Critica Sociale - anno XLII - n. 22 - 16 novembre 1950

CRITICA SOCIALE 317 di elementi conoscitivi. Tutto il sistema di trattati commerciali con gli altri Paesi è costruito -interpellan– do le categorie interessate ma senza dirette e sistema– tiche rilevazioni statali.' Si NUole ora affrontare un certo complesso di èontrolli suggeriti dalla nuova si– tuazione internazionale, ma non. ci si rende conto che è propedeutica ad ogni controllo la conoscenza. In Par– lamento spesso giungono relazioni ai disegni di legge, che dimostrano, con la loro genericità e laconicità, la deficienza estrema di elementi q4antitaUvi per un giu– dizio fondato. E sono assai lodevoli gli sforzi con cui si cerca di rispondére al 'dettato della legge _del 1949 per la presentazione di un bilancio economico nazio– nale - premessa in tutti i Paesi evoluti per una poli– tica economica organica -; ma noi siamo ancora assai lontani dalle reali possibilità di redigerlo senza gravi errori e larghe congetture. Ci si presentano cifre sugli investimenti (e si discutono con accalorata passione) pur sapendo con quali acrobatiche e disputabi1i stime sono costruiti. * * * B isogna seriamente affrontare l'esigenza di mag- giori e migliori conoscenze della vita economica e sociale. Bisogna seriamente contrastare anche la mania del segreto, che si è impadronita, in molti casi, dello stesso esecutivo, la cui consegna sembra qualche volta'. « dire poco, dire il meno possibile». La fragi– lità del sistema democratico si determina non soltanto essendo poco s~veri nel costume politico, ma cono– scendo poco e facendo conoscer.e poco. Sono le grandi inchieste, condotte nel modo più ampio ~ui maggiori temi della vita collettiva, che hanno contribuito alla robus,tezza della democraziq. inglese. Sono anche le ,sistematiche rilevazioni sulla vita economica che hanno reso possibili gli· eccezionali progressi nella po– litica economica di altri grandi Stati. Noi dobbiamo iniziare con coraggiosa fermezza questa lotta contro l'anaifabetismo civico. ROBERTOTREMELLONI Quest'anno che, .come tutti gli amici ricordano, è stato ricco di difficoltà, c-osì per la vita della rivista come per quella del socialism,o democratico italia– no, di cui essa· è la voce più autorevole, sta per finire. Malgrado tutto .la rivista è ben viva. L'imparzialità e l'obiettività della redazione e dei collaboratori, che hanno saputo mantenere le discus– sioni sul piano elevato che solo si addice alla tra– dizione di Filippo Turati, imparzialità e obiettività solennemente riconfermcr;te nell'appello da noi lan– ciato "il 1° maggio, hanno certo costituito un terre– no propizio alla necessaria ed auspicata unificazio– ne delle forze del socialismo democrat'ico italiano. Ora la necessità dell'unificazione è più che mai sentita da tutti i socialisti sinceri. E, ciò che conta anche di più, l'unità è più vicina. Nel nome di questa unità, che è destinata a dare nuovo impulso al movimento socialista italiano, noi chiamiq,mo ancora a raccolta tutti _gli amici intorno alla « Critica Sociale». Per il nuovo anno abbiamo in progetto im miglio– ramento, anche, della veste, tipografica e della pre– sentazione della rivista ( cosa di cui daremo pros– simamente conto ai nostri lettori), mentre riaffer– miamo la fedeltà alla linea seuuita fin qui. Invitiamo intanto, fin d'ora, tutti gli amici a dar– ci il segno tangibile della loro solidari_età rinnovan– do sollecitamente l'abbonamento, facendo, se è pos– sibile, -un abbonamento sostenitore, diffondendo -la rivista e procurandole nuovi abbonati" BibliotecaGino Bianco ----------------"---------- Per agevolare 'il . cammino , Ospiteremo qNi quegli scritti che possano re– care un contributo effettivo di chiarezza alla cau- sa dell'unificazione socialista. LA C. S. Il compagno· on. Mandolfo mi deve permettere di affermare, ·che; a mio sommesso parere, l'im– postazione che egli dà al problema della Unifica-. ,zione Socialista non è tale da « agevolare il caì:n- 1nino ,, rri.a che anzi può condurci alla opposta riva. Accetto in pieno la sua tesi: « Un partito non può esistere ,se non in quanto abbia un programma da svolgere: è canone e tradizione dei partiti de– mocratici che su molte questioni i suoi aderenti possono avere c;ipinioni diverse, ma sui problemi di fondo si deve essere necessariamente d'accordolJ. Mà. qé!i è il punto. Chi deve stabilire quali sono questi problemi di fondo? Saragat, Silone 1 Mon– dolfo, D'Aragona oppure il Partito Unificato a mez– zo di un unico Congresso di Unificazione in cui si manifot,ti il pensiero e la volontà di tutti i sin– ceri Socfalisti Democratici? La decisione della Di– rezione del P.S.U. per un Congresso di quel· par– tito è piena di insidie ,e-gravida d1 incogn'ite. Un Congresso di Partito NOÌl è un'accademia che può anche ri.solversi in un nulla di fatto. Un Con– gresso di Partito deve concludersi con affermazioni ·precise. Ora queste affermazioni possono essere ac– cettabili dalle altre frazioni, ed il Congresso rap– presenterebbe una perdita di tempo in un momento in cui è necessario bruciare· le tappe; oppure pos– sono essere ostiche agli altri contraenti ed allora una, delle due, o le parti dissenzienti ·trangugiano il rospo e l'Unificazione si tramuterebbe in un ma– trimonio senza stima, o non lò trangugiano ed àl– lora la Unificazione verrebbe irremissibilmente compromessa. Molto più chiare le proposte dei compagni An– dreoui, Rossi €\ SpaHa accettate dal P.S.L.I. Le Sezioni de 'i.le due' Frazioni permangono per pura necessità organizzativa, ma esse confluiscono in una Commissione paritetica cui è dato, l'inca– rico di convocare nel più breve termine possibile un'Assemblea Generale e dei proprii iscritti e dei molti sinceri socialisti democratici che, nauseati dai nostri dissensi, hanno abbandonato la vita at– tiva di Partito. In questa Assemblea si nomina un Esecutivo per provvedere alle adunanze Sezionali e Provinciali e per discutere- sui problemi che sa– ranno affrontati al Congresso unico e nominare i rappresentanti al Congresso stesso secondo un ri– gido I e controllato, sistema proporzionale. I problemi che Mandolfo •specifica troveranno nel Congre-sso l'ambiente autorizzato a definirli nel mo– ùo più autorev-oìe, non seèondo le vedute personali ~ di pure autorevoli. compagni, ma secondo la volontà espress'l da tutti gli, iscritti. Non saranno i compagni del P ..S.U. ad inchinarsi alla volontà del P.S.L.I. o viceversa, ed i compagni isolati avranno l'impressione di trovarsi su com– pleto piano di uguaglianza ed il Congresso .unico sarà effettivamente e finalmente la grande, sospi– rata assise del Socialismo Italiano. Unica pregiudiziale: la disciplina alla volontà della maggioranza la quale, a sua volta, dovrà ga– rantire la minoranza del, pieno diritto di libera espressione ·delle proprie vedute. Noi vecchi socialisti, memori di tante battaglie, non possiamo considerare il proletariato come un traditore che ci ha abbandonati, piuttosto è il fi– gliol prodigo che si è lasciato sedurre da un falso miraggio. Tornerà forse prima -di· quanto noi stessi osiamo sperare e già se ne possono constatare indubbi se– gni. Prepariamogli la casa che possa riceverlo. Tutto il resto è quisquiglia. GIDLIO PUGLIESE

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