la Fiera Letteraria - XI - n. 31 - 29 luglio 1956

Pag. 6 LEGGEVO u A Giovanni Papini in una. recente loto, con la ~ipote fETTERARTA Domenica 29 luglio 1956 FRATER ITA' « LEGGENDA I UNMENDICO GERMANICO» * PAPINI Cartoline Wie~hert di Bologna 1•adioau to1•e Agli inizi del 1950. Giovan– rii Papini debuttava ai micro– foni della RAI in ve,te di radioautore, presentando agli ascoltatori e alla critica la sua unica fatlca radiodrammati.ca. Il diavolo tentato (realizzato da Guglielmo Morandl, musi– che di Vito Frazzi, interpreti: Roldano L"pi (Satana), Nella Bonora (Virgia). Antonio Cra•t (Raffaele) e Renato Comhiett' (Urie I). Fu una buona trasmis– sione, senza dubbio migliOTP de' Una Jarme du diable, tratta da Tltéophile Gautir, che l'anno successivo vinse il .,,, pri:c Ita• Lia.-. * cli ALFREDO RIZZARDI * J. Là, dove il muro con la pancia di pietra sopra il vicolo cola il verde tra i massi, e un filo tenue di cielo che si stempera sui colli lascia alla vista, frotte di ragazzi schiamazzano correndo, fanno sbattere spalancate al grido delle madri imposte di finestre quasi inedito Lo scrittore, con i suoi versi calmi e tranquilli, riesce a proiettare sui personaggi, che hanno nomi biblici, una riuscita atmosfera di mito )f di PRA:\CESCO BRUI\0 L'opera narrativa d1 Ernst W1echert non presenta più per i lettori italiani alcun mistero: essa è tutta accuratamente tra– dotta e ampiamente commen– tata. sono ( Da• Spie! vom deutschen Bette!mann). è proiettata in una sfera di incanto magico. Lo scrittore, con I sUO! versi calmi e tranqu1lli, riesce a creare intorno at personaggi. che hanno nomi pubblici, una atmosfera di mito, la quale rende ancora più mteressante 11 r~cconto. -LETTERA DALL' OLANDA * Giovanni Papini si avvicinò al severo vaglio del rn..i.crofono per invito della RAI che, nel 1949, sollec,tò un certo nume– ro di scrittori per un incontro tra letteratura e rao'>ofort!a L'esperimento non si dtmostrò affatto costruttivo, ma tra te pochi.ssime oJ)ere, che s'impo– sero all'attenzione dei compe tenti. dobbiamo annoverare. tra le pri1ne, appunto questo Dia– volo tentato. La vigorosa per– sonalità dell'autore, il suo sti.– le 111.assiccio t2 fantasioso. Ti.u– scirono a modellare .-fonemi ... efficaci. e corrosivi. tali da passare attraverso il nido di vespa deL microfono con pre– potenza e ali di lunga penna Papini possedeva una virtù, quella necessaria all'autore ra– diofonico, quella cioè di espri– mersi con un linguaggio ClsciuC– to e immediato. alzano in fuga un volo di colombi. Quando andavamo cercando affannosamente i ltbri dello scrittore tedesco, che ci aveva molto interessanti fin dagh anni giovanili, eravamo in po– cht; poi, a mano a mano che le opere d1 W,echert s1 anda– vano diffondendo, il numero dei lettori cresceva e la cr1t1- ca stessa diveniva attenta e scrupolosa. Ricordo che il primo Saggio, veramente acuto e diffuso, ca– pitato sotto i miei occhi, fu quello di Bonaventura Tecchi dedicato al narratore germa– nico. Tecchi me lo inviò 1n Giobbe è presentato ne!la ve– ste di mendico tedesco. Spicca– no le ftgure della madre, della moglie e del figlio di Giobbe. Tutti parlano con un accento particolare e incon[ondibile: e le loro parole vibrano intorno come sospese nello spazio. Es-– se aumentano mavvertitamen. te, ingrandiscono l'alone miste– rioso, che avvolge uomini e cose. Un ~indizio di C uperus su Papini * * Poi la strada è deserta. Solo il muro resta, a sb_arrare la città. Si piega verso un vicolo basso dove l'acqua ristagna sui tombini e le ruffiane siedono infreddolite sui portoni. I estratto,. perchè I~ -:tveva ~ub– bhcato m una rivista prima di includerlo nel volume: 1 Scrittori tedeschi del Novecen- 1 to (1941 ). •••Benchè momento sia confuso e quasi timido, ha qualcosa di orgoglioso. Credo che in questo Una crosta di secoli suggella Nondimeno, qualche cosa an– cora di Ernst Wiechert rimane sconosciuto alla massa dei let– tori, non importa se si tratti di opere minori. Ma uno scrit. tore che molto abbia prodot– to, ~ anche importante, tante volte, per i suoi lavori di esi– gua dimensione: perchè in que- La traduzione del Poemetto in versi italiani, di cui mt be– neficio, ancora inedita, è di Ippolita Fanna, che si attiene ledelmente al testo tedesco, cercando di riprodurre 1'1nge– nuità ispirativa dello scritto– re, che conferiva all'operett.a un accento pacato e sobrio, 11 più adatto a rendere interes– sante il mito d'intonaz1r>ne bi– blica. stia per diventare il più profondo, il solitario appassionato, il più grande la strada, che è chiamata Senzanome. * di LUCIAl'\fA. ZA.NUCCOLI L'AJA, luglio. e transatlantiche che scendono egli stesso si pensa in "Un uo. Crediamo di non ingannarci alla stazione di S. Maria 1 o- mo fluito». E' piccolo, un po' pensando che pochi in Italia velia» e che egli piuttosto vor- pallido. un po' timido, un po· conoscano il gmdizio che su rebbe buttare nell'Arno. confuso e i suoi capelli ricciu– Giovanni Rspini formulò Louis « E' vero - riconosce con ti dei quali va orgoglioso ser– Couperus, grande, forse il rassegnata indulgenza Coupe- peggiano lungo la falda del maggiore scrittore olandese dei rus - io debbo annoverarmi cappello. Gli ho detto che bo primi del secolo. Tra la set- tra queste scimmie ma non mi trovato il suo libro tanto bello tantina di volumi che ci ba sento offeso. Se Papini detesta e lui cosi simpatico, anche se lasciato, ve n'è uno: « Jan en il cattivo gusto dilagante per egli vorrebbe gettarmi nell'Ar– Florence » (Gianni a Firenze) le strade e le botteghe di Fi- no. Allora ha sorriso pallida– Ceditore: L. J. Veen - Amster- renze dove chincaglierie orri- mente. ~on ha detto molto ma dam) scarsamente noto ai suoi bili. grossolani « souvenirs » quello che ha detto, lo ha det– stessi connazionali i quali del cercano in tutti i modi di fer- to con voce mite. Non sembra Couperus soprattutto i roman- mare l'attenzione del turista. per niente cosi audace e fero– zi prediligono e per ricordare !llon posso che dargli ragione. ce come in quello che scrive. i due più famosi: « Eline Vere» E se debbo convenire - sot- Ha un'anima quasi nordica e e « De kleine Zielen ». tolinea con umorismo nordico anche il suo corpo gracile e i In « J an en Florence » lo - che sono una scimmia, ere- suoi riccioli neri non sono ita- 6crittore olandese racconta in do di potermi considerare tra liani. Per me non è un "italia– forma diariGtica, con tono in- le scimmie intelligenti». Nel no" eppure è simpatico. Gli ho timo, diremmo. senza pretese 1 riferire, nell'esarninare, neJ detto che, benchè io sìa diver– le v:icende modeste, le perso- commentare l'impeto distrutti- so da lui, ho trovato in lui, nali considera:doni su un sog- vo che scuote Giovanni Papini mentre leggevo il suo libro. giorno a Firenze durante l'in- attraverso questa agitata ri- una fraternità ... Ed allora eglj verno 1913-'14. Giovanni Papi- cerca di sè stesso, Couperus non I ha sorriso di :1uo':o, pallida– ni dommava allora la scena solo rivela per lui mdulgenza mente... Benche sia confuso, intellettuale fiorentina: nel '12 e comprensione, ma interesse. quasi timido. ha qualcosa di era uscito « Un uomo finito» simpatia, rispetto. Sulla gran- orgoglioso. Credo che in que- nel ·13 si era clamorosarnen- dezza del fiorentino non ba sto momento stia per diventa– te gettato nell'avventura futu- dubbi ed esprime giudizi che re il più profondo. il solitario rista. Couperus «estetista» pi- riletti oggi alla distanza di più gro, sognatore e «passatista» d'un quarantennio assumono - com'egli stesso si definisce un interesse e un valore no- - ma intellettualmente v:ivo e tevolisGimo. Nuovo è anche lo curioso degli uomini e della accostamento che lo scrittore vita italiana e fiorentina in olandese fa dei rinnovatori àei particolare, cerca di cogliere «Leonardo» e, dieci anni più Lo scrittore fiorentino, vo- sti è reperibile quasi sempre Lendo servire con umittà il * la tematica, che vediamo poi mezzo espressivo che affronta ampliata nelle composizioni d~p!~:i~~::~· ~~fw/1. p~orah~ va per la prima volta, si pie- I ~:i:,,~~inative di maggio:e im- mai incontrato un Italiano con g() con intelligenza alle rego- 2. Fra le cose meno note. meno un'anima cosi nordica, di mez- le fondame"ltali della .compo- apprezzate di Ernst Wiecbert za tinta ... "· sizione~ a.-ustica. Scavò un Vedi le torri, i tetti, i grattacieli risulta un Poemetto in versi, Il Couperus scomparve nel bassorilievo a forti contrasti. (un impasto di secoli impiccati) che é come una legge nd a bi- '23, una diecina d'anni dopo con poche figure, in un ampio blica - Das Spie! vom deu- quest'incontro. La conversione spazio di fantasia. Nobile ed tendersi sopra i fili del tranvai tschen Bettelmann ::- ii:> ci· ri• di Papini, le opere che ad essa onesta prova che dimostrò an- corrono i motivi p1u s_1gn1 ic~- seguirono dovettero certamen- cora ••na volta quanto la per- fermi nel vuoto viola della notte. ttivi delhl~ sua arte cos, racco. te riportarlo alle sue prime im- ~ a e c ,usa. pressioni. a quella, per esem- sonalità di uno scrittore. se ben Ora che la_ pietra comunale II Poemetto, che abbiamo po- pio. che quando Papini si era convogliata in forme nuove di tuto vedere e sfogliare, occu- Jasciato prendere dal momenta- rappresentazione, possa impor- rossa e massiccia s'è dissolta in aria pa soltanto 42 pagine; !u siam- neo orgasmo iuturista, nem- si integral?nente. palo in pochi esemplari, ora meno lui in iondo aveva anco- sottile, e il silenzio blù t'incanta introvabili, nel 1945, dall'Edito- ra ben chiaro che cosa voles- Papini t,ovò nella radio, nel- reVer!ang Rurt Desch, Monaco se ... Ma la validità dei giudizi la cecità per la assoluta faccia come la cartapesta d'un teatro, (il quale ha pubblicato tutte di Couperus rneg:io appare a carnale, materiale e çonUngen- le opere di \Viechert). noi che. sopravvissuti al Papi- te delle cose, una sua vigo- ora forse un acrobata potrebbe Lo stesso Poemetto non é ni. ne possiamo abbracciare la mai stato ristampato, nè tra- opera. E ci sembra che il ricor- rosa eloquenza, ciò clte pubbli- col suo passo di seta dotto finora in italiano. Si po- dare oggi questi dimenticati co e critica non po11anno di- trebbe ritenere quasi inedito, scritti dell'Olandese, dettati da menticare. E qualcuno, domani. traversare l'angoscia dello spazio anche m considerazione do! una cosl spontanea simpatia dovra tenerne conto se vorrà fatto che gli altri libri di Wie- da una cosi decisa ammirazio•1redigere una storia della lette- fino alla guglia verde della Vita. chert sono largamente diffusi ne, rapp~esenli quasi una com- ratura drammatica tipicamente ALFREDO RIZZARDI in Europa. memoraz1one che questo paese . . La • Leggenda del mendico può fare del grande scomparso rad •ofonica. germanico•, apparsa nel suo LUCIANA ZANUCCOLI l ALBERTO PERRINI ~--------------------------~titolo originale undici anni or LETTERE DALL'ITALIA LETTERARIA * Le donne specialmente, nel Poemetto, sono rese con garbo e lieve dolcezza: perché Ernst Wiechert è pur sempre l'auto– re di alcuni romanzi e rac– conti, i quali rappresentano figure femmin1h sfumate 1n una luce alquanto grigia. ma soffusa di tinte delicate, d1 chiaroscuri teneri e morb1d1. Anche nelle foreste silenz,o– se e deserte, fra boschi immen– si e laghi sterminati, le donne si palesano nei loro atteggia– menti riservatissimi. parlano con discrezione, agiscono cau– tamente. Esse sono attorniate da esseri prim:.tivi, da uccelli notturni, che mettono briv1d1 prolungati di sgomento nella loro anima assorta, quando get– tano all'improvviso lamenti an– gosciosi con i loro gridi alti e laceranti. In una novella di Wiecbert, anch'essa poco nota, intitolata e Veronica•, si parla dell'infan– zia favolosa, dei boschi che po– polano la solitudine sconfina– ta dello scrittore che, da bam– bino, ascoltava rapito la lettu.– ra della Bibbia fattagli dalla zia Veronica. La vecchia si accomodava gli occhiali, face– va risplendere le sue pupille azzurre. La fanciullezza di Wiechert, trascorsa nelle selve, ha un che di veramente misterioso e sC>– lenne nello stesso tempo. sullo sfondo della Firenze son- tardi, dei futuristi, con gli « Ot– naccbiosa, le fiammate della tantisti » olandesi. Traduciamo nuova battaglia futurista. Ed è con questo brutt.o equivalente un impegno - questo - per italiano la parola olandese lui. diretto a sfatare i pregiu- « tachtigers » che indica quel dizi d'un amico olandese, Jan gruppo di poeti, letterati ed (al cui nome s'ispira il titolo artisti che verso il 1880 opera– del libro), il quale dete6ta Fi- rono un rinnovamento nel pen– renze per l'atmosfera morta, la siero, nell'arte. nella lettera– vacuità di v:ila, la perenne ed tura dei Paesi Bassi e dei qua– inuWe adorazione del passato li Couperus si può considerare che v:i si respirano. Jan ba un un figlio, per quanto la forte temperamento pratico, sereno, personalità, l'originalità e iJ equilibrato, senza slanci, sen- valore dei suoi scritti lo pon– za ambizioni, senza aspirazioni gano su un piedistallo più ele– originali ma è dinamico, aman- valo ed isolato. Egli osserva Padova, duerni) a • 311 Ili dopo Neve e sogni erano i com– pagni abituali del ragazzo pen. soso, che attendeva l'arriYo di Babbo Natale, dei Magi prece– duti da una stella rossa; e il fanciullo vagava lontano con la fantasia. perché la zia Ve– ronica rappresentava veramen– te per lui la favola. Ella si accomodava gli occhiali sul na– so e bisbigliava piano al ni– pote: A cura del club italo-francese, Academie de Poesie per « Jeux Diego Valeri, che ha ottenuto proprio in questi giorni un premio dalla de mots n, ha voluto offrirci un'esauriente opera squisitamente patavina e Tu sarai un poeta ed 10 penserò di cucirti una giacca variopinta che ti faccia subito distinguere dai tuoi fratelli •. te del «fresco», del nuovo. dunque che i «rinnovatori» Convinto dl non poter trovare, italiani i quali nella loro au- E' certo una esagerazione tra la polvere di Firenze, nien- dacla si scagliano contro ogni quanto si dice spesso sullo. let– te di vivo. di fresco, di palpi- grandezza passata sono « assai terataum italiana di provincia, tante, decide di ritornare alla più giovani» di quanto mai ab- e cioè eh.e da essa uscirebbero Aja e ad Amsterdam dove, al- biano saputo esserlo gli « ot- tutte le forze letterarie più at– meno, una corrente di rinno- tantisti » olandesi che mai tive e valide. Se attualmente vamento già da anni pervade avrebbero osato mettere le ma- J'arte, dà nuovo alimento alla ni addosso a Vondel o a Rem- è impr<YJ)rio parlare di pro– poesia e alla letteratura. Cosi brandt; ma la gioventù ba sem- vincia per quanto riguarda la Couperus si trova ad assistere pre ragione». Questo spirito letteratura e l'arte, dati i gran. senza l'amico ad una manife- distaccato, sereno, obiettivo lo di mezzi di informazione per stazione dell'emozionante rivo- ritroviamo in un intero capi• cui l'aggiornamento culturale luzione futurista. A lui lascia- tolo dedicalo a « Un uomo fi. è, possiamo dire identico, net– mo la parola. nito» e in poche righe che de- la metropoli e nel paeselto, « Il teatro Verdi: davanti al scrivono un incontro con Gio- P"re quel com,plesso di fattori t,eatro guardie e carabinieri. vanni Papini. «" Un uomo fi- eh.e va sotto it nome di vita dentro, un baccano d'inferno. nito" - scrive Couperus - letteraria è ovvio risenta gran– PaGSatisti e futuristi in aperta non è soltanto· l'autobiografia demente dei fattori ambientali. e piena lotta. Appena i Iutu- di uno scrittore, è l'immagine La citbà di provincia da un la– risti appaiono, vengono accolti in parole di ogni moderno gio- to presenta aspetti positivi. in con lancio di patate. arance e vane poeta, pensatore e scrit- quanto la comodità del contat– cavoli fradici. Ma i rappresen. !ore, non soltanto in Italia, ma to individuale e l'amicizia (o t3nti del futurismo resistono. in tutta Europa». E in molti l'inimicizia) subito stabilita Marinetti e sette od otto altri altri giudizi riconosciamo una con chiunque altro si occupi giovani siedono davanti a un comprensione precisa, intuitiva delle stesse materie favorisco– tavolo come ministri del futu- del valore del fiorentino. « Pa- no lo scanabio delle idee e !'in,. ro. In mezzo al pandemonio pini mi appare il più grande contro umano. A questo si de– sono ammirabili per il corag- spirito dell'attuale letteratura ve unire la naturale tr(lnquil– gio, la perseveranza, la fran- italiana; lasciamogli libera- lità di un ambiente dove le chezza e Marinetti parla dl mente deprezzare le eleganze polemiche arrivano riflesse e musica, d'arte, di pittura. Vie- letterarie. Egii mi sembra lo i fenomeni letterari pitì validi ne colpito ad un occhio da una audace, orgoglioso, inavvicina- hanno modo di risaltare nel cipolla marcia. Non si arrende. bile genio del nuovo monde Tra i due gruppi si alternano spirituale italiano. Lasciamolo quadro n_azior_tal_e perc~è pos_ – imprecazioni. ·•Passatisti" - pure liberamente sputare su sono ventr ".' st ' .da! d, fu.on urlano gli uni - "pazzi", ri- tutti quelli al quali l'umanità Fatto negativo_ e _invece quet– spondono gli altri». ha messo l'etichetta del genio lo che !a. provn~c_,a tern;e ad Ma Couperus pur riconoscen. sulle spalle... " Un uomo fini- tstentire e a foss,lizzare l espe: dosi "passatista" senza rime- to" è il richiamo potente, for- rtenza letterana, per _la _q~as, dio e pur avendo il carattere temente virile d'un uomo che gen~rale 11iancanz11;d, nviste, moderato e prudente proprio vive e vive intensamente, che d1 imztatwe locah, . soprattut– della sua razza, non si scanda- vede il futuro arretrare da- to per il senso d, isolamento lizza per niente di certi eccessi vanti a sè e si prepara a nuo- e di solitudine che colpisce tutt'altro si rallegra con sod- ve lotte, nonostante tutte le specialmente il giovane e clii disfazion~: « Se Jan fosse pre- sconfitte del passato». Nella volesse un poco rimanere ente - egli pensa - si ren- sua forma « nonchalante » il estraneo a tutto quel com,ples– derebbe conto che Firenze v:i- Couperus alterna in «Jan en so di mescliinitn e di invidie ve e come vive!... I futuristi Florence » approfondite consi- eh.e sono i! naturale compie– sono giovani ed è meraviglioso derazioni di ordine letterario mento detla cultura di provin– sentirsi giovani!». E nelle pa- ed intellettuale al racconto di eia dovute in specie al fatto gine che seguono, rivive la ft- piccoli avvenimenti dai quali eh.; tutti si con-0scono e sono gura di Papini, di quel Papini egli è colpito come «turista» costretti a frequentare i me– « appassionato solit!'-1'10» nel nel d~lce, mom_entaneo esilio desimi ambienti, cosa eh.e por– quale lo Olandese nconosce la fiorentino. Lo diverte lo spet- ta continuamente al confron– personalltà più eminente del tegolare dei professionisti della to diretto. mo':71mento in quel periodo. A citt~ a mezzogiorno. al caffè Padova è un poco la città ragione CouJ?erus pensa che e:m1, lo so':Prende 1! «_duo» più indicativa a questo propo– ,, forse Paplru ~t;esso non sa d un _mandolmo e u~a chitarra sito: nan tanto svi!wppata da ancora con preC1G1one che cosa c~e. in una notte d1 carnevale poter indirizzare ed influire ;~rr:::e d::b~;;~~~arlofo~ ~~ea ;~~m~~~.~~~o ;; 1 ~~f~~ sulla ~ita culturale italiana, è è giovane, audace e focoso? ». d'angolo tra via della Spada tuttav,a, ~pec,_e. pe?' la sua fa; E «scusarlo» l'Olandese lo de- e via dei Fossi. Tra queste ed mosq, università,_ m grado_ dt ve soprattutto per un discorso altre « brevi notizie» ci imbat- espnmere una vita !etteraria e che Papini ba pubblicato « con- ti amo in poche righe che pre- cultur~~ sua pr~na, con ca- tro Firenze passatista» nel pe- feriamo tradurre fedelmente: ratt~nshch.e_ ~efintte. . . riodlco « Lacerba » dove osser- « Stamattina abbiamo fatto co- . L Untversttià, dopo ti ~1sfi:· va che Firenze vive soltanto in noscenza con Papini. E' venu- c1me_n~o del te!'tro del! Uni: un bigottismo passatista e do- to con Maurits Wagenvoort da ve~st_t<1; eh.e ha mterrotto ogni ,·e impreca sul suo brutto vez- Gilli per conoscerci. Non ap- att,v,ta te'!-trale. padova~a, se zo di volersi trasformare in un pare per niente un lupo man- non per t vari gruppi fi.!o– !(rande museo al servizio di naro che addenta tutti gli stra- d_ram1?'atici. entra nella vita tutte le «scimnùe transalpine nieri. E non è cosl bruto come cittadino. con le sue CO'Tl,feren.ze, di SA~DRO ZANO 11.'0 che hanno un peso ben defi- fuori dell'insegnamento. Da nito in citlrà pere/tè permetto- questo consegue inoltre lo stil– no un aggiornamento della ticidio, cosl nocivo alla provin– cultura italiana e straniera, im- eia italiana, dei giovani miglio– possibile altrimenti. Le singole ri verso le grandi città, verso personalita dei professori poi te sedi dei grossi giornali, dei er.trano nella vita letteraria grossi complessi edito,iali, dei cittadJna in via personale, co- centri dove si prospetta1lo 1nag– me è il caso di Diego Valeri. giori le possibilieà di afferma- lremmo dire eh.e in queste cit– tà di provinci.a la cui.tura e la letteratura in particolare tro– vino il loro terreno più adatto netle sale dei circoli e nei sa– lotti eleganti. Parrà strano, rn.a il salotto della sig110 ra N inì Oreffice, pur essendo in una città un po' decentrata ,ispet– to alte metropoli itaiiane, può esserq paragonato <1ll'ormai fa– moso salotto rom.ano di Maria Bellone:. li resto della vita letteraria zio ne. Vita lettera, ia costituita è affidato a professori di scuo- da, professori di ~rnola media, la.media e a colte signore della ma che non si articola nella buona società: fenomeno tipico scuola. perché la scuola ita!ia– delle citti<ì di provincia, dove na ancora non ha trovato il at giovane non si presentano modo di influire nella vita cul– possibilit<> di professioni lette- turale delle città in modo piti rarie o pttbblicistich.e, a! di ·vasto dell'insegnamento. Po- Per quanto riguarda i circo– li, a parte quelli che costitui– scono un retaggio dei .- circoti. dei nobili» dei grossi paesi di Leprofeziedi G.A. Borghese (Continuazione da pag. 3) far piazza pulita di ogni intento e scru– polo che non sia antiletterario ed antiarti– stico. Molti ancora non si sono accorti che. credendo di avversare lo spauracchio di chi sa mai quali calligrafismi ed armeti– smi, non fanno che auspicare l'avvento di una lettei,atura documentaria. Per quel dh'è del Bo11gese - non po– tendosi comunque nega,re che al suo Rubé spetta una certa priori,tà cronologica nella serie italiana dei romanzi del Neorea'l:is,mo novecentesco - a noi semb-ra che le mi– gliorj prove, da,] I-a to artistico, della sua valentia di scrittore. il Borgese le abbi>• forse offerte negli artico!,i di viag.gio, tra descrittivi e r1flessivi, critici e poeticj, in– tenti così alla bellezza naturale come alla sottigliezza spirituale d'una terra, d'una città; nonché negJ.i articoli a metà tra Ja saggistica e la n2rrativa, al101·chÉ l'occhio della mente era fisso all'indagine di nuovi stili e ài nuovi problemi, o, nel rincoi-rPrne la fonmazione, per un po' s'abbandonava qua,si alla s,ua stessa inesauribile cwriosità. Nacquero cosl le raccolte: La nuova Ger– mania ( 1909), Autunno di Costantinopoli ( 1928), Giro lungo per la primavera dal– l'En.gadina alle Alpi orientali, da Atene a Parigi e dal La,ghi gelati a Ronco sul Lago Maggiore, (1930), Escursioni in ter,e nuove, cioè nell'ln,gihilterra del VII con– gresso internazionale di Filosofia ad Ox– ford (1931) e Atlante americano (19~6) sorta di viaggio sentimentale negli Stati Uniti, che doveva prolungarsi per una quindicina d'anni. Giustamente perciò, •.el '52, i giudici del « Marzotto •, pure asse– gnandogli 11 premio per le ristampe di tr 0 veoo.riie qpere critiche, tennero •a precisare ohe il menit.o di aver dato una produzione « _più fascinosa nel saggio e nell'articolo e nel genere della critica letteraria ohe non nella stessa poesia fu, tra il ,primo e il secondo decennio del secolo, opera di alcuni giovani i quali, prese d'assalt.o le terze pagine dei giornali, le fecero di colpo letterarie con uno 6l)lendore senza prece– denti e certo senza riscontro pre o le altre nazioni». Innegabilmente, nei modi impetuosi e sofi;;,tici che più fwron suoi e che lo rive– larono «romantico» fin dai primi scl'itti del periodo fiorentino, Borgese tu tra quei «giovani». « M,a chi non ha fu-equen– tato Bo1,gese negli anni del Leonardo e dell'Hermes, della Storia della critica ro– mantica e del sag,gio sllJ] D'Annunzio, non ha idea del fascino delia sua personaJ.ità nel fiore della giovinezza: fascino che ailora lo stesso Croce non subi meno di noialtri compagni»: cosi rammenta te timonia Emilio Cecchi (nell'Europeo del' 18 dicembre 1952 e ora in Di giorno in giorno, 358-359). « L'incredibile precocnà intellettuale prestava alla sua gi0,nnile baldanza e fin tracotanza una autorità da maestro ... Si trovò celebre, senza .nem– meno aver dovuto bussare alla porta della celebrità >>. Purtroppo, per noi che siamo l(iunti a cose fatte, resta documentato che cia– scuno di quei •giovani• operò in modi diversi e ~pe· o opposti. E resta anche provalo che da tale disparità ebbe origine, per non dir provocazione, l'annosa pole– mica del Bongese, culminata in Tempo di edificare e sublimatasi wagneri,anamente tra i paragrafi dell'utopistico Disegno pre– liminare di Costituzione mondiate, sorta di preambolo all'Unione universale de- gli Stati, ENRICO FALQUI campagna, e eh.e riuniscono discendenti della vecchia ari– stocrazia terriera della cittd, il più avanzato culturalni.ente e più teso verso un'opera di ag– giornamento è il • Club italo– francese », che ogni anno orga– nizza un nutrito numero di conferenze di personalit<> let– terarie francesi e italiane, di letture di poesia, di proiezioni di cortometrag gi e fitms. E' certa·mente il cent.ro più vivo della città. Diciamo della città carne capoluogo, perché non è da tacere certo eh.e nella pro– vincia fioriscono iniziative che continuano ad avere un loro peso nei panorania 1ia.zionale. Vogliamo alludere i11 primo luogo al * Premio Cittadella» di poesia. che ormai ha rag– giunto un bel numero di edi– zioni. forte dell'appoggio del- 1' Ente per il Turismo. e clte si è trasformato da poco in pre– mio per -raccolte già edite di poesia. A questa trasformazio– ne del *Cittadella» lta corri– sposto la nascita di un altro premio di poesra ad iniziativa de! gruppo * Scrittori veneti»: H # Premio dei colti• che ver– r,à assegnato ad Este in con– coniitanza con gli annuali fe– steggiamenti del • Settembre Euganeo». Presidente della giuria è Giovanni Co1nisso, vi– cepresidente Luigi Gaudenzio, e memb·ri sono Giulio Alessi, Carlo 1"/artini, Carlo Munari, Bortolo Pento, Marco Pola, BI– no Rebellato, Vittorio Zambon e Andrea Zanzotto. Nella giu– ria è a nch.e Bino Rebellato. che de! • Cittadella» è stato il pro– motore e l'ideatore; poeta egli stesso. è u,10· di quelli che per la letteratura di Padova hanno fatto maggiormente, con la sua giovane casa editrice. fiorita da poco attorno al • Premio Cit– tadella» e che poco per volta ha allargato t'ambito a tutta la migliore letteratura veneta. Ora Rebellato lia in program– ma una collana di opere dei maggiori scrittori. itatia ni ed ha in corso di pttbblicazione una serie di scritti per una interessante iniziativa cittadi– na. Iniziativa a cui sono inte– ressati tutti gli ambienti clte a Padova si occupano di lette– ramra e eh.e mira a raccogliere ,n una collana opere di scrit– tori padovani aventi co1nP.sog– getto Padova stessa ed illustra. te da. scrittori padovani. Atto di nascita. di questa collana è stata la pubblicazione, recen– temente a,wenuta da parte del Club italo-francese a cura di Luigi Gaudenzio. di * Padova, duemila anni dopo» di Diego Valeri, illustrata da Tono Zan– canaro. Diego Valeri ha avuto da poco il grande successo di • J eux de mots. (A u Divan, Paris). raccolta di poesie fran– cesi, clte ha ottenuto fra !'al- tro. ~n questi giorni, un prem,o dell'Academie de 'Poesie. ma è uno dei più qualificati scrit. tori di argomento padovano, come fa fede il suo * Padova, città materna • di qualche anno fa. lt seguito della collana è stato ripreso da Bino Rebella– to~ ed è uscito in questi giorni • Invito ai colli Euganei~ dt Giulio Alessi con ìllustra=ioni di Mario Disertori. Opera no– tevolmente interessante del giovane scrittore pudovano che si ricliiama come linguaggio aUe sue .,, Ca1l::oni Euganee .., contenute net volume di versi • Cara città. e/te ila dato da poco alla luce per le edi:ioni Re bella to. fo queJto panorama della letteratura pudovana no11 poteva manca re Luigi Gauden– zio, direttore della bella rivi– sta • Padov,1 » e clte ha otte– nuto da poco it grande succes– so del suo romanzo • I capponi sul Colosseo». edito da Ceschi– na. Il terzo volume infatti sarà dedicato ad uno studio. • Sta– tue prataiole• s•ille statue del Pra' della Valle, the effigiano nella pit'L beli~ piazza di Pado– va. stdl'orlo ddl'acqu!t e sullo sfondo d~i platani centenari tutti i più grc~di padovani. Ar'. gomento di storia padovt:na caro al Gaudan;:io che lta a,,. Che in corso attualmente la nuova * Guida ùi Padova». Bruno Brn11elli-Bonetti sarà autore de.l quarto volu•1te • Viaggiatori francesi a Pado'. va», il.lustrato da Antonio Fa– san. Del quinto volume, che sa– rà d'edicato all'università an– cora non si conosce il ;wnie dell'autore. SANDRO ZANOTTO GIOVANI POETI E NARRA- TORI, per pubblicare le vo- Il ragazzo continuava a im– maginare cose irreali e impos– sibili: intor'lo a lui era tutto mistero, segt"eto, miracolo. La vita diveniva davvero una fia– ba. Al piccolo sembrava d1 tra– sferirsi in Egitto ed aveva i– more di ogni nonnulla, anche se si sentisse. in fondo. beato. E' questo lo sfondo avven– turoso, che si dilata allo sguar– do stupefatto di Ernest W1e– chert, il quale evoca, con me– moria poetica, il pa salo. e la sua fantasia si accendP d1 ba– gliori tenui e luccicanti. Il ricordo dell'infanzia lon– tana anima l'ispirazione stessa del Poemetto La leggenda del men.dica germa1tico. Questo Poemetto si inserisce. con i suoi eroi antichi. m1to– logici, nel complesso della ,·1ta e del mondo tedescc. Si accordano fra loro 1 mo– tivi irreali con quelli reali, gli spunti fiabeschi con quelli leg– gendari. Si ode anche la • Voce San– ta •, che conclude il Po.emetto con accenti favolosi_ in riferi– mento a tanti eroi e morti. che chiedono giustizia. Anche breve e succinto, po– tremmo dire epigrammatico addirittura. il Poemetto di Wie– chert dà un'idea completa ai lettori dell'evento immaginati. vo, che i1 poeta racconta in maniera tanto semplice e pure avventurosa. Perchè uno scrit– tore non ha sempre bisogno di p_roluni:arsi all'infinito, per esprimersi bene e chiaramente. Gli accadimenti poetici mira– no a proiettar i in una sfera di incanto e di invenzione li– rica. E questo è ciò che conta davvero in letteratura. For e è nella concisione il merito maggiore di Ernst \Vie– chert, che non è indotto mai allo sperpero delle immagini e delle metafore; anzi, egli ri. duce al minimo, al puro ne– cessario le analogie liriche e n_arrative. le forme dì espres– sione, con le quali rappresenta a meraviglia. nel prospetto del- le cose create, il suo mondo morale e ispirativo. stre opere rivolgetevi allo Studio Grafico Editoriale, Fi- Anche per lui, come per Mar– ce! Proust, il tempo dell'mfan. zia svanita ritorna a farsi pre– sente nella fantasia e acquista i contorni d1 una fiaba assai bella e suggestiva. renze, Via Alfani, 37. FRANCESCO BRUNO

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