e che trova ra d'arte con unità di compo- Goffredo Bellonci con Maria nepa casa ,romana Sin da quand~ araarve _il f; ~i~kz~~~~~f esit:i~~1e- precisi, e dunque limiti, il suo poi subito il suo sottofondo s(zione e d'Intonazione, con un Mi d'ispiace dovere parlare di Goffredo Betlonci, rario che fosse espressio:n,e de! suo g_usto e delle suq affettoso artico o a!_m!o Og~i volta ne /io ricev'u.t~ si~ificato, perchè deve su- e ~on~rappeso in _un'altra ~s- ri_gore formale che è compai:a- dopo d , avere vinto, l'anno scorso, il Premio Strega, . . . N ' d questo premio per appar- primo libro e L!l pro1:~nchta ,i·na lezione, altissima di ci- scitare ID chi legge un sacro sa-i _<liver~a• e p1ù genenca, bile a quello del sonetto: ch1_u- • sue opinioni. on pa:, 0 i . addoT?71entata >, io sentii c e viltà. e basti de! resto pen- e umano orrore•• voi nc:mpo- ma_ 1 -!1 _c111 savver~ la stessa s~ »), ma anche per le qu~stio- che viene attribuito dagli amici della domenica ospiti tenere a!la schiera illustre di coloro che !_o hanno al di . !d_ dette _ benevole sare per un momento a! sa- tete fare a meno di ricono- Jucidita problematica, la stes- n1 c~e ad essa sono congiunte. suoi e di Maria Be!lonci, perchè !e mie parole pos- vinto, nè per rivolgere a Bel!onci un a_tto di rin_gra: espr!!ssioni con. cui. i! Beh lotto Be!!onci: a uest'oas· scere che dietro un'osserva- sa sensibilità al fatto llngui- E m1 pare approp~1ata. a que- sono essere considerate come una conseguenza di ziamento per questo. Ne parlo perche _da a71:ni mi !onc, ~.ai:u;ava i! mio esor- vera mente insperaih ai no~ zione cosi semplificata, così stico e grammaticale sempre sto propos!to: l"obiezione sulia esso .. Ma appunto se in occasione di quel premio sono battuto per la necessitd che sorga_in Ital~a una dio, s in,ztava pe,: m~ ve- stri tem.pi , di. civiltà: dove deliberatamente <limess,a e com 7 . manifestazioni de 11e P_0 rtata dei, r!sultat1 più re_cen. non ave~si avuto l'esperienza dell'importanza !et- societd letteraria e Goffredo Be!!onci, cgadiuvato ram~te un~ specie d_i co!- non ho ma i udito una ma!- portata in punta di penna c'è quahta, delle tendenze, dello .t 1 circa I esistenza d, F;am- teraria di questo istituto, creato da Goffredo Bel!onci da!!a Signora Maria, è riuscito a formarla. e ren- !ç>quto, fra ! aµtore !! il cri- dicenza O un pettegolezzo invece il peso di tutta una spirito d'uno scrittore: • solo metta. . . e sorretto da!!a Signora Maria, non potrei dare que- der!a vitale. La Francia, con la fortuna _di avere ti<;o, a rutto vant~ggi? e nu.~ (così faciti altrove a fiori- pensosa esperienza critica e chi abbia consumata la co- . Tra le pagine di maggiore sta mia testimonianza. una Parigi centTata nel su.o cuore, ci ha insegnato trim~to de! pri_m~. sentii re), non ho sentito un giu- d'una problematica vigile e noscenza della grammatica», 1:'~eres~e non solo per la qua– che m ~•~!le lodi e era pu.- dizio che non fosse dettato insomma di quelle riflesse e egli ammonisce un giovane lit _de, t~St! ma anche per 1~ E' certo che Goffredo Be!!onci per essere tra i più cosa significa avere avuto una società let!eraria ger- re, !eggibi!e ~orse sol.o per da!!a simpatia O d.a!l'i.ntel- lontane convinzioni estetiche narratore, • può con l'uso de-. à~b1to_ d1 cultura in cui essi anziani uomini di lettere di Roma, conobbe a fondo mogliante negli splendidi salotti letter~ri. de! seco~o mi: ~-a pr~o- per ques~o ligenza e dove gli ospiti più che sole permettono d'acco- gli anacoluti, apparentemente ~-m.seris~on?, sono diq~elle _sul l,a triste situazione dell'arte, in questa cittd capitale, passrto e degli inizi di q1!-esto_. Una soci.eta letterarta Ppt. impo71an_ e, ttn cons1.- diversi' e i temperamenti più starsi al fenomeno letterario sgrammaticando, trovar più 1c1~sseQS)m~ ~ 11 c1~ues:to dopo che negli anni che precedetterp la prima guerra dà quel calore per cui g!t artistt non si _sentono iso- ~;~- r~.:l~v~e~;n,::~n e c:Vi;?:, oppo_sti ~ubi~con?, per una con piena autorità, al sic_uro profondi e rapidi ~ess! da idea ~t~ 0 ~~sar~' l'~cch~oo~i'·p;gi~: mondiale, t,ramon,tò la bella epoca con d'Annunzio !(tti nello squallore di avere una g_loria solo dopo c tta la e possibilmente spe~ie d~ mimet,smq psico- da momentanee mfatuaz1onl a idea, da 1mmagrnare a 1m- a volte fuori delta comune 05 _ e coi suoi amici de! Fanful!a. Goffredo BeUonci la !oro morte. Si può senza errare dtTe che una so- a ce. r_ ' . inat~ logico, !'impronta det padro- o sbandamenti. magina1·e, come mostra ad servazione ha otuto bene e- indubbiamente deve avere ricordato la Roma degli cietd letteraria p1tò richiamare e pretendere l'appa- ~4:i'lf;rla._~tivr3fr~.ri:;':;_ La ni di, ca~a, sì da_ uniformarsi . Se, nel ~orso d'un arlicol_o, ese1!1pio i~ M:3nzoni_in alcune speriment~re i Pconfini che si anni 1919-1922, quando non esisteva una sola gal- rire de!!e opere d'arte. Altra volta ho ~ffermato_ rif_e- ossibifilà d'evitare O a!me- anch_ es_si, a!!a s1mp_atta. a!!a il B~llonct am1ota quasi in pagme de, Promessi Sposi». era proposti nella definizione leria d'arte moderna, quando g!i acquirenti dei rendomi a Gasparo Gozzi e a!la su.a sciolt~zza di st!le ~o attenuare certi pericoli cordtct!tta, aUa civ iltà \ ( I! margine che • 1_! _fatt? doveva ~ol!o . certo _es~mp1 troppo del genere novella. Piace l'ac- nuovi pittori erano due al massimo, quando A. G. narrativo eh.e questo potè solo sorgere in Venezt9-, verso i quali !a mia inespe- guE;sta p~rola ?t.on sembri esser_e, per Lu1g1 P1ra~dello, es1gu1, : nostri, m confronto cenno a Girolamo Brusoni e so- Bragag!ia si affannava disperato per raccogliere n.e! Settecento. per la presenza del salotto letterario rienza (di giovane!! di scrlt- insistita, ,e !a pi u a dat_ta a! una imboscata ~be co st unge~: al lavoro svolto_ dal_ Bellon- prattu~to la parte d€dicata al l i ! . tore) sembrava mdu!gere. Ca.$0~, a,l. punto che se i let- se 11 pernonagg10 a mostra1s1 c1_. ma che pu1e aiutano a Bartoh il quale. se fu novella. attorno a sè le ni,ove forze artt st icl e naz on.a t, de!!a patrizia e protettrice Tron. Era quel salotto e !a maniera di meglio appro- terati s incontrassero solo I! senza _più alc_ul!a maschera d_1mostrare .~1 quale tessuto tore d"occasione. resta ugual- quando la città era sorda al!e nuove espressioni que!!a amicizia una palestr~ al parlare ~tficace e per- fondire motivi che più mi sempr_e al salotto_, Be!!onci della vita quotld1_an".1, una ti!-- s, co~p~ne. 11 suo metodo d1 mente tra i più significativi artistiche e i gruppi della Ronda e dei Valori P!a- fetto. Una societd Letteraria _racco~ta m un salotto, si co-nfa cevano, per tempe- non si potreb~e piu parlare gl!uoJ.a pe~ rai:gh rivel~re m mda!Pne .. sia _che, c~me per del suo tempo. Effettivamente stici erano vere torri d'avorio. Ancora gli fu nota in un caffè nella redazione di un gwrnale crea a~s_o- ramen.to e sincerità, !'indi- de! loro cattivo _carattere, un~ smorfia di dolore 1_!suo lo pJù gh. cap1ba, egli P:efe- nella sua prosa confluiscono le la cronistoria degli anni 1923-1939, quando ogni ma- Lu.tam.ente ~n'epoca letteraria, 1!-ngi'!1-dizio _ !et~erario, rizzo, in somma, a! mio !a- del !oro egqce~trismo, del an1:110•, o se, parlando ~ Mo~ nsc~ e~pnmers1 nelle m1s_ure diverse tendenze del Seicento nifestazione artistica dovev11 avere il crisma poli- un !i.ng11.ag gio e opere !etterane. E mevttabtle che voro futuro, era chiaramen- loro _gttSto a dir ma!e de( ra_vt~, _afferma _che ~ 1 suoi dell articolo di t~rza pagm~, - barocche realistiche sclenti- tico ed era quindi 'falsata e parali,zzata. Per queste gli esclusi, i rifiuta.ti. i bocciati costit~tsc.ano un.a' te espresso i.n quell'arttco!o. prft" st r:~• soprattutto det mi~hon componunenti ~arra- della n~ta ? del! ~lzev\r9, sta fiche - e tutte trovano !us10- sue esperienze, mbito finita !'ultima guerra, egli t t queste Se quei consigli possono og- co eg '· . . tiv1 sono proprio questi dove che -~!fronti sag,g-1e ricerche ne nella qualità dell'uomo che opposizione malvagia contro ques e socie a, gi apparire non de! ttitto Per t-1!,tto gues~o ~o mi lo svolg1mento del.• fatto c?r- est~uo:i-mente più complesse, « sembra voler essere preciso ebbe l'idea di tramutare la su.a casa, tanto corag- istituzioni e contro le persone che !e compongono. realizzati, è solo pere/tè i sento nei contr?nti di Got- nsponde ad una vicenda m- e111t rimane sempre sostan- come uno scienziato. o t itrag- giosamente ·ospitale nel periodo della d0171-inazione è umano, ma non conta, la storia si _m~tur_a con !e risultati il più de!!e volte fr:edo Bellqnc, in una post- teriore e allo svolgimento pos- zmlmente fedele (e staremmo ga paesi animali cose O parli tedesc a, in un luogo di convegno domenicale di vittorie. E quella di Goffredo Be!!onci riesctto fina!- sono sempre, inevitabilmen- zi,one p~rttcoiare: _ne! !71(!dOsibi!e d'un saggio morale; per aggiungere accanitam~n- di estetica' di morale' di reli- qw.eg! i" stessi ospiti, braccati dalla guerra, i quali mente a dare a Roma una società letteraria è una te, difformi dall!l intenzioni. ~ accog!t_ere i suoi scrtttì e qu_an~o insmnma i:iet f'.1tto te ~e la parola non apparisse gione; e. ment:e scrive crascor- erano non so!o uom'ini politici, ma nella maggio- grande vittoria. La capacitd d'imegnamen- i! SU(! ~~egnamento, ne!!<? co1:1c1dono l'mconscia psico- sp10porziona~a alla tra_sparen- re dalla realta alla pagina do- ranza uomini d'arte. Istituito il salotto letterario to di Goffredo Be!lonci ebbi stargli vicino e ascoltarlo, st logia del personaggio e la con- za e all~ sottile urbaruta delle ve la realtà nelle parole e fu naturale conseguenza istituire un premio !ette- GIOVANNI COMISSO occasione d'avvertirla sem- MICHELE. PRISCO scia intelli,genza dello scritto- sue pag1ne) a una concezione nelle immagini gli diventa 1 --------_:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::_P_r_e_p_t_'ù_pro __ f_o_n.d _a_m_en _ te_n_o_n ____ c_c_o_n_ttn_u_a a Plll:- 7) re•• voi v'accovgerete che in unitaria del fenomeno lette- nuova e meravigliosa». ,. poche righe egli è rius ito a rar o, e quindi ad una m - E' evidente che il Seicento puntualizzare e definire sen- todologia critica nella quale ha disperso nel colore e nel za incertezze l'essenza di fatto stilistico e fatto umano, fiabesco la linea narrativa che un metodo, a circoscrivere in necessità di giudicare e defi- fu, prima di tutto, gusto e le– maniera esemplare il gusto nire e bisogno d'inquadrare zione dei toscani. Per questo e il temperamento d'uno storicamente trovino il lòro cade opportuna l'osservazione scrittore, a caratterizzare in- punto d'armonia· e di fusione. del Bellonci quando, parlando 5omma e criticamente definì- E il giusto punto: ogni pagi.- del Settecento. avverte che per re: che cioè, con tutta la sua na de! Bellonci, anche là do- condurre la novella ad opera umiltà - una dote che ad v'egli sembra meno impe- d'arte bisognava lasciare i vec– ogn.i sua pagina dà il sapo- !(nato, è provvista di quelle chi. temi e le vecchie !onnule re d'una lezione di modestia prerogative di finitezza e com- e riprendere il nuovo tema dal -, il Bellonei possiede poi pl'essità e soprattutto di quel- • fatto di _cronaca». svolgen– in misura invidiabile proprio la capacità d'ancorarsi alla dolo - e si pensa na1uralmen. l'essenziale, l'acuteZl'la, il mor- storia e alla tradizione senza te a Gaspare Gozzi - con dente, la felicità definitoria le quali il muoversi sull'in- quella conoscenza morale del– del critico nato. tricato terren<> della lettera- l'uomo e che è già preludio. Poesia pura e poesia d'arte Fu detto,, e ancora del vesto dicono, verso muiscale quello che ha pienezza di rime e forte ritmo. di sillabe e che si stringe in strofe chiuse e serrate, le quali e i quali - strofe rime ac– centi - a guardar bene compongono una traccia melodica viva di vita sua propria ed estranea ai sentimenti signi– ficati; ma codesto è il verso che suona e che non crea disdegnato da Ugo Fo– scolo d<tve le parole perdono la loro Yirtù e si allineano, povere di sostanza in quella traccia ... Nei versi di Leopar– di < dolce chiara è la notte e senza ven– to ecc. ecc. > a prima lettura una cosa vi colpisce, che il suono dell'endecasil-. labo è soverchiato e vinto da una mu– sica più vasta e diversa, la qual~ vi comunica l'incanto di quella notte luna– re e la commozione del poeta che l'ha sentito ... Lo spirito .e la natura, il sen– timento e il senso sono fatti medesimi, fusi insieme in una sintesi, in un, vorrei dire, simbolo (dal greco sun-ballo) che soverchia ogni retorica ogni metrica ogni analisi... Il sentimento è comunicato in– tero: quella notte· è quella notte, pre– cisa nella sua imprecisione, determina– ta nella sua indeterminatezza, e la de– termina il moto dello spirito di Gia– como Leopardi, un moto che è canto, che è musica, nella quale le parole ac– quistano un significato eh~ per sè non hanno ... E' il canto dei greci della ca– merata Bardi, e una sorta di musica per cui altri possa quasi che in armonia fa– vellare> come -scriveva Giulio Cacci– ni e a quella maniera cotanto lodata da Platone ed altri filosofi che affermarono non essere che la favella e il ritmo e il suono per ultimo, e non per lo contra– rio>. Ma allora le strofe le rime gli ac– centi perdono importanza, scompaiono innanzi i periodi ritmici che manifesta– no e comunicano il moto spirituale del poeta, ed ogni verso diventa nel si~i– ficato migliore della parola verso libe– ro. Da che molte cose possiamo dedurre; e in primo luogo che le sillabe brevi e lunghe non sono mai veramente_ ~orte nella poesia degna del nome e s1 ntro– vano anche nei versi italiani e non ita– liani di apparente misura tradizionale; ed è pur vero che esse possono da lun– ghe diventar brevi o da brevi lunghe a. seconda del post6 che occupano ... Quan– do noi diciamo endecasillabi diciamo bene se parliamo di un poeta mediocre fermo agli schemi sillabici; ma provate a ridurre a una stessa misura questi due versi ':lel Petrarca e Con te foss'io da che si parla il sole... sola una notte, e mai non fosse l'alba >. Non udite com'è ri– posato il so!o una notte del verso pe– trarchesco e quanta lunga pausa di im– maginate gioie prelude ali' emistichio soggiunto con desiderio caldo e profondo ANTOLOGIA di GllJDIZI PRECORRITORI * I e e mai non fosse l'àlba • con il mai lunghissimo? ..: Se da un lato è certo che le strofe le rime gli accenti scom– paiono nei périodi ritmici che manife– stano il moto spirituale del poeta, dal– l'altro è pur certo che i metri tradi– zionali chi voglia cantare secondo la loro disciplina, possono acquistare una ricchezza sillabica inconsueta ai retori e abbellirsi di quella rima bellissima che è l'assonanza. avere insomma versi sillabicamente sbagliati e tuttavia metri– camente impeccabili, e rime che non sono proprio rime e tuttavia hanno un grande rigore musicale... E non basta ancora: il moto spirituale del poeta es– sendo manifestato e comunicato da pe– riodi ritmici, che sono quelli e non altri e che trovano la propria necessità nel momento sintetico dello spirito, il ·verso diventa, sì, verso libero, ma la prosa che non sia prosa scientifica, diventa una sola cosa con il verso. Però non in,senso logico, ma quest'altro più pro– fondo che abbiamo veduto deve reggere la prosa d'arte, e la regge infatti: pen– sate alle Operette del Leopardi. Ed in questa prosa che è poesia, i tempi sono segnati dai segni di interpunzione che dividono i periodi ritmici e che insom– ma mostrano i versi liberi ond'essa è composta. 1915 - La musica delle virgole Il rinnovamento del Seicento Incomincia allora (nella seccmda me– tà del Cinquecento) un'epoca che sarà conclusa nel secolo decimonono, ed in– comincia con l'avvento di nuove classi alla vita sociale economica e politica. Gente nuova è codesta non cresciuta in corte, ma venuta su dura e scaltrita dai negozi cittadini, dai traffici con l'America, dagli scambi e-on le potenze europee che armavano gli eserciti per combattersi in una lunga guerra di ege– monia, dall'amministrazione delle terre che essa ha poi acquistate dall'impove- . rita aristocrazia feudale: gente del tutto diversa per consuetudini idee e gusti da quella ormai in decadenza. A mano a mano che le vecchie classi scompaiono mutano le forme del vivere civile, mu– tano i centri della società italiana, dalle piccole città raccolte intorno al palazzo del principe vere e proprie corti, alle grandi città monarchiche o papali, To:– rino, Milano, Bologna, Roma, Napoli, con ampie piazze e larghe strade orga– nicamente coordinate perchè possano agevolmente passarvi le folle urbane e corrervi le carrozze ormai d'uso comune. Una nuova aristocrazia cresce allora alla storia, desiderosa di titoli e di fasti, la quale fa edificare e ornare palazzi e vie dagli architetti e dai pittori barocchi.– Tutto muta in quel secolo persino la forma dei vestiti ecclesiastici militari e borghesi, persino le consuetudini quo– tidiane della casa e della mensa, persino là struttura dei teatri che non sono più quali erano nel Quattrocento ma hanno già la pianta e l'ordine che saranno dei teatri moderni. .. Nasce allora e trion– ferà dopo due secoli di lotte politiche e di riforme costituzionali, borghesia individualista, avventuriera, inquieta del presente. progressiva, religiosa senza im– paccio di aristotelismo o platonismo, fantastica, musicale, via! romantica. La cultura della Rinascita non può essere adatta a questi uomini: era ormai cul– tura di decadenza, di corte e di acca– demie chiuse alla varietà e alla com– plessità della vita quotidiana ... La chiesa ... muove incontro ai soprav– venuti e parla loro un linguaggio che non è più qu_ello scolastico anche quan– do sembra tale... Nasce allora l'intro– spezione. Ignazio di Loyola vide che ·per difendere contro i riformatori il gregge della chiesa era necessaria una scuola e una milizia che sapessero su– scitare in ciascuno individuo, secondo la immaginazione e la sensibilità di ciascuno, la fede in Dio e l'ubbidienza al suo vicario in terra... In un secolo di introspezione i gesuiti si servivano della psicologia per suscitare la fede; in un tempo di arte scenografica rievo– cavano con la parola o creavano dav– vero negli oratori e nelle cappelle, per virtù di architetti di scultori e di pit– tori, le scene che potessero rapire in estasi le anime dei presenti... Allora l'arte la letteratura la musica, dimenti– cate le regole classiche, si rinnovavano nei metri, nelle misure, nei vocaboli, nelle relazioni di toni di piani di vo– lumi; e si mescolavano insieme in_ una poesia musicale, in una musica che vo– leva essere un parlare armonico, in una architettura che voleva sembrare pit– tura in una pittura e in scultura che cercavano di rendere la realtà nella sua mutevolezza di luci e di colori. Incominciava insomma e proprio qui da noi in Italia, il romanticismo ...: roman– tica del resto anche la nostra filosofia 1 che negli ultimi anni del Cinquecento e nei primi del Seicento con il Bruno e con il Campanella precorse la filosofia idealista del secolo decimonono ... E' ro– mantica l'architettura con il barocco che nelle chiese nei palazzi nelle scuole e negli oratori contamina i modi lombardi e i modi romani in un nuovo organismo costruttivo e ornamentale e che da Roma invade tutta l'Europa, diventa in Fran– cia rococò ... E' romantica la pittura con il Caravaggio con i napoletani e con i veneti dal quale e dai quali dedus– sero alcuna cosa il Velasquez e i fran– cesi del Sei e del Settecento; roman– tica la musica con il melodramma e con le prime forme sinfoniche del con– certo grosso. Lingue e letteratura si rinnovano: il vocabolario italiano si ar– ricchisce di vocaboli nomenclatori, di parole in uso nelle province non toscane cli modi addirittura dialettali ... Nasce un nuovo volgare. Tutte le vecchie forme metriche degli ultimi tre secoli cadono in disuso quando il Chlabrera e il Ma– rini creano le nuove, della canzoJ)etta della selva dell'ode, semplici schemi mu– sicali da prima nei quali i vocaboli han– no valore, spesso, di segni meglio che non significato di parola; schemi sintat– tici di poi, quando l'Arcadia e i poeti della prima metà dell'Ottocento li avran– no fatti più liberi e più vari di ritmi. La lirica nuova incomincia con il Tasso ... 1927 - da un saggio ristampato in Pagine e idee . Il 'realismo dell'Italia settentrionale Il verismo del Bandello nasce da una cultura che le province settentrionali di Italia ebbero sin dal Medioevo. Se in– fatti non vogliamo riassumere la storia letteraria italiana nella storia letteraria toscana e· fiorentina, dobbiamo ricono– scere che in tutte le terre percorse dal Po o nei dialetti del popolo o nel lin– guaggio franco-veneto o finalmente in volgare italiano, la letteratura fu per la massima parte narrativa e volle descri– vere la vita nella diversità e nella stra– nezza dei suoi casi quotidiani con tutti i particolari psicologici natu_rali e ma– teriali del vero. Quella trasfigurazione fantastica della realtà che vediamo nei poeti e nei prosatori di Toscana per cui il più umile popolano diventa un tipo di umanìtà, comico drammatico o eroi– co. in terra padana ha rarissimi riscon– tri perchè cantori e scrittori si affati– cano a ridurre i p<'rnonaggi fantastici (Continua a pagma 7) Se in un altro articolo tura militante diventa sterile per vie non sempre evidenti, egli 'osserva che « il reali~ e gratuita avventura. ai !ondamento stotiço della smo che cerchiamo invano in Capitolo d'un lungo libro n?Vella romantica: • Il passag– queste pagine ... richiedeva una scritto giorno per giorno sen- gio dal Sette all'Ottoc~to do· prosa piuttosto qualificativa za fratture e invece con la vrebbe esse!-' dramm~t1co per_– che descrittivia ,, perchè « il consapevolezza che ogni pa- chè anc':e in Italia n:is'?rge 11 realismo non diventa davvero g-ina ha il suo addentellato r?manticismo;_ In realta m Ita– arte se non per una virtù ideale nella precedente ed è ha la polemica r~mantka si qualificativa dello scrittol't! •, calcolat.a in vista d'una fu- es~url !!ella discussione d: po– e soggiunge subito dopo, per tura, ogni suo scritto rispec- eh: temi non proprio nuovi per meglio farsi intendere: « se chia un'umanità e un equi- noi che avevamo avuto alla fl– volete comprendere la diffe- librio che gli derivano d,a un ne . del ?lnquecento w:ia filo– renza tra arte qualificativa e abito di fondamentale onestà, sofia, un arte: •ma .'?usse,!, una arte descrittiva comparate gli da un~ assidua volontà di ca- letter~tura di spinti .e d1 for– occhi ridenti e fuggitivi del- Piri e distinguere e chiarire, me gla romantiche. S1 contrap– la Silvia leopardiana con e che gli permettono d'acco- r;s~~~t poesJf ~iolar: ahque 1 l· quelli dipinti con tutti i co- starsi senza fratture, in per- . a... a erm e e . o , I lori del vocabolario di una fetta umiltà e castità critiche, s 1 ,crtii_t 1tored doveva daver per fme I · · d d • 1· ·tt · 'ù d" . u e e essere unque susc 1- qua_s1'.1s1.ama annunz1~na •, ag 1 _s~rJ on Pt .. 1':'ers1. tatore di civili virtù rf' e v1 nchiama magari poi con C:ntico senza miti, 1n appa- rinnovatore del sent~ pe mo tutta naturalezz,a e appropria- renza almeno, il Bellonci: pur ligloso Ebbene ro e~to re~ tezza al ~rande realismo del nel suo s~egliere ~tti_le, pur primi ·avevamo dafu CÙ~tà n~~ Po~, ':'01 trova~e. non solo nel suo isolare __d1 ciascuna arte alla fiaba e mutata la no. un g1ud1z10 1mphctto di. cer- O!)era, con. prec1~one ~ _fo~a velia in ••fatti di cronaca". to ~ostro_ !?se.udo rea~1smo, d1 _P~s1:1as1one, 1 motivi p1ù aperto il romanzo alla realtà che e realistico solo « d1 con- vahdi, 11 suo metodo cresce della storia e alla rapprese tenu~~ •• com'egli s'affretta_ a e s'articola volta per volta tazlone della vita e dei cost~= specif1~re, ,ma tornate subito con le co~e, a contatt_o col mi presenti, mescolati sulla a scopnre I operante presenza s!ngolo scrittore e col smgolo scena il tragico con il comico d'una cu!tura e_ d'.un gusto i1bro, ma di ~ui rifluisce_ a tratto da ogni componiment~ anche 9u1 sottaci~t1, ma an: m_q1:1adraree s1st~mare, a gm- narrativo un insegnamento che qUJ capaci d1 sollevarsi st1ficare e g1ud1care e vor- morale ... •· al r_ango d'una pòe~ica_ ~he r1:mmo dire gi1:1stificando giu- Sull'-Ottocento l'antologia del al d1 là delle suggest1on1 im- d1care (e pochi appunto han- Bellonci ha giustamente lar- • mediate, e qoonto spesso fui- no meglio di lui inteso che ghegglato (e certo altro an<?o– laci, d'una ~ettera improvvi_- l'att:o del . giudicare consiste ra si sarebbe deslderato) mo– sa, serba vivo e concreto 11 anz1t utt? m uno sforzo se- vendosi tra I nomi maggiori senso delle prospettive stori- re.no d1 accostamento e di della complessa stratificazione che e sa risalire sulla loro partec ipazione e di compren- romantica scorta (e come sarebbe mai sione): doti queste che gli Per i viventi è però nei;es– possibile altrimenti?) a -cri- derivano certo in forte Irti- sario rammentare che l'antolo– ten di . gi1:1dizio uni':'ersali e s~ra anche. dalla sua espe- gista si è prefisso un limite: per cosi dll'e assoluti. rienza classica, dalle sue !et- arrestarsi agli scrittori nati O infine, se lo ved:ete scen- ture e dai suoi studi portati entro il 1900. Può parere un ac– dere a osservazioni in appa- s1:1gll autori e sugli stili più corgimento esteriore ma è il renza solo linguistiche, dovete dJversi, dall'unità prospettica segno di una precisa 'sensibilità immediatamente riconoscere con cui è in grado di guar- storica. Effettivamente tro Ci– che egli possiede come pochi dare _alla nostra storia Jet- cognani. e Pratolini. tra Pea e il senso dell'unità fondamen- t~ran_a, e _alja nostra narra- Bernari o Marletta O Prisco tale del fatto artistico e che t1va ,in pnmo luogo (e stan- eorre un tempo che non si mL sa coglierla e metterla in evi- no _11 a rammentarcelo, per sura da anni. E' proprio que– denza proprio in quel nesso ltm1tarei ai suoi lavori più sto nuovo atteggiarsi dell'in– inconfondibile' in cui sintassi recenti. i suoi Sette secoli di venzione e della scritturo. que– e linguaggio sono il segno e novell.e italiane). sto natu,-ale risentimento alle quasi il simbolo d'un'umarutà Il vero è che il Bellonci mutate condizioni della socie– e d'una visione che tra.pas- no_n_ è ta_n_to, o soltanto, un tà e del costume. a far cauto sano· a stile: come quando, critico m1htante nella stretta I? storico e a consigliargh la sempre a proposito di Mora- accezione del termine, e che s 1stem'.1zione della più recente via. il Bellonci Ci fa ·osservare :nvece è provvisto piuttosto novelhstica entro una più pro– che « persino il paesaggio nei di quella ~erenità e attua- prià e adPrPnt<' dimensione suoi libri è narrato ... rappre- MARIO POMILIO ideale. sentato mentre p-artecip-a a!La (contimma pag. 7) GUIDO DI PINO

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