la Fiera Letteraria - XI - n. 31 - 29 luglio 1956

Pag. 4 RASSEGNA DI FILOSOFIA A CURA DI LUIGI QUATTROCCHI * Classici delpensiero antico * Parlando della •Politica• 1anto apparso il secondo volu– di Aristotele. non si può fare me delle « Opere politiche e a meno di ricordare. subito, filosofiche» di Cicerone (I ter– la strana sorte toccala a que- mini estremi del bene e del sta opera, divenuta inattuale male - Discussioni tusco/ane - già al tempo stesso della sua La naltlrn degli dei, a cura di composizione. Aristotele de- Nino Marinone, Torino. Unio– nunzia qui, più che in altre ne tipografico-editrice torine– opere. la presenza in lui di e, 1955. 8.. P. 676). L"inleres– una suggestione platonica, e se dell"edizione. anche in que– parte appunto da Platone. per sto caso, è più genericamente proseguirlo e insieme per po- culturale che propriamente lemizzare con lui. Ma Platone, speculativo: e pure. nella ge– utopista dichiarato trovava nericità della suggestione che fondamento alla sua.tratlazio- desta. il volume ha una sua ne nella natura obbiettiva preci a giustificazione. Come dello stato dei suoi tempi, sta- lo stesso Marinone tiene a ri– to che si riduceva alla città, cardare, Cicerone in sede di come da sempre si era dato pensiero fllosoflco non riuscì a in Grecia. Ma al tempo di Aristotele avviene il radicale raggiungere una effettiva au– cambiamento, Si passa dalla tonema personalità: mentre ·ttà t come pensatore politico e teo- c1 -s alo allo stato naziona- rico del diritto il suo contri- le e poi addirittura a quello buto è essenziale non solo per sopranazionale, fondato da Fi- Roma ma per tutta l'antichità, lippo e incrementato al mas- simo da Alessandro; ed è stra- la sua speculazione fllosofica no che proprio Aristotele. non circa i grandi problemi del– propriamente greco di nascita l'animo umano e del mondo e maestro di Alessandro. non risulta priva di una sua auto- i avveda del mutamento che noma ossatura. oscilla tre va– avviene sotto i suoi occhi. e rie posizioni senza decidersi a continui, sulla traccia di Pia- una valutazione che denunzi tone. a parlare della città-sta- una scelta preci a. L'ecletti– to, realtà ormai definitiva- smo di Cicerone, che non è mente anacronistica. La sua solamente una etichetta di co– « Politica• è quindi una trat- modo ma un giudizio_ tradi– tazione priva di riferimenti z,onale ben fo';dato. ~li E;Sclu– immediali al concreto del vi- de unt1 pos1z1one d1 n!Jevo vere associato, e gli insegna-• nella storia della filosofia an– men ti che in e sa si con ten- tica. Del resto, forse lo stesso autore non pensava a una sua nuova sistemazione. ma piut– tosto a una enciclopedia ro– mane del sapere filosollco. E se questa era la sua mela, riuscì bene a conseguirla. no– nostante la vena di scrittore non sempre lo soccorra. Le tre opere che il Mari– none ritraduce sono, per l'ap– punto. tutta l'enciclopedia 1\– losoflca di Cicerone, orientala essenzialmente alla specula– zione morale. come i tempi e la mentalità latina esigevano. T!·attandosi di opere ricche di riferimenti eruditi, e di facile e spesso dilettevole lettura, la lol'O influenza sul pensiero successivo fu molto grande, spl'Opositata al loro effettivo valore. Il ricordo della grande fortuna che ebbero. special– mente durante i primi secoli del Cristianesimo. aiuta ad avvalorare il giudizio della lo– ro bontà divulgativa e quindi della loro validità letteraria. E si può anche. indirettamen– te, comp1·1mdere in tal modo come mai, proprio dalla let– tura di Cicerone. S. Agostino si sentisse sollecitalo alla spe– culazione più profonda. che poi doveva portarlo alla nuo– va sistemazione insieme pla– tonica e cristiana. LUIGI QUATI'ROCCIII LA FTER LETTER Ma reucci: "Fiori" RIA Domenica 29 luglio 1956 RIU CIT TORI DEL CO T IE * Un n1, 1 cenate n la Hon1a b rocca )f. Il, eice11to romano è tull'altro che un'epoca di torpore e di narco i 111en1ale:la•vila romana di allora è conlinuamente . ovreccitata da un rigoglio artistico che nessuna capiwle europPa può vantare di * LORE~ZO GIL'SSO Dalla metà del sec. XVII mal'Ono il tardo sec. XVII a avventurieri scampati ai nau– - dal flnire della guerra dei Roma. La ,ma visione coincide fragi. Chi non naviga, viaggia trent'anni - l'importanza de- con quella che io ne ho data con il bulino e lo scalpello. terminante di Roma in quanto nelle sanguigne e negli scorci La grande navigazione ocea– cenlro della diplomazia euro- dei miei recenti Tafferugli a nica è un elemento impulsivo pea si abbassa sempre più. I M ontecavallo: il Seicento ro- di questo repertorio emotivo. miraggi di una riconquista mano è tutt'altro che un'epoca Le narrazioni favolose di Ero– cattolica del mondo e di una di torpore e di narcosi men- doto sono vinte dalle descri– Cl'OCiata per risottomettere il tale; la vita romana di allora zioni avventurose dei vasti Nord Europa si illanguidisco- è continuamente sovreccitata imperi domati dai manipoli no. Gli anni ardenti in cui da un rigoglio artistico - di Cortes Pizzarro e Almagro. Campanella compilava Il De quanto meno nelle arti pia- dei tesori squadratl e accu– Monarchia Messiae, il Qu.od stiche - di cui nessuna ca- mutati in abbaglianti Schatz– remi11isce11rnr o la Epistola pitale europea può vantare il Kammern, di palazzi sostenuti anlilutherana sono passati. simile. Un riflesso di tardivo, da migliaia di pilastri, di dan– Roma conserva però il carat- o meglio, di mai spento Rina- ze e sacre acrobazie intermez_ tere di Ville lu.mière e di ca- scimento attraversava l'intera zate da sacrifici umani, di pitale e gran mercato delle epoca: solo voltando le spalle ammassamenti urlanti e se– arti plastiche che l'accampa- all'enorme agitazione e crea- minudi ai piedi di Tabù rive– gnerà per tutto il Settecento. zione di forme che fa allora stiti d'oro. E questo pathos Ed in questo clima. !'erezione di Roma una vera Ville Lu- marinaro si riflette in Salva– di nuove fontane monumen- mière si può concludere (co- tor Rosa. Quelle sue ~aie tali, l'intitolazione o la siste- me ha fatto il Croce nella sua munlte di fortezze e di arse– mazione architettonica di nuo- Storia della eta barocca) ad nali, quelle torri costiere. ve chiese, le tornate solenni una rappresentazione sta- quelle imboccature fluviali di accademie, come quelle gnante e di putrida palude, dove si agitano ciurme e sca– degli Rumoristi o quella del- fino a far coincidere il Ba- ricanti, quelle spiagge dove l'Arcadia. o di S. Lucia, l'in- rocco con l'arte del Brutto! In si vedono sciabolarsi furiosa- scenamento al Teatro Apollo verità la Controriforma conti- mente distaccamenti di ca– gono debbono essere trasferiti in sede diveI'sa. che lo stesso autore non contemplava. Così, è dato scorgere che lo Stato ideale per Aristotele è di ca- RIGORE FILOLOGICO E RICERCA STORICO-CULTURALE IN UN SAGGIODI BRUNO MAIER * o in teatri di palazzi privati nuava nelle arti plastiche. valleria, nfletton·o il pathos d: nuove commedie, i funerali l'impulso del Rinascimento: guerriero di un'epoca di uni– di principi o di cardinali, le anzi Roma, di fronte all'ico- versale gesticolazione armata. ambascerie straordinarie di noclastia dei Bilder Slurmer Quando si è qualificato il potentati remoti acquistano il rivendica a sè !"impero della Barocco romanticismo in an– rattere aristocratico. perchè in esso devono disporre del po– tere gli uomini che praticano la virtù e ubbidiscono alla parte razionale della propria anima. La costituzione ideale della città-stato ideale deve essere, per il teorico del giµ– sto mezzo morale, quella che meglio garantisca di evitare sconvolgimenti e rivoluzioni. e non è quindi né esclusiva– mente democratica né oligar– chica, ma media fra i due estremi. Il ceto sociale su cui deve basarsi è quello medio, il più alieno da bruschi cam– biamenti. il più adatto alla conservazione dell'organizza– zione statale. Una nuova antoloaia castialionesca valore, come ci prova la Sto- grande immaginazione plasti- ticipo, l'approssimazione è ria dei Papi, del Pastor. di ca contro l'egemonia, nei pae- tutt'altro che iperbolica. Com_ eventi storici. La corsa dei si riformati, della critica bi- paiono frattanto nella pittura Berberi o l'allagamento di blica e del diritto naturale. e scultura le agitazioni, Je piazza Navona. il viaggio di Se in germania e in Olanda convulsive eccentricità anti– un Papa a Civitavecchia o si moltiplicano le glosse ed cipatrici deJrimpressionismo, nelle plaj:he desolate dell' A- i commentari tendenti a im- le irregolarità incurabili. le gro, l'esposizione annua dei pugnare l'istituzione di un evocazioni bizzarre, i viag– p1ttori alla Rotonda del Pan- regno ecclesiastico fondato gi di aut Jdisciplinamento. i theon, lo stabilirsi a Roma di nelle persone degli apostoli. Wanderjahre ed i Lehrerjahre. un re in esilio - come fu a Roma si continuerà a ce- Caravaggio è un Rimbaud in Una tale concezione politi– ca, subito condannata alla ste– rilità nel mondo pratico del– l'azione, ha un interesse rela– tivo anche in sede storica, rapportata, s'intende. a 11 a somma personalità del pensa– tore. E iuttavia si deve essere grati a Carlo Augusto Viano, giovanissimo studioso di Ari– stotele. il quale con grande cura ha dato in nuova tradu– zione italiana il testo della stessa « Politica• e della • Co– stituzione di Atene•. parte centrale di una « Silloge delle costituzioni• concepita da Ari– stotele ;n base ai suoi principi politici (Torino, Unione tipo– grafico-editrice torinese. 1955, 8., p. 439). Una edizione di tal genere. se pure non paia \a più urgente per l'appro!ond1- mento degli studi aristotelici. è tuttavia opportuna per age– Yolarli anche in una direzione che logicamente è fra le meno approfondi te. Per la stessa edizione. è in- Verba volant La preminenza accordata in ogni tempo al « Cortegia– no •· fra tutte le opere di Baldesar Castiglione, è certo motivata. Il libro non solo e prime integralmente l'aspi– razione nobilissima d1 un uo– mo. ma anche attua uno degli ideali più senti li del nostl'O Rinascimento: l'ideale della << cortegiania )). Non sarebbe lecito spiegare la fortuna del « Cortegiano », se non si am– mettesse questa sua rispon– denza con lo spirito del Ri– nasc-imen to. Entro questa linea diretti– va, legge e intende !"opera maggiore. Bruno Maier, cui dobbiamo una nuova antolo– gia castiglionesca (cfr. • Il Cortegiano con una scelta del- le Ope,·e minon », U.T.E.T., 1955). L'antologia del Maier riporta completo Il :C Corte– giano » e offre una buona scelta delle opere minori. so– prattutto delle lettere .gra– duale in ordine di importan– za rispetto al capolavoro. Per il testo. il Maier si avvale su quello pubblicato dal Cian nel 1893 (e quindi più volle ri– stampato fino all"edizione del 1947) di un minuto e intelli– gente lavoro di collezione con il codice Laurenziano-Asbur– nhamiano 409 contenente lo apocrifo del trattato. e con l'edizione principe aldina del 1528: col vantaggio di rime– diare ~ non poche inesattez– ze di lettura e mende di tra– scl"izione (già elencate in: « B. M. Varietà sul testo del Cor– tegiano », Giornale Storico della Lett. Hai., voi. CXXXI. fase. 390). Nel saggio che apre l'anto– log1a, il Maier - seguendo un metodo (validamente speri– mentato nel suo « Umanità e * In un mondo rina cimentale che aspira alla perfezione. accat1 lo a .l\lachiavelli, Cellini_ Vasari, A1riosto, i pre enta Baldesar Ca tiglione vazione è fondamentalmente giusta. E il Maier avrebbe potuto renderla anche più persuasiva. se si fosse soffer– mato a mostrare come la le– zione degli antichi si faccia sentire tuttora viva e par– lante. Erano da notare, ci sembra, certe ombre neopla– toniche visibili nel e Co1-te– giano •, ad esempio l'eco del– la dottrina della indivi ibi– lità delle virtù. e ancora lo obbligo fatto al gentiluomo di non svalutare le lettere (che è poi il significato vero della squalifica data alla no– biltà francese. solita a svi– lire, con l"epiteto di • clerc •. ogni cavaliere non addetto totalmente alla professione delle armi). Tanto più che proprio per l ·aggiornamento di un magistero degli antichi, la figura-mito del cortigiano. anziché arrestarsi al traguar– do obbligato del Rinascimen– to come espressione di un motivo soprattutto caro a quel tempo - può proseguire e risolversi ne 11 a proposta eternamente valida di un sal'(– gio equilibrio spirituale. La cortegiania • teorizzata dal Castiglione trascende la sem– plice consuetudine curtense. per svolgersi diffu•amente co– me intelligente capacità di adattamento. «sprezzatura•· «bontà•· discrezione ed edu- cazione, coscienza del dovere, senso religioso, amore alla giusti:,,ia alla verità all'ono– re, culto spirituale della bel– lezza. Si veda quale senti– mento gentile e verecondo della femminilità, il Casti– glione sa infondere (accanto alla figura del • col"legiano ») nella figura della < donna di palazzo•, della « gentildon– na», già .allora opportuna– mente distinta dalla • corti– giana». Si rilegga il discorso del Bembo sull'amore e si al– tenda a certe definizioni em– blematiche delicatissime (que– sta ad esempio: • Musica è la donna amata», che spiri– tuaJizza. in casta immagine. quanto di più alto ha lo amore). Alla delineazione del corti– giano perfetto, segue quella del principe perfetto. deside– roso di realizzare nel suo sta– to il migliore dei governi; quel regno. dietro suggeri– mento aristotelico. è procla– mato superiore all"oligarohia e alla democrazia 1·epubbli– cana, purché fondato sul– l'equo e sull'onesto Quanto il Casti,glione scrive sul per– fetto p1-incipe potrebbe sem– brare il « contraltare del ce– lebre libro del Machiavelli •· Ma piuttosto che contrappor– re il freddo realismo del fio– rentino ad un preteso. facile idealismo de! Castiglione, il Maier preferisce differenziare in altro e più adegualo mo– do i due cinquecentisti. Libro dunque di pensosa l'ifle_sione e di esperta, me– d-itata saggezza il • Corte– :iano ». Ma anche e soprat– tutto opera d'arte. Spazio particolare nell'indagine del Maier assume lo studio del linguaggio, l'altitudine del Castiglione a impostare dia– logicamente i personaggi, in modo che risultino alla fine allrellanti ritratti dal vero (!a pacata nobiltà della du– chessa Eli abelta. la scaltra vivacità della signora Emilia Pio, il misoginismo del Pal– la,·icino e di Ottaviano Fre– goso. la bizzarra arguzia del Cardinal da Bibbiena perfet– tamente intonato coi modi umoristici e paradossali del– la sua « Calandria », la raffi– nata amabi1ità del Bembo celebratore per evidente sug– gestione degli «Asolani• dell"amor platonico, la vani– tà misuratamente ironizzata dell'Unico Aretino). il modo parlante del dialogo. la sua vivacità e immediatezza. ot– tenuta coll'alternare ai lunghi squarci e positivi e teorici, battute rapide. pl'Onte scher– maglie verbali. coll'inserire inoltre nella sua equilibrata tessitura numerosi aneddoti. allora Cristina di Svezia o lebrare quell'impero in im- anticipo, con !"aggravante di più, tardi Giacomo III Stuart, mensa espansione - poichè un 'indomabile facinorosità. facezie e novelle (la storia di una serie di riscoprimenti o il Cattolicismo trionfa al di Aniello Falcone è. per tem– Camma. ad esempio, che af- di scavi fortunati, un simu- là dei mari, nel nuovo mondo, peramento, un autentico mo– fronta coraggiosamente Ja lato incendio di torri, il cor- grazie alle scoperte ed alle schettiere, vendicatore di in– morte per serbar fede al- teo ~rnziale d_i uno dei grand_i imprese colonizzatrici della giu_rie e protettore di vergi– l'estinto mai:il.P; quella non t1loh roma111, ed ancor p1u Spagna, espada de Roma. E mta aggredite. Bernini è meno commossa della conta- le elargizioni e le magnifi- si continua a celebrarla nello egocentrico, accaparratore e- cenze delle grandi Ambascia- stile degli imperi, con ma- gemonico. irriverente verso il dinella di Gazuolo che, offe- te alla plebe romana durante gnificenze architettoniche. Si Passato flno a spogliare il a nell'onore, si annega; il i conclavi mantenevano ac- afferma comunemente che il Pantheon delle sue lamiere racconto della scimmia gio- ceso un clima di perpetuo Barocco è un'epoca di artificio di bronzo. Di Salvator Rosa catrice di scacchi e l'altro del Pittoresco. estetico, anzi che vi trionfa il suo biografo De Dominicis mercante di zibellini e delle Il volume delfa signora Lina il Brutto (Croce). fa r_ilevare la sua ostinata parole congelate). Natural- Montallo (Un mecenate nella Le forme semplici e nobili predilez1or:ie per i • bellissimi mente un esame critico se Roma barocca - ed. Sansoni) del Rinascimento non basta- sassi presi dal naturale • che voglia evitare il rischi ·d 1_ non riflette )a carriera di In- no I?iù.. L"architettura del gh .faceva .per_fino situare la •. . . . 0 • e nocenzo X ne quella, che sem- tempio nposante sull'equih- sa!)ti e. poeti • t!1 _campo di tesi, non puo sorvolale SU pre tanto interesse romanze- brio classico diventa insod- ana chiara di flmss1mo oltre– quelle che reS t ano I~ zone di sco e biograflco susciterà. di disfacente, si cercano col Bor- marino•. Egli cerca, vaglia, ombra del • Corteg1ano >. sua cognata Donna Olimpia romini, volute. spirali, com- seleziona una natura confor- Chi ha proclamato (Tofta- Maidalchini, l'arteflce proba- plicate convessità: si creano me al suo temperamento, co– nin) il e Corteaiano » un li- bile della grandezza del co- col Bernini del palazzo di me. Manet prediligeva. per i bro romantic;mente tri'st<> gnato e la dominatrice ege- Montecitorio, edifizi in cui si suoi paesaggi, le curve della mostra di non av r b - mone di Roma e della cao- sbozzano segmenti di ellissi. Sen_na a~ Argenteuil o Je pol- . . . e .~e _en celleria pontificia nel decennio Perchè? Ma quella è l'epoca verizzaz1oni dì ponti. ferrovie, compieso lo_s~mto. 01 1;1 ch,a- del papato di lui. Riflette dell'artiflcio sociale e intel- c~ttedrah, nella foschia neb– ramente definito da eh, (come quella di suo nipote il cardi- lettuale più esasperato è Ja b1osa. Borromini è un tem– i! Borgognoni) ha parlato di nal Benedetto Pamphily, che epoca del protocollo sp~gnolo peram_ento aiutato dal lungo « prosa raffaellesca• o da chi riempie di sè i decenni sue- e della tenebrosa politica di ostrac1smo subito (a opera di (come il Flora) ha pensato ad cessivi e specialmente l'epoca gabinetto, come, nella scienza Bermm), _ipocondriaco flno a un accostamento con le ari- del Papa Clemente IX, Cle- si discredita sempre più la troncare_ 1 suoi giorni con un "locratiche e musicaJ; archi- mente X e _Clemente XI, e astronomia di Tolomeo, Je sfe- colpo d1 spa?a. . · . . finalmente d1 Innocenzo XII. re dei pianeti non sono più· Dovunque e uno straripare. tettu_re palladiane: Noi_ 1 i- Attraverso l'ascensione rapi- omocentriche, ma eccentriche, un straboccare oltre i canoni nunc,amo alla lusinga mvi- dissima di questo giovanissi- le ellissi e le sezioni coniche classici. La metafora e l'arte tante di accostamenti d~l ge- mo e piuttosto profano car- diventano i paradigmi delle de inganno rifiutano ogni Je– nere, dilficilmente traducibi- dinale, che ebbe a vincere rivoluzioni astrali. Ed è J'epo- game con la verosimiglianza. li in termini critici rigorosi. qualche resistenza nell'animo ca della nautica: Filippo II La stessa meraviglia che pare Preferiamo insistere. e O I del Papa Innocenzo XI (Ode- sulla flne della sua vita. dà diventata la regola della vita Maier, ,sulla essenziale • sere- scalchi). più aHeno degli altri grande impulso alla geogra- converti!~ dalla guerra p~r– nità • del « Corte"iano • at- s~o_, precurson dalla monda- fia .. E' . l'epoca delle grandi manente 1n avventura st~bile, . ~ · . mta delle lettere e del teatro, nav1gaz1oni oceaniche. L'arte diventa meta fissa dell arte. tene nd oci a qu;>lla • graziosa attraverso le sue mansioni di barocca è nata nel solco dei Nei drammi di Calderon è e severa 1:1aesla • (per •u~are tutore dell'Ordine di Malta e galeoni che trasportavano agli cond_e~sata la fantasmagorica un'espressione del Cashghone d1 legato ad Avignone, la estuari di Cadice e di Lisbona vashta della giurisdizione mede imo} che ne costituisce Montalto si è proposta di spezie e legni preziosi, trofei SJ?~nola sopra paesi indiscer– l'accento genuino e domi- sbozzare un'immagine delle metallici, schiavi fulvi e neri mb1h. e lontananze favolose. nante. feste. cerimonie. recite, inau- casse d'oro e di argento dell~ Fortilizi moreschi e e auden- gurazioni pompose, celebra- Indie. E' nata rarte barocca cias • viceregali del Messico RENATO BERTACCHINI ziori accademiche che ani- dai racconti dei marinai e e del Perù, fètidi ergastoli del • beys • e sultani dell'Africa MI. MAG. - Firenze - La impressione resta buona, s'in– tende. Ma io credo che lei ab– bia ancora bisogno di lavorare prima di giungere ad una espressione veramente perso– nale. ossia personale quel tan– to che basta ma di cui scarsa– mente ci si accorge. Mi do– manda consigli. caro amico? Ma, guardi. l'avverto che in poesia i consigli sono come in amore: 110n servono. o servono poco. ovvero - quando servo– no - sono praticamente su– perflui. Vede come mi fa pa– rer saggio Ja vecchiaia? stile di Benventuo Cellini ») Ci piace parlare di un libro che contempera rigore filolo- bello come una poesia. E" un gico, ambientazione storico- libro di ricordi della guerra di culturale, gusto fine de) ri- Russia: « I lunghi fucili». di lievo poetico - studia la ge- Cristoforo Moscini Negri. edi– nesi e le forme deJropera. Da to da Einaudi. DUE INTERESSANTI "SAGGI,, DELL'EDITORE * EINAUDI mediterranea, delizie e ascen– cedeva alla Polonia la costi- sioni effimere e cupi inabis– tuzione c·erano delle parole samenti, realizzazioni magiche offensive per il nostro spirito di cupidigie e caverne in– nazionale ». terra te nelle montagne e uno stato d"animo artistico e Sono i ricordi di un coman– rievocativo, dalla « grata me- dante di compagnia degli al– moria » degli anni urbinati, pini che. a ventiquattro anni. e da un idea-mito della • cor- si trovò ad essere w1 veterano tegiania », scaturita e ravvi- su.I Don e ad aprire le ritirate vala dalla pratica curtense verso l'Occidente ad una mas– dello stesso autore. na ce il sa di migliaia di uomini che « Cortegiano ,. La partecipa- non potevano combatte1'\?. in zione alla realtà del tempo, testa ad un pugno di eroi mu- I ~unghi fucili e il moto decabr_ista * PAO. RO. - Genova - Vede, Je sue composizioni mi fan l'ef– fetto di quei signori che osten– tano una cravatte viola su un abito arancione tanto per farsi notare. E non è, mi creda, giu– dizio malevolo: appena un po· più scherzoso d1:l necessario. Del resto. per Tam-Tam, può darsi che le mie limitate cono– scenze intorno alla fauna e alla flora del Congo. mi abbiano precluso una adeguata intelli– genza del suo testo. Coraggio, comunque, potrà certamente fer megJio; non si arrenda per così poco. di 1'« attualità• del • Cortegia- niti di lunehi fucili eh~ non !Marangoni « voleva raccogliere do impietrito le ceneri fuman– no,, (non minore in questo potevano sparare. perche non in cima al parapetto della ne-· ti - ricorda rautore - e sento senso di quella del Principe c'erano munizioni e qu_elle po- ve pulita per fare il ca(fè. Sta- che dentro di me qualcosa si 0 dei Ricordi) viene sottoli- che che avevano uscivano 8 va con le spalle voltate al fiu- spezza. ma non riesco più a neata dal Maier in diversi stento dalle anni gelate. I Jun- me e Jo hanno trovato subilo piangere. Cosi è finito il mio ghi fucili erano appunto le ar- dopo steso nel camminamento attendente il ragazzo che mi ha punti: nel cenno alle dolorose mi dei suoi alpini. Del suo con Ja testa forata... salvato la vita col suo affetto condizioni delrl(alia spadro- plotone sarebbero restati ii, Erano uomini semplici gli e la sua devozione. Mi resta di neggiata dag i stranieri, nella tre Degli altri. alcuni cadde• alpmi Mentre i comandanti lui sollalllo una cartolina in denuncia dei pericoli del- ro in combattimento. alcuni di ri!lettevano a come uccidere. franchigia che spedì alla mia l'eS t erofilia nel coslume e nel- freddo nella pianura russa; ci essi pensavano alle loro case. famiglia dal caposaldo sul fiu– la moda, nella deplorazione fu anche taluno che morì arso n protagonista del libro non me e dice: « Dislinla .famiglia. dell'uso da parte degli stati in dormitoi occasionali e altri è J"uffìciale. nè la trama il gio- sono l"attendente di vostro fi– italiani di milizie mercenarie, che "finirono schiacciati sotto i co diplomatico e i sillogismi glio e vi auguro infiniti augu– nel biasimo aperto per la si- nostri camion nella ritirata o dello stato maggiore: it prota- ri •. Un altro soldato che gli tuazione corrotta di tante cor- di cui non si è saputo più nul- gonista è invece l'umile solda- aveva salvato la ,·ila durante ti. nella proclamazione infine Ja E' un libro che richiede to con la sua ra egnata capa- un assalto alla baionetta si Pra del diritto della ragion di sta- coraggio a giun!!ere fino in cità di sacrificio. che combatte perduto durantè la marcia. U. PR. - Genova -- Lei pen– sa che c·era bisogno di scrive– re una poesia per scoprire che J'.,.< estate finisce a settembre>,? Un po' ingenue tutte e alquan– to immature mi paiono le sue composizioni: e lei che voleva un giudizio ,, lunghetto»! Ne avrà già abbastanza, immagi– no: e. per carità, non mi mandi a quel paese ... M.A.P. - Roma - Non po– trei, personalmente, per m_an– canza di informazione. dirle molto al riguardo. La «Fiera». tuttavia. pubblica di tan o in tanto gli annunci di tali mani– festazioni o, per lo meno, di alcune di esse. LE. CHE. RE. - Bo;cadifalco - Lei dice, egregio amico, dl essere portato alla letteratura da « una forza interna incon– trollabile ..: benissimo Ma se c10 e vero (come certamente sarà) potrei darle un consiglio, che è quello di studiare atten– tamente le esperienze lettera– rie altrui e apprenderne ciò che è apprezzabile, al fine di poter poi condurre le sue per– sonali esperienze nelle lettere con ragionevoli probabilità di nosilivi esiti. Per adesso, infat– ti mi lasciano alquanto per– pÌPsso i suoi tentativi. lo. Simile frequentazione di- fondo; preslo vi prende la com- col ìucite contro le milraglie Si può parlare d1 nueleo poe– retta e consapevole del mon- mozione. Quando si viene alla e i cannoni e li travolge: la tico anche per lo sfondo. su do. ha indotto qualcuno, con impiccagione dei tre patrioti trama è la sensibilità di un cui si a.l!'itano questi uomini: tesi estremistica. a parlare di di Datscha non si vorrebbe più uomo nuovo. cioè a cui la la steppa sterminata. coperta un • antiumanesimo • del Ca- andare avanti. Continui e ogni guerra invece di istupidirlo ha di neve- e il Don d1 ghiaccio. stigliane. Al proposito, il tanto ti senti addosso un bri- fatto comprendere molte cose. Lo ~crittore cerca l"espressione Maier ritiene si tratti non vido cli rabbia. Riesce difficile tra questi soldati. più semplice e più chiara Non tanto di antiumanesimo •, convincersi che si può monre La polemica dell'autore si senti lo sforzo cerebrale dello quanto di dover studiare nel così. Stai pensando. Forse stai svolge non in termini accade- impressiomsta d"accademia. La mantovano• un più profon- ricordando qualche cosa. forse miei, cioè d"una ideologia eru- sintassi è cristallina e la lin– do e circolare umanesimo, na- sperando. Ma in guerra è più dita. ma attacca tutto un modo l(ua è limpida e parlala. Cosl scente dalla vtla e non senza facile ]asciarsi prendere dai ri- di pensare balordo, sul piano l'immagine nasce nitida senza la vita•• e che approda alla cardi che dalle speranze Di di una esperienza dolorosa. voler essere fotografica. nè iso– conchiusa ed integra unità di botio una fucilata ti fa secco. Quegli alpini che combattono lilla attraverso un pezzo di spirito cortigiano e di spiritQ essuno sa da dove precisa- come eroi e sono gentili e umi- 8'rnvura verbale ,. La steppa è umanistico. Se poi la sostan- mente è arrivata. Tu improv- li come poet,. si fanno morire grande come it mare .. A forza za vera dell'insegnamento visamente muori. Ogni uomo _tupidamente di camminare ci consumeremo umanistico sta nella costruzio- ha desiderato almeno una voi- li suo attendente che gli a- le gambe fino al <!inocchio•. ne di una nuova visione del- ta di morire così, ma a riflet- veva salvato Ja vita. gli era A Datacha, i tedeschi stavano la vita sul fondamento del terci sembra ·una rosa che non stato accanto per giorni e per impiccando tre patrioti. due mito dell'antichità classica. ha senso. Muori. mentre stai chilometri mentre un principio uomini e una giovinetta: "il sarà facile osservare come an- vivendo. Forse è me!!lio che di congelamenlo s'era messo vecchio morl subito. la donna che questo aspetto dell'anima morire da vecchio Da vecchio ad ucciderlo. Inrlne lo aveva reslò presa alla corda per la cinquecentesca sia presente muori morto. cioè quando or- salvato. Giungono ad un pae- bocca e la nuca guizzando nel nel "Cortegiano >•,il cui auto- mai la tua umanità si è spen- se. in cui non si sa dove pa - vuoto come un pesce. all'uomo re ricorre spesso ai testi di ta. Cosi. invece. muori mentre sare la notte. I soldati si am- si ruppe la corda e cadde per Aristotele, Platone, Senofon- ancora sei vivo, cioè mentre la massano alla rinfusa nei pochi terra. Ma non guardavo lui te. Plutarco. Cicerone, Ovidio, tua umanità è ancora tutta cal- locali. Molti sono costretti a perché i miei occhi erano fissi Tacito Quintiliano, ecc. A ciò da e vivente. Morire in questo passare la notte all'aperto sul su quel corpo di donna che ;i deve. spiega il Maier « se modo accresce 11non senso del l!'hiaccio accanto a un fuoco non poteva morire ... Dove la la concezione delal vita enun- morire. Ila raria di una be Durnnlc la notte due o trelchiarezza non nasce da una im. ciata dal Castiglione manife- stemmia: se devo morire, fac isbe piene di soldati prendono posizione letteraria. ma da un sta una creativa !fusione di ciamola finita. Da vecchio non fuoco. Il suo attendente resta sentimento misto di rabbia e di ~ntir" e monPrno ». L'osser- ci i pone questa domanda morto in una di queste. Guar- pietà. « Lancini Angelo detto PALOSCIA «Duce" perché era il più brut– to del battaglione» sera trova– to una fidanzata. Ma un giorno ch'era rimasto a dormire in un prato. !ornato alla caserma l'aveva trovata vuota. Il SUC" battaglione se n"era andato. J superiori non ebbero il corag– g10 di pu:1irlo. « ... non si po– te,·a punirlo del resto. perchè era un soldato bravo e forte e grneroso. coJl·animo gaio come l'allodola che canta nel cielo» Poi i ricordi della ritirata la scena s·apre su un quadrO grandioso Lunghe file di ca– mion carichi di ufficiali e di so:dati che hanno gettato le armi e le mostrine perchè non vogliono combattere. Sono gli sba1 dnti. A mi~liaia riempio– no .!!l1 automezzi e la pianun1; cica quarantamila. Gli autisti dei camions li evitano. Molti di quelli a piedi finiscono sotto le ruote. Davanti a questa ma– rea idiota le esili file dei sol– dati che ancora combattono. per aprire ad essi la ritirata. Il libro del 1 egri non vuol esser~ un 1 accusa: « E' difficile giudicare un uomo da un solo episodio. Soltanto penso che LIOn si debba dimenticare quanto è stato fatto neJ bene e nel male onde serva d'inse– gnamento verso il futuro». La i11.surrezionC' che prende il nome di moti decabristi e le particolari vicende di due fratelli italiani che vi presero parte sono l'argomento di uno studio di Franco Venturi. edi– to da Einaudi. dal titolo: Il moto decabrist11 dei fratelli Poggio. Fu unq insurrezione cerebrri– tc. come quella che nasce sul 1avolino e non nella massa dai sentimenti di uomini raf– finati e non dal furore popola- re e come tale si estinse pie– gando la testa solitaria e silen– ziosa e non !ra i rumori del combattimento. I congiurati erano in prevalenza ufficiali che avevano combattuto con– tro 'apoleone. Usciti per la guerra dalla tana russa, erano ,·enuti a contatto con le più nuove e aperte corrente ideo– logiche europee. Abbattuto Napoleone. erano tornati in patria con molte idee e programmi e ancora più speranze, tanto più che lo atteggiamento e; diciamo an– che. la consapevole apertura liberale di Alessandro I era per essi ta migliore garanzia di riuscita. Ma a realizzare il loro piano di riforma mancò all"ultimo momento proprio lo appoggio di Alessandro Met– ternich era riuscito a trarlo nelle reti delJa santa alleanza. Lo zar si mise contro i libera– li. Napoleone era stato vinto nella guerra di tutto un popo– lo. in cui gli ufficiali avevano combattuto accanto ai conta• dini. Pc, un attimo in Europa la Russia era sembrata la più forte. Ma dentro non c·era nul– la. Anni di rigidismo dispotico avevano ottuso nei russi l'an– sia di andare avanti. Occorre uno schoc per ri· mettere in mot<' le funzioni ottuse. ù1 botto quegli ufficia– li avvertirono le loro condi– zioni. identificavano le loro e– sigenze nelle esigenze di tutto il popolo russo, credettero di coronare lo sforzo sostenuto nella lotta contro apoleone dandosi la costituzione e altre riforme. Ma Alessandro con,– Cf'SSe IA costi uzione alta Po: Ionia e non alla Russia ...Guar– davamo a questo non senza in– vidia - diranno i decabristl. Nel discorso in cui lo zar con- Studiate particolarmente dal infestate dalla malaria si al– Venturi sono le relazioni della ternano, effettivamente nella insurrezione decabri- a colla vita degli spagnoli d"oltre– insurrezione spagnola di Rie- mare. go. Gli ufficiali russi sentiro- L'opera della Montalto no profondamente la rivolu- suppone una fitta documen– zione spagnola. Anche in Spa- tazione in archivi familiari, .l(na si era trattato /ii ufficiali registri di Basiliche ecc. che avevano sparso il loro sangue per liberare la patria Non si può dire che la dal gioco napoleonico. Montalto sia riuscita a ren- Un altro dei cinque che sa- dere interamente simpatico il ranno giustiziali. Michail Pa- suo personaggio. nonostante vlovic Bestuzev-Rjumin, dirà: protettore delle lettere ed • La nostra rivoluzione sarà sl- egli stes.,o poeta lirico e dram– mile a quella spagnola. Essa matico: )a mancanza di zelo non costerà una goccia di san- religioso e di passione politi– gue. visto che sarà fatta dal ca non riuscirà mai a rendere rolo esercito, senza partecipa- appassionante un simile ca– lione del popolo. Mosca e PiP- rattere. Che cosa avrà pensa– '.roburgo attendono con impa- to il card. Benedetto Pamphi– zienza l'insurrezione dell'ar- li del Giansenismo e di Port -nata. La nostra costituzionr Royal. delle dispute intorno '.onderà per sempre la libertà alla Chiesa Gallicana. delle a il bene._ere del popolo~- controversie fra Innocenzo XI ::love in quel « non costerà una e il Re di Francia. della poli- 5occia di sangue~ è implicito tica dell"Impero in lotta con ù carattere ma anche la con- i Turchi? Forse niente: e que– ctanna dell"in urrezione. Un sto soverchiante carattere Jet– altro passo è ancora necessario !erario e artistico in un alto citare per comprendere le cor- porporato non ce lo rende rispondenze d"ideali tra i de- specialmente simpatico. Uni– .:abristi e gli altri rivoluzio- cuique suum! Ma è evidente nari europei: « I popoli d'Eu- che il card. Pamphily è un ropa invece d"ottenere la 11- pretesto per ro,·istare dietro bertà loro promessa si viderù le quinte della storia. per va– oi:,pressi. Le prigioni del Pie- gabondare fra anticamere ed monte. della Sardegna. di N~- ambulacri. tra cerimonie e poli e in genere di tutta l"lta- cortei e perfino fra tesorerie lia " della Germania si -iem- pirvno di cittadini incatenati. e intendenze finanziarie e li– E il destino dei populi diven• bri mastri di artigiani e mo– ne tanto pesante da far loro bili ti. Si parla oggi. come di rimprnngere il tempo passa,o: una nuova scienza. della benedissero il 'ficordo di Na- scienza del costume. Ed è pa– poleone il conquistatore! .. lese nella Montalto una sorta Noi russi. all'interno del nostro di affinità elettiva con meda– paese. ci vantiamo di esser~ 1 gliere e raccolte di albi e di salvatori d"Europa! Ma ~li cartelli. con cataloghi di •no– stranieri non ci vedono ~vai; tizie e descritioni • quali allo– essi ,·edono che le nostre fnr ra si compilavano. Sulla Ro– zo sono le riserve del despoti- ma piena di lotte. d'intrighi, smo della Santa Alleanza ... L, di rivalità nella preminenza povera. spezzettata. immiserì- dei grandi Stati nel tardo Sei– la Italia piange il suo dolo1 c cento, poco ci racconta il ]i. e brama l'unificazione... O bro. Direi che ci racconta Spagna sfortunata! Là ritorna piuttosto la storia degli arn– ia santa e benefica inquisiziou~ mobigliamenti, dei tendaggi, e il popolo sfinito deve trÙri. dei bl'Occati e velluti. Ma ora– Mare le11na. per H proprio "' mai anche que la s oria pare go .. ~. <;ost scriverà Kach,,v- entrata nelle predilezioni del- sky a Nicola I. jla ricerca attuale. ANNIBALE PALO CIA LORENZO GIUSSO

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