Critica Sociale - anno XXXIX - n. 15-16 - 1-16 agosto 1947

290 CRITICA SOCIALE più valevole. Si è creata Ùna vera e propria_ger~rchia di lavoratori dal semplice manovale e via via at– traverso llop~raio qualificato, l'impi_egato ed il !un– zion<1ri-osino al salariato che eserci_ta ui:ia fun~wi:i~ direttiva. In un crescente numero di casi non e pm il capitalista che esercit~ le ft;mzioni_ riguardanti il capitale, ma è un semphce ma!ld~tario che non ap– partiene affatto alla classe capita)isUca e che col!le « amministratore » potrebbe esercitare la sua funzio– ne in un'impresa socializzata tanto bene quanto in un'icmpresa privtata. Spingere troppo lontano •IO si1ogan deJla lotta di classe· potrebbe irritare quegli stessj, di cui ahbiamo maggior bisogno ,per arrivare al termi– ne dei nostri scopi- (1).Tali metodi confusi. hanno molto - contribuito a spingere gli «amministratori» nelle file avversarie e a rifornirle di. quadri! ... Infine i mezzi ed i fini delJ.'economia capitalisti– ca hanno sorpassato tutti gli Stati isolati.: da tutto il meccani_smo produttivo si è sprigionata, per così di- (1) Da questa preoccupazione, eminentemente socialista, di un soc ·alismo di marca schiettamente proletaria, siamo stati indotti a rivendicare le funzioni e i diritti dei cosi detti ceti medi neJla lotta per l'emancipazione della società dal dominio capitalisti-co (Nota della •C. S.). re, una. energia atomica che tende ad abbraèciare in– teri continenti. Nel momento presente lo sfruttamen– to razionale ·del carbone, der petrolio, dei métalli, del grano, richiede un'economia che non guarda ai sin– goli paesi e continenti, ma si estende al mon(l.o in– tero. L'economia c'insegna che l'idea dell'lnternazio– n1ale è anch'essa in via di realizzazione ... Persino il mondo capitalistico non può non interessarsi all'i· dea di una tale ordinata economia mondiale, e pen– sa di far servire ai propri fini un'idea che fu. all'ori– gine, la ·nostra. Non è questo un'indi-zio che, anche su questo-punto, ·il socialismo è entrato nello stadio deJ.le sue realizzazioni? In tal modo l'evo:uzione di un secolo, tappa per tappa, ci ha condotti verso i •nostri obbiettivi finali. Noi vinceremo se sapremo_ con .tutta la riacquista– tata energia, legarci · all'organizzazione pacifica del mondo. Ogni partito -dunque lavori- nel proprio pae– se, secondo la maturità, del' propdo paese, iniziando con la co!J.aborazione allo S~ato e prugredendo verso la conquista dello Stato come strumento di socializ- . zazione. S'indtrizzi-np ;però tutti i partiti operai alla stessa mèta: la integrazione del loro Stato entro una vera comunità internazionale. Questa mi .sembra .che sia la ,parola d'ordine del socialismp euro,peo, e cer– tamente J.a prospettiva de].]a sua vittoria. Forme -politiche e co$truziòne· _ sòcialist I. Che i principali protagonisti del colpo d'i stato bolscevko, accingendosi _alla ·loro jmpresa rivolu– zionaria, siano stati an-imati dal sincero desid,erio di creare uno Stato socialista, retto da una dittatura del proletariato - nel!a sua più vera espressione - è assolutamente innegabile. Tuttavia - benchè J'espe– rimerito sovietico continui an·cora ad attingere ap– punto da tale sua specifica impostazione iniziale. la potenza suggestiva che lo pone nel vivo della rea)tà con'temporanea, è. ormai altrettanto innegabile ,che il risultato effettivamente raggiunto· sia addirittura Òpposto. Difatti, malgrado gli indubbi successi sul piano merament,e economico e tecnico, questo im– menso sconvolgimento di cose e cii spiriti risulta completamente negativo come trasformazione rivolu– zionaria nel senso socialista, gia,cchè non solo non ha creato il regime collettivista n'è la dittatura d·el prol'etariato, ma neanche ha conseguito risultati po– sitivi capaci di accrescere le· nostre intuizioni sul possibile ordinamento concreto di una so-ciè,tà socia– lista e sul modo pratico di realizzare il socialismo. Anzi, il gran merito del'J'esperimento russo può con– sistere precisamente nel fatto di togliere ai pa-rtiti socialisti ogni velleità .di copiarne l'es,empio. Co'rne si spiega questo fallimento e •perchè è avvenuto? E' molto diffusa la tendenza ad individuare la ragione di questo fenome110· nel fatto .che i bolsce– vichi, per un tragico '.capriccio della storia, abbiano dovuto cominciare a costruire il socialismo totalita– rio sul terreno inadatto e refrattario della realtà eco– nomico-sociale e politico-cultura1e della Russia, do– ve ma~cavano le premesse, materiati e spirituali, ne– cessane a un rivolgimento sociale in, senso sociali– .sta, I bols,cevichi si trovarono insomma nella di– sgraziatà situazione dì un partito riv6luzi~nario co-. stretto, per un tragico capriccio della storia ad ;ssu– mere iJ potere mentre la congiuntura g·en'erale del paese non è ancora· matura: in tal caso èsso dice Engel_s, in_evitabilmente _si trov,erà preso in ~n in– solubile ,dilemma, perche « quello che può fare con– trasta con i suoi principi e quello ,che deve fare non è attuabile». Questa interpretazione è, certo, giusta· ma essa, però, non ·è sufficiente, nei riguardi del b~lscevismo perchè, troppo generica, non rivela in modo chiar~ e preciso le ragioni determinanti e Ja natura del f,e– nomeno. Un esame più circostanziato facilmente di– mostrerà che l'immaturità e l'arretratezza d-ella Rus– sia possono ,essere addotte pfottosto come fattori par– ticolari che determinarono -la degenerazione del- BiblìotecaGino Bianco J:o Stato sovietico in un- regime oligarchico e ditta– toriale, ma che le cause più profonde d,el fallimento dell'esperimento bolscevi,co non possono essere lo– catizzate entro la Russia; basta ricordare che a-nche il tentativo di .una rapida « costruzione socialista,», sperimentato in un paes_e con più matura congiun– turà economico-sociale e culturale, ,come la Germa– nia, ha ugualmente dato risultati negativi. Fermia- . moci un momento' su questo episodio istruttivo. Co– me si sa, dopo la rivoluzione_ del 9 novembre 191,8 in Germania· per alcuni -mesi ha dominato il gover– no so.cia!ista. l sovieti operai insistevano perchè si cominciasse immediatamente- a realizzare il sociali– smo e il .Governo da parte sua ,era animato dal sin– cero desiderio di a,ccingersi ·senza indugio al:J'opera d·i una radicale trasformazione dello-Stato in se~so socialista. Fu subito eletta una « commissione per la socializzazione», incaricata di ,elaborare il relativo progetto di provvedimenti .concreti. Ebbene, quale fu· il risultato positivo di questi sforzi creativi dei più ·competenti ed autorevoli rappres~ntanti del sociali- smo? Asso.lutamente -negativo. La, '.commissione fu sommersa sotto un ,cumu_!odi svariatissime proposte, progetti e piàni socia.Jizzatori, ma così diversi per tendenze, concetti e metodi, che- non era possibile in alcun modo ridurre questo caos di .o.i:>inioniad un ,comune denominatore, capa ce di d iventare criterio direttivo per una effettiva e p.ratì.ca opera di costru– zione -socialista. ' Hein-rich Str'oebel - i.'tno dei più seri scrittori so– cialisti - sinceramente confessa che la stampa bor– ghes,e ha av'uto piena ragione di esultare e beffeggia– re quando ,diventò chiaro _che « nel monìènto in cui al proletariatQ è cascato· nelle mani iJ ,potere politi– co, i suoi dirigenJ;_i non hanno saputo arrivare ad · una opinione concorde riguardo alle misure ,e ai prov– vedimenti necessari per iniziare la ·sistematica pro– gressiva trasformazione sociallista dell'esistente mo– do di produzione », 1 Le ultime rivoluzioni, secondo Stroebel, hanno sve– lato un doloroso tallonè- d'Achille delJa dottrina so– cialista, che ,consiste· n-el fatto che essa ha una chiara idea .su1la mèta foiale da raggiungere ma rimane al buio nei riguardi della via ,che conduce alla mèta, cioè nei riguardi delle tappe intermedie, dei parti– •Colari concreti del piano socializzatore e dei provve- . dimenti economici immediati che occorre attuare subito dopo la conquista del potere politico. La giu– sta osservazione di Stroebel va, però, corretta nel senso elle il difetto suindicato fu notato molto prima. del,le ultime rivoluzioni. Nella stessa -Germania scop-

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