Fiera Letteraria - Anno II - n. 45 - 6 novembre 1947

4 __________________________________ Fl:::E::_R::_A___:L:_E1T _ E:: ,l_::lA _R_::l::_A __ _______________________________ _ Riunione a •· Max e i Fagocili '' è il curioso lito/o dell'ultimo libro di Hc.nry Mii lcr. una raccolta di noodfe. T,c. di c-sse sono dedicate a elci pc.nonaggi tipici: Max l'ebreo, l'uomo più d:– sg,a:iofo dc/ mondo. poi il c:ecchio comhotlenlc alcoofi:.:ato cd infine la signorina Claudc. Due a/Ire novelle autobiogra{rc'1e sono con~ocratc ai IJ1·og:.(lche /ccc Miller. uno in lngh:l. terra {fino a Ncw-Haoen pcrchè poi le autorità inl(lcsi lo rispedirono in Francia) e l'altro in America, dooc egli ,--i:rotJt. la sua famiglia clic. aocoa la.scialo Ja dicci anni - "RIUNIO· NE A BR.OOKL YN '' si rifen:Sce pr0• prio a qucsl'uliimo oiaggio. Non si rilrooa in questa ,accolla di nooelle - lronne /orse ndle ultime pagine - quella " epico oscenità '' che ha determinalo i! llUcccs,o cd il pro· cesso - di H<'nrlJ Millc.r. Il lcllore scopr:rà inoccc un norrolo,c piano, dalla mano stcura e dalla vena facile. E' quc,lo un· a /1.ro a.spello dclJ' opero del Millcr che non bisogna ignorare. R. L. t-·. nitcnziario dove mi ,u.:romodo 11cnza in– dugio nel modo più confortevole, in com.t pagnia della mia rnacchina dn :scrivcre e dei nuci rogli. Spesso anche ncllu stato d1 vc!Jlin 1111 nhituo a: pensiero di p.t.lrSl.lre un anno o due dietro le sb.,rrc; nl!orn, come /JO~nando, -::omincio a trnccinrc il pinno del libro che ,·arivcrò duranle il periC'-Jo ài e.ire.ere In questo casÒ la parte del mio -cquipaSgtn• mci.lo il tavolo do cucito vicino alla fine– stra, quello sul qua e era po!J!lto il te!cfo· no: è un belliuimo tavolo intarsialo 1\ .:ui disegno è rimasto impn•sso nc'.la n;ia me moria. Al cenlro ii trova u1111 mttcchiu ,nj. nusco!a dove si fiss 1rono i miei occhi una ser;_,. di quel famoso periodo di cui parla• -..o prima. Mb mog:ic. quel a s~rn. mi aveva chiC1mnto al 1clefono per a\·Verlirmi che essa andava a buttarsi al fiume. lo ..ro già al culmine della disperaz!one. una di. spcrazione cosi spaventevole che le emozio• ni vi rim3nenr,o impigliale come nei ghiaccio. E. proprio un momenlo ,· mile aveva scelto que·•n voc:-e lacrinns:1 1:cr l'n· nuncittrm: che lo vitn 11011 ero. più ._.,;.,por– tabile, E.ssa mi chiam,1va per dirmi addi::, .. , qualche breve puro!a. una crisi isterica e J L giorno seguente - come per i;ispond~re ~;_ ~~1\/~~l~:::~~~o ; 11 ~~ui":;:z:~v~ ~~~ .In n~~~t:c rre~~-ie~:m-: td, v.aj a::vlloa ~~du•·,• 0 vuto fingere, e alla domanda che mi era .... staia fulfu . - clu lm 1defomlto? io ,we· !empre un mio nemico, Non più di uno vo ri.spo.sto •Oh! u,. umico. così I • e me paroln, breve. AV'C'Vnsaputo de: mio Titorr,o ne -:ro .stato uno O due minuti senzn muc,. e mi pregava dì ptusare a vederlo in uno vermi fissando <:on lo &o;;i:unrdo In minu::1ro– di quei giorni. lo vi andai al 1 :•istantc. Non la m~cchia ne: legno. l]uclla macchia che fui poco eorprcso di es.sere accolto come u11 si mctamorfosizzava divcntav.:, un punto in– vec=hio am.co. Avevamo appena detto buon finitesim..--de del fiume, dove il corpo di giorno quando lui mi disse: e Vorrei a;u. mia moglie piano piano affondava e ~tava larvi, Che cosa posso fare per vei? • A .per lk:omparirb, Finalm.cnt,: raccpgher.db queste parole che :o non aspettavo neppurr le mie forze mi cio alzato - cappello, c..ip· lor,lanamentc. fui preso da un nuovo ac- patto _ e avevo dcuo che ullei\•o a fàre cel!l!O di pianto. Così, dunque, questo ebreo due passi. che avevo incontral(1 una so!n volta pnma. Qtiando mi trovai nella lllrada n :ttento col quale nvcvo appena scambiato una 'mez polcvo trascinarmi :l!Vllnt1. Si saicbbc d~t•o :z.a dozzi~a di leltcr,. durante il :nio ~-oJgior- che il mio cuore aveiue C\:SSuto di battere. no parigino. che io avevo mortalmente oi· Lo choc che mi aveva pre::10 nel ,renlirc "n feto pcrchè e.,:!i chiamava i m!ef scritti an· voce· era scomparso; io non ero che un lis-:mi.i, bruiicamente. sen;r.a una t·ola pa- cencio. un mucchio in6mo di· re~dui co• ro!a di spiegazione N. suo voltafaccia si smici. vuoto di :1pcranza. cii desiderio o metteva interamente a mia disposi:zior,e di paura Non snJ)"cndo che fare nè dove " Vo11ti niutarvi I > Queste parole che non volgere i. miei passi, io mi misi a vagate :;i sentono mai. per così dire, lfOprallulto senza scopo in quel dcserlo ghiaccia•o che poi quando si è nei guai, non etano nuove ha fa.uo di Brooklyn un orrido luogo. Le ~=; ,:e~i~i~:';: 11 h:d a:~~=';a~i uC:~ case silenziose 'Cd immobili respiravano dal. c.h'C mi era completamente estraneo_ In d. ::n:~et;~ti.pcrsonc che riposano nel ~=~t: 0 ~;:~~ ~~cri: !n:'°;rt:tio : ::::~ lo avevo cnmminoto, camminaln alla che la Provvidenza mi abbia pl"C'So~tto la ciecu fino u c.he mi trovai al limite dei vec.• :,,ua specinle protezione. chio quartiere, che io 11mo moto. Là, im- Abbrcvio. Ormai avevo in truJr~ abba-- .provviAAmentc il sen~ ,esatto delle parole ._ dettemi al telefono da mi 11 moglie m 1 aveva stanza dcnuro per provvedere ai miei bi$()" cr.!pitn in picr,n con una forza nuova. gr,i. su a':tre uvcvo avuto l'assicurazionic di Preso da una improvvisa frenesia com'C 3e :~c;::cr:fu~t:~'[) 11 ~a~:ni~~:'.udaal a-id:b:~ :: questo avesse petulo risolvere qualche cosa, io mi ero messo istintivamente i\ cammina• dalla disperazione mi trovai ne.i pieno !Ole re con passo più .iA"rcttoto. Nello stesso ,fun 01t1mismo senza limiti. Potevo rilor· l.empt>, fa mia vi'a intera, _.;n dalla ml~ narc al!ii casa dei do!ori e portarvi un po' più t1::ncra infanzia, aveva cominciato a di gioia. Telefonai immediatamente per an· svola-enri dtnam::j a mc con un ritmo uc nunzia, loro la buona r.otizia AnnunZ::ai ccllcrato. come in un caleido~pio. Le mi· loro di aver trovalo un editor~ .e di aver riadi di avvCT,imcnt: r.he 11 "crano .:ombinati ricevuto un forte anticipo. Feci creder :oro per dar forma a!i'.a mi.a vita aveva.no bru.ca • c:hc avrei firmalo ITa breve un contratto pCl mente esercitato un tal potere f, 1 1JCinalorc ;;vaa!~::v!ir~~o c~~;:::-td:i 7a~ttrr:: 1:, su di me che. senza »~re nè come nè perchè. mi ~ntii invadere daU"cntusia.smo. :;:~ ;;~r~:~ :~bi:r:O~nf~7tfs:: S::~\c;, Con stupefazione io mi accorgevo di ride rame ac nur, aves,c ben ,accollo te mi~ re, di piangere, di dondolare la t~ta a dc. parole mj informò per telefono eh..:, se lo ;:r_a c:;/i:~Slr;bb~in::. 1 t';_ol:f~~ ~il '::rc:! 1 : llVCliSi dcsich:rnto, ci sarebbe slato un po' mi sentivo risuscitnrc, n:ornavo ad essere di lavoro per mc, a casa: dcUc inezie: ri, un"entità viver.te, un essere urnnno cap-0,ce dipingertt la cucina, riparnre il tetto • Que· di registrare la gioia, il dolore ln spcrun· ,10 _ti procul'Crà sempre un po' di spiccioli ,. za. r a. disperazione. Eia una c~sa strnordi aggiun~e. naria sentirsi vivere - nient'altro che vi. Riattuccando il ricevilorc io mi ricorèa1 vere. Straordinario l'aver vissuto e conscr in un lampo dC: tempo in cui iniziavo la varne la memoria, Anche suppon~ndo che mia carrier~ letteraria, quando seduto prcs. cna si fosse gclll\ln nel fiume. che polevo 1'D la fin'Cstru, non 101,lano dnl tavolo dove farci io> Pure già cominci:wn " domar.dar. :ili ilm;:::cl:~v::;aanc~~oc;~i~, :\v::;:ci~:- mi JlC il mio dovere nor fosse quello di av• veLl.e e ll:tggi che l direttori di riviste O visar,- la polizia. di giornali Tifiutavann regolarmente. Periodo pc~s~-:;: ~~~d: :;à\ 0 ~ ~~r;'k 1 af:rn~:c::~ ind1mcn:icabi e: uno dei più amari da mt.. l'angolo del1a tlrada e mi diressi istintiva· :~b~:~:'~~v~~tot~: c;: :: d:J!: :~a_!'~~ mente verso di lui. Ma avvii:inandomi vidi separazione ~>rovviso1ia. Ella era ri·ornata !"espressione d<"lla sun farcia e quel primo 11. viV'Crc dai suoi genitori, o!meno così cr, :::~!~ii ~:ri:i i:v;:a c::P;:~ v:::'v~!u!~i devo_ cd 10 pres80 i miei_ lo avevo dovu10 Con ur.a voce calma, nentr11.. io gli avcv~ respir,gere ogni trnccin di amor proprio e domandato iJ cammino di unn certa strada chiedere di essere ripreso ncll'oviJc. }3cnin.' che conoscevo bcn'C: ern quel a in cui abi. teso mai sarebbe saltata ~n testa a mio padre lavo. Ero staio n sentir1? quello che mi di· e a min madre l'idea di. respingere la mia ceva come un forzato pentito che domandi richiesin. ma quando casi si erano acco1ti il cammini:, elci penitenziario dal quale è o:he io non uvcvo la minima int~zione di fuggito. :~::u:r.•id:a 1 dt;:•ad:~~a:: 0 ~ 8 :i:v:it;i::':~ Al mio ritorno mi 11.vevauo infarinate, cht. vcT,do. il loro disappur.to si tr,nsformò pre. mia moglie mi aveva d,, poco chiamato. sto in unn profonda aHlizionc. Non aven.• ~ Che ha d~tto> avevo '!:ridato pieno di do niente di mc,31io du fnrc che mangiare, giom. dormire e k?Ìvcrc io mi alzavt> presto al av:aC~i:p~st~cl~:c:,u1~:m:;:~ •Ì~"\ll:1:•:, ~ multino e mi sed~vo dnvan~ al tavolo èa vrcccitozionc aveva sorpre30_ Una volta a ~h~':v~a s:~:v:r;;::;;a :i:Ov:r::11 ~a~~ letto io mi ero messo '1 ridere fine, a ecu_O· nicomio. terno il letto. Avevo scn1ito ~alirc mio pa· Solo le visite dei vicini mi disturbnvano :r 1:u~?1:~ fotto i.: po1lsibilc per t,aucner dal mio lavoro. Al minimo ~utlo del cam· _ Che li p;glia? aveva domandato di panello min madre 11iprecip!tav.:,. e mi im· plorava frcr,cticnmentc di mccoglicrc la mia dietro la porta, robn e di nascondermi ncll"annadio a muro. - Ni~nte risi Pensavo ad una cosa L'idea ch·c si potcs:ic sapere che io spre- mollo buffa.' · cavo il mio lcmpo in così vani tentativi la - Sei certo di scn1irti bene> aveva in. faceva vergognare. An:r:j essa si tormentava sistito lui - la sua voce tradiva una ceila - non ero forse un tipo un po' bizzarro io? perplessità noi obbiamo creduto che tu Dunque uppenn vcd-evo qualcuno varcare piangessi ... il ctmecl:o di ca.sa io raccoglic\'o in fret!a Mi avviai VCT50 cosa con le tasche picr,e nrmi e bagagli, mi prec.ipilavo r,clla stan· di soldi. E' un avvcn1menlo per mc. ed è za dn bagno e nnscondcvo ogni cosa ncll~ il meno che pos:s.."\dire. Pensavo alle va· vasca: dopo andavo a nascondermi nel• canze_ agli anniversari di uno. volta, quon– J'mmadietlo a muro dove restavo nel butu do arrivavo con le mani vuote. :a fa<Xia ::isf'iMialo dnlln nnftnlina fino a quando 1\ lun.ga , triste. umi1into, vinto. Era imbnraz• v"cino nou 8C ne fosse andato. C'è da stu• zantc. aia, dopo lilnli anni durar.te i quali pirsi allora ac, dopo, In mia auività d; avevo fatto il mortd' in occasioni dd gene-– scrittore. t:: rimasta eemprc associata r,'Cl re. presentarsi a casa con le mani picn'e mio Bpirilo all'idea di un atto crimi~oso? e dire: « Prendelc, so che ne nvete biso· S~e8;'<>, in sogno. mi vedo condurre al pc- gno ~- Era teatrale in ogni modo;, questo rischrn\'a di for nascere un'illuson'C che s.,.. rebbc scoppialn tristcmei.tc un giorno o l'a!tro. Avevo nnturalmcnte ptC\'islo le cose ch·c mia madre si ~arebbc sentita obbligotu a dire. T emcvo questo mconlro. Sarebbe iltnto più facie rimetter lullo a mio padre, m!l lui. do parte sua. sarebbe sU'lto coslret• lo a trasmettt::rlo n min mndrc. dal che so– rehbc ~ala confutinne e moggior imhu 1azzo. - Tu nu11 C1vresti dovuto fnr queslo ! Gridò mia m-ad1c, ..:ome prevedevo. Esso Ile ne stava lì. ritln din:rnz1 :,. mc, con il dc• n:.Ho nel!a mano e nel ge:ito di restituirmr· lo_ come se fo'85e una cosa che cssn r,011 poteva accettare, Per un iitlAnlc provai una spiacevole sensaVOne: l"ta capacissimo di immaginare che il dcnnro fosse staio ruba. to. Ma no. non era questn. Sempli.cemcn:'C m;a madre ave.va l'abitudine, quando le ilÌ faceva un regalo fiori, va.so di crista'lo. scinrpa - di pretcnd-erc che era tloppo. che non aveva meritato lanlo beì:c. - Non a\'resti Jovulo farlo I - Essa di· ccva in simili circo1nanzc, e questo mi fo. ceva uscire dai gangheri - Pcrchè le ptrl'One · non dovrebbero scambiarsi dei p:ccoli rcgl'lli? - le doman• davo io di solito. Non fn piacere a te pure di fare d,-j rcguli> Perchè parli cosi allo· ra) Ed oro toccava a me - e il suo disgu• sto era :;empre !o stesso -· toccava a m'C di sentirmi dire: - Noi sappiamo che tu non puoi per• metterti delle simili pazzi,._ - ~rchè poi questo? - Dal monicn!o clic qucslo denaro l'ho guadagnalo. te l'ho dctlo, e che debbo ri· ccvcrne ar,corn. pcrch• mai tormentarli inutilmente> Sì. essa arrossiva picn;. di confusione: era come se la mia intenzione fosse di of, fenderla più cli.e d1 aiut;ula. - Ne 1c, sicuro? Non si :ia mai. Se il IUQ cdi!o:e non ncccllaq,- il libro) Se tu do• vessi rcsriluire questo denaro? ... - PeT amor del cielo, bas10 l - dil!8c mio padre. -- Prendilo e che non ~ nr parli più! Ci serve, tu lo s;\i bene. Sci ur-, impia'lllro quando non hai dcna10 ed u1, ,rn. piaslro quando lo hai, - Poi rivolgendosi verso di me: - Ben fatto_ ragazzo, così va bene. - · Mi è sempre piaciuto i\ modo di fare d, mi~ padr·e in ma,eria di denaro. Alla buo na cd onesto. Quando ne aveva lo davo finn ulrultimo centesimo E quando era iter,:r:a chiedeva in prestit~ quanto 111i eia possi– bi!'C. Proprio come me egli non esitava a domandare aiuto qu< "r.do non pareva fare diversamente. Trovava naturaltt che ln 11i :t~as:, :u::hèdt':h;::~r: !~ :!i:ss: : cattive acque, Non aveva alcun senso dcl– t'"CC"Or,omia.d'accordo. Aveva le mani hu ca.te ..... sempre d'acco1do. lo però ,on con• lento che lui sia .staio così. Sarebbe slato un pensare contro natura immaginarlo m1· lionario. Certo, col suo modo di fare aveva costrotlO fflia madre a divenire la cassicr11. di casa. Se essa non si fosse prcoc.cupala di mettere da parie qualcosa di soldi nei mo– menti buoni ci snrcmmo trovati tutti e tre da molto tempo all'ospizìo dei poveri. Quello che aveva potuto salvJrc dal nau• fragio non lo sapeva nc~ur,o, neppure mio padre. Certo. a vedere il modo in cui csta economizzava si poteva essere ccrlÌ ch'C non foue gran che. Neppure uno briciolu di cibo era gc.ltata n"Clta -spnzzntura; neppure u.n pezzctlino di spago, un po' di cnrto da imballaggio crono sprecati: es.sa conservav,, financo i giornali per rivcr.derli a tanfo il ..:h,!u.. Ln maglia di lana che 'Cssn indounv·, nella stugione fredda era ridotta a un ccn· eia. Non eh~ essa non ne avesse delle al. Ire. Ma fc conservava gelosamente -· n'elln naftalina - per il giorno ir, cui la vccchi11 fosse ridona letteralmente in brandelli. I cassetti - lo ,coprii per caso :creando qual· coec1 - erano pieni da .scoppiare di roba che avrebbe fatto molto comodo po~dc· re il i.orno in cui' la situ;1zion" fosse slat•• ancora pr.ggiore di :-iuclla atlua!e. In Fran. eia io mi ero stupito di questo asc;.·rd11 mo nia che avcwrno le persone di conservare i vestiti i mobili e ,"litri oggetti. Ma vedere i.a scer,; ri~tersi in America, nella cnsa dei miei. genitori. era per me un co!po. N\."Ssuno dei miei amici aveva mr1i dato pro· va di un tal senso dell''Cconomia: di ura tuie passione per le c-osc vecchie. Niente di comune tra questa maniero di vedere e In concezione americana dello vita: che è stn la sempre di prendere, conaum~re e onda· re avonti. Ora che il ghiaccio era rotto le mie vi· site divenivar.o più frequenti. E' s1ra110 co- 1\le tutto è scmplic-c quando Jo si guardu hene in faccia. E dire che per degli anni avevo leinuto perfino l'idea di ~tterc pie– de in quc!la casa: - Creperò plullosto - e così di seguito. Ed ecco che. solo ora m·c ne rendevo conto. mi pinccvn di fare la .spola_ andtttr- e venire soprattullo quan• do avevo le mani piene. Occorreva tanto poco per fa"li felici - cd era giusto che comin-:iassi a de~ider.:ir<: delle circostanze pii', difficili per orovar loro di esse1'C a!l'al• tezza di tutte le cataslTofi. Ln mia sola pre• scr.za era sufficiente, pareva, p'Cr dar loro 1 a [orzn di affrontare tutte le e•1enluali1h ed i pericoli ch'C" l'avvenire poteva tiser· varc. lnver;c di sentirmi oppresso dalle !oro difficoltà io mi sentivo come alleggerito, c.iò eh-e essi 'Si aspcltr.vano da mc era nicn· te in confronto alle mie stupide fantasie, Avre: voluto fare di più, cento volte di più di quanlo es.si avessero osalo mai chi·eder mi. Un giorr,o proj)Osi loro di lasciarmi veni. re ogni mattir,n 1 presto, per for~ un lavag– gio di vescic:t n mio padre - operazione ch"t" come capivo, min madre !accvn aen· lr~ppa competcnz<l, Per poco non cad· di HENRY MILLER dero alccc.hiri. dopo la mi.- offerta. E quan· do vedendo che non vo!evano sentirne µa~la~, e deciso a non abbandonflr,; !n mia idea, propusi loro di pagare un'infc1m1cu,-, c<.impresi. dall'cspreS!1or,c dei loru vo!ti che e1:ti cr,1'10 p'Crsuasi che mi aveva dato ~i volla il cervel!o. Bcr1111tckt eHSi nnn potevano 1ndov1nnrc fino a che punto io rr..i S't"'1tissi colpevole; ~ ~ ~l. sapevano dissimularlo ron mo!to tallo. lo nvcvo una veglia matta di sacrifi· carmi, E..-.si non volevano ucrifici, invece. Il 6010 regalo ..:on cui potevo farli cor.tenll, cominciavo pian? pinna a capirlo, era In mia presen:r.a. A vohe di pomeriggio, quan· do il ':IO!e era ancora culdo. io mi sedt vo con mio padre n'CI corliletto dietro la cale. e parlavarr.o del temr,o passalo. Erai:o Il nti l<"nlprc !ieri del loro piccolo giardino di cui avr:\·ano p,ran cura. M.:ntre pa&seli{giavn ., osscrvavn i boccioli e le piante, il ciliegio e-d il pesco che 'Cui avevano ptanlato i 1 giomu della. mia parlenza. io mi rivedevo far.ciullo mentre pianlavo gli arboacclli l'u• no accanto al "altro. J liHll, specialmente. Mi 1icordav 0 del giorno in cui mc li avevano re;zalati. Fu durante una scampagnata. La vef"chia mi aveva detto: • Può 'essere che çiverrà più vecchio di le, marmocchio,., Che meraviglia. mi dicevo. quando ripo– seremo tutti qui tra lanre vite che noi s:cssi nbhiamo pianta'o e curalo con lllrito amo· re. Qualche metro più in là si levava un grosso cipreMo. Avevo avuto sempre un de– bole per quel!' ~Ibero, a causa del rumore d'cl vento che si infiltrava nel folto fog'iamc Altre volte ci sicdevamo davanti alla ca• s.,, nella .strclla striscia cli terra do•,.e pri ma era un prato. Questo minuscolo rc:.tno rigurgitava ar.c-h'C lui di riccrdi: la 11tu1do, le nolli d'estate. i mi.-i sogni sollo la luna, nel tempo in cui mi ~cntivo languire. e la: ccvo piani di evH:one. Battaglie con , ta• gazzi che abitavano a fianco. ch·c si diver• livar,o a prendere in 2iro mia sorcfla. Re· gazze che passavano .-: che avrei volulo cln -.JCre tra le mi'C braccia. Qwgi era un'altra q:cnerazionc che V'Cd~vo sfi!a1e di\vanli alla por:.i e che mi gu::udava con lo S'tuatdn che si ha per le:: persone di una certa età : .-E' vostro fratello quet'o c.he vi 11iedc ne.· canto? r domandavano i: mio padTc. Tal volta passava uno dei miei vecchi compagni di gioco: mi<• pndre mc lo indi• cavd ~!levando il mento e mi dic:::va: .-.Guarda ecco Oick u Harry X.._ o Y ... •– E, sollevar.do gli oc.chi, io scorJcvo un uo• mo maturo in cui mai avrei riconosciu•o i! ranciullo cc( quale avC\'O giocato un tempo, Un giorno un uomo mi sbanò In strada piuntnndomi gli occhi addosso; .e mentre io cercavo di evitarlo egli ai fermò drillo davanti a mc, '$CfiZ8 muoversi, e mi guar• dava hs.so . lo lo presi per un dctC"c:ivc. r Che volete? - dissi f,cddamen~. fa• cendo il gesto di con1inuarc il mio cam· 1 mino - Che vo.1lio> - nprcsc lui f11cendo eèo •- eh-e diavo 1 o ! tu non ricono"Sci più gli amici? - L: diavolo mi porti_ - dissi - se io ricordo chi siete. Ancora non si muoveva ~ -:ontinnava a sogghignare mcnhe mi guar dava. - Bene, disse. io almeno so chi tu ,iei, Al rh'C la memoria mi tornò. - Ma certo, ora ci !'Qno, Bob •\Vhalm, certo. tj riconos-co: - fingevo Pure non l'avréi mai ricon~iuto se non mi ci avesse co-strctlo. Questo ir,cidcnlc 1nj 11.vcva scosso a tal punto che ri'Cnlrando mi precipitai dinanzi ad· uno specchio per s-cru• lnre il mio viso, cercando •inutìlmenlc di individuare i cambiamcnli che il tcmgo vi avevn portato. Questo ·esame i\On a"cva po Iulo !<>ddisfnrmi nè pacificarmi con me stesso, pe :rc.iò volli rive.-!erc unn de\lc inie foiografic. Feci il confronto tra la [olografia e ""immaJinc ch'C vedevo riflessa nello spcc· chio, Non v'era alcun dubbio, erano due esseri completamente diversi. E improvvisamente mi !re.ntii preso dai rimani per il modo - appena corretto - col quale mi ero liberato di q\.lcl vecchin ::~: 0 mod·;::~tij:un °!Jrah::• c!~sad:~ ~ lelli. una volta. Fui preso da un vid'ento dc11iderio di use.ire. di chiamarlo al tele· fono, di dirgli che sarei andato a trovarlo di chiacc.hicrare un po' coi, lui_ Poi m1 ti' cordai che avevamo rotto completamente neH'ctà in cui si cominciava a diventare uomini. perchè egli era diventato terribil· mente noioso. A ventun·anni rassomigliava già a 1uo padre. eh~ cii detestava qunndo crn fanciullo. Questo cambiam, er.to mi ern par!!o incomprensibile in un primo momento: l'avevo nttriGui!o a pura e semplice pigri• zin. In questo caso perchè riattaccare bru· ~camcntc? Non conoscevo già nbbastanzn il N:1r~~n Ailv::::;T:\::b~:a sl~:~=r~ 11 ilco~~i~~ - la nostra giovinezza - che nor, e•ern più. lo lo scacciai dal mio >1pirito, dunqu~ clchnitivamcnte. l.n sotterrai come tutti c~ 1 oro dai quali mi ero separato per sempre. _([rodu:ione di Raffaele La Lopria) ** L',\CCADE:\IIA DELLE SCIE:-.'ZF. IIA Il.\:,;-. DITO pc/ prossimo nirno, iii tx:Ca$io11c dtlla "l'ri. mni·i·ra dei Popo:i ", u11a srrrr Qi concorsi PC"r op,,,. i/l11!tra11ti gli arii:r,11111t11ti $torici ,Jtl t!WS. Saru,1110 p,,s, i11 particolare co11sidera:io11e i /1r.-Or1 e/le trattu1111110 /11t1i della s.torfo po/m;ca, came 1 moti dr/la Galir:fo e la r1-:iolu:::ior1c dri co11t11di,1f, ree, Il ba1ulo di CQll<tJrSO prtt·edc P11reuprrc rul– tura/i t' lcttcrririt! cli" tratri110 tlrlta socirtà e della tiita di <l11rl Periodo sia i11 l'olo11fo cl,c ili cmi• gradouc. L'am111011tarrdc /1rc:,r;j t ,Ii Ire miliom di !ire ituliauc. EDITRIGE "FARO" - ROMA V;a Pu 21 a • cle P. 111998 NOVIIA' ! fgr,a:io Sifone FON'l'A!IARA. iu /60 ,·ou !t1gge.stil,a 1opracoper- ii,m ,. colori del pittore Apc,lloni l. 581 IE' l':ttlc3a fitampa dtd capola,·oro di Si Ione. nel tcMo defìni1ivo: di 1111cci1u edizione. a 1iratura li· 111ila10. la (1 F.aro II non fori1 ri• -.wm1>a, ScfJrlfr, E:. U Jtrarist. Panfilo Genti le Il :;euio della (Jrecia 1111 volllme de.Ila Collc:iomt Storica in 160 con fu,u;etW disegnala dal pittcm· Apollo11i l. 360 (Unu acula gi.;niale inda~ine del· In J>iÙ ali.a civiltà d1e abl,ia il.• luminaio il mondo antico), Vittorio Zincone Lo Stato tot11litario 1m volume delle 11 Guide,. in 16a con fauceuo disegmrtll dal pittore Apollo11i L 360 (Ori~inulc e: • ,,i\o ~rujjo ~ulla fo, muzione e ~ul',1 tel'nit·a tielle Ji1tature fo~ri,.là. n:&zis1a_ ;:,O\ ie• 1i••:a ecc·). HICORDIAMO · Benito Mu.ssolini La mia vita L. 4611 A. Labriola Uccnde11z11 dclii\ civiltà L. 650 w. S. Maugham A s h end e n L. 420 Francia LI\ Citta del \"aticauo L. 400 DI PROSilMA PUBHlfCAZIO.VE: Guglielmo Giannini Il ragionier \'eutnra (1:011. Giannini P 10~1&.!:to nl tcrur 0 c'-m qucstrr .~un reccnti.ssi• lii(/ l(W~IOS(I COtlltllPtlitt (I :-fo11,lo potem:co)_ Guglielmo Giannini La folla (VI edizione ,li questa opera or– mni cfos.,Ica. tfo tempo esaurita e riccrcclli.ssima: sono aperle le prcnott1::ioni. J>rt?::o approssim11• tivo /.,, 300). I L'EDITRiçE A.V.E. pre$Cnta lu ,ua nuovn Colle:::ione per la gioventù I LIBRI DELLA SCOPERTA Sono usciti nella· serie BIOGIIAFIE DI CAPOLAVORI, VITTORIO E,VAf\'UEL.E BHAJIETT.-1. IL CANTICO DELSOLE DI SANFRANCESCO D'ASSISI J~' l'int•rprtc .. ion• millÌC••liri.:a do/ c.i'polacoro l•ll•roria d~I Poe.r•llo. C.n d.ticala H1U1bilird il BraNolla, ri/ac.nJ01I ai F1on11i, im•Cl&in.a cM prima di co,-,orr• il Ccan1ico, Scm F,onu,co .,.,.,1(1111 • collo9ulo c:on. I• ,insol• c:r••twro ci1•1• ntJlo loudo. MICUl:I.E CUEHRISI IL GIUDIZIO DI MIC~ELANSELO In. un'oc:uua cuuditi p,icoloaico J•i .;...,,imi p•r• ,on,r&&i MicMl""&••l•1d1i, l'autor• niaou•, ptr c:011 dfrfl, "In mo<'i'"•nla" lo 6iaantHtM fi8ur• dal Jo,,.1d.,bil• off,uco d•II• Si11ino, mo11l'"•ruo orchHtrolM•n.l• i1rHn.a10 al 8•11o irre1i11ibi!o d.t CiuJ/c.. Nelln serie PARLANO LE INVENZIONI, OSCAR DI ç'AMBEHARD11'1'O ONDEMAGICHENELL'ETERE ,,.~;,~"o"'1t•;;,7,;.,::t:0 11 ri;:":;,d~• c:,ia~i::~:b;: .~;:: ,10 ,lu// 0 An1mlra51io di Cfombfltordino ì11 1u11ì i 1110}1uiluppi od opplk,uio,ai. Alla compolon:ia l•c• ;;~~::~::.;i• P:~=.,:r."~7•u:;:::.i,•:~:;;;c U(;O JfARAI.Dl INCANTESIMO ELLESTELLE /'rima o dopa I' aut•,ra10 dol 1ol•tCGpio • dol. I' o,uofi,ieo, U6o ill,oro/Ji ri/4 poo1icamen10 la fiori• 1citn1lfica tl•U' ••Iran.ami<>, rio/JacciC1ndala ull' 01frololÌII, od tuplort,1rrlo il firmomtnlo Hpo• no lo pi,; rocon1i ,oaqwi•I• doli'rnd &in• u•llar•• JIICUEI.E VOCJNO ALLA CONQUISTA DEL MARE ,.~:":·!:":;~=~~~::i;~o-~;~.::j~°,, :; : loq.,io nollo ,ol•nn• 1ol,11uli1r• di wn loto i1a/ico carico di miii • di lloria. l'or1on to da coclHlo ••ordio, il Vocina riuuwmo in PigorHa 1 ;,.,.,i la 11orlo cl•ll11 n,11,i&••ion• aoll• ,u, 1•cnicM e noi ,11oi 11rdim1n1i, Ogni volume ricco mente illustralo con tllvole fuori testo: L. 400. EDITRICE A V. E. Via della Couciliu,ione 3 . ROMA

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