la Fiera Letteraria - XII - n. 4 - 27 gennaio 1957

CA FIERA TFTTERARTA _________________ _::_ ____ __.:_ _ __:::'.....'....:. Domenica 27 irennaìo 1957 CON LA SOR'l'E DEI {)RITICJI lUILITAJ\T'fl fNCONTRI E PARTECTPAZIO T ALLA FJLOSOf'lA * * Letteratura comedurata Un felice P~Pneroso consPfVi1t * * Bellonci ha retrocesso le frontiere cronologiche che di solito la critica colloca~ intimidita, in uno ieri troppo incombente Troviamo in Bellonci certe costanti di metodo, che ne fanno un no– stro contemporaneo e il tramite fra gli indirizzi, i dubbi che sono a ' noi propri e quelli da cui fu caratterizzata la cultura dei no tri padri * * d'i H tJ SA Il. I O A S S lJ J\/TI' ti di GIACJ01'10 DEBENEDl3YrTI ·Sonò trascorsi ormai dive, - si anni dal giorno in cui Gof– fredo Bellonci (mi conosceva da poco. ed era una delle p1·1. me \rolte che mi trovavo in casa sua) ebbe a mostrarmi un ingiallito gruppo fotogra– fico, un congresso internazio– nale di filosofia. mi pare a Gi– nevra, nel primo decenn10 del secolo: tra I filosofi che egli mi veniva indicando, au– tori quasi tutti alle pagine dei quali avevo già dedicato ore e giorni dei miei Leh,r– iah.re non ancora conclusi (e non conclusi neppure ogg: che scrivo ...). non tardai a conoscere lui stesso, un gio– vane il cui volto affilato usci• ,a dal colletto alto e rigide come li vediamo nelle foto, grafie giovanili del nostri pa dri. Di BeJJonci sapevo già, per quello che avevo letto d lui. che era stato a Bologna scolaro del Carducci, che sempre aveva avuto àimesL.– chezza col Croce. alla cui este. tica Si mantiene liberamente fedele nella sua attività di critico militante, ma senH perpetuarne le incompatibili– tà, e anzi disponendosi aà uJi 1 lettura partecipe e spregiudi– cata di quei testi moderni che non trovarono 'mai grazia nel gusto crociano... Quel giorno imparai che egli uveva avuto parte in quell'italiano StuTm und Drang filosofico attra– verso il quale erano entrati nella nostra cultura Bergson e Blondel e il pragm11tismo L Sorel (dovevo in seguito ve nire a conoscenza di altri particolari biografici: un in– contro con la filosofia risalen– te agli anni della Sùa primts– sima formazione, attraverS() lo studio di c11rte inedite la- Peccato e s s e re quassù. senza libri, senza i ritagli di giornali, che tutti più o meno conserviamo nel no– stro affettuoso e pettegolo archivio. senza nemmeno il soccorso della memoria, giacché la via che porta quassù attraversa il fiume Le-te 11nentre, per parlare di Goffredo Bellonci, del cor– diale e severo amico Gof– fred0. occorrerebbero quel– la strumentazione culturale, quell'impeccabile, articolato rifor;·'mento di notizie, quella erudizione contempo– ranea. cl i cui il suo lavoro ci dà un esempio davvero ammonitore. St0 mancando a questo <omaggio>, al quale avrei ambito di portare un con– tributo dei più partedpi. Pere'"' Bellonci impersona mae~trevolmente la sorte, il sic n/Js non nobis di noi, critici militanti; ma, oltre a scontarla nei rischi, nei rovesci. nella labilità che le sono connessi, riesce anche a correggerla. Il bilancio dei rischi è pres10 fatto. Sarà sentimen– talismo romantico: ma in– somma ogni critico militan– te ha. nel fondo della sua vqcazione· (quando è auten– tica. c0me quella di Bellon– ci ), una componente di ab– negazione. Nato scrittore. con ·utte le legittime ambi– zioni dello scrittore: quella soprnt tutto di costruire con le parole qualche oggetto durevole, di convertire la propria transitorietà di uo– mo in un attimo di storia, è poi costretto a legarsi al– l'effimero. all'incerto della cronaca. Uno scrittore, che già in partenza sa di so– pravvivere solo in funzione del rr1antum di vitalità e di persistenza dei fatti lette– rari. ai quali consacra il proprio ingegno e < ispira– zione• di illustratore e di commentatore. I fenomeni su cui lavora non hanno an– cora il collaudo del tempo: se domani crolleranno, an– che lui sarà travolto. E nondimeno deve impegnarsi in quei fenomeni; puntare sulla loro capacità di sal– varsi dal contingente; di– chiarare una guerra più o meno illustre contro il tem– po: compromettere in buo– nafede tutta la sua buona– fede. veramente stoica, sen– za timore nè speranza. Po– trebbe applicarsi alla storia della letteratura già sedi– mentata, associare il suo no-' me ai nomi che hanno or– mai approdato alle rive lon– tane. Ma sarebbe lui il pri– mo a rimproverarsi la defe– zione, il rifiuto di solidarie– tà ai propri contemporanei. Bellonci. per una natura– le e, meritoria fortuna della sua formazione e della sua mente. ri6catte questa con– dizione contradittoria. E' ar– rivato in tempo a sentire Carducci a Bologna; che si– gnifica avere assimilato lo obbligo di costituirsi l'at– trezzatura professionale e fi– lologica per mettersi one– stamente di fronte alle ope– re letterarie. Significa an– che le consapevolezza che la letteratura è durata, e non succedersi di irruzioni. (Vor- rei, con un computo stati- se, garbo e sapienza di una stico, dimostrare la quasi affabile comw1icativa. Né completa assenza, negli scrit- queste sono soltanto qualità ti di Bellonci. dell'aggettivo della confezione: nascono da •puntuale•, che costella con un gusto dell'avventura, del– le sue accezioni polivalenti la scoperta spregiudicata. ed evasive tanta parte del- quasi da una punta di sfì– la critica odierna). Con quel- da ai saccenti e proverbia– le premesse di filologo, ha li « Gradus ad Parnassum •· studiato e studia l'attualità; Ma nel controcanto si av– con quella struttura mora- verte, sempre vigile, la re– le di storico in piena rego- sponsabilita di avanzare sul– la, si è fatto militante. le strade tracciate dai mae- Ne ha ottenuto, a suo ono- stri. re e a nostra edificazione, In secondo luogo. e per un doppio risultato. In pri- moto contrario, la filologia mo luogo. ha retrocesso le come tensione di conoscere frontiere cronologiche, che analiticament,e j fatti e le di solito la critica militante cause nèi loro •etimi>, con– colloca; intimidita, in uno traccambia la vivezza, gli ieri troppo incombente. Non scatti più spontanei che lo lo spaventano i secoli pri- abito della critica militante ma del decimonono. Molto le ha conferiti. dando alla del suo lavoro (e lo testi- critica militante uno sguar– moniano i saggi raccolti nel do più sicuramente ancora– libro Pagine e Idee, di cui to sul fondo dell'occhio. Ne– si v.orrebbe il seguito) è un .gli scritti che Bellonci de– dialogo coi massimi proble- dica agli autori di oggi. la mi della nostra storia lette- visionè è abbastanza immu– raria. In un linguàggio che ne dai compiacimenti e bril, non defrauda l'autorevolez- lii, dagli sfuggenti indugi za di quei problemi, Bellon- dell'occhiata, anche quàndo ci ha innestato i ritmi più egli deve indulgere all'urna– agi 1 i, la respirazione più no troppo ,umano delle con– mossa e leggera, gli scorcil nivenze con la moda, ai ga– epigrammatici, imparati nel !atei della convivenza. Un mestiere di resocontista del solido e civilissimo dottore presente. Sfiora la gravità di lettere difende il recen– della dissertazione con. un sore dai narcisismi, dagli fare giornalistico, che non è erotismi celebrati sulle acu– isterismo della trovata zie private del gusto. Il chè estemporanea; ma presenza non gli impedisce di filare, nervosa, « a picco• sulle co- quand'è il momento. i suoi couplets, le sue strofe: i pre– mi del lavoro critico, i se– gni del consenso tra il giu– dicante e ciò che giudica e se stesso. La filologia di Bellonci è nutrita da i.ma passione en– ciclopedica, che non si fer– ma alle tentazioni di un Faust di biblioteca. Sociolo– gia. economia, séienza, feno– menologia de 11 a civiltà e quante altre proposte un Goffredo Bè!lonci, 1910 Mefistofele moderno potreb– be offrire all'avido dottore, affluiscono nel suo labora– torio, diventano argomento di un insaziato dibattito per quest'uomo che ricorda le usanze della conversazione sostanziosa. E si consolidano in attive concrezioni della mèmoria, maturano a corro– borare il discorso di un cri– tico, che sa come i temi dell'arte siano trasfigurazio- ni dei temi della cultura, si aHmentino delle armonie e dissonanze di quello che egli ci . permetterà di chiamare il pehsiero della società. Se questa schedina su Bel– lonci ha dimenticato troppe cose, prego la memoria di Bellonci di dimenticare la schedina, non già le amiche– voli intenzioni con cui è stata compilata. GIACOMO DEBENEDETTI Belloncidalla"cattedradellaterza pagina" * Amore delle lettere, affèzione al nostro patrimonio culturalè, difesa della civiltà, del nostro grande umanesin:i,o:sono vecchi ideàli, mà che non siano spenti lo dimostra Bellonci nella sua feconda operosità '" ' Non può sfuggiTe a nessuno !'importan– za che Goffredo Be!lom:i ha svolto nella cultura. italiana. Si tenga anzitutto presente !a durata del– la sua attivttd. Oh.i sceglie tra i tanti modi di trasmis– sione delte idee quel!o forse ptù rischioso (il giornale), ben sa il valore eh.e hanno la regola,-ità e l'estensione peT affermare i risultati d! un !avaro sempTe im:erto e pTovvisorio. DI pochi aTtlcoli peTfettl si cancella pTesto il ricord,o se essi non ven– gono continuamente alimentati e rinnova– ti dai cento altri che seguono. Bcl!onci si è insei;ito natuTalmente in questo ritmo con una sistematicitd che nes– sun critico della sua ge,i.e-razione ha mai eguagliato. Non basta. Quel Titmo egli an– dò sempre Tegolando sullo stesso foglio. quasi per fìs'sa.Teun punto di sicurezza ed ha collaboTato ad un unico giornale eh.e so!o Tecentemente egli ha sostituito (e non per sua vo!ontd) con aJ.tro grande quoti– diano. Da quanti anni egli scrive ? So sol– tanto che era famoso - e da tempo - quand'io Tagazzo cominciavo a. leggere il « Giornale d'Italia •· Quanti articolt ha pubblicato? Con una media di trenta qua• ra».ta articoli !'anno, in uno spazio che sttpe-ra i! me.zzo seco!o, Si raggiu1,ge 11ge– volmente la cifra di alcune migliaia. F/ quante conferenze, saggi, comunicazicni e Te!azioni di congressi ? Credo che allo * di GIOVANNI MACCHIA stesso autore non sarebbe possibile pre– cisare. Ma di tanta attività, con un esem– pio di Tara modestia, egli non ha salvato che una minima parte: gli attico!! raccolti nel 1929 sotto il titolo di • Pagine e idee •, che, ricordo, conobbi attraverso una re– censione di Eugenio Montale su Pègcuo. Un altro pericolo, tra tanti inminnerevo– li vantaggi, della CTitica, che si esercita sui giornali, Tivolta di solito al presente, sta nel lavorare su una reà!tà guardata tròpj:>oda vicino Non è rnTO il •caso che si finisca con l'alteTare e deformare anche la più normale delle prospettive. O, senten– dosi trascinare da.Ila corrente, per un one– sto desiderio di' sopravvivere, il critico di giorn.ale s! riduca a compiace,-e ai gusti del pubblico, che è il pubblico indefinibi.te di una so!a giornata. Uomo moderno, curioso di tutto ciò clie scorre sotto i suoi occhi, BeUom:i non si è mai cniuso entro un'esc!u-slva e dispotica adoTazione del pTesente. Coltiva una più elastica idea della. • modernità •· Ché !a modernità non può avere un significato puTamente temporale, non sta nel passivo registi-are la Tehltà In cui viviamo: è piut· tosto un rapporto spostato am:he ol.tre il nostro tempo per affennare neUe cose dello spirito ciò che possa rappresPntare una attuale pTesenza. Cosi, egli che avrebbe potuto cottlvare il so!o campo dl!i suoi cinquant'anni df .~to ria !etteTaria, ha messo !e mani un po' dappertutto. Ha pToiettato !a sua curiosità che ha del prodigioso verso epoche e figu– re che vanno dà!l'ant!cltitd classica a.1mo– dernissimi: e non arrestandosi all'esame isolato del fenomeno letteraTio, ma infìl· Ha), ove si affermava, quando era i! caso, di ascende ,i.ze ed influenze. Musica e poe· i sia, pittura e letteratura, temi di letteTa– tura comparata (sopTattutto Fran~'a e Ita– lia), ove si affermava, quando « era il caso, un illuminato nazionalismo; studio de!la. continuità della nostra tradizione fuori dei facili schemi su cui si Imbastiscono !e ,,pi– nioni correnti ed i manuali di sto·ria let– teraria; ricerche interrotte sòlo da scnrti– bande non impTovvisate nel campi dE'!l.a. economia (il suo hobby com'ebbe una vol– ta a dichiara.Te) e della filosofia. /1/el Bd– lonci - scrisse Renato Serra - « la. rid1,– zi.one deUa letteratura a puri elementi e interessi, se così posso dire, di cultura, è condotta fino all'ultimo segno, oon una o,,,e– stà ed un rigore e una precisione, che fi– nisce a giustlficaTsl di per se stessa e a farsi rispettaTe •· E dag!i anni in cui Ser– ra scriveva (nel volume sulle Lettere), nulla di quell'onestd, di quel rigore, di quella precisione sembra cambiato • Cul– tura • è il termine che nel su.o i!limltatc> orizzonte con.séTva lo stesso fascino per il Bel!oncl. ATmato di una erudizione da fa– re invidia a pitì di un professore. e. rut- t'a!tro. clie stanco dal lungo mestiere. eg!ì è sempre giovanilmente teso verso tut.to ciò che possa interessaT!o e anic– ch.iT!o. E' assai significativo clie - con \ tempi che corrono, sferzati dalla più dUTa attua– lità - questo tipo di critica, t suoi argo– menti ed i suoi problemi, abbiaM trovato posto propTio nei giornali. Possiamo consi– derarla s.en.z'altro una vittoria, am:he se non mancherà chi pensi •eh.e queUa critica avrebbe avuto più degna sède in volumi o in riviste letterarie e sclentlfi,èhe. Ma Bellone! non ha sbagtlato affàtto la sua vocazione. Ha MSO!to ptenamente la sua funzione nella cultura. del nostro tempo scegliendo il luogo dove si è bloccato. Professori ve ne son"Ofin troppi. Meno facile è trova.Te chi faccia tutto ciò che è in suo poteTe p,er la ciTcolaz\one delle idee e si metta in còmunicazlone perma– nente con i propri. simUI. Dal!a e cattedra della terza pagina • Betlom:i e pochi altri hanno contribuito a solleva.Te la critica di giorn.a!.ea quel TO.ngo che essà occupa me– Titatamente in ltalta. Ha forma:to migliaia e migliaia di lettori. Amore delle lettere, affezione gelosa al nostro patrimonio cui-. turate, di.fesa detla civiltà, del nostro gran– de umanesimo: sono vecchi idea.li , ma che essi non siano 0,11,Cora spenti lo dimostra Bell.oncl ne!ta sua feconda operosità GIOVANNI MACCHIA sciategli dal padre, tra le che ho appena ricordati ~om, quali uno studio su Fichte d: i più recenti contributi del cui da tempo mi è stata pru, Bellonci alla cultura ,ta11ana messa la lettura ...) e che da!- neppure quando ess mve la partecipazione a questi in- stono I.emi nei quali m1 sento \eressi e mòvimenti di pensie- più direttamente compr0me 0 ro era stato portato ad espe, so: il tempo e lo spazi0 ac– rienze di religione e di poli- cordati a questa mia testimo• tica. , nianza non consentono che ml Ma dell'attenzione fìlosofica di addentri in un bilancio di ac– Bellonci una ulteriore confer. cordi e disaccordi (sicuro: di ma dovevo averla alcuni me, disaccordi. Avete mai visto si dopo, mentre ascoltavan,o due persone che hanno stima insieme una conferenza leib, l'uno dell'altro trovarsi d'ac niziana del Carabellese: cen, cordo in tutto e per tutto? Se tinuando una sua perenne " ques.to accade, nove volte su persuasiva polemica contro dieci uno dei due è &fornit.1 la nozione idealistica dell'Io di un cervello pensante, e an– come soggetto universale. zi c'è da so~pettare che ne Carabellese a un certo punto siano privi l'uno e l'altro. e pronunziò uno dei suol auda- all'attaccatura del collo ab– ci e stimolanti neologismi, ri- biano un gi'uoco di pesi e vendicò la ciascunità dei sog, contrappesi simile a quello di getti singolari; e Bellonci, a certi asinelli di cartapesta cui sedevo accanto, pronun- con cui si giuocava da ragaz– ziò a mezza voce parole di zi ...-, in una disamina di pre, approvazione per il vocabolc, messe e di risultati che altri, per il concetto che esso espr;- nei vari campi. saprà !are as– meva. sai meglio di me. Quello che Se ora passo a rileggere gli importa, semmai. è sottolinea. scritti più recenti del Bellon- re certe costanti di metodo ci, articoli ritagliati dalla negli interessi variat; e nei terza pagina del più diffuso modo di lavorare del Bellon– quotidiano di Roma (mi sin ci. che ne fanno un nostro permesso ancora un ricordo: contemporaneo e insieme il in una delle tante discussioni tramite fra gli indirizzi, le pubbliche da cui fu rinfresca predilezioni. i dubbi che son:, to il dopoguerra romano, Bel. a noi propri e quelli da cui lonci, che presiedeva, riven- fu caratterizzata la cultura dicò a sè l'onore di avere da• che educò i nostri padri. o to inizio, appunto. alJa « ter- cordo in tutto e per tutto?' Se za pagina». sul Giornale l'altra delle stagioni interme– d'Italia fondato e diretto dal die. che noi trovammo con– Bergamini: e tutti sappiamo solidata e con la quale sia– che cosa sia stata la « terza mo obbligati a fare i conti pagina» nelle vicende lette• come con l'ascendenza a noi rarie, e non solo letterarie, più vicina nel tempo. dell'Italia contemporanea ...) La cultura del nostri pa– troverò, procedendo a ritroso dri, l'età carducciana e il suo nel tempo: un articolo• su gusto ... La cultura crociana ... Congresso romano di Storia Le inquietudini di questa no– delle Religioni, in cui si ren. stra stagione, diffìcilmente de conto della evoluzione de, qualificabile con un aggetti– gli studi storico-religiosi, da!- vo, sopratutto da noi che la le origini preromantiche e viviamo e ne paghiamo il romantiche sino ai più recen. prezzo giorno per giorno ... ti indirizzi fenomenologici: Frequentare Bellonci è come un attento esame critico d~I sentire oltre le fratture e i romanzo postumo di Brancali: dissidi una vivente continuità uno scritto dove. partend 1 di questi tempi così diversi. dal volume del D'Ancona sui talvolta disseminati fra loro. Mesi di Schifano-ia, vengono Trattino di classici O di con– discussi lo svolgimento sto,ri- temporanei. di letteratura C? e la indi"'.idualità c,ualita- creativa O di critica e di pen– .t1va della p1t_tura ~erraresei siero, di arti figurative O di un brev_e saggio dedicato. agli Kulturgeschichte( P.arola dif– Etrnsch1, con,un, esame,d1 tut. flcilmente traducibile, perchè U 1 problem.1 _d_1 quell a,rte e non dice solo « storia della d1 quella' cw,lltà. Dell anno cultura, ma anche storia della scorso. è ~ antol?g1a d~lla no· civiltà ». nel sP.nSOche civiltà vella italtana d1 tutti 1_secol_l si riconosce in cu!tuTa ...), in preceduta da uno studio cn- 1 t · · · ·tt' t · tico; di due anni addietro, u tJ i SU\H seri 1 rov1am? rammento un saggio su Pi, un procedimento che ~artec1- casso. in occasione del! mo• pa msleme della seventà che stra romana di questo p~tore, imponeva non doversi affron– dove il Bellonci. che pure non tare un soggetto senza ren– nasconde le sue riserve sul, de~e conto dello « stato della l'arte contemporanea. 0 alme cn11stlone ». senza esporre la no su alcuni indh;izzi dell'ar l,,tteratura ~1tll'argo?7te!]to, e te contemporanea. metteva in del no~tro bisogno d1 npor~a– rilievo la storicità dell'arte re o_gn1dlscors'? :;illa s1tuaz10- picassiana. 11 suo paralleli- ne in cui ve_rs1amo. ?lle no: smo e la sua rispondenza r: s\re a~pettat\Ve· ed, a1 n~stn spetto ad esperienze letter3 b1sogn1. Ma m es~1 trov1a1:10 rie capitali del mondo moder, anche quell? _sobrietà e. ch1a– no. Joyce o Eliot (e sarebbe rezz~ espositiva che riman~ lecito sperare che quello pregio evidente della cultura scritto cauto e chiaro ubbi, « crociana» e che ha dato al– dissipato i pregiudizi di ta, l'Italia una generazione di luni lettori...>. Possiamo ag studiosi capaci di parlare al ~iungere che nelle 'iibllogra- cosl detto « pubblico!' senza Ile del cinema il nome dr-1 banalizzare e senza mvolga. Nostro fìgura tra auelli dP' rire il discorso (dall'Oriani? primi uomini di lettere che altro suo maestro. Il Bellonci abbiano preso in considerazi0 ha forse ereditato il gusto ne il cinematografo come fa•• per le veloci sintesi storiche, to artistico e culturale (in an un certo taglio che prende la ni che noi non eravamo anco materia nel suo vivo. senza ra nati ...) e come egli non avvicinarlesi lentamente. sen– perda occasione per intratte• za aggirarla: ma non la pas– nere gli amici mterlocuto1 i sione per gli effetti violenti di sulla scienza economica. di luce e di ombra. non le fumo– sciplina della quale si pro- sità e i toni bituminosi della fessa amantfssimo - pprso, scrittu,a), ma anche senza gli nalmente. debbo confeRsa1'•! ammiccamenti. le reticenze i che mi riesce assai difficilP sottintesi diaristici che sono se/!:Uirlo su questo argomento. propri. e non senza abbon– co~l radicale è la i:nia incom. danti giustificazioni, a quasi oetenza auRnd0 s• •ratta d1 tutti noialtri. e c,he rendono sriPnza economica... cosi difficili i nostri rapporti Non pretenderò certo d1 en. con un uditorio del quale bi– trare nel merito c!leirli srrit•i sogna anche· dire. e non per ------------------------------------------------------------------------------------------- muovere un'accusa ma per Provincialità ideale dell'uomo di lettere E' destino che in ogni scr'it- della sua scheda biografica. tore italiano ci sla un'im- chi non sapesse com'egli an– pronta provinciale. E non si cora si compiaccia di essere tratta - s'intende - di una stato alla scuola di Carducci provincialità; deteriore e prediletto dell'Acri, chi non una provincialità « provin- sapesse di certi suoi gusti e ciale ». per dir cosi -, ma di certe sue predilezioni; solo una provincialità affatto idea- che avesse l'occhio non su-per– le: sotto l'italiano Manzoni fìciale, scoprirebbe subito c'è il lombardo (anzi il mi- dove si è costituita la sua lanese) Manzoni, e sotto l'i- natura d'uomo e di letterato taliano Verga c'è il siciliano Sopra l'impianto di una (anzi catanese) Verga. Si cultura un po' vecchia e fer– tratta di eredità storica. di ma, che dalla Romagna si ir– qualificazioni di forme .di rad111v<;1si~o all~ città già cultura e quasi strutturaz10- cap1tall d,e1 ducati e trovava ni spirituali, che derivano da suo centro a Bologna, Car– motivi e filoni tradizionali. ducci recò l(li umori della sua i quali sarà bene eh~ al~ra passione nazjonale, d~ll.e. sue volta ci mettiamo tutti ad m- aperture e violenze c1v1lt, di dagare ed a descriyere assai un suo classicismo _ammoder– meno genericamente d1 come nato da una eccezionale sa– si sia fatto sino a ora e si oienza filologica e da un vi– continui a fan• anche ai nn gile ma assai duttile gust.o stri giorni. europeo. E Carducci segna :a Questa provincialità è an- nuova ora e la nuova via che legata un po' al destino della tradizione bolognese: di ogni uomo di lettere: ed tradizione, nonostante tutto. è piuttosto in r?l!ion diretta pennap.ente (e andate,. per che in ragione mversa della esemp10. a ch1ederP ragione P sua pPrsonaità. Ed ~ un d<:> Bacchelli dei suoi. modi. n stino ~ cui non SJ sottraP andatp a ch1NlPrgl· eh mu Bellonri «bolognese» no- tarli>. Orbl'nP questa ideale nostantP la sua lontananza e carducci:rna -· e. sia detto dalla -ittà natale e la quasi pur da chi deriva da non semisecolare esperienza ro- meno nobili province .. 1_ncan; mana. Chi non sapesse nulla tevole - « bolognes1ta » e di • lUARIO facile avvertire dentro la vita l sinteressati oblii e la dolce circolo tra « pubblico n - il e l'opera di Bellonci. quiete nemica del fragore de- l(enerale pubblico dei lettori Che cosa sono le sue gio- gli uomini. Sic,::hè non è da - e cullura. di spezzare i vanili insorgenze socialisti- stupire che attravnso i tem- chiostri degli iniziati. di apri– che e rivoluzionarie se non pi, nell'urto delle còse, l'in- re alle classi attive i fermenti il recente bollore romagno:o tellettuale gettatosi a milita. nuovi ·del pensiero e dell'arte avvivato dai radicalismo car. re nella vita civile e politica, ·or chi non sente la spinta ducciano? e che cosa è la dovesse ritrovare e fermare bolognese e carducciana - nec~ssità stessa dell'irruzione definitivamente la sua voca- più' o meno consapevole e se, dalla letteratura alla politica zione nell'esercizio delle !et- greta -- in questa iniziativa se non ere<lità dell'insegna- tere. E intonare particolar e invenzione di Bellonci? mento bolognese? Il mito pa. mente la critica militante. l' Spinta ed erEdità che rimane triottico de: Rirnrgimen;n, conformare origm.limenle ,, visibilissima negli scPitti. spe. attraverso il letterario classi. pagma apparente.mente eff ·1!' degli anni un po' lontani: cismo del poeta maremmane mera deìl elzeviro ferman;i,,,,. .n ,..rt,, schivo gusto (ormai,· vive e si fa particolarmente nll'ancoraggio delle antiche e (il II g:ornalista" Bellone. fecondo a Bologna: lì l'unità nobili memorie accademiche scriv.eva. ad esempio. 11 Teode– di letteratura e vita civile, Bellonci ba il rner,ito. in- rico n. « del continuo "· « bor, Il anzi la letteratura che si sieme ad alcuni altri valen- ghegiano n. " scolare n, « gio• fa vita civile e missione. Sic- !uomini, di avere inventa10 lito n, ecc.) affinatosi e sciol– chè voi vi spiegate anche la ai J?rimi del secolo, la terw tosi con gli anni, ma mai avventura nazionalistica di pagma. Ora che cos'è, meglio scomparso •o rifiutato: in certo Bellonci. ed il suo subito ri- che cos'era, quella terza pa. piacere evocativo derivato trarsene. !' il suo atteggia- gina - specie nel disegno de. dalle arti figurative e, più as– mento di riserva verso la gli iniziatori -, se non un sai, da paesaggi del Medio– « inciviltà» del ventennio, e modo di innalzare la cultura evo. del Rinascimento e del le sue esperienze elettorali e quotidiana e fugace delle gaz- Barocco; soprattutto in una i suoi studi di sociologia ed zette all'altezza dei più vi tal: tendenza che potrebbe sem– economia, e la sua attività di ed anche sevP.ri Interessi e brare modernissima a istituire scrittore e giornalista poli- movimenti intellettuali; e. in immediatamente i rapporti tico. sieme, il gusto di mettere in tra società e letteratura, e che Tuttavia il politico rimane- circolazione quei motivi e Bellone! si è guardato bene va sempre un letterato, cioè movimenti e saggiarli al con- dall'indicare come sua virtù un letterato,politico di èredi- tatto del gran pubblico? Era divinatrice di precursore. per– tà bolognese, mai così tecnico una forma di carducciana dP· ché egli sa che gli deriva da da finir d'essere letterato, mai mocrazia letteraria, il tenta- una prediletta tematica car– così letterato da cercare i di• tivo di ribadire e chiudere il ducciana e sta ~utta sul piano della storia let~raria, senz~ a legare vita e letteratura. @ correre i rischi di riportare a sentire la letteratura com' quest'ultima a intemperanti dentro la festa. il fervere del· schemi sociologici. l'e istenza delle umane crea I due maggiori tentauv1 J tur• ccn un sotti.• 'n.-~r,•o e critica e storia letteraria ita- quasi nostalgia delle bellezza liana compiuti. a nostro giu, antica. remota e perduta. che dizio. da Bellone!: 11 Disegno si procura di riguadagnar'?, ri, del!a lettesratura i.ta! !ana che conducendo all'esperienza e potrebbe ~ssere ancor oggi ~ensibilità moderne l'incanto fondamento di stim0lant1 co'. 'mmobile delle forme. loqui e discussioni: e l'inter, E, per toccare selc qualche prelazione òel PPtrarca oml' ~ltro punto. cardu:c:11no è lo poet,, della memori• - u 'lmore di Bellone! per i '1· Petrarca tratto spregiuàt ·a•a- lievi. le sottolineature fotm&– mente ad una modernissima li. specie lessicali , sintattl– sensibilità. un Petrarca 1Jlu, ohe (qualche inn·Jcen~ re– minato attraverso l'esper,~nza sponsabllità potrebbe avere I! orustiana, poeta non delle noi;tro amico per insipide l!m– eose e delle memorie, ma del. guldezze di certa critica ve:r– la trasfigurazione delizia della balola, variantistica e cachet– memoria - che cosa sono se tica). e bolognese iJ su) sl• non il tentativo - carduccia- teggiamento di fronte P c.,-o. no e bolognese - di calare le ce. di sicura accettazione. ma vicende delle nostre lettere entro il ritmo della vita sto- pqoendo sempre l'ac ·ento pre- rica, e insieme di ammoder- valentemente sul Il.Ione t>ar- nare, pur con un meticoloso ducciano della òer;onl>lìtà :'I; scrupolo della tradizione (e Croce. pur con un fecondo colloquio • • • C?n la . critica)· l'!J:!te:~r~ta- Può darsi che col tempo z10ne di un. poda d1ff1c11ls,. . • ' . mo e pericolosamente sfug- c?l vol~E>re.c1oe: d1 annt even– gente al gusto dei mncterni? t, gusti. uno scrittore cosi sen Pure qui, dunque, l'ambi- sibile e moderno come Bellon. zione dello scrittore è rivolta ci molto abbia abbandonato e quasi volontariamente messo da parte della sua eredità bo– lognese: il che deve senz'altro riconosce1•si, specie in certe più reèenti impostazioni cri– tiche e in certo atteggiarsi della sua prosa sciolta ormai dalle lusinghe dei bei tempi carducciani. Senza dubbìo: ma vedete quella prosa come resiste alle tentazioni del co– lore realistico. come corre sempre sul filo di una sua sor– vegliatissima sintassi e lin– gua. e come sia avvertita sem– pre come misura. costruzione, cadenza; e vedete come resti fedele lo sforzo d intendere le forme dentro gli eventi, e vedere sempre la letteratura muoversi come un arabesco su dalle piazze del popolo a i fastigi dei palagi. rispecchia– re le folle e i circoli. le cla.s, si e gli umori palesi e segreti dei tempi. Qui l'eredità è fer– ma. è un acquisto perenne, un modo costitutivo del pensare. una sorta di pilastro biogra– fico: ed è eredità carducciana degli anni della fine del se, colo. già dorati per la lonta nanza del terrpo· consapPvnl 0 ed orgoglios~ Pl'edità <'lPl• •v lognes~ >1~ _B_ellonci MARIO SANSONE registrare un dato di fatto "on' cui è necessario fare i ronti, che è di levatura assai oiù modesta. nel sno comples- 00. dell'uditorio al quale Bel– lonci e i suoi coetanei mco– minciarono a parlare negli anni precedenti alla prima guerra. 1 Non sempre, purtroppo, lo studioso può reperire con fa. cilità le pagine che il Bellon– ci ha dedicato alla materia di cui sta trattando: gran parte della sua produzione bi– sognerebbe andarla a cerca· re nelle collezioni dei quoti– diani, dei periodici; alcuni li– bri sono da gran tempo esau– riti... Soccorre allora la con– versazione, di cui Belloqci è generoso. in modi che in que– sta età frettolosa e distratta prolungano un costume di cui noi abbiamo sentito. starei per dire. favoleggiare i più anziani: quando lunghe dispu. te letterarie. filosofiche. filo– logiche si accendevano al– l'improvviso in un caffè, su un marciapiede, dinanzi alla yetrina di un libraio, e nes– suno era costretto a troncar– le a metà per correre dietro . ad un autobus, per raggiun– l(ere un appuntamento. A pro– posito. sta per venire la sera, il platano presso la finestra allunga la sua ombra fino a raggiungere il tavolo su cui sto scrivendo. Potrei recarmi alla libreria Hoepli, prima çhe chiuda. guardare i nuovi li, bri. le riviste più recenti: for– se vi troverò Goffredo Bel– lonci. riprenderemo un certo colloqui0 intnmo all'estPtica medioevale che l'ultimR vol– ta rimas~ sospeso ... ROSARIO ASSUNTO

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