Fiera Letteraria - Anno I - n. 3 - 23 aprile 1946

8 pace cli uno cultura uppro/otlllita ecl orgo· 11ica. Tutt11 <111cstllmole cli trculu.=io11i scr1•Ì piì, a dare u,1'fo/orma.=ione superficiale t' ~mmaria olk classi borghesi, che de.,itlera- FJERA LETTET:Anl,\ L'ARTE fidare a Picauo, Braque, Maliue, ecc., ?Jd· Alrn11e tra le pi,ì originali e I, pi,ì gara11tite sie superfici murali dorJe, senza nulla ab- collane uscite 11egli ultimi tempi sono quelle BILANCIA del le OPINIONI ~:,::er~S:-!,,t"!~;;i:r:: '>;t: ~ :;,t~;b~~;~ e il pubblico Non polrcbbe /arai lo ,teuo da noi, e 0/-1 bindonare della loro personalità, c,.i pole,. aprromate da . . ,ero eaprimer•i per tutti ; t ,anccaiì - CO LO l\ l ll O E D J r1., O Il E Atlen: Decade11za del cinema? . Que:,la domanda se la pone Sergio Solmi J 11 wia brc,e Dota uscita sul primo nume· ro di Cost11me, .il quindicinale milanc::.c lrasformalosi oru in rivista bimes1rnle di cultura, « A rischio di essere dcfiui10 un JJassatista, - scrh,e Solm.i - dirò che pur •J>preuaru.k, il cinematografo, e il 6u 1 0 1,j. gnificato e la suo importanza nella vita mo– derna, nou sono mai riuscito u convincer– mi com1>iu1,unen1c della ma au1onom1a e purezza qunlilaliva come arte». E conti– nua affernumdo che, dopo la visiono di 011 film gli ricsi·c « difficile ri1agli11re un'im– magine illim1lidi1a fino in fondo, identifì. care uu sentiruento integralmente diM.oho 6 divenuto pura mu-3-ieae J>Uto. energia vi– taJe, come itlnno t.uscitarmi una lirica, un quadro o un romanzo». Secondo lo scrit– tore, iJ problema della 11ulOnQ111iadel ci– nema non J)UÒ risolversi « con u.u perfe– zioname1110 iecnico del mezzo meccanico, ma piu1tos10 e-on la 6Ua interiorizzazione, il suo graduale articolani da meccanismo in linguaggio ... ». Anzi, egli 60ggiuoge, lu decadenza del cinema è provocala 1>ropriu dalla « ccce,;siva riccbeu.a e J>erlez.ionn• mento dei me7.zj a disposizione, la quaJe finisce per uccider e l'arte come è avvenu– to per I archi1e11uro, « anch'egga in crisi per aver trovato finalmente mezzi in grndo di piegnN-i docilm()nte a tutti i suoi aogni ». Ne.Ilo ble&SO fascicolo di Cosrume, che r eca un sommario molto intereS88nte, se· ~nalin.mo il uggio di apertura di Oreste Macri &ull'umanesimo del nostro tempo, « Incontri » di Gianna Manz.ini, e o: Poli· ticità del cristianesimo» di Augusto Del Noce. Vent'anni di traduzioni Un bilancio deUe tradlWon.i di opere nar– rative s1ranierr contemporanee tenta., nel &econdo fascicolo di Belga/or, Giuseppe Betta.lii. ltt prima parte del r,uo saggio è una ricognizione, abbastanza afTrellata e rontraddittoria, sull'attività dei nostri tra. duuori. " Co11cludc11clo, egli scrive, in /tali.a Ju. rante fu/Jimo ventennio si trad11$.M!. moltis– simo e u,1 po' di tutto; non c'è scrittore Slro:niero, anche di secondaria importm1:a ed ancl,e cli til1gua e di trocli:ion'i letterarie le pi.ù deboli, non c'è corr.ettJe letteraria c/ie in Italici non abbia avuto la sua tra– cfo:ior1e e C<Jt1~cg11entemenre le sue discu.s• !!ioni e i suoi cuticoli critici. Ma tu.tto c111e• .sto ull JH>' alla rin/u$0, ser1za un piano or• ganico ,e coscie11te dei valori sostan..=iali della cullura; m.eno qualc/ie rara eccezione, .si anelò <111asi .sempre alla coccia del succes• so, ed al successo presso un pubblico bor– g/iese, al<1mu1toineducato e piiì ansioso c/ie col.lo , desicleroso di es.sere te,wto al cor– rente, ma con "" soSl«nziale disl're:uo />er ogni seria conquista .spiri111a/,e. Mancò la penetra::ione in JJro/ondità. Il pubblico deU11 " Medu.sa " era un pubblico piurtosio " snob ". in gran parte /emminlie, cl,e "adorat.a" l'ultimo succe.s..so editoriale giunto /rc!JCo fresco da Londra o da New l"or1'·. ma c/ic era costittL.-i.onalmente foca· (Continuo~ione, v,edi numeri precedenh) - Fuori con tutta la roba, aveva detto la guardia. La ,veglia era suonata. Noi ,i pa.uò nei corridoi, nei camcroni gli aJtri detenuti ,i alzarono, ai sentì cantare da qualche parte, la canzone di San Francesco: A San Fr<mceaco la •uona lo aoeglia chi dorme, chi veglia, chi fa in/amilà. Noi si ace,e le ,cale, le guardie faceva. no uscire gli ,copini per la pulizia. e giù ancora i carabini-eri Il napoletano che mi aveva raccontato la ,ua 11tor'la mi stava vicino, ern molto tri– •te e pareva che avesse paura di quello che stava per auccedere. La canzol"l'e di San FrancellCO continuava, for,e dalle camera– raie di sopra: O Dio abba.cio o Cannenel Maronna che dolore/ I figli '<: mamm.a. chiagnono C' han no à partì pc' foro ... Il carrozzone si moese, p48&Ò sollo il por• tone con la guardia che atava lì per ri. chiuderlo subito e prese le vie popolate di Napoli. I-- Poveri gu.aglion~ d..iNC unn. donna. Figli 'e mamma I... Uno giovirtetta guardò. Noi la salutam– mo con le mani incrociate come ai fa quando ci tono i ferri. ki non ci vide. del resto non ci ha mai vi,ti neuuno quan• do ,iamo paaaati e abbiamo dello: addio. - Addio. ,i di,se. La g-iovinella camminava dritta. La gen– te d'un tram guardò il c.arrouone. - Ad· dio I ,i faceva noi. Sulla coperta del b.utimento, mentre i carabinieri compivano le ultime pratiche per po1tarci sotto a prua, •• ,enti Ja genie in preda allo ,gomento. perchè fuori c"era mare cattivo. Le donne parlavano col capitano e me• scolavano alle domande l"invocazione dei santi. vcrant.ente flila /ormuzio11e s11iritm1le del f'U• polo i.1alia110,a dt1rc ali" e11lt11ra ilfllia,w (/u<tlM!1uo prof,mclomewe europeo che C1ve – t·a, /H!r c!JCmpio, <1uell-0 /rcur.cese. J., 'ltal.it , 11eJ ve,11e1111io era forse fo na:::io11em eglio in/ormata cl'Europa, quasi cerlamC11l,e ;,, ltaliti si tNUlu.s.seiiiì che nella stessa Fra11• eia, ma SC<IZCJ cl,e 11t1/1{l ve11i.$se ueram<mle assimifoto e costituisse così 1m vila/;e con• tributo C1Ua tn1s/ornw:im1e della me1111tli1iì e clella culture, italia11a, rimnsto sempre /o11• cùimentalmc11UJ proviuciale e risrrelta ". Contraddizioni e inesatteue, J >erc.hè si leude ad i1111H1lareagli editori qu ello ehe fu, i,emmai difot10 di lc11ori e di societ:i, i11e!oaltezze che derivano dal ristrc.110 campo vi:iuale pret:celto <!all'nrlicolistn, quello del• In narrativa, per sua slegsa noturn J>Orlnlo :dl'inorg11nici1à. E anche a rimanere in <1ur !'lo ca1111>0, il 8e1ta!li avew1 poco prima Ju. dnlo In omogcnei1à e la cocren1.n artii.tiea di certe collezio,ù italiane, e ne cita,a, elogiandole, almeno died, che sono, 1.:i ecrnbra, un numero ri!'JlCllabile anche in un paese di civiltù e< prO\'iru_•iale e ristre1- ta i, come l'ltali11. Nello i6econda parte, iJ Bellalli tcJlla. per In lctteraturn francese e SJlaguuola, di ricos1n1ime il carallcre e il senso nllra– ,,erso le traduzioni (metodo arbitrario, e,,. mt ognun vede, perchè ~rebbe come rico• slruire il cnrattere e il senso delle Jettcrn– turc greche e latina a11r1werso le traduzio. ni). E qui cade, in parecchie im1>erfezioni. come ad esem1,io, quando nfTc.rmn che pri– llln dclln liberazione in llnlin era Sinio tradotto da Gide 6olo il libro / sotterranei del Vatica110, rne-nire era usf'ito molti an– ni prima anche quella di Porta stretta. 5,.. gnaliamo, neUo slesc:o fascicolo, il saggio d1 Luigi Ru!lfo sulla lelleraturn comico• rcali6tica l.06Cnna del Due e Trecento. quello d.i Ca.rio Morandi Jlcr una 6torin del. soeinlismo in Italia, e vnrie noie. DenC1ro e santità « Denaro e 6anti1à - mclà della metà », dice un :.antico proverbio che certo gli t<'ril– lori di UI.Jima cono~ono. i\la non sembra che c6Si ne tengano gran conto se ne.I nu– mero 3 d~lla loro rivh,ta affermano, con !unta '!Illasi, In (( urgente nefessità » del trinomio « eroismo, poesin, sanri1à », e il bisogno non solo di ricordare gli eroi, j poeti e i santi di ogni tempo, ma di « in– ventarli, crearli ». Purtroppo, noi u~iamo da un periodo che ha visto la preilicazione re1orica dell'eroismo, che ba viSto lanti falsi santi collocali su ahissimi altari. e raccogliamo oggi i frulli di Inie mje1ica. Appunto J>Cr questo noi lu J>ensiamo pro– prio all'oJlposto di questi serittori fioren– tini, e siamo pen;uasi che il mondo, oggi, abbia bisogno di rilruvare la &tracia J>er in– tendere daccapo i valori semplici dello ,•i1n, di intendere umanamente anche gli e.roi, i poeli e i sunti. Lu vitn non è falla 11010 d.i eroi, di poe1i e di santi; orn, pen- 6aro la vita solo i11 funzione cli queslv tri• nomio vuol dfre uscire dulia realtà, forc delJa retorica sterile al puri di tulle ]e rt'I• toriche. Nello stesso fascicolo ,•i è un 1rafilc110 fhe ci riguarda. Nella rubrica « Tu.rca!>SO » si leggono questi ,•crt-elli: « Risuscita dai morti lo « Fiera letteraria » - che per Um. berlo Frncchia segnò l'estremo fato. - Como intcndt: Angioletti la testala nef:i– rin? - Nell'accczion di bclvct oppure di mercato?». Abbiamo ,•oluto, su qu~lo importante dHemma, interrogare il nostn, direnore, che ci ha ri8J)OSIO: « Belva o mercante a seconda dell'a\\'Crsario ». Ed Ct'CO aecon1en1ato !"anonimo \"erseggiatorc di Ultima.. DOCUMENTI E TESTIMONIANZE UN UOMO IN PRIGIONE - Signor capitano. veramente fuori c·1 stà un mare eh-e s'inghiotte pure gli scogli> Il capitano bello grauotto col berretto ciancicalo, rideva e ,tave a sentire con• tento. I m.arina'1 avevano tiralo ,u In scala di tribordo, e ora mollavano gli ormeggi. - Signor capitano fatelo per l11. Madonna 1 - Nostromo! chiamò il capitano. - ~ mandi. - Quanti delenuti abbi.amo a bor– do) - Dodici. 11 capila.no si voltò ai passeggeri. - Avete sentito) Con 12 detenuti n bor– do poaaiam.o andare pure in America. Il piccolo bastimento era uscito dal por• lo, noi eravamo sotto, nella cabina di prua, gli oblò ce li avevano chiusi perchè face• vano acqua 'e noi si riaprirono. I carabi. nieri se ne ,tavano nel corridoio con le giacche ..-,bol.tonate. Oi tanto Jin. tanto i cavalloni investivano la prua e ci porta. vano per aria, l'acqua achizzava da per tut~~ mar'maio venne per richiudere Mli oblò 'e il brigadiere ci dovette sgridare da– vanti a lui, poi la porta ,i richiuse e dopo poco c"era uno dei cuabinieri ·che diceva agli altri: - Senti) Stanno riaprendoli. - Lucinli fare. Ttinlo fanno sempre coeì. Il piroecafo si fermò in mezzo alle due i110le.Da una parte c;uella di Vcnioten<e dal. !"altra Santo Stefano. Sarebbe rima,to lì giusto il tempo di scaricarci, noi e un po' di sacchi di roba. Come ho dello il mare era veramente cat– tivo, e ora noi dodici ci tenevano pronli ;n coperta pei- farci 1'barcare. I pa,aeggeri guardavano curiosi quella ca Gino Bianco li settimanale parigino Les /eltre, /ron– çaia.!1 ha chiesto a un certo numero di arti- 1ti, di critici -e anche nl pubblico 1'ICS&ose ci foHe davvero oggi divorzio tra l'arte e il pubblico. e se tale Frattura dipendesse dn un'altra, da quella tra l'arte e la realtà. Da alcune ri.poste pubblicate nei n. d"CI 15 e del 29 marzo, stmlcinrnD i brani <\Cllti " quelli spaS5osi. che ci sembrano poesano interesaare i nostri lettori, che terremo al corrent'e delle altre risposte che uscirnnno nei numeri futuri. Trarremo poi le nostre conclusioni. r. vedremo &e non 5ia il °""' d"indire prima anche noi, un"analogn in– chiesta. Riproduciamo oggi le ridposte d"un pittore celebtc: Georges Brnque; d'un aaggi,1a, ,o. mnnziere e scrittore di teatro di alto valore: J. R. Bloch. alluale direllore del 'luo1idia• n,;, comur,ista Ce aoir; d"un pittore giovane: Atlan; d"un incisore e pittore raro ai szio• vani: Jacques Villon. Georgee Braque: Perchè l'arte arrilli Mia maHa. OCCvrrr •Ì eatenda, si perda e {inalmcnle impregni ogni coaa e locchi la genie a ,oa insaputa. L'e.ietlo di penelra::ione nella !lita dell'orlo è notevole. Così /'lmpre,sionismo ha acon, oolto un'infinità d' abitudini. ha contribuito a diffondere il cullo dcli'aria aperta. a man– dare /q genie al mare o ~Ila montagna, 4 1 mutare gli a,rcdament,i delle case dal copv 1 al chwt'O. li Cubiamo non è stato meno ri• oolu%iondrio. L' arie fa dunque parte della vita e non ne è distaccata come oor-rcbbcro cerli uteti. La /antwia pla,tica può inventare /orme /e quali, per quanto misterioae e inedite, non ,iano perciò meno rea/i e concrete di un uovo o d'un albero. Il pubblico non •avventura per le vi.e nuove che qu«ndo siano diventale pratica• bili, cioè dbbiano cessalo d' es.ere nuove. Sono oggi stampale e dal pubblico acq.ui ,tate con disinooltura, cartoline riproduccnh,.opere di Van Gogh le cui audacie una oolla spa– oenlaoono perfino Céz<!nne. Jacque, Villon: Non 11edo lo neceuità d"un'arlc aocfole. Ba,terebbc che a ,cuoio si aov,e::::auero i bambini alla pittura non d'onilmione perchè Joue compiuto 1un gran passo. Ho fatto dei carie/Ioni e ne rifarò. Chis– .a ae in que,lo campo non si potrebbe an– dare più in là e ch1"edcre, per decorarne i muri di PariJ.[i, a Matiue o cJ Pica,~ per esempio, di comporre grandi pannelli senza altro scopo cl1e quello della gioia degli occhiì Riviste inglesi Una ri\•ista ing]ese, ma csplicitamenlc I europea, è la Mocl~ni lm1guoge Ueview. i lrnlla d'una 1rnbblicazione 1ri111e<;lrale Penwite ancl'le, per eaempio, a. 9uella di- prevalentemente filol ogica II cura della srruzìone della forma mediante il colore che, Mndeni llu,,uu1i1i,es l (e.se< .1rcl, Associuti-0t1; a ,copjl di camuf/alura è ,tata u.1iliz:ata conliene arlicoli e saggi w problemi cri– per I.a prima volta durante la ,:uerra del Lici, feslunli, biogrnfici di scrittori d'ogni J914-191B. J>I\C8e. Nell'ultimo numero che abbiamo Torniamo agli /mpreasionisti. Che zinn.o- potuto ,•edere lo studioso l:lcnry Mc Anal– •lica della retine, impoSCTo le loro ombre I Jy J?Orta un eon1r!bu10 alla ~ibliog_rafia al– auurre/ L'impreuioni•mo nc,n e,a ·romanli- fi~rtana .. e~e. J>?tr~ a!lrarre I atte.nz1one dc- co, nè clauico, ma fisico. C/a.ude Monet dai>a I gb S.J>ee 1: 11i:11 ,taliu_n 1_- . ddpoero •ui nervi ol pubblico. Il quale: ,-i. PolemJ.c e uno _r1,•1sta !ell~r_aria e li_loso– deua a crepapelle. Per Cibanne, la cosd /u ~ca co~ un porlJc?lare _rnd1r1zzo razi,ona– un po" diversa: /aceoa una piltura da oo- J1s1a_.S1 P~t>one d1 ~eag1rc a forme d arie taceNl; che riooltaoo lo atomaco. Urlo ,al~ e d! 1>cns1ero che r1conc~u.co110 verso un lare poichè il pubblico finì coli' avere la\ torb1d~, ~0111_1essoro_man11c1~."'.oe corrod\l• nau~a dell'idea d1e u,ava Jar•i della pii• n~ qutn~1 gli ~!tuah. h:n1a11v1 v~n,o ur:a tura. ~:::;:z1:;i~i1~~~- ch~~;;l"~i1!~t11:'0J:1 ~~ Dioorrio fra arie e realtitì Per conto mto, condo numero si 1on1a a dichiarure 1nle dipingo la retlltà con coscienza ,crupoloW.. tendema, pre<:isando il razionolie.mo in E• per me realtà, il vedere le COk .cnza che questi termini (che sono 1>res.i dn un li– in!ervenga a gua.alarmele un concello, poi"· bro di K. R. Pop11cr): <1 rnz.ionuli<;1110 è eh~ miro al raggiungimenlo d'una co,a fa~ un'altitudine Ji buona disposizione a,) n– to/e. Dico fatale la cosa che mette le idee in scollare rngion:1111cn1i c·ri1ici e ud 1m1rnrarc i,cacco. Mi piace, di/alti, che davanti ad dall'es1>cricnzn. E' fonda111entnlmc1tle una una mia tela, non ,i sappia, alltf lettera. che 11ttitudine ad ommellcre che « lo posi,0 ~– co.a dire. 1 1 sere nell'errore e lu nel giuslo, e, con uno sforzo, possiamo avvicinarci alla ,•critìi ..,_ J. R. Bloch • E" m1a aui1udi11e che ci dà non poca s1>e• I.A pittura, e la·mu,ica e la scultura, ,ono ranza ~hc fOn mezzi c?mc, il _ragionam,'n caduto alle dipendenze di gruppelti di di. I~ e I a11cn1a o,,serv?z1onc, 51 possn. r_ng– leUantr il cui appetito chiede per de,tar,i g1u.nger~ uno 1oort_a d accordo eu mo_h, 1_111- cl'avere i neri>r ac:oasi. Ciò spiega come av· porlaa11 problcnu. In _hrevo, l':~ll•!11d111e oenga che deUi dilettanti siano più ac:ns,ibili d,ell~ ra_g1one~•ole?-to », e• nt?l~o s11111le :il· all'a!ililà che al oonlenuto. Così fu consu- I at~1tucli11e i,c1ent11i_c?,ali _op1111o~eche n,.J. mota la separazione _dell'ar!e dal pubblico. :: :;:;>:ara~~!lr:•e~c;i~~l:,b~~~ 11 f· 8 l{~~:~~I d~: Un u_omo come Dieg_o Ri~ra. ~a portai? gionamento, possiamo raggiungere qualeo– a compimento nel MeHrco m1rab1I, a/lreach1. so di simile all'obhicttivit:i ». P:1tole mol– Sdrebbe rima,lo un pittore da oaoollelto, un pittore di singolarità, un pitlue che non si sarebbe curctlo ,e non di singOlarità se. tra i membri del governo del Messico, non ci fossero stati degli uomini giooani C4paci di capire quale elemento di cultura generale, acccnibile al popolo menicano aorebbe po– luto coatiloire la grande pittura murale. barca che s 0 'Cra 11taccnla dall"isola e cercava di venire in mezzo nll"ondc che la facevano sballottare da tutte le parti. I remi n volte rimanevacno per nria, a volte non potevano tornate ,u. La barca faticava con In guardia carceraria a poppa, j ,ei reclusi che ai cur. vavano e non cc In fncevnno. Alla fine riu• sci a melleui sottovenlo. fu calata In scala e noi •"incominciò a scendere. Ormai, anche qu-el po" d'allegria che ci •aveva •e n ·era andata via, I vi,si dei miei compagni ore li vedevo preoceupati come ae stessero a pen,are a qualche co~... di grave. Poi la barca ,i mOMe, j aei reclusi dettero lb prim.e brncciatc e dietro di no: il piroscofo riprese In ,un rotta. Noi si fissava Santo Stefano. E' un isolollo fatto a gobba. scuro: an– che il verde ha un colore strano. Non c"è porto, nemmeno p~r una barchetta, e nasce coeì, col mare che arriva sullo roccia fino a dove incominci11no le poche piante, In cima c'è una specie di cisterna bianca, lar– ga, e quello è !"ergastolo to indicative, nrn d1e, allo steuo lcmpo. ri– propongono q11cs1ioni di tale 111npiczza 11:i poter sernbrare ingenue e 6picciati,•e <1ui in Italia dove il rnzionali~mo. che si ri,\!.• ne più o meno di forme iclcalii-1ichc, ha da lungo abbandon:1to il melodo della 6Cicn– ta, s1ret1a111e111e inlcsa~ metodo 6CmJ,rc in voga, pare, nelln più empirica lnghihcrra. brande. Alle 8 il a:iorn o è passalo e la cam· pana suona per and.ue a dormire. Per l"erg:nslolano questi selle anni si chia– mano: primo· periodo. Il condannato non vede m.ai n<ea,uno, altro che la guardia e lo scopino. Ci ha un"ora d'aria al giorno 1n un cubicolo fatto a cassa da morto Ognuno dal suo cubicolo sente i passi di quello accanto. Finita 1" ora i cancelletti si riaprono e a uno n uno !li ritorna in celln. In. cella il condannato cammina in su e in giù per stnncaui e poi perchè In branda è al muro. Nella cella di ,opra c'è un altro ch'c cam• mina anche lui: lune. tunc. tutto ln gior· nata. Nel corridoio la guordia viene piano vi. cino alln po;la, melte !"occhio allo spion– cino e pasSll all'altra accanlo. Dallo. eclla si vede l"occhio lucido La notte tutto n · un tratto. nell"ergastolo ai sent'c un urlo. Un urlo forte che fa af• zare la testo a tutti. C"è uno che è diven- lato matto. '{.;;,,,,a ,k/,1 p;,;u1t.1k / DIRClTA DA ENlllCO FAI QUI En ,&;3,10: EI..OlllO uv,1.1., PA'lZf.\. (,-.'. Cl'N"hOL. 110 BOCCACCIO: NO\"EI.I.E OUJlLt:Stlll:: OP.I.. Df'.c.,,1&~ JtO!"E. (S. /JaUau/1a) . • • . . . . L. :?VO FmENl.1.101.A: L'ASISO t>'OU(). f.l, Rer(llli). L. 100 Q. (.;. ('1t()C"t•:: 8t:ltT01..00, 01:.lll'Ol.l)ISO E CACA· ~;esso. (A. /JtddinO . . . . . . . L. l:JO 'l'RII..USSA: ÙA\ll'IOSAlllO 1a:1.u: t"\\'01.•~ L- 110 VOLT\IHE! CA!t.011)0. {L. J/vnt,m1) . L. 110 FO,,l(:OLO: 1,. \'l,\0010 s1-:,1·1\n::,;T.\Lf: 1)1 ST•::.n'\"F.. 11::. l-'al?t1il I.. IGO Fo,.;cv11.o: 11, 0.AI.L.Y,TTl,o. 11. ll:AOoL·.,oLlO & 1."l1•1;n(•A1.1:-st:. (/,;. Fut11ii) L. :!00 LUC'l\:,;O: l Ou1.01,111 F. OLI El'l(llt\)1\11. (L. Settembnni). - Volum" r I,. :?:?0 Volume H. . L. :?:!O \"olurnc I rt L. 220 Bt;L1..1: En CO!tUl►:l>IOSY.. (A. /Jul,lini) • L. 200 Sw1rr: I \'IAOOI UI GUJ.t.lYt;u. (A. l"tlfori) L. 2:!0 AOl)f~O:,;: JL T\rl'F:7.Zll::IU! 1'01..ITl<.:O E AI.Tll! SAOOI. (.ti. VuJ,,ri> L. t:!0 BoCCAl..1:-;'I K T,;..,;0:,.1: 11.. (nu,,TI-! I'\" Ut~lll.lXA. (I'. (/orrt s10). . . L. :!00 "7 AHII: L•: FACf:7.IE D l•:I.. ()l•AT"rHO E C1:,.•qtlE• c..:s·ro l't Al.[A:-;'0. (.A. Orc:col . L. ISO .À,!\"ONIMO: lt. l\031A:,;zo Ut:1,1,A VOJ,l'f.:. (S. Uni• laaliaJ. . . . . I~- 160 B1::n:,;1: LE m,rn. (0. Jt"cc-hfa) . L. l:!O 8TEt:L•:: lt. \;IIIACC"Hn:nosP.. (A. ,.,,,,,ri). L. 200 Cln::8TEUTOS': LE .,n·•::-:n;m~ 01 us l"O)IO \'l\"O. 1E. Ct«hiJ • . • . • . L. ISO ~J\T•:si::1.1..g: I DIALOOnt l'AllAOOSSALI (Il. /Jar· ,oro:;.:O. • , • • • . • . . • • . . L. 140 * ~tf:11a o/,{ PJ' 1 hik DIRETTA DA FAI.QUI E SAVINlO 0.il! PA.'\"1-!LLA: LA. C!TTl. DEL 801.1::. (À. SoriC• nlo). • • • • • . . . L. 101 BACON!'.: L• SUOVA ATLANTIDE. (E. H,wmr futi). • • • . . .•.•..• L. ot zucco1..o: LA UEf'UOl.ll..lCA 01 E\'ANIHUA Y, Al.1'Jll DIAl.00111 1•0L1-rlCI. ,n. De Ma/Id). I~- 100 VAIU I: U1."0PISTI IT. .U.IA ..NI DEL C1:,;QUECJ-::,;TO. (C. Qi,rcCol. . • • . • • • . • . . L. l:!O Mono: L'UTOPIA. (..4. Sm,inio) . • • • L. 100 S~INT·Sl»0:,1': Sooso DI UNA l"E.LICE EUROPA.. lC. C,.,doJ. • • • • • • . . . . . L. 101 * COLOMBO EDITORE ROllA • VI.A DF.I 1,UCCflESI 20 • 'i'EL. 683.471 LIBRERIA Scienze e Lettere H(},IIA • l'iouo .Uodom(.I. B • 1"•1• 50,919 i libri che vi occorrono ... EDIZIONI FIRENZE 4 novità llAHllAHA ALLASON MEMORIE DI UN ANTIFASCISTA u Il 111ondn Jell• euhur• h•li•n• iu n,i\l., aneddoti Oldephndi del tempo dclladltlalur•. AHTHUR KOESTLER SCHIUMA DELLA TERRA Koe.llet l I• ri•<cluione l'l1tuula lngle.e degli •uni dell• cri,i eutope•; SCIIIUJIA 1)1,l,LA 1"ERHA è HHO giud;c:.10 d•I NEW \'ORK TIMES •• il miglio,., del tuoi Hbri fino •d oggi•• L ·ergastolo lo danno ,cmpre per un reato molto grave. E' vero che il presidente del• la Corte d"Assise dopo letta la senten:tn di. ce che ci sono tre giorni di tempo per ri• COrTere in CasSllzione. mn il condannato non ci spera. Non ho mai trovato uno che creda nella Corte di Ca.nazione. Solamente ci ,i va, per rimanere ancora un po' giudicnbili, con i V'CSti1icivili. in compagnia degli ahri. e si può vedere la famia:lia. Poi quando ar– riva il • rigetto JI allora incomincia la pena. lnlanto un nitro ha incominciato a lavo• rare pazientemente col eervcllo... A Santo Stefano, c'è per -esempio, la quarta sezione con le line,tre molto ahe e non ci si arriva, alJora quello. prende l"aAC:iugamano. sta allento quando In guardia s'è meaea a se• dere. lui 1' 0 inginocchia col collo vicino alla branda. I" a11ciugnmano lo lega in unn ma. · niera che pigli il collo e il ferro, poi cercn d'alzarti, fa un giro con la testa e l"nsciu• gamano s'attorciglia una voha e rimane così. Piano piano, la testa si gonlia e ci vogliono due o tre ore per morire. MARGARET MfcAD CARATTERE DEGLI AMERICANI Un"an,lhl ,can&anHa e vluee della J>fiCO• logi• dell'a111ericauo; un llbrn rlCOlOdi tor– prendenti iu1uh.ionl. I primi sette anni in segregazione cellu. lnre ... La segregazione è una cella lunga a'Ctle paa,i, larga tre. La mattina alla sveglia si mette la branda ,J muro. e que•lo vuol dire che si alza eoniro la parele dove c"è una serratura eh-e la ferma. La mattina alle 8 è la prima visito. le guardie entrnno a battere l'inferriata, poi se (Conlinua) Ezio TADDEt La rlproduaione dt:1111crh1i e d,uigoi eon1e11uti In que.lo ,:iornah, ~ .-ie1a1a. I n>a1>01<cri11i non •i r,:11i11,l1<cono. l}ireuore DIIU'.\O IIOMAi\l lt,:d111ore upo reoponublle ne vanno. Alle Il, dallo sportello dell'uscio --------------– panano una mine8ltn e una pagnolln. Alle 3 bnttono un"altra volto l"infcrriata. Alle S c'è la e-onta, e lo guardia fa buuar giù le Autnrln.._lonOl i,. 6119-ll 3-1338 del 28,12-•15 EDIZIONI DELLA Bt;SSOI.A Tìpogr•n• dt:I Bor1l1l • \'i• dei Corridori. 20.U: - llom• FRANCO VENTUlll LE ORIGINI DELL'ENCICLOPEDIA Nell'edidone origin•le r,aneeee i1ue.1"opera h• Oll'lllUIO un loeonirattalo 1uceow di eri. tiu e JI pubblico cd. è ormai e<>n1idu•11 uu INIO fondasnentale J>C' lo 11udio della eultuu prerivoluzion,ri• e delle orlgiai del mondo mode.-oo.

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