la Fiera Letteraria - XI - n. 1 - 1 gennaio 1956

Pag. 4 LA FIERA LETTERARIA Domenica 1 ° gennaio 1956 ClVlLTA' LETTERARIA DI ENRICO EMANVELLI * 11 iiornalista il D1en101_•ialist~ * di FERDINANDO VIRDlA Là p,of~slone del giornalista e Quella dell'Emanuelll il sarf!Q roou~It terna va dello scrittore -sono considerate dai più esplicitamente a un tipo d~ confessione - almeno in lba.Jìa - come frutto di una dichiaratamente settecent~sco. Ma nel Me, stessa vocazione o almeno <li vocazioni molo di Emanuelll (come del resto nel per eosl dire parallele, e parallele sono Gi.ordaf! i del Ralmon.di) non era soltanto iruatti , spesso nella stessa persona in quel disagio, anzi proprio quel dlsa,glo si qua.si butti i paesi del mondo, specie in esprimeva implicitamente senza al<'Un~ un'epo c;,. come l'attuale, che esige da par, forzatura polemica. nella tlmldezZ\l e ri• te delolo scrittore, assai più che in altri trosia del personaggio nella sua misura tempi, un'aderenza all'attualità, o per lo razionale, bensl si ponevano alcuni proble• meno una funzionalità sarei per dire im· mi morali Cin primo luogo della sincerità mediata 1-ispetto a quelli che sono i pro• dei sentimenti in se stessi) che più tardi blemi della nost,,a vita e della nostra so- troveranno un loro sviluppo nel saggio cietà. E' a,ssa.1difficile, anche da noi, che Dei a~ntimenti e si tradurramno successi• UnO'scrittore non abbia esercitato o rn~n vamente su un piano direttamente nar• eserciti, anche Jndirettamente, la pro!es- rativo ne La co1'ginra dei sentime,1ti. s!one del giornalista o che un giornalista Per quest'ultimo romanzo i richiami al• di professione non abbia pubblicato o non la Clarissa Harlowe di Richardson, alle si accinga a pubblicare un romanzo. un Liaisons da,.gereU,Ses di Cholderlos de La– libro di racconti, una raccol•ta di saggi. clas all'Emile di Rousseau, alla Religieuse Ma è anche vero che per un insieme di di Diderot è onna! di prammatica; ma !atti che qui sarebbe !m-.;e troppo lungo perché non aggiungere a queste compo– esaminare partitamente, le due profes- nenti tipicamente settecentesche anche ta– siçmi, e le sue vocazioni, rimangano in !uni non trascurabili elementi di origine Italia nettamente distinte tra !oro: salvo flaubertiana e perchè non 'in•tegrare gli nobili, ma piuttosto scarse eccezioni, il Jet• uni e le altre con una sen&ibi-lità moderna terato affiora sempre nello ,scrittore che innegabilmente passata attraverso Proust, scrive sui giornali, a,llo stesso modo che Joyce e Freud? Tuttavia sarebbe un gra– nel romanzo, nei raccon,ti, nei saggi e ~r- ve errore non tener conto tra le prime sino nelle poesie di chi esercita la profes- opere saggistico-narrative di Emanuell! sione del giornalista, il suo e mestiere> e quest'ultima, anche di Radiografia di (scriviamo con tutto il rispetto possibile ima notte e di Una educazione sbagliata, questa qualificazione artigianale) in opere in certo senso mancate su un piano maniera piuttosto sconcertante. Man- di <resa> letteraria, ma forse, appunto ca quasi sempre, nel letterato divenuto perchè mancarte, più scoperte nella loro te• giornalista. e in quando giornalista, quel- mat!ca e nella loro casistica morale, quel– la percezione delle realtà, quell'interesse le cioè che chiariscono i! punto di sutura verso la vita, quella possibilità di appro• tra l'Emanue!li scrittore e nan·atore e io fondire le ragioni della cronaca che sono Emanuelli giornalista, quelle insomma assai spesso non soHanto il !rutto di un che ci recano la misura della sostainziale impegno morale, ma anche di una possi• identità dello scrittore col giornalista, bilità di creare un rapporto tra se stessi identità che si concreta in una sua schlet• e i problerrti del mondo al di fuori della ta vocazione di moralista. letteratura, come nel giornalista divenu• E' una falsa concezione del giornalismo to letterato Ja difficoltà sosta,nziaJe è quel• quella che vede in esso soltaonto u,na spe• la di uscire dall'atruaJltà in se &tessa, di Cie di fotografia <scritta> della cronaca. portarla su un piano di stile e di gusto, L'immagine dell'inviato speciale teso alla di enuclearne i caratteri caduchi e con- ricerca del fatto esteriore, alle coloriture tingenti e di filtrare i fatti al di fuori del troppo cariche di una realtà quasi sem– paradigma fondamentale di quelJe che pre superficiale ed esterna, a forzare l'!n• sono Je esigenze del suo mestiere. terpretazione dei contrasti o a inventare Una premessa di questo genere nell'ac• caratteri emblematici i! più delle volte ri– cingerci a scrivere di Enrico EmanueJl.i, cavati da luoghi comuni, appartiene a•lla potrebbe sembrare a qualcuno dei tutto decadenza del giornalismo stesso ed è al inutile e persi•no oziosa tanto in lui la poi.tutto la sua palese negazione. Ai con• identificazione delle due vocazioni può trarlo, l'Emanuelli introduce un tipo di dirsi assoluta e totale; non è cosi invece ,giornalismo che impone problemi di so• quando si pensa che appunto Emanuell! cietà e di costume cercando di penetrare rappresenta nella ,nostra letteratura e riel nell'intimo dei sentimenti, un tipo di gior– nostro giornalismo un'eccezione che ha nalismo introspettivo che si pone anzituot• rarissimi e quanto mai isolati riscontri. to li problema della sincerità del mondp Si può aggiungere che proprio in Ema· che osserva, che lo scruta nel suo intlimo, nuell! i due termini si elidono e si eli- ,nella compagine più viva e profonda dei minano del tutto: non soltanto cadono le legami che uniscono gli uomini alla loro 1 In alto. Enrico Emanuelli a Pechino, nel no\•cmbrc del 1955, durante il suo via,gio più recente. Sullo sfondo, un caratteristico edifizio dai caratteri archi– tcUoniGi squisitamente locali. a.--. In basso. Una singolare inunagin~ di Emanllelli nel• ii., )a sala ,•uota della Società delle Na-iioni a « Lake Success ». li cartello indica che il posto è riservato al rappresentante dell'URSS. Un'idea del nostro destino (Continua da pag. 3) ne La congiura det senttmentt. Ii protagonista di Una edu– cazione ,bagllata <edito nel '42 da « Lettere d'oggi»> è vitti– ma, come !Ò sarà Amò, del· l'inganno tesogli da una don– na, Valentina, ma una vitti• ma inconsapevole, dato che si tratta dl tnespertenza del per– sonaggio dovuta appunto ad una educazione sbagliata, del– la volontà invee.e che del sen• tlmento. E la ,costatazione del pastore nel finale del libro, davanti al protagonista finito sotto una valanga di fieno: « Se non è morto, avrà. impa• rato a vivere» è sintomatica della mentalltà di Emanuelll tutta tesa a comprendere la metastasi del sentimenti sul ouJ Poggia la vita. Scrisse nel Tea– tro personale: • La retorica del sentimenti risulta ad ogni animo educato come una In• consapevole forma di iionla consumata alle spalle di quei sentimenti•· ed è in questa chiave che va interpretai-O il personaggio di Arnò. « La va, nltà, l'amore, l'avarizia, la Il· bertà ... sono sentimenti che c1 imprigionano e su quelli mi– suriamo un nostro destlno. Una idea del nostro destino», è soritto a p. 35 de la con– giura (Monda.dori, l953), o si pensi all'avvertimento del rt– na!e: • I! costante pensiero di sottra.rst ad un destino, che domina questi personaggi, e l'uguale costante desiderio dl avere un qualche destino da realizzare, sono per me uno stesso peccato. L'equivoco del– le velleità, li vuoto dell'orgo– gllo, lo struggimento per una falsa ilbertà formano l'trnma– gi.ne morale della loro avven– tura• · Da una parte, qulndi, le figure femminili, Cesira. Giuditta, la presunta signora Greyburger, chiuse nella ra• gnatela del propri sentimen– ti, parche quast inconsapevo– li del loro destino, con le da– l.e, dato che In Giuditta e nel– la Greyburger la spinta ad at– tuare se stessa è nell'aspira– zione, ed In Cesira nella co– strizione. Dall'altra parte, Ar– nò, creatore p~ss1vo dei pro– prio futuro: egll sa che la personalità è un processo con• tinuo di alchimia, ma ne fa. scia agll a.Itri la preparazione ed a sè il giudizio sull'amal– gama delle azioni per poi da– re una forma agli avvenimen– ti, e potere su quelli costrui– re la propria personalità. Si pensi a ciò che nel Teatro per– sonale scrive della memona: « R.eputo Infelici coloro che ri· cordano tutto, anche le cose inutili. Non sanno creare una gerarchia di ricordi, e credono di avere una grande memoria: invece dimostrano soltanto ohe non sono mossi dalla fan– tasia, dall'imm34f!nazlone, e, soprattutto che non pensano. In questo deserto, In simile pigrizia dominano allora l rl• cordl ». E clò prova chiara, mente che per l'A. il momen– to memoriale è magnetico co-– me queUo conoscjttvo. Nonostante la vita mediocre (e qui ritornano Memolo e Una educazlone sbagliata) Ar. nò è ritenuto un personaggio aUascinante: « Presto lo dice,. vano superbo », e si legge ciò che Emanuelti scrisse in Del ,enttmenti (cc Bianchi Glovinl ed., Ollsse, 1943), un libretto edito nello stesso anno della Congiura che è quasi la spie– gazione teorica delle test rap– presentate nel romanw: « Gli osservatori supericiali scambia.. no i verl timidi per superbi. Esiatono i !alsl timidi e questi sono per lo piU t veri superbi», si vede subito che l'A. vuole s1gnUlcare la timidezza del personaggio, una ritrosia che gli permette dt subire soltanto apparentemente gli altri, es– sendo In realtà distaccato, « J!. berato dalla prigione del sen. ttment! ».•Stendhal (Penséea) - scrive In Def &entimentt - con spirito semplifica.tore ave-– va già avvertito che le idee sono sensazioni del cervello, mentre I sentimenti sono quel. le del cuore », e ne La congitv ra Arrigo Amò sembra essere la diga che separa le due di, verse tendenze e, nel far que,. lito, quasi inavvertitamente è portato a far deviare, anche se a volte lmpercettibUmente, civiltà antica e attuale. Si prenda ad esem– contraddi:aioni iniziali tra le due attività, pio l'inchiesta sull'Unione Sovietica da lui bensl esse appaiono sostanzialmente iden- compiuta per un grande giornale tori• tiche: lo scrittore Enrico Emanuelli è nese all'!ndoma11I del!a morte di Stalin. senz'altro i,J giornali st a Ema,nuelli, senza Era uno dei primi giornalisti occidentali residud dall'una parte O dell'altro, e senza, che riuscisse a penetrare nell'immenso nel col1'1:empo,che le esigenze di stiUe, di ROMANZIERE IN ATTESA DELLA OPERA MAGISTRALE Il destino deg'li altri: strumen. to ne è una pietà che non è compassione vera e propria e nemmeno giunge a!la anailsi lucida e negativa di un Pi~ vene (Pletd contro pietà: «Tut. ta la nostra vita, !lnché è pie– tosa, prende un colore suici. da») o alla rarefatta consape– volezza del Valtzer det dtavo. lo ~ella Manzini C « a perdermi fu il valtzer del diavolo, il canto della pietà, che incitava un giuoeo di civetteria e dJ grazia • > ma desolazione, ~ta. to di smarrimento e di astra,.. zione dell'essere: un esilio sen– timentale. Cosi egli rappre– senta la necessaria ed insie. me tmposs!bile -...trazione dal « sentimenti »: « Al di ruort dei sentimenti è un'arida ter. ra lunare in cui domina l'ar. bitrio », si legge in Dei sen– timenti, ed in tondo Amò è una dimostrazione di disponi. btl!tà gid1ana, e Si tratta del. l'indi!!erentlsmo apparente di molta letteratura del tempo, con la differenza che l'« atto gratuito» è qul quas; obbilga. to e si chiama pietà, e si trat. ta cl! un gratuito doppio, ri– volto verso gli altri ma anche verso sé che, per l'intelaiatu– ra delle azioni e reazioni i.n– terlori aUe quaU obbedisce dJ.. viene quasi engagt!. Tra il 'gra– tuito e l'engagé, quindi, con la mediazione della pietà. Go. me quella di tanti protagonl. Sti moderni, naturalmente con le dovute differenze da autore ad autore, da Piovene a Mo– ravia, da MaJraux a Camus, etc., la libertà di Amò consl. ste nell'essere refoulé. Si pensi al Nicola Petix di Pirandello ne La distruzione dell'uomo>, che è un caso di 'I. atto gntui– to » ante litteram, ed alla sua. apparente indifferenza che è determinata da una rivo!h, contro l'ordine costituito, lg, mentalità manierata. Anche Arnò lotta contro la conven- gu sto, di intrinseca civiltà letteraria e continente sino allora vietato ed il primo anche a godervi di una pur minima e con• * giornalistica vengano l'una con l'altra in trollata libertà di moV'imento: l'Ema- contrasto. Si tratta appunto di una soia nuelli non si è fermato a quella che è la civiltà che non è quindi elemento occa- struttura del!a società non vi ha cercato i sionale e sporadico, o anche, come accade forti contrasti esterni ed interni tra le sue per moltli, inserita su diverse inclinazioni gerarchie e i suoi elementi dirl'ttÌvi. ma e componenti formative, ma si fonda piut• ha interrogato gli umili prota11onisti della tosto, su quelli che sono i suoi partico- vita quotidiana, ha scru,tato nell'intimo !ari problemi di cultura e di vita morale, (per quel che g,Ii era 'possibile) dei loro I LUOGHI DEL VIVERE UMANO in sostanza sul suo illuminismo. Si tratta, pensieri, )la cercato una guida negli stati beninteso, di u,n illuminismo tipicamente d'animo del popolo senza !asciarsi fuor– moderno che ha impédito a non pochi del- v!are da quelli ch e dovevano essere necès– la sua generazione - che è una genera- sariamente i suoi persona.li convincimenti zione particolamente provata, se non al· di uomo apparten ente a u na diversà ci– tro dalia necessità di operare la sua !or• viltà e soprattutto partecipe di ideologie mazione controcorrente - di arre nd ersi del tutto opposte; egli ha Insomma af· di fron-te alle solleciotazioni di ideologie fronta to il problema del!a R,ussia d'ogg,i Tra •i meridiani quella * e i paratie/i delle sue infinite missioni ha sotto gli occhi zn casa ritrovato storia che gli era * sempre più Irrigidite nella loro particola- in piena libertà e con rishltati tra i più re dialettica, ma anche di un Ulumin!smo costruttivi e convincenti: quello soprat• per il quale l'interesse verso l'uomo !neo- tutto di offrire; un suo panorama mornle DI Gllà A."JBA.TTJlSTA. VICARI mi n cla dal!o stu dio dei sentimenti, daJ!a visto da un europeo carico di dv!lt~ ~uro- Tra gli scrittori della gene- universali. scoperta delle loro st ratificazioni più mi- pea. aperto cioè a estreme possibilità di razione di ,:Jleozo- quelli che La dignità della recente tra- nute, segrete, contraddittorie. penetra?ione e di comprensione. proprio ora devono cogliere i dizione è stata, per noi, un ca- Sin dal tempi, ormai Jontanissiml, di Dal moralista nasce appunto il memo- loro -frutti, e disincagliare la rioo che alle volte ha m!nac- quella piccola rivista novarese che por- rialista, e Il giornalismo come è inteso e letteratura dalla sua crisi at- ciato di opprimerci, ma nello tava il titolo piuttosto allusivo di La li· praticato dallo scrittore Enrico Emanue!- tuale, determinatasi nel mo- stesso tempo ci ha insegnato bra (al!usivo se non altro di urlo spirito li è appunto iJ risultato di un felicissimo mento in cui essa è più che le leggi Ce anche le mal!zie) critico volto al!'esatta misura di fatti e incontro di queste due vocazioni, lo stesso mai Irrimediabilmente chiama- del decoro. Comunque, nessuno di moti interiori) la personalità di Ema- !elle-e incontro da cui risulta !a sua nar- ~!s~! ~tral~~l~ode~;i~~~t~\\\ -~; tisf1~~t/~::Ji .u~r\~!/ 0 ;~ai nuelli si precisava nel senso di un'lncli- rativa. Il <servizio> come racconto, ma sembra esemplare. venti e i trent'anni dl Emanuel- nazione quanto mai acuta verso forme di anche nello stesso tempo come indagine: Emanuelli è un romanziere li _ ha avuto un viatico più introspezione psicologica in funzione di vorremmo richiamarci a questo propo~ilo che, In attesa d1 daroi la sua prezioso. una sottile, anche se allora alquanto dw·a ad alcune beliissime pagine sui M essico. opera magistrale, va viaggian- Prezwso anche nei senso non e ta,lvolta capziosa casistica morale. -"'fe. sul Perù, sulla Spagna nelle qua.li l'àCll· do il mondo. Pur tenendo con- proprio meraviglioso. C'è stato molo, il suo primo pubblicato appu,nto nel tezza dell'indagine si accoppia con l a sua to delle prove eccellenti da lui sempre questo «qualcosa» che 1928 nelle edizioni della rivista novarese, concretezza del!'osservazione, tanto più già da!e (Ila Memolo a Radio- alle volte ha reso perfino scirop- pote va essere uno del tanti < ritratti di 'ù l'E lii grafia di u11anotte, da Una edu- poso i! nostro inchiostro, un fl. acuta quanto p1 m;rnue , per natura- cazwne sbagliata a La congiura llmento austero ma anche fasti uomo timido> che in quegli anni denun- le di9))osizione, si nega al colore e pers!- det sentimenti), potremmo dire d!oso che ci ha un poco incep- ciavano un disagio, una difficoltà no aJl'immagine e alla sensazione. La sua ohe è un narratore In aspet.tati- JJQIInel nostro t.entativo mai da parte di molti giovani Jnteliet- è una prosa talvolta dura, ma dura ap va, Il quale, in attesa di sentir- smesso di risalire dal fondo tuall italiani di essere a loro agio, di sen• punto perché legata alla forte presenza si perfettamente agguerrito per dell'io alla storia degli uomini, tirsi in armonia col loro tempo. Direi che del fatto morale, non per questo inespi·es• affronLare Il proprio impegno vendendoli altrove, oltre che si tratta dello stesso disagio che si avver- slva e involuta: sonto di essa si avvel'te definitivo, fa intanto il giorna- nel proprii sogni (Pratolini se R · lista. ne libera ora). Ii vizio, !a de- 'j te sotto il Domenico Giordani, di a1mon- il vi,gile senso critico di chi non si ferma Oome lo faccia, tutti 10 san- bolezza della nostra generazlo- dl ma sarebbe opportuno anche aggiun- alle apparenze, di chi, rlfutando il luogo no. Egli ha dato, con pochi al- ne, fu sempre quella di riuscire gére che mentre nello scrittor1, bolog~E;· comune, non cede al facile gioco lirito ,;li tri, una nuova dignità allo scrit- a stento a vodere delle dimen- se quel disagio assumeva alcuni toni lm· una giustapposizione della propr:a perso• to di giornale, gli ha consenti- s!oni umane, esterne: colpa an- ca-introspettivi tipicamente postvociani e nalità sulla materia trattata: l,1 que5to to Il diritto di essere più che che di chi ci educò a vedere la postrondisti, non senza lnllessionl gidia- la sua e nuova> civiltà letteraria. mal un genere letterario. L'in- storia come una macchina trion- ne e soprattutto valeryane. nel libretto FERDINANDO VIRDIA chiesta, il commento di crona- !aie, e non come un gioco duro L --------------------------------------' ca, Il foglio di viaggio (si ricor- e disincantato della sorte. * FRAHJI.ENTl * 1. Rie de Ja,neiro, 12 febbrai-O 1953 (li ne• ro del < Vermilh!no >). Il suo occh,ioumatt.0, alzam,dosi dalla foresta nera e marcia dei secoli, guarda lo straniero. Nota: U < Vermilhlno > è un !fmoso caffè di Rio, ritrovo di pittori e_di scrlt· tori. Non si sa perchè venga chiamato a quel modo, dal momento che la vera in· • segna dice: < Porto Alegre >. Il <suo. OC· chio umano> è un riferimento preciso_: vuole ricordare il poeta negro Solano Tr1• n!dad. 2, Rio de Janeiro, 19 febbraiQ 19~3 (La e fa vela> alta). Di terra, sull'alta colljnq,, c'è la capanna. Dentro i bambini ros a,,neri, la don,ia s1tlla soglia gitarda.no. Freme al. vento di O apocaba-,1,0 , w1 pezzo di lamiera. . Afoso il grido dei motori giace nella sera: povere latte ,·ispondono bagnando il se,1tiero. Nota:· 1e <favelas> sono poveri quar– tlel"i dei negri. < Sull'alta collina> p~rch~ si allude alla « !avela > detta Cantagalo, non lcmta,na da Copacabana. < Povere lat• te rispondono> perché, la sera, i negri ri– salgono alle < fa vela~> portando pr9:,,v1- ste d'acqua in vecchie latte d1 benzl.l'la, 3. Belo Horizonte, ma ·r.zo 1953 (Il < Grfl) Mogol>). Il Gran Mogol sorride di ricchezza. Ma qua, falso d,j se stesso, u,n dito di bi11tbo lo deride. Nota: Un museo. a m,10 Horiz<;>nte, mo– stra le copie dei più grandi c;l!amantl tro• van-ti nella zona di Mina Gerals. Fra que– sti il < Gran Mogol>, cosi clilam11,to per onorare I suoi 730 carati. 4. Santa Ornz do Rio Pardo, marzo 1953. La chitarra muove (JJ(Jpenq, lt/tf/- i1otq,, due palme battute intravs\lO!tO un ritr,10, già i t1wi fianchi dondqla,io: e, di colpo, oh conte ridi fredda. 5. F'a.zenda Santa Mariq,, marze;, 1953. Negro, oh nlltJr!to; i tu-Oi piedi sqal~i nel caffè rc;,sao che matw·a. N,wro, oh negrito il caffè dive11ta nero e viaggia il mor;<Jo. , Negro, oh negrito i tuoi 11eri !lil!df ancora scalzi. Nota: e Negro, oh negrit<;>> ~ l'inlz!9 d'una ninna-nanna locai~. < N~l éa!fè ros– so>, si allude alla baco<1,cJ1e, sulla pian· ta, è di questo colore. ENRICO EMANUELLI d!no le due raccolte di Il pia- Io credo di capire perché Ema- neta Russia e di Un viaggio so- nuelli (che pure non fu mai in– pra la terra) resisteranno ben v!schiato in quella Jattigine a salde in biblioteca. Ma a me cui ho accennato sopra, e anzi piace - e, ritengo, con buoni credette nel romanzo quando ~rgomenti _ considerare tu1La ben pochi ci credevano) aj un questa attività come una pro- certo punto abbia voluto iscri– pedut!ca alle opere che Ema- vere nel proprio curriculum an– nuelll Oi deve ancora dare, un che una seria campagna gìor– ep!sod!o che per un momento nallstlca, sospendendo provvi– ha sospeso Il fluire della sua sanamente il proprio lavoro di vena dl narratore. narratore. Spesso, chi ha Il pr!v1leg!o di .An~!tutto, la letteratura di intrattenere rapporti personali viaggi e, oggi, quella che (a: con !u! in tondo alle sue let- parte i testi sacrt della prosa 1 t~re eh~ giungono dalla Lappo- d'arte) meglio giust!!lca quella I n!a e dall'America Latina dai- fastosa esperienza, è addirittu-: !'India e dalla Sardegnà, da ra !'unica vitale ed utile soprav-1 Tangerl e da He!s!nskl, trova vivenza di_ lei <quando Cecch! !I rimpianto e !'impazienza per non e critico, e vlaggrntore: que!la vocazione intenotta FI• quando Cardare!!! cerca di es– no a quando Emanuelli starà sere poeta, è viaggiatore). Sup– ch!uso ;n questa seducente espe- pongo' che Em_anuelli abbia vo– rienza del giornalismo, fino a luto scontare m sè, fino all'ul-1 ohe punto arroterà su di essa timo, !a indubbia nobl!ià di· !a penna. e quando si sentirà quell'insegnamento; e che ab– rina!mente pronto per portare b!a_d~c!so di bruciarne tutti i a tennlne Ja propria originaria res1du1 nel suo g1ornal!smo avv~ntura di romanziere? Ma ormai potrebbe essere 'Mi sembra che Emanuelli rap- soddisfatto dall'ottima. prova. pr~sent! bene, e nei modo più Al "colore» ha rest!tmto mo– t!plco, !a sua generazione. Sboc- tM Individuali, io ha per cosi c!ata nelle vicinanze !mmedia-, dire localizzato: ed è la prima te dei " ricupero» rondista _ vittoria prop1•!0 su quella ma– che a noi, oggi tra i 40 e i 50 niera che, minacciava di strar!– ann!, sbarrò I contatti con !e pare dal! ammaestramento del Ncerche immediatamente pre- buon; maestri ». Ha sdipanato cedenti, spec!a!ment.e queila vo- dal groviglio di una certa reto– c!ana - essa da tani! anni si r!ca I luoghi dei vivere umano, <!!batte nell'alternativa tra sog- togliendo loro ogni astrazione, getto ed oggetto, _ problemi di riportando!! su una scena pre– forma e suggestioni di contenu- elsa, dando loro una data e un to, tra ! richiami deile so!uz!o- volto. Tra I meridiani e I paral– n! U.rlche e queil! delle soluz!o- !eli delle sue infinite mlssiom n! positivistiche appena adom- ho. ritrovato quella stor,n che brate: tra prosa d'arte e roman- gli era sotto gli occhi anche in zo, tra poesia e saggio, tra per, casa, ma che troppa cultura sone.gg ! part!colarl e sentimenti aveva notevolmente olfuscato. Mi sembra che oggi U suo sa- è stato datto da taluno: è pro- lungo brano autobiografico li, pido e mai ovvio giornalismo prio in questo suo scrivere ra- ha mostrato candidamente l'u– abb!a raggiunto il punto culmi pido ed obbligato alle circostan- nico pericolo che potrebbe mi– nante: è una sorta di uman~sti- ze che Emanuelll ha raggiunto nacciarlo: che è quello di far co romanticismo ohe rifiuta d1 la sua }i.ena maturità di lin- diventare un fine ciò che per allineare pezzi archeologiè1, ma guaggio, dominando le effusio- lui, scrittore d1 ancor più vaste che sempre ricerca i nodi della ni in vista non dei mille ma risorse, è più che altro un mez– merav1glia comune, umana. E' dei centomila lettori, respin- zo. Egli, uscito trionfalmente una provocazione dei senUmen gen'do l'illustrazione nonostante dalla crisi dell'egotismo, tem– tl sollecitata al fuoco J!rettu questi centomila lettori. Que- prato alla scuola concreta degli dei fatti, un appunto perenne .sta che ha dato, di sapere usci- avvenimenti, non deve oppor– di una sua costante critica f} re da sè, è già una grande pro- si ormai troppo a lungo a quel– polemica con g!I nspett1 èel va di forza. L'unica trappola a la « volgarità dell'inventar fat– mondo colti su tutti i quadrivi. cui dovrà cercare di star lon- ti» di cui diceva il Manzoni, E' un at~ento archiviare volt~, tano è quella della dissipazione che è il mcconto pieno, il ro– ammassare personaggi somma- totale che condanna U giorna• manzo. La fantasia, temprata rii per una grande commedia lismo, anche il migliore, della alle cose, all'esperienza larga che attende di essere completa- disintegrazione continua. Quan- del mondo, può - net casi mi– mente sceneggiata. do, nell'ultimo suo volume, ha gllori come quello che potrà ger- La macchina insomma è or- avvertito che esso ha solo l'ap- minare di qui incontrarsi an– mai pronta, ben carica di cose. parenza di un libro di viaggi, che con la storia. Altro che impressionismo, come che non è in fondo se non <e un G. B. VICARI Enrico Emanuelli Ca destra) 0011 !'editore A!berlo Mondadori zionalità del « sentimenti », ma non in maniera perento. ria, da ribelle, bensl io modo sterzato, da rivoltoso, devtan. do la sua ribellione in una pietà che è consapevolezza-ori– ginata da una Intermittente astrazione, non visione delle necessità dell'altro e consape. volez:za di questa preoccupazio. ne, da cui nasce una compas– sione che è, in definitiva, una continua vertigine dell'orgo. glio. li valore del «sentimenti » è per Emanue!J! soprattutto nel– la capacità di concentrazione che essi hanno nel cuore: una capacità polarizzata e po!ar~ zante, ed in questo senso egli è un personaggio stendhalla. no. Ricordate i ragionamenti di Jullen Sorel? « On peut de– venir savant, adroit mais le coeur !... le coeur ne ~•apprend pas ». Si potrebbe dire de La congiura dei sentimenti ciò che Radiguet scriveva del suo Ballo del Conte d'Orgel, . un libro che ha interessato Ema. nuelll, dato che lo tradusse: « un romanzo in cui la psico. logia sola è romanzesca: ogni sforzo d'immaginazione si ap. plica solamente a ciò, non agii avvenimenti esteriori, ma al• l'analisi dei sentimenti•· Il U– bro è, infatti, una specie di «giallo» a caM.ttere psico!o.. gico, in cui il colpevole è an- che giudice di se stesso, !na!. ferrabile autore e accusatore del maàe. L'azione si svolge in un'atmosfera simile a quel. la del romanzi di Julien Green, ma chiarificata, resa apparentemente meno ossessi– va da una analisi capillare e settecentesc'\ sulle « passioni ». e nello stesso tempo, il moder. no rispetto al '700 è da ricer. carsi proprio nell'idea un po• kafkiana, ossessiva e dist!!!a, ta insieme, della genesi del «sentimenti». Ed in una si. mi!e visione delle cose soltan. to una estrema sincerità inte– sa come scavo interiore della situaz'.one e del personaggio salva il romanzo dal rischio della prefigurazione, sincerità che qui è raggiunta, dato che Amò potrebbe aflermare, co. me un tempo Jullen Sorel: « Pour !es autres, je. ne sul.1 tout au plus qu'un peut~lre ». ORNELLA SOBRERO

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