Fiera Letteraria - Anno VI - n. 41 - 28 ottobre 1951

l'ag. 4 LA FIERA LETfERAKIA Domenica 28 Ottobre 1951 donna > (p. 229): e E durante la st.a.glone qu:mt-e feste!> <r,. 243): ma semmr.:, l'ém– plto resta del sentimento. tradito dall'en– fasi. e Come natura vuole>, soggiunge Il Pancrazi.: ma la poesia. è natura, che è diventata legge interna. ritmo. Talvolta hwece. sfuggendo Il non Autentico trn– tntlvo, la soluzione di contlnultà !'I de– nunzia esplicita: è il caso del Bagni di Pancaldi (anche I fiori della libcrtd: ma del resto. tutti I capitoli), dove ogni nu– cleo narrativo sta a sé. ogni eventuale ri– torno di un motivo precedente fa nucleo ancora per ---sé, e interno limite del tono non è li pathos, scmmnl Il e realismo un po' grezzo e aneddotico> rilevato dnt Oar- ,, glulo. I t-cntativl di chiudere Il capitolo come composizione pcr!clta, riprendendo alla fine 11 tema dcll"lnlzlo. mentre con– traddicono e non risolvono l'nutonomla di fa terminare col crepuscolarismo. • Sen-· tlva Per lstmtn la giustizia nel propri mu– scoli, e ne abu~ava ricorrendo con troppa liberalità a qucl!o specialissimo tribunale> <p. 281 >: do\'e la prima rnunclazlonc si rn. subito fant.ash\ nella commedia della se– conda. allegro riscatto di quc11·n1tm e: rorz!\ brula della natura> Cp. 212>. sotto specie ~ 1 'è u~~~t~e~af~b~" ~:1:::~m~tfi,e K~~i:r 1 1':; ~~:l~hu~ r;i~o /~~~~il~ lidi:~~ :~u5;~~~lo~ la !orza, In !untlone polemica nntlhorghe– se (dr. p. 248 sgJ: diciamo In Tina: ma son pagine nsmi compòslt.e, più grndevo!l che fantn.sllche: e anche costl tocca ali;\ commedia sciogliere lnsleme la polemica e Il pancglr!co. con lo stesso procrsao dçlle battute casalinghe usate ieri a Sfil'Onfinrc le battute sublimi: • Tutti si nsslcp:wnno sul POnte per vcderln p:\Ssnre nuotando. lei sorrideva tranquillamente. come nd amici: e una volta sotto si gettavano dnl– l'nltrn parte per vederla uscire> Cp. z;·n. pr~s~:~;~ nd;:o~n~~s~t~~~t•nt ;16~r:;g~;a,s~~ spenslone di ::tn$!a e di O,\bn che 'i.'loplnmo i~~:g!~g\~;!:~r~c~\! 1 ~~ 0 ~11~ 1 nfl~~~ 0 c~:h ~~:~ F•~OE ~IOOEKNA EG~NUINll'A' 01~~~'fl'EllA'fO Si fa volta per volta poet Chi crede perdutamente non cerca di conoscere Dio in cio' che e· • Giuliotti vive il dramma della fede, se non metafisicamente, sentimentalmente, e per questo si vanta di essere un cattolico vivo * di FRANC1-<;sco BWUNO •clnscun altro momento. restano C"stempo– ranet. postumi; cosi nel Bagni di Pancalcti, di cui l'ultima bt\ltutn aggiunge un ,mun– clato, un e: fatto>: cosi In chlusn nlln Sora Sofia la ripresa seccn secca della !ra– se, • Aldino, ml cali un filino?>, tnnto ric– ca di musicali echi al principio. BIS®nnva condurre tutto Il precedente In funzione di quella rlpresn, piega.re fin da prlnctp!o lo zampmo della fnntasla In voluta di ghirlanda: trarre insomma ricordo da ri– cordo in virtù di qualcosa di cUverso che non siano l richiami degll nrgomentl aned– dotici. Ed è nuovo segno della fUl\2.1.one subordinata che ha n tema della memorl::i. nel Pnlazzeschl, che Il motivo unificatore sia cercato sempre fuori dn esso: sarà a volta a voltn, dentro e di là da.g?I aned– doti, Il e: sem,n perché> ( Una casa per me, 1 /lori dell(J.llbcrtM. la rr.ng 'ce. sl')spr!1.!tl.>n·? d'ansia che recf\ la mort.e <Che cosa e en– trato hi casa?>. l'altra simile ansia per un rimorso (/nccndiarJo>. Il fascinoso amaro del peccato d'amore fDo,i Glovamu e re~ ttral, la sterile e doloros:\ bontà <La sorn Vittoria>. Temi veri e belli del Pnlau.cschl, dunque Immettono nel llbro ricchezza e non peso: ma unità nl singoli capitoli, nulla: 1 due più fcrmnmente raccolti In– torno al tema Cl più brevi), son anche quelli che cascano di plit neu·an<'ddoto ,lflce11diarfoJ o finiscono, tanto per finire, nel tenerume crepuscolare CD011 Giova1rnt e l'etéra>. centuarsl del tono scrio: In quanto :.. 'I.le. è slgnlflcntlvo che sin una. prescm>.n quasi a~sem ... '\, nl di quà del libro. cosi come s·ln– contra nell'lncc11diario non altrove che nella dedica. Oli uomtnl Infatti es~legge a p. 59) son tenuti e '!iempre nl bando da c:::ucsto~cnerc di vltn >, e il libro si chiude prlmn che. con la scuoln. Il dovere l'òl mostri nJ bambino port-nndo;U e: un dlsa~o na– scente> Cp. 299). A dlfTrrcnzn del soliti ri– cordi dell'infnnzln <notava Il Pnncrnzn. qursto libro è • per gran pnrtc rov<'sc!ato sugli nitri>. anziché rivolto sull'io: si trntta di sfuggire )"approfondimento di • quel sen.,;o Intimo e profondo di sentirmi solo, nf;snpornndo come un'!tmolo e vann trlstcz– w la fcllc:t~ > <p. l33l: che ~ un tono scrio. mn di qua nnch'eMO dn qurlln che potrrbbc essere la serlet~ che s'lmpr>rsonl nel pndre. In Questo mondo. lnfnntlle nel serio e nel buR'o. I babbi son tni:tl!nt.1sem– mai sulln mlsurn del bambini: come la do– menica. In cnmpngnn. che e: per tuttn l!\ ~!ornata rlmnnevano smnrrltl In quella Jnopcrosltà costretta tncomlnelnndo e la– sciando cento gluochl, anch'essi comC' fnn– cluUl che non sanno più che cosa Inven– tare per dlvertlr'!il > (p, 224). Delia, 11airamma diIdea In questo vuoto della fantns 1 a, naturale che trovln agio d'inserirsi. costituendo per sé nuovi nuclei nnrro.tivl, t.utt1 I toni cui s'è accennato fln qui come Immanente pe– ricolo: l'aneddotico. J'ln!ormalivo. 11 puro scherzo, Il crepusco!nre: e ln snlira so– ciale, le Considerazioni pedagogiche. Per– sino le divagazioni gc11craUter, antico mo– do dl salvcu.a della macchina narn.tlva. e qui (sembrerebbe> connaturale all'andiri– vieni delh mcmorlR, n contatto coi modi aneddotici ne accentuano !I peso. lnsuffl– c1cntc ritmo a dlsclogllcr:o. Sono g!I scogli, traverso cui Il Pnlaz.zeschl deve guld:i.rc la. t.Jtta.: un altro è la bont..\, e In genere la salute. la forza: anch'essa. nota costitu– tiva del suo mondo poetico, ma anch'essa, quando si afferma di per sé, ne rivela I 11- rnltl. Vedete la zia Lena: è Cristiana vera, della naturn. dimenticando se st.tssa aveva trovato tutto. la pace e In felicità, (pa– gina 20>. che è generica frase nel concre– t1eslmo libro: o l'enunciata bontà di Sàul– lti (p. 85>. La giustezza di questo tono. è quando serve a dar rlUevo a un tono, bon– cné diverso. opposto: cosi la zia Lena ac– canto :i.Ile altre nonne. o lei stessa per la. ghiottoneria che si scopre nella sua bon– ta: ed ecco il modo come la bontà dt &àulle può farsi evidente nell'Immagine: e con due baffoni neri orizzontali da us– stro che parev:mo una rondine In volo ftunt..'\ nno al suo labbro per depol'vl un haclo > (p. 85 sg.J. Più sottile ca.so la sora Vittorin. suo riscatto vorrà essere la pica;:\. dol!nte che dice Inutile la sua bontà: u:1 tono tenero che corregge un a:tro tono te– nero. pericoloso equilibrio: plit cordiale e pronto li solito che s'Instaura. fra i toni • ttncrl e la commedia dove s'Inseriscono: r-er esempio. la sora Vittoria In copp!a con lr, cuoca, la sora Virginia. Il simile accade dell'altro tema. !a Sl\– l•ltc, I:\ forza: che dice poco alla fantas!a ctel Pa\azzeschl. da ciò lo stento che s·av– nrt.e nell'eplsoolo di Vittorio Puccini e lo Tipicamente, è 11 mondo del bambino accanto alla mndre. fra sottani- pettego– lfzz:i rllspcttl. cose futili e lievi: fel!clsslmo dunque. di là dnl creduti accenni di cri– tica del costume. l'argomento della moda. seguito • con plccolc esclamnio:lont rattc– nute. rivelanti una perfetta logica più che la sorpresa nrl cnmblamento o nell'evo– luzione> Cp. 129): che è In logica dell'II– Iop-lco Ccfr. anche p. 82 sg.), supremo sor– riso. Perché sia p!ù Illogica. perciò ln modA è còlta quando è passata: • un flq-urlno fuori moda, e di una moda delle più artl– ftz!ose. non capace oramai di provocare l'ie non Il riso e In curiosità> Cp. 161): de– stino di tutte le mode. anche quelle che fra esse siano come la semplice Tina fra le sciocche mondane Cp. 124). Il tema ha accenni In ogni caplto1o, ché su.esso batte addirittura n titolo del llbl'o. si veda in Ispecie Veccllfe h1qlesi: anche la canzo– natura del melodramma nasce In que– st'Ambito. Cose bur!e e assurde. ma è chiara la simpatia che li Palazzeschl mette nel suol aggettivi grott-eschl, • quelle scimu– nite, quelle befane, quelle rlftcolone <... ) . quel sos;c::ettl da carnevale> <p. 58). e: una spepera >, • un trabiccolo di tale specie> lP. R6 sg.); la simpatia. va all'Ingenuo sentimento che c'è dietro l'aspetto ridi– colo. come la mlteu..a di SA.une dietro i baffoni. E come la bontà di SAulle. cosi le befane mettono In moto la fAntMI!\ dello scrittore. quando sono in?lrme buone e grottesche: meno la !iora Parlslna. e più la sor'Isabella <e la sora Softa, la sora Fiammetta), la cui lnc::enua devozione al marito non giova che t grandi la bitrttno dinanzi al bambino: e: Tutto ciò non fa– ~;~a88~~e accrescere la mia slmratla >,. Y.URIALO DY. lUICHEL1S (Conti,;;;~,mo num4ro) UNA PODERO~A OPERA oa BERTRAND RUSSELL LA CONOSCENZA UMANA fu«>slo nlutlio Hon si 1•ivolge 11l lilfJsofl ,li P""ÌeNd,uae, r,ua ,all,a ille,•11 delle 11e1'11011e cl1-e Ni intet'""""'"' di q11.e"tl"nl fu,,,,,,ffche cui H1111u,11 l,, l"'t1sibiUtà di ,ledic,u•vi un tetfll'" ciac •una t1l,a lhrait11tfl D A QUANDO l'emplrl.smo di Locke ha affrontato il problema della cono– ~cenl.11.In termini soggeulv1 per spiegarne 11 processo e nssame I limiti, è cominciato lo sfaldamento della metan– slca e la conseguente delimi– tazione della scienza. La teoria della relatività d1 Einstein, la t-eorla del e: quan– ta• di Planck, la ,·lvi.sezione dell'anhnn di Freud. la dlsgre– ~azlone dell'atomo di Ruther– ford sono le poslzlonl più avanzate che l' emplrlocritl– clsmo di questo secolo ha. rag– giunte. loltando contro ogni i;opravvlvenza o parvenza di metaftslca. Da queste postzlonl tutto npp:l1~ Instabile e problema.• tk.o. anche la scienza e la matematica perdono I loro rapporti costanti e si crede ad esse per quel tanto che se ne h3nno le prove e non ol– tre. Questo nostro secolo è quindi Il secolo della proble– nu.tlcità Insolubile. problema– ticità che pervade tutti I cam– pi dello scibile, che sfalda quotidianamente la nostra \'l– ta e stempera I \'alorl In un gluoco di rlllcssl egocentrlstlci. In questo clima è sorta lo ~e:1os: J>~~~~~n:r~::,~~ na >, editore Longanesl di Milano. L"autore dichiara nella prc– fat.l.one che li suo studio non si rtvolge al ftloson di profcs– l !ilone.ma alla sfera delle per– sone che si interessano di que– stioni ftlosoftche, cui manca la volontà o la possibilità di dedicare al loro stuttlo un tempo che non sia llmitato. nità. Se per esempio esami– na li capitolo sulla ps!colo1ua. troverà questa definizione": e La psicologia l: la scienza che tratta I dati "parllcolarl'' e gli upettl partlcolarl del dati che li senso comune con– sidera "pubblici"•· Sul termi– ni e particolari • e e pubbllcl • rautore disquisisce In pl(1par– ti dell'opera., 31che essi diven– tano termini - chiave di tutta la sua concezione relatlvlst!cn. Cl sono due punU di vista per consldernre Il dato: quel– lo sclentlftco e quello psicolo– gico. ma nessuno del due ha per Ru.'5el \'al!dltà obbiettiva. I dati della fisica !ìono gli eventi che hanno cnrnuere so– ciale e pubblico µcr Il fatto che sono CLStr.ltH dal dati psi- cologlcl correlati. Soltanto quando molte persone. situate In modo adatto e genr.a che nulla venga a cambiare In– torno a loro. si accordano nella somiglianza delle slmul– rnnee ~rcezlonl. trascurando le d!Herenze minori degli cle– menti perao:iall e particolari, soltanto allora quel dato di– venta pubblico. cioè genera sensazioni pressoché simili In tutti I perclplentl. La flslca è quindi basato. su di un nccor– do sommario e pro\!vl.9orlo. mentre la psicologia ,u punti ~ì'~!~:1.~ 1 1f~u;ig1:Ca~tt~! 1 r1:~ :~~Cll~C~:1• :11 ~~ i~~l~•:i~~; tro\ 1 lnmo nclln 'Jlslca .leggi causali che non si riducano a.cl associazioni psicologiche, ancora p!u dltnclle è trovare leggi causali puramente men– tau nel camµo <1elln p.,1colo– g1a. k! ~e con~1denamo che la 11slca e la psicolQG1aint.erh:– nscono t.ra loro, le dlfllcoltà dclh~ cono.,,ccnz..1 si 11101t1phca• no all'lnflnlto. In altri wrml– nl, un accordo stabile e deH– nltlvo non ci puo essere ne In flslcn ne In psicologia per– ché. oltre tutto, c'è una ra– gione radicale che lo lmpcd1• sce: la 1mpos.slbllltàche i J>er– clp!eml si trovino nella stes– sa regione spRzlo- temporale. Per Hussel spa:z.lo e tempo non sono lntc.3! knntlnn:uncr,– te. ma humlanamcntc, cloè Rffettl dalla soggettività, e lo srorr.o che ra lR sclenta d, renderli hn1>ersonnll si ridu– ce a qualche apparente suc– cesso e&ebbene !I succe!>.$0 sta In (ondo Illusorio ... eQui • e e orn • sono termini vngh\ per– ché egoccnlrlcl. in qu:i.nto un posto cd un tempo non sono Il posto e Il tempo di tutU. Anche Il linguaggio con cui noi esprimiamo In quadrlmcn. slone dello. realtà. e lo - questo• qui • orn • risultn approsslma– th·o cd egocentrico. Russe! nnal!1..zn con mellcolosllà ! moltepl\cl slgnlftcatl ln cui puOessere USli'tala parola. per arrivare alla conclusione che quanto più essa si riferisce a Of.gettl concreL1 tanto p!U dl– \'e11t.a equivoca, menlre ogni accrescimento di astrRttezz.'l, diminuendo le differente fra Il mondo di una persona r quello di un'altra. rende Il suo 1 ::c::c~~~1~~1\:C«:i1ve~1~ 1 a~~ prossimatlva quando si astrat.– tlua ln slmboU di pura ma- ~~~i\1ci11~t!\1~u!~e\~~ca~,u:::i! di contenuto umano. non e! appagano lnlernmcnte, ed al– lora sh1.1110 Indotti a tufftul! nel mare della vita oggetti– vandoli In forma di miti. Ri– spuntano allora le Idolatrie e le eresie. e quindi necessità dl una rlprO\'a generale, e lnn– ne Il ritorno al simbolo. Dal mito al simbolo e dal slmbo• lo al mito. Il pensiero si ag– gira ln un circolo vizioso. dal quale si esce soltanto con ruso di alcuni postulati (l'autore ne trova cinque lnd~pcnsabl– )1). Questi postulati afferma– no che e: qualcosa succedr mente sempre. Ciascuno di es. si pcrc!O glustJflca. In un ca.so particolare. un'a.spcttaztone ra– zlonale che non arriva. del tut– to alla certezza•. Le conclusioni di questa J>Ondcrosaopera - se si puO parlare di conclusioni di un sistema relntlvlstlco - sonc nnturahnente Quelle humb.nc : la negazione di QGnl metafi– sica e In riduzione della scien– za a gradi di probabllltà o di crcdlbillti\. Le sue antinomie rcst.nno Insuperabili e la mol– t.cpllcltt\ delle Inferenze non st compone nell'uniti\ dclrlntel– Jlglb!le. Russe! ha Impiegato oltre 700 pagine. profondendo ricchezze di analisi, giudizi, analogie, esempi, ipotesi, ob– biezioni e controbblezlonl Cla.– tlca clcloplcn lntlubblame.ntc) per rl~pondcre In questo mo– do nlln tormcntoM domanda del genere umano • conosela. mo noi?,: • ln un senso si. !n un altro no: ma nel .flen.fl< ' In cui IR risposta giusta è no, noi non sappiamo u.soluta– mente nulla e la conoscenza In questo senso è una visione lllusorl:a•· Questa risposta. se Soddisfa lui. non soddisfa cert..ame.ntc Il genere umnno, e rlmp\cclo– Hsce la sua stessa fatica. ol– tre che Il nostro sapere. EMa condurrebbe ad un p~lml- ~lf~ere~~enJf H~m~:a~~~[\ro~ \'l\<;..c;e_ un motivo di appaga. mento proprio !n quell'accu– mulnre problemi su problemi, !n quel t.eMere con arte di Aracne una \'asta e sottile re– te di pensieri u.ppagamento che segna I limiti della. l!iUa n1osot1a>. Ru:iscl si Impegna solo co– me nlosofo e non anche co– me uomo, per cui spesso è ruomo che, facendo appello al senso comune di Reld. cor– regge Il filosofo, o si pre.nde ln r!vinclt..asu di lui con quel– le uscile In frMI umorl.stlchc, che a!norano spesso. Questo e humor • tipica– mente Inglese rende dilette• vole la lettura. meno angolo• si l problemi. ma tradisce la mancanza di una tensione ad andare oltre l'empirismo, del– l'ansia di superare n finito. Nell'opera di Russcl manca- g~ l~h~sa~~~d~n'i 1~:;~tt~~:~ dialettica la n1osofia. La~c'iami sostare di LINO CUHCI Oli la.sciami sostare, pofcJtt dolce l'estate 011cora mormoro ml vento le chiare tt.:>ci, Un segno 1010, un .ttO'ftC di durata. Slo11ore. mentre canta (l grillo dalln &iepe e cede all'aria la. fronda come alla tua ma110; durf quc.sta imme11.•acarezza elle dal cfelf sce11dcalla noltc: e il brivido che /a.tef4 le .scure strade. addorme11tate fn #J'lfflbo agli oriz:;011ti. Non abbandonare allo scherno del tempo questa pace, per cui gustando un &apore di eterno mf riavvicino a Te! Viene la Joolf4 4:>cilt alla tua mano e morirà . nel .suo pre.tcritto autunno. lo non CmLO&eo tanta obbcdle11za e ti contendo Uft.'M°s. Ti chiedo di wiccarla dal mio ttm.J)O. Te lo chiedo 1e11za mniltd, Signore elle accarezzi fl mondo: t dolce 11avigare la pfcr1a del tuo vento d'estate, t dolce la df.tobbedfento dell'uomo che non si ra.tseg11a. E tue .tono le ore della te-rriz, ma lasciami &ollare mentre eont11 la /ronda e l'anno vive fl suo 1t,lendore negli altf cieli. Stagione un.a ix,Jt4 d'amore. ora richiamo et.i eternftia, la mfa atanchetza t i:,funta /orse alla Joce del ,uo mutamtnM. LINO cuac1 Una croce di 6AH18ALDO AU.)SSANURINI Una via bianca tra un vert!e t,èrtnff.t. Ogni &telo ogni .sa.sso, 00111albero ai suoi marghtl, ha Jrecctt di memorie pel mfo cuor!. SPonda. lieve (costante elilt dio-a. alla vlaJ che hai sul dor&o una rèdola erbosa: oh tltbreta quando andavo, fanciullo, ,u te. quando fanciullo godevo .s;entlrtl muta e morbfd4 e docf.lè sotto l'fmperl'oso mfo J>(I.SSO. Non c' era.no le ferite del te,npo, Una /avola, allora, la vfta. A un tratto. ,n·arresto: dov'I il tabernacolo aereo; la ca11dld4 Vergflt.e eh.e al Mfef ,Oc,Af d'ado]escente sorrldeba pleto.m? E' pa.s.sata - uragano - ùs ouerrs. Macerie ...: 1io1t rimane eh.e una mactrla. in/orme. Mani pure lurnno eretta &u la maceria. una rotta, bruna croce. Dobbiamo dire che egli ha rau!unto pienamente questo scopo. In qu&nto I problemi di tutte le sc!en?.e sono trattati con padronanza. usando un linguaggio comune, con ab– bondanza di esempi e col buonsenso Lockiano. Russe! è U deG:no continuatore del– J'emp!rlsmo Inglese e la sua opera può essere considerata come la sintesi più "asta di quelh\ corrente di pensiero. specie per quanto riguarda quest' ultimo cinquantennio. $1ccM lo studlo.o;odi qucs1l0- nl ftlosonche può trovare In essa un ricco materiale per accr~cerc la gua cultura e !<:altr\re la mente nel com• !":~ :.! pr,:,bleml della moder· CERTRAKD TIl'SSEJ,l~ spesso. ma. non necessaria.- C. SAVON'AROLA l'---~--- Biblioteca Gino Biancb D01\lF.NICO GIULIOTTI ffiANCESCO BRUNO

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