la Fiera Letteraria - XII - n. 4 - 27 gennaio 1957

Data la sovrabbondanza di scritti che ci pervengono con la esplicita richiesta di giudiz.i particolari. comunichiamo agli interessati che direttore e redazione della «Fiera» sono asso– lutamente impossibilitati a dar riscontro a queste richieste. IL FILlll DBLLJ\. SB'l''l'IJIA.NA. * La traversata di Pariai * di GIAL\! Lt.,IGI liO~DI Tra i film che, l'estate fondo della cosa. Grandgil lo grave e pur evitando di pro. scorsa. alla Mostl-a Veneziana, colpisce e lo buttta a terra. posito qualsiasi tono farsesco più banno suscitato risa ed Martin è stupefatto e anche No, non siamo affatto neli .. al)plausi. c'è stato senea dub- un po' indignato: lui fa. è farsa: siamo in una atmosfe• bto anche questa Traversata vero, il commesso della borsa ra di commedia drammatica. di Parigi, sceneggiata da Au- nera, ma fondamentalmente i cui personaggi principali renche e Bost e messa in si sente un brav'uomo che de- pur disegnati spe.sso con tin scena da Autant-Lara. Il film, sidera vivere senza grane e. te un po' satiriche, pur con. però, come suo argomento soprattutto, senza far del male dotti a gesti od a reazioni che principale ha l'occupazione a nessuno. I modi dell'altro, suscitano il riso. riescono ad tedesca di Parigi. Come dun- invece, lo spaventano e un essere sempre due esattiss, que è riuscito a suscìtare il po' anche lo disgustano. mi tipi umani, pieni di veri! riso? ' Il suo stupore di li a poco P. di si~nificati. Anche dì si Il fatto si è che sceneggia- aumenta anche più (e anche gnificat1, certo. perché questa tori è registi hanno avuto la più aumenta la sua iral ~ommedia non è un diver– intelligente trovata di farci quando, nel corso della loro rissement ma, a modo suo, è vedere quell'epoca tristissima peregrinazione notturna, capi- una polemica sui motivi più attraverso un singolarissimo tano di fronte alla casa d; turpi della borsa nera. sulle episodio di borsa nera, tiu- Grandgil e vi entrano. Gran sue conseguenze, i suoi fl. sendo spesso a ridarci il clima dgil _non è affatto povero, è schi, le sue calamità. !I tutto. d'incubo e d'angoscia dell'oc. un r1ttore, un cele_bre pittore, s'intP.nde, non enunciato mai cupazione solo attraverso ele- anzi: s1_è messo m quell'av-. in tono predicatorio. ma fat– menti narrativi, comici e di- ventura per ... sport e u~ _po to trasparire acutamente at vertenti. an~he per vedere da v1c1i:iotraverso questo O quel disP I protagonisti della vicen- C?Sè la borsa nera. Mart1!1 ~o di un carattere, quest~ da, infatti, sono due stranis- s1 _senti. offeso nella sua d1- 0 quella situazione. simi tini, veramente male as. gmtà dl!.. lavorator_e, ma non In apparenza. cçsl. il rac– sortiti. Uno, Martin, è un PO· fa a t~mP? a .reagtre percbè conto sembra un po' fragile veraccio che per campare fa un po più m. là,_ propri? perché unicamente consiste in il borsaro nero: ma non l'in- qua_ndo sono arr1vat1 a_ d~stJ- una passeggiata notturna at cettatore e il rivenditore, sol- nunaz10ne, v~ngono sorp1es1 da, traverso Parigi, ma cor. tanto il... commesso. Si inca- pat~gltone tedesco. quanta sapienza la regia lo rica, cioè, di portare attra- Portati d1_frc:>nle .al coman- ha edificato su solide basi verso Pllrigi, la notte, la mer- da~te, questi r1c_onosceGran_ narrative, che perfettissime ce proibita, sfidando natura!- dg1! e lo copre d1 lodi: un cosi . . mente pattuglie di polizio.tt1. l(ran pittore! Martin, che già clima ha saI?Uto suscl\argli ronde tedesche ed altre diffl· si vedeva morto. si rianimi, attorno! Quei caffè con lo coltà di questo genere. L'al e quasi perdona al suo sin- oscura.mento .. _ad esempio tro, CTrandgil, è invece un mi- golare compagno, ma ecco che quei m;~orant_im_d_ai!llenù da sterioso individuo, truculento. l'uccisione di un ufficiale te- affa_mah,_guei tipi_ di borsari fiero, anche grossolano, che desco muta di colpo l'ambien neri_ avidi. !_oschi, p~uroSi per caso si è unito a lui una te: gli arrestati, con alcun. qu~1 _gei:idarm1 t<,desch1, que sera in cui Martin doveva altri, sono buttati di forza poltz1ott1 francesi._ quelle luci compiere una delle sue ... tra- in un camion. E' vero che notturne che tutti fasc1an<?e versate ed era rimasto senza mentre stanno per muoversi, rendono tenebroso e tem1_btlt compagno. Questa volta !'In- un soldato chiama fuor· E. ~I centro. poi, q!,lel vile ~ carlco è piuttosto difficile. Grand~il e lo rimanda libero. pavido borghesuccio che e perché si tratta di portare da ma l'altro, il povero Martin Martm, e quel. violento arti· un capo all'altro di Parigi andrà diritto verso qualchP st~ montmartr_o1s che è Gran– quattro grosse valigie colme carneficina di ostaggi? dg1l: a d1v~rt1re.. basterebbe– di... quarti di maiale. Passano. invece, dieci anni: ro 1 Jor,o ~1~logh1 che, alme- Martin e Grandgil si met Grandgil è alla stazione e no nell ed1z1~ne fr~nce~e. e tono in cammino. Grandgil ,;: prende il treno. In chi gli rano uno dei menti 01u v,v· è rivelato subito per un tem. porta le valigie (sempre va 'lt>l filn, . . peramento abile ed astuto: ha ligie ...) riconosce all'improv Man non d1menl1cheremo. terrorizzato il rivenditore con viso Martin che, evidente- fra_ e:li altri, anche_ l'interpre– i suoi modi violenti, ha messo mente, quella notte non era ta2:1one: J!!an G~bm è Gran– a posto con quattro urlacci finito di fronte a nessun plo- dg1l e lo !mmag_meret_e facil– un oste che non voleva tenerli tone di esecuzione... mente net modi ruvidi, pe in un bistrot durante il pas- C'è persino un lieto fine santi e scanzonati del pll· saggio di alcuni poUz.iotti dunque. Ma il film non ne tore in cerca di nozioni urna. Più in là ba evitato una pat- voleva una diverso, tenute ne. Nelle vesti di Martin c'è tuglia recitanto una poesia in sempre com'è in un clima a Bourvil, premiato a Venezia tedesco (e i bravi flics, ere- 111ezzavia tra la beffa e la proprio per questa sua inter– dendolo un ... occupante, gli commedia. Il pr/mo merìto p\·etazion'e: uh vitro 'prod1glo sono filati al largo 12,ernon della regia, del resto, è pro. di debolezza, di paura, di le· avere noie). In un'altra quar- prio di aver saputo conser star~a fierezza, di borgh,.,,. tiere, un poliziotto un po' vare sempre questo clima pu1 P~l1smo. ostinato <;errava di andare a trattando una materia cosi GIAN LUIGI RO DI ORARIO DELLA JU:OAUO, I> Jl-13 lG-18 lUnnosorittl. foto dlsc,ol non pubblicntl n('ln $I rostltulscono T Il l D U Z I O ~ E * FONDAMENTALE BIOGRAFIA D KAFK * L'attenzione storica · da un profondo e critica rivolta da Max Brod al suo interesse letterario, ma è parte integrante grande amico non della biografia ste deriva solo a di Kafka cli on si può che plaudire con simpa– tia al rinnovato slancio con cui Mon– dadori ha iniziato quest'anno la terza serie della sua Biblioteca Moderna, am– pliando il suo programma sino ad ac– cogliere opere fondamentali della cul– tura contemporanea. Col 451° volume. infatti. vengono a far parte della for– tunata collana economica opere di Do– stqevskij, Ma.· Brod, Shaw. f$:ierke– gaard, Saroyan, Gamow, mentre sono annunciati il Teatro di Sartre, Intro– duzione alla psic ologia moderna di Murphy, i Saggi musica.li di Bontem– pelli e altri testi non solo di singolare valore ma di viva attualità. Questo pro– gramma incoraggia a pensare che il no– stro lettore delle e universali•· dopo pochi anni dalla loro ripresa, sia già maturo per passare dai classici antichi e moderni a quei testi che solitamente vengono stumpati per un pubblico piut– tosto ristretto. Perciò il tentativo di Mondadon di suddividere la B.M.M. in ben dieci sezioni, è augurabile venga coronato dal più lieto successo com– merciale E' da tempo che si attendeva in Ita– lia la traduzione della fondamentale biografia di Kafka (ora nella B.M.M.) curata dall'amico Max Brod. Uscita nel 1937 a Praga in prima edizione. e ar– ricchita nelle successive edizioni ame– ricane di nuovi contributi e di una in– teressante appendice, l'opera di Brod ha. si può dire, seguito passo passo il trionfale interesse dei lettori di Franz Kafka in questi ultimi vent'anni. Nel 1937 poteva ancora estere accolta come la dimostrazione di una grande stima critica e di una devota amicizia, come un tentativo quasi apologetico destinato a far breccia più tra gli ammiratori, abl;>astanza numerosi già allora, del– l'autore del Processo che nel pubblico indifTerenziato. Oggi il libro si presen– ta come un documento indispensabile per chi voglia accingersi non solo allo studio. ma alla semplice lettura di Kafka. GIACIJ\TO S:uà bene ricordare che l'attenzione storica e critica rivolta da Brod al suo grande amico non deriva solo da un profondo interesse letterario. ma è par– te integrante della biQgrafia stessa di Kafka. Il valore che si dà di solito a quesi.1 interventi nella vita e nell'opera di uno scrittore - è il caso di dire che, per crudele che possa essere il destino, non manca mai un provvidenziale aiuto a sostegno di un· opera lasciata nel buio dal proprio autore - diventa ad– dirittura esemplare, esaminando i rap– porti Kafka-Brod. Lungo l'arco di tem– po che va dal 1902 (quando si conob– bero nella Sala di lettura e di confe– renze dello studente tedesco. a Praga) al 1924, anno della morte di Kafka. spetta all'amico Max~ scrittore abba– stanza precoce ed esercitato. narratore infaticabile. studioso di vari problemi di estetica e di letteratura ebraica. e più tardi. come sappiamo. convinto sio– nista (oggi vive a Te! Aviv). spetta a lui il compito di riconoscere e di sve– gliare le qualità letterarie di Kafka, in– dirizzare verso il suo lavoro ritrosissimo lo sguardo di qualche editore. soccor– rere 1'11omoin parecchie circostanze an– che di natura intima; e infine, dopo la scomparsa di Franz. disobbedire vir– tualmente alle sue ultime volontà, dan– do alla luce i tre grandi romanzi incom– pi11ti e la più larga messe di inediti. lettere, diari, ace.: rimanendo in ulti– ma analisi, pur nel periodo più tragi– co dell'Europa hitleriana. l'interprete autorizzato del suo 'p(lnsiero e l'editore incontestabilmente migliore che lo stes– so amico avrebbe potuto desiderare, qua– lora lo avesse desiderato. Quando si pensi al buio in cui sono tuttora avvolte non poche vicende della esistenza di Kafka - e principalmente quelle dei suoi rapporti amorosi - vie– ne fatto di considerare, per contrasto, quale sarebbe stato tutto (ntero il de– slino della fama dello .scrittore pra– gtiese '- lç spirito più disarmato che la letteratura moderna possa contare sul piano pratico - senza la presenza assi- SPAGlilOLETTI dua e qua e là perfirio decisiva, per gli effetti rhe ne derivarono. di Max Brod. Ed è dunque innanzitutto con ricono– scenza che noi oggi leggiamo questa biografia. e gli altri due libri di Brod poi succedutisi. dedìcati all'intimità morale e religiosa del mondo kafkiano. Bi;od conobbe Kafka da ragazzo. e ci indica oltretutto con singolare preci– sione quale parte ebbero nell'educazio– ne letteraria di lui e nella sua prepara– zione psicologica ai racconti e ai ro– manzi gli autori che aveva letto e leg– gevR. O11gi che si disc\1te con tanto fer– vore delle fonti soprattutto del Castel– lo. le testimonianze di Brod diventano deci ,ve. Si scorra, ad esempio. il lungo elenco di scrittori. che furono al centro della predilezione o dell'indifferenza di Kafka ne!(li anni più giovanili. Questo elenco non potrebbe dare una sorpresa magg;iore a chi è abituato a considerare l'autore del Processo come l'esponente prodigioso di tutta una letteratura euro– pea tenebrosa e misticheggiante a ca– vallo tra il secolo scorso e gli inizi del– l'attuale. e lo ero entusiasta di Mey– rink • afferma Brod... e Kafka si mise contro d1 me con calma e saggezza. Mey– rink non gli di1;eva nulla. Cosi era in– dilTerC'nle a Wedekind, Oscar Wilde, Heinrich Mann, ma 'nutriva simpatia per il "Tonio Kroger" di Thomas Mann e con vera devozione cercava nella " Neue Rundschau •· ogni riga di questo autore. leggeva con entusiasmo Hamsun. Resse, Flaubert, Kassner. Tutti gli au– tori che preferì più Lardi cito: Emil Strauss, Wilhelm Schiifer. Carossa, poi lo "Scrignetto" di Hebbel, Fontane. Stifter, la "Malinconia delle stagioni'' di Wilhelm Speyer, Gogol, Dostoevskij (tra le opere di questo scrittore stimava particolarmente il romanzo "L'adole– scente" ...), Tolstoi, I romanzi di Strind– berg, ma soprattutto Kleist ... e poi ·con- tinuamente. Goethe e la Bibbia •· • occhi i cosidelti dati genealogici della famiglia di Hermann e Julie Kafka. lo autore dia la parola, attraverso la fa– mosa e lettera al babbo•· al Nostro, di– sinteressandosi degli aspetti sucC;!Ssivi e più delicati di tutta la questione. che pur rimane di fondamentale importanza per comprendere l'evoluzione psicolo– gica di Franz e il suo mondo morale. Questi difetti di interpretazione gra– vano, secondo il nostro modesto avviso, su gran parte della biografia (fa ecce– zione solo la parte dedicata a Milena), lasciando molti e gravi interrogativi al lettore. Egli. dunque, è costretto ad in– tegrare con altre testimonianze, che nel libro non appaiono, tutto il largo set– tore che si riferisce al carattere di Kaf– ka. e ai singolari misteri a cui andò soggetto, e di cui qualche volta volon– tariamente si avvolse. specie, come ab– biamo detto, sull'argomento delle don– ne. A tale proposito valga l'invito reciso di Georges Bataille (e Deve uscire tutto, ecco la norma>). ripreso da Giorgio Zampa in Paragone (aprile 1956) con queste parole: e Da parte nostra. non ci sentiamo d'assere altrettanto recisi: una opera letteraria può vivere, crediamp, senza avere accanto, in trasparenti boc– cali. i visceri dell'autore. Ma siamo d'ac– cordo con Bataille sulla necessità, or– mai che la macabra operazione. nel caso di Kafka, è andata tanto avanti, d'arri– vare sino ln fondo•· Anche noi, se pos– siamo azzardare un parere, siamo del medesimo avviso del nostro bravo ger– man1sta; al quale, per inciso, non può non andare la gratitudine degli studiosi di Kafka, per l'eccezionale ritrovamento delle lettere dello scrittore a M. BI., sfuggite a Brod (ma di cui si parla nella biografia), davvero significative per aiu– tarci a stabilire certi lati dell'ambigui– tà sentimentale di Kafka. se non - ahimè - per risolvere il mistero del figlio attribuitogli. (Cont!nauzlonc dalla 6. --) dei poemi eroici e cavallereschi alla mi– sura della vita domestica e cittadina, e a immaginarli in casi e vicende da cronaca municipale ... E dal vero rappre– sent.!lto nelle sue apparenze più caduche o più brutte e mostruose, prendono ar– gomento i poeti moralisti lombardi per dar consigli utili alla esistenza quo– tidiana o per indirizzare gli spiriti a pensieri religiosi di penitenza ... Non ci stupisce di trovar rappresentato da Uguc– cione da Lodi con vivacità di cronista moralizzatore il funerale del ricco, o di ve d e re nella e Contemplazione della morte• dello stesso poeta la parafrasi di una pagina famosa del • De contemptu mundi • di Innocenzo III, che confron– tata con il modello mostra il verismo dell'arte settentrionale ... Certe immagini macabre ( e ov'ba tu 'l viso e gli occhi e 'l naso - la bella bocca e' i bianchi denti? 1- molto so neri e ruginenti. .. non puoi mostrare in sepoltura - se no le ossa per figura - per far paura alla giente ... •· Non saranno più dimenticate: se ne ricorderà anche Andrea da Basso scrivendo la canzone famosa alla fine del Quattrocento in Ferrara. Non ci stupisce dunque che il Bandella lombar– do sia anch'egli realista e verista; e ci descriva con le stesse antitesi fra morte e vita, e quasi con scienza di anatomico, il cadavere di una bella donna ... ANTOLOGIA mente poetico, 11e diedero ancora insigni prove o con gli scritti o con le azioni • e dic-eva anche < Io non ignoro che l'ultima conclusione che si ricava dalla filosofiR si è che non bisogna filosofa– re•· L'immaginazione: ed ecco le Ope– rette moroti; il cuore: ed ecco glt Idilti. In quel memorabile anno 1824 egli volle dunque trasfigurare fa11tasticamente in e sogni poetici, invenzioni e capricci ma– linconici• i suoi pensieri. Non gli man– cavano esempi di dialoghi e di capricci, da Platon,e agli apologhi di Pandolfo CoHenuccio e ai Ragguagli di Parnaso del Boccalini; ma i suoi furono una cosa nuova e nella nostra letteratura vera– mente incredibile. Non già che rinne– gasse quello che aveva scritto; ma con– siderando inutile anche il filosofare se non in quanto susciti irnmaginì e dia all'immaginazìone il modo di creare nuo– vi miti, il Leopardi voleva appunto crea– re questi miti con la coscienza che erano reati dalla sua immaginazione. Ed ecco la suo ironia che non è quella di Lu– ciano se bene egli dichiara di voler scri– vere dialoghi lucianei, e da lui prende a volte il tono per una propria ope– retta. L'ironia di Luciano è di un illu– m;nista nel secolo degli Antonini, tra due civiltà. una che decade e una che sorge; di un letterato che ha una sicu– ra fed{' nella ragione e sorride delle superstizioni e dei difetti umani; di un seguace di Epicuro che osservando le miserie della vita quotidiana vagheggia una suprema armonia spirituale, di uno scettico, se volete, o di un cinico che talvolta insorge, come moralista, contro l'ipocrisia e in difesa della verità. Ma il sorriso del Leopardi non ha mai oggetto visibile, nè mai, se non di radQ, si muta nel sarcasmo del famoso verso su < le magnifiche sorti e progressive,; ed è veramente comparabile al sorriso fermo nel volto dei guerrieri scolpiti sul frcntone del tempio di Egina in atto di combattere ferocemente l'uno contro l'altro· il sorriso eginetico che sembra esprimerP un distacco metafisico da quel– l'aw:,ne nella quale i guerrieri parteci– pano: come se, mentre combattono con furore d'animo,. comprendessero la fu– gacità e quasi la vanità della loro vita tumultuosa e mortale davanti agli im– mortali e impassibili dei. L'ironia del Leopardi somiglia anche all'ironia ro– mantica, e nasce dalla coscienza del nulla che possiamo illudere con .l'azione resuscitando i cari inganni del tempo come il Colombo· del suo dialogo, ma non far sì che essa non ci sia e non si esprima almeno in un sorriso fermo sul nostro volto ... Creò in uno stesso tempo la Ungua e lo stile delle sue Operette ... La sua prosa retta da quell'accento che abbiamo cercato di definire ... è pura nei suoi moti sintattici e nei suoi vocaboli collocati dove si può meglio sentire il loro timbro; prosa formata dopo molte letture di Platone e dei cinquecentisti con greca esperienza delle particelle (i suoi benché nonché oltreché quindi ecc.) che muovono il periodo e lo liberano dalla servitù ai relativi creando, invece di un organismo con proposizioni subor– dinate, una prospettiva di proposizioni in diversi piani spirituali. Musica dunque ardua e prodigiosa nella apparente scor– revolezza e pacatezza, con abbondanza stessa parola· in diversa collocazione. A questo elenco fa da commento la affermazione che segue: e Chi trova nel– le opere di Kafka un'affinità, poniamo, con Poe, Kubin, Baudelaire, coi poeti del '' lato notturno della vita", si me– raviglierà forse che l'amico mi abbia indirizzato proprio verso la semplicità e la naturalezza' del sentimento ... •· Non meno interessante è la disputa lettera– ria riportata in una lettera· di· Kafka al– l'amico (anteriore al 1906), dove vibra uno degli aspetti più inattesi della per– sonalità letteraria di Kafka, la pura ri– cerca della semplicità P. la concr~tezza delle · idee; per cui restò attaccato a Goethe e a Flaubert, e di autori come Hebbel o Grillparfer cercò più i diari che le opere. E se, come accade, per un autore di cosi raffinata consapevolezza, si pensa naturalmente che i gusti pro– pendessero verso un unico settore, gio– verà ascoltare dalla voce di Brod, quan– to in effetti fosse diversa e varia la ma– niera di leggere e di giudicare del suo amico. e Quanto era lontano dal suo mo– do di pensare, tutto ciò che si dice "li– vello, marchio letterario, differenza di grado"! Egli puntava sempre suH'essen– ziale. Era capace di entusiasmarsi per una frase in un articolo d'appendice, rappresentava con fervida passione la vita piena, la gioia rappresentativa nei romanzi di qualche autore che general– mente si suole respingere quale autore da strapazzo ... Era uno scopritore indi– pendente e sapeva di non essere punto legato alle aride classificazioni della storia letteraria>. Dopo la pubblicazione dei Diari e delle Lettere a Mitena, la cui importanza si sposta continuamente su ambedue i piani dell'interesse umano e biogra– fico, e di quello letterario, il libero e parziale innesto di ogni altro documento e di ogni nuovo testimonianza non solo ci sembra necessario, ma augurabile. Nulla si toglie alla grande umanità di Kafka, se, qualche ombra si posa, ma– gari fuggevolmente, sulla sua figura; se (per continuare l'immàgine dj Zampa) qualche altro viscere venga aggiunto nei bo.:cali. 1 quali, a noi sembrano - a di– re il vero - ben poco trasparenti, quasi che il contenuto abbia il potere di ap– pannare i vetri dall'interno, ogni volta che il nostro sguardo vi si posa ansio– samente. 1936 - Bandello e il realismo let– terario lombardo J acopone poeta surrealista Iacopone da Todi riassume tutti gli spiriti del suo tempo nel proprio inti– mo dramma di uomo che vuole distac– carsi dal mondo, spogliarsi di ogni senso e di ogni sentimento per congiungersi con Dio e perché Cristo possa vivere in lui ... Conosce i testi scritturali, la filo– sofia scolastica, i grandi mistici antich1 e recenti e potrebbe parafrasare le scrit– ture, ragionare con metodo aristotelico sulla realtà di Dio e del mondo o de– scrivere le diverse specie della vita con– templativa; ma vuol fare una nuova esperienza e si gioverà di questa sua cultura per arricchire innanzi tutto il suo linguaggio dovendo significarci il mistero divino che gli si rivela in subiti balenii nell'anima allucinata ... Rinuncia ai beni terreni e in povertà macera il corpo con le penitenze e mortifica lo spirito esponendolo ad ogni vituperio per giungere a quel grado di febbre che infuoca sino al delirio e alla fre– nesia la psiche umana e fa manifesta la luce di Dio dove questa psiche era più oscura. Rimbaud al tempo nostro per liberare l'anima dalla catena delle vi– cende quotidiane e per scoprire in im– provvise illuminazioni le cose nella loro essenza misteriosa prenderà come me– dicina le più allucinanti droghe orien– tali. Jacopone allora mutava in droga la povertà e l'umiltà francescana. E scriveva con un linguaggio spess~ sin– copato, con una •sintassi spericolatis~i– ma, con abbondanza di richiami imma– ginosi servendosi di un vocabolario suo proprio, ricco di latinismi e di parole dialettali italianizzate, venutagli a mano a mano alle labbra e quasi create da lui per esprimere quello che dentro urge– va. Talvolta ci sembra che anche la sua sr-rittura come quella di certi nostri surrealisti, sia automatica. Nell'ardore della febbre e nel disfacimento del cor– po le diverse facoltà dello spirito sono in lui cosi forti che diventano persone, e partecipano nel dramma dell'attesa di Dio, della divinità nella quale si anni– chiliranno. Mistico senza dubbio; ma fu soprattutto poeta perché volle signifi– carci questa vita interiore, lirica e dram– matica, con parole di vario e sempre altissimo tono in versi e strofe di ritmi concitati e mutevoli ... Per lui la lirica era una più alta vita e non fa mera– viglia che domandasse alla società dei suoi simili e persino alla chiesa, inter– pretando con rigore spirituale la pro– fezia di Gioacchino da Fiore, di mace– rarsi e di indurirsi nella povertà per attingere quell'ardore che è necessario perc-hè Dio si riveli e si congiunga con noi... La sua prima cultura letteraria è bolognese e lombarda: i motivi e le forme delle sue laudi realistiche non hanno nessun riscontro nelle poesie dei laudesi umbri, bensi nelle liriche dei poeti settentrionali, e solo nella grande città universitaria dove convenivano sco– lari da bgni parte d'Italia e d'Europa egli potè conoscere la poesia francese e provenzale e proporsi di mutare in lin– gua il volgare di Todi nobilitandolo nella strut'tura con molte reminiscenze latine e con parole derivate dal latino e dal francese. Quando canta la contemplazio– ne della morte ba certo il ricordo di Uguccione da Lodi... E' ancora più cru– do del lombardo sebbene derivi da lui. I critici hanno cercato di ordinare le sue laudi disegnando, prima, lo svolgi– mento del suo pensiero sulla traccia dei moderni studi della psicologia dei misti– ci; inutile sforzo percpè Jacopone ri– vive sempre di nuovo il suo dramma nella attesa della grazia di Dio e nella disperazione di averla perduta. Solo ci sarebbe possibile ordinarlo se, rii:9strui– ta la sua cultura letteraria seguissimo lo s,·olgimento del suo linguaggio, della sua grammatica e della sua sintassi di poeta ... dal realismo al surrealismo at– traverso la poesia didascalica. 1939 - Saggio su Jacopone da Todi Petrarca, fronte della memoria Non c'è si può dire particolare delle poesia che non sia stato prima notato nella prosa delle sue epistole: paesi, uomini, avvenimenti, il paesaggio di Valchiusa e di Selvapiana e la bellezza di Napoli e le rovine di Roma, e i suoi cari monti italiani e provenzali, e le tempeste in mare e persino l'appari– zione notturna della donna amata entro la stanza chiusa con triplice serrame. Ma tutte queste cose della realtà gli si rap– presentano nella memoria connesse con sentimenti suoi d'amore e di dolore, diventano persino motivi allegorici sim– bolici musicali ... Se riprendiamo in esa– me le Rime sparse vedremo che la sua lirica nelle sue diverse· specie nasce appunto da questo perpetuo ricordare le cose della realtà purificandole nella me, * moria e nello spirito, quasi- che sieno i segni di una più alta realtà ... In una rappresentazione naturale vede uno sta– to d'animo, un simbolo dello spirito, iniziando un'arte che sari). esemplare non solo agli italiani ma agli stranieri: in Francia da i\!aurice Scève ai simbo– listi. E in altre poesie vedremo come associandc del continuo nella memoria l'amore per Laura e le implorazioni gli sgomenti i pian ti le fughe, al ricor– do di talune piante ed animali, ben più che simboli ed allegorie, in questi si trasmuti il poeta: lauro, cigno, sasso, fonte, cervo: dandoci dopo il suo Ovidio nuove metamorfosi... E' insomma una e recherche du temps perdu • ... A que– sto suo preciso ricordare giova la man– canza di precisi particolari realistici. .. E quale possa essere la magia della me– moria mostra la canzone e chiare fresche e dolci acque• con quei trapassi dal– l'una all'altra stagione e dal pensiero di morte al pensiero di Dio... Quel suo stesso desiderio di purezza liric\l per cui non ritraeva nessun spettacolo naturale se non spiritualizzatò nella memoria, lo ha incitato e aiutato a sostenere la sua lotta contro i suoi ba~si appetiti ... Nelle Rime sparse insornme le infinite varia– zioni di uno stesso tema ci debbono mostrare come la poesia purifichi e trasfiguri la realtà nello spirito: la poe– sia che ba un volto e una persona di donna. di quella donna vissuta ad Avi– gnone e morta giovine... Come Laura non perde la sua bellezza di donna per significare e impersonare la Poesia, cosi le sue liriche senza dubbio ordinate a mostrarci la purificazione e la reden– zione di questa poesia non ci appaiono mai scritte per riempire uno schema dottrinale. Conservano l'incanto della misteriosa congiunzione tra la realtà e il sogno, la natura e lo spirito ·che ope– rò la memoria, e dalla quale nacquero così varie di semitoni. 193:i - Il nostro Petrarca - AnnaLI della cattedra petrarchesca L'ironia di Leopardi Kel '24 quando interrompe lo Zibal– done che riaprirà solo rare volte e per farvi poche aggiunte, il Leopardi senti certo che queste sue diverse teorie non si organavano in sistema, e che egli non era sistematico come credeva dover es– sere un filosofo; ma sentì forse anche le irrimediabili contraddizioni del suo pen– siero, il limite della sua speculazione che dal tutto lo riconduceva di continuo al nulla. Era chiuso tra i suoi pensieri senza appare,nte scampo, e bisognava ctie si liberasse. Quale frutto poteva egli sperare da tanta sua fatica filosofica? < 1 più penetranti indagatori del vero, diceva, e quelli di più vasto colpo d'oc– chio, furono espressamente notabili e di frasi e in levare• e con sottigliezza di raccordi armonici, palesi anche nel– l'uso d1 forme fonetiche diverse di una singolari anche per la facoltà dell'im– maginazione e del cuore, si distinsero per una vena e per un genio decisa- 1945 - Nascita e ironia delle Ope– rette morali Spostandoci dalla letteratura alla vita, il carattere di Kafka non solo non muta, ma si arricchisce, nei ricordi di Brod, di dettagli di insospettata umanità; ed ognuno può ritagliare, come dalle pagi– ne di un grande album, fatti ed episodi rievocanti in questo libro, a testimo– nianza di quella inimitabile e armo– niosa offerta di sè che fu in gran parte l'esistenza terrena di Kafka. Ma basti questo accenno particolare della memo– ria di Max: e Non aveva nè il pregiudi– zio di dover seguire l'opinione comune nè quello di dover procedere a tutti i costi contro di essa, ed ecco la cosa più importante: non era affatto paradossale, anzi era persino antiparadossale. I suoi giudizi erano di una semplicità elemen– tare, erano in qualche' modo palmari e utili, facili e sicuri: benchè li desse con cautela e non esitasse minimamente a confessare di esser caduto in errore•· Nella sfera psicologica e affettiva, le cose, a giudizio di Brod, procedevano di pari passo. Si ha però l'impressione che tutto il suo sforzo interpretativo sia puntato esclusivamente sul mondo ristretto e familiare di Franz, e meno o quasi nulla sui rapporti, pur qualche volta decisivi, fra lui e le altre persone, specialmente le donne, che tanta parte ebbero nella vi_ta di Kafka. La spro– porzione è evidente; basta mettere a confronto le moltissime pagine e i tanti particolari riguardanti le prime rela– zioni dello scrittore con i suoi compa– gni ed amici di giovinezza, e le scarse notizie che via via poi si danno sulle nuove conoscenze e- i nuovi rapporti. Anche la figura tanto singolare del pa– dre rimane illuminata dall'unico angolo di vista, pur interssantissimo, del figlio; mancano dati completi sull'ambiente fa– miliare di Kafka e specialmente sulle sorelle, una delle quali, Ottla, rappre– sentò, come è noto, una parte conside– revole negli ultimi travagliati anni del– la vita di Franz. In fondo, sembra che, dopo aver allineato davanti ai nostri Brod non fa che rimproverare quanti dissentono dalla fondamentale visione positiva, che risulta dal mondo kafkia– no: si leggano a questo riguardo le pa– gine polemiche dedicate dì recente allo studio di Anders (e Uccisione di un fan– toccio chiamato Franz K11fka •); ma ha, seconrlo noi, il torto di voler legare ad essa visione troppo da vicino i dati bio– grafici che lui conos ce dello scrittore. In definitiva, ad og.ni testimonianza van– no assegnati d et erminati limiti. Quelli dei testimoni e delle memorie parziali o occasionali si illustrano da sè; nè vale obiettargli contro. Vediamo, infine, ciò che valgono nel quadro dell'intera per- sonalità kafkiana! 1 Un illustre scrittore boemo: Willy Haas, editore delle Lettere a Mitena, e non meno amico di Kafka che di Brod, dice ad un certo punto del suo saggio commemorativo (Rièordo di Franz Kafa): e Le lettete contenevano alcuni grotteschi giudizi e persino insulti sul conto di donne che per Kafka non ave– vano avuto che i più gentili sentimenti ... Kafka poteva essere alle sue ore il più • maligno, il più ingiusto e il più veleno– so critico del suo prossimo, privo di qualunque umana bontà: nè si creda che io parli a questo modo per essere stato io stesso insultato: è vero che il mio nome si trova in una delle parti omesse, ma senza alcun commento sfa– vor_evole... •· EpJ?ure, queste qualità ne– gative del suo carattere non paiono in– cidere molto (e forse vanno spiegate ma l'autore non lo dice, con la spiace~ vole piega che prendeva la fatale ma– lattia di Kafka), sul giudizio del tutto positivo, anche dal lato umano, che Haas ha conservato del grande .suo ami– co. Accanto ad alcuni particolari mar– ginali di ambiguità o di cattiveria, sta dunque tutta la vita estremamente pu– ra, la grande e solitaria sfera di cri– stallo dell'esistenza di Kafka. Alla qua– le ci avvicina fondamentalmente la biografia di Brod. Qualche parola per i lettori italiani di Kafka. E' augurabile che non sfuggano a nessuno la dedizione e l'intelligenza interpretativa di Ervino Pocar, tradut– tore degli ultimi e più importanti do– cumenti kafkiani, dai Colloqui con K a f_k ~ di Gustav Janoucb (1952) a1 Dian (1953), a questa biografia di Brod. Il rispetto al testo,, la cura in– formativa, uniti alla fondamentale ri– cerca di un equivalente dello stile kaf– kiano nella nostra lingua sollevano di gran lunga le fatiche di Pocar dalla li– nea raggiunta da alcune buone t(adu– zi_oni dello scrittore praghese, per non dire dalle meno buone, natuPalmente· il cui esempio catastrofico è dato d; I racconti nella piccola biblioteca Lon– ganesi. GIACINTO SPAGNOLETTI

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