Critica Sociale - anno XLII - n. 22 - 16 novembre 1950

CRITICA, SOCIALE 315 LA DIFESA DELLA DEMOCRAZIA U na premessa ingenua e una cosçi-enziosa ri– - flessione. La premessa riguarda i m_olti, troppi, contempo– ranei che si meravigliano delle velleità neo-fasci– ste, come se obbedissero a imprevisti e malefici influssi della luna. Essi hanno evi'clentemente cat– tiva memoria. Non più di sette anni or sono,. in– fatti, l'Italia erà un piccolo oceano fascista e gli avversari aperti e dignitosi del regh:ne stavano tutti, se non in un fazzoletto, nella lista nera della po– lizia. L'adesione della maggioranza non era spontanea, o quantomeno, sincera? Magro alibi. Perchè se alcuni potevano invocare ìo stato di necessità (assai relativo del resto al lu– me di una severa dignità), non p.ochi confessa– vano nella loro arrendevolezza qualità di scarso civismo, come la paura, l'interesse, l'amore per il quieto vivere e la vanità. E tutta questa gente po– trebbe fare del neo-fascismo con la stessa disinvol– tura con la quale s'è portata all'occhiello per anni ed anni il distintivo di una evidente vergogna. D'altro canto -e siamo sempre nell'orbita della premessa - erra chi volesse relegare la scellerata dittatura mussoliniana nel museo dei serpenti di mare e delle stelle comete, rarità eccezionali nel corso dei secoli. Il fascismo era fatto di molte cose mescolate in più o meno larga misura col suo pec– cato originale. E un tantino di esso, ahimè, cova ancora e coverà sempre sotto la cenere dei risen– timenti e delle delusioni. Senza dire che la nostal– gia, come insegna un'esperienza abbastanza comu– ne, esercita i suoi stimoli al di sopra del bene e del male. Mentre, per uno strano contrasto, la me– moria è tremendamente labile e la storia già si è dimessa da .non so quanto tempo da maestra della vita, se pure lo è mai stata. Che dunque serpeggi nell'erba ancora fresca di quest'altra primavera democratica· un tanto di dia– voleria neo-fascista è, tutto sommato, fat'ale. Il 25 aprile ha mutato innegabilmente molte cose, ma per un effettivo rivolgimento ci sarebbe voluta addirittura la bacchetta magica. E con questo, passo alla seconda fase, dedicata, come si è detto, ad una coscienziosa riflessione. E' giustificata o no questa levata dI scudi con– tro la conclamata reincarnazione del fascismo? E sono compatibili con l'ordine democratico vigente le misure legali' invocate e proposte? Non si può negare che il M.S.I. abbia messo ra– dici abbastanza profonde e si vada organizzando con un ,certo metodo. A:nchei rivela, spesso, uno spirito di iniziativa e una combattività che pos– sono preoccupare non soltanto la polizia. D'altro canto appare sempre più ingenuo, il tentativo di staccare questo raggruppamento dalla sua traspa– rente origine. La giurisprudenza dei Tribunali italiani insegna ormai qualche cosa anch'essa. Con un'impudenza temeraria qualche esponente locale ha querelato questo o quel giornale per l'attributo di fascista. E si è sentito generalmente dire dalle motivate sen– tenze che nessun attributo gli sarebbe andato me– glio a pennello. Si aggiunga che il 28 ottobre ha visto scendere in molte piazze d'Italia, non esclusa Milano, stormi di giovani inneggianti al duce. ,E non è stato certo difficile individuare la loro sor- gente. . Orbene, si potrebbe onestamente pretendere da– gli italiani illibati che assistessero indifferenti a questa espansione? Non rappresenta essa effettiva– mente un sanguinoso insulto ai loro sacrifici e ai valori morali di cui sono stati fedeli e inflessibili custodi? BibliotecaGino Bianco E allora niente di più giustificato di quella in– surrezione, alla quale va riconosciuto anche il me– rito di dimostrare come ogni suscettibilità non sia fortunatamente morta nel nostro popolo. Nè vengano i vecchi e i m10vi zelatori a gemere scandalizzati sulle progettate sanzioni. Ha forse un significato equivoco o anacronistico quell'articolo 12 delle disposi~ioni transitorie e fi– nali della Costituzione, che sancisce il divieto di ri– organizzare, sotto qualsiasi forma, il disciolto par– tito fascista? E se il M.S.I. è un'indiscutibile forma di reincarnazione del partito fascista perchè non dovrebbe essere proibito? Strane, sconcertanti parole ho letto nei, giornali in questa disordinata vigilia di novità legislative. C'è chi invoca, con involontaria ironia,, l'appli– cazione del Codice comune, quasi che non fosse una delle sintesi più espressive e univoche del mor– tificante ventennio. C'è chi sembra disposto a . ripiegare su di una « opera informativa concernente i fatti, le vicende, gli avvenimenti della recente storia nazionale, in modo che 'i giovani sappiano da quali infernali condizioni sia risorta l'Italia dopo tanti anni di crudele servaggio». Ciò che si informerebbe allo scopo dichiarato di escludere dalle funzioni del Giudice « ogni e qualsiasi atto di natura o' di in– dole politica». Come se il fascismo potesse preten– dere di assurgere alla dignità di categoria politica dai tenebrosi abissi della criminalità in cui l'ese– crazione degli innocenti l'aveva confinato. C'é, infine, chi arriva ad affermare, disturbando l'ombra di Giolitti, che « il regime liberale non può debellare le· forze del male per virtù di una legge». L'unico dubbio cade, per me, su di un corollario semplicemente accidentale. A quale organo compete il ruolo di giustiziere? Al Parlamento, suggerisce Saragat; al Potere Ese– cutivo, ritiene qualcun altro; alla Magistratura, in– calza la maggioranza. Mentre condivido l'obiezione mossa al « leader » del Partito Socialista dei Lavoratori che, :dchia– mandosi alla soppressione delle confederazioni fa– sciste, forza innegabilmente il 'senso dell'analogia, penso che per, gli altri due organi non sussistano ragioni di alternativa, ma piuttosto di integrazione. Premesso il divieto della Costituzione, la Polizia, che .obbedisce al Ministero dell'Interno, dovrà re– primere, oggi, - ih forza della norma èhe colpi– sce la disobbedienza in genere delle leggi - e do– mani - per l'applicazionç delle imminenti, speci– fiche, disposizioni - ogni fatto di riorganizzazione. E ciò non diversamente da quanto avviene per qualsiasi flagrante trasgressione. D'altra parte la' Magistratura, chiamata ad espri– mere il proprio giudizio sull'errore già pratica– mente neutralizzato, ne definirà gli estremi e ne determinerà il castigo. · Niente di più naturale ,e necessario per la difesa· della demq_crazia. · Ma non sono in pochi ad· insinuare, lo so, più o meno apertamente, la riserva della parzialità. Al– tri movimenti, infatti, di estrema sinistra, avreb– bero assunto una posizione dialettica e polemica nettamente antidemocratica. Senonchè mi sembra giusto rilevare come il fa scismo attinga ormai all'ordine delle cose giudicate, e non soltanto per il suo predicato e praticato to– tàlitarismo. Esso è stato anche, e sopra tutto, il sinistro artefice di immense sciagure e sui suoi errori pesano, con la stessa catastrofe della Patria, lutti e sacrifici che il tempo non potrà cancellare. Non ·solo, nìa si è meritato l'identificazione simbo-

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