Fiera Letteraria - Anno VIII - n.51 - 20 dicembre 1953

_D_o_m_en_ic_a_2_0_d_ic_c_m_b~re.:......:1~95~3:........ ______________________ ~L:::.::A~F:.....:_l~E~R:.:_:A:_~L~E:::._:T:__:T~E~l:l~,:\~R:._:l~A::._ __________ _____ ________ ....:...._Pag. 3 POESIE di LINO CURCI * Fontana di pietà Em in San Pietro, una chi.a.rei m.o.ttitttt. Croci astili guida.ua.no pellegrinaggi, nuvole di ca.ttto, ls tran8etine tracciavano il ca.mmino. 11' "" nembo di 'VOCi camminavamo ifMieme, madre mia, il t1to 1XJ.S80 stanco ai reggeva 8Ul mio. Vari linguaggi;, il duro accento tedesco, il 3olenne latino, lo BquUlante francese, mi coro 301.o.Ti beavi di quel s1«mo celeste, trionfaoo ÙJ tua povera vita, il tempio oosto come una città era la gran.de ca3a. E supplicavi anche per me la stessa pace. Al sommo dell'on® umana. io ti piangevo accanto di doloro8a gioia, tenero orgoglio di te che mi portavi verao la tua salvezza-. Ah. se pote.,,,i camminare cosi, tra le alte uoci che lodano, congiunto a te per 3empre! Mio scudo e difesa anche allora, nel tuono dei linguaggi diversi aperti a tm solo grido, immenso incontro, e tu passavi fiduciosa, umile veste nera un poco lisa, 3otto l!arco d'argento. Tii che hai tcu,to 3offerto e in ogni ri3chio hai 3orrfao serena, non tremavi <Ulprimo cielo; tu che nulla hai chi3.!to tutto ora avevi; o tra3cinaVi al fianco 9.ueata mia povert(l per aola forza del tuo agua.rdod'amore, in cui le u6lte supern.e ai apecchiavano, /Ofltana di pietà, dous brillauam,, le cose eterne. * Trama di on sogno Vita, trama di un sogno, e la,memoria preae di te la maggior pa.rte,affanni di un mondo tramontato, ora dormienti nella tomba del c110re, il aogno t fort.e più MUa wglia. S1, quanti ricordi per fare un ,10mol Una ao3ta,ua viva che aedimenta al filtro del dolore e ai rinnooo. Le poltrone dei vecchi neUe ccue, le apente voci nel silenzio e i gridi d'amore che port.ò lontano il vet1,to. a'hicatenm10 al gioco che non muta. Ho aognato me atesao; e sì traaforma ooni incontro e sveranza, ogni preaente riuola un'ombra per l'anima accorta che non ai illude; chi entrò, la .!tcasa porta pianamente chiude. E sola, t vera qucata aolihtdh,e nella lotta e nel pane, che sostiene un!ombra, al dilagante crescere del pa8Sato, sulla cresta dell'onda. .J(,. Non mota il cuore E'forae t troppo tardi per parlar8 d'amore, non vedrem~ la donna. che aognammo, o appa.nrà aull'eatremo confine invano ... Canta la giouinezw, mentre rntorno s 'al.ta un muro d'anni, il Bilotenace canto nella mia notte d'aprile. Non muta il cuore se diverao t il tempo. Aprile, /eruido aprile di penaieri, appena uhci aottile remora, un roasore dell'anima che gemma come ,ma volta, gli riporta il aegno di un'altra età. Ma t" ritorni, piena di giouinezza., 11cllaquieta notte. E le cose respirano innocenti nel loro aonno, non si 3ente fronda. che stormisca dagli al6eri .. nei cieli volge piano la ruota del silenzio. Senti, l'amore canta nelle aeorcte vene della terra eter·no, armOnio:i:o! E t1i sei albero, vita, silem-io, a. cuore batte in q1uist'attcsa ilnmenaa. come ai primordi dell'etd. Stupiace della aua forza.,· trema della aua brevitd. J(,. In queste_notti In queate notti in cui più ferve il doloroao inuito delle di.stan.ee, liberati gli aatri dalle nebbie invernali, con più tenero vibrante lume dicono agli apa~i l'amore che li accende, non vi t po.ce t1egli universi. Il cuore ai volge dcaolato al cuore, un' an.ai( i onnipresente trema nel.filare dei pini che si piega con perenne pa.ei.enza al ni,ovo cielo. Dalle finestre aperte lonta11eluci filtrano meuaggi di trepida aperan.:::a. E da frontiera a. frontiera s'inseguono nel v,nto il auono degli aerei a1dle rotte hwiaibili, il rapido lamento dei treni sulle case taciturne come segnali di raccolta. Stanco dì dolori e d'it1contri, ricono.1co 11ellamia .1olit11dine l'antica sofferenza del Tlltto che mi chiama con note voci, e penso: ancora terra concreta, doloroaa, prigione d'uomo. Nel di.1tacco t il fiore d'ogni presen.:a.. E questo mio sentirmi piit remoto alla terra e fmniliare della crescente mort.e, è l'acre gilsto del mio v11otod'amore, o forM amOre pi1i, vero e fortet Qucata indifferenza al luogo. nl tempo, un'aria d'infinito &en.zafratelli nt i,-oltì, non cela una profonda caritd: t Pieneua della mia morte, un ordine t~lle inquiete pa3sioni, ora vorrei e.13crecolmo di gravi rkordi coms un frutto nwturo che gi(t. il peso allontana dal ramo; ora vorrei aOmigliare a me 3tes30, ritornare dalla mia. s11pcrficieol n,io ailenzio per un più vnsto incontro. E sentir crescere in. mc la piena in/i11ita dell'Homo, come si a.scolta ,in fiume. Ultinio paHo vcr30 la. .solit"dine, regione più dura, in cui la vita promette ittt:crno cd ogni voce vela u11as11acrndclUI, da q11estaa/era di lontananza guardo intorno il mondo, le persone, i gcati, e il aentimento di un comune destino mi /eriace come un dolore. LINO CURCJ LEVELE DI TA Racconto di Raffaello Brignetli Un_ ,·cechi o compagno di scuo• correrli" pcrchè erano in qu,ikhc uno di quegli animi che rc1,tano. Non C che citli C'('rc-a1,•c o1m:n~i dirina. Di"ento ncrvoH fra la la gli nevi telefonato per mo- altra par1c. 1p11unto nella memoria. prc,~o di lei, ma il fauo d1c cs- l,.,·n1cche discute e discute. !r:i. 1tr1rg:li ccne cditioni delle o- lr('nc i111111101\-C\'a afft.'rr.110 1\11chc gli allri ,t'mlmn•ano u rn,-sf! lì ad a~coharlo, cosi , poc1i, 11uclli chr diuutono: le ecrc minori del Pctn1rc11. Non prr la coda un 11cnsfrro ,li 111>co partrri11arc dclratmodcra. <'0n1- chiara nel sole. lo <'Onfor1an 1,.1role, &li accenti ... Bo l'im, ii:!i in1crcuav11110 a!~olutamcruc prima. Dil!c d1c I<'11ia<'cvam<->I•11re,i i" un allimo hcn riu,cilo. Il 1!uocn 11rohahilmcnte un cli- 111os1onc d1e 11ues101ia un 1110• n1tnle. 11ue,tc ecli~ioni minori, 1,, di 11ill !centlcre in ,entro la Le pili i;r:wi 11rcorcu11117.ioni era• H'0r~o dc1crmina10 da 1111alched,, tro11po affa.~einanle per jler• ma a\'e\'a prc1!o lo 1!1eno un a11-mattina, atnichè 11anare la ~('ra no <li un gcnrrc 11u11~i \'Olut1ua• 1:1,111 cli incomprcn!ihile e nello dere una giornala dopo l''al• p11111anu·11to per meno1tiorno in fra Jr mo1!tre e i 11oeti. Era vi• rio, e 1101111uelle della vita di 1LeMo L<'m1101rmil,ilc: non fo. tra.,.», .Ercctera, eccelcra. piau11 S1m Sih•e1!1ro. Corre\·11: \'8, 1n'C\'11 ,·r111'11tmi: ~i 1'11<) l'I• 1u11ii i:iorui. Sulla ~nlinat~ ,·ia re\'a che c~primrrc, ad aha \'O• Quasi meu'or11 era JJa!!all, <' per 11oc~non inri1111111ò in 111):1 ~ne leuernri del 111110·~ l,1linc il ,ia nhri 1ali\·ano, in gru1111i:al- re, dei ro11cc11id1c itli >eniw1nu la 1ali1a 1lella 1'rini1it dei Monti 11utomob1lc 117.znrrn,che 11ro11r10 1!olc \'iene fuori e car11·clla 1111-cmii 11r1Ji<C@:ui,·a110 JICr via Si~li- iu me111eora e che a,•evano 1111-,i and1t,•a ~11011olamlo.Con c.il – in quc.1 momento @itr:1 rerm:na to: 011cra a11d1cnella 111c111e 1111,1 1111. ltr;411:no:1110 imrhe sc1lu1i, rln- 1:n•i;i radici. Come &C11lla Liiue ma e in modo 1111a,ilit1uido 1 nel 111u1:alc ddla Trinilit dei fptfie tli 1,ulizi;1, 11 Hai 1md1c 110 :wcr salito un 110·. Erano di 1u11e le' i<uc :nioni ci fouc rolori adtlob&Oalla p:eulc sfon111• Monti.. Poi t:ominriò a ,ccmlcrc 1111 110' ,li carne, ml,lMso "· le au1cn1ichc 1111d1c le 11osctc11trali. una irrrmovibile e fre,ltla p;iura. ,·11110 ohre 1tli ultimi 1tnitlinl o si la sca/11111111 ~ 1lta111lo ,luc o Ire 1liMCC;il,ric 1m11111mlolc 1111 se- « 1\li \'errclt\,e \'oi:;lia ,li coere ,, ,\ volte - pro~rguì - mi conromle,·ano in b.,~o nel ,•ia gradini prr \'Oh11.Oai umpanili 110col 1lito. « Qmmto 11csi? ». ur1.1 11ie1ra ,, lli~e Galirie. Un M·mlm1 di 11re\e1l<'re rhc 111110 ,ai ddla 11iaua. Vicine 111 l,;inro di Roma il 111cuo,riorno i<<1uilla• C'cn 1111cora il fouolcuo mu, altro dis1·ouo :1~1ru~o. 11,Iun trailo radrò 11011 so ,Jo,·c. dei fiori, ~110;411a1e di 11u11lche va in p;ra11di,1111011i <"1 ,olc. ~" li in ,p1alrhc inodo intomo Irene diuc: 11 No11 ra11ii,('O: Non :,0110co,ì i-iruro di me. Ve- IH•~,oeia! punto in ('lii IÌ lr0\'3• Auorno, 11cd111i, 111oltigio\•1rni 111 rollo, e i capelli hiomli r- ,·or- tome puoi 11c11s11rrialla pie, di. i colori non e,is10110 cli per \/111011rima. le !ignorc ddl'a11c• t' vccrhi fì,,11\•11110 il sole ,l'111iri• li, il laj!:lio ,r11rh1110 dclrahilu: ira'!». Quc:.ta \'Oha lo ave\'ll ~e 11.le~ !i.eppure l,iiogna ui:ual• dtho sla\'11110 ancora doma11d1111• le o in1eur"ano tli,cor,i Ya,:hi. ma Id, Irene. 11011era ,olitn: confrun10 lealmr111e. ta ~itua- rucntc afferrarli 11<'r rompor11c rìosi ~e i<ard,bcro 11.cc ~e lici 1111- Cabrie li 1cav11lc11Y11 Njt1ilihr:111,<'fil 11iÌIrciile, lanFihilc: 11011 .,ul- r,ionc era orn111idd 111110 1lh•f'r• t11rnlco~a.Non si pouono tocca- 10 o !e :,i urchlit'ro Jircue fino do,i ncll11 11iscc1!acon lo ll\'Cn• IMII0 un'immagine: u11arair:ana ,.,. e la ra,runa po1ev11ben dire rt', i rolori: 11011 ti può eucrc a ,·ia Vrnc10, da llo5ali. Ahcr• 1olio delle Liracria. St"p1trò clue H·ra. 11cn,ò <'![li toccandola ,Ji ,li 11011 u11irc 111110. certi tli tro,arli og.ni ,·oha: e na\'111101t0i, in quella s11ccic ,li fi1ure a Jcacd1i neri e hlu r.he 11110\'0, e Quanlo pfl'l-i, prcno a "~i. 111111 ictr11 .1. !J1ici;ò ci,::li ~e un 1tiorno non cc la raceui cflmiglio, di,corsi e 11otiiic che u11vano p•rlando di Sh~rorr, e 11oro?•· 1111:i~i ro11 rnhhia. 11 Scn:u nulla 11iù II cercarli'! Dio mio, Ire- non e'tnlravano, piombò 1111 \'Ì~o ,li Irene, La ra• ., Oh». rccc Irene ri1lcndo. 11rima e ~eniu nulla clopo. Ft'r• ne ... ». <1 1\ 11ro11otitodi 1rc110- ri- guu nlin 11igram('111e ro1ic• Cli !i ll('CO~tòlasti;imlo1i 11rr11•mo. l111111it1ra è .scm11rtnd ,uo La raii:az:u 11011 cercò 11e1,purc 11reic Gahric -. fono mi farcb- rhi11\'a una tnda, ,ola; ,·c!lita ,li ,lcrc ,0110 braccio come se lo momento mii,:liore, Noi, i1n'<'C:C, ili c.i11iro ,ul !t'rio tiò rhe e1tli be hcne un ,-ia;Jio in un )10510 111111 Bt'III• ciclo d'Italia 11, il ro• r11reur lui d;i sè. « Ch<' 1loman• 111t11ia1110 rontinuamrnte di 110• Il- dire,·a ro11 un tono tHÌ' "arro• nuovo». lorc lanciato tla Simoncl\a Vi- ,IC', Gd1rie ... 11. ta \'ivaci1à e fa ~lo, cli 11u11li1i1 », e Li11t1cv11 il lac• r;llo e con p11rolc sl."omhinatc. tt Un ,•iaggio'! E do\'C:' .t. 1conli 11cr la collezione della ~1i7.,;11 ddlc parole rhc ,i erano co sui i:;radini. • U11a11ic1r;itncs- 1"011fusc.Er;i ('011\Cse in <111elle • Non so, in un paese IIU0\'0, prouin1a calate. ,c11mbi11ti l11l)rirna \'Olt11,al Pin- 1a 11ui e :irncn. Non ri .sarehhe frui fouero co111c11111e delle con• .\li scmlm1 che nei no,iri 1111c1!i Si trovarono lì rcnni nel iole. cio, non t'f!UIOd1e 111111 J rep11rn- più 11111111 da tunerc », cln~ioni di rui nè lui nè Irene ci 1!ia come una ~tanci1('ua: CO• l'uno d11,·11nli;ill'11hra, e inlan- r,ionc a1I 1111 \'ero inrontro: d1c Irene i11Lrm10 ~i luci;iva 1nrnr• ri11~ciw1110 :ul in1r11\·,e1lcre le mc ~e la gente a,·euc provalo lo la mela ro10!11v11 in piin:.i:;i di 11hro poteva 1!UCrcdcrc. ormai:' tiare e i:;li .si era 111c~.s11 bene ,li prcmr,;.;-c. lnohrc lr('nc era rol• e :u, .. ~~ii:itiatoun 110· tutto, e ora Spajtna, Trr gr1111ini11iì1in alto Si erano lroHlli ora e inle.!'i in frontr, rarcmloi;li ,la 11ul,hlir.o. pila dal ,rno nuo\'0 a~11etto,11uc- cnntinua~~e a ,,frcre delle cose le due fi1t11rcavC\'111fo rì11rcH 11 ~la ,•oha cosi 110('011rc.suntuo80: thc ha, ~cnza forza: senza ,•i\·c• parlare mentov1111do&pcuo la 1111• t'o,i diver~o da c1uello ('hc ll\'e\'11re d11\'\'('ro. Nei 11o!tri paesi non rola Sharoff. Alcuni ea11:11cni mi- n10~1ratonella ,:allcria tl'arlc del c·e 11ill l'ar,•en1ura della K0per• nuti. ricciuti. er,mo lihcri 1111!11 Pincio. Che fo~1!e 111110fomo. 111.Homa ci piace pcrchè C mol- nalina11 e 11101!1r11v11110 fra ili lap:iù:' f'rn l'altro - e 11ui le le. li pare? i\la Homa è ,·ccchia. sente i loro collari. \e1111c11u:a~i<la ridere - Gahric <::rr1loche 1i111110 tresppo civili11- Cahric non a11ir,:ò 11cp1111re :ue"a 1let10 al Pincio una 1111a11• :i:iui ». , r -- pcrchC in tfucl 1111>110 ormai lon• tilÌI cli 1!riocd1c7.:te f11n1.indo u \111no ... ». lo interruJ11>c J. uno non fo1!e anelato • ca~11 di moho. rrue. • Ora uageri: Jo,•e ,·or• l !ci. Era t:O.!'i difficile bi!lictiarc. « Sci ~ii, ili 10110- i;li 11i.sse.rriti andare:' Non ti piace star- I ~:•!::t/c1~::n~~ 11 ( ~o~~! :\:~:~~ ;ni~t~ (t,~:;r:c(l7fJì 1 ;ilt~ ~;: lti:clr~r.;~: 10 ?1:;;nc: non capisci. \ i11cff11hilc: come ~e 1l111em110 !ora li:ii 1rnura di 11011ri11scirt' Ma 1.1011 \'cdi che !i ,,, avanti 1. L.., qualnmo avtMC 11re11ara10,co11 a C(ll11inuarc». Erano le 1tc~t' t·ume se fo1-5imo 11111isazi. e lun,:hi c~pcrimcnti, i111csla per• roi<c the gli a\C\'Mdcno la pri- 1'.011ti11ur.~simo a mangiare per- lena comunione tli !uri, di 11110· nm ••olla, 111aora tlllt'Sle paro!,· d,(' c1u<'sla è 111no&trn ahitudinc ., ., i J ! • i l t 1 I ' . j ----· ------ ... ---- .. : E...'li'RICO ACCATINO - e Fi111-m > ni e di cido, con l'uomo e la in('ontrnv:ano un dh•euo staio cli iml)iep,are le ore tlci 11uti? pie1ra. O111111crt11tto ora ,i p11r1c- d'animo del 11iuore; ci;li le aocet· Che i::11~10 c'è, ecco! Vorrei mcl• ,•ila romana o i1aliana e anche &morto, piano, operando nelle cip11,•11 di 1111 aimilc animo con• tò subito, Poi dk<c: « 1\ccorger• 1ermi in \'iauio: ma per un pac• <'Uropca. pt'rtone un brivido quui ina\'• cl1uo. L11 raun11 le11crari11allun- ~i della tlitlìcoh:l di tli11i11p;ere se 1011111110, moho dfreNo dai Anch'cue annoiate. o fìn1cndo ,eni10, ma dcci&i\'O, L'nnimo lii I•"• le ,;a11111e 811imarmi. 11011 U 11oi1n1110 gra,c. E' la dir- not1ri. Qui mi 1cmhra che il noia. le 1ignore ,i erano 1po11a- pcri<'.i:ione ~i era come incrinalo U&eida un 11111110 il 11i11orc Dc ficohù tli \•hcrc, c.111isci! :11. mondo 11oua cncrc sohan10 per- 1t- dal banco dei fiori al cen1ro e ogni ton 11Veva11uun10 una Chirico e 1i piantò nel bd me&• lr<'ne ìitav;i zina e rernrn. G.i- rczioualo e che ormai 1ia 11mui della ,calinala. Era 11nu10 111,altra qualitì grigia. Un elemen- to dell11•calinata g11ar1lamlo!on, hric a\'C\'n i:;li orchi talm<'ntc 11:r.-finito ». tro tr111po, 11111 la loro cleciaione 10 rhe prima •ve\'11concluso nel- 11no: bracria in trorc. rirciolo :i:urri: d'impro\'vi~o. a 1111e~10 lrrne llinc: « Cii,. ma nnche 11011111ve\'araggiunto un punlo la Trinitì dei Monli una 1(cra in fron(c. Era bello. « Ora mi lll'U5i1•roa eolori, lcrnc (ere lo lì. in 11ut1lchc1iac~c divcuo, 110•rcrmn, Come 1!hchilirc. ro1i su isolata e (elicc. era ,·tnu10 me• sembr111Napoleone ». ,orrisc Ire• ano di 11111u,•cr1!i ver 11111lar ,•fa. lrchhcro ea.~cre~111nd1i e annoia- ,lue piccli, se urei.ibero 1,e1e o 110. Il ,ole ipari,•a dietro una ne. Ma giì il 11ume era scom- Ma lui s1a,·a 1111ror11 p11rlantlo. li e m911i:i11re com<' diri 111 ». . 1,.ali1c?Ci ru 1111chc la 11ro110&1a nebbia celcatc. Sulla 1 calina1a i p11no. Oi~c\·a: « Non ho ne1111urel't'n• • Sart>hhc una noia di~e.~a_.C! ili 11llrllV<'l'!!~re la piaz1:11 ~ ~i ~u- colori radevano 8 U'improvvi10, Cahrie non ci aveYa rano ta· tu~,a~mo ... ». ccc. <'Cc., • Se do· Hrchhc nlmcno la J1Hs1l11htatlt 11crarc 1111u1 duecento mc1r1 fino l!Ìaffloui11rono: e j diaconi &\'C• ~o. Continuava a 1tar lì immo• t \Cs~i rare 1111:1l;hc altra. co~a... », incontrar~i con un, ti110 di noia al uffè Crcro: ma ''t'nne •~1hi1~\'llno un 1ono falio, incMe, Qual• bile come 1e 1i trovaue al 11rin• <'CC.c,·r., te Non ha 111111ortan• 11110,a. Ecco, ,c,11: se un bel tcart11ta, 1ehhenc fon,. 1101 r1• rhe inaolil• mano •11eva bucato c1pio di 1111a ,it11Hione e ne ~le&· r ...-.oillii•· im... Fa11ori110 ... 11>, ccc. ert'.: ,:iorno un c1><1uimès.c a1>i1u.,e 11reo t' ,c.,rl;ita ,li nuO\'O. Onn:i.i qm·II• ,plenrlid.1 bolla di upone. ;~e:;~c~~ 1 :~!: ' ';~ 11 :vi~~::~~ 11 e:!:'; Q~ 1::~~e, ::a,~or;c,11011~::i,::~!la~ 1 ~j in 1~~;~::i::oc:!i ~:: 11 ~::~·t =~rpre~a e ~~~;c,d~I J;t~c!;;c:~ue;~:v•~ 1:;~ .1iiril~. p~imavcn : 1 e~pure un l'oucrvare la Jralinata o i i:r1111• _._...,..._~, \cutrc 111111 s11cric ,li ri111c~rolio. nello ~lc1<-•o 1cmpo co11vin1;1di loralt" pi,', ad11110pt'r pomcri1t• !:Ci° .mi,tcn?_IO {.~go• b· ucelc di pillori come Dc Chiri,·n non Si rc,-c ro1110,li ,1,·crla 11crrc11i1atullo riò. Ma cr1111nrhe 111111 1!011•1io; e 11oi è a1rottmen1e inqui, 1 uno, e e e e I ne •~ 11 .cc re f;: 0 i~ 1 ~=~': ~i,: :i";:::r~a;~':i~h~~; gi 111:;•i:iloil:~:,!:•:o, ,:::::.:~;;ii:~~lto~ ::~.\/;:::~e l!n'~:~~:,·::a~~:'ol8:r'; ::"';o,:111111 : 1~~ 1 fl:::,itllnit'ri vciti- ~: 1 1 1~~tu~nr;e ienaa po t'rci ~r finito col dir1!i 111111lro,11a, • Oo\•e 1iuc~1:1\olla il 11110 ,li5ror,o pc• (; inquic10, nrn anche come l'uo• • Come ~i r,. mi dite, • fic- . • t 1 11 ,uc,to ~he ho ?JIUra •• :an1lllvi ro.i in freni~ .1, f.Ornin- 11('1r:na 1le111ro ,li lei 111110 in•ie• mo ,hc le ~la\·a parlnnclo, e cou r;ir,i ne.I raffè Greco alle dodici •1 lamento Cahne. • Non P 0 •· ciò rivolta ,·erll-0di lui. mc. « F 11 r che ro~a:' Co•a. 11rr- 11:1rolc,Q11{'~1a voha, pii1 rhiare e mt>ua di n11111ina? •· ~iamo 1n1i avere un c?nlrollo • In ncuun pol'to. Dovevo aol• elio! Infine il mio mr1!1icre è ,lcl soli10. 011 era prcrisamen• 11 Oh, ~ci 111lomhile: come ti anlle c:.ame che de1cnrnnano i 1111110 ,·cdt"rc un a111i1·0,11111 or• \t 11ucllo drn prt'rerisro ... Oh. Ire- te ,·ani1ii, 11111 Irene l'i Mor11rcn·c1111iuo ... •· Se pro11rio er11 il n· no,lri umori: _ci Hh•illmo aol- 11111i è tardi •· D11 1111d 11111110 a 11 c. eppure uon mi ~rnto tr:111•tll•va atl i111nu1i:,in:1rche ro~• l!i 10 cli mcner,i in \'i11g.gio,quc!tc 111 1110 ,e po,~•~mo Jlt'llHre 11 ~i\~:.i: i~anp;::.~('~:~i~n:,~:('!:::c ::~ :::::1 1 ~: ~. 110 E1t~f 110 a\~\~;;~Ì/r~i ",~;','i:; ~ 1 :.\e:~~ ,r;:•~~~~~tc;;:,1: iÌ 11 <l~~c:;:; ~1t:~:.~:ad::~~~:.~c ca:;ta::,r~t; ~~:~C(lr~·. q~~i 'dj:~:~.t~i" 1111 :a;~~: non era 11iii11ouihilt' correi'(" 11er - · re:ihù 1111 conti,1uo ,voli:rrsi c- the a,ev11 r~no. Naturalmt111c- dove,•• cucre un viaggio lungo, 11\'0e da RoHII o del c~ff.e.Grc- inconlrarc un ,,ccthio ron111ai:110 f J ' 111 u1:irf' di termini, d1e gli rcn- pe11s:1vache 1tliai urcblic do\'u• dcfiniti\'O. ~o, non 1010erano 11laua1b 1h, inJ ~! 0~~: 0 ~~~1~:a 1~: 011 1 ~!:~~~;' 1 ~11 ?i:: ■iiiiilC;:'/;1 · , -J\, ~i~~:i ,l~Ri:~'•~ti~=~c i:1\ 1 ;:~ 1 :1~a::c\;:; 10 utli"::u;i;'ioi':t Groenlandia! o, si ~:~~:~1<la!:io dt:'i:!isaa 11 ~::!b~ ::;~~d:ìl :\c!~?:;.•,;~~~bc,:! :!: dal prifl1o inconlro coo lei. e le <iualt·o,a di i11111111tabilc. di ,•ero. 1lit~c C11brie ad 1111 trattu. Dalla hc acrad11to piÌI tardi: e lcnt11 i11r(I, e tn,11. Quelle 11,:noi:c sl('Ue figure che 11llora si a,:gi• « Una 1,icira o un 1rc110: ceto iilta dri:li cS<111imc!i,li crirno •in,inuava nei loro cuori l'an• non •anno for1e per quale moti• ra,•ano nella galleria del Pincio rhc tota vorrei eucrc >), ronli• ,•r11111in mtnlc il luogo e il gosda. RAFFAELLO BRJGNETII avr,•ano peno i loro conlonii • nuò. e O s111rformo per icmprt, nome ,:eoi:rafìro t:on i quali con• F'ins:hè. ,1ra1111n1cnte.la luce preci.si . J::SIUCO ACC\TJNO - c I<"i;:urn » n 1md;1rca,an1i: ma su una ,•i<icrei.are una foga dalla noia della del sole inni e luciò un ciclo .. Ci 10110dei n1omr11ti che ri•1-------------------------------------------------------- (Continua ci pog. 6) n1angono qui nel cranio - Jiu.c Cabrie toccando,i il cranio 1te1- 10 - : il resto non conta•· Il Sì 8Ì - diue Irene -. il re– tto è qualcou ,li effimero•· e magari 111,•a ri11ctcndo una fr;i, te- 1t'ntita dire, ma quc1ta ,•olta era 11;:iun1a 01,11ortu11a . .,.Sci 11ill1orn111a111Pincio? •· o; No - ri,1m!e -, ora fre– qu<'nlo altn p:cntc a. Effcttiv11111c111c. almeno ncll11 mcn1eria di lui, di Gabric, i 11oc• ti e ~li ahri incontrati allora non ui~1ev11no pii, in 1111Micola• re. ma come gru11110:erano ,ol• 1anto lonllnc figure anonime. Irene, in\Cce, era 1111i.• Di 1111 po' - 11111rc1tòad un I.ratio -, ripeli che ti 1!ei11. E Irene: tt Sono qui, ci &0110 o, diuc. Sorri!c, Src,rro in!itnl(' l11 ,calinata e di nucwo si rcrmarono. A 11oea di11anr;a d11loro brillava l'ar,111.t dt'lla Rarcarcia: 11lc1111e na,•irrl, lt di carta, lasci11ted11r1unlct.n10 li d<'nlro, \'IIIJ!.ll\'11110 in una fl1C· ri( di ortano clal fomlo illli!i• bilt", Jn111rno le. automohili e i tìlolnu corrcuno la loro ~1rad11 lucidando l'asfaho. con ,:c111c10• pr■, col ,olt' rhe lracu rirlCl"1!i Ja rhiome e rauolclli gialli, ro,• ,i. blu, turchini. Quc~to fiume di forri e di 11cr~o11c iri 11n01la\lt <1n;1 e li con un rhm!O inconlrol I-bile, che la•ria,11 tulla,ia in• 1111cle 1111,·ircllc ili tarla. • Non ,cmhra 11cp1111rt' di U· St're ;il ('tntro ili Homa "• o,~cr• \'0 Gahrie. Irene gu11n:lavacerti ,rar11r1111i d un rouo 11rcuo, vio– lento, 11i11111ati nel mt'uo ili un h■nro di fiori: semlir;iva che 11011 11\'t'Hea,,eoltato. Poi diut>; 11. Non e il centro ,li Homa. A mc sem– bra clic rrrlì punti ,i;ino 10!- 1111110 il tcnlro ,li loro ,1e~•i. sia, 110loro !\('"i e ha!lll: li l)Ar(''.' 1,1. Farc,·11110anch'cMi i 1liscor1i U)thi e \uoti di 1u11igli ahri. Era un re11lro. dm111ue, cd cui ri ~i tr0\ll\'11110 ,!entro. Cabrie ru &0rprt'1!0di ~cn11rirsi in 11ucl· la ,i11111iione, 111a 11nn 1i:li 1li– !pi11e1111<', !-Mere 111 1111 r11m110 <li ralrio, 11rn~ò: 111arinai in m:irc: nuomi~liarc :alle eMe, E' il mntlo miir:li< 1rc.cl< 1110 111110. A un 11a••O111 lnro alrunt' ti- 1::nore 11111, ano 11rcmltndo 1111• ckcisionc, Si tpostarono in•ic• mc. 1111110 il primo gradi110 Jclr la 1c11lina111: rima,ero li. e \'o· cliamn rcn1111rci o uli;unn da llc>uli? », dom11111iò la 11iu 3io– \an<'. • Sai - le rliJ•<'rO -. 1\1rhc ne rHri? Rc,111iamo:' o. l-:r:ino mollo pcr11lcue. Si tralla\a in• htti di decidue ,e prendere l'a, Jlff'ili\'O 1ubito. qui, o lra!le• rir,i in ,,ja Vcnclo. da Ho..ati. NO§TA\lLGllA\ l[J)]( XMlP'O§§lllBlllJL][ llUTO!RN]( RICORDI DI SCVOLA· !1 mio proressorc, quando. finite le elc– mentarl. e.nlral al ginnasio, non era ancora f:~::!~r~u~~~~o ~:r;I 'ì~~r~~,(~ rtco:oafe~~ fior Piero Nardi. e oggi è uno dei mfe1 più cari amici. Allora. [n quell'anno lontano. prima dell'altra guerra, lui giovanotto di vent'anni, io bambrno di dicci, chi ce lo nvrcbbc detto che saremmo di\·cntati amici? Pure. se nella memoria ml resta qualche cosa di quella prima ginnasio, oltre le de– chnazlonl latine e la vcrgogn:i di un'Inter– rogazione in geogrnria un giorno che non sapevo la lezione 01 profesor Nardi rirerl Il fatto n mio 1>adre: e questo. da parte su11.. non me 10 sarei aspettato), ml resln Il ricordo dell'Infatuazione che tutti della mia classe a,•emmo 11cr lui. Dlfflcile ml sarebhe oggi, e lntc:es:,.nntc tuuavla, ritrovare Il J><!J'chèdi qucll'lnfa- }~~t~0;c~~f!fr~~~~. ~:ora~~~~c~~~ ~~t! a:; fu l'umano calore che egli metteva, si. nel– lo spiegare le lezioni. ma soprattutto nt'I· l'avvicinarsi con affettuoso animo al nostro animo. Credo che la stessa cosa Rccadcsse anche al miei compagni, dal momento che non ero lo solo a voler bene al profes~r Nardl; ma parlando per mio conto, dirò che con ~lui ml accade,,a questo: che par• ~!~f,~~i~~a~r:~~o nCJ~~e~~ de{~~~1St~i." u~~ :'~~rodl~~':;~m:1 ecus:1'::S!ep~::i rs'e~~l~.ol~:à p&rt'\'a cht' tra lul e me si stabilissero rap- di EURUtO DE MICIHELIS ~~tls~:~ 50 ~~~illes:e°an~~nf~~~iSff~afi'i!;n~ della discan:i:a che cl separava, nello stes..o temp0 mi davano l'orgoglio e In re8poni.a.– bl111a ct1essere uno. Mi venne In mente tut– to ciò, e con diversa maturità lo capii, quando un giorno, molti anni dopo, a Ve– nezia, camminando Insieme per via, un suo scolaro lo fermò, e 10 li oi,servavo In di– sparte mentre parlavano: Il ragazzo parla• ~~gw~~~i d~f~Cr~1~i:ci~e j~nl~~pur~~?o~r~~: 1mre,ano fargli le sue parole, arrossendo anche, mR non confuso, come quando ci si anima. - le Jll'imc, indimenticabili volte, - a J>arlare di noi stc!-51; con rispetto, ma non ostentato, Il rispetto che suggerisce J'atret– to. Nardi lo !itava u sentire. col capo un po' recllnnto da una parte, In auo di Inte– ressato ascolto, con:.entendo a tratli; e ben– ch~ la parola poSAAsembrare strana in tal caso, anche in lui. vèrso Il ragaz:i:o. c'era racl~~~e~~•~l~z~~e;~~ I~ 1~1 Ò1~i;;:1g 1np~tl ;!:~: sonale ognuno porta In sé Cun'an~oscln, un dubbio, o sollanto Il lavarlo dello spirito che· si ra su SC's1cs.sol, In tutto ciò in cui nessuno può aiutare nessuno, l'unico modr, C'he cl è dato di aiutare gli altri è di capirli. Tuttavia se, quando la prima g:innoslo l'avevo finita da un pezzo, non ml fosse ac• cMulu talvolta dt leggere Il nome di Plt"ro Nardi :sulle rl\'ifìte letterarie. e poi di lee– gere i suol libri, e poi di rilro\·arlo a Ve– nezia e farmi animo di portargli un g:iorno, =~:-~:~~. W ~~r~~s!ri1~~ 1 ~~11eb~~recapo~~:t~m~ qucs1a è un'altrn storia); se tutto ciò non tosse accaduto, potrebbe darsi che Il rlcor- ~iat~elu;;1d0d~ri;:?m'ri~~r~~ebi1e I~ ~~ a rJOco scolorito In mc, tanto vari e fortu– nosi furono gli anni seguenti. Quello stesso anno scolastico, Infatti. cominciato che d&p• pertutto si parlava della guerra di Fr11.n– cla., non dO\'eva finire scnU\ che anche l'Jtnlla cnt1·asse In guerra. Il protcssor Nnrdl vesti Il grigioverde e lasciò la scuola, ien :c~~?c s~rJ:~~~~ ~~:w1~~~· ~~ pue: ~i~ di anticipo: e già la mia città. Vicenza, di– chiarata zona di operazioni. conosceva l'In– terminabile J)DSl>agglodel soldati che si av– viavano al fronte, I convogli del feriti che ne tornavano, e di notte, dalla frontiera del monti, la voce vellutata e cupa del can. none. Più \'lclno, plu eccltanle e più allc– gro, quando wà altissimi nel cielo si dl- ~.~~fa~~vf~~ilfi!1!e~?J>;ionld~ljt~11~c~e edj ~:: :1 1 ~~ 1 !~1!ti~w~gzl~orn c~r~:1~~f~ll au~:~~ rltlo delle mitragliatrici antiaeree: e r.aml- ~ai!'t~ ~hl~;~;I, v~~i1S;~:: l~~~~~Ei~~~ 1-~t tro, dove fossero cadute le l>ombe di cui arrl\·a"a lo scoppio, se tutti del nostro cer– chio di affetti non erano nel nostro rifu– gio durante Il pericolo. E' probabile che, dagll undici al quindici, siano anni dlf(lcill per tutti I raga:i:.:i:i,gll anni della pubertà. di tormentato e conti– nuo 111.,·orloInteriore, che toglle·al\'11.nimo giovinetto di riposarsi nelle cose di fuori; quel r1po,.nto animo che è pur necessario pcrchè la scuola non rcsJI un luogo estra– neo do,·e s'Impara la matematica, la geo– grafia e tutte· le altre cose che si dlmenll– cano, ma diventi essa collabor11.trlce del no- ~~~o s!''~INf~Q :1~u~r;s~h~\ac;;~e~=~liu~~; ~~eot 1 ; cil°ecg~ea~~\ èlarl~~~~~~: ~t~ sdfnfc1f~ discernere quanto d! ciò sia dO\'Ulo all'età, e quanto agli straordinari C\'Cntl, troppo più grandi di noi, che vivemmo allora. Le scuole ben presto requisite 1>er farne ~trted~!i•si1~ 0 Jtb~~r~ 1 i:!: ta~~~ 11 dcihNc;is1~ orrendi, Infaticabilmente torniti da musi– cisti a cui Il patriottico Zt'lo tene\'a v~e di tutto: ecco i miei ricordi di scuola di quegli anni. Ma accanto alla ,,Ila di scuola ~~l~~ l~it~ot1~r:ed:s11se::~~~I ?~a~ 1 uc~ 1 :'a.~ 8 i; ,,!site agli ospedali per salutare qualche te. rito, e troppo sangu~. troppo dolore. troppo odore di acido fenico subito all'entrata ~1:i'"rf~~do? tl·~~~: 1 d'~11•1:rf:~sl~I a~~~~I~ ca sull'Allophmo di Asiago segnata per noi dal fragore notturno degli autocarri che trasportavano I soldati da un fronte all'al– tro, sco1cndo dalle fondamenta le case dove tutti vegliavano; e da Monte Bèrlco. a sera, ~~i ~~"'~~tfi! 1 c~uÌ ~~~~• ~~ 'J!~~~ ~e~~ feroce. Interminabile pioggia del giorni di Caporctto. quando, parlandosi della nuo"a linea di reslstenu al Mincio e al Po. nostro padre cl mandò In Jretta a ParmA. Fu quel. lo l'unico anno srolastlco che non feci a Vicenza. e che cosa me ne è rlmAsto nella memoria? Niente. anche qui; tranne I bol– lclllnl di guerra letti 11dalta voce, di sera, nell'atrio gremito della Prefettura: da quelli no t quelli te di "ano e s abbracc.lavAno sull11 piazza, cono– scenti e non conos('entl, veneti e anche no, ln un sentimento di sollievo cosi acuto che era entush,smo, e rlnchè nnn gli si era dato sfogo sembravA dolore. Incomincia col liceo per mc, a guerra finita, quella rcgolart' viti\ scolastica senZA cui la scuola non è nulla; odiandola o r:n1~d(~~ii :~a~~~:11~a~1~ ~~. v:r~~fò dcla mia vita Interiore; 111. guerra era flnl- !~~:,1:~~·6s~0t~r~~~e~tf 0 ~n~j:Ae,~!r~f!~ 1 i se penso che, entrato nella scuola media primi\ dell'altr11. guerra. ne ero fuori prima dellA riforma C1!ntlle, ml sembra di C55cre dan•rro un molto ,•e-:chlo scolaro, e q_uasl . ~I r!lc~~~~\~~/[ ~• 1 ~'i ~~o'1r13i~?aa 1tfo~~~z1one Cià cr11.l'età che avevo scoperto 111. poesia; neanche questa è unA dichlarttzlone di glo– \'lnczza, m11. feci a tempo a Innamorarmi del\11. 1>0esla attraverso D'Annunzio, letto 11.nchc dove non lo capivo, amato anche quando non mi piace,·a, liriche, romanzi. tragedie, ora:i:loni di guerra e di pace, tutto ~~~~~~~! 10 ia~1ltt d1 1 ~~~~ 0 r1r: 1 a':iu~~~ 1 ~! ~-----------------•• l loro mariti non po1e,•1no soc.• Ct:GCNIO ORAGGTF...SCU - «Bambino che dorme» e mal un anno che Il medesimo Insegnante cl accompagnasse dal principio alla fine, 1ò1tocl a un 1raao d11una parten:i:a che sot. tollnea,a 18 precarietà di tutto quanto co– sutuha le condizioni della nostra vita; e le \e;,fonl Interrotte dalle Incursioni acrt'e, o turhate dalla loro minaccia st'mpre In• combente: e le recite di bcnerict"nza per cui cl esercita,.:lmo a cantare Inni patriottici e di pagina. su l)llginc anche fitte di stampa, se \'I ricorre Il suo nome: un'abitudine tlpo– gra!lc11., Ironie.A eredità di unfl passione non di bibliofilo. Ma non era passione cieca. ~e mc ne liberal, solo modo di Jlberaul delle J)llsslonl. a forza di Insistervi: ,·ogllo dire, sforz.andoml di 11.mare 11.nchc ciò che di qut'll'opera ml rcsta"a estr11.nco, Uno a sco. prire che meglio era respingerlo; e nem· meno una passione csclush·a, se risalgono ad_ allora altn mie passioni letterarie, di plu resistente durata, Foscolo, Lcopudi. Sarei dovuto csst're, lo credo, uno scolaro· Ideale per qualunque professore d'Italiano; 1oteca G'no Bianoo

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