Critica Sociale - anno XLI - n. 17 - 1 settembre 1949

CRITICA SOCIALE 373 l'amministTazione di, •FJ·Blllcofo,rte di tras.cura,·e <>gni adegua– mento deHe imposte come una questione ormai superata. lh questo campo .Ja, S.iP.D. non avrà bisogno df compiere a.Jcun sforzo ,pa,rticolaTe nella sua opera di chiari.fica,,ione, perchè è eoIIllPren1Sibi.le a tutti che una «prosperità>> che si r-ipercuote negativamente su un miJi.one di disoccupati è solta,nto un p,:-etesto per evitare una ,ripartizione dei danni di guerra su eque bas.i. sociali. Tutti coloro che a causa della guerra· e delle sue conseguenze han,no perduto .Ja ca,;a e gH averi, e la cui fiducia nella solida,rietà del nostTo rpopofo è già stata grave– mente scossa a causa dell'imperd'onabile ri,n,vi,o dell'adegua– mento delle imposte, non •po,ssono conside.....-e che come un tradiimento in grame sti'le del po•po.Jo •l'abbandono di questi compiti ,politiJci e sociaH ai qua-Ii la S,P.n. ritiene non ci si possa sottrarre. èon il J.oro vorto salderanno H conto con i partiti responsabili eome la C.D.U.-C.S.U. e la F.rD.P. In que-:ta occa©one decisi-vi'- anche i ,-i,fugiati comprende· ra"1Jllo che i loro i-n1eressi· sono garanti.ti meg1i,o da un ,partifa che non .p,roonette più di quel che possa mantenere, ma che cerca iin compeil!so con tutti i m·ezzi di reali-zzare le sue pro-– messe. I soci<l'ldemocra-tici nel 1945 sono st,.u H piiimo parti to, e per -lungo tempo l'unico, a pronunciarsi (Per una retti- • fi<la del confine orienfale. Anche oggi es,si tendono con tutte Je loro forze a ,ridar.e i I-oro territori agi.i estili orientali. Ma questo obiettivo non ,potrà essere raggiunto qùalos·a la vofontà poli>ti'ca del ,nostro po·pdlo venga indebolita daJH'a,ttua,ie me– scola,nza di van.o nazionalirsm·o e di degradante Servilism·o nei ccmfronti di interessi ~tra,nier.i. La s.'.P.D. ra,ppresenta fin dal 1945 l'unico elemento sicuro che possa essere O[>,posto al totalita,rismo orienta-le. Con. il suo chia•ro, -kremovi>bHe atteggiamento neHe tratta– tive :per la Costituzione di Bonn .Ja &.•P .D. ha spezzato i .Je-· garni con 1'-0coidente, arprendo -la strada ali-a -Li•berazio,ne del te,rrito-rio della •Germania orientale nel più ampi-o significato geografico deHa ·parola. Pertanto 1,. S,P.D. gua,:-da con, tran– quiJla fiduoia aUa ca,mpagna elettorale. La questione della formazione del governo non può, come è ovv.io, essere )sol·levata se non doipo la conclusione delle elezio,ni. Da11 J,oro -rti 1 sultàto e dall'dn.tesa su alcune. questi.ani .caipitaili di.penrdeTà la parteci·pa,zioue, e la mi,sura di essa, del– la S1P :D. alla costituzi,one del g-ove,:-no. Anche i.n questo cam– po la S.P.D. respinge qualsiasi influenza straniera. Tutte que– ste ques,tioni: possono essere d,ercise so-ltanto dalla libera vo– I,ontà dei l})artiti che ·vi hanno di~itt.o. • Il movimento operaio negli Stati Uniti Que,sto articolo, il cui interesS'e non ha bisog.no di essere illwstrato, è il primo di una serrie scritta dal. copipagno •laburista Allan Flanders per il setti– manale Socialist Commentary dopo 1m soggiorno d,i sei mesi negli Stati Uniti ed uno studio sulle at– fività e sull'organizzazione delle trade unions. L'A. esQJllllna qui le ragfoni per cui un moviment,o del lavoro non esiste ancora negli StaU Uniti. LA CRITICA SOCIALE Dopo ·esser stati sei mesi m un paese, con la men• te tutta piena di una quantità di impressioni accu– mulate, è un compito non invidiabile quello di rac– chiudere in poche conclusioni generali quanto si è visto ed ud,ito. Se quel paese poi son.o gli Stati Uniti la cosa diventa quasi impossibile. Non solo la varietà della società americana rende ogni ge:me– ralizzazione su di essa ,un'impresa pazzesca. Ci può essere una unità nella diversità .quando la forza in– tegratrice delle idee stabilite che chiamiamo tradi– zioni trionfa in parte sul gioco disintegratore degli interessi in. conflitto. La diversità soctale negli Stati Uniti sorge naturalmente dalla loro vasti.tiJ, continen– tale, che offre ogni possibile varietà nell'influenza delle divers-e zone, e dalle origini plurinazionali del suo popolo. La mancanza di integrazione sociale può essere dovuta alla brevità.,della loro storia, oppure, e questo sarebbe più allarmante, po,trebbe essere do– vuta al carattere della loro civiltà. In ogni caso il paragone con un crogiolo può indur.re in erro,re se si intende significare che la fusione ha ormai otte– nuto un prodotto abbastanza omogeneo. La sola generalizzazione valida, e cioè quella che nessuna generalizzazione è possibile, è adatta tanto alle trade unions (il termine di tradunionismo è deliberatamente evitato) quanto alla società ameri– cana nel suo insieme. Per esempio, neppure un Low potrebbe dipingere il ritratto di un tipico leader sindacale negli Stati Uniti, sep·ben.e molti caricatu– risti ci si siano provati, Vi è certamente un solo John L. L·ewis, ma comunque, se prendessimo cin– que sindacalisti relativamente giovani che per la lor-0 età e per la loro abilità avranno probabilmente una grande influenza personale non soltanto sul fu– turo delle loro organizzazioni - Walter Reuther, David Dubinsky, Georg,e Harrison, Dave Beck e Al (1) Quest'ultimo di·verrà certa.mente il nuovo Presidente in– teI1na·zi-0n-a1le dei macchinisti e s,i sta -acqui-stando fama· al di fuori dell-a sua orga,nizzaz; one. BibJiotecaGino Bianco Hayes (1) - sarebbe ben difficirle trovare un comune denominatore tra due soli di essi. Ho studiato in molti part'icolari quanto accade nell'importante campo dell'educazione operaia. In' sviluppo, ma non ancora sviluppata, come è questa branca di attività, si notano in essa ,quasi tutti i tipi di tentativi e di esperimenti, quello che fa un sindacato od una università ha ben poche relazioni com quello che fanno gli altri. Noi siamo abituati in Europa a sentir molto parlare delle differenze tra l' A.F.L. e il C.I.O. Ma i con.trasti che esistono all'interno di ciascuna di queste due federazioni - sia quanto ad atteggiamenti sociali, si>a qua•nto alle· forme di go;verno sindacale - sono probarbilmente· altrettanto grandi di quelli che esistono tra d'i loro. E allora come è possibile giungere ad un apptez– zame:mto generale del sign,ificato sociale dei sinda– cati americani o stabilire in quale direzione essi marciano? E questo soprattutto è quello che un os· servatore socialista europeo è disperatamente an– sioso di scoprire. Io ho l'impressione che domande di questo genere possono av·ere soltanto una rispo– sta parziale e, in complesso, insoddisfacente, quella cioè che consiste nel mettere a punto le varie ten– de1we in conflitto senza fornire alcuna indicazione esatta su quale di ,queste tendenze potrà probabil– mente affermarsi alla fine. Per una realistica valutazione della parte che ha il lavoro organizzato negli Stati Uniti bisogna co– minciare evitando~ l'espressione « movimento ope– raio americano » dato che un tale movimento anco– ra non esiste. Questo è molto più che una questione di corretta terminologia,. esso va a,l nocciolo· stesso· de•! problema che si pone dinanzi ad ogni progres– sista n·ei ranghi dei sindacati americani. Nè con ciò s'intende richiamare l'attenzione sul fatto ben noto che i sindacati american1 non hanno costituito nè, per quanto è possibile prevedere iJ futuro, hàhno certo l'intenzione di costituire il loro proprio par~· tito politico. Si deve fare una distinzione tra « mo– vimento operaio » e·un avvicinamento «•per affari » all'organizzazione, all'attività e alla .politica sinda– cale. In pratica, però, è riconosciuta l'impossibilità di tracciare una netta linea di separazione. Per . usare il paragone di una calam'ita, si potrebbe })iù propriamente pa'rlare di due poli di attrazione, cia– scuno dei qual-i ha un certo grado di influenza sul movimento degli oggetti entro il campo magnetico. Riconoscendo ,quindi che nessuna delle due ma– nifestazioni si esprime in una forma ·pura, .quali

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