la Fiera Letteraria - XI - n. 46 - 18 novembre 1956

Domrnic-a 18 no, embre 1956 LA F I F Il \ I· I I F R i\ B I \ Pag. 3 "... SARA' SOPRATTUTTO PER TROVARE UN PO' DI CALllA E Dl DOLCEZZA 11, ù1, A COSClE1VZA AMICA ... ,, * LETTERE N DITE DIRAINER MARIA RILK Ogni minimo segno ... 29 novembre 1921 Cara Contessa, Le parole che Lei ha fatto lasciare al mio nome a Monaco mi hanno finalmen– te raggiunto qui per caso felice Lo djco « felice • con piena conll'inz.ione: quale gioia è la mia nel poter ancora contare sul suo buon ricordo superando tanti (e sì dolorosi) anni. Può immaginare che disastroso in– flusso essi ebbero sulla mia v.ita, orien– tata da sempre verso una fervida col– laborazione di tutti gli spiriti ed i cuori ben nati. Vennero interrotti. ; miei più cad lavori e io sono ben lungi, ahimè!, dal ritrovare la concentrazione cli un tempo, nonostante la mia fede artistica rimanga sempre la stessa. In simili disposizioni d'animo accolgo con sensibilissima 1,iconoscenza ogni mi– nimo segno di una continuità che tenti ristabil•irsi. Ed è per questo ohe le Sue righe mi hanno commosso, perché con– tribuiscono dolcemente a risanare quei pre:zriosi rapporti, senza i quali i.I mondo resterebbe per me sfigurato in pel'petuo Non avendo dimenticato nuUa. molto mi costa di non assalirla di domande, su di Lei, signora, e sui suoi cari, sulla sua famiglia e la Contessina Maria - ma mi fermo -, sarebbe da parte mia troppo immodesto. Abito, da circa due anni, la Svizzera ospitale, donde non m.i fu difficile ri– vedere Parigi - domicilio di quasi tut– ta la mia vita di travaglio - e (l'esta– te 1920) Venezia, ineffabile miracolo che non cessa mai di attuarsi per chi, una volta, vi sia stato iniziato. Quanto mi fu dolce potermi stabilire, come '1.111 tempo, nel «mezzanino» di Palazzo Valmarana e trovarvi la stessa accoglienza condiscendente e delizio– samente amichevole della buona Contessa e della Contessina Pia. Durante l'inverno rimarrò chiuso, cir– condato da questo meraviglioso paesag– gio del Vallese in una vecchia torre so– litaria, concentrando ogn.i sforzo nella ripresa dei miei lavot'Ì. Ma in primavera forse, come già accadde altre volte, l'I– talia mi chiamerà e allora una delle più belle promesse di questo viaggio sarà di potermi avvicinare a Lei. Contessa ca– ra. e di conoscere Monsieur de Gallarati Scotti. Creda. La prego. al mio ricordo fedele -, e alla mia devozione già antica. Rainer Maria Rilke Gli ~unici del poeta te– desco sanno che le pubbli– <'azioni dedicate in tutte le lingue alla sua. vita e allo sue opere si contano a mi– gliaia. come elci resto rl mostra. la recente e buona. Bibliografia. di W. Ritzlcr. Essi sanno pure che gli scarsi approcci a. Rilke J>ri– ma. deUa sua morte si com– pendiano nelle versioni cl i E. Gianturco e nei pochi saggi di L. 1\fazzuccheU t, mentre dal 1927 in poi si moltipUcarono studi critici e versioni. Fra queste si af– fermarono le traduzioni di Vincenzo Errante, ora ri– stampa.te ,.. raccolte pres~o l'e ditore Sansoni di Firen– ze. Il primo libro critico e informativo fu quello di F. Olh 1 ero del 1929, cui segui lo studio di Errante « La storia. di un'anima• elci 1930. Più tardi, e special– mente nell'ultimo decennio. la. susseguente generazione lcttcrarJa. e critica. italiana si acC0'3lò con mutata. sensi– bilità al poeta austriaco: !)i ebbero numerosi tentati\fi cli versioni poetiche, tra i qua– H fu purtroppo interrotto dnlla morte il lavoro di Giaime Pintor. Fra gli in– tcrpreU recenti vanno so– prattutto ricordati Leone Traverso, Raffaello Prati. Giorgio Zam.pa, riuniti nel– le belle Edizioni Cederna di ì\ lila.no. dove si trovano anche molte prose e le «Let– tera da i\'fuzot ». Rodin: vecchi • • amici. •• Per q,ueg1i anni elvetici cli Rilke è fonda.mentale il libro, di recente ristampato e aggiornato, di .J. R. de alis. IO agosto 1922 Lei mj ha scritto da Madonna di Cam– piglio una lettera di così perfetta bontà, che mi è apparsa uno di quei doni del - l'estate, fiore o frutto che sia, che si ac– cettano rendendo grazie, non a una per– sona, ma all'aria, all'atmosfera al sole medesimo ... ; mentre Lei sola ha diritto a questi ringraziamenti che sottraggo 11:J spazio per offrirglieli. Quanto mi sento lusingato di poter con– tare non solo sul Suo benevolo ricordo, ma pure su quello dei Suoi: sarei fe– lice se Ella volesse dire a Suo padre e alla conte ina Maria come mi abbiano durre (del quale vennero presentate qua– si contemporaneamente al mio editore due versioni foancesi e questa italiana) non è uno dei migliori specimen dellà mia produzione; o scrJtbi nel 1899! (or sono ventitrè anni) in una sola notte au– tunnale, subendo, per così dire, la venta– ta dell'jspirazione che faceva passare din– nanzi ai miei occhi tupefatti la vicenda leggendaria e violenta di uno dei miei giovani antenati Non vidi mai in queste rapide pagine altra virtù che un ingenuo lancio giovanile ..., ma pare sia bastata la semplice giovinezza a dotare questi rit– n-· i d; 11n f ··n,...él ~c-:id~nza: infat- n poeta Rilke, In un ritratto di Leon Albert-Lasard, ed in una. delle ultime immagini Per i rapp0rti di Rilke con la Francia. oltre il vo– lume antologico uscito nel 1942 a Parigi da. Plon. • Ril– ke et la France». si veda la • Correspondance Rilke Gilde• curata da Rcuée La.n g, la, stu diosa. che ha pure dedica.to un breve sag– gio a « Ril ke, Gide et Ya– léry », Ed Prétext.c. P-aris. 1953. Sul cammino cli Rilke in Italia informa un articolo di Lavinia. i\lazzucchetti nel •Ponte» del dicembre 1951. « Rilke ieri, oggi e domani». I ricordi di Paul Demetz sulla giovinezza. rilkiana a Praga hanno suscitato rea– zioni \'arie e· così pure il lavoro di E. Simenauer, Rainer 1\Ial'ia Ri11te « Leg– genda e lllito • (Berna. 1955). che cerca di inquadrare il pcet:t nel mondo psicana– litico. Non vanno dimenticati al– cuni carteggi ora. integral– mente offerti al pubblico: quello con Lou Andreas a.– Jome in tedesco e quello iu francese con Baladine Klos. siwski. Le Opere di Rilke sono tutte affida.te alla Casa. Edi– trice Insci di Lipsia (ora a Wlesbaden ), il cuj fonda– tore Anton Kippenberg fu fedele antico del paeta. La Insci, insieme alla figlia di Rilke. Ruth, custodisce lo Archivio Rjlke. Le lettere pubblica.te in questa pagina usc iranno quanto prima presso l'Edi– tore ~fondadori. di i\lilano. commo so i loro pensieri. In quanto a Monsieur de Gallarati Scotti, sar,ei im– pazientissimo di farne la conoscenza; da come Lei ne parla, sono sicuro che j no– stri rapporti non potranno che essere molti e intensi. Sto per fin.ire certi lavori, che credevo quasi distrutti dalla lunga e terrjbfle interl'l1zione degli anni nefasti; grazie al mio tranquillo eremo in questo meraviglioso Vallese riuscli però a ri– prenderli e a condurli a termine -, ciò che, lo spero, mi permetterà tra breve di viaggiare un poco, se tuttavia lo sconvol– gimento che sfigura e paralizza ancora tutti j poveri paesi non s'opporrà a questi innocenti progetti. Appena potranno at– tuarsi, M.ilano - me lo 1,iprometto entrerà nel mio itinerario. Ella espresse, cara Contessa, tanto. a– mabile rammai·ico per non potersi occu– pare dei miei scrHti: ma immagini che i due miei più grandi amici (li ho perduti entrambi), Rodin e Emile Verhaeren, e– rano nello stesso suo caso: nessuno di loro era capace di leggere una.sola parola del mio idioma d'artista, eppure mi el'ano tanto vicini e generosamente mi sorreg– gevano con una fiducia che sapeva inttù– re; confesso che talvolta ero quasi con– tento d'essere da loro accettato per me stesso, a tal punto d'aver merjtato non so come, questa fede candida nei miei sforzi ignoti... Fai·a così anche Lei un giorno? Non so immaginare più preziosa e insperata fortuna M.i diedi però a ripensare alle tradu– zioni già eseguite; sono più numerose nelle lingue scandinave e soprattutto in russe>. In france<e finora non esistono che frammenti, tra i quali le pagine mirabili dove André Gide si è perfettamente ade– guato alla mia prosa Ma di tutto ciò non possiedo nulla. Invece, quanto oso proporle, qui ac– cluso, le imporrebbe non già una lettu– ra, ma, scusi la mia temerarietà, - quasi una fatica Le permette1'anno i suoi s,·a– ghi di sfogliare questo manoscritto e d: comunicarmi, un giorno, (senz'alcuna ur– genza!) le Sue impressioni? Il libriccino che hanno tentato di tra- ti questo opuscoletto ebbe innumerevoi: edizioni ,e i traduttori di tutti ,i paesi lo predilessero. ( e esiste dal 1913 un'altra traduzione italiana per opera della si– gnorina Dr. Braschi di Milano ma, se non erro, non è usciita mai). Giudichi Lei se quest'altra, la nuova, sia degna di af– frontare la luce del pubblico. Tutto pre– so dai miei lavori presenti, non ebbi 11 tempo di occuparmene; d'altra parte so– no abbastanza forte in italiano da per– mette1mi un giudizio definitivo? E' indiscreto, carissima Signora, solle– citare il Suo. che segnerà la sorte di que– sto lavoro? Sarò curiosissimo della Sua diagnosi ma. Lei ripeto, è una faccenda che non urge affatto. Aggi,miro il volu– metto tedesco che la prego di collocare in un angolino tra i suoi libri. Se è ancora in montagna, auguro 3 Lei e ai suoi, soprattutto ai bimbi, un soggiorno benefico: que t-estate tutti si lagnano della pioggia .... Spero che anche voi siate un po' al disopra e all'infuor; delle nuvole, come lo siamo noi spesso in queste contrade del Vallese, da sempre celebri per il loro sole v,ittorioso. Mi raccomando alla sua squisita e be– nevola amicizia. R. M. Rilke Omaggi e ricordi alla Signora Liliane de Schnitzler! La linea di Mallarmé 15 gennaio 1323 Cara Contessa, non voglio che quest'anno abbia ad inoltrarsi senza richiama\:mi al Suo buon ricordo - ch'Ella mi permise di chiama– re amichevoe - e senza dil·Je quanto sin– ceri siano i miei voti, affinchè l'anno iniziato conceda a Lei, a Monsieur Galla– rati Scotti e a tutti i Suoi, ogni favore e il dolce 'compimento dei Suoj più car· désideri. Il mio taccuino della corrispondenza, un po' trascurato. come d"altronde la stessa corrispondenza durante le settim 1- ne estive e tutti i mesi autunnali, non mi indica se e quando io l'abbia ringraziata per la sua lettera d"agoslo (da Madon,u dt Campiglio) ...; ma sono sicuro di aver– lo fatto poichè fui sensibilissimo a tut:~ le amabilità contenute nelle sue righe. Non sono invece altrettanto sicuro di <1- verle accusato il ritorno della traduzioùc italiana ricevuta qualche tempo dopo. A quell'epoca fui travolto in un turb1n,· di progetti che dovette placarsi senza l:a minima attuazione. Il mio via;:gio per l'Italia rimase sospeso e quanto all'alt.o piano di passare l'inverno a Parigi per certi m1e1 studi. ho dovuto metterlo da parte per riprenderlo in un avvenire m,– gliore e più normale... Lei mi vede, quindi, nuovamente rinchiuso nella :n,a vecchia torre vallu e votato soltanto a: lavoro. Quest'inverno mi occuperò soprat– tutto delle tradutioni. Mi sono impegna o a tradurre Paul Valéry. il poeta sublime che continua in modo eccellente la line,1 del Mallarmé e che, fra tutti i poeti con– temporanei, mi offre il più profondo ed il più fecondo godimento d'arte. Ma ri– torno non meno spesso alla Sua Jingu, stupenda: debbo contemporanamente prv· cedere alla traduzione delle Poesie di Mi– chelangelo, temerario compho che, intra– preso coraggiosamente or sono cil·ca die-., anni. ,·orrei condurre a bu0n termine. E per giunta mi arrivano da Parigi mo,t; libri interessanti e forti. Quanti sono i «giovani» oggi laggiù, che elevano gravi e chiare le loro voci, e quanti i cuori eh~ desiderano impugnare le lezioni del do– lore e della morte a profitto vero dell1 vita intensa, della sopra-vita che sale e spera ... Le riviste francesi mi informa:i.o di quanto accade nella letteratura ita– liana; anche qui il movimento mi pace magnifico e forse nnverno politico ce;a una nuova primavera di spiriti in questa generatione che non avrà sofferto invano. Per Natale alcuni amici mi hanno m.~n– dato dal Mediterraneo rami d'eucalyptns e fiori ...,., ;:ncio.. può immaginare cotne i sia acuita in mc la no talgia dcll'rt1.ia con questi flussi delicati e penetra:1',. Forse sono un segno ed una promess,,. Spero infatti che il 1923 non abbia a pa,– sare senza esaudire il mio cumulo dt desideri. Mi raccomando, cara Contessa, alla Su, amichevole bontà e La prego di credermi il Suo infinitamente devo,;i R. M. Rilke P.S. - Riapro la lettera per richiamare la Sua attenzione, e quella del Conte, u;– l'ultimo numero della Nouvelle Revtte Française che mi arriva in questo mo– mento, dedicato ala memoria di Mare~! Proust. Quanto confluire d'ammiraziJ,1e giunge da ogni parte! E' consolante e com– movente che questo grande Maestro, ta:1- lo all'a\'ani,:uardia su] pensiero del suo tempo, abbia finalmente potuto lro",r~ consenso molteplice e unanime•... Pc1:·– troppo non si desta che intorno alla s,•a tomba! Fortuna del "Cornet,, 23 gennaio 1923 Cara Signora e Amica. Sono desolato di imporle questo se– condo esame, ma Lei indubbiamente, do– po aver scorso qualche riga, vedrà sub:10 di che si tratta. Mi pare di non avere :I d,iritto di rifiutare questo saggio e im;•e– gnarmi altrove, senza averne preso co,p:– zione e La prego, cara Contessa, di es;c:·e per un momento, nell'analisi di quest;i mano c1-itto, la mia coscienza. Se Le pue che questa volta si sia riusciti a renJe:e tutto quanto è pos ibile, !orse Sacclù, un giorno o l'altro, poichè conosce i miei la– vori si deciderà ad occuparsi di qualche attr~ mio tibro che possa attirarlo e che meriti più di questo la sollecitudine d; uno scdttore sensibie e iniziato all'int1- mita dell'opera d"arte. Lo desidero viv:a– mente e sarei desolato di perdere ta:ila buona e preziosa condiscendenza. Quanto all'altra proposta, non me110 cara - so benissimo che cosa è il Con– veg~o e sarei felicissimo di prendere co,1- tatti con questo circolo eletto. Però le <'·>– se mie hadotte in francese e soprattu~'.o tradotte bene - non saranno bastanti ,,er formare il programma di un'jnte1'3 sera– ta. A meno che non mi decida a redigere a bella posta una breve conferenza fnn– cese, ciò che è poco probabile, avendo :n que to momento troppe occupazioni più o meno m,genti. e perchè, se un giorno :n: metterò in cammino per l'Italia, vorrei fossero vere vacanze... (Il che non im– pedi ce che sarebbe per me una gioia su– prema dedicare a Lei tutte le letture ~he desidererà). In francese, poche sono le versioni de: miei lavori; persino il libro che scrissi u., ten,po su Rodin non è stato tradotto, per quanto 1o ne sappia ... Restano le trad-.i– zioni meravigliose di qualche frammento di uno dei miei libvi di prosa (Les Cahiers [« Die Aufzeichnungen »] di Malte Lau– rids Brigge) dovute alla maestria di An– dré Gide... (Questi pochi frammenti fu– rono pubblicati nel 1913 o 1914 nella Nouve!le Revue Fran,ai e. ma non pos– siedo questo numero. altrimenti avrei a– vuto caro regalargUelo). E' bello che Lei s·introduca nella cer– chia della Nouvel!e Revue Française. Gi– de è uno dei centri di questi gruppi - uno spir.ito stl'aord.inario, un esploratore di sfumature. Entrando in dimesticheza con le sue opere ci si sente maggiormen– te responsabild verso la propria lingua e sempre più felici di possederne una infi– nitamente malleabile e le cui leggi la ap– parentano alle costellazioni celesti. Nel complesso dei suoi scritti, La Symphonie Pastorate (un poco scialba a gusto mio) non è importantissima.• In questo ordine di idee La Porte étroite è molto superio– re, ma, a parer mio, la sostanziale realiz– zazione dell'anima sua inqtùeta è posta su un altro piano sentimentale. Pur man– tenendosi protestante, da un lato egli con– fina con la divina sensualità pagana, men– tre dall'altro s' a c c osta al cattolicesimo immaginifico e mistico. Direi che il suo sforzo consiste nP!lo stabilirC' una sub ime equaz:one tr~ il godimento e il sacrificio Il suo capolavoro. le famose Nourritures Terrestres, sembra insegtùre e sviluppare il godimento fino al punto in cui diviene ·acrificio per esuberanza. E' uno dei li– bri più spirituali che esistano, un libro tutto sospeso, dove il pensiero alalo non s1 posa che sulla cresta mobile dell"onda sentimentale, senza necessità di più s:– curo appoggio. Quante bellezze intorno a no,, ca.-s Contessa, quanti giochi subLlmi, quante vittorie strappate in perpetuo!... E che peccato doversene distrarre per affronta– re realtà di ordine meno elevato, realtà dove collaborano li caso, la disperazione e la cattiva voglia a formare quelle mo– struose chimere di cui ci parlano i gior– nali!. .. In politica non ho voce in capitolo. nessuna - e vieto a me stesso di impe– gnarvi il sentimento. Su questo terre::io devastato gli errori sono seminati e di– stribuiti così singolarmente e da così lun– go tempo, che non si può dar ragione dPl lutto a nessuno. E' un gioco di torti, a C'hi più ne ha. Confesso - tra noi - che della Germania non ho mai potuto ama:·e che la sua recondita radice: dal punto di vista politico ho sempre riprovato tutto quanto è avvenuto - e dal buon austria– co che sono (senza peraltro ingannarmi sulla cecità senile e l'incapacità vitale di que to stato defunto). la data del 1866 mi pare segnare l'inizio dei molli errori che ora ci fanno soffrire. Chè nacque al– lora quella terribile egemonia prussiana. la quale. formando a violenza la Germa– nia unificata, aboliva tutte le German1e semplici e simpatiche di un tempo. La Prussia. lo stato meno colto e meno te– desco. questa focorreggibile « parYenue ». è riuscita ad applicare su fisionomie ap– pena segnate la maschera impietrita d'un demone profittatore che attira e provo– ca la malasorte. Dei tratti della pia umil– tà. che Albert Di.ìrer scriveva ancora con tanta minuzia sui volti tedeschi. ben sa– pendo intima costruzione, che ne è av– venuto? Se mi abbandonassi. ne seguirebbe una lunga requi iloria dettala dall'amarezza di potermi identificare olo col linguag– gio e mai (eccetto qualche poeta o donna dal cuore univer almente generoso) con fuso che ne fanno i miei contempera- nei. - Così. senza eccedere in un va– go ed evasivo cosmopolitismo, debbo con– \'enire che non fu la Germania a for– marmi. né lo furono i confusi in!lussi d'Austria e di Boemia - ma la Russia immensa e Ineffabile, mo. la Francia, l'Italia, la Spagna e tutto quel passato in– teriore e lontano che questi paesi. di volta in volta abitali ed ammirati, hanno po– tuto risvegliare e quasi autorizzare nel mio sangue. Nasciam-o. per cosi dire, provvisoriamente in un luogo; è a poco a poco che componiamo in 110, il luogo della nostra origine. per rinascervi in un secondo tempo e ogni giorno più defini– tivamen \P-. Presso certuni il luogo della loro nascita spirituale coincide con quello segnato nei loro documenti d'identità, - e deve essere una beatitudine inaudita entirsi sino a questo punto identici con le circostan ,e. Quando penso a Lei e paragono que– sto ricordo sempre vivo a quello che con– servo del Suo paese, con la sua ardente natura magnif:ìcata nel consenso di tanti secoli. capisco che Ella vive questa unità, che Ella vi si trova come la driade nel– l'albero. - e le auguro che la vita. calma e buona. Le faccia sentire tutta la felicità di questo stato senza dubbi e nostalgie. li libro che Ella mi annuncia. J"aspet– lo col più vivo piacere per tre motivi: prima di tutto mi giunge da Lei, - poi, ha per autore Gallarati Scotti, e final– mente è capace di rievocare la Duse per lo stretto rapporto che Ella volle stabili– re tra quest'opera e la sua arte. La Duse! Da lungo tempo non scrivo più il suo nome . ma soltanto a leggerlo: quale inalterabile fede nell'arte risveglia in me, e quanti ricordi! Pensando a lei. mi sono chiesto talvolta. perchè tutte queste divinità di lontana risonanza, tutti que– sti eroi poco conosciuti. non riempiono il cielo stellato. perchè non perpetua•e il suo gesto sovrano che di tanto ci ha superato, e la sua leggenda vittoriosa. do– nando il suo nome ad una di quelle do:– ci costellazioni tristi e forti. che a loro ,·olta esprimono lassù ciò che ci supera ... RAINER J\1ARIA RILKE RIGHE PillY.\TL. L'.\~DI.\ E L' EOUC.\ZIO~E DEL POF.T.\ * • •• INEDITI E INEDITI. •• * di L.\. '7l~IA JIAZZUCCHE'l TI Troppe sono stale le sue leUere, troppe soprattutto per la duratura pazienza del pubblico le sue mi - sive attivamente o passivamente amoro e, delle quali egli del resto non ha certo preveduto o temuto la traboccante invasione allorchè nel suo tes,tamento amnuse dt ave– re « da un certo tempo fa poi • convogliato nella corrispondenza una parte della produttività del suo io e dichiarò di non opporsi alla eventuale stampa d1 lettere sue con rvate dai destinatari. Di fronte al preoccupante strari– pare, ormai mondiale e non sol– tanto tedesco, di carteggi, cl1iun– que si assume oggi la re ponsabi– lilà di aggiungere un nuovo nu– mero alla sua bibliografia episto– lare pur non appartenendo alla cc setta • dei rilk.iani di srretta os– servanza ( i quali. sedotti dalla suggesti\·a squisitezza formale, non lascerebbero inedita neppure la p1u superflua cartolina del loro idolo), sente il bisogno di giustifi– car ene anzichè gloriarsene. Ho provato anch'io, come tanti sinceri ed antichi estimatori di Ril– ke. il più vivo disagio di fronte all~ petulanza e all'inconsistenza di molla letteratua·a dedicata all"uomo Rilke. Ho segtùto semid.ivertita e semicommossa la tardiva ricerca di fama di alcune donne che da lui in <Vita non avevano certo ricevuto la felicità; ho sorriso all'aggressi– vità critica dei primi ribelli di una troppo nebulosa leggenda bio– grafica, al patetico sdegno di trop– po suscettibili gua!'diani del grande sepolcro: ho inv0<:ato il ritorno, do– po tante chiacchiere non pertinen– ti. al sobrio e diretto tudio delle sue difficilissime 0pere ... Mai c 0 - munqut> mi sarei re~a complice di un enne imo «peccato rilkiano •! i\fa nel casò nostro sono rimasta com·inta. oggi come trent anni or sono. che il presente gruppo di let– tere non debba rimanere inedito. bensì meriti di essere letto per intero. e soprattutto dagli italiani. Questa corrispondenza rimane la sola e- la più completa testimonian– za di ciò che il poeta ew·opeo, tedesco di lingua ma quasi ~rancese di cuore e di ambiente, pensò della Italia durante gli anni del suo più tragico travaglio spirituale e poli– tico. Essa dunque non deluderà chi voglia conoscere i meno noti aspet– ti della mentalità rilkiana fuori di ogni nebulosità sentimentale. Queste lettere ad una quasi igno– ta giovane dama. parcamente di– stribuite nel corso del suo ultimo lustro dj vita, sono per fortuna lon– tanissime da ogni sia pur remota e larvata ispirazione amorosa o solo vagament~ sentimentale, mentre ci appaiono d"altra parte vivificate da una schiettezza serena e confiden- zialc non sempre e dovunque pre– sente negli anni della _ua bre,-e celebrità. Sono passati trent·anni dalla morte di Rainer Maria Rilke, il grande poeta austriaco, nativo d1 Praga, spentosi cinquaptenenne nel Vallese al trdmontare del 1926. Accanto alla sua vasta opera creativa in versi ed in prosa. ac– canto alle sue versioni poetiche di rari testi francesi, italiani o ingle– si, è stato senza dubbio il suo va– sto epistolario a conquistare il mondo, a creare in parte il fene– meno letterario internazionale del rilkianesimo. Un migliaio di sue lettere venne dato alle stampe con una certa so– lennità, tra il 1929 ed il 1935, a cura della figlia Ruth e del gene– ro Kurt Sieber. in sei volurrù or– dinati cronologicamente, che con– tinua vano la bella edizione delle Opere. Ma quella non era che una prima scelta, piuttosto parca ed au– stera, mentre all'Archivo Rilke, già costittùto dagli eredi e dal fido a– mico Kippenberg, il proprietario della casa editrice Inse! di Lipsia, a migliaia affluivano lettere inedite. Mo! ti sono i carteggi rilkiani an– dati dispersi senza speranza nelle vicissitudini del nostro tempo, molti sono quelli che a lungo ri– masero, o che restano tuttora, ge– loso e discreto tesoro personale. Tuttavia affiorano e si pubblicano quasi ogni anno nuove lettere, man mano che escono di scena, o che si inducono ad una pubblicità or– mai ritenuta lecita, le fedeli don– ne consigliatrici e confidenti, o le molte amorose amiche, man mano che entrano nella postuma e me– no peritura vita letteraria alcuni suoi compagni di lavoro, alcuni de– voti seguaci ed interpreti. Rilke, quest'uomo estremamente complesso e nel miglior senso della parola anormale, che in piena ma– turità, nel mezzo del cammino, po– tè scrivere di se stesso: e Io non ho, e definitivamente, nessuna fine– stra che si apra verso gli uomini • trovò invece nel commercio episto– lare, cioè interumano anche se salvo da contatti immecliati. un suo gran– de aiuto e conforto. Il grande pro– feta della solitudine nella sua realtà inqtùeta non seppe mai essere del tutto: si circondò anzi di un'ampia rete di u-apporti non essenziali, ami– chevoli e mondani, cordiali e su– perficiali, mantenendosi al centro nella delicatissima ra.,"Ilatela di un inarginato carteggio, che gli cliventò sempre pjù vivo stimolo e pretesto a fissare giorno per giorno, sfuma– tura per sfumatura. l'osses;ionante colloquio con sè medesimo. LAVINIA MAZZUCCHETII

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