Fiera Letteraria - Anno I - n. 16 - 25 luglio 1946

HEHA LE'rl'EHAHIA RITORNO IN EUROPA Quondo Giul,iano entrò nel locale, i J)ri– mi soffi umidi dcUa foret.ta facevano rnh• brividire la nolle, Una nebbia si:radcvole di rumo e un odor€' animnlc di pelle va– rja riempivano la sala. L.a 1>0rta era a fìan• co dc.I bar: nell.a 6tretta zona inlensamen• te ilJumi.nata luccicrl\'ano i me1a.ll.i 1 le ve– trine e le bottiglie: più in 1:ì.,su quasi tutta la sala, il buio aJJpcna ~1ri1Ho da lamr~ade 6<'hermnlc 1 in fondo il t)ro~c.Tlio nei riflt·t• tori. Giuliano ,,olt:w:1 le ~pnlle ngli tlpettn– tori e allo tìpeltncolo. Ln mu~ica giungo\'a dal fondo, selvaggia e dcliC'aia in-,icmc, una nm~ica di dmw..a che ricord:wa un'Europ:1 sr:1dic:1ta e dolent•}. li solTillo bas~ pare· va di momento in momento, flultu:uulo nel fumo, 61:h olar ,,ia, lnscinnd-o S('0J)C;rtn 1.-i sal11 nlln nolle gravida di minnccin. Ciulia– no, sebbene non guardasse di proposi10 la gente, nveva la ~en,-azion.;- che tu1rn quella aceozznglia si stringesse in basso allenta allo 6pellncolo, per nou cs:,er diiitolta ad alUlre gli sguardi nl J>eril'oloso sofTitto. s·a1>rogr;iò .11 banco o mentro il negro gl,i vreparova la bibita con rapide 1110.sS<' '-tccchitf'l dei suoi avun1brac(·i nudi (nvcva una 1>ellc lucida quasi unrn), egli Ili vide n<ll(I s1:>eechio: pallido, i capelli bianchi. JX•re\'0 un fnnta~ma, l:1 ligurn <t°un allro nwndo lii dentro. Gli giu.nee dal fondo In voce dc.Ila can· U)IICltifta che contava Emi proscenio, voce dai toni bn5$i, licvemcntc roca. Subito un sndor freddo gli i11unricli le temJ)ie e sollo In c,nnjcia leggcn, si S<:nti rabhriv·idire. Er. fclli mngici ni quali, quanto pili in <1uei giorni si sottraeva, 1anto più imprcssionan• tcnunte soggiaceva. li disco gironlc con lievi ondulamenti, il suono chiuso come gorgoglialo; la ten– dina a tilrisco gialle e turchine, gonfiata ognj Umto dnl vento di mnre; e lui in mez– zo, Lra.quel. cUsc(' o quella linc.:.t:ra. n<lngia. to bene in fondo nlln pollrona dj vimi11i 11;isut.i come morbida sloffa, t'On le brac– eia abbandonale lungo i bruaioli. Lei cn• travn do1>0 un 1,oeo Jcggeriss11n.,, fiCn7,aru· more, re no 11 <1ucllo della veste d'i cela fru– sciante., in cui ('rn d1iuso iL suo corpo pia· stico. Mai nella viw nveva inoont..rato un corpo tnnlo plm,tit"o cli donna. Tuthl l'al• nu.•~fera era gil1 carica del fluido di lei. E1di registrava, rcgj.!>lrava tml111 sen"ibilo rete deUa 1,elle. registrava nei menndri ciel• l'anima. rcgistr:i,·n nelle profonditi1 delle ra{lici dell't>,SiSere. E i\ i;uo cervello comin– c.iavn a muO\'ers.i come un roffinali~imo e complicn1ioSimo congegno <l.'i sfere, di rn– tf"lline, di bilancieri, scnz"urti, pia.ciclo e con moto progre-.s'-ivo raggiungeva le ver• tigini. fl' Celui que m.on c<>eura cl,oisi »: ~l <li– t.COfrancese roteava. ono\ùando. « 1\1io Dio», Giuliano si pnssò una ma• r.o sugli occhi come J>er snebbiarsi da <1uel ,oluuuoso tormento. Sorseggiando la bibi– ta dorata egli fi.i volse. La donna sul prn· Et·enio danzava tra veli Au.idi, il suo corpo nella luce dei rineth>ri, duttile, elaslico, tulio sciolto neL ritmo. lJ canto le usciv,1 come un filo caldo dalJe labbra a1>penn echiuse. La follo era ofTascinarn, Je teste 1,rotese. Giuliano aveva la vis1n mollo fer– Racconto di GIAN I STUP ARICH Tremò per lo spavento: gliela a\ rcbbero runm2zzn1a. Ci ,,olle l'interven10 Jj quat1ro giganle· schi int.Crvienti di scena, per 1ra1Lcnero la folla eh«- s'era butltlla conlro il palcosce– nico, non a1>pena le.i era s1~irita die1ro il fondo, Ne nacque una mischia, alcuni li· nirono in I.erra raggiunti dni colpi degli i11scrvienti. Intanto sulla scena comparver,.) tre giocolieri, due uomini in costume di muglia rosso fuoco e una d'onna inforinat:1, guizzante iu s<1uame d'argento, al,ifo,~irni. .-a1n. Nei momenti iJt cui egli cercava di riauacc..ade insiernc, lo prendeva l'angosci::,,. i'\elln parto vibrante al centro c'era lei; tlt'lraltra tulio quello che n,eva vissul<o 6cJw_1di lei. Approfittò di un momento in cui l'inscr– vicutc, a~sicurato d~lla tensione del pub– blico ))l'CSO da un e~crc.izio india, olato dei gint'ol.eri, rn~1)i1;1:;e l:1 porticina, per entro· re diero di h11 e, mes:,.ngli in mnno umi moneta, sgusciargli di linnco. Si trovò in un \'3Slo 6piazzo illuminato a larghe zone • - _· l i/~ r- \, k[ Fll,IPPO DE PISIS, Disegno ma di solito. Cos'era c.he gliela face,·a va- -----------------------------– cìllare? Sus,suhò: il negro gli aveva mcs:.0 untl mano sul braccio e tullo chino <;ul ktnCt• gli o\'Vicinava 1a faccia orribile. Gli indicava con g.li occhi il proscenio e con una mimica spaventevole gli vole,•a far Cli• pire qualche cosa <'he lui, Giuliano, non capiva. Lontano, nel fondo, era il J)alcosccnico, rimpicciolila la figura muovemesi deUa bat. lcrina. Ma qua)c.05a come un fluidi) veniva di là verso il har. Forse di questo il ne– gro si accorgeva e quCEito voleva far capire u Giulia.no. Qualchccosa di calrlo, di uma– no, una trai,nt.i~ione sottile e penctraa1e: da!Ju figura illuminata, dal volto? A queUa diHonza Giuluno non poleva eiM::re ogget• 1iYamen1e oicuro che quel Auido provenis· ~ pro1>rio dal suo sguardo; tuu.avia senti· \'a che, mentre tulio in quella lontan:1 fì. gura si muo, eva, qualche cosa rc,-,1a,•a fisso 0 meglio sem1>re d.iretlo a un punto, oJ po– ~10 dove Eìi 1rovava lui. Cli occhi delk1 donna con le J al(>ehre bi"lratc, semi abb~h– sate, e.rano ap1>enu due ,archi, rna da quei varchi p.arth::mo due raggi CO'-tanti, intensi. Perchè c1ue1Jo sguardo anonimo dist:mte a– Hva U polcre dj turbarlo? For,:,,c1ullo non era se non immaginazione. febbre. Egli i,j f.Cntiva in uno staio febbrile, "011 quel ma– ledetto moro \;Cino. Cf>tlÒ w1a moneta cfargcnto Fui banco e lt-ntameme si av,·icinò allo Eìl>Cllocolo. Un grafllle urk, tehaggio rurnoregg..iò daHmti a lui: gli SJ)ettatori kvatisi urlavano, balle• :~;:" s~e/~ie~:~n~r:;:o~di1::n~~~: 1 r~~~:~:~ ;; tornò e, come per 6edare quel paro,-..i;;;mo, t,i piantò daunti ~ul pro~cenio al 1110 1 10 d'una ~linge, con gli occhi "barra!L L'onda d.d puLblfro f-i placò i~1/~ui in u11.',a"'P<:t1a– ·11va n1orrnoran1e e poi in uno é1Jcnz1o~a temione. Giulia110 ero a,·onzato 11<'1 corri· doio in mczzC\ alla folla, non poteva i.lai•• care gli occhi da quelJa figura di donna terribile. Ella éltl\'n tulla in ar('o <'Ome per un bal;,,o indietro, prO\'OCatricc, le lal>br;1 gii1 tremule d'e'-1>rc..;.ione rattenut.1. Avreb– )Je rrjpreso a canlarc? Giuliano !>'aecor'-" d,·ll'afTa1mo,,.a curjo;,i{aJ che, come ddfo folla, s'era. impad"ronita di JuL \on vcde"a ,e non 1a cantatrice &ul proscenio, 'lvver• 1iva soha11to intorno a sè l'odor bc:,lialc e la torlJida marea dei respiri. lt 6ilenzio er.1 dh•entato esasperDnle. « Schioccl1i! » L"insulto fu lanciato con una &e0S60della te6la. La doru1a indjctrcg, ~wva senza fretta vcr!"o il fondo del palco• ~cenioo. Un gruppo vacillò in mezzo alla folla, gli altri rima'-ero fenni, annichjJi1i. GiuJja110 senti il t1:u1gue aflluir~i al C'uorc. La visla g_lj ritornò ferma, preci<>a. Hico· nobbc la <fonna: non 1loteva es~cre che J,..i_ chè rin:isero l'ordfoe e rjac<1u.istnrono l'at• tenzione del pubblico ammansito. Giuliano era rimasto sempre fermo nel mezzo. Qualcuno lo SJJinse brntnlmonte ali,~ spa]Je, dicendogli in inglese che non po· leva rimanere là. Avanzò ancora, 5\'0hò lungo i~ palcoscenjco e si t..rovò dinanzi al. la porticina del retroscena, guardata dn uno degli inservienti ancora tiudato e onclanl•l per 1a lott.-i. Giuliano non esisteva (>iù ~è non nell'idea di veder quelJa donna, di parlarle. Alzava ogni tant;o la mano sulln fronte per lisc.iar8i i ca1>elli, ua sorri.so nervoso increspa\'a a 1ratti 1a sua bocca scllile. Vederla. ll mondo in lui ~•era rl'i• vi.Fo in due 9aru 1 due parti di una dcra che non combinavano più. Una era tulln couvulsn, vibrante, l'altra cc;mc cristalli.-.- 1Vei prossimi nu,meri pubblicherem,o poesie di : Ello J-'edcri<>O Guido Giorgio Arn■ldo Culo l'ìero Aldo c.. 10 Giu,c1,pl11~ An1011cll• H. \I. J-ilippo Giuu·ppe t'nruccio Luigi MughtriU l<cnw \llncco~o Homco Hcn•t• 811gi• Sergio Giorgio Alroundro Gu!Jliclmo Ro~tlO L1mbu10 C•o>IJIO Gi1d010 ACROCCA ALMANSI ANGIOLETTI U\ , U ~SS"Nl BECCAHIA Hl-:TOCClll OICOì \GIA.RI BOltl.E,.,,GUI CANAl,l CAKHIERJ CIMINO CO:,CO DAUIJ/\0 DEA="GELIS 1-'0i'liTAi\l-;l,LI fliACASSI CUAOAGi\lNO GUIDACCI LAUKAl\0 LOIOGA J.UCCIIESI MAIIUCCI MAlll"/ITI OHTOLAl"ll PAOLUCCI PAPASOGU PAHIIONCIII PETRONI Jlt,UOIIA SANTIJ.LI SDAl<UAIIO SPAG!"IOI.E1,.J \., IU UICll l\.,U da <·on.idi luce; il terrona era soffice di n:. na, J,a temperatura umidn e fredda; l'odore e l'aria mossa della foresta penetravano per gl'intcrstizi dei tavolati, il soll'itto a gran tendoni 6i gonfia,•n ogni 1:mto. Uno &tr,1110 sii <nz.io e una ancor più s'trana desol.1- z.iont:. Giuliano, disorientato, 1ome1tc cli ritor· narc sui propri pa~si, per farsi dare lo in– dicnzioni <ln.Jl'inse:·victlte. i mo.56c alla \'tntura fra groS&o macchine di legno in forma di torri e lli catapulte, verso un con ià'oio, una 6pecie cli consia. Ebbe su– hito unn ff'.Jl.Snzione Ji c:ilore unrnno. 11 c.orridoio era lunghissimo con por1icine ili qun e di là. S1,into dnll,a sua risoluzione, t..iuhano era rJi,enlato freddo e colmo. Un uscio 6i fJ>.-ila.neò d'impeto cd e.gli fu inve:i:tito dn un &sere camuffato con arnn pennacchi vnrio1>inti, senti il morbi· d\) <lei seni contro una s1>alla e una voc•.> iro1-a lo apostrofò in una lingua incom• prcu~ibil.e, si rimisero tuui e duo rial bar. collamn1to e la donna con gli stivalooi Ja Cd,·ulleriz.-,o O un fn,;tino in mano s'aJlon• tnnò C(irrendo vcr&o fa fi.CCJ\a. Che cosa :wvcniva dietro agli usci mi• sii riosi, chiusi o socchiusi, dai qualj tra• 1wla\•ano luci più intense e qualche volta colorn1e? Qua e I.li &i udivano anclu: cldle voci. rna nou •~di nè 1ante che 1>0tosscro d.ir \ ita a <1ucl lungo corridoio lri~te e i,i– lu1zio..,o. Gra11de er..a il con1r~lo con fo. ~aln: t)are,·:1 d 1 C:,,E,crcin un nitro mondo. <;iuli,.no 11011 si sarebbe mer.-ivigli.nto, i,.c :1 tulli quegli w,ci. ~i fossero contem1>ora• neamente :1fTa<'t iole delle ombre um:me, ru. riose di sapere da lui che cosa :a\vcni!'~c di lii. A oi;11i uscio csi1ava, tendeva l'o• rct·C'hio, 111 <111alecamerino l,'a,•rebbe 1r,,. ,ata? Ln ('Omp:ignia? Sola? li suo animo era dispo,-,10 a tutte fo sorprese. For,;c non ra\rcbbu neppur 1ro, 1 ata. Anzi gli pareva un aS:iurdo l'c,<<;er ... i messo in ccn-:1 di lei. E clubita\'n pure che fo.:;cicl'l'Oprio lei. Fa· (t>\:I J)Ot·hi J)J-.!)i e si voluwa. Provò 1111 ,,uow, ..ohbal.-;o, mentre pa.!>.;:avadavanti a un uM:io i.ilHtl,ancato: <~c:n11:o, Eeduti <;U una panchcll:1, c'erano Juc cloum, o duo fon• lOC(•i ~ Siavano con le f?Ombc 1:irt::he ,.. /,.. \,ra1eia JJenzoloni, le foccic infarinale, '3em– hrnvano ge.~si, immol,ili nella EìlCSf'-0. J)Osi. ;,;ione, immobili anche nello tiguardo ral– •lome111eanimale, la !-Olacosa viva uel )oro a~pelto obbandonato. Da un camerino nel fondo uscirono ,luo ligure d'uomini v~tili all'europea. IJn'a• gilazion,• subi1:1nca lo inv.1,-,,.., Udì poche fr:,,i. come gl,i p:i'-;:nrono vicini. Erano clne i1afo111i.Vcnivnno da lei, cnza pii, esita– re andò ver<>oil camerino e lm!-oSÒ;J'aner– -e ecrw.. 1 attendere J'i1wi10. - Eri dunque tu? OaUo :,pecchio si era vohalo, con le braccia soll1 ;vt.te ad ar– co b0prn l;a 1e;;ta, le piccole mani nen•t ""' intorno n una ciocca di e.aprili 11belli. Tut \0 il tono della \'Oce cm cmicoto nel <«lun• quc ». Egli non poteva pronunciare. 1>arol~. lll':Ulche iJ nome di lei. GuarÙ',l\'a. i &u-1i ~Ci.ili,()t1clli di sempre; i -,noi Mchi ~fa, il– bn1i e 1>rofo.1d1, Gli 1>an•e t·hc ~ohnnto In sun bocen fo_..,.r l':!mbiula: un°iro11i,•,;a freddezza abiia,.1 mtorno alle _..uc lnbbra. -- Scj b0rprc...o di ,cdcnui, d'nvcrn,i tro, nta qui? - Parlundo. con1inu:1va n çu:,rd.-ir.,,i di tanto in !finto nello ~pccchiù e a leg:m,i u11 •1..u1rino :urnurrr ù1 c.ii >l..'.I l'i t'aJ)t'll,i fulvi. S'cr.1 le~, :ila lulla la tn1ct·:1- tura: pareva una donna ::-empiice che, do• po mer ordinata la c-:, .. :1, pensi LUI poco a riol'dinare !le ~ICb"':lin una ..omm.iria 1oe– le11a. - Ti trovo bene, ~em,,rc mob.o ('· légante. T·i., pin1'iu10 il mio 11111nc10? - Viola: A quel richiamo di ,•oce app:1:,:,ionata \ iol,, chinò il , ol.to . Nd ~ilcn,i,, ... 'udir•· no scricchiolare le assi. Nel rialzare il vol– t.. im1ntllidito, ella fl!~Ò Giuliano con gran• di occhi a1>er1i.Poi subilo ('ivol..,;elo scu:i.r. Ò'o in un {111gelo o si mise a ride.re . - e•;. un topo che mi fa paura. Ecoolo, &o<olo - gridò, sobbnlznnclo sp.1v,·ntalo. Giuliano seguf i,w.-.Jontariamc.:nte 1,-i ~guardo di lei e vide cor1ere una 1,e:ti .. ,la con lo lunga ,oda e BJ>nrire ... 0110 un bm1l.e. Viola ern in so11ovcste 1 le braccia e le Fpalle nude. - Pl'endimi <J\1.elt1 c.-imicella 'J'os.l Jà s.opr:i - e ind.icò il baulo nperto - i.D oon m'arrischio. Giuliano mkc le mnni in qu,·lla 1 ,,b:1 Eofficc llllllllllCChialn (. lo ilM~e )3 (''I.liii· cctln, mentre avvolgeva il fìuo coq>0 con unn f>~uardo 1>icno d'CJuoz.ionc e tCJ1crez– zn. Chi era <1ueUa creaturn? La donna d1e egli. m·{!v_q, nnuun, p0Escdu10 1'<l11 tl,,kezza e furore, 1>Crcui tuttn la ~un ,·ita er~ Ira• \ oht,? Era la Nu1zone11ista ,li J)O"O f:t., clic, dc,pv a\'er affascinato una folla 1 1es1ialt•, l:l aveva provocnla lino al 1mnulto? Era Jn H'lll!)lice. modet-tn donnina che gli srnva danmti? :\1n quesla <~nninn egli l':wt•,a , 1~1:1 al. In volle rd era proprt•1 quc11a che lo commoYeva uclle più fonde fibre. l'ut"c le trnsionuazioni più jmpcn .. abili ,1oh:~\'hno u,-\'(•uirc jn lei, so1>rn di J,~i, ma lei n•. c.ta– ,·n nell'essenza sempre In stessa, mo<lest:t &elllJlUt.ioc.reatura. Questo lo ... orprendc::v:, e lo legava. Tutti quegli anni d'una rol• lura che pare,•o definitiva tutto quello che etct p;:ssato in Jci, oapra di J,ci durante quegli anni, la vita, gli 3\'Venimcnt.i che l'a\'evnno trnscinnt:1 lontana da hti, :1 ua altro c:11>0del mondo, non a,,e, ano cam• bialo nulla. QueUc braccia, quelle '-J>allo nude, in quel momento cho le ritrova.va , ,.,, 1 (tarlavtrno ai HIOi scn~i, rnu parlavano nl, suo cuoro. Egli pote\'a anche dimenti· care h1tlo quello che quella donna ave\ :i c~altato nel ~uo snnguc, ma non poteva di– menticare la tenera comunione da creatu– ra n creatura, clic nei più vuri momcn;_i qur-lla donna gli nvevn fa110 nascere nel– l':rnima. Per queslo tutto ritornava semplice Ira di loro, come se lo tipacco non fosse av• venuto, come se il resto non importasse m1lia. Le Ò'uc parti della sfer.-i, un mo– mento 1>rima nng4c:ciosamento stuccate, C· ra.110 tornate a fondersi d'incanto: la sua vita era cHventata una, si muoveva piana– mcnle intorno a un eenlro. E poleva anclte eh quel punto prendere un moto vert.igi• uoso, ma egli sentiva cho finchè era )li, con <1uella donnn, l.1 sua vita non 6i isareb• be più disccnlrata. Nl)l\, aveva ancora par– lalo, ma sapevo che, come ogni suo movi– mento, r.:nche ogni sua Jlilrola sarebbe sla– tn fì('ntI!licc e naluralc. Fu ancora lei :1 parlare e, abbottonando<;i la cam:icella, lo guardava con un'aria lic• vcmente canzonntorin, un poco dal di sot. ,11 •'I. - Se non hai degli impegni - si provò n sorridtre - stiamo un poco im.i<•mc Eìtasera, vuoi? Andiamo a 1n.-ingia• re irtsiemo. e, Se non hai deg_li impegni ... ». Òuan1n turbinosa magia di ricordi ern intorno a qur-sta. frase banale. Egli avevn avuto 60lll- 1,rc degli im!.>eg:ni Un tempo gli J>nrcv.-i che h, vita non potesse avvolgersi se no11 6ul rocchetto rigido degli impegnj, cho ahrimenli diventava una matassa. arruffala imp,os!-ibilc a dipanare. Ora, non ave,,a J)iù dl·gli impegni. On qua.ndo s'era messo tt \'i:al!,giare per i] mondo, slaccato da lut10 7 In ,•ita gli appariva un filo trQ1>po vopo• r0tòll)per re:;istcrc ntl essere avvolto; In ma. 3 w::-~a è dc111ro di noi. 11011 fuori, negli av– , enirncnli. - Sia IJenc quc .. lO n:,~trino azzurro co~1 la 111miec11:1ro~a? ,\on li \'ergognerai. di mc'! - gl.i chi~c movendosi, dopo aver mlìl:ito il braccio ~Olio il tuo. Bambina. E-rn rima:-la ticmprc una bam– bitL'l quesln donna terribile. Tale cando– re spontaneo Io affa::-cimn:1. Egli poleva fi– gurar?>i co::-c alroci e 1110<.truose intorno n !ci; t.: poco prima ,ucll'e~prebsione di fred, dn ir<min della :,un bocca egli ave.va 61.>· :,pclt:;to il \'cleno di non so <1ualc cinismoo ma h:1~1:1,a un colpo d''ah1 del suo cando– re, pcrchi· qu~ta donnn .,.j risollevasse in un·aria iunoccn.le , fuori d'ogni ombro.so 60· "l)Cll0, Uscirono all'aperto llCr la porla in fon– do al corridoio. J_,. forc,1:1 ansimavo e pa– re, :1 ogni 101110liberarsi iu uno scro ..... 11a111·11~u d, ,.:nto d1c porln\a lin lii l'umi– do ,·alore del <-li.:> respiro. Lungo tulio il 1:,, 01010 erano ndclo...,nte in !ile disorclinnte le pit·l'ole :n11 .. rn1obili, Un negro gigantesco n n1i Viola nve,a follo un cenno, iridò un nome e subito i::i Ulisc a barbugli:1re, fra tulle quelle macchine sile:11ziose 1 un mo1ore. - Andiamo .-il 111nre- disse Viola, chi– nando,i fuori dcli.o ,-portello o tendendogli 1:i nrnnv p.r introdurlo nclla minuscola ,citura. Tullo avveniva como in u.u mondo irrea– '"• (!J)J)uro era così Ecmplicc come ln più semplice re:1hl1. Giulinno ~i tro,,u,•à vicino q Viola, <1unsi che nulla fosse accaduto tra di )oro, null:1 passato in <1uegli ;umi, qua.si ..J1c non fos.!lcro <'osi iu1111('nsamcnte Ionia• ni 1lai luo~hi f!,., è ... 'erano .1,asciuti. Le ave– , a messo un braccio intorno nll:a vita e at– tirnt.-i a sè 1 tanto da 6Cl\tirnc il calore. L'a. 1:coltava in quel 6uo fervoroso parlare di CO&e leggere, di nessun.i im1>orlanza, ma che lui non doveva ignor.-ire, come se non si fo.scro vi.::.lisoJtanlo dalla 6era prima e lei gli avesse dn racco1,11:irctullo ciò che le era rncce!'>SQne.lJa giomnta: degli 6tuvidi che la importuna\'ano, come quei due ve• '-IUii uel ~uo camerino o che lei nvcva ]i– <1uidnto ron una im1>ertinerw.. -i, deL suo la. i;oro e dei suoi compagni di lavoro, brava (}overa gente che la commoveva, e dell'im– prei,-ario che l'aveva licenzi:11a. - Liccnziatn? - Si, 1>ocoprima che quei d'ue, venissero a formi delle J•n>J>0:,le ((~ublimi », aµpcna "'icita di $Cenn... -· Per il tafferuglio che hai J)rovocato? - Si, l)er quclJ:1 mia parola contro il pubblico. Non ,,u) la pena. di JJarlame. Giuliano si 6entiva già dcnt..ro avvoho l!èUa vita di quelln donna. Era it prC11Sente vivo. la giornata, le ore immediale che arquislnvano un 6t1pore di certezut, di cal– do fluire, vicino a lei. Era stato sempre cosi. Tutte le domando ch'egli aveva pre• parato di farle s-ugli onni passati, svanivano dava111i all'interesse per <1uclla che lei era .in <1ucl momento. La vedeva sul palco· scenico inarcn1a come una piccola tigre. - • Pcrchè hai lanci.-ilo verso il J)Ubblicu quell'offesa? L'automobile, tlentro i\lum.innla, correva nella notte. Viola guardò Giuliano un at– timo, con un'intensità balenante dei più mi&teriosi significati; poi gli sfuggì con ili occhi e, <1uasi voltata verso il finestri– no, nel buio, disse, sorridendo a me7.Zo: - Perchè c'eri tu, Jà, fra queUa mar– rnagl,ia. Giuliano senti scorrere un briivido per la J>CUc; sempre tenendo Viola intorno alla ,•itn con )'altra mano le fece volgere il VÌbO a sè, i,er gunrdarla proprio negli "'echi. - Non pens:l\'i che ci saremmo l>iù in– contrati? - E Lu? Giulinno lo faiò\CÌÒ :mdare il viso, b-Ot· 1rnsse lclllamcntc il braccio con cui )a tent:va J)Cr la vita e, chinando il capo, mor• morò, quasi 1X1rlasso a. se stesso. ~ lslintivam.ante li cercavo da per tutto. Violu gli buuò le braccia al collo, le splcnde,•ano gli occhi; con la bocca vicina alla 1$'Uabocca, si che eg.li ne sentiva l'.tli. to, pronunciò apJ>ena 1>ereettibili le pa~ role: - Ero certa di rivederti, T'ho sempre ai,.pe11ato. La mnccl1ina entrò ncll.i luce improvvi– ~nmenlo; furono quasi accecati. Vie sfar– ~::amcnle 'iUumi11lilte, \"Clrinie t;foviUan'ti, riflettori az.zurri, violetti, .-irchitcllure con– denti e unn folla biz.-.arra in cui. l.e donne pare:vano fiori vh 1 aci che sorvoln~sero una 101hicla conente. (Fi11e (I/ vrossimo ,1w11erò) NEI PROSSIMI NUMERI Francesco DE SANCTIS: LEZIONI DI GHA ilfMA 1'1CA (INEDI1'E) LE NOSTHE INCHIESTE: I.A CULTURA ITALIANA AI,I,'ESTERO cm,; COSA VUOLE LA CRITICA CONCLUSIONE SUI RAPl'Olffl TRA AWl'J.; E J>UDDLICO DES7'1NO DEL TEA'I'llO ITALIANO Il. J>ltOBLEMA DEI GIOVANI CIJE COSA t L'ESISTENZIAl,ISMO l,A NUOVA SCUOLA ITALIANA f Marcello GALLIAN: LA MISERIA UNO SClllTTOltJ.: llACCONTA I.A SUA \'ITA DI "IIORSARO ramo .•. I NOSTHI CONCOl{SI: PUUULICUEllEMO PRESTO LE NOltME CUE IIEGOLANO I CONCORSI PEIUIA– NENTI J>Elt UN llACCOl\TO, UNA POESIA 1-:UN OISEGi\O, lliSE!lVATI Al GIOVANI SCRIITOHI E AR1'151'1

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