la Fiera Letteraria - XI - n. 40 - 7 ottobre 1956

Domenica 7 ottobre 1956 Pa11,.5 LA FIEf!A ---------------------------------=- L I<~ T T E R A R I A LA BIENN ZIA Eugeno Delacroix: '' Naufragio presso la. costa,. IL Pl1. 1 'l'ORE DI * BAUDl~LAIRFJ EUGENIO DELACJROIX *' Egli tocca in sostanza il limite estremo di efficienza interna della cosidetta pittura romantica fattasi ormai• adulta * di CA.li.LO VOLPE Si ha la sensazione che tutta la critica ormai fornita della ;responsabilità storica più distaccata nei confronti dell'opera di Delacroix, e dopo il caso eccezionalissimo di mutua comunica:zlione sentimentale fra il pittore e Baudelair critico, al termine della propria impresa intenpretativa ab– bia sempre a deporre la penna con un residuo di insoddisfazione e quasi dd dubbio sulla e11flcienza della lettura, ov– vero dei mezzi di lettura che sui pro_ blerni della pibtura romantica la moder• na storiografia Si è saputa procurare. Questo reale disagio, e giovi il candore di confessarlo, ha le sue ragioni nel troppo pe.]lido lume che ancora, e ad in– termittenza, rischiara la questione delle origini di tale cultura del 1820-30, da reperirsi com'è noto, ]ungo il buon trat– to d'anni che corre fra gli inizi· di Da– Vid (poco dopo J'80) e la morte di GérL cault (1824). Ii;i questo periodo della sto– ria della pittura kancese mai fu più ne– gativo e fllltizio il rapporto fra concetJt.i, o circolazioni d'idee, in ordine ai fatti e all'ufflcia1ità dominante, e per contro l'indlinazione reale del buon genio crea. tivo. Gros che dipinge battaglie e cata– strofi napoleoniche col piglio di un'osses- sione medioevale, e Géricault che cerca tUomini tra i « burini • della campagna la7Jiale, trascinando Poussin fra i sei. vaggi, sono il più vistoso indice dl quali motivi rispondessero a una vaUda esL gen7la interna. Ma questi fatti - ed esi– stono a.ltresl quelli più « dilflcili • della vltal!ità composita di Ingres e di David - Si errerebbe a non valutarli in una istoria di evasioni, che è come dire di ricerca della sincerità, presumendo quei ,valentuomini, neoclassici a contregge– nio, o antii-neoclasslci veri, di ritrovare 111ellecose scelte a guisa di simboli ester _ !Il.i di noi stessi, la luce, no&talgica per giunta, di una perduta eroicità e vergi– nità morale. Nè poteva accadere altrimenti, una volta infranta la coscienza di essere Il iprotagonista, magari umile, ma quanto sublime, di una umanità vivente e vera (Chardiri), per dover essere l'eroe, ad on– ta di tutto, di una umiltà o sincerità di– spersa e mortificata dagli aventi e dalla cui ture. Ma eroe dell'umile e del sincero non lo si può divenire che per eccezione e per investitura, sia pure umanitaria an1Jichè di,vina, e da bruciarsi aùla fine in un insolubile dramma personale. E x:osl accadeva in effetti: una specie di martirio su un rogo di mobiletti impero. Catastrofi e neufragi, crudeltà della violenza o della fatica quotidiana (vedi in quest'ultimo aspetto, più penetrante e moderno, l'ultimo Géricault), lo schiera. mento del repertoriio di codesti più au– tentici romantici in epoca neoclaRsica è una sorta di cronaca a!O'ind'emo della lo– ro cosciente danna:z:ione storica. Chi ne– gherebbe 1nfattl che I temp1 sarebbero stati maturi per un nuovo Caravaggio, quale fu poi Gourbet, se non fossero stati anche assediati da tali circostanze di aliena cultura, e, sQPrattutto, da uno sfondo di clima drammatico che in real– tà in quei casi esautora l'arte piuttosto che favorirla, quasi imponendole l'illu– sione di accenti che rimangono d{ estra~ nea natura e di eterogenea motl,ve:z;ione. In questi termini di malposta inv·esti– tu1'Q storica· esordisce la loti.a disuguale di Delacroix, quando ormai si esauriva la vena della legislatura neoclassica del Winckelmann e dell'attività più caduca di David, ma quando altresl la pittura romantica s'era fatta adulta con tutta Ja sua retorica, che Delacroix anzichè risol– vere aggrava con gli anni, toccandone in sostanza il limite estremo di efficienza interna. La Mostra cl,[ Delacroix allestita dalla Biennale è la buona occasione per aver visione in Italia di qualc:he squarcio si– gnificativo dell'eroica vicenda d! quel ~rande spirito. dl!lla sua lotta esaltante con l'angelo della pittura - un angelo che è sceso dal mito dei oieli di Rubens e di Tiziano vecchio -, lì della sua com– movente sconi\ tta. Impossibile non ripen– sare anche, quadro per quadro, ai com– menti entusiastici intonati da Baudelaire dinanZi a molti di questi stessi quadri, dove è la drammatica condizione esisten– zia1e dell'artista DeLacrolx, prima che i suoi risultabi, che trova una giustlflca– :ruone e un equiva1ente in ciò che il poeta dome • F'leurs • affermava. Se Delacroix avesse dlpinto, poniamo, una negTesse di verà carne, dannata alla meschl-na bel– lezza detle sue circostanze visuali, nella durata Impietosa di un vero crepuscolo pa1;glno, in un vero interno parigino; se egli fosse stato, poniamo, il. pittore delle « finestre • baudelairlane, aperte non sul p!ein aire della riva ridente di un giorno impressionista, ma su.J muro di nebbia della città che, a simbolo in quel momen. Eugcne DcJacroix: "Aspasia la moresca'• lo del co1:so della poesia moderna, agita i suol fantasmi minacciosi e viventi, al– lora forse avremmo avuto quella pittura romantica che è rimasta nelUa tavolozza ve.baie d'un poeta assai più avvisato delle attese dell'arte di quanto egli non presumesse che potesse esprimere la fantasia congeniale di un pittore, in real– tà mal esistito. Che mai sia esistita dunque quella pittura romantica che dovrebbe esprime– re l'equivalente visivo di una avvenuta poesia è dispiacevole constatazione per 'dii rifletta sulla storia della pittura co11 la fantasia pronta anche agli avviamenti mentali realizzati, alle domande senza risposta che si reperiscono, senza arbi– trio, fra le voc1 dei tempi. Nulla ahimè di quelle ansie e di quelle implicazioni sentimentali può spirare dallo sguardo di un marocchino, paludato alla romane o pezzente che sia, che nel trasferto eso– tico riesce in ogni caso incertamente epiblematico o addirittura insincero. E soltanto una sanuglianza inconsapevole con ciò che si preme, e che le animereb– be del crisma della verità poetica, sfiord i lunghi occhi malinconici delle « donne di Algeri•: il quadro forse più rappr"• sentativo della Mostra. Troppo, noi crediamo, per l'impresa di un uomo investire di un significato uni– versale alcuni simboli di storia umane raccolti da un repertorio di mero artitl– cio, convenzionato con gli aspetti più c;,– duchi di una mitologia risentita, ma <li mera attualità contingente; troppo per non restare nei limi ti di una contorta religione personale che brucia isolata, conturbante, come una alchimia faustle.na di qua del buio della moltitud ine che preme inespressa e nop intesi.. O manchiamo irremediabilmenlle noi. smaga ti dogo il risveglio, nel ripercor– rere con i nostri panni Impoetici l'uni– verso vaciHante e dorato del paradisi artificiali? CARLO VOLPE IJN'ANTOLOGIA A HERICAt\TA: I PITTORI E LE CITTil' * OMAGGIO E COMMEMORAZIONE * Cuore e poesia di Metropolis Turgum Zaim: "Tessllrici" L'Airt Instiiute di Chicagc> - cui U Museum of Modem Art di New York ha affidatn il compilo di allestire il pa di.glione statunit=e a Il a XXVJDI Biennale veneziana - ha avuto wi'idea felice scegliendo il tema « I pittori e la città» ad argomento di una la,r,ga r86Se~ in cui 35 artisti americani con com– plessi.I-e 46 o,pere rappresen– tano quest'anno n1 loro oae– se a Venezia. Se im.'fatti per molti arti~ti statunitensi del secolo scorso ispirarsi alla maesto3a bellez– za e agli sconfinati orizzonti del rpaesa"io ancora in par– te inesplorato del nuovo mon- Pittori e scultori turchi * di NUHULLAII BERii La paTtecipazione d e l l ;i scultura?; 2) la Turchia di– Turchia all'odierna Biennale venta moderna in arte? di Venezia ha essa degli ele• E' necessario rispondere al menti tali da riproporre ,J le due domande, polchè tanta prol:ilema dell'interdipenden- sorpresa denuncia la presen– za artlsbica tra Oriente e Oc- za di un prot>lema. cidente? Se si, alcune dello In Turchia si dipinge e ;, buone pitture e sculture che disegna dal sec XIII per di, si possono vedere nella sala poco. Dopo l'impero Selduceo, gentilmente riservata a 11 a per essere precisi. Ma, assai Turchia potrebbero senz:a spesso, la su:a bella scuofa di dubbio essere oggetto d'inte- miniaturisti è stata confusa ressanti confronti. Altrimen- e subordinata all'arte per ti via. il problema resta lo siana. stesso, poichè se le ricerche La Turchia ha la sua arte alle qua'li attualmente s'inte- moderna dopo il 1914; I suo! ressano gli artisti turchi delle pittori e scultori seguono ' recenbi generazioni non han- movimenti dell'Occidente; ma no potuto attingere vistosi ri- sono sino ad ora rimasti con- 1;ultati, è anche vero che esse finali entro ! limiti territo · presentano un certo interesso riali. '!limidezza? Complesso per lo spirito che le anim~ d'inferiorità? Deficienza or e che la meta potrà essere ganizzativa? Codesti fatto: una vdlta o J'altra raggiunt. hanno contemporaneament~ Perchè spessissimo in arte contribuilo a prolungare la vale la realizzazione e la può :gnoranza dell'arte moderna superare. turca. <'i han detto che i visita- Malgrado la scelta punto tori della sala turca alla perletta, alla Biennale si puo Biennale si sono trovati fra I constatare che la nostr~ ar– due sorprese: 1) come mai ;, te contemporanea si. o:ien~a Tuchia ha una pittura e uno su due strade essenziali, chP sembrano e !n verità sono molto opposte fra di loro. L3 prima tendenza segue i mo– vimenti generali dell'art~ mondiale d'oggi: figurativi, non figurativi o astratti. i,1 seconda cerca un'arte che ;,J espressione nazionale, con ,d piena coscienza - bisogna sottolinearlo - di quanto c1'1 comporta d'ingrato e di peri– coloso. Gli artisti che rice, cano 11 « colore locale •· pur ammettendo come ind!spen sabile l'adesione al~e tender ze generali dell'arte della no stra epoca. sentono nond!me no la necessità di conferi:·· alle loro opere il sapore spe c!ale che può essere determ1 nato da fattori d·lversi: r!fe rlmento alla tradizione n– zionale. sceltia del soggetto ispirazione più o meno dire· ta dalle manifestazioni (olei<' ristiche. · Tnsomma comprendere l'a1 te e dare all'opera un timb.·,, da turco in Turchia e nn NURfTLl,AH BEltK (Continua a. pag. G) * di GIORDANO FALZONI do significò affermare la pro– priia identità nazionale, o,p– tare per il paese che andav3 sol'gendo sotto i loro occhi e ohe brova'Va in Wall Whitman un cantore arppassionato. nel nostro secolo il ruolo di cc sog. getto americano» per ecce!– !enza è sta lo assun lo senza dubbio dal paes~io delle metro,poli. ' New York. con la sua sel,va di grattacieli è stata assunta a simbolo del dinamismo mo· derno. del q>ro,giressomecca– nico. di una indomita volon– tà di espansione economica. e dei lati posibivi come di quelli negati,vi della civiltà contem– poranea d'oltre oceano. Ma accanto a New York. sia pure in misura minore. Chicago. Detroit, Pit~burgh, S. Fran– cisco, ed al1Jre metropoli con i loro mutevoli e vari profili, hanno fornito agli artisti d'America una materia idealr. di rielaboriazione poC'tica ed un dato conorelo per mezzn del quale primere la loro oresa di posizione nei con– fronti dei più disoa,rati aSPCt– tì della società. dei suoi miti. e del suo cosbume. Alcuni pittori ,i sono ser,\·iti del paesa-!:!l(io ur,bano per rl– ca,varne simboli tali da esori– mere efl'icacementR la loro int1>rpreta1Jione del mondo aItri se ne sono serviti com<> di un pretesto pe,r il libero l(ioco della loro fantasia. al– tri ancora per E'sprimere ]e PffiOZionipnebiohe SU$Citale in 'nro d:,1 ritmo nuovo ed en– tusia<mante <lella vita mo– "~""" Tn tutti i ca~! la ores;i d; posl1.ionp <lell'artista è .,,.J.,,, ci..,.r:fìc~tiva. E' ovvio che i 35 pittori rappresentati nella rassell'l'la "on sono i soli che avrebb<"l'O meritato di essere Inclusi. ed è chiaro d'altronde che di ben altre dimensioni dcll\1rebbe es– sere una mostra tale da do– cumPn ta,re t>sauri<>ntemente la iconografia artistica della cit– tà moderna americana. M~ Ira i pittori di questa mostra f\1wrann artisti dell<' tenden· ze più diverse. taluni dei oua– li come Ben Shahn Mark To– bey, Edward Hopper, Willem de Koonin~ e come i tre giran- pretazione quanto mai com-lmente verso una rappresen– d i a,rtisti scomip,arsi negli ul- mossa, pur sotto le p arvenze tazione della realtà che non timi ann,i - Ly-onel Fein,ger, di una .flredd=a calli ,gradl.ca, sia aneddotica, non contenu– John Ma-rin e Jackson Poi- degli aspetti più m eccanici tislica. se pur violentemente lock - sono celebri oranai in del ipaesa,ggio di New York. espressiva. e percorsa da un tutto il mondo, altri invece come I' or.mai celeberirimo afflato universale che tra– - come Charles O~ar, Geo1·- pon1e di BrookJyn. , i;eende i motivi eonl!ngenti ge Mueller e Fred Berman - H girovigLio di SlCheletriohe dena sua ispirazione. sono ancor ,e:iwani e da poco cosbruzioni metalliche e di Questo afflato d1 u niversa– si sono affacciati alla nolo- c,lemenbi architettonici in ce- lità, que,;ta ricerca di pure:z.za rietà. Lo spettatore ha coil mento armato ohe caratteriz- ohe in Sihahn si eq uilibrano modo di misurare lo svilu,ppo za certi asipett'i del paesa,gglo in modo tanto perfetto con u.i rli alcuni aspetti dell'arile con- della città indu.s1JriaJe, è de- contenuto umano e sociale tem1pocr3111eamericana n-ella scritto con ,paziente. sintetica f'Vli<dentissimo,costituiscono Il orospetti\110 de~li ultimi ~O accUII'atezza ed in un esatto denominatore comune di tut– :,nni con una S1Uflllciente r,hia- !'qui I i b r I o compositivo da ta un.a $Chiera di astrattisti rezrza. Oharle,s 6iheeler, un singolare per i quali la città con il suo Il quadro c.he cl porta più realista per il quiaJ.e una mac- ,olto mutevole. con la sua addietro nel tem po è « Il IJ)a- chilli!-,. un tubo di lamiera evidenza di conlor!1i. offre lazzo dei telefoni a New \e,rn1c1ato d1 fresco, un bul- roltanto un punto d1 parten– York », un sintetico e dina- lone. una scaJa, IIJOSSOno dive- za remoto. rr,ico acquerello che John nire a ltrettanti personag,gi nel Così Mark Tobey, Ire an– Mairin dipinse intorno ,•1 pae.sa. ~io della città, i veri ni dQpo aver dipinto (nel 1910. Malgrado la data, il di- e prop ri protagonisti su una 1941) una veduta_ di Sa~ ointo non è invecchiato E' scena de,;erta e m-uta. Francisco tutta guizzante d1 impostato con vi o I e n z a La pr senza dell'uomo, in- rapide pennellate fluorescen– €'1Spr=iva secondo schemi C'he yece, si Ifa senti~e. co11 tut~o ti e gaiamente aned<l?ti~a. ricord31110le prime esperien- 11 ~uo peso n~I dlJ?mto dal ti- ha i,a,pulo m « ~:u.lgore d1 cil– ze cubiste e :lluturiste. ma re- to}o «Ave», m CUJ Ben ~hahn là» (1944) 1 a.rinvare ad una ca la inconfondlbile impront:, rappresenta la festa d1 San r,appresentanione astratta ed dello stile che I e celebro Gennaro a Mullberry Street, universale della vita nottui!'– il suo autore: fresco l,l'ruen- nel quartiere newyorkese de- na di una città moderna In to. quasi caotico. A vede.re gli italo-americani. detto co- un acceca111te~roviglio di sot– questo acquarello cos i ra,p- m;une;men~ Little Italy, Que- liii •e/{ltnenti incis.i su un (on- pr~entati,vo. non si può rare st 1;11t1mo ~ ~n~a duJ:iblo uno do o!'Curo. . . a meno di ricol'darc una fra- dei quadr,1 più mtens: non so- Un "bar,baglto di luci fluo– Fe d<'l diario di Mar-in. nella lo del paidùglione americano r~centi incastonate in una quale sembra incarnarsi una ma dell'intera Biennale· di trama di elemE'nti struttura– delle reazioni fondamentaJ.i quest'anno. Ln esso sembrann li più baS!Si di tono SU~E'– dell'artista americano con- ~oncentra~si e _riassumer~i le "'•cr- in « New Yo'.k" .di temporaneo di .ilront.e all'in- 1sta~e d1 vane correnti lì- Hfdd,a Sterne u;1a. smtet1ca alz d II d' • ltà i;ruo:atuve americane. da quel- im-oressione meridiana della c are e a m~mira re~ la ,pienamente documentaria, città vista attrave so l!H elt>– del nos_Lrotemq)O. « Vedo 1,~- pur in un tono commosso e monti metallici di \l'!l -ponte ponenti forze al lavoro: m- allusivo. di Edward Hopper, Un •enmlke PIE'mento ~trut– tenso movimento; case ,g-randi r,,resente con una veduta dal tull'al;, realizzato con poch" e c~se piccole, lotte tra le titolo « Alba domenicale». al rc, 0 ;,ci,. oennellatt> nn<' "1.11 piccole e le grandi: inlfluente re a I i s mo drammatico ed bianco real'zza la s.inte<:i !'m– di una massa sull'altra. mal(• espr~ionistico di Jack Le- hl<-mati{'l.1 òell~ <i<>~a città giore e minore ... Menbre que- vm<>,. di Re-~inald Mal1Slh. in un quaidro cli Franz K in<'. ste forze sono all'opera a Ma se l'opera di questi ul- uno degli cs,ponenli della IE'n– sipingere e a tirare. in su. in timi artisti. Pllir validissima, denza e9>ressionista-asiralh giù, a desbra, a sinistra, rie- sembi,a in certo modo legata A forra di astrazione. ne 1<> sco a cogliere 11 suono e la al l!'USto violentemente criti- <"P8're di alcuni a-Ttisti ron<' musica ,e:randiosa di quella <;<> e satirico dell'altro dopo- .Jackron Pollo 0 k ( « Co,.,,·.,r– lotla ». inierrn. il quadlro di Shahn, <senza n) e Wil em (In Knn- Questo motivo del dinami• artista che pure storicamente ninit (« otizie newvorkP•i »\ s-mo della città torna in for- e,; colloca nello stesso perio- non resta più a1Cl,., , .. .,,.-111" ma diver.;a in numerosi albr! do. non a ppa,re legato ad una e,mb ematico. Del n riti~. 1,.,,,_ artisti. come ad esempio in e,o< >ca.dà quasi l'imp sione tani~imo l'l'"('te«to ·P<f 0 •ol– Joseph S\Jella, un italo-ameri- di e ssere fuori del mpo, tanto un'e co intPri"1"n fi 1 tr~– cano che partecipò al movi- In quest'opera N'kttb\iamen- ta attrav< >r.so unn ·h'" rl'm,i– mento futurista e inslanca- le ~ente, Shahn dimostra di mo dnl t1 1ttn so!?'~E'ttivn. bilmente si eseroitò nell'inter- muovere sel!l$)re più decisa- GIORDANO FALZONI EMIL NOLDE * I movimenti artistici tedeschi dell'ultimo cinquantennio hanno sempre un r,ferimento all'opera di questo artista,la cui personalità è la più forte ed efficace della Biennale * di GIUSEPPE SCIORTI O La presenza di Emi! Hansen (che nel 1905 as– sunse il nome di Nolde, dal suo paese di origine) alla XXVIII Biennale di Venezia. a-vrebbe dovuto essere ~n onore reso al patriarca dei pittori tedeschi; ma 11 suo trapasso durante l'allestimento dell'esposizio– ne ha fatto si che le saJe a lui dedicate assumessero un valore commemorativo e rievocativo. Nolde (1867-1956) nacque all'arte negli ultimi de– cenni dello scorso secolo. in un ambiente che con– senti quelle esperienre rivoluzionarie che, in seguito, dovevano dal nazismo essere condannate come espres– sioni di un'« arte degenerata». Di questa totalitaria invadenza politica, mdubbiamente Nolde ebbe a .;of– frirne, senza rimanerne nemmeno per un attimo tra– volto: le sue persuasioni. le sue concezioni, il suo mondo superiormente immaginifico erano di una ma– turità tale che nessuna offensiva politica. anche se dotata di crudeli mezzi coercitivi. poteva seriamente sopraffarli ed eliminarli. Alla !orma rigorosa, nell'opera di Nolde. è da ag– giungere la esuberanza cromatica: la sua pittura. in– fatti, si giova di un acceso e a volte \'iolento lin– guaggio coloristico che, pur ancorato all'espressioni– smo per arricchirlo. ha saputo diventare decisamen– te personale ed imporsi a critici e a collezionisti. I movimenti artistici tedeschi dell'ultimo cinquan– tennio. almeno i più validi. hanno sempre un espli– cito o implicito riferimento all'opera di Nolde. im– prontata sovente a un sentimento drammaticnmente religioso e che al colore ricorre non come a un ~o– dimento (colore edonistico) ma come a un s: "~ :o. E' in lui un esempio affatto personale del C<-,ote– simbolo, di una intensità che non viene meno nean– che all'affacciarsi del demoniaco. In tale senso va visto quel qualche cosa di diabolico che è nelfa Pentecoste e che diventa quasi un'apparizione con una prospE'ltiva da ex-voto in Maria Egiziaca; a un significato che trascende l'oggetto ci porta Nalllm morta con cavano; Ira le creazioni noldiane più drammatiche va posta La moneta del tributo . 'olde ovviamente grandeggia nella storia dell'arte tedesca di questo primo quarto di secolo: dall'iniziale grafismo laulrecchiano al primitivo e al barbarico giunge via via a slanci di un sapore profondamente mlslico; e il misticismo permea la sua pittura come una manifestazione intensamente vitale ed inelimi– nabile; ed è sempre. nei suoi slanci, di una since– rità sbalorditiva che lo porta ad esprimersi in forme di una elementare grandiosità. senza mai cadere nel banale della retorica. In Ritratto di due uomini sentiamo un ricordo classico tradotto m un linguaggio d'una forza sorgi– va; in Mare 1947 abbiamo il canto di un elemento nordico tempestoso e tragico; in Criato e la peccatrice

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