Critica Sociale - anno XLII - n. 5 - 1-15 marzo 1950

66 CRITICA SOCIALE cessiva di moneta) senza investire; il rifiuto di in– vestire (la preferenza per la liquidità) si spieghe– rebbe a sua volta con la mancanza di prospettiv~ di profitti; il capitale costerebbe troppo caro (tassi di interesse elevati) e non renderebbe abbastanza (produzione marginale insufficiente). · 3. I rimedi. - La soluzione n'on è la ,diminuzione dei salari, ma piuttosto l'abbassamento del tasso di interesse e lo sviluppo degli investimenti di ogni specie, anche improduttivi (come la costruzione delle piramidi), finanziati, se occorre, dallo Stato, anche se ciò richiede il deficit del bilancio e la crea– zione di segni monetari. All'interno di questo schema generale, il keyne– sismo comprende un certo numero di anelli inter– mediari o di meccanismi particolari, che occupano un posto considerevole nella letteratura econl)mica contempor'anea. Limitiamoci ad enumerarne « per memoria » alcuni che ci faciliteranno la compren– sione delÌ'insieme. L'analisi dei rapporti tra il reddito di un privalo e le spese di consumo mostra che più il reddito si alza, più grande è la parte messa in riserva; dal che segue che, quando una società progredisce è si arricchisce, le spese di consumo aumentano meno rapidamente dei redditi· e la domanda etl'el– tiva non segue il ritmo di svìluppo della produ– ziQne. L'idea non è nuova, ma si crede dì aver innovato perchè si parla di <e funzione di consu– mo» e di « propensione a consumare». Si sa da molto tempo che il pubblico ha talvolta la tendenza a conservare in sua proprietà una più grande quantità di segni monetari (o, al contrario, altre volte, una più piccola quantità); gli economisti descrivono questi fenomeni mediante termini, quali: la diminuzione della velocità di circolazione della moneta, la tesaurizzazione, il rallentamento della velocità di spesa del reddito, l'aumento degli in– cassi ecc ... Un keynesis,ta invoca oggi la pr.e[.e.renza per la liquidità. Prima di costruire una fabbrica o di sviluppare la sua attrezzatura, un industriaìe riflette alle pos- · sibilità· di profitto, tenendo conto, non soltanto dei margini esistenti attualmente tra costo e prezzo d1 ·vendita, ma anche delle prospettive avve.nire. In linguaggio keynesiano si parla df eflicacia del capi– tale e di speranza marginale. Quando lo Stato emette segni monetari e li uti– lizza per il finanziamento di grandi lavori, dà Im– mediatamente lavoro agli operai ingaggiati: è un effetto primario. Gli operai ingaggiati (che, per ipo– tesi, erano prima senza lavoro e senza reddito) ac– quisteranno diversi beni di consumo che bisognerà produrre; questo obbligl).erà a ingaggiare altri ope– rai: è un effetto secondario. Di incidenza in iuci– denza, il numero degli operai occupati aumenterà. ·E•, per Keynes, la teoria del moltiplicatore, secondo la quale l'effetto di insieme di un aumento dell'in~ vestimento (o forse della spesa in generale) sull'im– piego (e forse sul livello generale di attività) è un multiplo dell'effetto primario. RoBERT MossÉ (Continua) Facciam-o presen~e anoora U11ia voUa ai no-stri ab– bonaU e lettori, e comu~que a tutU c-o·l,oro che sonÒ in corrispomdtenza con no.i, che la posta dev,e essere inviata al nostro •indJi!rizz-o d,i V'Ì'a dell'Orso 13, Mi– lano. Per: il telefono, abbù:mw inv,e,ce ripr.istz1nalo il v·ecchio numero, 16-319. BibliotecaGinoBianco Le giornate dell'estate infocate 1922 (Conitinuazione e fine) Falliti i tentativi degli altri parlamentari, Facta ricom– pose l'ultimo giorno di _luglio il Ministero sulle be.si del precedente, mentre l'Alleanza del Lavoro proclamava lo sciopero generale in Itali01 per « spezzare, col blocç_o delle unite resistenze, l'assalto rea,zionario, difendendo, in questo modo, le conquiste della democrazia», e per dare « un. solen– ne ammonimento al Governo del Paese perchè venga posta fine, e per sempre, ad ogni azione violenta,trice del.Je pub– bliche libertà, che debbono trovare presidio. e garanzia nel– l'imperio della legge~ (1). Mussolini mobilita le camicie nere di tutta l'Italia e dà 48 ore di tempo allo Stato perchè dia prova della sua a,utorità in confronto di tutti i suoi dipendenti e di coloro che e.t– tentano a.JJ' esistenza stessa della Nazione. Trascorso questo termine, il fascismò •rivendicherà piena libertà d'azione e si sostituirà allo Stato, che avrà ancora una volta dimostrata _ la sua impotenZQ ~ (2). Lo sciopero generale, compatto specialmente nei grandi centri, variamente osteggiato dai ceti della borghesia, e se– gnato da numerose vittime in diversi luoghi, doveva e.ver termine il 3 di agosto. · A Milano il Prefetto, non avendo potuto ottenere che la Giunta comunale desse l'ordine di ripresa dei servizi la sera del 2, aveva nominato un Commissario straordinario incaricato di sorvegliare i pubblici servizi, e questi si era insedia,to 'la mattina del 3. Nel pomeriggio, gruppi sempre più numerosi di fascisti circondavano Palazzo Marino protetto dalla forza pubblica, e col pretesto di voler issare al balcone una grande bandiera tricolore, alcuni, •trovati chiusi i canceJli, per un aboo.ino del,l'ammezzato penetrav·ano negli uffici, aprivano il portone ai loro capi sospinti dalla folla che, in.tanto, aveva rotto i cordoni della guardia regia,. Nel gabinetto del sindaco si trovavano tre assessori, che furono invitati ad allontanarsi, al che uno di essi, l'avv, Gino Boriosi, protestò· contro la occupazione e contro l'invito ad uscire. Nella serate-, dal balcone; Gabriele D'Annunzio celebrava la festa con cui l'Italia, ,la Nazione ,riprendeva possesso della SU<D città. L'indomani, i fascisti, che per tutta la notte avevano oc– cupato ia sede municipale, ne uscivano e si dirigevano verso la nuova sede dell'Avanti, l'invadevano, nonostante la vigi~ lanZQ di guardie e carabinieri, e la, devastavano col fuoco. Anche qui •rimasero suJ··terreno due morti e diversi feriti, 'ai quali altri se ne aggiunsero in scontri per altre vie della città: _Ed aHre ed altre vittime ancora caddero a Bologna, PesarÒ, Siena, Genova, Ancona, Livorno, San Severo, Par– ma, riei due giorni del 5 e del 6, fino a quando lo stato d'assedio e l'ordine di smobilitazione dei fascisti, dato dalla loro di-rezione, avrebbero dovuto ricondurre la pace nel Paese, dove numerose Amministrazioni socialiste erano sta– te costrette con la violenza a dimettersi. A Par~a, la oo.ttagli,a,perdurò nell'Oltretorrente barricato e assediato, e a Bologna l'uccisione di un fascista provocò l'incendio del Circolo dei ferrovieri e la devastazione, per la seconda volta, della CGmera de1 Lavoro. Il secondo Ministero Facfa si presenta alla Camera, ne ottiene la fiducia, e fa appello al Paese per la p,adficazione degli animi. Dopo quasi tre mesi di assenza per il suo soggiorno a Roma accanto a Filippo,. Anna dalla nostro reggia (come ella la chiama) « ed in mezzo alla cartaccia la quale, seppure ingiallita e coperta di polvere, pare sorrida e dia il benve– nuto», riprende la sua corrispondenza, (1) Avanti!, 1~ agosto. 19122. (2-) Il Po,pol•o d'Italia, 1° agosto 1922.

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