la Fiera Letteraria - XI - n. 40 - 7 ottobre 1956

Pag. 6 gli esseri sono vl\·e maschere deformate: disumani per troppa umanità sono gli atteggiamenti di Ragazze danzanti; nasce come una luce dal profondo del buio il noto e ammirato Autoritratto. 1 e! paesaggio, inoltre, Nolde mitizza gli elementi delJa natura: marine e lande boreali sono rese da masse cromatiche che creano rilmi di una accensione ricca. forte, corposa. Concentrico è il ritmo di Onde; svolto su linee orizzontali Ntwo!e d'autunno; osser– viamo la presenza di un senso elissoidale in Mare 1925, E nell"insieme, queste opere di paesaggio quanto le altre, hanno un orientamento unitario. respirano n ilo stesso clima estetico e spirituale in genere. Anche i fiori. per Nolde, sono occasioni per canti simbolici indubbiamente singolari: tempestosa è la opera Girasoli nella bufera, serena è J"alti:a dal titolo Clematide e da!ie bianche. I suoi acquarelli, le sue litografie a colori e le sue acqueforti vengono carat– terizzate da una più intensa ed univoca ricerca for– male (che non è mai formalistica); i suoi acquarelli specialmente - ha ragione l'Hanfstaengl - « stanno a dimostrare come quella mano cosi forte e pesante nei quadri. può comporre quasi per incanto le tonalità più fragranti, le più pure armonie cromatiche». La verità è che Emil Nolde - a Venezia presente con opere cl1e vanno dal 1907 in poi. cioè da quando l'artista aveva quarant'anni - fu padrone di ogni mezzo espressi,·o e ricco di un mondo fantastico ur– gente verso l'espressione; sicchè non ci sembra er– rato considerarlo come la più forte ed efficace perso– nalità di questa Biennale. GIU EPPE SCIORTINO LA FIERA LETTERARIA Domenica 7 ottobre 1956 -------------- R.:.lSSEG:{A DI S il UDI S'l'ORIUI Album dei pren1i Marzotto " .* tAREGINA M RGHER Felice Carena. (Premio di pittura.) Umberto i'\llarva.Jdi (Premio « Opera prima,.) Ma.rio Zafrcd (Premio di musica) Enzio Cetrangolo (Premio di poesia.) e "LA CIVILTA' VENEZIANA DEL '300,, * di A.X:\IBAL'1J P~.!LOSCIA La storia è sempre o ~toria o pseudo-storia, cioè ricerca sto– rica in cui confluiscono al tre esigenze. Ma. non mai comple– tamente teoretica per essere pura è sempre pseudo-storia. In un certo senso il concetto di storia pura sta tra le nuvole. E' l'ideale a cul si tende. Il gene– rico da cui muove il singolo compromettendosi nell'indivi– duale soggettivo. Concretamente esistono soltanto opere di pseu- do-storia. e. quindi, in un cer– to senso, quel prefisso pseudo è inutile. ma, peraltro, laterali, del più illustri storici del periodo in cui essa regnò; tanto meno gli appunti, quasi tutti d1 sostan– za mondana, dei suoi contem– poranei. D'altra parte, data la semplicità della linea di Mar• gherita di Savoia !"indagine del Casalegno può rimanere definitiva. Risolve cronachisti– camente il caso di Margherita. di conferenze sulla civilta ve• neziana del Trecento. L'anno precedente un primo ciclo su] secolo XIII, aveva determinato col suo successo lo sviluppo e, quindi, la continuazione della iniziativa. L'editore Sansoni ha raccol– to in un volume di bellissima veste editoriale, sotto il titolo La civiUà veneziana del Tre– cento, l'esperienza del "55. Turchia 'l'ACCIJIJ.~ODI UN CONVEGNO DI SCBlr.fTOHI. * Più semplicemente la storia è vita. Umanità che cerca !"uma- nità L'uomo che trovi nella storia non lo affrontim ai col Il libro condanna senza con– dannare. 1 fatti, intesi, condan– nano, lo scrittore è cauto. Mar– gherita non fu nè una grande regina, nè una grande donna. Per essere la prima le mancò la lucida lungimiranza. in quan– to alla seconda, un'esperienza di vita profonda, una spiritua– lità complessa, un'intelligenza psicologica superiore alle co– muni percezioni gener1che. Fu donna certamente di cultura, seppure non troppo, di elegan– za quasi artistica ma nei con– fini dell'etichetta, di spirito brillante. non oltre le esigenze della sua corte. Le sue frasi per i posteri incantarono i contemporanei. Ne ebbe pe.r ogni occasione. Mai uomo di corte fu così perspicace in que– st'arte; mai l'umanità cosi ri• spondente. La frase, non !"idea e il verso, ma la frase, fu iJ sublime della sua corte e del suo tempo, che ne vide in D'Annum;io il massimo artis a e in Mussolini il massimo ca• pitalista. E' arduo parlare di un libro che contenga una racco]ta di conferenze, perchè facilmente si cade nell'indice, cioè nella enumerazione. peccato da cui ogni uomo che si dedichi allo scrivere dovrebbe astenersi. Per una ragione psicologica, in quanto l"enumerazione è sem– pre noiosa, per una teoretica, in quanto l'enumerazione ap– partiene alla sfera della prati• ca e non a quella della cono– scenza. a Ve:eziaLE QUESTIONI DI VARESE pensiero puro. ma lo affronti storia non lo affronti mai col cuore lo indaghi col cervello. e lo comprendi con l'uno e con lo altro. Come !"uomo che trovi nella vita. (Continuazione da pag. 5) come un olandese, un fran · cese o un brasiliano. Esser, del proprio pae,._e e pa1,tec, pare al concerto internazio na!le, attingere lo spirito d' universalità e salvaguardar 0 con scrupolo i lati essenziali di un'arte nazionale. Un interessante ed ascoltato intervento di * Guido Piovene La cronaca sente e indaga gli uomini e gli avvenimenti. particolarmente nel numero e nell"esteriorità. Non sente la Le Stori,e della civiltà ra• ramente, anzi mat 1 attingono al concreto, perchè presuppon– gono sentimenti e idee uni– versali, cioè esperienze umane universali, 1e quali. dacchè non esistono, non sono universali se non come generiche. Ora il generico non è mai concreto. N'oll si può dire, se si aneli alla concretezza: • Il popolo veneziano sentiva pensava e si comportava in questa manie· ra •, perchè ogni veneziano avrà sentito, avrà pensato e s1 sarà comportato in maniera particolarmente sua. Per tale motivo mi sembra buona an– che sotto una prospettiva teo– re:ica - l"utilità pratica e chiara - !"iniziativa di affida– re il trecento veneziano a sin– goli competenti nei vari rami della civiltà. Si tratterebbe, dunque, d· una fusione OrienteJOcc, dente? Se il cubismo, e particolar· mente l'arte astratta, inva· denti l'arte plastica di t:ut~· i paesi del globo, hanno in ternazionalizzato le tecniche • i modi espressivi, le reazio_,: sorte in più regioni tendo1M a un particolarismo - e se si vuole, a un nazionaflis:11,:. - il cui interesse è inneg=:1 • bile. Così il Messico, così alc-c: ni aspetti dell'arte italda,,a contemporanea; cosi talvolv l'Inghilterra, separata da U" braccio di mare dal continer. te e dalle sue influenze- Cos. infine, la Turchia: Su quesL• co-se non -c'è da discutere; ,e1 gli artisti turchi di oggi soprattutto per i pi tto1i, po· chè la scultura non ha t:-.i dizioni - si tratta di rea,i t zare la sintesi di due mo,1J· spesso opposti. La più aperta lode al Conve– gno nazionale degli scrittori promosso dal « Ragguaglio del– l'attività letteraria dei cattoli- ci italiani» è stata fatta da un personaggio non certo sospet– tabile di partigianeria: Guido Piovene. Sia in quello che ha detto nel suo intervento uffi– ciale e nelle cordiali conversa– zioni. sia in quello che ha scritto in un elzeviro sulla «Stampa», fautore di « Lette~ re di una novizia» ha espresso una soddisfazione sincera, an– che se stupenda. « Molti pensa- no che l'Italia. in paragone con la Francia, !"Inghilterra e gli stessi Stati Uniti. sia povera di veri scrittori cattolici. In real– tà come ha dimostrato il Con– vegno, le forze di questa cul– tura cattolica sono in Italia meno scarse di quanto comu– nemente si crede ... ». Da un pezzo i cattolici non ricevevano un riconoscimento così coraggioso (è il caso dJ dirlo dato il ... rispetto umano che Ìimita spesso i giudizi dei sedicenti laicD da parte di uno scrittore che. almeno fino ad oggi. sia pure senza rima– nere prigioniero di antichi pre– -giudizi, è stato sempre consi– derato esponente di una cultu– ra assolutamente lontana. quan– do non addirittura opposta. al– la loro. esigenza di un penetrazione intensamente psicologica o pro– di MARIO GlJIDOTTI fondamente intellettiva. E' sto– ria superficiale. Si ferma alla superflce concludendo con giu– tentativo di recuperare attra– verso l'orgogiio della libertà una fiducia nel valore. Di qul gli aspetti e la natura della speranza cristiana. Francesco Casnati ha presen– tato «l'esempio» di un uomo e di uno scrittore. François Mauriac. che sia nella propria personalità sia nell'attività let– teraria sia nelle manifestazioni varie dei suoi interni travagli, mostra in atto gli alterni mo– menti dell'angoscia e dell'ab– bandono fiducioso alla speran– za del credente. Casnati ha trattato il conflitto nel Mauriac tra la sua fede e la sua condi– zione di uomo in un delermina– to tempo e cli una -detenniJ1ata società; il conilitto e J"antino– mia in lui non mai pJacat.i. del credente e dello scrittore per vocazione; le resistenze e i dubbi, le insofrferenze e le in– sorgenze polemiche, le ribellio– ni che la fede, le istitu2ioni. le pratiche a cui si dichiara fede– le provocano per certi loro "-tnO ed esistenzialismo cristia– no (Turoldo, Cristini. Spinuc– ci. Guidacci). Volpini ha infi– ne concluso proponendo !"alter– nativa di una poesia senza gioia e di una poesia come speranza. Mario Apoilonio e N. M. Lu– garo hanno considerato il te– ma rispettivamente in connes– sione con il teatro e con il ci- nema. La terza giornata del Conve– gno è stata forse la più sugg~– stiva e importante; anche per– chè la conclusiva. Apoi101ùo ha in1.postato il tema: « La speran– za cristiana» e Benvenuto Mat– teucci ha parlato per primo su '< L'inquietudine come itinera– rio della speranza» mettendo in evidenza i ·aspetto dinamico. metafisico e teologico delJ"an– goscia umana nelle diverse espressioni della cultura. Un cattolico. ha detto fra l"altro Matteucci. non può non avver– tire nell"inquietudine umana un accordo. un ancoraggio. una sua risoluzione nell'eterno. L'uomo fantasia, pennette alla speran– za di non essere più un « so– stantivo al futuro» ma un ta– lento da spendere e da far frut– tare ogni giorno. Ma tale spe– ranza ha un senso e una rea– lizzabilità solo se propagata e diffusa coi fratelli nell"impuJso della caritlà. Papini. rifacendo la storia di dizi che variano tra il generico un"anima tormentata hhe nel- vuoto e il generico intelligente la speranza aveva trovato il Ogni vita è dramma di una suo porto e la sua !orza. vita perchè ha la propria ra– I risultati del Convegno d1 gione d'essere nel suo dramma Varese meritano di essere me- Una biografia non è crop.aca, ditati e considerati, in segui- ma è veramente bella quando to. con particolare attenzione. avverti quel dramma. Le pag1- Dopo questa nostra arida ero- ne di Tacito su Tiberio. Ma non devi sapere dov'è pro– Dopo la ~rapsodia» di San- naca un. primo, rilievo però ci priamente quel dramma. Av– tucc1 sospesa veramente fra cie- permettiamo; il Convegno _ha verti che il personaggio è dram- 10 e terra, si è espresso il tor-· chiaramente segnalat~ la f~e matico, ma, non hai la solu– menlo di una confessione urna- della letteratura dell ang:oseia. zione. Egli rimane elernamen– na. Con parole scarn'e. dure, la. decad~nz~ se1:1za_ sc~mpo ~e- te individuato e non risolto semplici. con parole-pietre ha gli auton di ~ libn disoerati », Allora senti l'uomo vivo. parlato Davide Turoldo su e ha postulato una letteratura Più vicino alla cronaca con « Speranza e peccato ~. Egli ha che sia . a_nimata da un dram- giudizi di conclusione del se– esordilo dicendo di sape_re di IT!a rellgioso, c~me ha detto condo tipo è una vita de La essere nato sotto il segno del P10vene, e . alimentata dalla regina Margherita, scritta dal peccato: questa scoperta inie- fonte mesaun?ile della spe- giornalista torinese Cacio Ca– riore. gaà fatta da Pascal. ren- ranza. come gioia. -~a .soprat- salegno, per gli stampi della de gli uomini una « comw1io- tutto il Convegno 51 e in~alza- casa Einaudi. Più che una ri– ne di peccatori» prim'ancora to e mantenuto su un llvello valutazione della regina Mar– che una « comunione di santi». di dignità notevolissil'!1~• Uf! gherita alla luce dei moderni Cristo si è incarnato per strut- tono vivificato dallo spmt_o di criteri storiografici, è un pr1- turarsi nel peccato. per amare libertà e di anhcon!onnis~o mo tentativo di indagine com– i p·eccatori fino alla morte. che si è imposto fin dalla pri- plesso su di essa. Vere inda- Questa coscienza della nostra ma giornata. gini non si possono definire i indegnità ci predispone alla l\1AR10 GUIDOTrI giudizi certamente profondi, Margherita ne ebbe il genio, ma anche la mania. Le usò quando erano opportune. ma'. anche oltre. fino alla goffagine 1'1:argherita era di animo buono: tutti i Savoia lo sono stati. Sapeva perdonare, ma non comprendere, scoprire co– sa c'è sotto negli animi umani Sovrana da paternale e da beneficienza, non capì nulla delle nuove esigenze e delle nuove forze sociali. Scoppia• vani tumulti di operai: erano sconsiderati da punire severa– mente. Gli uomini della Sini– stra, non potendo punirli, le erano odiosi. Volle instaurare con più di un secolo di ritardo la monarchia illuminata. Kel 1955 si è tenuto a Vene• ,:ia, organizzato dal cen ro di Cultura e Civiltà della Fon– dazione Giorgio Cini-, un ciclo Anche il competente nel sin• golo ramo non può non astrar– re; certamente è portato ad astrarre di meno dato !"au– mento dello specifico. Una civiltà ha senso come individuata tra le altre, come politica, come culturale e nel• la politica come econom1ca. nella culturale come artistica e filosofica, nell'artistica come letteratura ed arte figurativa. AXNIBALE PALOSCIA Grazia. La fonte della speranza ------------------------------------- è nel fatto che Gesù è venuto stùla terra per cercare il pec– catore. Dopo una relazione dell'av– vocato Minoli. si è avuto l'in– tervento fuori progrnmma cli Guido Piovene. J.,ETTERAT'LTRA DIECI '* DOPO Quando noi parlammo ,i; questo problema con Her bert Read pronuncian;:!o ', parola «sintesi• l'eminen , critico inglese ci disse: < IP arte io detesto tutto ciò cne è sintesi •· Read voleva dire che ogni lavoro di sintesi ~ un lavoro di laboratorio e non ha bulla a che vede con lo slancio creativo. Giu &lo. Ma vi sono più specie i sintesi e mo'lte non costituì· scono manifestazioni di bot tega; tante sono dominiP dello spirito e dell'anima Possiamo. credo, citare Picas– so, Matisse. Rouault,, Chagall e molti altri che ha.nno rea– lizzato la sintesi di molteolici inflluenze e saputo concilia– re e!lementi all'origine in an– tagonismo. E Piovene non è stato il so– lo; Giuseppe Berto. che non ha disertato una riunione, che ha preso appunti su tutte le rela– zioni. ha considerato il Conve- • gno in un meditato articolo sul "Giornale d'Italia» e in ser· vizi per radio. come un avve– nimento d'importanza naziona– le. E anche Berto viene cor.isi– derato. dagli amanti delle divi– sioni. uno « dell'altra sponda». Guido Piovene. di cui si co– noscono i travagli e lotte per una ricerca ansiosa della ve– rità, ha volu~o esprimere il piacere provato. assistendo a questo Congresso. che ha mes– so in luce una delle correnti più vitali della Chiesa cattoli– ca: quella Agostiniana. Ha quindi ricordato la sicura re– lazione di Prini che ha collo– cato l"esistenzialismo in una prospettiva religiosa. poi Pa– dre Davide che ha dato valore al rimorso come strumento es– senziale di salvezza. Riallac– ciandosi poi alle parole di Sua Ecc. Mons. Montini ha detto che è verarnente necessario non sperimentare il male. poichè il male che ha biscgno. per rive– larsi di essere sperimentato, è un male meschino. non degno di essere trattato. Il male vero è così profondamente radicato nella natura umana che non ha bisogno di esperimenti. Pagine da non dimenticare * Non passa mese senza che la bibliografia resistenziale si arricchisca di nuovi contribu– ti, con opere narrative, poe!i– cbe, storic•he e documentane L"Jnteresse che tali opere su– scitano tentimonia !"estrema vivezza che la Re6istenza, nei suoi riflessi culturali. conti– nua ancor oggi ad assumere per noi: e, Iorse. co~neiano a cogliersi, appunto oggi, frut– ti più maturi e meditJati di quelli di ieri. quando la pas– sione non permetteva di giu– dicare la realtà con una se– renità sufficiente a togliere ali:\ realtà stessa le scorie di un"affrettata. palese o sottin– tesa. polemica. di PAOLCZI ro che, almeno in parte, la mo un ,~sempio. forse insu– Resistenza agli invasori nazi- perato per lucidità, essenziali– fascisti temperò le conseguen- tà e stringatezza nel Diano d1 ze di un confHtto sbagliato e Dante Livio Bianco. il D,arto servi p,;icologicamente per ri- della Gobetti è un grosso vo– dare fede agli italiani, è an- lume di oltre quattrocento pa · che vero che di quella triste <>ine e copre il periodo che esperienza, Ja guerra fascista ~a dall"8 settembre del ·43 al– prima, la guerra civile poi. la liberazione di Tovino, nello molti serberanilo un ricordo ,,prile del ·45_ Nessuno fors, come di un peviodo dilficile e e.a più adatto della GobetU pieno di angoscia. tenere un diario di questo ge. -Storia dei C.L.N.A.I., di nere, sia perchè era stata la Franco Catalano (Laterza ed.) moglie di uno dei più auten– è un libro che lo storico !ulu- tici e valorosi antifascisti ro, interessato al periodo della italiani, Piero Gobetti, autore crisi dello stato italiano fra il di Rivoluzione liberate e mor- 1943 e il 1945, non potrà igno- to in esilio in Francia, sia per– rare. li volume, infatti. segue chè. durante il periodo c.ian– con precisa documentazione e destino. ricopri delicati mca– con la più ampia informazio- richi di carattere partlg1ano ne la storia quo\:J.diana del divenendo poi vice Sindaco di Comitato di Liberazione Na- Torino p<'r il partito d'Azione zionale per !"Alta Italia. dai Interessantissima è la lettura primi incerti contatti delle del volume (fu Cmce a cou– formazrioni partigiane spenta- sigliare alla Cobetti di riuru– neamente sorte. all'estensione re gli _appunti presi e di pub– a tutto il territorio nazionale blicare il libro). poiché nto1- dell'Italia Setten !rionale del nano in esso figure e fatti del– comando partigiano unificàto la guerra partigiana. indubbla– alie traversie e agli ostacoli mente visti da un·ango!azio– superati alla vittoriosa insur- ne in part privata e familia– tezione finale. re, ma che appunto per que- teria. ha già pubblicato La .[{esistenza aL fascismo (con t-critti di vari autori. collaz.io – n~ti da G. Pirelli e M. Vigh1). IL flagello delta svastica. di Lord RusselJ, Le soldatesse, di Ugo Pirro: tutti un po' con ,m sil(llmcato polemico (con– t,ro !"ingresso della Germania 'le:.la comunità occidentale -'uello di Lord Russell; con un significato di un « torniamo .ule origini» unirarie della l{esistenza. q1Jasi preludio a = blocco popolare. demoCid· tico e antifa3cisra, la collazio– ne di Vighi e Pirelli: a lnto– nazione laudativa della Resi– stenza greca. quello di Pirro). ma in definitiva non inutili oer un discorso sulla lotta oartigiana. n Bosforo è un ponte fn l'Europa e l'Asia. e si nuota daHa sua riva europea a quel– la asialtica. Si può dire che ciò è un miraco1o geografico Perchè, dunque, sulle rive di qu'eSto Bosforo non ~1com– pirebbe un altro ~1racol?· ouelJo di una nnasc1ta de,· l'arte turca contenente le somme - unifi.<:ate, ama)ga– mate - de!Qa civiltà onen– tale e accidenta~e? NURULLAH BERK A Vittorio Bodini Il Premio Carducci La Commissione dell~ settima edizione del Pre– mio nazionale d~ poesia Giosuè Carducci, indetto dal Comune di Pietrasan· ta, formata da Arnaldo Bocelli, presidente, Ser_g10 Antonielli. N<;llo Sa1to, Adriano Seron1 e Mano Tobino, ha deciso alJ'un~– nimità di assegna_re 1) premio di 500.000 lire al· l'opera « Dopo . la luna>> di Vittorio Bodm1. Vittorio Bodini è nato a Lecce nel 1914, è profes· sore di letteratura spagno– la all'Università di Ban, e dirige la rivista lett~– raria « Esperienze poeti– che». La verità è che il Convegno svoltosi a Varese dal 10 al 13 settembre ha centrato uno del temi fondamentali della pro· blematica contemporanea e 1:Ja esaminato con una profGind1tà1 con una libertà. direi con una spregiudicatezza e al te~po stesso con una finale u~an~e postulazione. che n~n ~1 ~ ri– scontrato in altre r1un1oni ~el CJenere. Come si sa, gll scnt– lo!'i comunisti non dialogan~ [ra di loro. ma sviluppano de: punti prestabiliti e pr_essoche dogmatici: i non comunisti no~ sentono questo forte bisog~o cli ritrovarsi a studiare e s~1sce– rare Insieme: e quando _cl_o ac– cade. come negli incontri U1ter– nazionali del PEN CLUB_. si fa soprattutto dell'Accademia. Il Convegno di Varese_. come ha giustamente notato Piovene. non è stato un Cor.ivegn'? d~ oratorio. non ha lasciato yia_ h bera ai « tromboni. oratori d ef– fetto. retori Jacnmogeru. ed idealisti vacui»; e per pruno l'Arcivescovo di Milano. Mon~. Monli.ni ha evitato questo pen– colo in un sobrio e pur splen– dido discorso inaugurale: e L'.1 Pira ha impostato nel modo p1u de,mo il motivo che doveva es– ser- trattato nei giorni successi– vi: '" Speranza e gioia>>. , Nella prima giornata. il prof. Sono state inoltre se– gnalate le opere « Canto per Eva>> di Girolamo Co: mi, « Celeste affanno » di Luigi Fallacara e " AP 0 : calisse in Marocco» d1 Vieri Nannett1. Marcazzan ha prospettato que– sto tema: « Il problema dell'an– goscia e della disperazione nel– la cultura e nella vita moder– na». Gennaro Auletta è stato il primo relatore. Egli ha ?eito che !"atteggiamento del cristia– no verso il proprio tempo è de- . terminato dalla natura stes~a della Chiesa come Corpo Mi– stico di Cristo. in crescita nel tempo. dalla soggettiva pe_rre– zionabilitià rl,:,Ua Redenzione nel tempo: dalla nostra voca– zione del ~ hic et nunc N stori– co per un impegno verso l'uo- Li1briri:cevuti mo r<>ale più che verso le teo– rie. Per questo nè la retorica GIOVANNI DI PAGOLO MORE!--- d'una falsa ascetica nè il di– LI· ,. Ricordi", a cura di V1t- t.ore Branca. Felice Le Mon- sprezzo nè il facil~ proreti_smo nier _. y;renze - Pagine 548 - possonQ ispirare 11 cristiano L !.900. nella valutazione del suo tem- MARIO TROFA: "Ballata i~ blu" - po. ma una comprensione che Liriche _ La Prora - Milano · è principio di amore dell'uomo Pagine 112 - L. 400. e di cc-sofferenza. In tal modo ENZO PETR.INI: "Antonio Stop- il cristiano riesce a inserire la pani " _ Felice Le Monmer - Fi- angoscia dell"uonlo moderno in renze Pagine 96 - L. 35o. quel piano divino nel qual<; ALFREDO GRILLI: "Serra tra l'urlo di Giobbe e l'Orto dei Pascoli e Panzinl" - Felice Le Getsemani si pongono come Monnier - Firenze - Pagine lOO- tappa per iJ riscatto d'og:ni a~- RI1;;5~0PEA: "Anime 1!1 r~- goscia umana e per il balzo f1- daggio _ Poesie _ Gastald1 Ed,_ nale della Resurrezione. tore Milano - Pagg. so _ L. 300. La lfilosofa Maria Antonelli. MARIO RICCA BARBERIS: "Di- ha accostalo l'esistenzialismo ritto romano e tradizione nella (« classico movimento dell'an– Legislazione civile' - G. Glap- goscia ») al freudismo. allo sto– pichelli EdJtore - Torino - Pa- deismo. al pragmatismo e ha gine 52 L. 500. collegato l'atteggiamento di po- LUIGI VITA: "L'anima che par- vertà e !"atteggiamento di fede la" (Bono, Capasso, Quasimo- dell'anima contemporanea agli do Ungaretti ed altri) - Vo- ult1"m1·es1·1,·di urta crisi del ra– lume II - Edizioni Faro Mes- sina • Pagine 64 • L- 500. zionalismo e della verità e al L'illustre scrittore esprime poi il timore che aveva avuto. che anche questo Congresso. aspetti attuali nel suo inquieto non è 1 so1o nella sua angoscia come altri. peccasse di eccessi– e sincero spirito. dacchè Cristo ha sofferto e vin- va faciloneria. di un ottimismo Carlo Bo ha presieduto i la- to la solitudine umana of,l:ren- retorico e improduttivo. Tutto vorl della seconda giornata il do una mediazione che.la Chie- questo invece è stato ben lon– cui tema era: « Momenti e au- sa continua. L."inquieiudine è tano dal Convegno di Varese tori più significativi delle cor- n~lla cultura un tema degno in cui situazioni e teorie sono renti esistenzialiste e neoreali- d1 essere svolto per compre,,- state esaminate con obiettività ste ». Pietro Prini ha trattato dere e valutar': g1:is!ame~!e la e realismo. Perché la speranza il tempo per la narrativa di- presi?nza catto~1ca neila leuera- e Ja gioia sono grandi cose ma mostrando come il destino del tura e nella vita. non sono facili. Non è vero romanzo moderno è legato al Sulla leltcratna della spe- che siamo portati alla speran- za. alla vera speranza che è conflilto della psicologia con- ranza ha parlàto. anche ron ca- la speranza dell"immortalità. Ci tra la logica, all'attualità della !ore e suggestione. Nazareno sono anzi delle ore. angoscio– protesta del!'« uomo sotterra- Fabbretti. Per lui la letteratu- se, tra il sonno e la veelia in neo» contro il mondo delle ra. in quanto c.ompJ<:a della cui una disperazione totàle. un leggi euclidee: egli ha quindi parola. del verbo. ha qualcosa d 1 indicato la tematizzazione del di sacramentale rispetto alla senso e !"orribile immensità dell"universo. della materia che «negativo» nella filosofia del- verità. è una sorta di « prof e- si corrompe. invade e sembra !"esistenza. i limiti della logica zia»: perl~nto la letleralur:i va annientarci. Solo la Grazia ci e il ricorso all'esperienza emo- vista come proieltat:1 11el !utu- 1•• 11 d" ro. come voce e strumento del- sa va da a isperazione. zionale in Heidegger e Sartre; · Piovene h t · d il romanzo «esistenziale» co- la speranza. E la speranza. an- e.endo che /;Ili con umato I· me ricerca e articolazione del che come gioco di contrasti. eg oggi si sente '<negativo)) nella condjzione come avventura poetica. come ::id esempio. r.ompletamente umana. si colloca in una delle documento della perfezione staccato da Sartre non tanto umana. resta una delie fonti per la sua disperazione mec– direttrìci capitali della lettera- più ù1evitabili dcll"ispirazione canica che ha ormai raggiun– tura postromantica; fra gli a- letteraria. E' chi3ro che spelta .lo i limiti in cui ci poteva an– spetti del negativo delle lette- soprattutto ai cattolici di ren- cora parlare. A questo propo– ratur:i contemporanea s"impon- dere lestin1onian1.a alla spe- sito ha ricordato di aver assi– gono l'insignificanza assiologica ranza non tanto sul piano della stilo. a Venezia. a un tentati– del mondo (l'inditlereoza di teologia. quanto su quello del- vo di dialogo di Sartre con Moravia. la nausea di Sartre). la narrativa O rlella poesia. 0 alcuni scrittori sovietici. li fi. !"estraneità e Ja frattura dei le- dPl teatro. Gli scrittori caltoli- losofo non sopportava assolu– gaml analogici con Ja Trascen- ci devono assumere !"angoscia tamente nessun accenno rla denza (Buzzati. Camus). il Pho- per ricomporla in una letlera- parte dei sovietici. a una con– bos e il senso della colpa come lur:i di "profezia"· di speran- dizione umana. scattava con condizione esiste n zia J e za: essi devono affacciarsi sul- orrore a sentir parlare di un (\Vright). il senso del tempo l'abisso, capire le sofferenze e ,,disgelo» tra i due mondi erosivo e la presenza dPlla le inquietudini del mondo del- orientale ed occidentale. E morte nel mondo (Remarque). la cultura di oggi, trasmettere questo perchè queste idee con– Per la poesia, sullo stesso te- l'angoscia umana al mistero. traslavano con la sua mecca– ma. ha letto una relazione Va- "La pagina che scriverà il cat- nica della disperazione. terio Volpini. Egli ha i nd icato tolico sarà d'inferno o di Pa- Non bisogna con(ondere la una linea esistenziale-reli,gio- radiso? Nè dell"uno n~ dell'al- letteratura del male, inteso In sa sottilmente vagante dal tro; sarà il Pur~torlo. il re- un senso metafisico e religio– dramma di Ungaretti e Rcbora. gno dantesco più pervaso dal- so, con la meschina letteratu– j'.!;ffti:nz?~lis~~occ:iist~a!ari!Ji la speranza». ra della malignità e della eat– Luzì; una posizione drammati- In termini più '"umani», più tiveria. dell'•< esperienza» deJ ca era Invece data dall'interro- laici, diremmo, ha parlato Lui- male. in cùi l'autore si corn– gativo e il limite C« iò che non gi Santucci. sulla speranza co- piace di sè st esso. che sa siamo ciò che non vogliamo,,) me componente della vita vis- "sperimentare" il male. Pio– entro cui circolavano Montale, sula e quindi della stessa vita vene ha concluso invocando Quasimodo e Gatto: mentre sociale. sulla speranza nelle sue una le.lteratura che viva inti– « aperture» a un deciso rea- varie forme minori cd emJ?iri- mamenle il dramma religioso lismo si riscontravano in Bnr- che per poi illuminare la spe- nel suo aspetto di angoscia e tolini e in Pavese. Interessante ranza dei sanli come archetipo. di speranza che sono insepara– si è falla la relazione di Voi- Il cristiano deve perseguire una bili e invitando gli scrittori pini nell'esame delle nuove speranza attiva che non riman- rattolici a non aver paura di esperienze ed intenzioni, dalla ga una parola e neppure sol- nulla, a non avere sopratutto poesia della resistenza (ancora tanto un sentimento ma si tra- paura della parola. Quasimodo e Gallo) a quella sformi in "cosa». in realtà I Nella serata dcll"ultimo gior– dell'epica sociale (di Accrocca) concreta. La vita vissuta nella Il? di convegno Piero B'.1rgelli•. del racconto (Lulsi), del reali- Grazia, ma nella misura della m ha commemorato G1ovann1 Guido Piovene Su queste colonne s1 e par– lato a lungo della bella prova di Bassani, Cinque storie fer– raresi, e di quell"ottimo libro che è Cieto cniuso, di Gino Montesanto; come. si è parlato dei. polemici e soltanto in par– te valldi Le soldatesse e 1 tungh.i. fucili: come, infine. si è favorevolmente detto dello ultimo e impegnativo libTo di Quasi modo, It falso e vero verde, che contiene un grup– po di belle poesie ispirate ai fatbi della lotta partigiana. Non bisogna però, anche in un periodico di carattere let– terario che vuol essere di lar– ga informazione, trascurare lo apporto meno propriamente letterario e più direttamente documentaTio e di « testimo– nianza». In effetti, da qualche mese a questa parte una serie do positivi contributi si è af– fia!llcata a quelli già noti. Chi si in te ressi di cose partigiane non può fare a meno di ricor– rere a tali testi: Guerra ama– _rcr. di Mario Ortolani, Storia det C.L.N.A.I., di Franco Ca– talano, D<ario partigiano di Ada Gobetti, Jt processo atta Muti, a cura di Carlo Pesta– lozza. Pere/tè gli altri dimen– ticano, di Bruno Pi~zza, Bre– ve storia dett'insurrezione di Genova di P. E. Taviani. Fra queste, l'unica opera di narrativa è Gnerra a1t1ara (Machia Ed), di Ortolani. li breve romanzo ha vinto il premio bandito dalla rivista « IJ Ponte» per un'opera na r– raliva sulla Resistenza, e lo ha vinto meritatamente i.n quan lo a scrittura e impianto narrativo (anche se talvolta hl tono ricorda il felice Tobino de It deserto detta Libia/: a noi, però. sembra che. in que– sto caso. il· lel·mine « Resisten– za » sia sentito in una ecce– zion un po' troppo !ala, e con un senso di sfiducia non tanto negli uomini. ma nelle cose neg!,i avvenimenti che li con– ducono. Furono, certo, quelli seguiti all"armistizio e caratte– rizzati da episodi e stati d"ani– mo poco onorevoli per tutti (tedeschi. fascisti. alleati. _par– tigiani stessi). tempi non bel– li per la nazione: appunto in Guerra amara, a distanza di lanlo tempo, se ne coglie un riflesso. che però è bene non dimenticare; perchè se è ve- La materia del volume è sta ragione acquistano un ul– estremamente interessante, sl~ teriore valore di testimonian• per J".i.ntelligente utilizzazio- za. I personaggi principali so- 11e delle fonti (specie !'archi- no tre: J"autrice, suo figlio vio del C.L.N.A.I. e del C-Or- Paolo. il secondo marito Etto– po Volontari della Libertà) re Marchesini. Intorno ad e - sia per aver messo bene m si scivolano i venti mesi della chiaro come quella c_he poi fu lotta clandestina, in una Tori– definita « crisi della Resisten- no (ma anche. per riflesso, in ,a» dipese da volontà affatto un Piemonte e nella pa1te estranee a quelle nazionali, e ovest dell'Italia Settentriona– ln primo luogo dall"avvenuta ha) che vive giornate tragiche spartizione dell"Europa in ed eroiche insieme. ""zone di inf.luenza » ira gli al- Scivolano. quei mesi, ma •eati. La parte manchevole toccano anche i protagoni;;ti: ciel libro ci sembra invece una li toccano negli alletti, n~lio altra, quella relativa cioè al animo, nelle amicizie. Ogni misconoscimento del contribu- tanto una notazione scarna to delle cos.idtlette « forze mo- ma drammatica: un compagno derale ~ (democristiani e 11- di lotta che se ne va. fucilato. berali specialmente) alla lotta assai;sinato a tradimento, o uc– partigiana, o per lo meno alla ci5o in combattimento - e. condotta di essa. dopo, la decisione di conl!- l!asta invece rileg11ere B r•- nuare a combattere anche per ve storia dell'insurrezione di essi. i morti. Guglielmo Jer– Genova di Paolo Emilio 'ra- vis. il generale Perotti, J"avv viani. giunta in questi giorni Galimberti - il leggendario alla V edizione, per sincerarsi capo partigiano .. Duccio» - del contributo dato da tutte le e. fra i vivi. Livio Bianco, che (orze politiche o non politiche seguirà a Duccio nel coman– o.lla insurrezione della capi- ilo delle formazioni « Giusti– tale ligure. runica città. In zia e- Libertà», Chiaramello tutta la storia della Resisten- Q.uarello, Foa, Roveda, e altre za europea, che &i sia liberata decinè di nomi noti o ignoti. da sola dei tedeschi con una Un libro scritto con innega– rivolta popolare, facendo rl- hile bravura (rammentiamo sparmiare distruzioni agli abi- alcune pagine meno diaristi- Perchè gli altri dimentican~. -l.i Bnmo Piazza. al contrariò degli altri libri, non si pon~ ~on intonazione eccessi.vamen– ,e polemica: è tutt'al più. un , mement.o,.. per quanti ban– ''° dimenticato la tragica real– tà dell" camere a gas naziste. <lei campi di concentramento t-.>deschi. Il libro narra in !or– ma piana " distesa ~li orrori ciel campo di sterminio d' ".uscwitz-Birkenau. destinato insieme a tutti quelli disse– minati. nelle varie parti <lei "erritorio tedesco. al « genoci– ciio » degli ebrei e alla eliml– 'lazione di tutti gli antifascisti Non si può leggere il breve esoconto senza fremere: ed • una lettura che consiglie– <emmo assai di più ai nostal– ~ici dell'ordine nuovo nazi1a- scista che a coloro i quali, pur "'non dimenticando•• vogliono •.he non accadano più. nel mondo, tali orrori. "i.nalogamente, funzione <11 , documento » ha I! p rocess" ~tla Muti, che contiene pura– mente e semplicemente la sentenza di condanna emanata ,l,u Tribunale di Milano co12- ro i componenti della effera- tanti, alle case. agli Impianti ehe, più narrative. distese or– industriali e portuali. La nar- gamcamente). solamente tal– raz,1one, per essere succinta. volta un po' ingiusto per al– non è tuttavia meno efficace euni giudizi Crettolosi dati su dandosi in essa un resoconto persone o partiti, in una sorta dei fatti stringato e alieno da eh giacobinis.r,o o partigiane– qualsiasi indulgenza alla reto- imo ad oltranza. Ma anche rica. Completa il volumetto questo non n inficia il fonda– un'ù1teressante raccolta dei mentale valore di contributo proclami del C.L.N. genovPse· olla Resistenza. anch'essa utile allo storieo fu- · Gli albri due libri. Perch.è turn. ati altri dimenticano. di Bru- ta banda. macchiatasi non di delitti politici. ma di crimini "Ontro !"umanità. La prefazio– ne di Parri. e- la lunga d1Sqt11- sizione teorico-giuridica del collazionatore sono ambedue non del tutto convincenti Forse, anzi. sminuiscono il va- 1ore del documento raccolto nel volumetto. li giudizio. , fatti. la sentenza. infatti. par– lano da sè. condannano un metodo bestiale e contrario alle più elementari norme del vi– vere civile. Sono più efficaci ili q:ialsiasi richiamo polemico a un preteso «tradimento~ della Resistenza. Questa. non ostante interessati apologeti .– non meno interessati detratto– n. continuerà ad ave-re un si– gnificato di liberazione dello uomo da concezioni materia– listiche. e continuerà. siamo certi. a produrre una serie di opere letterariamente. oltre che documentariamente- va– lide. A un·altra categoria apph- no Piazza e I! processo alla tiene il libro di Ada Gobettl. Muti. a cura di Luil!i Pesta– Diario partigiano, edito da Ei- tozza. con prefazione di Fer. naudi: alla categoria cioè del- •ucc10 Patri. sono editi da le memorie relative alla Re- Feltrinelli. il giovane editore sistenza, e delle quali abbia- milanese che, nella stessa ma- ANGELO PAOLUZI \

RkJQdWJsaXNoZXIy