la Fiera Letteraria - XI - n. 1 - 1 gennaio 1956

Data. la. sovrabbondanza di scritti che cl pervengono con la esplicita richiesta. di giudizi particolari, comunichiamo agii interessati che direttore e redazione rlclla e Fiera• sono asso– lutamente lmposslbllltaU a. dar riscontro a queste richieste. ORARIO DELLA REDAZIONE 11-13 16-18 M.1noscrlttl. foLo e dlscrnl non pubblicati non si rest1Lutscooo GAILLERl[A DJEGlLJ[ ARTISTI l[TALJIA.NJI MA SIMO CAMPIGLI B1.•ewe sto1.•ia 1lell' a1.etista di CARLO CARDAZZO Campigli cominciò a dipingere nel 1919 a, Parigi, dove e,-a stato inviato da ,m gio,-nale itaJia110. « Il c1tbis1110el"a aUom • sc,-ive Ca1117>igli « nel s,w pe– riodo di p,-eci,&ione, sotto})Osto a, ,ma di-,,ei7,l,i11aalt· stera. Portato dalla ?>lia natura alle complicazioni psicologiche, 1na a-spirante all'ordine e alla sereni· tà, sent ii che darmi a una pittu,ra così c01t<"epila av,·ebbe da.to un senso alla mia ·vita•· Il giovane pitto,-e, nato a , Firenze nel 1895 - Cam7>igli aveva al– lo1·a 1;-entiquattro anni - non. volle inseg1wnti, pre– fer\ e 7,e,-imenta1"e tutto da, solo, lesse molto e fl"e• que11tò il Lou,v,-e, di,7>i11 gendo inta11to dei quadl"i che presentano 1ino strano 1nisciiglio di rigore geometri– co, d'ispirazione cubista, e di a1"caismo. Il vittore sco11fessa i quadri di quÒl pe,-iodo di formazione che si estende sino al 1928, per l'immaturitcì for– male che riL·elano. Egli visse in. quegli anni ·in 1i1u"L pittoresca vove,-tà, lavorando la notte ver il gior– Mie e di)Jingendo iJ giorno e vassando lwnghe ore al Café d" Dome a disegnare viccolissinii vmgetti di quadri. Tinti.do e orgoglioso, non a-vr;icinò ness,in pittore noto, ma frequenta1Xi giovani .i; montvar– nos • con i quali evitava di va,.la,·e di vittura. D11,,·l1J1i• te '"" soggiorno a Roma, nel 1928, Campigli 1•i,sentl ""'emozio11e voetica 7J1"ofonda, visitando il Museo Etrnscò di ViJla Giulia. Questa emozione trovò la s,w espressione pitto,:ica in, w1a setie di quadri dipinti po· co dopo in Romania, in nn. ambiente agreste. Quelle del 1928 sono le vrime overe tipiche di Ca1117>ig/i,e ma.11ifestano '"' U,,-ismo sino a/lol"a re7>1"esso.Questi qua d,-i e s})Osti a Parigi aUa Galerie Jean11e Buche,. n.el 1929 otten.ne ,-o molto successo. Compigli comindò aUo ra u ,,u,, vita 7>i1ìagiata., ebbe "" bello stuclio e l'opera su.a, prese a svil1ippars; con wìa coerenzn rarai /.ibem11dosi a, JJOCO a poco dalle influenze, I movime11ti artistici che si, Sll-Ssegui,rou,o, lo lasciarono Completci· 111ente i11diffenmte. <.Lavol"o molto> scrisse Cam1,i· gli « procedo lentamente, come sempre, a forzci di. ri– facimenti e gmttame11ti >. Nella 7>ittura di Campigli convergo110 le tendenze cost,-uttive e decon,tive del· l'Ecole de Paris, quale era 11egl,i a11ni del/ci sua fo1·– m.azione, e l'aspirazione a, tt,na sentplicità, prim,ordi<lle, di i.svi.razione etrtl-Sca prinia, cretese voi e infine sem– pre pi,, libera. Comvigli bada a comvorre il suo qua– d,-o con criteri di a1"mo11ia geometrica. E' vortato a fal"e ce,·te Jo,-me a, otto e a X, che voi pl"endono l'.aspetto di dcnmine stilizzate, dalle sottane triango– la,,-; e la vita strettissima, e di teste dall'esvressione attonita, CAULO CARDAZZO In alto: LA VISITA (1955) ... l Al centro, da sinistra a destra: IL DIVANO (1955) - LE AMICHE 0952) - MADRE E FIGLIA (1949) In basso, da sinistra a RAGAZZE CO • destra: LO SPETTACOLO (1940) CERCHIETTI (1952) on sta a me decidere che cosa ci posca essere di intere5sonte nella mia pittura, Ee sia l'elemento Jl~icolo,ico im·olontario o se non piut1o•to siano le quaJità pittoriche o alme110 decorative. Del primo è più focile di• scorre-re n1a for,c rnno lo ée(·onde che impor· tano, aprmnlo perd1è è piu difficile diMte qualche co•a di brillante. Jo p.irlo qua~i sempre nell'i1wenzionc di un qu:Hlro da un gcroglHiro, cruadrnti e tondi che mi vengono fotti c1·istin1,.o. Di un tondo J}0!!~0 fnre u113L ~ta oppuM un torso mellen– do\ i ~apra 1111 altro tondo. IL rettangolo che incornicia U tondo non ~o, eia principio, Ee diventerà '-ll(llle o c.ippello. C'è sempre un.i fonm:1 a Olio rhe mi ,·ien fattn: può diventare un b-u,to ,1 t·le,.,.iJra o anche una testa wpra una collntura. E rl-ue otto si po~• ono act·aval– Ju.rc: uno dhonln tesln e '1.CO! latura, l'ahro ~palle e andtc. E attorno alk1 t~ta forò il giro del c.ippello e allorno al corpo il giro delle broocia. Cornpongo il quadro con gr:mde cura ed è que-,ta la parie del hworo che mi dà mag,dor diletto. Mi p:1re un·indicazione isignHicath·a. Vorrei che il quadro arri,assc a una perfe· zionc formnle che appagm,~e sensi e spirito * tanto da poterci vi\'ere ueieme pacificamente. i tratta di un oggetto sul quale gli occhi delJo "Pettatore si poceranno g iorno per gior– no. Sia pure di-trallamente g.li occhi cadranno Eem1>re, sino all'e~a9,>Uazione, 3lll punto de– bole, sul difetto di composizione, sul tono errato, con la voglia di correggere. cli !po· stare qualche cosa, come quando a ta,·ola non E:i può fare ~• meno di perfezionare la <lispos-izione paraJlela delle posate. Qualunque fia il contenuto lirico di un quadro, la per– fezione formaJe è la cond.izione dcU.a 8Ua , italità. Yorrei con le mie composizioni arferrare rocchilJ dello ~Jlellatore e accompagnarlo in ~iro per il quadro 1>er drille e per curYe e angoli rispondenti a felici incroci. I fili che trnC'cio in tanti quadri guidano anch'essi raa– dirh ien.i deU'occl1io. E quando faccio figure gemeUc otlP,ngo un ri.sullato dello stcs,so or– dine: l'occhio è indouo o andare e torinare da una figura all'allra per confrontarle. Come un JJendolo. Yorrei che coi miei quadri ri pole~ re com ivere come con un lento pendolo i– Jen7,ioso. MASSIMO CAMl'IGLI t .

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