Critica Sociale - anno XXXIX - n. 22 - 16 novembre 1947

CRITICA SOCIALE 433 e pel'ciò COl!-SerY!lt~re. A. quest,e e ad altre categorie fa democrazia cristiana si off,r1va come una forza di e centr? », ~isolut,a a res,pi.ngere ogni atteggiamento es•trem1~ta m. ~n .senso. o neWa_I,tro, come forza per– tanto ~i con~ha~10ne e med1az1one, destinata per.ciò a dommare a contrasti tra le fazioni estreme. La de– mocrazia cristiana si è avv,alsa e si vale con .scal– trita « tattiica » svolta in, 4utte le gamme, 'del « com– plesso deH:a paurr.a », da cui tanto spesso ,si lasciano dominar~ i. ceti m~d.i, suggestionando1i con 1a p•ro– mess!l di dlife!lderll -da gra.".i ed imminenti pericoli e ·chiamandoLi a ·« fare arg1,ne » ad ass-enarsi a ri– par,o s?tto la -sua egjda proteHrice. La paura delle mcogmte (la r~1;1bbl1ca, 'l•lcomunismo, •e•cc.)ha avu– to pa.rte grandissima a determinare il successo deJla ~emocrazia crjstiana nelle elezioni del. 2 giugno. E 11 successo ,alletta a ,persistere nel metodo. E' appena il ,caso di accennare ai minori part:ti: eJ. « mHo dell'edera » dei repubblicani, aJ mlto eroi– co dell'antifascismo rivoluz-:.onario e ri.nnovatore de– gli azionisti, ecc. Anche le destre hanno cercato e cer,cano, a m0do loro, di attrarre i :ceti medi. E poichè è apparsa esau– sta ogni forza d'attrazione del partito liberale, fat– tosi consen,a1ore, astratto e pri,vo ,di organicità, si è cercato ·d,i ricorrere ad altri incentivi. [)a taJuni al mito paternalistico ·deJ.la monarchia, ,presentato •co– me sicuro porto in un peri odo di dissesto; da parte dei neo fas,cisti di ogni nome ahlrenost-alg,ie coi:po– ra1ivistiche, nazionaHs1iche, miHtaristkhe ,e ad una critica corrosiva dello stato presente, che con.eludeva col « si stava meglio ,prima », magari attendendo .che qualche Messe, ;riattivando H fascino della divisa si metta a scimmiottare De Gau!Je. ' Fenomeno pecul,iare di questo pe,riod,o è sta>lo ed è iJ qualunquismo, che ha cercato di sfruttare, agli inizi non senza ·abi1i,tà, taluni lati deteriori dei ceti medi:, cer.cando d,i fomentarne il malcontento, lo spi– r,ito di maldicenza, lo scetticismo, trovando facile a,p– poggio nei numerosi errori dei partiti che tennero la direzione del Gove·rno dopo Ia LibeTazione e racco– gliendo così un tumultuoso coll,cervo di .geate delusa e irritata per la mancanza di s,perati vantaggi, che si convertiva in disprezzo della «politica» e dei poli– tican1i, dai quali .aspirava ad essere J'iberata p·er tau– maturgi.ca virtù d,i queWirnafferrabile « Stato ammi– nistrativo », guiidato da non meglio identificabili e com:petenti ». Errori. soc.:a/i.s,M. Un',indag.ine che più davvicino ci ·rigua,rda è quel'la dei rarpporti verso i ceti medi del P.S.I.U.P., •che il P.S.I. ha e•.edi1t,ati. Non c'è stato forse partito che più di questo abbia ,proclamato .la necessità di un inlimo coLiegamento tra ceti medi ,e classe lavora– trice in senso stretto. E non ,è '11 caso di ricordare m:iin.utamentei quaH e qµante s,peranze ed ,asp_e1tative il P.S.I.U.P. ,alimentasse neT ceti medi. Se notevoJ,i. e, ciò che ,più conta, stabilì risultati non si "sono rag– giunti,, -lo si deve ad una serie di errori. For,se un primo .errorei è stato proprio la troppo assidua solileciifazione verso li ceti medi. Tropp0 si · è parlato, per non metterne tin aJ.larme fa suscettibi- 1,ità, d·t « aggandarli », di « vincola'l"li » alla classe o– peraia. Solo quando sono sufficienteIJJ.e'Ilte ,pe,rmeati di una cultura sociailis,ta (che ha fatto invece difet– to), i ceti medi possono ,abbandonare il loro innat.o pregiud,i.zio d·i una propria « sup·erioritàJ » e Ticono– scere ,netl ,p•roletariato un « mordeinte », .una volontà rivoluzionaria ,ed .un fer.vore che fa loro dd;fetto. A vincere questo ,pregiudizio sarebbe stata neceiss_aria fra i ceti lnedi e la class·e opera.i.a una co>J1abo11az10ne intima, as5:idua, senz;a ,ri~e11ve,,che avre 1 bb~ _fat.~ona– scere la piena comrprensione della ne,cessJfa d1 pro– cedere uniti, ,con reciproco ap,porto d,i forze e d~ valori. E invece d. ceti medi si sono trov,ati a dar _di cozzo nella tesi (o pregiudizio) deH'orpposta « superi~ rità » deJla classe operaia, cui si asse1gnav•a l'ufficio rdi fulcro attorno al quale i ,ceti medi doV'evano gra– Ti.tare, foÌ posizione subordinata. I,J secondo e c·onnesso, er·rore è stato ,che questo appello ai c~ti medi era viziaJo. da trnppe riserve mentali e da troppe ma•J,celate diffidenze. S~ son? con– siderati .i · ceti medi com.e « a.Ltri» ·e « d1vers1 » ed e estranei » ris,peitto alla forza sociale su -c~i deve _fondarsi una azione socialista. Più per angas!Ia men- ibllohca Gino l::S1anco taje_,che ,per ver,a ortodossia marxista, non si è riu– scii! a comprenderli e a fonderli, senza residui J.n un più lato concetto di « classe lavoratrice ». Si è ri– masti arl 1 Ja lettera de-i « sacri testi » (senza prende,rsi ·la bri-ga di inter,pretar,Ji ...marxistic,amente), anzichè muovere da una effettiva e marxistica analisi della situazione e deLla ,consistenza· del,Je forze lavoratrici nel nostro ,paese, che avrebbe dimostrato quanto sia profonda e intri.cata (specie ne1 Mezzogiorno) Ja com– penetrazione tra proletariato e ceti medi in una for-– mazione sociale che rkhiama quella del « popolo mi– nuto», o avrebbe comunque dimostrato l'impossibi– lità di nette demarcazioni. Ci·si. è quindi allarmati ed offesi. delle reazioni anticlassiste o, addi.rittura, anti, marxiste da parte dei ceti medi. E non ,ci si è nem– meno accorti ,che esse, pur istintive, erano suggerite da pregiudizi, semplicismi e storpiature (quando non a_ddirittura. da grassa ignoranza) che occorreva pa– ·z1entemente correggere - più sul piano pratico de]]a comprensione ,che su queUo teorico della ,confutazio, ne -, anz,i.chè ripudiare a priori Ia inveterata « men– talità] piccolo-borghese » deJ..ceto medio. . Ancora maggiori alJ'arII1,isuscitava queUo che ven– ne sbr.i.gativamente considerato -I'« antiicomunismo » dei ceti medi. Iil. quale (!Per ·lo meno in quei ceti medi che con .maggfore simpatia guardavano verso i.I •sòcia.Iismo) i,l rp.iù d·elle· volte era ,proprio giusti- . fìcato invece da una profonda e viva e chiara ferde socialista; dal1a ,coscienza ,che sociaJismo ,e comuni– smo non sono l'a stessa cosa; •cbe .i.Jpartito socialista ha ancora una ·sua grande funzione da compiere e che, 1ponendosi in uno stato di subol'ldinazione (più ancor,a .al verti.ce che alla base) •ri·s,pe-ttoal ,comuni– smo, si poneva in condizione di non potere assol– ver.la ; che -la necess-itàJ di una poliitica autonoma ·è condizi-one sine qua iron per Ja vitalità e l'-efficienza de] soci.a1tsmo italiano ed europeo. Si ,sono risentiti cioè anche qui gli effetti di quel fondamentale er– rore - ,causa prima deHa nos,tra •scissione - ,per cui si sòno die1use, resrpinfo e lasciate disperdere genui-. ne forze s0cialiste per paura del loro supposto o ef– fettivo anticomunismo. fofine non si ,è compreso che ,di quel complesso process0 ,di tr.asformazione delJo Stato ·e deHa .società, -cui ,occ0rrev,a da!'le -impronta social:ista, ,proprio i ceti. medi -costituivano una for_za primaria ed essenziale. Una politica d.i. realizzazione e •di conquiste sociaU– .sfo .Ii avrebbe attratti ass·ai. più di tutte ,le parole e di tutte .]e ,promesse. Si ,pensi., ad es., quale contri– buto avrebbe potuto dare, alla creazione di una sal– da •e J,a,rga democrazia politica ed ,economica, una burocra21ia stataLe o locale permeata di idealità s-ocia– .Ji.sre,e del .sens·@dell'interesse colle1tivo da tutelare e da incr,ementare.· · ·E ora? Bisogna tuttavia ,consfa1tare che questa situazione è veinuta mutando e ,rap.idamente ,peggiorando. Dopo la liberazionie s:i. è bensì avuta 1Una paM-eci.pazfone abbas·tanza intensa dei oetj medi aJ.la. vita politica, tale da rassi·curare suJ1J.a -loro comrprensione dei. pro– blemi •detla vita nazionale ,e ·sulla loro volontà di contribuiTe al,la ,costruzione d,elJa nuova vita demo– cratica Haliana. Ma ques'ia partecipazione va ora af– fievolendosi ,e sviandoSJi.. E' in atto un processo (di oui è arcluo ca1colare .aincora la portata) d-i ·anonta– nameruto, e, .si -dire,bbe, d'.insabbiamento. I ceti medi sono profondam,ente d,elusi ,ed insoddisfatti .. E mi– naicciiano ,di ritornare aUa 'loro ,tradizionale iud.iffe– renza ,o aJ:la J,oro ,per.i.colo·sa inqu[etudine. · C'è la ,sirtuazione economica ,che, per taluni settori dei .oe.ti medi, rapll)resenta addirittura il pericolo di declassamernto. C'•è fa situazione ,politica, dibattuta ti"a un conservatorismo restauratore sotto l'egida del-. Ja D. C. (di cui fa parte anche la tattica di dilaziona– re tl, problemi essenziali) ed .un'anarchia pseudo-libe– rista,' in cui solo i potenti ed i ,pri-vilegiati se la cava– no egregiamente. C'è l'impressione che .hanno i ceti medi di sopportare più gravemente di tutti (non fosse aUro ,che a -,causa dell'inflazione) iJ peso fiscale della ricostruzione. C'è la situazione internazionale che annuncia tensioni e burrasche. C'è la situazione dei partiti che si rtl,velano strumenti o apparati p_er il do– minio, più che per ila realizzazione di programmi, di ideali, di promesse. C'è la « polarizzazione agli estre– mi», fattà apposta l)er sgomentare .i ceti medi, men-

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