Critica Sociale - anno XLI - n. 17 - 1 settembre 1949

372 CRITICA SOCIALE tali, indipend,enza del paese. In. questo senso, la maggiore differenza tra i due partiti riguardava l'ordinamento federalistico del paese, posto in ri– lievo .dalla ,C,D.U.-C.S.U.; ma essa non era evidente– .mente tale da infirmare una .possi 1 b-ilità di allenza. 'Tuttavia, come si è già accennato, a parte il fatto che è ben difficile pe·r dei tedeschi non essere d'accordo su queste questioni generali che non costituiscono la cara.lteristica di nn partito, sono questi dei pro– hlemi che più che un programma di partito espri– mono i desiderata dei partiti stessi, in -quanto di– pende essenzialmente dagli occupanti e dallo svi– lup·po della situazi.one internazionale poterli risolve– re almeno parzialment•e, o doverli rimandare o te– n.erli sul piano delle rivendicazioni platoniche.• La differenza vera e grand,e fra i due partiti esisteva ed esiste sul piano della politica economica. Qui, malgrado .tutte le limitazioni e le ingerenze che osta– colano speci.alment,e il commercio estero della Ger– mania, effettivamente H governo e l'Assemblea le• gislativa possono fare qualche cosa. Specialmente, molto è possibile fare per quanto riguarda, non già la prosperità· p11ossima del paese, per cui Ia buona volontà evidentemente non basta, ma la divisione, attraversò un'equa tassazione, degli oneri' derivanti dalla guerra e dall'occupazion,e. E possibile sarebbe anche, attraverso una opportuna pianificazione, ov– viare agli inconvenienti di ave-re masse di disoccu– pati da -una pa·rte, mentre vi sono rJchieste non as– solte di lavoratori della stessa cat.egoria (1). Ma qui, proprio su questo punto il contrasto che si è manifestato fin dalla campagna preeleltorale e anche da prima (nelle critiche dei socialdemocra– tici, tra cui particolarmente aspr,e quelle d,i Schu– macher, all'economia di Francoforte del Ministro Erhard) ha indicato chiaramente· che ci si trova di fronte a due concezioni nettamente contrapposte, tra cui un compromesso è possibile soltanto qualora un.o dei due part.iti sia disposto a rinunciare alle sue ca11alteristiche fondamentali. Basta leggere il programma elettorale della socialdemocrazia · (che pubblichiamo in fondo) .per comprendere questo e per comp·rendere eh.e i socialdemocratici non po– tevano accetta11e di entrare in un governo di coali– zione in cui non avessero in mano i ministeri eco– nomici, che invece, come è stato riconfermato, se– guir,anno al'ICO·rala « politica di Franco.forte». Que– sta è la politica del liberismo inteso nel modo peg– giore, del liberismo a favore esclusivo deHe classi pad.ronali, che esclude l'intervento dello Stato, a differenza del più illuminato liber-ismo moderno. Sebbene apparent,emente la democrazia cristiana raccolga nelle sue file esponenti di classi diverse sotto la formtùa di una specie di in,terclassismo,- in realtà essa amalgama in sè, sotto iil generico app.e:1- lativo di « c,ristiani » esponenti cattolici e prote– stanti,, con netta prevalenza de,i primi ma con pa– lese affinità fra tutti di interessi economici. Si può affermare se:nza timor di sbagliare che se il cri– stianesimo comune è quel che serve a far guada– gnar voti, il cemento che lega, malgrado le 111otevol,i diifferenze di origine e dii mentalità, malgrado le invidie ed i .risentimenti che cer-to non mancheran– no di farsi sentire, g-li esponenti di questo rag- · grupp.amento sono proprio gli h1ter.essi economici. Ora, evidentemente, questo partiito, avuta la mag– gioranza, non poteva rinunciare ad attuare la sua politica, la politica della reazion,e. E non potevano certo i socialisti aicceUare di collaborare a questa poli,tica, di collaborare alla difesa del capitalismo. Del resto, la disinvoltura con cui i democ-ristiani hanno accettato o richiesto lai collaborazione con i par.liti di destra filonazisti iFidic•a chiaramente .da ' (1) Su queste questioni pubbUchi-amo in altra par.te deHa rilVts,ta jJ ria,ssunto di un arti,colo di un, compagno tedesco. BibliotecaGino Bianco quale parte sono le affinità, cfoè J,e possibilità di collaborazione. Così stando le cose, è però anche pienamente le– gittimo il desiderio da parte degli alleati e spedal– mente dei laburisti, di vedere al governo anche i socialisti. D-al punto d·i vista della politica interna– zionale essi avrebhe·ro costituito, una garanzia, avreb– bero dato al governo' una configurazione più larga– men,te democratica ed avrebbero contribuito ad un migliore assestamento del p,aese in campo interna– zionale, e quindi all'unità dell'Euro-pa. D'altra parte, un partito come la S.P.D. non poteva e non può annullarsi in un-a coBaborazione anodina per quan– to riguard,a le questioni che sono le più vitali del sQcialismo e in genere della giustizia sodale. Sareb– be anzi stato estremamente pericoloso se un inna– turale accoppiameFito avesse tolto praticamente la maiggior parte delle possibilità d'i azione e di af– fermazio ne futu-ra al solo strumento di difesa che abbia.no le classi lavoratdci tedesche·. PIERO GALLARDO Il programma delPartitoSocialdemocratico. Il· Pa•rlito socialdemocratico non ha bisogno di fonda.re la sua lotta elettora.Je '!)cr il ,Bundest.ag su miracolose promesse · di un avveniore miglior.e. Fin dal 1945 essa è al centro della vita politica e molte decisioni, di cui iin passato non si è te-nuto abbastanza conto o che sono state male iuoorpreta.te, hanno -oggi, mentre H po.polo tutto è costretto dall'interno e dall'esterno a- prendere parte atti-va al-la• creazione del suo destino, grande fo,rza di '!)ersurusione anche ,per quegli- elettori che non pa·rteciipano aNa vita dei partiti. La tesi della S.P.D. che il consoli'damento della Germania o,ccidentaoJe non ,può essere considerato che il •presupposto di una Germania unifa, non è una batrtuta di spirito ma rap– ptiesenta per Ia S.P.D. una fase i,!J1'.POrtante del-la rio·rganiz– :oazione ,po-litica del po,polo tedesco. Il suo •scopo è di,, mettere -il nostro .popolo i.n comHzione di fare una politica interna e inter,nazionale. Per adempiere a questi compiti la. S.P.D, ha dovuto opporsi .ruegli a,nni 1945-46 agli sforzi -secessionistici dei· com~mist.i, ma nel 1948-49 anche e con aHretta,nta tenacia al partLco,lari,smo_ della C.-~.U,"C.S.U. H ,partito sociruldemocra– ti'co, vuole l1na !l)atr,ia invece di una « po-litica di undici pae– si ». Un -f.edieraiJi.smo eccessivo aiv•rebbe 1~eso nou solo impos– sibi,ie a.Jl'interno ·-della Germania occidenta,le l'applicazione del Piano -Marshall, ma anche H successo nella lotta contro la propaganda comuni,sta e -naziona.Jista fatta daH'Ori1ente, E' me,,ifo esclusirvo della S.,P.D, se s·or.o stati creati i, presup– posti sufficienti a togliere alle ,paro-le dei comunisti· la loro forza d·i persuasione. Ma nei conflitti futuri non basterà liimita·rsi ad una posi– zi•one .di-f1en,s,iva. La 1 S.P. 1 P. ritiene suo compito particolaire diffondere neUa Germania orienta·le -la -ideologia. del socia– li,smo democratico. Questo atteggiamento in favore di uno &tato unitario suUa ·baise deJ.la Iibe,·tà personale e civile degJ.i ;ndirvidui .rende inevita-bi.Je il contrasto con le a.Jtr" frazioni politiche ckca i mezzi- più adeguati da adottare per raggiun– gere questo fine. Gl.i er<rori deUa poli-ti-ca ,economica d-i cui, si è ,·esa res,pon– saibilè la maggforanza del Consiglio economico di Francoforte fanno la for.tuna, della p,,opaganda comunista. perchè quanto peggiio•ri sono le condizioni economiJdl1e e socialJi neJ.l.a Ger– mania ·occiden1iale, tanto più si r8.ffo,rza la posizione :russo– sovietica. I pantiti d,i destra n,on potranno cambiare la rea-Ità della ,situazione eletta.raie anche se, s·enza alcun cliiritto, cer– ca,no di Tivendi1care a sè il successo d:eHa riforma finanzia– ria. Le. vetri-ne ,ricolme hanno solo d•mostrato alle masse di mHioni di poveri e di persone cadute ,i,n miseria che esistono merci che ,potrebbero a1ssicurare .Joro un Uve)-lo di vita rela. ti,vamente ,so-ddisfacente; ma H professore dei miracoli di F.ra, ncoforte ha prei,luso a queste cwtegorie di ,lav•oratori,' di invalidi, d-i vecchi e di deboli, la possibilità di acquistare . i generi di ,prima necessità. Anche la, costituzione della « zona di, protezi•one » che i,l ,professor Erha11d vo.Jeva raggiungere neH'ambito del cosiddetto « iprogramma ,per tutti », è stata resa impossibile per .Je imposizioni di sfrenati prof.ittatori 1 nel calll/Po industriale, commerciale e professiona,1-e, senza che vena,sse fatto, illeppure un tellllati-vo dt :rendere effettivi !i ri– fornimenti. Gl,i ultimi svHuip1pi•sono caratterizzati dall'assoluto cinismo nei confronti di un'economia ,politicizzaita e dai .tentativi del•

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