la Fiera Letteraria - XI - n. 46 - 18 novembre 1956

Domenica 18 novPmhrr l 9S6 T' 'A,' F l F fl -\ f.' T T r, TI '/,; 'R T 'A, ---------------------------'----------- * L'UOMO eDJigrante dell'arte * di RICC IBDO BACCIIELLI Questa si racconta: un giorno un pittore di sega– ligna persona, di faccia arguta e rubizza, dagli occhi pungenti, capitò nello studio di un collega. Era esta– te caldissima. le ore più ardenti del giornll. Il collega aveva il modello. Giustappunto il pittore aveva con sé la cassetta dei colori, perché s'era illl.lso di potei· lavorare al– l'aperto, ma la canicola l'aveva cacciato a rifl.lgiarsi nell'ombra di quello studio. C'era un sole da cavar gli occhi. e l'impresa sul paesaggio s'era dimostrata disperata. Il collega già che aveva il modello, invitò il pit– tore a lavorare; e l'invito fu accolto con entusiasmo. Eccolo aprir la cassetta, preparare la tavolozza, li– sciare i trecento pennelli, pennelluzzi e pennelloni del suo assortimento; eccolo tastar col polpastrello la liscia tavoletta. Tacquero i due, e nel silenzio, do– po le prime pennellate caute. il pittore sospirava. A colori, quel giorno non gli riusciva; e ripose i tubetti, pennelli e tavoletta e tavolozza che ripulì con ogni cura. Il modello era più adatto' ad essere disegnato. Intanto egli s'era levata la giacca, sciolta la cravatta, sbottonato il colletto, ché il caldo era afoso ed In– sopportabile. Fissò con le punte un foglio da disegno, prese la matita; e soffiava lamentosamente La matita non rendeva, e lui soffiava. Aveva commessa l'impruden– za di mettersi un paio di scarpe nuove fiammanti, che gli intormentivano adesso i piedi. Il collega. data la loro confidenza. non av1ebbe avuto nulla in contra– ro se se le fosse levate? Figurarsi: gli prestò anzi un paio di pantofole che sulle prime sembrò rendessero forze e freschezza al trafelato e affannato. Dopo pochi tratti staccò il foglio e lo stracciò. Vo. leva andarsene? Si dava per perso? No: voleva pro– ,·are la sanguigna. Il disegno a sanguigna andò alquanto più innanzi, fra sospiri e soffi e lamenti. finché il pittore dichiarò candidamente che quel giorno faceva troppo caldo e ripose gli arnesi dell'arte, si rivestì, si riassettò, di– ventò allegro Questo si racconta. e sbaglierebbe grossamente chi s'accontentasse di ridere. Ridere si può ma non senza riconoscere 1n questo anedotto la parabola dell'a;·ti– sta di difficile accontentatura. dell'artista Mii;ente verso ~e stesso, e scrupoloso riguardo la qual, •à delle proprie disposizioni nell'atto di mettersi al i;i,·oro. E tale difficile contentatura è inerente alla de!ir:Ht.1 na– tura deil'arte semeghiniana. La facile contentatura sull'opera compiuta. è va– nità e dabbenaggine. di cui non val la pena neanche di discorrere. ma c'è forte tentazione Ji esser ~ornvi al lavoro· forte, perchè è una gran sod~Jisfazione, 11 lavorare per l'artista· forte perchè resi ·tere, esigP.re, vuole abnegazione e 'c,oraggio, in quanto lt> gio:-n'l.:e perse. le giornate vuote. nella vita C03i esposta al. l'amaro sconforto di non ,potersi giustificare com'è quella degli operai della fantasia. oltre ~he w1 tor– mento e una noia, sono un ·accusa; oltre che pena. dan– no disperazione e sfiducia Un'arte come .:iuel!a di Se· meghini vuole un dispenuio di forza, qua:e non so– spetterebbe rhi gusta i suoi frutti squi,;ti e maturi. Non tocca a chi scrive d'entrare in alcun modo nel giud1z10 e nell~ critica sulle opere che il ~~m:Jhi'li espone 1n questa mostra, ma conviene ·?d e uti 1 e ,J,. re a chi Si appresta a gustarne la forma raffìnal..1. che la pittura di questo artista reca il segno s~i)!sticr;, 0 l'impronta caratteristica di un'esigenza p;·e nnmare qualitativa, severa, impaziente. coraggiosa, .;ia ch:P.gli trovi nei disegni e nei!P incisioni e nei nudi l'umone rara di una solida corpo. ità e d'una linea 111d1t3_e definita, col palpito vivente e carezzevole delle luci: sia che nei p~esa'(gi pgli roncreti. nei toni delica– tissimi di un·espressione che ha 01Tore d'ogni for. zatura. la forma proprio d'uno che tende a imme– desimarsi nelle cose, a perdersi e quasi a svenire nell'ineffabile dP.lla sen,azione, per ricavarne, lavo– rando verso l'intimo e la finezza. le modulazioni ric– che e armoniose d'un" pittura discreta. quasi segre· ta. sto per dire sospirata nei suoi accenti, ma de– finita e chiarita e distinta limpidamente m og111sua nota. :z· insomma un'arte. che rinunciando e ricu– sando ogni drammaticità e ogni contenuto di quel che si suol chiamare l'umano: s1 afferma ricca d'in teriorità. E nei ritratti. codesta interioritit si :splica per la necessità e qualità dell'a_ssunto. nell'mt~nt;• di rendere quelln della persona ritrattata, con. risu,. tati di gran bellezza e carattere, onde cotesti gen– tilissimi ritratti a me sembrano in genere le cose più insigni de] Semeghini. . L'uomo, pe, chiude.re con un particolare men<? scherzoso dell'aneddoto iniziale. l'uomo; che non e più giovane d'età. fu uno di quegli_ emigranti d~l– l'arte e specialmente dell'arte pittorica. che da g10· vani 'si misero a cercare per il mondo quelli che sono i classici della modernità. E dell'emigrante tor– nato in patria egli serba. chi lo conosca di personn una certa sobrietà paziente. discreta, un poco evasi– va. e forse melanconica. Ma pure in fatto di cultura egli è artista di cui s'intende subito che ha fatto le sue scelte. quelle che. lungi da confondere, hanno dato alla sua ispirazione più di necessità e di natura– lezza intima e vivente RICCARDO BACCHELLI DEGLI ARTISTI ITALIANI * * Soltanto Morandi, sul piano di un intellettuaJe distacco, gli può stare a pari. Semt>~hini, come lui, rivela, neJla sua purezza, il mondo rac,·olto 1n cm vive poeiicamente. Bisogna credere alla propria fantasia come fosse realtà. R ~l 111l EFFICACIA DE l_j s l}fl * 1IIAGISTR~lLE DI SE G 1\1 O La coerenza di Semeghl– ni non è un atto di orgoglio: è una prova di umiltà. Bi– sogna credere infatti a quel dono, che rende palese alla coscienza e alla realtà del– l'opera la facoltà meravi– ~liosa dell'illusione. Soltan– to attraverso l'illusione l'ar– tista partecipa d'un mondo nascosto da comunicare agli altri: e il dono è la certez– za di saper determinare una visione, c-:iiuderla entro confini sicuri. soecchio in– diretto d'una personalit& spirituale, nelle infinite rea– zioni e relazioni che la com.pongono. Ogni vero artis,ta crede in quello che vede cc den– tro H, ma non basta il sem– plice atto di fede. La forza dell'illusione ha una misura difficile. E forse ci mancano i mezzi per dare una dimo– strazione inconfutabile: for– se ci si deve accontentare di un frusto repertorio ver– bale per classificare e di– stinguere. cercando sollievo ai limiti di un lingua,ggio più arido e tecnico nella so– lidarietà con l'artista. e nel calore della fantasia ispira– ta da codesto rapporto a un tempo spirituale e umano. Nel caso di Semeghini. la fiducia nel mondo delle im– magini, creato in un rap– porto costante del rendi– mento e dell'intelligenza con la natura. è manifesto co– me un fatto, vorrei dire, vi– sibile, tanto è il potere d'il– lusione trasmesso dall'arti– sta, reso vitale nell'opera. Altri potranno dire di quelle premesse ideologiche poste a condizionare in un modo piuttosto che in un altro l'artistico fare; ma per Semeghini tali giustifi– cazioni non contano. L'esperienza di lui si fon– da sui fatti concreti delle scelte effettive. dei giudizi senza appello, che sano il risultato di una storia or– mai l'llnga. ma non incerta o turbata. Altri vorrebbero magari richiedere a un pittore co– me Semeghini l'adesione passata a movimenti cubi– sti, futuristi. astratti ecce– tera per giudicare del suo diritto a entrare in una storia moderna. Il metodo è errato. Semeghini è uno dei po– chi artisti capaci di realiz– zare lo splendido isola– mento, negli anni in cui 00trmiva lo spirito del clan il desiderio dell'associazione'. Salvo le occasioni di in– contri a Burano, isola di eremiti, e il periodo della S:uola a Manza. Semeghini non amò essere distratto da quel s,uo guardare le cose ILLUSIONI POETICHE di un mondo tutto nostro con appassionato fervore dell'animo. Guai a chi vo– lesse intromettersi in quel costante e muto colloquio. Semeghini non diede nulla a nessunç,, nemmeno a quei patroni intangibili, che egli chiamava per nome, 111a con rispetto grandissimo. La tenace resistenza a tutto ciò che non fosse ve– rità del suo spi-rito, acqui– sita. accertata, non lo esclu– de, come si vorrebbe o~gi– dì, da una storia, in cui si incontrano gli aspetti più discordi della fantasia crea– trice. Semeghini non è uno c-:ie acco,glie passivamente dei dati di una contempla– zione. diventata seconda na- * di GIUSBPP'1J illAllt.;UIOlll tura, nei limiti oggettivi di I una scala emotiva, ricca di motivazioni e di suggeri– menti. E' sempre qualche cosa di più e di meglio. anche se gli manca la vocazione del profeta. Iniziato il suo lavoro in pieno clima simbolista e se– cessionista, Semeghini ha continuato. come coritinua– no i veri ·artisti, e cioè rie ducendo alla sua dimensione rt10rale anche gli aspetti in– consci del tempo, Una analisi oritica atten– ta riduce a ben pochi co– testi apporti. Perché Semeghini è un in– trospettivo che arriva alla semplicità dell'espressione guardando ~uori di lui, nel– la sconfinata natura. Una volta si poteva rure: bel– lezza. Semeghini dice: poe– sia. E alla poesia egli arri– va con una scelta faticosa e severa; con la rinuncia a tutto clò che non acquisti ai suoi occhi un significato pratico [n mezzo secolo e più Se– meghini ha compiuto un'o– pera che non è di grande mole, ma che è ~,empre di un livello molto alto. E il valido fondamento della pittv1ra, definita, di volta in volta, sfumata. evanescente, impal,pabile. è invece l'e– sperienza dlsegnativa, che Pio Semeghini: " Orti di Brianza " Semeghini ha intrapreso, al principio del Novecento, a Parigi. e ha continuato fi– no ad oggi, come un'attività indipendente, e c:ie pur aiuta a spiegare la pittura. Una osservazione prellmi– nare destinata a mettere in dubbio il luogo comune di una <e visione• semeneghia– na :fluida e nebulosa, non può non tener conto di quella costante ricerca gra– fica, che diventa come una scrittura immediata nelle differenti modulazioni e in– flessioni del segno. La pittura di Semeghini infatti. e lo abbiamo detto più volte, non è di macchie e parvenze, nelle gamme delicate dei grigi e dei ton; spenti, dei colori gentili: questo è !"a3Petlo più fa– cile di una visione che è m– vece sostenuta dal rigoce di un disegno approfondito ed essenziale nella vité.lità dei suoi elementi lini:ad e pittorici. Questo « scheletro • gra– fico risalta come il disegno sull'imprimitura dell'affre– sco. contorno tracciato col pennello o solco tracciato con lo stesso di legno o di avorio sulla calce molle. E' nascosto, dissimulato quasi. sotto il velo del colore sen– za corpo, del colore pulito, sul fondo della tela, o per lo più, della tavoletta, sul– la quale Semeghini dipinge senza preparazione, sfrut– tando spesso le venature e il temo del legno. Per Se– meghini va ripresa in mo– do neho e senza equivoci la nota distinzione tra di– segno e illustrazione; e l'e– sempio di lui è tra i più probanti della differenza che c'è anche tra un moto « creativo • e un moto di mera grafica artigianale o accademica. Il disegno in tal caso è come una pittura. Si parla ru di,egni come si parla di ,pittura: tenendo ben pre– sente che .;i tratta soltanto di una scelta dell'epoca di Semeghini per illuminare meglio la ua personalità cc unitaria». evidente fin nel più rapido schizzo mem– monico del suo album o del suo taccuin".l. Partendo da queste pre– messe molto chiare si ouò anche parlare ru « disegni • di Seme;ghini a cominciare dalla sua opera, meno no– ta, di incisore, nelle dif– ferenti tecniche, dall'acqua– fc•·te alla punta secca, del bulino alla litografia. La prima acquaforte è di cinquant'anni fa: 1906. Ritratto di Radin. Poi ven– nero i ritratti di Tolstoi, del Carducci. di Ibsen. poi la « Fanciulla col libro • (1907), poi le sue «Scene fantastiche• ( 1906 - 1907). tutte sul gusto del tempo, quale venh·a formandosi in Italia sui suggerimenti del– la Biennale e sulle scelte del Pica. Ma il veco. il più auten– tico Semeghini va cerca"fo nelle sei cc Vedute venezia– ne •, incise a bul.ino. tra il 1926 e il 1927, nella ~ Ve– duta• in litografia (1907), e sopratutto nella «Pupa"· bulino ( 1926). in cui la fermezza e la limpidezza del segno rh·elano il maturo do– minio dell~ forma. il chia– rimento dell'immagine con GIDSEPPE IHARCHIORI (Conttnu'"a'"aPaglna 6) Devozione commossa verso ogni particolare * Quale si sia i! sogge!to che Semeghini, dipingendo, si mette a trattare: rt'.Jrin.a: i aese; natura ,nortaz· VhC dei mil!e dolci asp~tti d<·tla laguna ver.et: . · nudo; figura· l'atteggiamento psichico co! quale egli a.ttende al suo la– voro lo chiamerc,i di dei;o– zione e, quasi direi, di pre– ghiera. Devozione commos– sa i;erso ogni -oarticolare, cromatica e formale, che 1w acceso e tien vivo durante l'opera il desideri-) non tan– to di produrre quanto di completare. La pratica e la mano sono docili ed attente a non met– tere un Tisatto, un tono, una velatura, più di quanto sia strettamente necessario che suonerebbe com•? presun– tuosa intromissione capace di rompere une: vrmonia che non sembra creata dal– l'artista. ma da lui sempli– cemente devotamente tra– scritta. A ·mano a mano queste necessità del mezzo espres– sivo si vanno riducendo a termini sempre piu chiari e minori a più franca e più esperta semplicità: di dise– gno, di tai;olozza_ di compo– sizione. Il rapporto tra q,,esti ele– menti si fa tenue ,. pur i;i– goroso e preciso; ricercato con amorosa pa.zien=a, e pur spontaneo e spig<iato come fosse il frutto di una facile e svagata improvi:isazione; amoroso e leggero come una carezza a persona cara che dorma e no,, i;oiliamo de– stare; intervenire cauti nel corso del suo sogno. A lavoro finito rispunterà fuori i! tono ironico e scan– zonato del discorso. la bat– tuta emiliana, scett;ca o sensuale o bonaria, che per timore di rettorica, e quasi per un rusticano pudore del sentimento, volge a scherzo cose che sono, cmtro l'ani– mo, serissime; ma quando dipinge ogni cosa diventa seria; il pudore sentimen– tale si cambia in necessità e amore di solitudine: ìL lavoro è preghiera e quando si prega non si sorride e anche in mezzo a una folla ci si isola e ci si innal=a. GUGLIELMO PACCffiO:SI RlTRA1 1 TO ALL' AMJCO PITTORE ti i * DIEGO Un mattino l'amico pittore ~ase, di chiese, di conventi, sentimento e della fantasia denese (spirito sci•ttico e sot· nezia, per Milano, ferman- cato sotto il braccio e unlni e si esaurisce in patetici si svegliò con la fantasia di velata di tenera ombra vlo-1-, e non vi stupite più se tile, sempre pronto a scher- dosi davanti ai capolavori abbagliante orologio di me- •aspiri. farmi il ritratto. Venne a '.etta. !venite a conoscere certe mi· zare anche sulle cose più se- delle gallerie e delle chiese, tallo bianco allacciuto al poi- Quest'uomo è tutto nei suoi prendermi, mi trascinò nel Pio Semeghini (l'amico è i rabili avventure del mio uo- rie); e creclo d'essere rimasto ad a.dorare, a cercar di ca- so. La busta, s'intende, era occhi; tutta la sua vita in– suo studio mi fece sedere f.)roprio lui) sta seduto tran- mo, che potrebbero ofl'nr l'uomo di quel confine. pire. Lunga tappa a Parigi. piena di fogli da disegno e terna, affetti. pensieri. ricor- presso unà finestra; e giù a quillo come il più pacioso materia sufficiente a una vi- Nessun dubbio. Ma su quel E' il momento in cui tardi- di matite, da tirar fuori al di, volontà di cono cere. si lavorare. Io stavo buono oorghese, a 1.1n tavolino di ta romanz.ata. primitivo dato psicologico vamente trionfano gli im- momento opportuno, quando porla ad ogni istante ai suoi buono, con la testa vuota da ,~afl'è, tra due cespi di allo- Il riti:atto letterario ha quanti strati di varia espe- pressionisti, ossia i più bei ne uno è lì a guardare; per• occhi. e si trasfonde e si ogni pensiero e con gli occhi, ro, ai piedi delle altissime_ co: questo d1 buono, cioè_ di co- rienza non si sono posati poi! pittori dell'ottocento europeo, ché questo artista ha il pu- traduce. per misteriosa sin– perduti nel frascame del- i]onne candlde dei Gesuati: s1 modo: che permette d1 narra- Ragazzo, Semeghini non e il giovane Semeghini ri- dore della sua arte, e non tesi. nella visione ch'egli ha l'orto. rassegna,o a ql.lc .. 1 1 gode il mite sole. e guarda in re per filo e per segno la sto- vuol più studiare, perché ha conosce in essi i suoi natu- soppo1ia d'essere osservato della realtà presente. Pare ineffabile tormento, come un tiro. ria del modello. Non abuserò sentito la vocazione della Mli maestri; sempre vigile mentre lavora, né ci tiene a ch'egli accarezzi, sfiori ap– piccalo santo. Ma dopo una Ora faccio la figura. Basso di tale facoltà; non vi farò pittura. E' spedito a Milano tuttavia a non dimenticare parere un pittore. (Natura- pena con le sue sanguigne e mezz'ora l'amico depone ta· di statura, tarc!siato, barba il romanzo; ma qualche noti- a fare il droghiere: ma da la lezione dei grandi italiani le, vuol esserlo). Ma l'oro coi suoi pennelli, le cose ca- volozza e pennelli. e dice: rasa, baffi all'a,mericana, col- zia bisogna pur che ve la Milano scappa in Svizzera, e a non smarrire se stesso. logia? dute sotto il suo sguardo; « Basta per oggi. continue- letto cravatta e vestito ri- dia. si ferma sul lago di Lugano: La guerra lo sorprende a L'orologio. sai. ho do- ma il')tanto le penetra di sé, remo domattina ... ». gorosamente neutri. ques,to La data di nancita si tace, « a sognare ll, per sua con- Burano, dov'è raccolta una vuto acquistarlo, perché le accende di tutto il suo Da allora son passati al- pittore a tutti può essere as· per :agion.i sentimentali. Tra ~essione. Più tardi, q_uando gio~ne fam1gl!a d1 pitto:i q\lello lì - e indica la pen- amore della bellezza e della meno dieci an:1i, e del 11:'.osomigliato anzi che al pitto- I~. g1~vme_zza e _la vecchiaia 11padre lo :nanda a G1~evra d1 d!verse tende~ze, e lo 1:- dola, apl)€sa a una parete del vita e le restituisce riplasma– ritratto non s'e parla io p1u. re pittoresco della leg_genda. ce, s1 sa, 11 meglio della vita, a imparare 11francese, 11de- cenz1a a Venezia. Venezia ca(fe - ha soltanto la lan- te ·icreate sec d . 1 Vorrei vedere, adesso, se murgeriana · potrebbe essere quella stagione belhssima che siderio di veder 11 mondo Io lo afferra, lo avvolge nelle celta dei minuti. e alloN1 mi ' 1 ton_ 0 1 cuor mi riesce, per avventura, di un 1mp 1egato 111 vacanza un I il D'Annunzio ha celebrato spinge a Parigi. Da Parigi sue spire di luce e di silen- è successo, una volta che suo .. e compos ~ m una ar~ dargli una lezione; se ce la piccolo possidente di can1Pa- com~ ''. plenitudine ,con_clusall. la_ fame lo ricaccia_ m f~rn.i- zio, né gli permette più di aveva un_ appu~tamente, di mon1_a che _ci n:~canta e Cl faccio, io, di ritr_attarlo. lu1. gna raffinato da lunghi sog- Belhss1ma, ma cos1 dispera_- gh?. daUa. famiglia l'irre- andarsene via. . • sbagliarmi d1 sei ore... del!z1a. _Antiretonco _per de- Nello sfondo s1 vede Ve· giorni in città, magari un uo- tamente fugace, cosi mcred,- qu,_eta g1ov1_nezza lo lancia _e A staccarlo da Venezia, c'e Ora, per completar l'ope- creto d1 natura, egli ha ri- nezia: più precisamente queijmo di negozi e di banche. b1lmente breve, anche se du- lo imbarca m una compagnia voluto il bisogno crudo; la ra, bisogna pur dire qualche fìutato tutte le formule che gran canale della G ud~cc" Ma vedete i suol occhi; ra trent'anni, che vuol _essere di comi~i. con_ la quale ba~- necessità del pane per sé e parola intorno alla pittura la moda. di cinque in cinque ch'è ~lato pe, tanto tempo I piccoli occhi_ grigi. . r,ron_ti trattata con rlebcato. riserbo. te paesi e v1ll~gg1, conqu1- per la sua donna .. I_nfat_ti. da del m_io soggetto: ult~1me1;ti, anni, oropone agli astuti e rutto 11 mondo reale e pra- sempre a brillare d1 g101a con quella massima r1verenz.a stando come pnmo amoro o qualche anno, egh e m1lane- che ntratto sarebbe 11 m10? 1 . · l' tt· E' . ;~'> del mio amico. I fanciullesca davanti alle cose che il proverbio :;rossolano applausi e cuori. (Quest'ul- se d1 Monza, professore alla La pittura è l'essenza stes- impone ag 1 me 1. nma- E' una giornata di prima- belle a scintillare d'ironia consiglia soltanto per le età timo particolare, Semeghini. scuola d'arte decorativa. e sa di Semeghini; o se prefe- st0 sempre fedele a se st es~ vera, azzurra e bionda: az· nell'~rto con la stupidità pre- estreme. Semeghini sta attra- mode_sto, lo_ tace; mn ben si pittore amoroso delle rive nte, Semeghini è tutto pit- so .no:' per ostentazione cli 1.urri il c_ielo e !l canale, tenziosa a inumidirsi di pro- versando ;ippunto _questa_ sta~ può_ unmagmare~. . . del Lambro. tura.. . . . \'Olonta, ma. per . naturale o_ionde l'aria e la p1etr~ della fonda dolcezza per una paro- g1m1e. Il luogo d1 nascita e F11:1alme~te gli e dato d1 Ma quando _torna la Pa- Chmnque_ nbb1a nsto, mlconsIStenza d1 sentunento e ,•va fuggente. Dalla riva d1 la affettuosa detta O scritta Qu1stello. a due pass~ dal studiar pittura: un a~no a squa. eccolo d1 nut?vo, sen:- qu_alche Biennale o Qua- di fantasia. Immune da ogni cui parlo - le _nostre. care da un amico. paesmo do'.'~ nacque, mente· Modena, uno a _Firenze. pre tranqu1llo (pero_ non f1- dnennale, anch~ un solo_qua- virtuosismo. da ogni cere- /ottere - l'~cch10 S!)az1a su Se ho dipinto bene voi meno. V1rg1!10. qua11to _ba~ta a fargli p~rde- datevene troppo: cc Pio si, ma dro. un solo disegno d1 lui. bralismo, da O!!ni contagio una larga distesa d, acque , . , ' . - Vengo. racconta l'amico re ogm 11lus1one sull mse- bave non), eduto al solito sa che la sua nota dominan- . . " .. vive, popolate di bagliori e ,enti te. d e_ssere _a. fronte di - da quella gente di confine gnamento accademico. C'è. tavolino di caffè sulla riva te e caratteristica. è la sen- letterario, . e~h. ha . dmtto, Ji trabaccoli dalle r,randi v- Ltno de, PILI genuin1 esempla- fra il mantovano (scorza ru- se Dio vuole. un modo più -ielle Zattere. sibilità: ma sia ben inteso come pochissimi altn. a dir– .,. gialle. e va a pos~rsi sulla ri dell'ani_male artista_ - spi- de._ testa quadra, generoso p_roficuo di studiare; e con- Quest'anno lo abbiamo vi- una sensibilità spicèatamen~ si pittore puro, cioè. nella riva opposta, ch'è una lun- nto mobile, unpress1onab1le, ott1m1smo, forte attaccamen- s1ste nell'andare a spasso 1)€r sto arrivare, al tempo giusto, te. essenzialmente pittorica, sua arte, un vero poeta. ghissima striscia continua di in balia della sensazione, del to alla terra grassa) e il Mo- Roma, per Firenze, per Ve- con una gran busta d'avvo- non quella che ha i luccico- DIEGO VALERI

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