Fiera Letteraria - Anno VI - n. 41 - 28 ottobre 1951

Domenica 28 Ottobre 1951 Una fotoJTafla d' allrl tempi. (Da sin I.stra. a destra, In piedi): Aldo ralannchl, GlovannJ Paplnl, F. T. Marindtl; (sedut.l): Carri. e Bocdonl [JL RE BEJLLO JV Di eauate lnce.rterz.a sono I rtsultatJ c1tll'attelWOne, che si esercita qui per la prlma ,•olta a dipingere slmpatttlca.– ment.e I tlpi umani; Appunto. troppa sim– patia, troppa e dMna pietà del dolore•. come dice a pn. SO. Non A caso uno del luoiihl e umnnt • meglio rlu~cill è 'e n rlao nerv050 • del rlchlnmnto (p, 50), e quel riso che costn o..ssal cnro nll'nnl– mt\ che ne fA ncqu!sto per slmtll occn.– atonl >. Scn,,.'l N'morn di qualche rlw, lm– poa.s\bllc nl Pnln.1.1.e."chtdnr voce l\l do– lore: è Il sc,qrcto cli nitre !!,iure umnnc del libro, Il cnpornle In cnmerntn (p. 82 51".): Il cnntol'C dclln Cnppelln Sistina (p, 84 SA'.l:r,): Il COllRNlnto (p, 141): In stl'VI\ (p, 155 sa.). - tòlt.lno gli nccentl di polemlcn soclnle. E si cnplsce perciò. qui e lit, le superstiti 1.one di commedia, n volte con qunlco.,a dc-I nuovo nmnro Cpn- 11lnn 164, con nccenLI qui p:m.z.lnlnnt>, n \'Olte p.ul pari nell'nntlco spirito <p. 116 agg., 125 SR".>: e si vt'dn. n pag. 72 sgg., una descrizione dl picccln borahes!a fio·• rentlnn, tanto llnre e mossa, quant.'è poi lnconnuamente drnmmallco ti brnno cui aen·e a Introdurre, Epptrò, come risultato di ~ls, il mt1rllo drl libro son p:1,~q:111 v11~nmente morali. cui non 1lov11.t>S.~crcondotti n espl!cllo dmmml\ e mornlltà; alluso ap– J)t'na, Il drnmmn, ne-I modi Impressioni– stici e dlnrisllel, che sono da ricondursi al noto Unf(arettl ccrr. p. 76, 110 sg.•. Ma Quel VRRhl p:l,t'SllKal,plt) si artovnno di restare lmmobllt e lncant.atl, corree• 1endo 11 pnthos qunsl nncorn di tlnb.'l: e Come Fle$0lC era belln In quelln luce! • Pareva. In decrepita città, tutta di mar– mo r osoo e Il scmlnnrlo bianco sl ler.– ; :e.ro nell'au.urro, come non nvesse rn• d ici n ellR tcrm. come un trnnsnt.lnntlco pronto J>Cr snlpnrc > (p. 67; cfr. nnchc p. 50, 53, 104, 140. Intravlslo o malviste, blsognn rlcordnrc le 1\a:ure umano di D11c hiipcrL ma11cati: \'I si cout.lnunno le tenden7.c narrative, che erano già delle poesie : le t endenze, che plt) decise prove, non t.ut.te poetlc:lmente lncolorl, dtmno nel r nceontl del volume 1921. Il Re bello. Sulla cronolOilll\ del qunll, manchiamo di not11.leprecL'C: certo però, non .son t.uttl dello alc$50 pcrlodo, né di epoca post.e– rlore: al libro del 1920. Tre :'I.Imenoruron pubblicati nel 1913. Il mcttdlcante, I.a bom– ba, Tf'e dlvn-11 amici e tre liquidi dloasf Un I.acerba. l. Rennnlo, L febbraio. L maa:alo>, uno nlmcno nel 1915, Piccolo gfo!ello 1entlme11tale Cln La~rba, 17 mn.ç. rtoL E IJ primo d'eul, Il mtndlca11te, mo– stra avanti lettera la e neutralità, dell'au– tore del Due fm P<'J'l: tutt'e qut\ltro. n nuo• \·o spirito c.he empie di rlsonnnze amare gll antichi dln.l cmhlspas,o.~t: dcll'nblt.udlne &1 ,·erao. rest!\ una leant.eun che si ap– punt& In cpigrnmmn, nnz.tché sclogllcrsl 1n quRlche mo do di Rbb nndonnto rncconto. Sotto questo ruspct.to, plnc.c credere che le altre comp osti.Ioni sin.no decl~ment.e posteriori: rra le più vi cine a l Pnla1.zcschl di Ieri, si vt'dn li Re bello, che sarebbe stato bene tra le cqnte:tSlonl flalX'sche e salaci delle dnme a Pereltt: Per 1mo bella donna. dovo torm\ ciò cht' di wlldlnno ln– travedl'mmo In Rlflc.•sl: quesw volta. forse nel ricordo del wlldlnno Pnplnl <ctr. Il glon,o 110,i reltftulto nel Pilota cieco>, o forse del Poe (p. 122>. a;lh.presente In un Juoao del Codice di Pcrtlà. Ancori\: Ind1t• ,tria, dove lo spunto del Maupassant si sl)t'rde subito In qualco5a che potrcbb'cssere del parndossa!e Bontffllpclll, se non fosse il ritmo frenetico e I dlrctu richiami a una potsla come La /ltra dd morti ,nell'Incen– diarlo): tntlne L'a11gtlo, dl un'invenzione. una festosità, una mallzlA, nate proprio nel r!tmo delle Po('slc, con puntuale e :allegro ritorno di dlalORhl buHI lP, 92). Vedete solo un MRct.tlvo, In. e ~anasclattssima parrocchia> lP, 88): e per l'e5e>tico lt..'1- llano dt Mbs Otobe, \·edete La vinta di Mr Cha/1, nell'h1ctndfarlo. Modi, lnV<'Mionl di Ieri: tut.tavln. non era mal Accaduto, lcRs:cndo Pa.Jn.ncschl, di dar rllle\'0 Al e fatto,, tino al ricordo del Maupl\Ml\nt; di scnt.lr dietro u n'invenzio– ne come L·o11gt lo, unn slrutt.um come del– l'aneddotico Luc3k1ll; e di nuo vo il Mau– passant. nc-U'Anlma, Il Lucntelll nell'Ingc– '1nt"rec nella Veglia, Il Fucini nel Bor1alolo, la \.ivnntl In Alla morte 11011 31 1/t1gge. In Rt'nere la nn.rrrttlvn provlnclrile nelle Due /amtplic. OuArdnle I modi st.lllstlcl: nono– stnnte qui e là I ricordi di Ieri, quel modi perdono bmsl puiutent.e perlcolnndo n ba– nni!, mn lo 1,crdono In proPorzlone di quanto Il Pntnu.cschl, stnto sùbit-0 cosi personale. deve mettersi a lmparAre un'R.1- tra scrltt.urn che lo aiuti n sdlpnnare !I racconto dalle poesie. e Di mn.stodontlca col'J)Ol'at.ura, bella o.ncorl\ nena sua ecces– sha robwtezltl. thtlla d ella forte Roma– ana, nascondeva sot.to 11suo rlao;:Hoso e virlle a.spetto, so tto la sua. appareru.a. di burbu• e intoUerante, un lmmeruo dolcis- lio simo cuore, una grande anima aperta leale e aenerosa > (p. 175>: ~ la prestntattone della e vedova del colonnello>, UPO buffo e coralmente Impetuoso tfor&e calcato su certe ftirurine dc-1 DostoJevaklJ >, che nel corso della novella offrirà continue occa– slonl di evadere dalla struttura novelllstlca ,·erso un'aria di commedia felice: e SI re– spirava però un'arlA g:là di matrimonio i;::enernle, <p. 181L Ma non è caso che le felici evasioni avvcna:nno speclnhnente nel– le parlate di lei: Jn strutt.urA novelll!tlcn e provinciale resta In fril.o;arlKR, che nrl mo– di stilistici corrL'lponclentl con.~rvn l'lm– lY.\Cclodi chi si ndeiiuA con Jll\7.1('111,n n un modulo estraneo. Cosi, anche In questo libro ~I lrovnno gotragglnl anonime di scrittura, ~pcclc do– ve, come In Due Imperi, l(l novolln vuol at– tingere dlstcsC\mente Il pathos: e E gli dn– va u n'anima, un corpo, t.utto un nmorr, tut.ta un'angoscia, un dolore, tutto una purità . Ern l'lnaspettnto trnmonto di flnm– me dopo una glornntn limpida, adamtrn– tina > {p. 55): e Uno di quel corpi che passarono lnos.,crvatl dinanzi a tutti, come se natura li avesse nbllmtnte r"ttl per ce– larvi li te.soro di un'anima splendente di divina bellezza> (p, 218>. Son cadute trop• po evidenti, e l'antico PalAU.C!schlero. an• cor troppo vh•o, perch6 l\ppllcnndo io. !lii• sarlge novellistica Il suo sforzo non si CS("r• citi. direi, a mantru1elnrla, per adattarli\ A ~: le continue eva.sionl nelle parlale butl'e, u..-ano a questo spcclfloo, fine I modi di Ieri, dlven.l solo pc.rché non dimentichi di star ora 1n funzione di un,- trnmn da mandare a\·nntl. E poiché lo squilibrio nMCe dalla estraneità della trama, un auro modo di risolverlo è, non rtsotvcrlo: diciamo pro– cedere a parngrnfl, con fr('(lutnll Ml.Ili drl r espiro nnrmtlvo fra I vnrl momenti del e rat.to >, libero clMCun momento di crtnrsl c d esa urire In sé la proprln ,mlve1.1.n, In– fine, secondo c:IAavevnno usnto il Pnnr.lnl, n Plrnndello (anche In VlvnntD. un con– tinuo fuorm:clro dl\llO sohcmn del rnccon~ to. con dlvagaz.loni o mal11,loseosserVI\Zlo1ti sullo stesso racconto, nuovo lntc-rrompl• mento di esso come unità nnrrallva: a ciò servono le Introduzioni gc11crolltcr dell'ln– gegncre. di Alla morir 11011 1f 1/1tQae, del Gobbo. ' Che alano· sfori.I cocrtnt.l a un rruttuoso travaglio, si vede nd molti luoi:rhl che ,1 incontrano. cspresstvnmcnte felici; Ptrlodl sciolti, svelti. mallz.losl. lineari tPPure com– piessi: né dimentichi della trnml\ mnra• th•R, nnzl svelti e complessi proprlo tn fun– t.lonc- dcll'lmplnnto slntntt.lco che conser– \"ano dn quelln trnmn. E' eh!aro lnfaU,I che la felicità del periodo, e Si 150, bene ormai che quando sii uomini fanno uno di co– t.estl passi, ccc. tp. 65>. nasce su un mo– dulo di osscrmz.lone genttallttr, ehe a-lt. u-nde,•a a cont..'lmlnarc di rlfles..,tont <di prosa) I modi ncrtl del Codice di Pttdà (clr. nei Codice, p. 212 ag., Il cnpover&O e Si è presso n PoCO Inteso> eceJ: ma In– vece. \'ero e proprio racconto è l'llar(' svel– teua di quest 'ottro p eriodo: e 1.() st:an.'5ft– vnno con ogni me1.io , mB come al fa, nnt.sce per diventare l'Incubo di un povero cMere, In una città di ventimila ablt.ant.l appena, dove gira e rigira ~lnmo sempre li, e cl si deve vedere tuttl nlmeno un pnlo di volte nella Rlornatn, e col Mechcrl poi che era n zonzo tutLo Il santissimo Alorno• fPR– gina 206). SI vcdfl. nnche il periodo che descrive lo scherzo del finto KObbo (pa– gina 211 ss.>: stando nttentl a non leHere la. spa.rpagllatn slntnssl aulla musica del Malaooglla, mA sempre su quella delle Poesie. Non per nulla nbblnmo dovuto trarre I due esempi dalla novella Il gobbo: con tutte le ricorrenti mancanze del re.spiro narrath·o 1cfr. la composizione a pAragn. tu. e quanto vi ttstA di aneddoto alla Pu– clnl. è In ml~llore del libro. e In ~ a.ual bella: meritamente riaccolta In un volu– me del 1937. Insieme col Bor,oiolo. altra. novello fucinlnnn <dlvcnlat.a Il ladro}. Ma perché. anche fra queste due. la superlo– rllà de-1Gobbo è cosi chiara? Qui piace ricordare una profctin fort.unl\ta che Ar– rischiò sul Pa.luzeschl 11Bora;cst' nel 1913: quando. a proposito dell'Inct11dlarlo, sup– pose eche da questa criS.'llide stmlJ)()('t.lca debba s,•llupparsl un PUllitCllte prosatore, un novelliere fnnt.nsllco-g·rot.tesco ,. Prccl– S.'\mente Il burro. li grottesco. mnnca a rl– le,•are n pnthos de-1 Bor,aiolo: quel burro che accennò part.lnll rlsct\lt.l nelle rlgure umnnc di Due Imperi; che qui et.esso, nel libro 1921 se non b~tl\ R rn11"1JiunRcre di per sé toni npp!eno rellcl (Il Re bello. l.'a,i. aelo) come non bastn Il tono scrio nel Borsaiolo, s1>et.tnnl buffo e l\l pnthos In• sleme di esprimere Intero li Pnlnzzeschl, farlo vlbrnrc tino In rondo. Vedete l'c ani– ma splendente di dlvlnn bcllc1..zn ,, di Ro– sina. nella Veglia, t.rovnre equilibrio espre,s. s:vo quando la sua devo7.lone servile ~ meno ammirata che canwnata dal!o scrittore: e questo angelo In veste di serva, tPl• ,ma 228>: n~detela dire e ,t, alla padro– na, e e lo diceva. alzando la test.a., ehiu• o Bianco LA FIERA LETTERARIA EVOLUZIONE E MATURITA' DI 4LDO PALAZZESCHI * Compaiono della sua • • 1 personaggi • narrativa * Il suo dramma ,'ìi identifica e ol tema del tempo perduto Ma non è il caso di in•istere in un acrostamento a Proust * DI EORI.AlLO DE ~l.CHELJlS dendo cli occhi, come rlce,•esse l'Oltla santa, o come ingoiasse un Ignoto boccone dbposta a trangugiaclo per Ja uh•etZA del mondo, a qua¾unque costo. fos5e anche una presa di st.rlcnlna > ~P- 225>. Potrà dunque. la novella. Il pobbo, con– tinuare a giovarsi di aneddoto e esuirno ~ ,la deformità fisica del persom1.gglo ...); la falsariga bou.ettl.stlca perde peso In con• front.o 1.Itono di sentimento. palu.z,schla– no ,:e altro ~ n'è, che vi resplrA: l'Idea prima. della novella stnva glfl, beffarda e 1tiolosa. nel manifesto Il controdolore: • Un Jl0bbo, natura ve lo Indica perché gli ridia. te d ietro, e proprio dietro nella schiena es.sa 111 pose n te.soro della sua 11locon– dltà ~ . E nl\t.uralmenU: non sarebbe Il nuo– \'o Pa\azuschl <nemmeno quello del ma– nifesto), se la ~ si esaurisu nel frl1..zo di un eplgramma, come le Caricature del \'olume 1909: TABACCHINO TABACCHINl, con due occhini plccollnl piccolini. due minuscoli arricciati bAffettJru; quando rlc!e aU al vedon due denUnt. n profondo. il patetico della be.ffa. à nel tatto di &volgeraida un gobbo ad altri robbl, nella finale mancaru.a di itplrlto dello splt'ltoe:bslmo Mecherl quando &I gente ferito ne.I doloroso presupposto della sua solita g:iocondll.à, dove nemmeno lul sapev• che la clrCO$tant.a di esser scobbo, aecet.t.ata <credeva) a viso aperto una volta. per sempre. g,u doveue dolere. Da beffa a beffa, da gobbo a gobbo. torna un'arln quasi d'opera a b9.llo, come nelle poesie; ma i balletti di allora .son passali al.traverso l'esperienza. sanguinante ln per– aonn prima. di Due imperi ... mancati. Co– m'era scritto nel mAnl[esto: e Non si può lnt.lmnmc.nte ridere se non dOPOnver fl \t.to un lavoro di scnvo nel dolore umano,. PALAZZESClll METAFISICO Sullo stesso genere di note patetiche e amare, bnttono l momenti più Intensi della Piramide '1926): specie l'Rlt.n e trnl(lca sern del bifolco Cp. 44 s&.l, citatn dal Cec– chl, c on la donn.'\ e pnurosn che tu le PO<;.S."\ da.rt li\ penn di un nuovo parto. e sr-RulUm. a ca ntare la nlnnn nanna a 11n fnnc:lullo perch~ quel canto ti lmmallnconl5-ca al aeano che facendoti passare OIJ'nldesiderio, ti precipiti nel sonno, e se proprio lo \·or– rnl, ella d,rà al tuo desiderio un SO!'lplro d'amore che parrà di morte>. O fuori dtl luoghi puntuali, li seruo amaro di nullt\ Chl' ~tiene li oonita.r t>anilalHm del• l'ometto n. 2: e quel vuoto>. dirà più avan– U 11 Paln1:t.eSChl, e che li 13.SCll\ l'appag\\• mento d'01nl umano desiderio che pare una persona carn se ne sin partita. dn tf' > Cpa– Blnn 15G>. Attent.l però, di non acccntu!\rf' In lC't– tura sul paU1os, considerando meccanismi Intrusi le st.rnvagan7,e funambolesche che l'aocompnR"!lnno: at.tcnt.l cioè, dAl sup– porre Ideale nrrlvo del Pnla,-.1.csch\alcun– chc\ di reallst.lco, di .sentimento crtu~ senz'nrRlni: r,là lo Sflpplnmo. semn I toni patetici e e veri, non si comprende 11 Pa– lnu.c1rohl più funnmbollco, mn In sé e per sé sono limiti del suo mondo pooLlco, non più ml\ non meno della farsn e dell'Ir o– nia. Volot.c vedere, a tor1.n di e nftet.to >? e Cnpltn un momento ch'io non ne po sso più di codesto dolciume <... ), c'è dli. sen– tirsi ven!T su la mela cotta. e ftnlre col de~lderare, per rifarsi un po' Il PAiato. una boccata almeno d'una cosa amara come Il ftele > <p. 130 sg.>. Cosi 11 oonfta., 1ianfta– tum ddl'ometto n. 2 <cuiappartiene la aer1o del bUoloo). si alterna al commenti dello &erl ttore: buffoneschi .. non nel riftut.are I neri a.ra :omenti. si nel ribadirli In chiave più bassa : e basta poco, ba.st.t. ripeterli In linguaggio ten-a ter1'1l e vernitcoto. 1.() ates.,o procedimento ad alti e bR.ssl usato per g:lt argomenti ottlmbllcl dcll'om,t.– to n. 1. ma li il g1uoco rlm..,ne e! 'terno , perché mette in burla un ot.llmi.smo eat.ra – nco allo 30.rittore: qui dJventa to no de .I toDO, perché si esercita dove duolt. e CIO non è 11:overnatoda p:lusl11Ja,né da un ftlo di IORlca, dove è andat.a IA lo!l'.lca?> epa– rina 74): è uno de.I buffi commenti al VC• nlttU vanitatum, ti tema ,;tesso della lo• glca, 1rruia ironica In Pcrtld, oratoria esa– sperata ln Due imperi: qui la sltua.r.lone dove torna riesce mep:llo a conclltare In un sol tono l'Ironia e Il dramm11.. N~ Il tono del riso 3I affida solo al commenti: ride ,mche t'ometto. e In un certo qual modo cosi st.rano che non ml piaceva punto, (p. 44, 46), ride ti teschio che annunzia la morte all'Innamorato di vlvert (p. 681, ridono fra pioggia e plogp:la gli occhi ma– liani delle stelle: e ti guardano. ti puntano, ti a.sslll1rno, e ridono di ~ che a bocca ap1,lancata 111stai a guardare 11.rrondato nrlla fuvchlg:lla > (p. 79). Più chiaro Il doppto re[l'.'l.strocome al– ternanza del due toni. nell~ prima parte del libro: nella ~nda. l'amaro at& al fondo. amara solitudine. amara lncomunl– cabltltA delle anime. su cui nasce quel di· \'ert.lto II!lmaglnare gli amici ldea1t: eguale mlatJone del toni nell11. parte tena. dove una vo lt.a di più, non si le.1tRela lode dtl place.ri dell'lmmaglna:tlone <come a traiti parrtbbe l. si l'amaro saP0re di nulla della. realtA: e Ahimè che l'Incanto 11;! &artbbc rotto d11. sé mede~lmo non appena li buon \·ecch!o sarebbe stato davvero sopra Il suolo troppo a lungo desllleuto. ed avrebbe col• plto col ~uo sU'5SO piede 11 suo cuore , (p. 168). E l'ldolegglRta clt.t.i\.di col ui che rltomn. e una vera clttA, come le alt.re , e mn Rlln cui stazione J,1:lungendo !I nschlo del la loco motlvn fondesse l'ultimo rr.splro del pct.to > (p. 169). è l'nereo, Il mAKICO, Il fln bcsco d elle pocsle. che si mt•scoln del nuovo .senso dmmmatlco per aver dlrlU.o di c!ttad\nan7A nel nuovo anlmus poetico. Fu i;::h\,quell'Aereo. Il tono serio che In farsa ne(tl\\'ll, ora alutn es.."0 a ne1u,re I toni, tnnto plu seri. dell'eperlcn1.a Rmrtn1.. Quanto a l modi d'R.rtt, occo rre a pPtna accenna.re l'evid ent.e r enlone tt.ll' aneddo– tìsmo che si ri !cont.ra nena Piram ide in cont'ronto al Re 'bello; a meu.o fra l'impo.. 1tazione pe-n.era.liter come nell'aV\io di qualche no,·ella, e un lmpla.nto, se non rapprenntatJvo. esempllflcath"O, e lnt'lne. un attenlamento Urico a etrustone dl le. e Un'autobiografia In parte allegortz– z.at.a,. disse il Oara:iulo. PiU utUe O&Ser– vare davvi cino ht scrittura del libro: per– cM, se ln tut.tl i;:-11 altri del Palau..eschl ! dato Indic are lu oghi stllbt.lcamente precisi, di solito né In verso né In prosa lo e stile> vt è condotto a quel punto estremo di &1- curcuA per cui cmnl ap'.gett.lvo.vlr1tola. ça– dcntl\ sta Il perché deve star Jl. per un c11lcoloche successivi calcoli p0trann'o n,a– lJltrl correg1Jere, ma lntAnto a ragion ve– duta ~ quello e non altro. Causa di ciò ~té essere, per le Poesie. la natura prov• v110rla del verso, quel fermarsi 111. frase Il dove e &'al1'.'I. verso Il canto e P.ncor• non ne hn trovata la misura,; per le pro– se, l'urgenza di motivi cont.raddit.torl che emplono di diverse lntenzlont ciascun nu• eleo slnlftttlco; causa Infine. per le une e pe,r le nitre, la dltrlcoltil.. di fisMre in ritmo pr«bo ciò che voleva restare libero e sventa,i:lhmte. e farsi complesso si. ma • foru di proposlzkml che sembrino 80• \Tapponi anche quando si lnterdlJ)f!ndono. Per aderire al gusto di e stile, ronde.se.o, mancò Insomma "I PAluzeschl ciò· ehe umpre 111 sovrabbondo come fantasia. !:' la ra~1one per cui le correzioni apportate I\I prlmlt.lvl ae-,ruppamcntt !lntatticl e me– trici. anche quAndo son dlehlarate deftnl• the, p0trebbero anche non esserlo. tanto PoCO riescono In realtà. a una deflnltlva misura: e se ll De Robertls. nel 1930, a proposito di alcune Stam~ dell'!00 anti– clpnte In rivista. sollcclt..'l\'n. e a d1u plU chlnro rilievo I ••• l, un'lnterpun1Jone meno dlsordlnatn •. Il PnlA?Jl'f'SChl sl giovo mrile dt'I CO0'll[III0,ritoccando nel 1937 IA no– Vt'lla Il aobbo. Senonché, nel 1926. dopo la prosn di n11r hu11rrl,.. m,111catl, tnrorme per eccesso di nttenzlonn sul drnmmA. discorsivo. nel J:t bello 1>er("Ccei.sodi attenzione sul modi lnvent.lvl; I.a piramide Importa pcrchè o.t• le!!tn nel Pnln1.1.esc hl. a su o modo (cioè Mmprc- per eccesso>, precl.sl \mente un lm– J>CRno di scrittura: d iciamo d i costruzione, t' avrrmo raalone anche del titolo mn– tcmntlco, che rl<!ponde nlla struttura In• vtnllva: A tre, A due, A 1t0Jo.e al vertice 11 nuth,. Se mril cl fu scrittura e scriltn ,, non ah\ sfogo o discorso, è Infatti questo. dc-Ila Piramide: o;pecfalmi>ntela. p:irte prl– mn, com'! qurlla che conduce a mntema• PalauH<hl • Fl~nae tlca con.snue111J1. ti contrappunto sul dop– pio rea:latro del toni. Il serio e li buffo. E' un cont.rappunto. che. dopo le orm"I lontane composldonl In rima. arriva di nuo,·o alla parodia.: p11rodla dello stile lirico. Illustre, che a:onfla. anzitutto le pa.rlat.e dtll 'omet.to ottimlst.a < dove rrava troppo, perc hé prive di plUIntime rl.sonam.el , e subito Icommenti burlevoli lnt ervenrono A sgonfiarlo. Ma l• medealm& parodia rene la burla del com- me:ntatore. la &erlttura del raccontatore: e El vlepplù si caltò 11 capJ>tllo sulla fronte che a-là calz.ato non raveMe, flno agli occhi &e lo pljliò, ecc. <p. 501: eMA. riconduce plt) 80ttJlment.e ti t0rrtso nelle parlate del PtMl mlsta, t' ven a fra rlao e amaro i dram– mi e drammet.tl della parte seconda: e lo trema va. e pi\\' cnt.ava, come avessi avuto la plu completa alcurt.A d'e&M:re Riunto ormai all'estremo di queal" mia trav11glla– tl&slma e&lstenM > <p. 106). E se nella parte ttrz.a ]11, parodia diventa pi\) di so– lito Pl\rodla del llnauRf((IIOele1Jh\CO, e1;uale vi restn Il proceMO dell11.costrult.a scrlt– turit: pur dcll'aullco, In funzione di scherzo, resta. quatco!fl, lo gpolvtro di pedanteria. che aaltt'azl11.. anche le splrlLo31tAdel Bal– dlnl: cfr. e quella pill1'rAfanl\tlcona di San Pietro> <p. 142): le ,orelle del Papi\ che e forse saranno Il dentro, col loro fratel- 1one, e p:luocherl\nno tutti Insieme all'omo nero, (p. 144'. Volete vedere I lu~hl estremi d{'I giuoco &tlll.st.lco? aa,u li primo periodo del libro, che l'itutlco lnamldamcnto re1t1ttper tutt.a. una pagina. e al punto a-lusto I punt'e vir– goli\ 80110 tant.e stecche di balena. rigidi a. rlnlon.o: cosi I nodi lmbrl11:llanoa rea.toni un ricco pannculo. O vedete a pag. 19 Il l)trlodo e A-111lun11:erò 10ltAnto, ccc., ae.n– r.a nemmeno un punt'e v lrqola; un eccesso di bravura. come tut.to è in ecce..~ neUe t.e&lsslme pa~lnc. t un a bravurn di più. qurllo gc,rlvere e alla carlona,, che pareva Ili Cece.hl p0tt'r parere nl lrttore che Riu– dlchl e In bn~ n criteri rormatl dc-1t.utto estri~!,. Sfor,,0 In rcce'-'iO,nnturnlmen– te vnle per lt' OMI dove s·riucnt.:i: cosi t~so. durn AOI0In primri Pr&l't-(>: lnfottl, nC'mtnl'• no lri strult.ura tlrl1'01ll'rrttn M lnvrntrir,t mntcmntlcn comr nC'I titoli; tutt.', tre le 1>ri1·U ~no un a a M>lo ,, prolc-zlone drllo scrittore anche KII om<'Llldella prtrLcprlmn comr 1111 nmlcl dt'lla J}nrt, ~econda. E a:rn– flco sollrinto è 11 paR.'IMAIO dn Q\IC!!l:l. alln tena: Il tc-nm r(',tn ca:unle, fino Al punto che l'episodio d'nperturn della secondi\ <p. 88) torna In chh1sn l\lln tc-r1.n(paq\. na 180 s,i.l. Cosi nella seconda e terr.<1. parte si rlslablll<we In m~llon" trn I due toni. e tornano SPl'Clt' nella seconda I dln• loghi aertl, la ,1ntM'II a venL'\qllo. che qui comincia a ritmare le deUzi0,v, parlnle e~lamatlv,, una parola una vlrnola, Il• bero e misurato srmnaral del tubante ro• in.rio: e No sai. no Cecco, tu non ti dovml lncomodo.rt questa volto. per mc. fo non ti soomodt' rò oltrt', Ml troppo buono sei. l<1 so, vN'.lnUcomt cammino. lo f,,() che se ml frrmo vieni fuori tf', col tuo m>rrl",O, I)f'r fllrml Andu IMn'l. ma lo cl vado, ,uard:i, cl vo da mfl, vf'drnl. CN'Chlnol > {p, 1031, Non ,ono modi nuovi di orn? QuelL'\ ri– gida penlt.en1'.I\avn\ ~n-lto almrno n crc– scrrne la eon.o;apevo1<'7.7A"\, Pn7.ltn1.'1dunqut. M nrll'ultlmn p!\rtc la llbC'rtA rldlvrntn dl,lnvolturn; M"Rno forse che In ptnllt'n7A non bMt.ò, riconferma di autN1tlclti\. comunqut'. alle rnq:tonl del rlt. mo dlvcr~ <' nnlloo: Il quale rlcridc 11ulnet trop1>0 di irrl , non ~•o n comprnw. sl per quanto In tet.ra mat.crln, nllei;::gerltnIn elrAla, Poté c reder(' di far di meno dello 8Chl"r7.0,Mn rlello SCht'170 li scrio Paln1,– usclll. mal potrh. far di meno: o di simile corrett.lvo, 11lnmngnrl l'acl'edlne, dove nl– lorn la dlslnvo lturn s tlllstlcn è sciatteria l\doperatn, con cffet.ll poi rlprl'SI dal Mo– ravlA: • Caro , hmorc, Q URndocl "nnunrle– rete che siete 3UI punto di mett('rvl In \'l&R'lf\O noi non cl mordt'fcmo certo le tabbrA Ptr l'Invidia, aMlcuratevl. ma vi faremo ,ut muso Il\ plù belln rlSl\lA d1 que– sto m ondo, tp. 1~2>. Ml\ ae manCI\ o non ba.st " ll correttivo. Il &l ti 1tbro nppare acrltt o alla cl\rlon11.: e Oh! lo apnlmo di quelle ore che prec"<lerono l'incontro aao– ~Atol > (p. 182>: e Antlate. aneli\~ con t.ut.ta la vostra p,ossa quella notte d'amore, e... no n lr&lnat.e 11. quel!, dell'atU--SA • (pa– gina t84L SI vf'da altresl lo spl\no t.ene– rume ntll',pbodlo del vecchio. l'lmparl vo– lon~ Anche 1\ntatt..lca del patt'tlco :ippro– fondlmento ( e La raccla del ,•ecchlo •. ecc., p. 1615>. Biamo a una. acr1ttura come In Due fmperf, oome nel luoa:hl roffl del Re bello; tant.'! veN\ cht lo schlttto pathos è fuori dAI limiti d'arte del Pataa.eschl. LE §TAMJI?lE DJE1LL 9 0TTOCJENTO V P'ln Qu.1fu cammino. ora è salto. L& e,-pl01lone creativa verUlcat.ui nel mtgllor momento delle poesie al ripete infatti con le Stampe dell'IOO <1932), su plan o più alto: dove I difetti di Ieri resta.no berul eplsodlcamente difetti, ma plU fort e è li movlmtnto felice della pagina. che subito riprende. Il salto. naturalmente, è ancora cammino; tutto del Palaueschl torna qu). comlncumdo dal ritmo Ilare delle poe51e: e - Cavaliere ... - Che piacere!... - Bene. bene... - Brava. grazie. tonti presto> cpa– a:lna 28 1111:.>: non manca nemmeno la rima. M" per continuare il dis corso dello st.ile, ,·edrte te ricerche di ritmo narrat.lv ::i ten– tatt nel Re bdlo. R"ll storti di eonS Al)tVO– lt'U.& stilistica della Piramide; eccoli fin ntlle prime paAlne delle Sta,npe, non più sforw e rl~rcn. ca:mo acquisto dt'I tono: vedete l'uso del punt.'e virgola. fuor di aullcn parodia; l'andatura manwnlana. che llleRQ:l11drlscee non appesantisce la t: sWl.mpa> di vin SanL o Spirito: 'quel tratto dove i;occorsn dn stmdet.te minori che le dnn brAcclo n rtn ncht'fl:[1."i arla. la vlA. pcurla le spnlle nlle spalle della chiesa> 1p. 2). Per QU!\lche Ingorgo slnta.t.tlco che qui e l A fil sa rnmmRtlcaLura ~en7.a creare l'alacre rit.mo 1cfr. I troppi ablativi RSSO· tut.l nrl l)trlod o e Vivo il marito> ecc.; pa– rlna 29l, quell'itlacritA combinata con quella calma puo adoperare l'antica aln– tusl &ventaillante tino al limite estcemo di un equilibrio. perduto sempre e non mat, dove 1&eon.,ecutlo loc1ea e'è, ma. di• rei per 1usto lell'occhlo, ché t.rasclna la paalna una con..tecutfo più Intimamente 10- a!ea Ccfr. Il ca.Poverso di p. 104 aa.: qu~llo di p. 105 SJ.) Un 11 libero e sempre rlna5Cente r1pul– lul&re dell'Invenzione ilnt.&tttca non 51 spl,ra fuort dtlla 1ltuazlone che dà Il via an·tnvenz.lon, fantastica: la 'lltua,Jone cen– trale, diceva U Dc Sanctl.s, che. mdo\'mata, tutto è Indovinato di là. dl\~li episodici difetti. 81 tratta di ricordi d'Infanzia.. pri– mo PoS$lblle richiamo è dunque al Prowt; e lnvrro, sp,-clflco nelle Stampe è 1I com– piacimento di rlvedtre le CO&e prrdute e con l'attrazione avida e vai;::I\della fanciullezza &ltravtrso 111.aoavt' matlnconiR del ri– cordo, ~p. 1421, eCORI!occhi chiusi nella mano vivendo a ritroso dentro il cuore> cp, 2891, Avvio all'operazione del ricordare, quel compiacimento è Il tono se11-rctodelle pagi ne anche 1>h'1 ca.rlcat.urall: \'l.stc sem• pre traver.so quelli\ e 1101wemallnconla >, cht sempre u n poco le vot11.. e che. se plU spesso non appnrc. vuol dfre che In con– fronto nl Plll-hoa di Ieri &I è fatta pl\l ln– t.lma, più mOMa drntro, pili fondn. Nelln dlnlcltlcn di scrio e burro. da cui nasce In l)()Cl'!ladel Pnlaz1eschl. la corda seria, dunque. a'ldentlflca an,JluLto col tema del tempa perduto. Sb!\RIIC\lOtu•,– tavla lnslsttre sull'accostl\mento al Proust.: manca Infatti tè perfln ovvio• RI Palaz- 1.eschl Il partlcolf\re tono .sentlmem~le del– l'inlelll1otenta adulta che al esercita sul tempo bambino, li faac:loo morbido del rallentatore a.ppUca.t.oal moli d1 l.:rl: se U Pa.lauesch! riflet~ ,u allora. tucl,1.m!) I,, Aldo Palaneschl In un ;;.. ,:, · , <lei '30 che fuoresce sùblto dnl suo tono fel!c,. ma l'unica possibile risposta della sua o.nlma disarmata è Il funambolico nu!Ja.: e Per– donate se ségulto a gtnaillarrrjl con quest.e POCheslllnbe ,. dirà di un mo::vo di can• wnetta. tipica occasione di pr\'st lan~ m• tennlttenze del cuore, e ma CO&.'\ volete, ml cl sono fermato tanto lo d,lll'lnnnzta ad oggi. sem.a saper perché, che nor. pouo vincere la unLaz.lone di farvici ftrmate un pochino anche vo:, sicurWlmo. bad.ite, di t'.'0n potervene offrire una p;aus1bllt ra. glone, ·<p. 163>. n PnlaZù M:hl ,1 ftrma PrQPrlo. dove il Proust. com!nl"la! E li tono cade nel prosaico. cui ~ r;e:npltlvo Il puro scherzo lcfr. Il ~guito d~I brano cllatol: unica soluzione autentica, quRndo quel M'D• so meravigliato del mondo. antica orlilne del molt.l e chi S."\ perchc •• e Sfnta s:i.p~r J>("rché >, rltornan..c mott·,o dt•I libri J~l Palnu.cschl. .stocu, In le;Re10 in::AnlO di flAb.'1. o.nehl! l'lndl<!tlnlft er'l"\01::onr dtl ttm~ po perduto. Co~I In cnlus;, nlle S<'ma11on! prustmne dC"trulllmo cn1,,·nlo: e- Non tra che una flnlM ti moudo, \ll'n f.."\ba ,>cllls– slm!\ cre:it.n JK'r li ianolullo e per coloro che nvrebl)('ro saputo s('rbare fino nlla fine un cnntucclno frrsco Jn fondo nl cuore> (p, 297). Mn Il l><'JUtl')I' C(l.'43 è qunndn, né la firibn, e nemmeno lo Rehe1·1.o. dcYla la emozione: rillm•3 Il lcnm pru,t.lnno dt'.ri– nft ht ptsccm, diventa c1ep11~r:olAre;come avviene nella rlevoca1.1onc d. un'Altra ro– cotte Cp. 198), nell'e1>lsod:od,•u·nmlco Vlt• torlo Pucclnt. , Dovo sci? Ili qur1t'ora che avnn7~'\ sarai qualche- Irsuto h11.çocorso, ecc. <p. 289), Ripctlnmo: t,rnt'ò V('ro eh" lo schletto pathos è fuori d,11 Hmlll di quest'arte. Meglio dare rlllevo A ciò chr, 11('1 &eno tema, lo cancella come tnlC': '1'tAlcosa dJ rumlstlco c'è perfino neln trov,lt.a di 11erl• \"ere I ricordi di un bambino di du!' anni. Vedete. rtrcrilo dal P\ncrnrJ, Il modo al– lwh·o e sornione lNlUIO d:11 Pal0ZV'\Chl nell'annun1Jare Il prol)Mito di mtmorte cosi lmpo'l."llbllmente rctrodat.,te; n,Uo stt"SSOmodo Il Cccchl 1911, dando la p'Sl• col<mla nientemeno di unn popp,rntc, 1m– mette\'I\ nclln sun <nllora I wlldlnn" ~rito• tura molto RIAdi furnl!>mO, E anche qui l facile indlcnre RII sbaql\ di tono, do,•e lo 5Chcn.o viene fuori dn ~- BAsll Il com– ment.o cas.'1.lint;oe t.crrn terrl\ R.lle fra.si delle cnn1.onet.t.e (I> 100 ~g.>: antico UtmA del Pnlnuesch!, lo stesso che f a Il" aue 1>rovenel contrn1>1mnto nullco e dh1.lett1.le dolla Piramide: mn per fnrlo PoC'tlco, cl vuole il velo sonvc di innllnconlA traverso cui ò r!Vlsto Il bell'Alfrcdo mentre canta a Ml dnrct.c di t>lù ~ (p. 162>, o l'alnerlano sor Giovanni: e n bmvo aaluml\ lu. suo amico. t.lrnva nd nrrcttarc mcnt.re 11 vec• chlo si o.bbandonavn nllc consurte d~cla– mnz.l.onl; e noi bJmblnl non s'Na ftnltJ d'entrare In casa che Jill al avna In mano una fetta di P.'lne..col prosciutto Il u.tame o la mortadella> (p. un. Dove pt'r1lno la mortadella. velatura al PAthos, si fl\P ~n una lontananza di ftabl\, pathos anch'e . A questo punto cl è dAto vedere m~allo nell'1trchlteUura del libro: nel quale !"ario– sa Ubfortà, sem..a. cui non si &ipr:-bbe Im– maginare un dlS"fZnodel PalllV',.,ehl. tro• va bens\ un nto conduttore nel V-ma dell.l memoria: mR come ha rlnuni.lato al ri– gido a.forzo della Piramide, com, li t~ma della memoria è e non ~ Il Urna a uo pro – prio. cosi quella llbut.i\ continua II rest.al '9 tlno a un certo aeMno t rM-tlndat('u. a e di – sordine. e Non ~ nndo.to lui a1Ja caccia del suol ricordi <... >, ha laaclaW ( ... l che I ricordi venlss"ro " lui quando e com, ,·olevano >, dice Il PancrA7:I: m11, se talt ~ la rrazla del libro. bisogna antun,iere che è anche un difetto. perché non t.utto quel– l'andare e venire al scioglie In fantasia.: non sempre è adopcrnto. spes.o;osubito. Lo si vedt', osservando nt':l'lntrrno di ciascun capitolo come nvvlcne li paasia:alo da un nucleo narrnt.lvo ad alLro nucl~o narrativo; QUI ancora dice brne Il Pan– crazi: e L'ari:1:oment.o. Il tt>ma sta aopra ogni capitolo qua.&I ,olti\nt.o come un rl• chiamo: come un ramt bi.ttuto nel cimpo che richiami le api,. Ecco Ptr esempio, tra I plil belll. Il caplto:o I ba~nl df Pal'l• caldi: che Intorno al ttnta enunciato rac– co;lle per ordine: lo 8lupore del primo In– contro col mare: la sta1.lon~ di Flrtnze Il mattino del primo astosto: 111sora F"111m• metta. altra veechta ca:11\com, la sor·1sa– b"'lla. la sora Softa: la folla mondana a Pancaldl: le prime cur,oslta St'\Sualt dJ Aldo bambmo: di nuovo la folla mondana: a contrasto lit semp:lct' e bf'lla Ttna dJ Lorenro: l'ePl!MXllodi Vittorio Pucc:nl; di nuo,·o la folla mondana: infine la KOPtrta di cos'è ramore. col t('ntativo di rlallac• clare questo tema al tema lnl7Jale· • Ml parve... tanto. tanto... t poco.. come U mare• (p. 292L L'elenco dice POCO ln ~. più vari nuclei cl potrrbbl!'l'o ci.stre, e rarsl ritmo Il passa11:,:iodall'uno all'a!Lro: bast.erebbe c he un tema lirico, comun de~ nomln:tt.ore di t.utt.l. ros-se Il l.<'m!\del dl– va1mre. Ma nel P:ilnne5chl 1sn111>11'mo1 U tema deUa memorln è !\Olo un tono del tono. non nltrlment.l lntrln,:;rco nll'OJlern– zlone del rlcordC\1·e: hnPDMlblle che rena lui Il senso del Jeluoco. In tnnw. slcuretu della fant..'lsla, rcstn un vuoto, un otlo, ll 1,assar:glo da nucleo a nucleo al fa ritmo nr!oso pl"r quanto rlN1cc a 11:luaUflcnl'IO 11 dlvcrtlment.o, mn per Qul\nto SPelt11. al tcm"– dei ricordi, li c'è nf plu né m"no una SO• luzlone di contlnu!tA. Tah·olta, cercherà di n1,1scher.irla. qua~ neU'émp1to del ricordi che 11 affoilan'l, e E viveva In quelle viciname un& cena

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