Fiera Letteraria - Anno II - n. 13 - 27 marzo 1947

____________________________ F_IE_R_A_L_E_T_TER_._A1_11_1 _ _ __ __ __________________ 3 Su quattro di saggi Sainte- Beuve si capisce che il suo ultimo biografo Du/[ Cooper. tipico r11pprcaentnnte dell'odierno partilo consc,vatorc inglese. aorvoli sulle tn re morali dell'uomo per giudicnre con visi bile con11enso l'accorto rctuismo del politico. li giudizio ~l(anzinlmenle neJ'lllivo (110110 s1an,_cle deli<:4te stum111ui:s; e i segni di par– ziale approvazione) che proprio ~r ra,1:ioni momli ne dà invece Sninle-Beuve, questi a– vicbbe potuto dnrlo diciono anni prima, quendo scnveva 1 ,aggi su Rivaro\ e Sai111- Ju11. Sointe-Beuvc rimas.c sempre fedele nl 'JUu buon gu!lto anch'!" in fallo di momle, e nel ,uo ultimo tondo, non 1i11negòforse nep– pure, chccchè IIC ne dica, il suo lontano no, vi:tieto religi0SO nella cerchia di Ulmcnnais. Una certa corriva lolleranzn di scellico un:1 indulgenza un poco troppo ornzinnn, m'i par di e.vvcrtirle, IIC mai. nel ritratto di' Cirnr– din, e ripenso, trn molti e.hri tèsli rivelatori. nll'indiretla confenionc ch'egli ebbe- a fare una volta. quondo diue che s'incomincia LA critica ron:ian!ica, che_ in halia 11bocca Seintc-Be_uvc simpatizz.-~ntc con la reaz1ouc al Dc Soncua, In Francm sboccn a Sain. I bonapar11,1a, uscito ~.:u moli del 1848 col lc-Bcuvc; è la oiverscnza ai quella rhe an• di"~ueto del romaniìcismo dcm.:igogico, mcn– cora ljUn,chc anno a<H.:uciro ii cnmmavn cri- Ire g!i nitri due !!Ono ael maturo e vecchio Li~ o:st..1i...a e di quc,la che ancor ORJi si &i.intc-Heuvc a cui le concclSllioni di N11po– ch1 ma (non cerio o ti,olo d'c,oR,o) t:ri1ica Icone Ili al clericalismo ndnnno la nostalg1u p,i.ologica. Ma 11i tratrn proprio e.l'una di- dcil'il umini111;nosettcccnlc&eo. Eppure a guar. vcrgc111:a1 d'uno spuniacquc che segni due dar più da vicino e senza pcdc:•lcna, tra i oppos.i pendii} ua1 p,m,o ai visLn me.odo- quattro scritri non c'è puntu discordia. Pri– \og1co, l>lltebbe ,c~occo risponder con la 1 e- mo di tutto, perché !xunte-Bt•uve non cono– ga j,111, [\Ile. qu11ndo iii bo.di ai risu,ta1i dfet, tee le vie di Dnma&co: anche nei mut11me1111 tivi, oue.la geografia non .tppore più cnsl è se.mprc; così slumnlo è sinu~ che nell'uo• ca1egmica, Amme ..inmo pure che Sointe-Beu, mo d'oggi tut.,iste pur •cmptc qui.lco,n dcl• ve, a 1ic..icdcrg.i giudizi preci,i ,u opc- l'uomo di ieri e già a'introvcdc quello di do– re dì poesia. moltc volte afu.(ga O deludo. Ma mani. E. poi ci sono in lui dei punti !ermi ricono»ci.uno, scn;w parLuo pre'0, cru"J non o, se vi p111cemeJIIO, delle • coilanti •: In di rado i,a nuche, dal profilo dell'uomo, p:iun- aun t.vverrione R ogni senc1e di fonaiismo, In gere al vero cuore della pof'flia, pur a~tc- sua nntipntin per lo lc::atra!i1à porolaza, la nendo;,i da formu,e ambizioi.e e perentorie. SUI\ umano compren,ione e indulgcnu1. In Quan,c di queste formule daremmo oggi per .sua umanistica di,11•tizionc ad accoqlic-rc uno di quelli scandasli alla Sainte~Beuve ogni dono spiritut>l~ che vcngll Il zaddolcire (pen11<> a certe sue p-l(l:ine su Racine), cosi In vita, la sua ernsminn,, opertura d'intel\i– potc.n.i nelle loro sinuOIIC cautele I Quanto genza, :o:; ~~it'!o~oc~o~r:;:,J·!t~i:,: \'a :;;::i; al Dc Snnr:tii, senza. dubbio ctdi miri\ al L'a!)"llofnn dei termris•i falla dnll'ul•imo cenlro dell'opera d'arte e quello roi;tlie quasi insi tne storico della Rivoluzione, Albert Ma- 11çmprc col ,uo 11.iuoudo 11cu1iuimo. Mr, sa 1hi Z e lo fiern invettiva del gi~cobino Cnr• essere anche lui, n tempo e luogo, mognifico ducci: · cpi urea. Ma 11nche quc!IIO Sninte.Beuve in ve I~ da cnmcra, papalina e l)'lntofole. che lasc111le comodità cn&11!inghe &0!0 per ba, ra 1 tar quattro chiacchiere • sub roau • du~ volte il mUc, al ristornnre Magny, nnchc quesio Sainre-Beuve non bisogna 1rascura1- lo, Ed ecC'olo che !a capolino ne.Ile pagin.– halfe dai Nou1,'C<luxLundi:,, Libero, .Sinlen. dc. chi vuol rimpionJ•·rc il Sninle-Bcuve che andavu a cu'lure b propria tri91czzo !ungo la Senn11, nel silenzio domenicale dell'irola San Lui1i. Ira un lenro rifluire di odor d'in– cen•o. E :-ai, ri0e10, i due Saintc-Bcuve l'e letiaco e l'e::picureo. il criSliano e l'illu~ini– sta. ereno due ca3igliani che si rolleravnno a. ,,iccndn. Proprio in uno di quei pranzi d11 M1urnv, come ci fan sapere i Concourt nel loro diario. il 3 gcn11aio 1863 Sointe~Beu,•e ebbe nd allermore, • avec un acccnl d'hu m,.r,i•é dc 1768•· che sul trono non ,i può C'St"re ('he aen Vincenzo dc' Paoli o Ciusep– P<' Il. Era un dilemma o un semp 1 icc bino• mio} Si:t qu,.] che si vuole, in oi;rni nitro ci sorprenderebbe. ma non già in Sninte--Bcuve. pticologo e morolista. ~ileggete (non vo;\io altro) i IJOQ'ii •11\ Foscl)!o, .sul_C,1crr11ui, ,u! padre 81c11eiani. Del ,csto, perché non dovrebbero farsi ri• uatti di poeti, come se ne fanno di po'.itici, dì ini'.itnri, di n.2it11tori,di nvv,:nturie,i) Non sono uomini nnch'eui, c. in ce,1i casi, inie• ros&nnli in quanto uomini) f'erché pollo delioe.irc un profilo di Cavour, di Nopoleo- 1,e, di Luterh o di Casanova. e mi fo invece uno scrupolo di ritrarre il T=, Byron, Vi– (tny? Per quel che spetta particolarmente n Sainlc·Beuve, anche quando il c.ritico non • siringe • o stringe poco, anche quando, leg– gendo.lo, si può pensare con desiderio nl giu– dizio ben ultrimcnti calzante d'un Oc San– ctia per l'appunto o d'un Croce, anc.he al– lori, ,i chiude il libro con la stimolante iru, prcuione d'essere stnti in compagnia d'un uomo in1el'.igentissimo. Vi acmbra cosi poco, E' quel che domandavo, anni addietro, a un valoro10 umpionc deJla stretto onervanzn crociana, il quale mi avcvn ratto l'ono,e di darmi a leagem un suo nmpio atudio di– retto 11 ,montare, pezzo per pczz:o, la criticn di Sain1e-Beuve. Per mc. non mi po'.!180 sian• Cflre della auu convcrM1zione, e mi appro– prierei volentieri il motto di B.-.udclaire: • Saintc-Bcuvc, c'e8t mon vice•• Proprio perché psicologo e moralista nel i;ilfTlific.atofrancese dclln pnrola e secondo la grande tradizi'one frnnccsc (anche qui ver– rebbe in taglio una citazione bnudelairian11), l'intelligentisaimo Saintc-Bcuve non a'iniblva il piacere d'csercitue la su11 arte di ritrnt– tista in regioni 11ppena attinenti 11lla lettc– ratum o magari remote da que&tll. C'erano in lui, ag;iornari, un Teofrasto e un Plu• rarco. Dopo euersi reincarnato una prima volta in La Bruyère, Teoho1:1to tomò a rein– cnrnaui in Sainte-Bcuve, E le vite po1allele di Plutorco, là dove il pmallelo non è me– ramente esteriore. mn ha In S\18 ralJlon d'cs-– sere in certe affinità psicololJlche dei due personaggi messi a confronto, non sono un lonrano preannunzio delle • fam.Hlcs d'es-– prit• • di Snintc-Beuve} Proprio questi, una volta, ebbe a riconoacerc un antcn11to dello scrittore di Cheroneo: • Mi sembra - scri11- sc a proposito della propria collaborazione al giornale ufficiale del Secondo Impero - che il Moniteur polrehbe eS&Crequalcoto co– me un Plutarco francese co.,•:nuo; tutri i grendi ,ervir,,ri pubblici vi troverebbero pri. mi, o poi la loro biografia o .il loro ritrauo •· Per questo i,ua disp<""izione all'indaline oai– colo(tica e morall" c'è chi preferiK-e in Sein. 1c-Beuve ul ritrattista di pocli il ritrattista di politi i e d'uomini d'azione. E. senza dubbio alcuni de' auoi migliori ritratti &On dn ri– ccrcore proprio 11. I quattro che ho scelti per il prcscute vo• lume non c01tituiacono certo una -• fomille d'c,pri s •: anzi li ho mell8i in11ieme pro– prio perché il loro (lccostamento offre iute• rca.anti contrae.i. T alleyr11nd è al centro del lfTUppo, non &0!0 per l'importanza dello eun figura e per il largo posto che Saintc.Beuve gli ha fnno nello sua g11llcrin (ben cinque Lundi,f), mo nnchc perché, abbracciando la ,n!a lunga e inintcrroU11 vita politica un r,in, quan ennio che vo dn LuiJi XVI a Luigi Fi. lippa, ca-li è il vincolo crono'ogico tra i due uomini della Rivoluzione non sopravviHuti a quesla - i! reazionario Rivarol e il gia– cobino 5Jint•Just - e il giornalista vivace e bril!antc, caro alla borghe,ia francese - Emile dc Girardin - che seppe odammi ai differenli regimi auccedutisi dal 1830 al 1870. In mcP:o, dunque, e adagialo ncll'ampn, poltrono che Saintc-Beuve gli ha allestiro, l"ottua,ienario rappresentante dello spirito di accomodamento e d'opportunismo nella gr11nde politica. Accanto a lui, dn un lato. i due estremisti, quello di destra e qucilo di 1inistr11,gcllatisi nell'azi~ne con tutto l'im– peto di chi ha spo~to per sempre una cau· a&; munito l'uno di tulle le clcganli irome. di tutti i graziosi veleni di Vohaire: gonfio 1'11ltrodi lutti gl'impcti, di tuna l'atrabile di Rounc11u, ch'egli ha portato alle estreme con eguenz:e. Dall'altro lato, l'abile po1em1. sia, lo ,chermitorc dello penna che pnuò di ped11Tm in pedana e sta qui •• ,imboleagi,ue il giornalismo otto-::entesco nei suoi splcn• do,i e nelle sue miserie. Ma non t: il caso di prc~ntnre i quattro personag..,i, qu,ondo In prcaentazione sta per farcela Sainte-Bcuve, Sarà piuttosto dn osser– vare che il raggruppamento dei .quattro rÌ• tratti non è così arbitrario come polrebbe p11·cre a chi guardi lo dbta della loro prima pubb'irazionc: quelli di Rivarol e di Sainr– Juet rispt>llivomenle del 1851 e del 1852 (10 mo V delle Cou,erie, du lundi): ouelli di T.sl' eyrand e di Cirardin del 1869 e ilei 18(14(tomi Xli e VII dei NotnJetWx Lundi•) JI che vuol dire che i due primi 80no di un Mo/edcllo ,ia lu pc.r DRni clad,., O dc' ,e-. lennidop decimo !IQ/! Fu !IDnguigno li affaa::i, e freddo cn•" La lionda /ea!o di Soinl-Ju,t o/ :,uo/. Sa,nlc:•Bcuve non !"avrebbe cerio upprovate quando scriveva il suo saggio del 1852. ma neppure nel 1669, quando scrivev11, /\Ila vi– vilia della moJ•c. quello su Thllcyrand. Troppo l"eatrcmismo e la conseJuenlc fcroci11 del giovane rribuno offendevano !o suo umn, nità. e il !IUOumanesimo, Mirntre a Rivnrol. fiore e'Stremo dello !lpregiudicato Settecento, libero pensatore e n un tempo uomo d'or– dine, credo che cvrebbe con!lctvatn tutta la !IUn,imputin se nel 1669 avcue dovuto rin– trna::imnc il profilo, Qu11nlo n Tnlleyrand, PIETRO PAOLO 'l'IIOMPEO _ ~ Prefazione a un volum.., (Sain1c-Bcuve, Ta fcyrarid e 0)1,i ~gi) che uscirà prossi– fll(lmentc a Napoli, prC5Sole• Edizioni scicn- 1ifichc italiane ,. RICORDO DI UN GRANDE EDITORE Il centenario di U. Hoepli sui ~nai~~-Ad:,;b;::i~. egru~ei~:;n:n'M:t:~ i~::r;:.eda~~a c::c~:::r t;;:1r;7::i7j:·(J d:J:: :~la al'f::t,c =1i;C::i'1r0Ut;~:i, ~:::~~o Ae~ii ~~::ic:Ùe d:~~:;;i~:~~;:,c:' 1 Jall:et~1i: !;rt{i! nato ,riualo cent'anni fa. i/ 18 febbraio 1847. al/'a,aldic:a, do/fa {ilo,o{io olla matemotico, o Tullwilcrberg. nel Canton·e di Turgoi;ia. <C:c. ecc:, Ma Uric:o Hocp/i era troppo ,cnri. non lungi dal Reno. A 14 anni ero già ,aar- bile o 'le " punte aUO"n:;alo " ,!ella cultura zone di libreria; e di n incominciò il ,uo e del ,opere europeo per fermor,i allo .eicn• grande omore per i libri; an:i, meglio dirò ::a appliC<Jto.; e l'idea prima dei Mnnu11li si per qu,efl'arte libraria, ch'ebbe nei .ero/i amplierà poi in quella bib/iofcco di ofti ,lu– ne/lo 11110 !erro, e in quello prouima di Sçio,f- di e di 1'C1en:;o puro, che ricliiame,à deci,a. futa, mae.tri intigni. di cui i/ piooane U/. menle l'allen::ione del mondo e /o ricono– rico si ,:;enliùa inconktamenle di:Kepo/o, Dal- scen:.a degli •'.udiosi ,ull'infatiçabile " mo.– la li' reria di Zurigo. ponò a Lip,ia, poi a go " della Galleria De Cristoforis. Con i Bres'avia. a Vienna. al Coiro, a Trieste, in Manuali, inlonto, /e linee :,oslon:.io/i di una di di nu-.tl'o CJ ZuriJ[o, sempre occupando,i di risonon~o edi'oria/e erano note, sposando.i libri e di biblfolcchc, sino a che, ,ceso. co- me,ilorlornenle allo fortuna; e di n rl·loep/l mc ho delta, dati' Alpi o Milano. ocqui,tò lo '71ai devierà, pur dando col tempo e con uno Lib·eria di T eadoro Loen,rner, fonda'o t,cn. •omma di lauoro esemplare impulsi nuovi !'anni primo dai uienneri Tendler e Schae/e,, ~Ilo ,,ua Casa e nuoUe e più grandiose fina• in una cli quel/e 1/retle uie, ol/ac<iole o/ cu..- /r à. da cui /'editoria italiano ebbe onori e re di Mi/ano, e che to,'llo piaceoano al de- ,plen4nri, e i,emprc /i owà. Dmbu!on•,. Stendhal. D'olforn, il ritmo della proc/11:;ione della A Milano, la bella e ricco lroc/i:;ion~ lo,o Hoepli è Ocrliginoso, /e bencme,cn:.e .,Jito,ia!e dec'inal)Q, pur difesa ancora dal cu'l.uro/i infini'e, le iniziarivc e.54:mplari, Le J/ o'lordi e alimentato da, alc:tmi nomi nuovi co/le:i-ni ,i affiancano, o/imen loie do uno come quel/o del TrelJH. Le attiviti}, pur ui- N.>a,i.,ne c:hc non ha limiii, da uno audacia ~orose. del ,riovune regno italico :ti uolgeuu- die non çonotce di/licoltà e ineomprensiom. n-, recialmenle o imt,re,,. o ,igrfro/e o u, F ero in folli u,ci,e dai torchi di Ulrico Hae, d··s'ria/1 i-, un campo di laVNo pr<ffico, (> b'i il Corso di diritro commerci11le di E,cole di c:ui i' bisogno 5embrav11 piil urgenlc, al Vidnri (1877-1686). le Memorie dc{l'/slitulo venlo de' prortres,o eurooeo, L'orle del fj. Lomborda, i Monumenti onl'ichi de[/'Ac:ai– l.•a. a Pi·arJnmenln rnmoiulo non auetla ,e. de.mia dei Lincei; ecco gli Siudi Giuridici, gu:lo di pori pano il prorompere del/'ene,- I" Biblioicca Tecnic.,, /o Biblioteca Srorico– eie c lr pr~p-a',:; dei lcm.,i n.uoui. nonchè Letteraria, la Biblioteco Lc6ale. gli S1udi di i cori p·oblemi che la /il-,(>ra u1'•0 i•n/ian11 51oria Orientale, il Corpus Stotulorum l1ah. soltoponet1a e fecondDl)(I, al di fuori di quel- corum., la Enc.iclopedia delle Motcmoriche f'um~nesimo culturale, cui gli editori .sino Elementari, /o Stori11 Universale della Let– a'l'lra s'e-,mo ,it10 1 li. Ed è, noou-.lo, la p,.., c~a!ura. lo ça1tczione Sroricn Villari, / 0 Bi– cia-, in'ui·fone dei ri,oreen'i bitott:,i i•nfi11.-i ~li~•heca H1storica Italica, /o Bibliotheca. e i/ 5<"nsorso''o de/ momento storico, in c11i ~.npr~rum Cmeco~um et Romnnorurn., giù ,'e·a l"OIHfto r,,ali-. ,f-,o-, l'unih,.,rione r-Q, giu 1>1110 alla Stona dell'Arlc ltalinna del ziona/e, che gui•/ono il i,iooane Hoc.oli ,opr,::, ~e"'f~ri; ecco. in fine le opere monumenlo/i, un7 inedi•a UÌ'I ,/e'/'eJi1orio i•aTianCJ,Ioni,, f ed1.:1one dei Codices e Vaticani, scie.cli rio ar.umne 1i,i da ou,.qli onni uno propri- ph.,ro ypice. lo Colle:i:ioni Artistiche, Archco– hn""'""mio. nel'n e ded"1, cl,e m(li pill ab- !ogiche e Numismatic.he dei Palnzz:i Ponti- 1-ondo~erli. lnii,,,ce. nd prirro femoo della fici la Co!le:i:ione Poleografica Bobbiese /o suo u'lit1i•à. dal 1871 cioè sino o/ 1875 pur Coll~zione Paleografica Vnticonn, il Cor~us pc •"guendo scapi rogg11ardeuori, pur cliia Nummorum lt111icorum,.i dodici volumi del mondo a .-ollaborore .,J/a suC1giooonc coso- ':o:!ice ~tfontico di Ù!onordo do Vinci, la uo,....i-,i inriqni in coni c,::mo" del sat>ere r1produ:1onc del-Breviario Grim11ni lo 5p/en– quoli /o SloPt><mir l'Ambro,n 1 i. i1 Min11hl!I- dente c!iocromio del Codice Trivul;iano Je./. ti e il Ferra.-i_ i/ Rt.tdO e il Dalr'On:ta•D. i' I~ Divina Commedia. ~ in fine, RCmm~ tra RioVO-ie /loep/i aOC:Qapubbli:olo 01,>credi le gemme, i/ fac:-1>imile del Virgilio ciel Pe– /rt'era'ura e di r1i11ri,pruden:D,di •'aria e /i lrmc,a. po/i'ic11. srn::a l,n!todo fi~n,re al pro1>ria f'Om. Qucsle, currcnti calamo, /e opere capitalì mino di edilore una melo, che apparine di,ci dc//'edilorlo Hoep!iana, poiché è imp1Juibi/e pii nlo do uno rit1'lroso ragione di .ce/lo e unche per ,inle,i, rid1iomorci allo ,ua com: da un c,i•crio 5r,rcf/ico." A quero punto 1'1n, p.'euità. quando si pensi d1e dal dì del tel'igen:;a, /'intuito. /o acnsibi/ilà, /'i.rin/o, primo Mooualc, a quello dello ,uo morie la clii ro•""zgen:ta del grande edilore af'paio. (gennaio 1935) ben ~UOO opere por/ano /'irn• nq in pieno luce, prc5 • cdilo,iale di Ulrico Haep/i, e infinite L'/tdio, ,ino allora itluminat" dc. un..-cd.u- le ,is'ampc e i rifacimenti. Se poi acconlo c:tt:ianc e J" 11na cu/lura umanittic:n, man- all'l'ditore. qui ai llGiessc ricordorc it libraio, caoa iniJCce di ùna qutif1iuoglia culturo scien- e l'amo o,~ di fibri anlichi, e /'esperto d'ar, ti/ice. e pratico, d1e il p,ogrcuo imponcoa. le iprg•o/ico, e /'nrgu:;ia bonan·a de/l'uomo e di cui lo grcmde massa ,/eg/i italiani at>e-- e la ferme:::;o del :,uo c:arat/cre, e l'ardi'/":;: QDbisogno, come di un n.ulrienlc pane quo- :a de/ suo onimo, e in fine lo polen:;o crco- 11~1~7~0- d~'/ 1!':n;[. 1-::::~'doco;,1.~;:;.~1:7d:Ìel~; ~~~= :;J!,~al:~~1,";;~:~ 0 i~e/ };:se,,.: 0 •:,p,!,'d 6/i es e i bi,ogni delle mo/liJ1u/ini, ai uolse umona, e non mortole fa sua quoltdrnno fo– Jeci~on<enle alle opere di diaufgarione ,cicn- tea Orgr. a ccnl'onm dalla sua nosc1/u ptll ti,'ìco, in1erendo Milano e l'Italia nel uiuo ~lie l'elo~o. l)D/e ta no,lra riconotcen:a e cerchio della c11ll11ra europt-a. •I no,tro ricordo. p:iiché, non ilaliano egli Ebbe ini::io co,~, con if piccolo Manuale I e.mò . la no:,lra /erro di un O'Tl'loreine,~utlo. del tintore del ~petit, quello stermino/a roc- ,r-luomando su di casa rommimlo al/en:;ionc colr(' di Manuali l,oep{ioni, che non soltanto d~! mrndo. e diffondendo sino olle terre /'ha'ia, ma' il mondo intero conosce e am- P~ Ì /onlo-ie, e di noi ,peuo ingrole, /o /j.pi. miro, e che /orma ne/ suo c:omp/euo un'ou• I nlo nostro e la cu/furo. /entic:o e grandiosa enciclopedia dell'umano G,IUSEl'PB HA\'EGNA!\1 Invito a Mallarmé, poeta dell' ans·oscia Q UESlO saggio di Cari? Bo (Mallonni, lu pu1eu.a,: es.so f:.r l'argomento della su;a cd. Rosa e Ballo, Milano) appare già attes.'.!' ~2.1ente e. delusa o esatta, 1~ suo suppcllQ dalln su:i opera an1e11ore. Intervenire poesta nl1ene. ,commenta foue, quelt .'.ugo– sul libro di Mnllarmé dircttamen!e potre!ibe mento soltanto: 1n questo ,enso fu detto con pertanto, nel caso di uno scrittore che tie_ne qualch~ verisimigli ~n.ia che la pces a di Mal– tede con una decmone pu:uo che n1e1os1m I: l~rmé e uoa l?OC,Sla per poeti: è cerl~ tutta• ol suo motivo. s;e;nificare la prova definitivo via ch·e en:i SL nven:~ dalla parte dcli umano sostenuta sul punto più ddicato e ditficrle, prop110 med1an1e quei. s1mbol_ie qJelln_ m1to– cioè alla 101gcnte dello p:opria indi\lidualìlà. l?Q!a che all:idouo ali atto trionfale e 1mpos,,– Sc non che Mallnrmé non è la fonte di Uo, s bile del pceta. ma il più nito Jpecinten; eili si è costilu!lo La mnlet.a della poesia m:illnrmeana non è il poeta n suo. fonte. è vero, ma in quest11 in fondo un motivo psicologico. e s'intenda questa pnrola nel sigr11f1cntopiù vicino al suo etimo, rnerente alreno M!mp1e neg.-to~ Cgl1 riduue in quella mate1ia il suo de,'de:io d1 11uoluta creatività e ne derivarono quelle ue t,asposizioni crudeli nel clima del Néanf, i miti III cui In ccndiz one del poeta era ,empre di'rettamcnte o indirettamente mpecchiata e che si p055ono in sintesi ricondune a un uni- d~ r:~~:g:i: 1~:~~ò del r 11 :nlt~l~og~~11•! s;~: offertegli dnllu vita J:ìio spirito e da quello dei sensi: e si oue1vi come u11 poeta come lui clic tende irrepaiabilmenle all'auobto, abbia spesso bisogno delle occu'oni più cir. costanzinte, l.,er analosia con l'nllo· sagnoto del poeta che vince il Ne<mt con la sua pura facoltà crel'!trice, parlò di tutto ciò che potesse rÌ· ~~~i:~~~ Q:i 1 ,::d: ~irf~~:e 1 ;I:1 l.n::g~f~ analogico di Mnll:umé: il pianQ di ant1logia s:.1cui lovorò impallava iafoltj che anche i rnppo1ti con quel vero fossero espressi per analogia. Questo è tutto ciò che della pu rezzo sognata era concesso a Mnllnrmé, Ma int.snto quale oscuro, ostinato dramma vcni\la ad esprimere in un ling:ia.ggio immu• risoluta opzione spirit:1ale dobbiamo ,avvuore no certo, da ogni contaminazione, ma ntn soltanto un atto critico. il più decisivo •Ilo ~:~;:;r~ost';ie:, J~W~n ~:i! diiM:tt~:t ~h~aM: 1 [iar;~ti_~_:\e~e~~SOq~f::~o ai~gi~; 1 8 & in q·ue1ta \IOCecompatta e p:u~ ~11g?5cia1ado, P. CAUCUIN: Mallarmé I • ve la natura riporla la sua- HVmc.1tasul 50' (~n;t:Yì:el~iù :nti!re~::~~:~ ~~~l'i:~~:~~~: gno e sull'utopia. La sua as~irazione c~ntie- di,e altro che rnsistere arlCora sulla fatalità ne. indubbiamente, come ho già dello più so- e la predesfinaziune di ~mili incontri, e sa· ::•st'di!:v~l;~ ~~~b:~ili~~l~ar~: {ignu,:•C:: rebbe dunq:.1esuperfluo .!IC nt,n servisse n sP.ie- du11.a,ridotta cioè nelle più ncbili propomon1 gare l'accento straordinario di questo l1b10 dell'umano. Perciò quando Bo, che ha fatto ~~eebi;erofart~: f 1 °'più q~a.~doasi,i:~ 1 ,.• "',l,ipttr~cd';: quonto neuun. altro per rendere um1nc M~I \armé, come dimostra il fatto che egli lo ·• :~:,o :d~'ì"~;;;u;: :e~~:~[~~ 1 ~ 1 :: ~;~:t~- bLa investito con tutta la p,opria ricchezza luà d1 vita spmtuale, audace e esclusiva, eh.e ~~~it:!~en!rt~. f:~t:ndc!es~°!:ri~:: a,~M 11 al\~r– il_ testo o qualche cu~ ostan.ia, del testo !pn~ mé diventa indispeniabile per la p1ofond1tà g1ooa. Cosl. men1_1e I opera d1 Mallermé era stes11.a def suo d,sastro .• per ~uello, che h.a d1- ~prc st:'ta consid~rara, .:ome 11 ~mito ccc~- strutto; in fondo una s1m,le d1struz1ene - non uon_ale d1 \lii~ poel!Ca r_igo1osa e 1ns1e'!1ed1- ccntn se l'edificio che doveva prendere il po– vert,ta, es.sa neutra mediante un asso:b1mento 510 di unn casa ormai senza vila reale sia sta cosi _completo, nc_!l'ordine più puto e _più ,en- lo appena alb~ - fino ad oggi è 1l11La un.r senrnile del sentimento moderno. Certo, "' delle voci più attive che ci s'ano venule in salvarla dolla pr01pctt1v11di lezione formnle. eonlro. Si veda in un'o{)_era cosi valida d, in cui e,a sfal:i pe1 isnoranza e per acrupolo puiiricazicne. il tentativo di creare non più 1 c?lloc,ata, più ancora che 1I 1~voro di inve• na liguta sentimentale ma uno spazio di cor st1saz1one .sosi minuto e intelhgenle esegu1lo ven:enx.a univeuale. nella cifra di una con– in questi ult:mi anni, \latgono queste 11u:.1n-cezione osserveremo che q:.1ello spazio d1 zioni violente, estremamente persuase che h- conveni~nza unive1Jale riposa t.nche per Mnl– berano d'un tratto ,I tetto nel suo grido più ln,mé sulla n?tura, dove essa corona, e forte che è, poi, sempre il più segreto. Si pu:c drammaticamente. lo sforzo del s~o 1p1 veda infatti come Bo, servendosi dell'impulso rito inteso risolutnmente allo cosmogom.a. ~~~~e d~~i 11 ~~op!h!: 11 ~i 0 ;cSucr~~~it~r~ siiarc::rd~~rtrdaa 1 ~u!W: 01 :h~ni~~iit 1: zialità la poetica mallarmeana e a ritrovarne inslaurazione - un'attiva instaurazione - le origini e !"evoluzione nei movimenti effet- nell'ordine della natura umana, molto al di tivi dello spirilo del poeta, dove momenti di là pertnnto della cifra di una concezione. un'angoscia plenaria presiedettero sempre al- Q:.1ando si sia destinati a raigiungcre que!ta la gene~i dei motivi simbolici, alle decisioni universalità, <;Jistmgger«:significa ,:costruire e: nec.ess.ane che portarono sempre p ù in là la per quanto vistosa e r.1go10!.apos11,asembrarci sua estet:ca. e ,pcrfin~ al suo stes5o concetto q~esta aperazione in M~!larmé, essa _non è di poeta. Con questa pienc.iza Bo ha ras- d1ve:sa da quella ,che s impone a ogi:11vero gtunlo insieme il risullnlo di rendere -vera- poeta, PC:' l1beram. nella .sua, voce PIÙ pro– mer,te assoluta. drammatizzata. la fiiura di fon~a e, 111te1 ,1.sa . ~1 . '°.no ab tua~o a ve~e:e ~i~~a,mé e di isolarla, di ,cnderla irripeti- ~:; 1 ~:~~ di 1 c:~~~~r'~f:!~e~~s!~i;m;u:1~~: 1 0: Malla,mé ha lasciato un grande invito. ma nessun elemenlr:t possibile ni poeti pastericri: ciò va inteSo nel scnKl che i motivi di gran– d<! sugge.1tìonc che r:corrono nella sua opera sono precip,tnti con lui, nell'unicità del suo dramma. Esli portò alla luce .a.perla quella c,;s; di oggettività che si era prodotta in seno 'àll'nv• ventura ,omaatica, è vero; ma Ìn modo ta!e che essa divenne la \lita stessa del suo spi· Ùo e un destino configurntQ dalle sue for.ie interi0ri. Di quella crisi f:i insieme lo spettro e la pe:sona sollcreate che seppe viverci lor. temente e perire in un te.niat1vo audace. A fona. di scarnificare il suo volto fini per aver unicame11te il volto voluto dolle difficoltà del suo spir:to, ma un volto d'una intenutà passionale 1enza pan, d'una compostezza che sarebbe stato impossibile ripetere senza .1lleg– giaui. A questo rigu111do Bo ha perlato chiara– mente, se pure con seve,ità eccessiva, quando è venuto a prospettare sul!o sfondo de\J' opera di Mallarmé quella di Voléry. Opera, Bo definisce. difesa e costruita; e sa,e_bbe diffi~ile trovar!! degli 011,ibuti più comspondent1 alla q:ialità del lavoro di Mnl– larmé, quando code&ti termini siano intesi nel loro s gnirc:ito più ,ampio che si estenda li– !!O a riflettere lo sforzo di aboliz·one progrès– sl\18fino 111 Néant e lo sforzo di costruire su di essa, in una ealremn purezza, una forma capa– ce d1 ricostituire, di esprimere il mondo. E' q:.1esta ,certo, In \ICTOope:a di Mallarmé , sia pure un'opera immaginai rn,. voluta con– ti~ o per lo_meoo al di !uori delle leggj fi- 5 che che dispongono i fenomeni nell'ordine della vita creata; di quella opern rimangono J':'>Chiframmenti di cui /gilur è il più nmbi- 71?50, il çoup dc. Dé, il più precipite e bi• mmato. I-rammenti e non allo stato pmo. Pu– rezza in questo !,ne.a sarebbe stato un atto capace di sostituire l'autore del poema al– l'aulo:e del mondo, estrema conseg:.1enza dun– que del Romanticismo quando questQ sia d1 venuto infine ateo. Tale atto moncò è evi– dente, a Mal!mmè e gli mancò dunq~e anche da certi s,onetlÌ dove il sozno semb:a con– cluso in una dolorosa coscienza e st riflette ~~:!:~ b~ùs;~::a~ei~e t:~i~i adi° u~:~\,:~!~: lucidità. con!orta la mia abitudine quando di– ce: Il dramm., di Ba:.1delaire è ancora un fat. lo nell'ordine del sangue. quello di Mallarmé respira nelraml>ito dello sp'rito più sprovvi– gto: un'anima auistita solamente da una com– plicala shuttu:a mentale. Nè pc, questo si deve riprendere l'abusala acc:.11adi una con– cezione eccessivamente arbitraria, perchè la sostanza di Mallarmé è penetrata costantemen– te da tutti questi clementi sublimali e di ri– flessi trasferiti: ha rifiutalo le conscgu.nze delle realtà. ma non le promesse, il valore simbolico. Non e1i&te fo1.11e al!Jo p<>ela pc: cui l'av– ventura s!a cosi motivala come per Ma\larmé e il libro d1 Bo ne è \a testimonianza più piena e ilbminata: egli ha rifiull•to le ernsco ..,.nze, •cn le premesse del:a realtà, è certo. E' .al– trettanto ce1to lullav1a che la sua avveotu1a si conclu"de sulla realtà, nella collisione più ne. cessaria e.or. In• realtà: da questo punto in- =1\t:ia l t:W:~:i. larfo~"1;z~:esll: ::~~ ,ohanto Mall,umé rapp,escnta, esasperala, del t:Jtto scoperta, l'idea stosa del poeta, lo sua condizione. la sua essenza. Propettato nella più gloriosa contesa con In materia '? col nullo egli è il r.oeta, \'imma– Bine essenziale, eterna del poeta che alt10ve rimane nascosta e velata dall'attivilà e dnl– l'invenr.ione e che Mallarmé non volle con– turbare con alcun elemento spur·o, estraneo. Da qui il suo isolamento e In S'J,O angoscia, ~i~à q1~isi~~f!;~bidi~nna:!:1~~~r~o'e ldJ:::iil suo <fiamma, e da qui il suo orgoglio stili&ii– co. Un libro che consente di J>(Jrsitali doman– de e che suscita in uri le1tore tali obhiczion1 non è tanto un libro su Mal\armé. quanto il libro su MaU.irmé, sul poeta, Non è soltanto i! libro principe di Bo, è un'istanza fortis– s1.na , netta che parte e si dirige ol centro dd- 111nostra cultura. 1''1AmoLuz1

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