la Fiera Letteraria - XI - n. 46 - 18 novembre 1956

Pag. 4 LO SCIUTIORE E LA SOCIETA' * Maaaiorati spirifoali * di GUGLJEl_,1'10 PErl'RONI Ci sono troppi amici che sembra non s.bbiano im– parato troppo, pur essendo vissuti in un"epoca dalla quale abbiamo dovuto trarre così spesso conclusioni definitive, ed abbiamo perciò dovuto renderci conto di tante situazioni le quali, in tempi meno calamitosi, potevano rimanere anche in sospeso enza danno alcuno. L'idea che tanti amici hanno tutt'oggi del proprio mestiere di seri ttpri e della propria funzione nella società, se un tempo poteva essere attribuita ad una specie di autodifesa contro il filisteismo borghese, con– tro l'incomprensione ufficiale o l'indifferenza generale, oggi ci fan sorridere ma anche ci procura un senti– mento assai profondo di tristezza. Lo scrittore, generalmente, nella varietà di climi e di situazioni in cui l'abbiamo conosciuto, Si comporla come se in mezzo agli altri uomini reppresentasse una specie di sovrintendente a tutta la vita, una specie di maggiorato spirituale, di privilegiato morale che si meraviglia di non vedere il «pubblico• inchinarsi al suo passaggio. In quanto al posto ch'essi davano inti– mamente e qualche volta anche dichiaratamente, alla propria presenza, sembra occupare il culmine de; va– lori universali. Il superomismo e la valutazione de:la propria funzione rivestono così spesso un ruolo che il ridicolo, invece di rasentarlo lo attuano in pieno; un ridicolo che però è anche un segno di incomprensione e vera debolezza morale, e un segno di pura e sem– plice malinconica vanità. Ebbene è oggi tempo, oggi o mai, almeno per la nostra generazione, che l'intellettuale rientri nella pro– pria pelle. Il mondo è più complesso di quanto mai chiunque possa comprendere e vi sono più cose attorno a noi che dentro di noi.' Si, l'uomo che è o si crede chiamato a svolgere un'opera creativa ha tante fun– zioni: non vorremmo esser proprio noi a sminuirle o svalutarle· ma rendiamoci conto che le svaluta soprat– tutto colui che non pone anche ad esse i loro limiti naturali. Mettiamoci una buona volta in menle che anche l'« arte eccelsa» l'intelligenza letteraria più importan– te realizzano un'attività in mezzo a tante altre, mi– n~ri o maggiori non ha alcuna importanza, tante altre che non occupano meno spazio e non hanno meno ragioni di essere. E' mio parere che il sentimento preciso della valutazione intelligente e misurata del ruolo limitato che ha lo scrittore nella società moderna, anzichè immeschinirne le funzioni, le rende p:ù vere, le avvicina di più all'universale di quanto non possa ogni ridicola supervalutazione. Chi non s'è accorto in questi nostri anni, che questa letteratura di cui qualche volta siamo nauseali di par– lare sempre. e di cui però siamo costretti a parlare per– chè è il nos!ro mestiere. ha un valore elastico in mezzo alle cose degli uomini? Vi sono momenti in cui essi muoiono per acquistarsi la propria indipendenza, mo– menti in cui Si agitano perché non hanno nemmeno il pane, in cui la letteratura ci appare un elemento illu– sorio e privo di qt,ialsiasi valore reale; ve ne sono aitri in cui lo scrittore entra a far parte di quelle personaiitJ il cui intervento sembl'!t davvero una guida a tante cose, perfino alle stesse di fronte alle quali l'abbiamo vista quasi inutile. Nell'uno e nell'altro caso le illu– sioni rimangono illusioni: crivere è un mestiere. 11 poeta è un artigiano di riguardo al pari dello studioso, dell'uomo politico o dell'operaio; ognuna è' importante nella società se svolge onestamente e senza false val•1- tazioni la propria opere. Nen c'è momento migliore di quello d'oggi, per ri– cordare questa necessità di conoscere i limiti giusti ne, quali anche lo scrittore, questo grand'uomo, deve sem– pre rimanere, almeno nelle vesti di scrittore. C'è tanto bisogno di un costume nuovo, di una nuova onestà, nel nostro piccolo mondo letterario; questo sentimento st3 alla base d'un vero rinnovamento del costume dopo :I quale si potrà anche parlare di rinnovamento dell'arte e delle cose dello spirito. Bisogna riconoscere, a scusa dei più deboli, che certe infunature di boria letteraria che oggi vediamo girare per le strade eleganti delle città, o nei quartieri operai, o nelle redazioni dei giornali, o nei salotti fa– mosi. sono dovute anche all'intromissione dell'affatto scrupolosa politica militante la quale, pur di poters, rervire di tutto ai propri scopi. ha gonfiato, chi vi si prestava più o meno consapevolmente, senza preoccu– parsi se a forza di essere gonfiati i palloni scoppiano senza utilità per nessuno. GUGLIELMO PETRONI L '.A' F TE R ,\ F I Domenica 18 novembre J():;6 J_,A SThSS.A. ETERNl'l'À DELL' L01UO ..• * OESIA ECULTU nella"giovanepoesia" * di li~ \RC'1~J_,LO P:o SetnC'ghini: '' Pacsa.ggio di Brianza, 11 ESEGESI CO TE SU ALGERNO CHARLESSWI BUR E AMBIGUITÀ NQUIETANTE DELPOETA E DELNARRATORE tli * G / _,t (; fJ .111 fl Annos.i questione quella del– la poetiia morta e poesia viva che Enrico Falqui nella sua ult11na Iatica di critico (Gio– vane PoeS1a). Colombo, Roma. via Campo Marzio 74 - 1956) propone assieme ad una nu– trita documentazione di testi poetici di giovani nati tra il 1915 e il 1935. A questa schie– ra di giovani che, secondo la divisione del Macrl, accettata da Falqul con i dovull l'HOC– chi e riserve, vien rhiamata I ., Quarta generazione•, è affi– dato iJ compito di sostenere le sorti della r0esia itallana con– I ,emporanea di fronte all'inter- 1 rogatlvo tendente a stabilire se morta o viva essa sia. Tale interrogativo mi è di pretesto per esaminare, per conto mio. quanto d1 sostenibile possa es– serci in unn questione presen- tata in tali termrnl, e di pro– porne un'altra, d1 scottante at- tualità: quella del rapporto tra poesia e cultura. 1 testi presentati da Falqui, e su cui non voglio. per ora, dare un giudizio di merito (pur riconoscendo subito in alcune voci la spontaneità e l'origi– nalità che annunciaro il poe– ta), mi permettono d1 pre,;en– Ure la questione proprio da questo nuovo punto di vìsta. dal punto di vista. cioè, della esigenza eterna e della mo– dernità della voce, poichè, se è vero che ciò che il poeta dice ha valore universale, non è meno vero che li modo con cui lo dice appartiene soltan– to al suo tempo. Ed è questo li rapporto che qui ml preme di mettere ìn risalto: rappor– to tra il poeta e il suo tempo; che si sdoppia, in ultima ana- . . . lisi, in altri due rapporll: quel- Algernon Charles Swin- Swinburne e lo ammira so- cara in preda al sortilegio libro minore .. Se a1 v1ttona-1 lo tra poesia e cultura e quel- burne deve oggi da noi la pratutto come poeta. delle sue ossessioni e lascia- ni conform1st1 del 1877 ap- :o tra il poeta e i pseudo- sua no1orietà sopratutto al- Raccontando alcuni ricor- va libero corso a!La propria parve tanto audace da in- poeti. l'autore de « La Carne, la di perrnnali RPrbert Grier- fantasia cercando soltanto durre l'autore a lasciarlo Già Gramsci. proponendo li Morte ed il Diavolo"· Se al- rnn ammette tuttavia di aver di sublimarla in una traspo- tampare anonimo, oggi può primo, 111dic.ava nella cultura tri si sono prima occupati di dovuto leggere i poemi gio- sizione poetica pura. sembrare fin troppo timido • l'unica . solida st1yttura da lui - e non dimentichiamo vanili di Swinburne q~asi di L'anelito alla libertà che nella espressione. Algernon con[erirs1 alla poesia 1,:i ogni un articolo di Emilio Cecchi nascosto perché le aberrazio- !o condusse a dare una en- Charles Swinburne stesso I tempo• e le assegn,va il ruo– su "Atalanta in Calydon » ni essendo almeno partial- tusiastica adesione alla cau-' non ne era del tutto soddi-, 1<?di •.lmplara~fle processo di nes uno aveva fino allo- mente note ai contemporanei sa dell'indipendenza ibslia- lsfatto Egli cercò di mette- diSlruzione dell isolamento•· ,. . . I .· . Senonchè ml appare evlden- ra spinto a fondo l'analisi egli era considerato a lungo na, l_mflu~nza d1 V1ctor Hu- re _più d1 se stess_o, delle pro- le la necessità di distinguere della singolare e perversa un poeta maledetto, un ge- go, 11 cui rom~ntic1smo ac: prie. p_reoccupaz1on1 ed os- preliminarmente • l'isolamen– psicologia del poeta. Benché nio pericoloso, uno di que- ceso era. allora imperante, d1 se~s1on1 nel secondo ro11;anzo lo• dalla •solitudine,, per– orientato in una certa dire- gli artisti di cui non si può Baudela1re col quale avevajcu1 lavorò per van anni ctm chè se questa, rivelando uno zione ed insisli~o in una vi- negare del tutto l'interesse p~r natur~ m~llo in com_u1;e, 1 impegno sen~a però m~i por:lstato d'animo di indif'!erenza sione psicopatologica della ma di cui si pronuncia il di Poe di cu, ha cond1v1so 1tarlo a termine. Convrnlo d1 ai problemi del proprio tem– letteratura dell'Ottocento il nome sottovoce con un bri- nella seconda metà della vi-iscrivere un libro considerato po e di presunzione. qu~i che 1i b r o giustamente famoso vido di orrore. In pochi casi ta lo sfrenato alcoolismo. di allora scandaloso non osò I Il problema degli altn con– perché accurato nelle in far- quel peculiare atteggi amen- Mazzini venerato come un mai dargli una forma defi-1 tenga qual~osa di mP.no eh~ mazioni, inte!Ugente ne 11e lo di ambiguo ri erba misto profeta dell'umana redenzio- niliva. puro. _manife~ta uno stato, di sintesi ed i ritratti dice su di imbarazzata e sincera ver- ne ed infine dei pre-rafael- Di « Lesbia Brandon » esi- passività e d1 sof'!erenza;..I !so= Swinburne, che fra i tanti gogna di fronte ad una cosa liti Dante Gabriele Rosse\- stono così soltanto dei fram- lameg[° hdenota •~v':;d 1 ~~~~poeti e romanzieri esaminali sconveniente, di puritana ti e William Morris hanno menti. Dato il loro carattere fnod .~ 1• .~ur..~ 1vt~m~o crea o sfiora.ti. è uno dei più. ap- ipocri ia cosi caratteristica c~ntribui!o a forma1:e un ge- corrispondente a quello del-I 1~ns~ s\esr~ ~~ 1 8 situazi~ne di p rofo nd1\J, parole de(1111t1veper un lato del carattere n10 poeti~o composito, com- Je liriche ed i drammi del distacco che suona rifiuto del per 11 nostro tempo. . bntanmco .' _è r,:ia~1festato plesso, disuguale eppur ge- primo periodo Edmund Gos-,'Tlodo comune di e pressione _In Inghilterra ste_ssa 1 tem: con tanta 1rr1duc1blle p~r- numo. . . . lse e gli altri biografi di per Ja ricerca di nuove vie. p_1 essendo .oramai c_amb1at1severanza come con Swm- Se le poesie ed 1 drammi Swinbw·ne pur conoscendo- e Insieme. salvezz~ dell? stato s1 è avv1cmato Swmburne burne. lo documentano con mag- ne l'esistenza cercarono di di sofferenza ps1colog1ca in co_n .altro spirito .. La prov~ Rumphrey. Rare riconosce gior vig_ore e pedezione di passarlo sotto silenzio per un~ stato di contemplazione or– m1ghore ne sono 1] saggio d1 codesta amb1.gl.lltà bntann1ca arte asstcurandogh un posto farlo dimenticare Ma non mai sol'lerta. E soltanto a con– H.J.C. Grierson « Swinbur- nei confronti del grande poe- d'onore· nella storia de 11 a vi riuscirono del· tutto. Lald;z<one di uscire dallo st~t? ne» (The British Council la e la combatte con vigore poesia britannica i tentativi prima edizione data però d1 sofl'~r.enza ~slcologlca, ci~~ edit. London) e lo studio ed intelligenza come la pri- di romanzo lo illustrano in I soltanto del 1952 ed è do- a co~dizi 1 ne f 1 avt fl_nlt1 critico-bio,grafico .di Rum- ma _causa di una vera in~iu- via secondaria ma con non /vuta a Randolph Rughes che d~~r ;e J/ i;n~~~ 1~ 1 ~~e 1~u~~; phrey H_are « Swmburne. _a sllz1a com.messa s1stema_t1ca- minore c~1arezza. Un. solo/ha raccolto i vari (rammen- •nfferenza come dal!' allo e B10graph1cal Approach» (WI- mente n_e1 cc:mfronti d1 ui1 romanzo d1 s,ymburne e st~-. ti facendoli precedere da un fuori del tempo, cl si può ln– ll!erby ed1t. London_) a_mbo :uttsla ?I gemo che ave,·a. 11t~ _stampato m forma d1;f1-iJungo studio introduttivo. nalzare al di soora del ron– d1 recente_ pubblicazione: torlo d1 non pot.~r prescm- n11lva durante la sua vita: I per non offuscare troppo i ''n•ente per att!n•ere 1·unlver– Herbert Gr1e1:son or ama 1 dere nepa si,ia .Ptu. profonda « Lo,:e's Cros Currents_» cenrnri britannici particolar- sale: e1 a condizione di nar– avanzato ~egli _anni e (or- e genurna 1sp1raztone da I termmalo. nel 1862, pubbh- mente permalosi nei riguar-1 rare ouesto universale con matos1 _qumd1 tn un clima propno demone. . cato anonin:io 1:el Tatler nel di di Algernon Swinburne metodi nuovL con nuovo lln– ancora rnfluenzato dalla pe- Rumphrey Rare considera 1877 ed uscilo 111 volw11e sol- la casa editrice Fakon Press •ua••'o, che 111oart~ si trova culi.are mentalità vittoriana giustamente che le opere più tanto nel 1905. Esso non ha ha presentato il volume in I e in parte si contribuisce a for– rimanc entro cauti limiti, in- preziose di Swinburne sono avuto una larga risonanza e una tiratura limitata a prez- mare. P_uò farsi la vera pae- siste sul lato signorile anzi quelle della giovinezza, cioè nello insieme dell'opera di zo mollo alto. sia. anzi • la poesia•· aristocratico di Algernon della fase in cui egli era an- Swinburne appare come un Ciò no ostante la pubbli- E' per. questo c~e, solo a . ". . patto di mtendere l 1solamento tura diventa mezzo con cui que,,t'arte si trasmette e si eredita all'umanità. Se la ve– rità è, come deve essere, eter– na almeno quanto l'umanità, essa deve elevarsi al d1 sopra del motivi contingenti che so– spingono l'uomo a cercarla, e che valgono proprio solo In quanto motivi, sollecitaz!onl ps,cologlche e particolari. esi– genze che hanno significato transitorio e che il poeta trat– ta come strumenti per il rag– giunijimento di qualcos'altro che essi celano ed tns!em(' con– corrono a svelare. Si chiarifica così il secondo rapporto: poeta-pseudo poeti. Intendendo Indicare, con il termine •pseudo-poeti•. tutti gli epigoni ed i ripelltori, il cui compito è quello di divul gare. distribuire e far circolare ~el proprio tempo quella ve– rità che il poeta ha svelato. La l0ro missione è quella. Im– portantissima, del dotto che si rivolge alle masse con un fin~ di elevaz'one, ottenuto col mettere alla portata d( tutti. e,;:aurenèoli, i temi proposti dal poeta e oortando sino alle estreme conse.;uenze un me– todo che, se è ~tato rivelatore in un caso. man mano che i;.i ripete. ,;:i sterfli~ce e !=ii vanifi– ca sino a rendere nece~garia la comparsa di un'altra voce che. uscendo dalla coralità. ra~giunga l'isolamento da cui ooter, con un'opera in cui cassato e futuro si sintetizzi– no. riportare all, luce la ve– rità per,;:.1 di vista. Perciò, mentre i pseudo r.oet fanno della cultura. il poeta fa del– l'arte ed in questo senso. ma solo in questo ~enso e POtiSi– blle accettare la nota propo– sizione di Gramsci che la cul– tura sia • l'unica solida strut– tura da conferirsi in ogn tem– po alla poesia• perchè è pro– prio attraverso la cultura che I poeti si rlallacclano e s: ri– chiamano fra lor,, al d: '.à 'lei tempi e degli spazi, ed at· ra– verso la cultura che da·ulg~. rende accessibile, esaur·sce ltt poesia e prepara la nas la di un nuovo poeta, è mantenuto il contatto tra il mutevo~e e l"eterno. La cultura che è. rn sostanza. la pianura che per– me!te alle montagne di est-er tali. Per tornare al Repertorio di Falqui. la coralità delle voci che sotto vesti post-ermetiche o neo-realistiche denunc!ano esigenze religiose o sociali (quando non contrabbandar.<> clericali~f o non camuffano propagandismi politici) è r0•– la tratto tratto da mpaz,enze d1 stile. da insof'!erenze di metodi confusamente accen– nanti a verità che si rivelano. qua e là, allusive e mal per Intero. ·e che fanno ~perart, con il loro apparire e ,panre, il prossimo esp:odere d: u,a voce che. dal suo conoui:;:;tato isolamento, rivelerà univer!ò-al– mente quella verità che oggi si ritiene da molti, erronea– mente. perduta. MARCELLO LOSTIA MORTE DI UNO SCRITTORE * SCHEDA PER BAROJ * di ELENA CLE1'IENTELLI Pio Baroja si è spento a Ma- dugi. specchio della sua • arte drid. runamica ,., si muovono i per- Che cosa rimpiangeremo dl sonaggi tracclati con effetti che. più e che cosa abbiamo mag- secondo il parere dei più. tro– giormente p,•rduto con la sua vano analogie nella pittura di scomparsa? Ecco una domanda Zuloaga. La trama non è eh~ che offre la via a una molte- un pretesto alla descrizione dei pl!cità di risposte. tutte ugual- luogb.l, al muoversi delle fi– mente valide, tanto la perso- gure. all'enunciazione d'idee e nalltà di questo scrittore è va- teorie attraverso le quali tt,mi ria e complessa pur nella coe- gli aspetti del pensiero dell'au– rente llnea della sua arte. tore via via si mani.testano. Ec- Baroja nega che sia mai esi- co il nietschiano Don Ramiro stila una generazione del '98, di « El Mayorazgo de Labraz •. mentre non si può fare a meno « al di là del bene e del male•: non solo di includervelo ma l'avventuroso, macchlettistico addirittura di indicarne in lul Paradox di « Inventos. a,·entu– uno del massimi capisaldi con ras y mlxtiflcaciones de Sil\'e– Valbuena si potrebbe anzi di- stre Paradox. e di • Paradox re di questo scrittore. volendo rey •. in cui il nome stesso del incasellare in schemi precisi di personaggio è una chiara do– puro valore indicativo gli espo- cumentazione della sua na:vra: nenli di questa tanto nota e va- ecco ancora « El arbol de la riamente commentata rivoiu- ciencia. in cui lndlviduali,mo zlone culturale. che è proprio egocentrico e intellettualisrro Baroja il romanziere del '98. s'incontrano nel prota•,oni<ta come Antonio Machado ne è il Andrés Hurtado al qualr una poeta. Ramiro de Maeztu il retorica fin troppo evidente to– sagglsta, Azorln il sottile in- glie qualsiasi possibilità uma– terprete sentimentale e Mlguel na ma che è l'eco più intima– de Unamuno l'uomo e li lette- mente barojiana del pessimi- rato completo. smo e dell'abulia novantott!sta. Pio Baroja :~ Nessi. nato a Ecco infine • Camino de per- Ne ''I mesi,, di Franco Mata,c~••tt,a ;:li echi di una rit.rovata speranza caz10ne d1 '.'Lesb1a Bran~on» di cui parla Granl6ci come sollevò rnd1gnate polemiche. solitudine. cioè come stato di Tuttavia nei frammenti ri- passione psicologica. è possi– masti e dati alle stampe non bile ritenere la sua distruzio– vi è alcuna scena od alcuna I ne condizione della nascita analisi di sentimenti e pas- della poesia: Il che è. però sioni che si avvicini a quan- esattamente il .contrarlo di to in questo campo oggi si I quanl'? Gram~c1 Intendeva. può trovare in tanti romanzi/ !"erche, anz_l. risalta i_n tutto in Inghilterra come in Fran-111 suo pensiero. un chiaro r1- cia e da noi. ferimento alla corall!è, ali~ San SebasUan nel 1872 segue fecciòn. in cui al centro del– la linea d'amore di tutti i con- la vicenda conduttrice vive e temporanei della nuova sensi- si colora con preziosità e reaE– billtà e del risveglio al senti- smo una Toledo indlmentlcabi– mento nazionale e non si di- le. Anche l'avventura. si è del– stacca dagli altri in quello che to. il desid•?rio di azione tro– è un comune pellegrinaggio. vano vita nelle opere di Pio ideale e reale, verso il cuore Baroja e specialmente in al– della Spagna. la Castiglia in cui cuni romanzi di genere eroì– esiste e si deve ricercare i1 se- co, come « Avironeta o la \'ida me sepolto della tradizione, se- de un consplrador •. su un per– greto di forza e spinta al de- sonaggio realmente esistito. an– siderlo di rinnovamento e di tenato dello scrittore. vissuto vitalità creatrice. Castiglia di- nell'800 spagnolo in mezzo a venta anche per lui, come per lotte e agitazioni politiche di Mlachado andaluso, Unamuno Yario genere. ed altri che si basco. Azorin di Alleante, il svolgono sullo sfondo delle giardino ideale e fecondo dei guerre carliste * I mesi dell'anno han già avuto il loro cantore in que'. toscano e giocoso poeta che fu Folgòre da San Gimigna– no, gustoso amante di alle– grezze e di belle brigate ( A la brigata nobile e cortese - en tutte quelle parte dove sono» inviò infatti i suoi So– netti de' mesi) ma quanto de– vono esser mutati i tempi e il cuore dei poeti se oggi i mesi dell'anno offrono ben altra prospetthi.a a chi s'ac– cinga a tesserne l'elogio. Il poeta avvia la propria indagine su un terreno di investendo tradizione e contemporaneità, Jirica memoria, ed epica Non più riceveremo in do: no dal fantasioso poeta,_ d! gennaio, « corte con fochi di salette accese - camere e let– ta d'ogni bello ornese, - len– :uol de se,'a e copertoi di vaio n; o, d, febraio, « bella caccia - di cer ,,;, cavnoli e di cin ghia ri · e « borse f=-:-nit~ Ji aa.na '"1. »; o, di mai:· zo, e così per i •·estanti :nest. infiniti altri doni di cui era prodiga la bell'anima di Fol gore. Davvero i mesi degli anni nostri hanno mutato volto e carattere. e a confermarcelo è l'ultimo libro di Fancesco Monterosso, poeta nientaf– fatto giocoso e marchigiano al quale quest'anno il « Settem– bre Euganeo» ha portato in dono il Premio dei Colli. Da quando uscirono nel '.41 nelle Edizioni di Prospettive i Poemetti cui non mancò il saluto guardingo anche se af– fettuoso di Solmi (« Stupisce come un miracolo. uno stru– mento formale così perfetto in mano àd un giovanissimo. Così perfetto, da costituire quasi un pericolo. Egli tende a sfuggire, per la tangente della bellezza. e della musica. al suo preciso impegno terre– stre. Vorrei che l'angelo di questa poesia s'incarnasse»). sino alla recente raccolta d~ I mesi editi da Schwarz la poesia di Franco Matac'otta di El,.10 FILIPPO .,ccnocc.A (il vero nome cui intende tor-1 r nare l'ex Francesco Monte– rosso doi::<>quindici anni di amore allo pseudonimo) ha toccato tappe d'un certo in– teresse con altre raccolte tra I sten te n. alla quale per altro si legano anche que ti recenti Mesi sia pure nel rinveni– mento di un ordine morale e ;poetico che distingue il Jin, guaggio e la finalità dell'ulti– ma raccolta dalle due prece– denti. cui vanno segnalate Fisarmo– nica rossa ( 1945) e Canzonie. re di libertà (1953). Anzt. specialmente dopo la raccolta del '45 uscita all'in– segna della rivista Mercurio della De Cespedes. erano sar. le attorno al nome di questo poeta non poche polemiche da una parte e speranze dall'al– tra in quegli anni -di euforico engagement. di «testimonian– za», di «documenti», come si diceva tanto che l'invito di Salmi affinchè « l'angelo s'in. carnasse » sembrava fosse stato raccolto da un poeta nel quale prendeva consistenza, e sopravvento, la realtà dei fat– ti politici più di quelli poetici. Dagli elaborati poemetti dove arieggiata era la memo– ria dei mili e il verso di luce ungarettiana in alcune zone pareva avvolto nel grido di predominanti endecasillabi (« All'infeconda notte - In- visa è questa lieta - Luce che aggiorna - E la terrestre pena rinnovella. - O sonno. nostalgia della morte »; « Un gesto chiede il cielo, che nel· l'ombra - Delle cose mi clii– ni e oda il quieto - Cuore del tempo. ch'è già sera, <' 1olce - Di cadenti cavalli l'aria imbruna - E mute fo glie pari.ano parole»), lo sbal– zo al canto dispiegato, e di. sperato, scoperto nell'enfasi Fra.neo Mala.cotta Con I mesi Matacotta in– tende avviare la propria in– dagine poetica su un terreno di memoria, investendo tradi– zione e contemporaneità. li– rica ed epica, natura e uomo. per cui « riaquistano - come afferma Flora nella prefazio– ne - tutto il loro significato originario parole sfigurate e quasi consunte dall'abitudine: 'a patria, la famiglia, i fìgli, ·amore, la purezza del vi– vere n. Tornano naturalmente que– sti temi che già Matacotta ha toccato nel Canzoniere di li· bertà, ma con più distaccata passione, con minore accen– sione e una più rasserenata misura del tempo: Un esempio se.,.ne avrà se si rafTronta la diversa dispo– sizione dell'autore di fronte ai «motivi» del suo canto: pag. 51 del Canzoniere: Io della canzone ora civile ora non canto lo spirito Le rivolte popolaresca delle prove sue- ideati - canto i! dolore scuro cessive fece pensare che il deUa guerra - non m'impor– processo d'incarnazione avve- tano le tradizioni i valori mo– nisse da parte dt un angelo rali - io canto il martirio. 1~ politicizzato ino al midollo vene recise sulla terra ... Can Tempi gonfi di sentimenti to le primavere spente l'a ed emblematici furori che stro dei sogni spezzato - il 1ccesero non soltanto la vocelqrirl.o dell'innocente. la vol11.r di Matacotta, che resta però tà dello sgherro; e, ne I mesi, l'esempio più avanzato della il « Canto di Marzo »: canto nostra giovane poesia « resi- le tue all.cgrez:e. forte mese. - cnnto la resurrezione delle erbe - sopra le strade !ibe– re del sole ... Canto l'uomo sposato alla sua vanga - clie parla ai piedi rosa dei cespu– gli... Canto la dolce donna che discende ...; o quello di No– vembre: Mansuete cose. ep– pure queste dire - deve il poeta in questo ardito tempo. « Cose mansuete n dal tono di serena pietà son gli affetti che il poeta esprime per il fi– glio e il fratello: profonda fe– de nel primo, tenera rosa l'incantato flore dello sguar– do infantile; e mesto ricordo pèr il secondo. caduto nel vento di terre dolorose "bion– do come una spiga di fru. mento »: pagine di poesia che il sentimento rnvade !1la umano e non politico, ti'niver– sale e non di parte, anche ,à dove l'elemento civile pare predomini: « O Italia, madre, inalterata gemma. - rubino di pietà, spina di rosa». « Ira– lia mia, io non so dire qua11to - di fatica e di pianto - trasse il popolo mw a Jar di questa - di pietre < ,t·11cq,ic arida dimora - w,J vvl/c ce, leste e quanto arri·,,...,,. •,'l ,.: l'accenno a « un di di li,glw del Quarantatré n all'« Otto Settembre, mare di dolori "• e i nomi dei morti sui quali vive il ricordo pietoso, quasi un religioso velo che 11,e:11pr, non riuscirà a t:'·ll'rO ,,p,~re. Ne I mesi di M·,'acot·.a ~1 risp~cchiano mome•1ti che e, videro partecipi; e le -tagion coi loro frutti, i paesaggi che mutano colore, gli affettuo<i richiami alla vita, i sentimen· ti che si eternano, trovano in queste pagine se non la spen– sierata allegrezza del felice Folgòre. almeno gli echi d• una ritrovata speranza ne; valori sensibili dell'uomn Che non è poco in un tempn precipito o e disorientato ca IJJe il nostro. ELIO F. ACCROCCA . divulgazione. ed alla azione d1 Ora che a CW'~ de!Ped1to- i grupp<J su cui non è possibile re Gall1mard d1 Parigi ne eouivncare e che già Eugenio è uscita in traduzione fran- Montale ebbe modo di dimo– cese un'edizione normale si strare non opera di Poesia ma può rilevare meglio quanto di cultura: • In questo senso, incompiuto sia il tentativo di solo gli isolati oarlano. solo romanzo dello Swinburne. gli isolati comunicano: gli al– Dominique Aury che in un tri -: gli u_omini della ~omu– inte!Ugente articola su 11 a nicaz1one d1 masse -:- ripeto– Nouvelle Revue Française fa no, fanno eco. _volgarizzano le l'elogio di «Lesbia Brandon» parole del poeti ... •· . . . 1 . d • , Infatti se • le mamfestaz1om sotto mean o. le .qualtta poe- 1 plateali di pooulismo realisti- hcl:e. n?te:101t d1 a(cune de- ca• e le elucubrazioni del scnz1on1 d1 paesaggi<? ed an: • solipsismo ermetico •• che de– che della presentazione dei nunciano sia uno stato cultu– protagonisli, afferma che lo raie diffuso, sia un attivismo stato di frammento aumenta I di grUPPo sono da considerarsi la sugge liane del libro. Ci fatti di cultura. non possono sembra difficile poterle da- affatto ritenersi produzioni re ragione. Pur riconoscendo coetiche perchè il loro signi– quanto di rivelatorio ,·i sia I tìcato e la loro imDOrtanza non in "Le.bia Brandon n per la I v~nno al di là de_Ile sollecita– psicologia di Swinburne, pur 7.IOnt tutt~ empmche e tutte ammettendo che esso illumi- conttngentt del momento. na anche il meno ardilo Per questo il rapporto _cul– «Love's Cross Currents» es- t~:~-poesia no_n m, pare risol- d t I v1 Jtle entro 1 terntlnl gram- sen o come ques o un ~o- sciani. soprattutto oerchè il man;i:o a tendenza autob10~ valore arli.tico e di necessità grafica, la fran:imentar1eta superiore a quello culturale d_el hbro la~c1a. 1nsodd1sfat- che nel proprio tempo e nel t1. Quà e la v1 rnno dPlle proprio luogo soltanto trova pennellate degne di un mac- nienezza di s1~mtìcato. E tan– stro. ma il quadro non è ve- 10 meno aprnre soste,'bile l'e– nulo. quazione p<Jesia = cultura < e Randolph Rughes ha avu- ridicola la reciproc~ cultura = to dei meriti ad esumare poesia) solo che s1 per:s1 co- questo r ·amment d 1 'tle ciuesta. la cull':'ra. sia fat- a 1 . 0 e ar O to r1fie.s1vo e medialo, e quel- lle stampe. D1 un grande !a. la poesia. pontaneo ed im– p~ta come Swinburne è mediato. s:1i,isto conoscere t~tto e «Le-I Se l'universalità dell'arte è sb1a Brandon" e tutt'altro! veramente tale essa deve es– che insignificante. Tuttavi,1 sere retaggio di tutta l'umani– ci sem_bra rhe a1torno al li-, tà. 111ogni tempo; ma questa bro sia stato fatto troppo I verità che l'arte univer almen chiasso. A Parte !!li ammira- te rivela deve d1 necessità tori di Swinburne. gli slu- , apparire•· cioè farsi sensi– diosi del periodo prerafaei-, b,le. per poter essere_ trasmes- lita e quanti si interessano 11f~z:zio~~I ~riies~f ~a~~~:.:~~: a certe forme bizzarre riel- zione agli altri, che 1a cultura l'arte narrativa oorhi potran ha la sua 1mpo1·tanza· essa no gustare veramente « Le-I entra come componente, anzi sbia Brandon » e vedere nC'I.l'Ome mez,o mediante 11quale poeta della « Laus Veneris » 1• il poeta nvela. agli uom_ini del e di ,, Dolores,, anche un ve- <uo tempo. 1a verità 1ntu1la ro romanziere. 1 Ed ecco afli)l"a che fine della poesia non e la cultura ma GIACOMO ANTONINI 'arte. cioè se ste;;sa. e la cui- propri sentimenti e il severo paesaggio castigliano l'erede Ma dove. al di là di ogni pos– delle glorie passate e la patria sibile retorica e d'ogni inten– dei sogni presenti. Da una par- zione polemica, lo spirito di te. quindl. un amore che chie- Pio Baroja s'eHonde libero dì de vita all'ansia di risorgere ogni impaccio per toccare le in cui è l'amore stesso che si corde d'un più vasto senti– manifesta: ma dall'altra: sgo- mento lirico è al contatto con mento. scetticismo. abbandono la terra castigliana. Il paesa)!– della volontà, ancora un atteg- gio di Castiglia. fulcro della giamenlo tiico novantottista Se sensibilità novantottista. que– a· tutto questo aggiungiamo an- sto paesajlgio che è forza e cara: anarchismo. individuali- dolcezza insieme. severità e smo. colore. realismo. spirito di pac~. crudeltà e misticismo. avventura e annotazione umo- eroismo e lndi!ferenza ~·ac– ristica abbiamo forse completo cende nella prosa di Pio Ba– il quadro della personalità di roja di un colore intenso che Pio Baroja. una straordinaria sensibili11\ Seiruace di certi aspetti del pittorica riesce a variare e fon– prnslero tedesco. particolar- dere con effetti di un vigore mente di Schopenhauer e di e di una luminosità senza Nietzsche cresciuto nel culto dei uguali. Tutti gli eredi del ·93 grandi russi e inglesi dell'800. hanno èantato la Castiglia con Baroja fece '.?soro di ogn' e- accenti di nostalgia ~ di fede sperienza in cui trovavano esai- ma forse solo Baroje l'ha pe– tazione i suoi sentimenti e le netrata con potenza n1 analisi sue intime battaglie. dlrlgen- e sintesi allo stesso tempo. l'ha dosi all'osservazione minuta scoperta e scomposta per po– della vita del suo popolo che terla meglio amare: insomma. egli ritrasse generalmente nei se non temessimo di lasciarci suoi lati più dolorosi e più tri- influenzare da termini che ci sii con un affetto imbevuto di ricordano la primitiva pro[es– pessimismo. anche se non sce- ·sione di medico dello scrilto– vro di una certa vena roman- re. potremmo dire che la sua tica. e con uno stile scarno. è una Castiglia posta su un lontano da elaborazioni e da tavolo anatomico. Ma questo virtuosismi. sp~sso addirittura voler sezionare non porla tan– imperfetto e ribelle alle stes- to ai lirici risultati di un Azo– se regole grammaticali. sempre rin. minuzioso evocatore del aderente però. proprio per la piccolo particolare che si di– ,ua nudità ed essenzialità. ai stacca eterno e incorrotto sul– pPrsonaggi descritti. genuino ed ia massa confusa dell'insiem<'. efficace. quanto alla composizione di Baroja è l'interprete perfet- tutti gli elementi In un unico to di determinati quartieri pe- quadro d'amore. Ed è questo rifericl di grandi città e parti- continuo atto d'amore alla sua colarmente di Madrid. l'evoca- terra in cui la vena romanti– tore d'immagini in cui le in- ca di Pio Baroja ma!()!iormen– rerriate dei balconi si armoniz- te si apre per poeticamente zana con i ciottoli di certe stra- spaziare nelle limpide sfere de di paese e la polvere del dell'arte quello che desta !!li senliNl di campagna con l'ari echi più commo<si nrll'anlma dità d'interminabili planurP cJpJ let'orP e chP anrhP linpo <enz·rrba; è lo scrittore-pittore la wa scomparsa r~••· '1'1P<· della Castiglia. analizzaton· ,agq;n e ,.,dice di fecn"rl; an– ~reciso di Oll:ni elemento am norti allr l!en0ra1.ioni >rtlsti– blentale in cui con un'azione che future spesso sommaria e priva d'in- ELENA CLEMENTELLI

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