la Fiera Letteraria - XI - n. 40 - 7 ottobre 1956

Domenica 7 ottobre 1956 Pietro Lonrbi: "Giocatori " - (Berlino. Gabinetto del 01,egnl) LIBRI D'ARTE * Pietro Lon~hi all'esame • • cr1t1co * In que to bel libro di YiUorio r.Io chini il grande pillore i può e<Tuirce studiare, finalmente con l'attenzione che merita * tli GIOIIGIO CASTELFltA,\-CO Dopo i volumi su Guardi e Canaletto, Vittorio Moschini pubblica ora questo bel Pieiro Longhi, anch'esso a cura dell'edi. tore Martello: un volume intelligente che si sente nato da un'ottima collaborazione tra scrittore ed editore. Oltre alla bontà tecnic'a delle tavole è da apprezzare mol– to, a mio parere, Ja larga parte di esse date Bi disegni così signiflootivi nell'opera del Longh1 e soprattutto l'aver destinato la maggior parte delle tavole a colori a dettagli 1iprodotti all'incirca a grandezza dell'originale e spesso un po' ingranditi. A mio parere è questo l'uso che si deve fare delle tricromie, lasciando alle tavole in nero di dare in scala ridotta le imma– gini d'assieme, nei valori di cui esse sono capaci. Alla pittura di Pietro Longhi POi giova quanto mai l'esame del dettaglio. Longh.i è un eccellente pittore di oggetti: le tazze e le cuccume d'argeaio, i fiori, i vetri di Mutano, i vestiti stupendi, che da soli ci dànno un bellissimo museo della moda e dell'arte tessili del '700 e scarpette, e mobili e cornici... Talvolta sono possibili eriche dettagli felicissimi di figura: Ro– berto Longhi nei suoi Cinque secoli di pittura veneziana scriveva che, appunto, qualche volta i visi del1e sue dame, se ingranditi, assumerebbero la sbarratura funeraria di certi ritratti del Fayùm. Quando Goldoni rivolgeva a Pietro Lon– ghl li ben nolo sonetto: « Longhi tu che la Musa mia sorella - ch.iaml del tuo penne! che cerca il vero ... » possiamo dar - gli ragione, purchè a cercare si dia un significato al quale forse il grende com– mediografo non pensava, proprio di fer– mare e Isolar'! la cosa davanti a sè, per esaminarla, per sentirne il carattere, per godersela a modo suo. Di certo nei dise– gni è un senso più melodico della figura umana, e soprattutto femminile, che nei dipinti· ma se questa rapida felicità di ductus 'un PO' si arresta nelle pitture è a vantaggio di una ambientazione, di una intonazione coloristica chiara, sonora, garbatissima, che sono tra le belle cose della pittura del '700. Da buon conoscitore della pittura vene_ ziana Moschini non precipita soluzioni sulla 'formazione dell'arte del Longhi. Su di essa lnllulrono molti fatti artistici, ita– lian( e stranieri, ma la documentazione testuale delle fonti è, dopo tutto, assai poca. Tra gli italiani, si sa, la pittura di Giuseppe Maria Crespi. Proprio nella blo– graflola scritta dal figlio Alessandro è la notizia che Pietro fu a Bologna dal Cre– spi per parecchi anni. A che data esat– tamente non sappiamo; probabilmente nei primi anni del quarto decennio del '700. E' in questo decennio comunque che Pie– tro Longhi pa~a dal classicismo retorico e scontatissimo degli affreschi di Palazzo Sagredo datati 1734 alle prime realizza– zioni d1 quello che è stato il suo stile, chè il Concerto dell'Accademia di Venezia è del '41. E' probabile che la vicinanza d,,l Crespi, uomo di una statura di una mo– dernità dt una varietà di ispirazioni ben maggiori del primo maestro di Pietro, cioè del Balestra abbia dato al Longhi lo sti– molo a ce~are intorno a sè cose, !atti, opere di altri artisti, a muoversi con l~ sua mente in ambiti culturali, ai quah forse la sua prima giovinezza un po' ti– mida e artigiana non l'aveva avviato. DI certo il Crespi lo impre·sionò con un nuo– vo senso della figura. misurata ed intima, con certe intonazioni di colore, con certe godute ed attente soluzioni di luci ed om– bre come nel violinista seduto del Con– certo dell'Accademia di Venezia, e persino vi sono opere discusse fra i due. Ma 11 limitarsi che fu del Longhi pressochè completo in queste attente scenette di _ge– nere, la loro impostazione. le proporz1onl tra figure ed ambiente, il modo dl com– porre, non gli provengono dal Crespi. . In questo decennio egli deve aver conosciu– to e guardato assai bene la pittura di ge– nere francese del primissimo '700. Quan– do in artisti di ingegno batte l'ora di una dva e completa simpatia per fatti d"arte di altri paesi bastano pochi pezzi. tal– volta non tra' i più importanti, ed anche di carattere riproduttirn, come stempe, per avviarli su nuove vie. E !"attenzione che gli artisti veneti del '700 ebbero per l'arte dell'Europa Occidentale fu lmp,res- sionante· ed impressionante è come essi siano ri~scin a dimensionare alla loro cL viltà forme artistiche nate in sindromi spirituali assai diverse e lontane. E' pro– babile che sia stata Rosalba Carriera ad iniziare Pietro Longhi alla conoscenza di Watteau; e certamente egli vide assai at– tentamente opere del maestro francese, come provano i suoi disegni, con tutta la loro nuova eleganza e prontezza di alti, l'attenzione curiosa per tipi ed espressio– ni, il ruscellare di luci sulle vesti. Ma egli in realtà non si lascia attrarre dal richiamo di Watteau; la pittura di Wat– teau è in un certo modo sempre « un em– barquement pour Cithère •• una mitizza– zione delle dolcezze terrene, persino quando ritrae la bottega del mercante d'arte Gersaint; c'è in Watteau uno stu– pore dolce e vasto della natura che Lon– ghi non conosce. Longhi rimane invece ag~~pato ad una logica quotidiana del soggetto. D'altra parte si è ben lontani dalla perentoria minuziosità di un David Teniers o di un Terborch. Invece della ve– duta profonda, nitida su tutti 1 pian,, co– me a diaframma chiusissimo, degli olan– desi, si ha in Longhi un teatrino fermo, di scena breve, che si chiude ben presto con innocenza prospettica agli stoffati delle pareti. Dai suoi bei disegni ai di– pinti, gli atti, le espressioni si fe,,mano un po', Si fanno - ahimè. vien da dirlo! - un po' marionettistiche. Ma è anche che egli si contenta, beato, di quelle cerimo– me domestiche che avevano tanta parte nella vita della upper clasn abbiente e sedentaria del ·700 veneziano e ad esse il suo stile si accorda benissimo. Vero è che anche negli altrr soggetti - le sue Cacce, i Sacramenti - egli scansa tutto quello che è fuga di spazi, Jrruenza di moti: egli ha una prudenza istintive verso tutto quello che avrebbe potuto essere tlnto– reltismo, hogarthismo o peggio ancora goysmo ante litteram. « Je me méle de tout, sans dé<:ider de rien » scriveva di sè Goldoni cosciente della sua prudente bonomia e della moderatezza del suo mo– ralismo; Longhi probabilmente non si pro_ !)'?ttave nemmeno la pos 1billtà di giudi– care e di drammatizzare dipingendo. Sl ouò dire che egli arriva dove Togarth co– minci;i. Le sue scene sono, l, illusive, ma non in misura tale che si possa andare oltre di esse. on imprestiamo ai suol personaggi intenti e intensità psicologiche che non hanno, non domandiamoci che cosa faranno quando avranno lasciato il rettangolo della tele, quale è la loro vo– lontà ed il loro destino: queste sono do– mande completamente all'infuori della mentalità di Pietro Longhi. Pure le sua definizione ritrattistica, entro i suoi li– miti, è pùr sempre importante. e, quasi sempre, cosUrnte di intensità e di tono su tutte le figure della scena. Longhi riesce al compito non facile di alludere alla for– ma e al carattere fisico dei suoi perso– naggi con queste sue minuscole figure senza darci nessun senso di fatiche ml– crotecniche Forse in questa leggerezza e misura potè giovargli qualche bel pezzo di Watteau o della sua scuola. Comunque, fissati da presso, questi suoi piccoli ritratti si mostrano abilissimi ed estremamente Il la page: le sue donne dalle carni chiare, argute e vive di occhi, sono le sorelllne delle bellissime dame di Rosalba. E, quan– do egli è più alle prese con tipi marcati e duri, ci si affacciano i ricordi as al seri di Fra' Galgario e di Cerrutl. Insomma questo pittore riconoscibilissimo e diciamo pure - per quanto è possibile - costan– tlssimo, viene a trovarsi all'incrocio di vie numerose e disparate, fra le quali egll si colloca con facilità e serenità impertur– babili, con un raro equilibrio tra quel che si prospetta e I suoi reali mezzi rappre– sentativi. Accanto a Rosalba Carriera, a Canaletto, a Guardi, ta sua pittura è uno dei bei successi dell"arte veneziana del ·100. Sulla misura comparativa di Lon– ghi rispetto agli altri, sulla importanza relativa dei compiti e delle opere di que sti quattro artisti, il giudizio sarebbe dif– ficile e il discorso lungo. E da esso pos– siamo esimerci, almeno qui, con goldo– niana prudenza. L"importante è che oggi su questo bel libro di Vittorio Mo ch:nl P:etro Longhi si possa eguire e si possq studiare con !"attenzione che egli merita GIORGIO C TELFRANCO L FTE R LETTE R RI L' E. L.\IEi\T(J DEL I FE TIV L ;\J * I CALE \ E\èZI . O Cànticum Sacrun1, di Igor Stravinsl~i * Coloro che i111ravedeva110una incli11a:::,ioneal gotico detr11l1imo lrai·i,1 l,·y, volto ad e perie11:::,ee111prepiù austere. hw1110oggi motivo di rallegrar i per il proprio acume * di EJIILl~l Z ... ll,ETrl,I Nella storia dd !ar musica di Stravinsky è facile scorgere come il cojnporre su commis– sione muti da circostanza oc– e.asionale a elemento detcrrnl- nante quasi che. nella neces– sità di concretezza tipica di questo artista, la richiesta avanzata da sltri agisca da ma– trice dell'invenzione. Nondime– no mai forse questa proprietà tiella fantasia stravinskyana è dlvenuta •tanto manifesta ed operante quanto nel , Canti– cum sacrum .., composto tra il 1955 e Il '56 ed eseguito a Ve– nezia nella Basilica di S. Mar– co il 13 settembre scorso. La biografia del lavoro è stata narrata dall'autore s-tesso e non senza compiacenza a eh.I lo interrogava quando ancora le cure della prima esecuzione non l'avevano interamente as– wrbit" e reso ansioso. ,Ansio– so, aggettivo di assoluta esat– tezza, giacché la persuasione che una musica viva solo quan– do si materializza nel sue-no re– sta verità incontrovertibile e da dichiararsi a voce alta per questo maestro, laddove la gran parte dei compositori di oggi amano di celarla seppure con– tinuino a credervi). Più di uno ricordqrà come si fosse parlato in origine di una Passione sccon~o S. Mar– co, proposta dagli organizzato- lenza, e v1 sovrappone 1'10 del compositore, comunque espri– mentesi. Dietro il gotico e dun– que il richiamo del medioevo che si fa luce, nproponcndo a Stravinsky !"umiltà dei suoi ar– tisti oranti. l\la anche cosi orientato nello spirito, egli ha s!uggito le involuzioni esteti– stiche cui sembra condannato a sfibrarsi o~ni appello del pas– sato nelle epoche stanche, col vivere quella nostalgia ln ter– mini schiettamente attuali. Tra i pronuncioment1 con– trari che ha sollevati il , Can– l1cum , è scomparsa infatti la caccia ai • ritorni .. e alle de– rivazioni, già prediletto sollaz– zo della critica all'indomani di ogni prima stravlnskyana: solo U nome di Wet>e,-n ha amo– rato tra i più edotti, ma per sottolineare l'orig1nalità del presunto neo-discepolo, mentre le grida allo scandalo sono sorte proprio là dove il com– positore era mosso loro incon– tro. A guardar bene sull'aspet– to spirituale di questa sua ope– ra. sulla logica implacabile e sovente ardua di cui ha nutri- ri veneziani nel desiderio so– pra! utto èi ottenere un lavoro importante e adatto per spi- 1 rito e per forme ad avere la St;a • prima , mondiale nella nasilica marcian a. Ora se an– che Stravinsky r.on rifiuto tale proposta nell"au tunno 1954, sua ,.j è stata invece l'idea di sosti– tuirla con una cantata in lode del oatrono di Venezh. Idea venuta in seguito, a mettere a fuoco l'oggetto della commis– sione, per avere agito a sug– gerirla il ricordo delle tradir zioni protestanti della Passio- ne come genere musicale, unitll all'altro ricordo: quello cloé che proprio nell'orbita della cappella d1 S. Marco nacque e raggiunse particolare splendore lungo il secolo XVI una musi- ca extra-liturgica, ma rl'ligiosa e schie amente cattoliC'.l. Così puntualizzata la !orma più con– ,·eniente ne derivò l'impegno di un testo non esistendo tra le orazioni della Chiesa alcun Canto , ad honorem Sancti Marci Nominis ,. E nel dPrcelo non solo Stravinsky è nivenu- to per la prima volta libr:,Ui– sta di se stesso. ma ha Jpvo– rato secondo l'osservanza più rigorosa verso un tema che dai committenti .<:li era stnto ap– pena accennato. lo la sua teMin1 oruon za di tede, ch1an1anoo gl1 au.ri a fare altrettanto con se s teSSl, U che e poi l'umco modo 1n cui può esistere oggi un • genere , re– ligioso, ma anche quel cl1e lo rende il più d,!6ctle da af– frontare e il più 10qu1e~11lc da accogliere in un mondo che non sa come rl\rovare la via di Dio. Il r1cocdo della , Mes.,a , di Strav10sky è da usare con cau– tela, nonostante l'affinità dell.1 natura e l'identita delle rea– zioni che suscitò al suo primo apparire. L'antica negazione dell'autore su un rapporto di ordine espi essivo fra parola e musica che la sembrava parti– colll.lmente consolidarSJ. ne esce infatti messa in crisi nel ~Canticwn ., do1ve un nesso di tale ordine m!orma non sol- atto volitivo piulto ·10 cnc t.,.n moto d'wnore spontaneo, una virtù appunto. la Spcs non ecr– lo a ca~o richiama le dolci chiarità primaverili dei coretti di , Fersephor,e ,, laddove U Salmista affìàa a Dio la !ra– ~il,tà di ognuno. E !"ammoni– mento sulla , Fede , delle mi– rabili parole e lo credetti, per– ciò dissi: fui molto umiliato• provoca cupezze fonde d1 tim– bro unite a una inquietudine ritrnica, prima delle due itera– zioni oscillant i a lu rigo su un intervallo d1 sccor.da nelle qua– li pur si rin salda il ~ crcdidi ~ del coro all·unisonc avanti di conquistare slancio e sp-~zlo. Il rapporto E~re&"ivo nel senso tradizionale fra testo e musica va qui s rlngendosi sir.o ad ac– quistare valori di dramma ora che, compiuta la Ili parte del • Canticum ,, la V tratta non più della fede ma della capa– cità di credere nella •brevis molus cantilenac , che ri!eri– sce della miracolosa guarigio– ne. li coro al principio echeg– gia piano la melopea quasi li– turgica del baritono aprendole è il soggetto della V e ultima parte. riutilizza nella mu~1ca la stessa materia e le ste~ strut– ture diriamiche ddìa I parte ma dispo~te PlT moto contra– rio. D1 nuovo un sot•ile arti– licio intelletlual<c mCSoO m o– pera, peraltro difeso dal !alto che la sua ingcgnOSltà ha un 1 isullato positivo. la diversa di– sposizione àci suoni conferendo effettivamente alle idee un aUialo più vast,. · Di proposito si è lasciato per ultimo l'accenno alla questione della tecnica, anzi delle tecni– che usale dal compositore per darci un·opera da collocare !ra le sue magistrali. Per la prima e per !"ultima parte del , Can– licum , rorbita aimomca da lui prescelta rimane infatti tonale e come tale organizzata su ac– cordi e ritmi tipicamente stra– vinskyani. Quanto ali~ altre è ormai 1.oto come egli affronti m = per la prima volta la esperkuza dodecafonica col servirsi di serie complete di 12 suoni e dei procedimenti rcla– t1vL li che sarà a lungo argo– mento di contraddizione sia p<>r coloro che, esultano di questo suo approdo che per coloro che ~e ne contrifiano. Tanto più che egli è ben lungi dal met– tersi in una posizione a rln1or– chio. Proprio quando Stravinsky assume la tecnica delb serie eccola che tra tl suo mo'.lo di comporre col dodici suoni e li webernismo alla moda la di– scriminazione s, delinea sul punto più cruciale: quellu deL– rimpegno nel difendere la in– lelligib,lità auditiva, e quindi il prevalere dell'orecchio !ad· dove nel prescinderne affidan– dosi a una concezione emlnt?n– tcmente grafica si esaspera Il sohpsismo spinto all'estr2mo delle avanguardie uscite dalla guerra. Di contro agli spazi astrali o remphcemente amu– sicali in cui muovo!lo i cam– pioni della serialita ad oltran– za, l'autore del • Canticum , bada a ri,star.- nella mJsura umana. Ovvero a mantenere nella dodecafonia quelle ten– sioni e if!. el'I~. q èl otlì centrali de1 -discorsò, qu~lo svolgersi di !'N tti ' • n– ti di appoggio e di propi;ls1one che, della tradizione tonale mo– d rnamente intesa, sono il ve– ro quanto inalienabile r>!tagglo, almeno sino a che non si so– stituisca alla musica altra cosa da quella che secoli di civiltà occiden1ale c, hanno insegnato a con~.iderare. E poiché infine Stravinsky preferisce riconoscersi nella Il- . . . . gura dell"artel\ce ripugnandogli arcano pro~pethve. qu1rd1 •~ quella dell"artista illuminato di contrappunu che incalzano, SI tipo romantico anche questo im1?adron1sc~ _dell'imma;zine del giungere a un~ sintesi tra le paore supplicante sinchè la tecniche da lo! US3te e difese ~•oce ~e! soUsta viene ancora in passato e quelle di acquisi– tn primo piano ma abbando- zione recente ma piegate onnal nata anc_he dal sostegno degli a sé, potrebbe essere d'ordine strumenti quando svolg~, su funzionale. Come a dire l'aspet– qualche , pizzicalo • più simile to più. schiettamente votlvo, in a un rintocc" di campana not- qubnto professionale, della sus t•Jrna. la invocazione estrema nuova opera religiosa e inteso k credo Domine adjuva ... adju- qlllhdì a forti6care il valore va... udiu,·a incrcdulitatem ultimo del , Canticum ,. Valo– meam ... tncredulitatem ncan1...,. re che ci ternbra essere ancora Uno dei momenti dl più alta un appello all'ordine ma eleva-– espressività che abbia toccato to sul piano della meditazione non soltanto la musica cos1d- religiosa e con la forza che gli detta arida di Stravins ky ma viene clal non sottrarsi alla pro– anche !"intera arte del noot.ro blematira contemporanea, ben– secolo nel rendere la s ua ansia s 1 dal vivula in proprio e d'l– di Dio. Poi il propazarsi del minarla nel dialogo col :livino. Vangelo, che, come si è dello, E:\1.ILIA ZANETTI tanto J·arco generale dell'ope– ra, ma anl"he le ::,Ue singole parli. E si dà inoltre a cono– scere, beninteso se l'antisenti– mentalita e il regime sonoro spesso crudamente dissonante che lo governano non blocchi– no a prio.r1 l'intelligenza del– l'ascollatore. Lettera d'arte * I T A L I A NORD - SUO E N O R O E CENTRO AMERICA PACIFICO s u o L.LDYD TRIESTINO INDIA-PAKISTAN- ESTREMO ORIENTE· AUSTRALIA SUO AFRICA - FRICA ORIENTALE EOCCIDENTALE AD R·IATICA EGITTO - LIBANO - GRECIA· CIPRO TURCHIA - ISRAELE SIRIA· MARNERO TIRRENIA SICILIA· SARDEGNA· CORSICA • MALTA · LIBIA TUNISI • MARSIGLIA - SPAGNA • NORD EUROPA 01 AMl>Klt:ANI AU~Kl~t:UNII Al BOOK CL U8 S Ln ge,uate ln1214ttoo e ,toto reolwata 111 Hallo 114g,, AHl(JI DEL LIBRO 1 cuJ aderenti godono dei seguenti beneflCI: o/ ♦ vengono =ut1 aJ corrente deI wm di mag1Por suo cesso attraverso l' Invio gratuito d.-1 notl.zlar!o mensii• edito da11U• Am1el del !lhro •: bJ ♦ ncnono a dotnlCillo. a mesa.. posta. I «Ubn del mao da loro richiesti; c) ♦ rtoevono tn premio un dJbro del meee- a loro cella del valore medio degU acqnl•tl. per orni due ,dlbr! d.-1 m- da loro acqui1tati: d) ♦ usutnu.soono del servwo gratuito <11 consulenza u– brarla ot!erto dagli -Amici del libro•: e) ♦ rruaoono <11 uno sconto lllll'unporto dell'abbonamento a riviste e giornali di caratter,, letterario L'adesione aJ Book Ulub uauano e uoer .. e ;rratwta e " effettuA con l'acqulato di un cllhm del meae,,. GU aderenti cbe preaenlano tre naovl uaoclatl banno d.lrlllo a MCCllcre cratnilam.-nte un • Ubro del m..se • Rlc/ltedere ,mza Impegno detta{l/14:o programm<1 e llChedo di adesione agli AmioJ del Libro ol<1U ddu MIUzi• 2 Rnm~ XCONCORSO SElEllONE "SIA,, Romanzo - Novelle - Poesie - Teatro Chiedere urgenlemenle norme n: Edizioni SIA - Viale Audinot, t O - Bologna Affidate le Yo tre opere per ln slmnpa nlle « Edizioni IA » di Bologna da Viareggio A r,arte la dedica: , Urbi Ve– netiae, in laude Sancti sui Pre– ·sidis, Beati Marci Apostoli • che funziona da introduzione, l'intero lesto del , Cautlcum • è stato ripreso dalla Vulgata latina del Vecchio e del Nuo • vo Testamento attraverso un pazienliss1mo lavoro d'estrazio– ne mirante a fare non della agiogra.tla, ma del1'11pologetica e ad esaltare del pupll\o e por– tavoce di S. Pietro quella pe– culiarità di strenuo difensore della fede di cui parla il Pro– prium Mlssae nel suo giorno festivo. Affidata sino ad ieri ad illazioni lnterpretativ~ o a testimonianze d'ordine privato, la religiosità di Stravmsky ha qui dunque Il suo primo docu– mento esplicito e dl una pro– fondità rara. et mos.uco sa.– ero ch"egli ha compilato per la occ~sione la çi~iione più este– sa proviene dal Cantiro dei Cantici a rappresentare la con– cezione della Chiesa nei sim– boli della natura e dell'amore terrestre. Qwndi intarsi di sin– gole frasi provvedono le paro– le delle , esortazioni alle Vir– tù , : derivate dal Deuteronomio e dalla I Epistola dl S. Gio– vanni. per la Carità, dal Sal– mi, per la Sperarza e per la Fede; mentre Il Vangelo di San Marco è chiamalo in causa a ricordare quel che possa il cre– dere in Dio - là dove narra della guarigione del fanciullo compiuta <la Gesù allotché :ie invocò ]"intervento il padre af– nitto - e per 11prire e con– cludere il Canticum. Esso ini– zia infatti col comandamento di predicare il Vangelo a tutte le creature e si compie annun– ciando l'e$ecuzionc dPllc stes:<-o comandamente : « liii autem profecti praedicaverunt ubique. Domino c,,operante et senno– nem confi!rmantc, sequentihus signis •. Dopo Ja Dedicallo, di carat- Tempo d estat_e;_crmai è pas-lmare aperto. ~ t:itanto le pa- biosa e coperta di pini, sotto terc enunciativo e arcaico, salo, _lautunno e_in alt.o, coi: la role dei :,ecch1 rimbalzano sw quell'arco immenso di monU l', Euntem in Mundum, chia- mul~1c_olore vanet~ del)e 1m- m&rmo bianco delle cave e se- che dal candore del marmo ri– ma il coro -d una austera con- magmi. A V1aregg10 s1 e asse- i:uono le paranze e le navicelle flette sulla pianura la luce fer– cordia di ;postro6, i..ut;rpun- &!'alo il gran prem!o letterario, sulla scia anch'essa bianca del- ma del sole, che si corrusca per tate perentoriamente dall'or- s1 è dato convegno il bel mondi? ronda. le tempeste, che si estenua in chestra: rorchestra più rr.assic- delle _lettere: s1 rono accumulat, Che bel quadretto, er! Ep- sensibili toni di azzurro e di eia cui dia luogo questo p...rti- veleni per _I a~o prossimo e si pure a Viareggio è cosi, non violetto. Tulto un mondo di ar– eolare organico stravmskyano sono pnalhtt I velen,1 accum'!- ho mai visto un luogo, anche listi e un clima d'arte !a di che esclude tutti gli strum~nti ll!'h I ann_o ~orro. E. la _stona di quelli famosi del mondo, che Viareggio una terra felice. profani o troppo affelll.·v1 (ol- nel premio, e la stona di tutti u1 ottobre sia bello C<>meVia- s, potrebbe dire molte cose tre alla percussione, i cl,1rinct- '. premi_ che st ripete anche a reggio. Sono tutti morti, quan- su qi..esto paese, che sono state tenditore di quel che la sua galleria espone. Si chiama ù Comandante Marchi. La Galleria si e inaugurata Il 10 lugho con una mostra di Corrado Cagli, Renato Guttuso Coloro che già intravvede– vano una inclinazione al goti– co dell'ultimo Stravinsky, vol– to ad esperienze sempre più austere dopo la tenerezza UMa– na di cui è pervaso , Rake's Progress ,, hanno oggi motivo di rallegrarsi per il proprio acume. S'intende perché nel e Canticum • all'animl" \.~on cui ha lavorato il librettista cor– risponde quello del composi– tore con coerenza assoluta. Sempre nelle confidenze della vigilia Stravi,isicy dava ra– gione dell'esclusione della mu– sica contemporanea dal templi indicandone quale giusto mo– tivo il prevalere delle emo– zioni individuali n,.l linguaggio cosiddetto religioso. E se il suo discorso si limitava alla pro– duzione riel nostro tempo, re– stava trasparente come I appli– cabilità del bando fosse per lui di portata assai p1u ampia; a partire c1oé da d<Jve l'insor– gere del sentimento infrange e Fausto PÌI1l!ldello. Un bello inizio, tanto più che le opere erano state scelte tra le mi– fliori d1 quc-sti ert1sti, alcune di proprietà e altre ài collello– ne. Non è qui il luogo per dire di Cagh e Guttuso e Pirandello, come questi tre pittori rappre– sentino le punte estreme di tre ten<ienze delrarte italiana, co– me siano i loro linguaggi, d1- ,·ersamente articolali, parte in– egrante di un ctiscorso compiu– to della nostra pittura. n suc– cesso è stato molto. l'interesse nel pubblico, quello vero e quello fasullo. cioè i;U lndii;eni e i villeggianti, addirittura sor– prendente. La stampa si è o:– cupata di questa nuova Galle– ria che non nasce come un ban– co di vendita al minuto, ma co– me un luogo di esposizione di opere d'arte giunte alla loro maggiore espressione. Dopo la mostra di Cagii Guttuso e Pi– randello, ha s.cguito una nuova esposizione degli artisti astrat– ti romani, con la partecipazio– ne, tra gli altri di Buggianl e di Donnini, con Mirko e Cagli. Infine la stagione si conclude con una esposizione di Giusep– pe Viv1ani. La Galleria, che di– spone di diverse sale, accoglie Inoltre opere di Carlo Levi e di Pericle Fazzinl. Con l'ottobre che arriva ve– loce e mite la Galleria non chmdcrà i battenti, anzi, Inten– sificherà la ~ua attività con cl– cli di con!erem:e e un circolo di lettura, con manifestazioni d'arte e con pubblicazioni. I con la sua profanità la disci– plina di uno stile ecclesiastl- l---------------------------------------~ co, ossia collettivo per ecce!- t1 i corni i violini e le viole) V rnreggio, nella conca verde do i villeggianti sono parlilÌ, polemicamente accennate, è ve– p~r punta~c sugli ottoni la sus dei _pini sotto !I gran. tetto delle hanno vita eflimera, fallace; ro, da Viani, che sono state scarna imponenza. Mentre poi Alpi Apuan~, in faccia al ma_re, Vi...r~g)(10 invece riacquista la ogni anno, con stile da salot– l'organo e i fagotti, negli in- natural mei: te. _azzu_rroche. vtd~ sua d1gn1tà quando rimane so- lo, decantate dai vari, ma non tcrludi tra i puiodi corali, sl gli. el ~u.sc~ t Prlffi": 1 romam l'.0 1, lo, con i suoi abitanti, che sono troppo, presentatori del Premio incaricano d1 appianare gli spi- qum~t 1_p isam e I geno:,es,, m- dl una razza diversa, selezio • Viareggio. Certo è che rimane goli del discorso sonoo·o in una ~ne .1 p,rat,_ medio_evah e mo- nata. Pare strano ma se andate la verità della gente, di quella successione dl armonie piane, ~erm: quest_, ultimi che segano a nord, di appena 13 chilome- gente, clie sa di pesce, che co– rastamenta sorvi che paiono l acqua con 1 1n<?toscafi e le bar- lri, verso Forte dei Marmi, no oce so ltantc I venti e il salso, annunziare gli effetti d1 quel- che con. 1 pathm di m'!rc e I tro\ &te un'altra razza, quella ma c.hc può accogliere per n1t– la impavidn prcd1caz1one. Quin- sandohm. Mo. quan_do :,iene _}0 carrarma, completamente dif- tlv a dis posizione ad intendere, di la s,gniJ\cazione s1 spostb su autunno e I villegg,anh, que•-1! !e.rente, e se andate a sud, di le. lezione più soggettiva e sofi– un piano più intellettuale nella tremenda razza scompo st a d_i appena 10 chilometri. verso Ml- stlcata, in certi casi, dell'arte. seconda delle cinque parti in megalom_ani,_se n~ sono andall, gltorino pisano, trovate ancora on sembri perciò strano se cui è diviso il lavNo, >1Jlorchè allora d! Viareggio ~iman~o': 0 un'altra razza, quella della clt- vi àlco che il postino e lo :,-paz– il tenore, affiancalo contrap- le grana, paln_ie sul viale ampto tà. Nell'entro terra poi, bastano zino, dico il postino e lo spaz• runtisticamcnte d~ pochi stru- e solitario,_ gh oleandri fronzu- ~ chilometri per trovare una rtno, all'aprirsi di una nuova menti ra i quali si frammenta ti e balluh dal. ven\o del mare; razza diffetente ancora di più, galleria d"arte nella strada di la seconda linea melodica. rì- allor~ Viare~gto rimane _pro- quella dei montanari, quella l"ro giurisdizione hanno gioito, duce le invocazicni del Canti- prletà di quei veri abitanti che della g ente d elle Apuane, che e dico ~ioito, come di una !e– co dei Cantici (, Surge Aqui- durante l'Pstate SI rincantuccia- vede il ma.re e lo tocca con un sta in famiglia. Si tratta della lo,) a un astratto rnbc!.Care di no in darsena. Tornano a scia- nito, se appen a sporge li brac- , avicclla ,, una nuova Gal– puro suono. quasi il simbolo mare davanti al caffè Mar~h~- cio dal roncighoni di marmo leria d'arte che un capitano dl che attendo la realtà che lo r!tà, al Kursal, in piazza "vlaz- che la ospitano, ma che è dl mare, a riposo, ma ancora duro incarni. 'è meno intellcttual- zini, tornano 3: r iunirsi al bar natura assolu amente terragno- C'Qmeun salc10, ha aperto sulla mente pare dapprim• proporsi Cosi com'è,. e 1 ~ecr.hi rnccon- la. Con ottobre comincia la ve- passeggiata, all'angolo del mo– la terza parte: « Ad Tres Vir- tano le storie anti che, c he han- ra vita di Viareggio, quella che lo. Anche lui è un uomo stra– lutes Hortationem ,, com1n- 10 appena cinquant'anni. e mi piace di più, que1la che ha vagante. a suo modo; quando clando da 11 a studia issima paiono dl secoh vecchtL. i nau- nutrito una razza di ribelli e e!ra giovane e comandava le struttura tripartita, coule e in- fragì, le pesche miracolose. gli d1 sognatori. di .rtlstl e di ri- barche pei mari del mondo tessuta ài canoni per .,a prima approdi d1 fortuna sulle coste voluzionari. comprava le sculture negre nel e la terza parte, bassta sul del Marocco o della Corsica, Si è de to troppo dei Vngeri Congo e i disegni espressionisti– rluettare alterno dei due soli- ché queste S'.lno le n,ete delle e di Ceccardo Roccatai;liata stl nel porti del Mar del Nord, sli e delle voci superiori del barche v1are~gine, h, tempeste, Ceccardi, d1 Viani e del Gene- le leone russe e I tessuti ma– coro nella centrale. Invece via l ruggii del mare e anche gi.J raie. di Bombetta e del Bava, rocchlni. Un uomo che potreb– via che la musica si svolge non amori furtivi o rapaci nelle del Balena e del Tofanelli. An- [:le mettersi sulla soglia della è n(anche più necessario tener reg,om lontane; sulla sera le che loro sono un po' entrati nel "118 bellissima Galleria, tutta d'occhio li testo per avver- barche mule partono per il lar- colore turistico di prima classe; mann, e cristalli. seduto su una tirne i significati. Se la Ca- go e lente scivolano sull'acqua ma è pur vero quella gente è seggiola, a guardare il mare, rità vista da Stravinsky è un del canale prima di sfociare nel allignata li, in quella plaga sab- fumando tranquillo, sicuro ln- M. ln. I

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