Fiera Letteraria - Anno I - n. 3 - 23 aprile 1946

Melodrammi in un [jLUOCO di carte e Oi\lE Pie.tro Areti110 intitoJò alle Carte Parlanti quello che è for– se il suo pii, bel <lialogo, nel quale fa entrare un fabbric.ante di carte da giuoco elci suo tempo, tal Padovano Cartaro, a cliscon-crc ciel giuoco, mi piacerebbe che qualcuno intitolasse alle « Carte Cantanti>> un suo dia– logo sul mclodr.auuna nostrano. .Ma prima cli , cnirc a ciò, ci sa– rebbe da premeltere quah·hc parola i11 generale sulla pru·cntela del britw– co con Ja musica; nella quale. non solo cc un coup de ,1és HC aboJirù jamais le hnsurd )), meno clic in ogni altra arte, 111.a il suonare stesso è eletto in molte lingue « giuocurc », e (( jouer » in francese e u spielen >) in tedesco, pCI' una cli qucUc intu.i– :t.ioni spontanee elci Jinguaggio clu.· chiudono in una parola molto più senso di quanto il nostro inte]ietto non possa nitidamente chiarire ne!- 1.:!sue distinzioni. A parie questo, è ad altro clic vo. glio venire; 11011tanto cioè allr, re• fazioni della musica in genere col giuoco (certe musiche sono tr.:1sccn– clcn1ali partile a scacchi in cui pre– vale una sorta di [uror matematico, nitre somigliuno piuttosto ad ele– ganti car~unbole); quauto al più con– san~,.uinco rapporto che lega le no– sire musiche cli teatro cou Je carte eia giuoco e, pariie0lnrmc11te, •~on 1e carie dette « napoletane». Si potrebbe forse sug;!erirc fin d'ora che, se gli operisti francesi giuocano eon picche, fiori, c1uadri e cuori, éc i tedeschi a cominciar.:! dal .Mozart citi « Flauto magico J1 coi loro lnroccl11 1 sollo J'opern del no– stro ot1occn10 c'è Ja coucl.nmanlc pnr1i1u innaffiata cli nrùentc vino di Sicilia, col finsro di Sangiovt·se o con l'Albnna. Cuppc, spade, <lenari e bastoni vi s'incrociano t·on Jo stc5- so colore e grndo di passione che i lcnori e i soprani e i contralti e i hassi in 1111 bf'I concertato. .Se gJi scucchi sono uu giuocQ cmiucnte– mente silenzioso e meditato e le &tesse materie deJle torri, degli al– fieri e dei re funao pe11sarc agli cba- 11i degli Slrumcnh d.a camcn1, la parliln solfo la pergola a un raggio cli bOlc che illumi11a cli traver:,o il bicchiere d.i top.:1zio, oppure ii tre– sette o la bri~colu, sono giuv<'hi emincnlcmente gestiti, figurati e vo– culi, u minima clislanza da quel ,,ero mimo danzalo e caululo che è « fa morrn )). Io ho sentito anzi una ,olta giocare e cnnlure insieme jn 1111.1t borgatn del Lazio eia qm1tlro giovnnotti uno morra quasi madri– gnlcscu, che fuccva vcrumcntc pen– sare ui relitti di u11.a civilt.ù c::111on1 rinrnsli stranamente mc:,colati n.l piuccre di giocal'e e cli be-re vino. :Molte an1iche diviuiti, insomma, e Apollo e Bacco e .Mercurio, mesco– lavano i Joro numi in quella morr;.t canlereccia. che era detta, mi ricor– do, « In Sinis,•aglia )); nome che fa. ceva piultosto pensare a una Janza come ((b Frc1-cob:dda», e cli cui non b..tprci nemmeno cougc11urarc J"ori- gi11c. Solo mi rammenlo che j qual- lro gioCfltori e canlori ad un tempo. mc-ssisi cli rronlc facc,•tmo ognuno Ju loro (( cntr.t1t1 )) inlonanclo sulla do· minante, con ~ìncrono /;"~lo dell:t nirc la mossa dcll'avvcrs:.irio: a&,i• curo che chi :!\'esse m,sii,tito ;1 tale singolare rapprcsenlazione. 1•olev.1 davvero credere di scorgere la 11a– sci1a, non dirò della tragedia, ma di un mcloclra111111a cs:,cnzfolc, ri– dotto a uno schemalii,mo arcaico di clementi. Non aggiungerò poi 1111an. to maggiore evidenza prendesse que. sta suggestione, quando gli allcrchi e Je risse porta\·ano J.a muclrig:.dcse.i partita dal rcgii;tro :imoro.:10 id guer– riero, e c'era cnso di veder g:uizzart" i coltelli. Nel giuoco con le e.arie m:1pul('ta- 11,•tale ((rapprc!)ent:12ionc ,,, :.111rlw se apparentemc11te pili raccolt..a nel quar1Cllo dei giuocalori sf'Cluti, rag• giunge un valore spellacolare ,. me– Lafisico pili intenso; e sul 1a,olo le fig-urc-scendono ud una ad u11.a come rituali per5on:1ggi sulla scen:.t con– cisa d'un.a azione a suo modo <lram- 111a1ica,che ha nella forluna e 11..:lb srortuna elci gioca1ori il s110 fn10. L 'elcmen10 che questo piccolo Ien– tro ha in comune con quello mag– giore, è di auirarc con clc1cr111in_atC' finzioni e fissare su corwcmllf' :an- 1nagini 1:antagon1smo delle pas~ioni e delle hravure. Nella purlila M cre:t inoltre lUla « durata >) psicologica di particolnrr i111c111iitit <·hc lrn cr.,<-Ìpo. co a che vedere cu11 In com1111l'di– mc-nsionc elci tempo, quanto <1ucll11 di un rom.unzo o di 1111a lr.1gedia. Le carte- vcnr•ono cli~lribuilc i11 111:rno ai giocatori 0 come .le sol'ti e i carallcri d{'i personaggi al principio ùclPa– zione. Si cr{'ano imprevedibili rorn– hinazioni d'evcnti cli cui la partita porterà immancabilmente "allo tcio– p.limcnto lici? O runesto. l.,e Sllt' r:1si saranno scg111lc con la --1cs-ia cancu afTe11ivu (•lu• si connette ai fnlli del- la vila ccl anzi con 1111a maµ:;_!iorr. per la loro concisione e rnpiditit. Caduta la materia cmpiric:t del– l'esistenza, il triuo,·o di 1·a1 te unila la forma pura degli cvc-111i.cli.!'rgna e combina S(•hcmi di e81)ericnza pos. sibile, che domani potrcl,hcrC'I di– ventare reali, in una 1:,uerl'a, a,I e-icmpio, o in 11n amore vi~~ulo. Ma :;riù la posta ciel giuoco, assori:111<l~ ai simboli di q,wstn p11r.1 forma 1 heni cli fortum1 ciel µ:io,·alore, aµ;• ~ancia lii finzione :dln vita. ,·olma 111 forma ,li espcricnzn re11lc. _Il ~i11oco può allora i,orlare a vere t·at~1s1rofi e perfino alla sopprc'!sio11,. elci µ:io• calore per suicidio, <1ua8i pe1· un c<"cesso di conlcnulo. Per ahro, il ••iocatore- medio non ama lroppo lali ~onlaminazioni e rcsln in un.i pw– cevolc equidistanza Ira forma e vi– ta, fra pa~sione e finzione: e~li ns- 5isle con diletto nl '111irr ,Jellr i,:orti e s-cnlc rhe J,. ~11enwni :?Ìuoc.ann lc:!– ..,,.rc -iu 1111 rcmhalo di for"r p11re. Il 7,ii1 '-lrnno cli quc,;;li r:1pporti d~c l~ rari~ propun~ono trn form:i <' , 1ta t' queJlo con r.-1111orc. Don Cio,u1111i perde tutte le ..ne purlite :.1carie: ~i ,w,•cr!(• ,,llurn el1e il n1pporto ,-·e, e ~alcl.issimo, nua rovescinlo, negativo, Le carie sono 111 1111 1,."c1·tu bc11-.o<h•i piccoli spc<·chi 11111gici,in C'11i~un– <1ue si può leggere nlla ro,cbci.t P s<-rutarc In sorte, dalo il loro po– ll're cli allirarc le forze clcll'azz.:1r– <lo, la for111na e la &for1t11t.a<lei gio– <·atore. L.a zingara <.·he fo Il· carte ha accordalo tale mislcrioso ccmb:do di fill'm·c sul srtticla, io dei pi.aneli e c:;rrnnclolo ro11 mani i-ipirnlc. a-:c•olta prr ('0-.Ì clirc- il o;:110110 dei dc-- rnnno prolc.rn, il Joro numero sc- g111to eia qucll'ar:dclico non~e. cli cui I f rib1111cvano le 11lt1111c du.c silJabe_ s~il ~ ,._. le1zo grado e sulla to111cn, e CIO{': !t. « O,wttro, la ,11isuag/la! Selle, la S11~1suog/,af ». ~osi conlinu~va~o ~ Jf' - 1 ._,.- fiuC"hè uno non , 111ccssr, e la v1uc1t~1 -- ,~ ~ ,. ullor, 1 vcn ivu ~cgnata. con uu coro:---, ~4• per tcr.te, bU 1111110 ù, halJo, .n cm K' ~, inncggiina: << 1~rallerallero! fo S1- ~- nis1:aglia la/là! 1'rallera'léro! la S,- · 7 msvag/,a la/là!» E j , i11c11ori 11ha- < ,ano il bicchiere della vincita. Assicuro che chi avC!'iSt!, eduto i qua uro , i'<i elci giuocatori alleggi..ar– !li alle pa'-sioni pii1 mute,·.oli, a se– conda delle ,•icende ciel g1t1oco. ccl e... prirncrc quauclo Jctjzia, qu.t_ndo ira e rammarico, quando astuzia ,... ironia; chi avesse an'el'tito come ,;,.;__ ___,,,,,;i6,,·• quei scntimcnli si riflettcv~no e an- ~ cl:H ano variamente a colorire e ve- nare le voci, mentre i gesti si foce- --C-– , nno ora concitati, ora il:1ri e an• danti, ora pili g-ravi e accorti se si ,oleva µ;iorarc di ~orprc-i1.1o prcve- blloteca Gino Bianco FIEHA LETTERAl{JA RACCONTINO La casa è devastaUI. la casa è rovinata. di UMBERTO SABA Mille e uua uotte 11011 /"abi1a 11i1ì. Co"'e "" giardino la s11averde Aleppo un<t tenera m<1drericordava. Accoglieva le amiche, palpitava per il figlio iuquieto. Ed il caffè porgev<1, in piccole tnz:e. alla turca. La casa è devastata, la casa è rovirraw. Mille e una 11011e 11011 accoglie pirì. /.,a ro-vi11òdal cielo la guerra, in terra lo dei:asllu-a il tedesc(l. JJiangera In gentile le propr'ie sue e /p u111a11e miserie. ( Odiare 11011 potera). Il figlio fuggì sui monti, vi troni L111 suo caro amico, vi gioe(} con lui la ,,ita. J;:rw,.ocari amici, si facevnnv meraviglia a vicenda, esagerm.:a110. un 11000 inridiosi. do1111c amori. Era~,o ca.,-i amici quando rompere 111 li t1edevi es/erreffa//o " calci: un'antilope e un mulo. La cw,a è devastala. la casa è rovi11alll. 11a i due ragaz=i so11u L 1 1v1 ancora; rfre ancora. imbi<mchite un pò, le madri. Sl•ni, la linea armonio:-.a o <lis~ouan- 11·delle vite umane. Divenute così 1c carte -,imboJi clcl– l'incon;:.cio e veicoli delle sue fouc, 1rn'aureob superstiziosa le circou– da, e Ja fantasia ingenua d1c pc:n10- 11ifica in esse fOdio, la Fcclcltù. J'A. tlulterio, l'Omicidio, identificandoli 1·0J subdolo Angiolello di Spade, col h.'ncbroso Asso di Bastoni, col fo111- 111inco.ambiguo Asso di Coppe, ('011 l'atroce aquilacciu clelJ'A~so lli Dc• nari ecc., è quella slc::-sn clir nelle immaginazioni primordhili Ntvn dal fondo del caos le- im111a~ini degli Dei, come uni\'ersali appena sboz– "ali e adorni della ,·este l11C"ulc111.1 del mito. NcHc idolalric pac:,.1inc di t·r.rtc nostre popolazioni, in cui clor· mc- ancor.i una mcraviglio~n rÌ'-cn·:1 rii atti, itù rnitog;cnica, ci portn a una ,•onfosionc d.i 8entimento. in ciii le immogini elci santi, gli cx-volo d,..i miracoli. si me8colano con le <'tll'lt.· rfo gioco, coi numeri del lcllo e- c-011 I,• venture d'amore. J\l.:i questa magica, a111irhi:,~im;.t ,atmo5fcra c,•oc;.1liva che or:1 rilletll· 1 suoi emblemi negli Dei .ora ncllr <·:irte, ora nel Libro elci :;ogni, '-lllC• -.10 mondo Lullo iialin110 ◄li gioc:itori :.d lollo, cli amanti p.1ss1011aJi, ili donne che r(•st:1110fedeli P•"r Lulln b , itn a u11 solo uomo: e 110n J10lt·11- d0Jo avere si fanno mon:ichc - è 1wi quello '!te..~_ che arri, a :tl:a '-11:t ~ublinwzion,... nel melodrJmmu, J I le.atro cPopc-ra è fa pro ... pc-lliv:t Jll<•· clc.;:inw. dell'al di lit, aperlo innanzi •,~li orchi dello -ipcltalon• in <p1clla \ f Di•cgno di FII.I PPO DE Pl"-h quarta c.limc1lbioue di :,eutirnenti che è Ju parola eanlata. Jn t.ul scm,o il teatro sca\'a, come l'u1Lu1·e, un intervnJlo fra la folla e l'ntto liturgico. Al piano di una real– lÙ comune. che è quello da ,·111 lo bpellutore è aUora uscjto, esso con– lrappo11c un pia110 superiore e iclcn– lc, un e< ,·ielo ,> in cui ]e immagini, i11011<latc di luce, scandiscono lit loro uppnrizionc ri,elata. Già il parlare iu vcroi nella tragedia introduce un elemento cli soprat·eah.ù; ma il par. lare ra111a11do può essere solo dei pazzi o degli angeli. E' :,0l,'lto o t;, follia. E-::,o perciò crea vcr:11nentc una quarta dimensione ciel senti– mento, un sopramondo delle passio- 111smateri.alizzalc e lanciate nel , Ol'– licc elci Joro delirio. L"opcra man- 1icnc- , i,o cli conlim10 quc.;:to icn:,o di un mondo sl1pero; e, per quanto inneclibilc, vi riesce meglio della musica pura, poichè in c1uesta il tra– .,ferimcnlo all'altra dimensione, a11- <·lie se assoluto, avviene una vohn per tulle e nella sua totalità sin dal. l'inizio. nrn perciò può essere pili facil111c11tc 1,111:inito e non avvertito piìa. Lnvcce nel mcloclrnmnw l s-qui~ l1brio ~cmpn· instabile Jru p:lrola ,. cnnto, follo e musica, cmpiriciti', ,· sogno, tiene desta e 1·av, ira scnz.i posa Ja meravigJia per il curio~o mostro; poichè il mclodrarnrna i.• certo un mostro, una chimera alige– ra e caudata che un poco s'innah.a nel c-iclo, un poco ricade e slrisciu sulla terra. i\ia ciò appunto co11tri– huisce ad alimentare Jo stupore pro– spettico verao questo ordine ~upe– riore cli eventi, in cui es.seri molto li<~lli, estremnmeute felici o infr•li<'i. ;.mrghc;qdano come favo]o,,;:;iuccelli i1111nt1forcc.1a d'oltremondo. Dagli <tcchi degli spellatori cade allora b. calarntla ('hc rende così opaca o in– COlllJH'e11sibilc lu vita· c1uotidiana; i I per~onaf!i;i, traversati dai suoni, di- I ,rntnno diara11i e traspariscono sull(• loro :mi111c di fuoco, sui loro cuori I 1rafì11i da .ic•tte spade. La mu~ira li !lospi11ge t.ome il vento su un 11t.1l'C j11 Lrmpesla, :,j iclcnlifica sempre co11 la « forza del destino)); giacchè il dcs1iuo con Jc sue allernalivc di Ie– liC'ili1. cli lr.?.climcnlo, cli :amore e cli morie diventa visibile nrlle figur"'.' cle1 melodramm:l come nelle ,·arlP da ~iuoco. Forse quesla comunanza fra i due ordini simbolici era stata avvcrlita <'On {clicc intuito eia quel cartaio cl<•l Parmense, il quale suJJo scorcio del secolo passato fabbricava singolari ma"_.zi di carte, divenute ora raris– sime e non giit con Je solite èpadc, coppe e denari, bensì con nuovi e.m– hlemi e stemmi cli una sua aral<licn imenliva. Uno cli questi mazzi, e– stremamente consunto dall'uso, mi acc.nddc cli vedere coi miei occhi. in un borgo pre~so Bus&cto, clO\·c "i 1r- 3 I ncva una fiera. Tra le ,·arie barac• d,c v'era anche la tenei.a di una zin. gara, nelJa quale Ja gente si ntfolla: , a in un vero pigia pigia per farsi ., fare le carie >). 1\on fu senza me• rtiviglia che, cnlraudo nella ltn?a , idi quel.la sonnamhula con una g•~· HlllC inmmzi, alla c1uale stava cli– tcnclo: « Ahi, che nella ,·oslra vita ~In per entrare un Otello! » E con c1ucstc parole po~1va oul tavolo uua C'arta da giuoco in cui era rapprc• ~.-ntata 11 scenn ove il .Moro si pre– c·ipila sul Ictio di Desdemona. AJtrc donne pilt fortunale inrontrm 1 ano l'amore <.PAlfreclo; a giovanolti fe– lici tocca, n la rcdchù cli Eleonora; a turbare ]a pace di un.a gio\'anc opo5n -.ccnclcva in tavol.1 1111'Amneris; pa– dri troppo sicuri delle ]oro figliole tremavano .:dl'a11p:1rirc <lei Due.a di l\1anLo,,a. E la .t111gara continuava a mescolare <JUCiouoi strani tarocchi d., meloclramnrn, fa<'endo sfilare sul taYolic-rc F:n ori te, Gazze ladre. 'fro– , atori, Barbieri, Gioconde, abuc– rhi, Cent•rt>utole c- Ltu-ic. Cli Dei del melodramma pareva– lh• <li nuovo riappresi nel coagulo ùcll'e'!ibtcnza e, restituiti .aJla vita, , i ricomincia, ano a inrarnarsi iu 11mori e l'"le~lini di tulli i giorni. G,oncro v,coLO CAMPI FLEGRE[ LA PARTE DELLO SCRITTORE Lo spirito d-ella modernità è rifleuivo e critico per eccellenza, E lo è sempre di più. Come guad~na sempre in estensione: non v'è campo che esto non abbracci. Si stanno preparando, a Cc~na, onoranze alla memoria del nostro Serra, per il trenten– nio dalla morie sul campo. Ebbene, ricor• diamo queste parole che il Serra scr:ssc ne Le lclte,.c: e Del resto !"affermarsi della cri– tica. come intcrcuc mentale esclusivo e U•• m.c esercizio in1ero di tulle le facoltà urna• ne tanto dell'intendere qunnto dell'esprime. re.' e la parte presa, così dall'attitudine cri. tica in genere come dai critici in persona e in pnrticolare. nella cultura moderna, son cosa che non riguarda (•olo) il 1913, e .nea11- che (aulo) l'ltalia: nè se ne potrebbe dire in unn cronaca ». Insisteva poi, precisando che si trattava di • una verll e propria rivoluzione, e nuu ·soltanto Jeltcraria: che va dal pensiero alla prntica. e i.Jall'csiacnza intellcuuale di un" s=stcmazione e risoluzione di tutti gli oa· gctli. come problemi di culturn, fino a.ll' avi• dità individuale di una formula quasi tau– maluraica per nuovamente creare e poue• rlcrc tutte le cose umane, a noeho uso e consumo». E sappiamo. inohTe, ciò che di lì a poco doveva accadery:li. Si trovò a comprovare tale auerto, con qucll'inncgabi. le conlributo alla comprensione storica della grande guerra, che è, pur nei suoi limiti, J•E.am.e di co.cicnza di un lcllerato . Ma eccoci appunto, cnn la scorta di Uh esempio che ci tocca aHai dn vicino, Kià alla con,tatazionc che dobbiamo fare oggi. Dopo disastri tanto più arnndi, 11ono dunque innumerevoli, oggi, simili contrihuti o testi• monianze da parte degli scrit1ori, in tutti i Paesi. E' Anzi come una gart,. E certo, il complCHO delle 1cstimoniunze sarà anche imponente. Comunque, da che parte si po· trcbbc attendere una., parola più efficace? Se I um.nnità chiede luce di coscienza au ciò che avvenne e su ciò che resta quindi da fnrc, agli ec,ittori spetta in primissimo luogo il compito. Ad cui, per definizione, è affi– data lo visione sin1ctica delle cose. Ed cui soli infaui, dalla loro voce interna, si ,on sentiti imperiosamente chiamati. Per quanto siano urgenti e preziosi il giudizio e l'inter– vento dell'uomo , analitico•, dell'esperto matc1iaJc, del 1ccnico, qui eHi non contano . Nè d·altra parte credere.mo che l'apporto dcy:li scritlori alla formazione della auspicata chiarezza, resti poi senza eff'Ctto •ull'opera di coloro che pre.ndcronno le decisioni d1• rette nientedimeno a stabili,e le fondamenta d'un mor,do nuovo. Sti.amo tranquilli; chè al loro oreccl,:o non manch-erà di giungere quel che per necessità deve percuoterlo. Quegli uomini privilegiati cd oppressi da tanta responsabilità, sono infine essi pure Jce:li uorn:ni. Agisce anche in loro In spinta che muove tutti nd invocar lumi, - alcuni cercando in sè, altri chied"Cndonc intorno. l\nzi. negli uomini delle decisioni e .Jel comando. la responsabili1à tremenda acuisce q\l'cstrcmo la facoltà di sentire. E gli eventuali sordi, .a quelle funzioni direttive non pervengono nddi,ittura, O non vi resi– ~ono più d, un giorno. So che in tutto questo si può vedere un ottimismo afquanlo ingenuo, Scnonchè mi piaC'I"'allorn spenderne una <fosc anche mag– wiore, dal punto di vista esclusivo di noi lta.liani. Di noi ch-e abbiamo atlraversato l'orrore del foscismo e della guerra fascista; e mai nulla cc ne riscallcrà, se non appunto un superiore giudizio su noi stessi, una co– scienza illuminatiuima dei fatti nostri. Vinti, demmo anche noi sangue per la causa della libertà nel mondo: ma quel tanto che da ultimo si potevo, E alle rovine materiali ci sarà d~to r:pornrc unicamente con l'aiuto dei vincitori, Tuttavia il pr'C'Stigio del nome ltnlia nell'ordine clei valori spirituali, rcata sempre e dnpertutto vivo e operante: quasi, forse, più di primo. Non dimentichiamolo: ci resta, con tutti gli stretti obblighi eh-e esso comportn, quc!'lto inapprezzabile bene. AtFUl-l)O CAUGIULO

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