Fiera Letteraria - Anno I - n. 25 - 25 settembre 1946

Il peripatetico di A ntipolil Erravo per le vie della cittadina come C'Oso è sacerdote, non possono •empre riu- 1 •perduto, mtcr'lormcntc, in una ,lrrmdc lcm- scirc cristiane. Ogni c.ivihà impone un suo tanan:r.a. Privo del aolito contatto, dei con• modello e la aoc',ctà condanna quasi tutti aucti rapporti; con un acnso strano, una scn· a una sola pa.rtc caclusiva. I grandi ragiona• saz.1one aerea, un'inc\picnte anaoecia ma con tori poi hanno un volto piuttosto immobile l\mpid1 ,:cns1. NeUa fredda e tcrta manina e lo sphito spesso impiglialo nella rete di ogni rumore 11piccnva •onoro. Sul selciato. qualche ragionamento. Poco sensibili e rara• fra le cnse che m'appanvano provvisorie, mente dispo111bili. Lo loro an\mn pnrc af– prccariC", sul duro selciato il mio tacco coz-- fetta da qualch, aord:tà, Cercano in voi &o· zavo. I rnr'i pnssnnti parevano a me, come lo I&. loro tecnica. Lo apecia,~sla soverchia in m,ezzo n un pcrico!o. dei privilegiati, E.ro l'uomo. Quando m111.-ano ospi1ali) In cer• solo, isolato Sentivo ,1 bisogno di fuflJÌrc: luni ho fiutalo qualcosa che non eaprci come) dove·); d'una coinpagma convenzio- cMamarc altrimenti che strana ing:nuità In nalc sicura ove ricuperare un scnt1mcnto questo prete non ovvcrni però il confeas~rc, ordinario e r'lfarmi 'li euo contatto simile a il direttore d'anime. Si muove con meno Jc·1. Quando mi trovai in via de.l'Aurora. agevolezza e invent'1va frn i fenomeni e le M 1 spinsi quindi sino al vic'mo Tempio val- persone che fra le 1~ec. dcae le cui porte latcroli erano aperte; era Eravamo usciti insieme, l'accompagna– domcnica. E.ntro: un dolce tepore m"avvol- vo al suo lento pnsao, all'Ente Autonomo, ac, la luce verde oro 1m blandisce gli spi- Gli chica'1 &e quest o era. un circolo filo10fico. 1,h - la luce ~ sempre alato. il mio bene E' una a,1 :enz1a.di turismo - mi rispose -. e 1I mio male. Con un aenti~nto di va- E. aveva , ·olto ve r10 di mc, v'1vamcntc un ga grahtuchnc, mi ricupero. La chiesa è pie- viso sorridente, incuriosito. • Già l'ente na, ma non è tanto g,ande che io non pos- a-u•to-no-mo, non ci avevo tnai penaato •· .."- ,guardorc ogni persona. Neuuna in quel Avevo orientalo la convcraaz1onc. M'i parlò devoto t-ilc.nzio, spicca in u.lcun modo: ab• come a un vecchio conoscente, 01ma1 vinte bigl\amenti e eapreaaioni discrete, cristinna le p1imc caitarloni. Ch'io g.i fou1 parso urbonità, aria p1otcat.onte. E." un luogo !in- poco , nostrano II f-u un"imp1eas1one che do e rilucente, sui mun è qualche compas-- per effetto di non so quali r'nocchi riuscii a sata decorazione floreale: non vi è alcuna dissipare. Non mi trovavo certo con un uo• d) quelle ingenuità che sono ·m tutte le chic- mo di mondo com'era Fcnelon e sono certi ee romane, di quelle ofTcttuoae incong,uità abat'l francesi, così avvertiti. E pensai che che rlanno confidenza all"umile, C'è un che di romani.i, tanto i11truttivi per chi ho cura di festivo a eu\ mj arrendo Sull'al !D.rc al d'animc, non cono,cease che ·1 • Promcas"1 centro è poeto un vaAO di fiOr\ sorri so c or- Sposi 11. Lo eun voce mi ricordava quella di tese dell'08p;te. Qui In ragione ha disposlo Ardengo Soffici. gli stessi t\mbri ma meno ogni cosa cedendo poco all'immaginazione. acc1dcntatn; aicche mi parve che con quel– Sono ben ecduto dietro una colonnu., assi.Il la maschera di antico ronY.mo espreuiva e nuscoeto, e 11 conforto che mi da la stufa r'1scnòta, l'arti3t,a toscano fosse della nostra vicina iti confonderà, fra poco, a que:li che compagnia e un pÒ ci disturba.~e. Or ~1un mi d8Jà ·,J predicatore. Qualcosa vuol prcn- .:,r là qualche passante si tog,ievu. il cappel– dcrm\ il cuore n tradimento; ma pcrchè d.i.f. 10 verso di no'1. Wò sentivo 1n provincm. fidare scmpre di sè) Dct1dcro di trovatmi In c erto modo ero riuscito a fnrmi comu– d"accordo con molti. que6tft volta sono reli. nicu.rc qualcuna d'1 quelle amarene e delu– gioao nel senso etimolo,llco delln parola... aion1 che dà la ragione o chi da lei •·cr:i Sono le dicci in punto, il Pastore compare troppo aspellato. on ebbi però l'imprcs· allo cattedra. Guardo i fedeli con fermezza, aionc che le pcn~ astrntte, i d.llori mctafi– pare che distmgu3 ognuno. E' un uomo fTUls• I aie~, fossero 1n lui mai stati sconcertanti: aiccio, bassotto, dalla larga h,ccia rasa. Te• I ch'eg:i fosa.e mni giunto a.l'Esaenziale p,ua- FIEHA LETTffiAIUA TRE I. Questa te1Ta cosparsa d'ossa di strani.cri che soccombett 0 r.1 pri m.a dell' ultime,. preda, POESIE di CARLO BETOCCHI azzurri, come il collo delle prede tki cacciatori palustri, qua,u/o ~ sera. e vanno a morire i,isieme coi cionoli jrLMti ed era ig,lota, come a llll.ti gli sorride, cli là dnll' afferrabile, questa terra di città stellari 11omin' delle str<1<le:questo 110,a. è finire, tra. le siepi, 11011 é fi,uirr che ruinarono, e jrll.icosa una nuova legge ci.vi.ca ~baglia sentieri, tra la polvere e i tuguri, ospitale, ventilala cli pensieri, questa terra vi dia. JXtce, ossa predaci, pcl 11osl ro sogno di libertà, d'irraggiungibile libertà, qui, dove siamu uuiv<>rsllli, ed 1111' acacia //elle trl 1,-ento marino. Il. Conosci le allodole di pietn,, ci.ott.oli d'arenaria, che ti aue11do110 sulla strada, immobili., alle ore di sera, tu clie torni, e li smuovi col JJfode, e una nuvoletta bianca sale, i distesi ciottoli. di calcare sui laghi, ora bianca 11JUJ nu.volel.t,« sale sui monti., diventc,. il morire, tu lo sai, sempre più stretta la via di morire, e i,uenso è l' az:.urru. IJJ. Non è vero che han,iu distrutto le case, non. è vero: solo è vero in quel muro dintto 'l'avanzarsi del cielu a piene mani., a pieno petto dove iguoti sog,wrono, o vivendo sognare credettero, <1uelli che son spariti ... Ora spelta all'ombra spc:::.zatu il gi.oco d'altri tempi, sopra i nwri, 11.ell'ulbrrnssolata, imi.larne gli inceri i... " nel vuolo. a/fo rrmdi.11,, dle passa. 3 LA MISERIA di MARCELLO GALLIAN etn ostinata, oltre I cinquanta. Nel volto dOSM). Il buon senso, che aecondo Cartt-aio pallido ali occh' 1 neri lucenti. esprimono vien d~ 010, e \I piacere d"~»crc ora_lore (continuazione vedi 11umf"ro prc<:l!([4!utPI ~icuri, i manutengoli di pro(e&Eione, ,..jno forzn, una forZA leale Veste d1 scuro, ha e arch1tctto, lo avrebbero foc1lmcnte riata- . . all'emissario e al sostenitore arricchir" libricini di J>reghiere: Ma tali mestieri am– bulu.n1i 5ervivano ad aprire il passaggio dt"i 1uaslatori, degli arrembatori, degli t:cavezz:acolli adatti alla EpDrlizione della mert'e, aicchC quei pochi. una tren1ina di persone sciatte e ruorigera:e, che volevano t.~uuperare e pacare quanto compravano, ruuanevano da parte, escluse dai traUici im1,ortanti, ridotti aUe merci di flicarto o olle rima11erue. la camicia bianca ina~idatu e una cr~vo ,tta Mlito. Sentivo un ~alor di vita ema_n~re da ~erchc <: 1ovann_a. r_:ir:i nel flUScitnr~ 6im- Dall'interesse di iali gruppi tr•eva rai::ion~ ~ riaato bianco. Malg~ado la to~a e.ne lo un fondo n~turalc mtatto che la rcl_1,l1once palle ne,:h allen1t, ntr~~o, ovnr~, runonr• 1 di vita anche piazzn Villorio. Depositi riveste sembra 11 maggiordomo dun a ca sa• la filosofia Un qualc~e modo ncaatuc\), non· va lungo lem1>o,. un 11\CIHl.rra_bilc · lc mno cr:.1110 i cessi della cacaturara; anrnra, j ta ducale. Cli orna. 1I panciotto la catena. h_ann? raggiunto .. E. vago della frase. ben form~ sulla h~nehu~a della Slazione O e.le ~- cai::elli ferroviari, dislocati lungo tulla J, 1 d'oro m~ssiccio dcli orolojl~, con la _qunlc nusc1ta che colp1&c.~ co.11e uno_ freccia 11 la piazza . prima d1 co_mperure alcun chc, va rerroviaria; gli uffiri sea,reti di V. CuJl– le •ue ~Ila 81 ~aloccano, m~ par gli 11 a ~- ber&agt'io. Sospettai. che prefct11tSC ancor nel &Cnl11nen10che b1so.a;ri:1~a C4lmpr:ire pcllini O di V. Palestro· alcuni uHìci Jcl. ru. Toghe un !!bro dnl Jcg,110, l'~pre, ~ndacd :nncere che aver ragione. ~mo la scherma, be_n~ tulio, ~tu Ik!r c~ue s?ld1. I Ro~rh1l~. la stazione stesso, e rilr~vi al Jar O di Via Jo pagmn e I inno e, sui auom dcli armo- e un poco avvocato. D'irc1 pure che omn m1e1 antenala. sono r1ma!h soltnnlo rn k1. i\t I • g nium tentato dalla sua signora ~nizin \l cnn- mondannmcnte l'intelli:;enza - libido ,cien- Ma il giorno del sommovimento irnprov. 1 arsa a. to. Levati in picd'l, i fedeli pr~sla1ono le lo- di - uno dc, tre peccati cardinnli (secondo ,·iso, allorn che Giovanna si vide pt.:rduta Alcuni bnr, nel circondario della &tazlu– ro voci. Bench~ li ecntiasi in quel canto non In cattolioo leologia). Dal sapore delle auè e cominciò o calciare feroce contro lutti, ne, com1mwano zucchero; si 68pcva di del tutto \mpcgnoti, fui trasportato; vi mntu• parole mi \o"C:niva che l'errore o l'ardimento fu il priocivio di una p,coitencu i,ccr!Ja e cerio appuhatore di coperte; fii conosre- rni J"accrba trìsteua, vi e.alni, muto, quella non fo,.tc mai stato 11uo m.. 'lestro e che a <lisum3.0n. ,•a 11 0 dn<1ue i:iei indirizzi di sarti che com. compo.saioue non moi consentita, immcri- questo difetto l'1mmajlnazionc poco aoppc· Vtlr provano camicie, stoffe, calze, tele di tata. La voce fcmm,nile che sostenuta ed risse. Mi domandai pure se fosse capace brande e lenzuoli. Servivano di ,:pavenln. 11vvolta da quella robusta e cu.ldn dell'uo- di carità e m1sericordla verso quelli che A11a stazione lavoravano tre gruppi invi- (>tlHeri o di &J>ecchietti per le aUodole nl- mo ee\evava 11neU1:t,fragile, umiliata, mi non peccano nel suo tenore, e se, alla per- !!ibili ad occhio nudo m:::i indivisibili: il cnni rivenditori di orologi da polsu, uua toccò: e v'1di IA noalla aolitudinc; la tr'1bù fida luce di certe ore, di sorprendenti con· Daffune, il cnrnmerciante e l'impit•gato da donna che vendeva immagini e rosari Jj. 11morrit.a nel deserto il cui 11cMamo non honti. d'\notteae c'lrcosltlnzc, fra il filosofo una parie; dall"altrn, gli emis:.ari dei com- verti, raiane c:ol cesto dei panini ripieni. ra,1:giunge i limn'l e l'evangelico non torgr:aae un crudo antu.- l>rDtOri oU"in&rosso; alla 6ne i 1egugi, i un vecchio che m06trava, eOJ>tllun ,•u.~oio. Il cu.nto è .alito, •è srioho annichihto gonismo. Ah I per mc il religioso t.ercatorc nel vuoto. è caduto su noi un vibr&nte si• della verità è un pover'uomo. L'ama e l'o- lenzio. dia, natura infinanrda con grande industi1a. li pastore lacc:'inge a pari.ne . con paradONale onore fif'l'Jt: di perseeu1rla Per circi. un"ora In voce ben temprata !"elude. .candisce le sillabe e l'i.ntclliacnza disl'ln· • Dio vomita i ticpid'l •· gue. • Sarà per me come un 010 d'iceva Tutto questo pensavo \n margine olle 1ue Plotone - colui che sa g1uatnmenlc divi- e alle parole quando .fui distolto dal d1f– dcre e definire•. Il mio pensiero è ormaì fu$0 scampanio dei francescani; c-90,c'lnan– qucllo della 11un voce. Come per un filo. do l'aria, m\ ripeteva ch'era mcuo.z1omo. wi filo di acta impeccabile che s1 svolge Avevo acar,o a.ppctito ma cedetti al cqatu– a una lentezza uniforme •enz.a ma\ ,om- m.c come a una buona rie-reazione e lo sa· persi, sono condouo docile, per il suo cam- lutnj nlla porta della sua dimora. po d·1scoraivo. Lo acg110 nel 1uo bcll'ordine col pinccre che cal'1 e.i IJ)Iova, evidente. Amn il 'iJÌOCodelle idee, ne poaaiedc il ma• 11ehio gusto. Articolaz'loni squ)aite: arte dd movimento fatta di sottili r'l•orsc, di prov– v'l10ric po,izion1 maturate, di precori equi• libri, di ,pir'ltuale latto, di invenzione d'l ecaltrezzc, d\ previsione Di tanto 'ln tanto tni yuardo .attorno e mi dom.ando quanti mai poesono sr:guu!o. Ora la voce si com• muove nppcna. Dimostrò la 1ua tesi, con– futò le più illu,lri ragioni contrarie. ora consigl:o, raccomanda e consola in un lar– ao spirito cvnngelico... t..'intcrminab\lc E.vanaclo I Parola d'lvina... forse diabolica invenzione! ... Cli accenti oratnt'l. Opicamcnlc meridio– nali, mi ricordano illu~tri 1r"1bun1. I! disc:orso è terminato: sono lieto che eai1tano i filo– eofi e ..i-radisco 1" benedizione che r:gli in– voca con le mnni tese sui noslr'I capi e gl'i occhi volti in su. Sulla volta è dipinto un R'rmomcnto: su– premo ordin~ mntcmu.tico. Il ciclo stellato e l'lmpera1,vo categorico furono, pnrc, le due tt0le emozioni che provò nella vita Emanue– le Kant. Col arnndc acon09citorc d1 ogni ispirazione il no11tro mi pnn•e un po' ap– parcnt11to: nella spaventevole macchina cogi– tat1vn contuse l',i.nimn mediterranea.. Con– fesAO che In Tedescn sfinge anche 11u me, per poco, gettò il suo ,orùlcgio. F cci la sua conoscenza qualche 11nno do– po nlln bibl'iolcca municipale. Stavo confa– bulando ecdutn in fondo alla pr'1ma sola, quondo nel quadro della porta che mandò uno spiffero, vidi un signore vestito d1 blu scuro col bastone ao,pc80 pcrpcnd1co– l11rc alla mano destra. Era diretto verso di noi. Mi sent'li. da quella vista, quasi ammo• n"o: imponeva scuctà. Se il mio vidno non mi a"'ease informato avre\ supposto in quel– lo un d,retlore didattico nonchè uno sviz– zero: era \I Peripatetico come lo chiamava.– no ad Antipoli. Non lo ftve,·o ,ieonosciuto. ora portava unn barbetta retlnngolnre. Con qualche frase lus·nghicra che non m"'lndi– viduò ,gli fui presentalo a stringemmo In mano, mo non ricordo ·p,ù quali furono le prime parole dirò d'a,saggio che ci scam– biammo Cli icdesia,t'lci m'intctcsaano, ma una persona n cui lo professione imponga un detcrmm.:}n cnnte,1no lescia poco traspari• re le propr'le porticolar'ttà. E queste, se per Se non cerc&i p'Ù di avvicinnrlo fu per• chè temevo, in fondo, che ces.aaue di rnno– m1gliarc n uno dei pcrsona;ai che vivono da lungo tempo nella nùa immaainozionc. Sarei alato dolente &e gli fosac venuto a mancare qualche riscontro ncl:a re11ltà. la mia fantalfln già tanto provalo, avrebbe an• cora perduto un amico, Ma mi p\aceva sem– pre di rivederlo. Quale vuoto senza di lui nella c"lttadina I Nclln eua figura -- tre voi• te per sett'lmena in media - io salutavo, ben rappresentati, j miei d1verti!TL4"nli, qualche mio tormento, qualc:.hc mi:i infcr• m'ltà, In Antipoh, dolce clmlll, città propizia al peripatetico, sotto aspetti ele,anti ti ve– de quel quanto di )rrnz.ionale o pagano che basti a rincuornre e diventare un pò eh\, per •uo conto, viva al magro rcaime della ra– gione. Per le sue vie tranquille ea:1 va sr:m– pre a J.•IIMC, dj passegftlatn: di tanto in tan• lo ; i ium,· e aunrda con qucll'occh10 nllcn· to ... ,gu.::;Ja come un prigioniero. Compa• gma e div~tli\vo il ba1tone dnll"1mpugno– turn d"arg,cnto, giacchè non fumu.. Lo tien fermo nella mano come ncllu mente un po– stulato. Unu. volta gli vidi lraccior ncll"artu un 80briO arabesco, indizio probob"1m.::ute di trionfo, d'elegante soluzione. Per rne i moviment'• di quel butone sono segni del– le peripezie del suo discorao ,n~riore: mo non li so decifrare. oMmè non •ono gro– folo-40. Certi fjliorn~pure dal'a vista di lui m'1 la• se.io quasi desolare, m1 ae.mbra che vado di• rei p rivo d1 tema, disorientato frastornato dalle var\e filosofie: mi per maiato d'aridità (un male che prende i filoeofi): offeso dal– le capitali antinomie, ferito dalln eolitud'me: come ,1;e ne.I cuore In grande tperonza ve– nisse meno. Allora, for■e, deplora la ,cor– sa m.aliz\a del suo demone Rcmello, invi– dia altri destini, il mistero dd suo si fa penetrante e pungente, davant\ all'universo enigma umilia l"intclletto e il mondo diven– ta la .sua ,ola soluzione. Se, qunndo l"inc:ontro, è matùnn e splen– de il sole l'armonia è facile, mi sembra l'unico saggio del luogo, mi fa un pò pen– sare ll pJ,.tone ,n Atene. Ma cerio che lui non è atmosferico cd io ali presto il tem– peramento. In giusta e costanle tempcrntu• ra del dotto. GIACOMO F. AITA ,a RENATO GUTfUSO; OiJic;n.o Tutti coloro eh.o capitavano a1Ia 1,tazione con mire oneste, portativi dal Jestiuo av– ,·erso, i nuovi insomrua erao lasciu.ti d• 1,arte; c'ero ariu. di vendetta co ntro lo ro, di ripicca, di rivalsa, per una somma di conti che non u1n>uriva mai aUa luce del sole. Sicchè a lun11:o undare, queste figure prendevano forma di ladri, di rubalori, di furfonli in ve:.le Jabbene e dunque i,iù ~ospettati e guard31i e v·igil.ati; tenu:i d'oc– t·hio, dcnc.ati, messi affindice S'infiltra– ,ano, tra questi, spie prezzolu.1~ e ricche, I~ quali creilciute nelle borl,c, dislocale io v~sli d'accatlo, foderali i piedi da sc:arpc, rido1te a sandalo, nell nelle unghie, cir– <'olavano fru i compratori e face\lano il dop– vio gioco: prenJe,•un denaro e da ali uni e dagli al1ri e poi SJl-3rivano. I 1>unti d'npprodo principali erano la ~,uione per una parte e i magazzini dal· l'ahrn; i magonini della duà, volanli. J,tendevano piede in alcuni antri situati dentro cortili di case gentilizie, di palazzi c:arichi di uHìci, di ecantina1i, di piaucl– te limitrofo: uno rimaneva alla porta, due della con,:reaa entravano a contrattar,:. J t-ompratori che stazionavano u.ttorno alla cas11, lnsciu.vano enirare il militare, lo ve.. devano uscire e allora aspettavano il mo– mento in cui il primo comprutore, coru- 1,ralu. la merce dal portiere principale, .-he volevano essere Quirino o LaUo, era d.i– epo11to a lrallare. Angela e Gio,•anna o éole o in l.'Omra– , :n.ia di ahre ra1azze, facevano il giro d i <1 ueste portinerie tre qualtro cinque ,·ol– le il giorno, 5enza stancarsi mai, odus ;i.te come erano ad e11pctlare lunyhe ore o, Jla •trudu. o sollo il porh•ne; si trattava in fomlo di gironi -ul lii,, 1ldla h·rr:1, d1e ti intcr6ecuvano ~llCS&O. Jncontravano ora il padre ora la madre e li salutavuno appena Ol)l>ure dom11ndovano allo, lontana. « Visi• ID.IO Quirino: uienle •· Gp1mre M l"atto bollino, da LaJlo ,,. •• Pvi dove? N,-IJa Fòe• E_la tilrada »?, (che era via dd Seqlenti). Hicevevono un segno che o arreruu,va 0 negava e u.llora tornavano sui loro passi, assetute di merce e di acqua da bere, .--00 le carte dei 1SOldi strelle nelle mani, con lo sacca pronla ad un'ap<'rtura di gonna sino a 1tazionnre al P.X. di Piazza dell'E: ,cdra, tra le macchine nlleate, i banitori e il ccrcbinicre di t1ervi2:io. L'una uvf"v:'.I il mnri:o in 11:u.lera,l'11ltra tornava dall'ospe. dnle gialla in viso: l"altra aveva abbaudo• rHtlO il marito; Fernando non entrava mu.i in ,1azione. Altre si vestivano tre <iuatlro volte &olio il ves1ito u.bitualc, calzavano ire paia di calze, le ragazzelle esili, lini, come Anida, andavano in auge, percbr, ~i pol ~vu.no attrippnre con vesti e camicie corp etti e l::tne diverse. ' Pndhidualc dalla polizia, ei rrifugia,i. no o nelle portinerie di Via Torino o ne– gli c.nfrnlli del cortile di Via delle Termt>, tra un barbiere e unu rosticceria, un os.i lo metteva dentro una torre a1>er1a in nllu e fornrn1a dall1! case vicine, con un t"arret- 10 da una porte, dall'ultra un bidone di rottami e <1ui si con1111:1av11;dalle mani di <1uci primi compratori la merce c:adcva ncL le mani di nitri rivenditori i <1uali alla lor voltu prendevano pd collo gli t;lagio11a1od di piazza, le bambine ritte in piedi dalla mattina alla scrn, i rogozzi spauriti, lo h.nciulle inrrcddoli1e o temerarie. (contimw1

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