Critica Sociale - anno XLI - n. 17 - 1 settembre 1949

Critica Socia] lUVlS'l ~ (JJ]lNDn:rN M..E DEI:. SOCI MJSMD Fonclat. dtl IQJ.IPPO 'l'UUTJ In Italia: Anno L. 1500 (Abbon. sostenitore L. 3000) Semestre L 800 Trimestre L. 425 Estero » » 2500 » » » 4000 » » 1300 » » 700 DIRÈZIOHE E AMMIHISTR.: Milano, Piazza Diaz, 5 • Tel. 16.319 c. C. post. per abbonati n. 3-8225 · Spedizione In abbonamento postale: gruppo 2° Anno XLI · N. 17 Un numere separato L. 70 \\ Milsno, 1 Settembre 1949 ,,SOMMAR I O Politica e attualità Momento difficNe • (U. G. iM.) Le elezioni tedesche (Pumo GALLARDO) Il programma elettorale della Socialdemocrazia tedesca. Il movimento operaio negli Stati Unili (ALLAN FLANDERS) Problemi economici e sociali Bloceo dei fiNi e 1·icostruzione (EMILIO IloNo) Storia, filosofia, varietà Vigilia d·i Anno Santo_ (,Gurno CenoNETTI) La morte di Dio nel mon·do contemporaneo (LUCIANO SAFFIRIO) Fatti e eommenti della stampa itaHana ed estera (p. ga.) Ciò che si stampa: E. PARESCE, Dove va il socialismo? (g. p.) - ' G. PIOLI, Gli obiettoi,i di coscienza davanti alla legge (p. g.). Momento difficile Sull'assemblea di Strasburgo i giornali italiani e stranieri hanno dato resoconti così brevi e inor– ganici che non è possibile trarre da essi un'~d:ea sufficientemente chiara intorno all'andamento dei lavori e alle conclusioni che da essi è lecito spera– re. Abbiamo tuttavia l'impressione che sulla via della creazione di una Unità europea si sia fatto ben poco cammino. Non c'era·del resto da atten– dersi molto più da questa prima riunione. Il pen– siero intorno a quello che si dovrebbe fare è già maturo nella mente di alcuni uomini politici e studiosi, i quali costituiscono però una piccola mi– noranza anche tra coloro che si occupano dei pro– blemi di politica internazionale. Il movimento fe– deralista ha notevole numero di seguaci in tutte le nazioni dell'Europa centrale e occidentale, ma non tutti sono concordi sui particolari dell'ordi– namento da dare alla futura federazione, che al– cuni• pensano di restringere, nel prossimo avvenire, aill'Europa e altri v-orreb:bero estesa contempora– neamente a tutto l'universo; il ché ha natural– mente per effetto di dividere le forze federaliste e diminuirne quindi l'efficienza. Accanto ai federali– sti vi sono poi gli Unionisti, il cui massimo espo– nente è· Churchill e il cui programma sem'bra di– vergere da quello dei primi soprattutto in quanto BibliotecaGino Bianco essi pensano aJdun'alleanza di Governi piu che ad un'unione di popoli e non intendono consentire nessuna rinuncia alla sovranità piena dei singoli Stati che si uniscono. Si avrebbe così una forma permanente, o più rigidamente organizzata, di Unione degli Stati (europei in un ·prim·o momento, di tutto il Mondo, forse, in un momento succes– sivo). In conclusione non si sarebbe fatto nessun passo effettivo rispetto alla organizzazione (0.N. U.) oggi esist~nte, soprattutto non si sarebbe crea– to nessun organo (il Superstato) che possa eser– citare funzioni di coordinamento tra gli interessi e le aspirazioni dei vari Stati, eliminando al mas– simo g-rado i motivi ,di conflitto. Perchè il problema della organizzazione· inter– nazionale cominci ad entrare nella coscienza pub– blica, in modo da suscitare ben altro interessa– mento e dare così ben maggior efficienza ad al– tra futura sessione dell'Assemblea di · Strasbur– go occorre che il problema entri nei programmi dei partiti. non come un comma che vi si inserisce per ossequio a idee che qualcuno agita,· ma come interesse vivo e sentito, che la grande maggioran– za d'ogni partito senta il bisogno di agitare e di– fendere. Oggi, invece, nelle assemblee e nei con– gressi dei singoli partiti politici, se quafouno par– la di questi argomenti non trova nessun contrad– dittore, unicamente perchè non c'è quasi nessuno che si sia interessato ,dell'argomento e abbia qual– che idea intorno ad esso. talora anche perchè non si crede opportuno perder tempo a discutere di questioni che sembrano avulse dalle vicende e· dalle esigenze prossime della vita nazionale e in– ternazionale. Credo di non andar errato affer– manclo che, almeno in Italia, ma probabilmente anche in altri Paesi, nessun partito abbia sentito– la necessità di dare un mandato anche generico· a coloro che sono andati a rappresentarlo in que– sta prima adunanza dell'assemblea di Strasburgo. Perciò è avvenuto che tra i rappresentanti, ad es., dei partiti socialisti dei diversi paesi (e il p~rtito socialista è organicamente vincolato allo studio di ogni problema di politica internazionale) nessùn accordo organico si è delineato; è avvenuto anzi che dei due rappresentanti effettivi dell'Italia; . mentre uno è seguace della corrente federalista, l'aJtro abbia invece parlato a fav,ore della tenden° za unionista. Per un partito socialista questa man– canza di ogni direttiva in materia di organizza– zione internazionale è tale mancanza che non può più oltre essere tollerata.

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