Critica Sociale - anno XXXIX - n. 10 - 16 maggio 1947

172 CRITICASOCIALE collegialmente d·egli atti del Consigli(! de,i ~inis.tri, e persona'.mente di quelli de.i loro d1cast_eri. E come assicurare in pratica tale prem;nenza del Primo Min:stro e la responsabi ità affidatagli di di– rigere la politica generale del Governo? <;ili si deve interdire di tenere oltre quello della Presidenza, an– che un a'.tro porlaf~gli? perfino ad interim? Altre que– stion,i dibattute dalia Sezione. Opportunamente sop– press; l'espressione, alquanto lapalissi:3na, che il Pri– mo Min,istro o che è lo stesso, 11Presidente del Con– siglio .. lo pr-e'siede, si è disc~SS(! po _genn., antim.) sui conflitti che sorgono tra I Mm1stri e su la solu– zione di ess,i, da affidarsi, anzichè al Consiglio, al 'Primo Ministro, e su l'opera di coordinamento e di vigi anza dei vari dicasteri. La risoluzi?ne d_e.icon– flitti di competenza, approvata dalla sezione, e scom– parsa dal testo del progetto, il quale dice soltanto (art. 89, 1° comma) che il Primo Ministro « mantie– ne l'unità d'indirizzo po'itico ed amministrativo di tutti i dicaster,i, promovendo e coordinando l'atti– vità dei Min.istri ». E, dopo viva discussione, è .pre– valsa, con un solo voto di maggioranza. l'opinione che la Costitu~ione non si dovesse occupare delle que.stioni se il Primo Ministro, in ispecial modo (da– ta la. sua funzione direttiva dell'intera opera del Go– verno), ed even!ualmente anche gli altri Ministri, potessero. o meno, assumere r,nche altri portafogli, stabilmentr o ad interim. L'ultimo comma dell'art. 89 rimanda alla legge ord-inaria il. provvedere « al– l'ord'namento della Presidenza del Consiglio» ed il determinare « il numero, le attribuzioni e' l'organiz– zazione dei Ministeri». Ma la Sezione ha approvato un ordjne del giorno degli on. C~nnizzo e Fabbri, .con cui si esprime l'avviso che cotesta futura lew· contenga una disposizione, la quale faccia divieto al Primo Ministro, ed anche agli altri, di essere ti– tolari di più di un dicastero se non ad interim ed al massimo per sei mesi. Stabilità de/ Governo, Ma la questione forse più grave, a proposito del Governo, che doveva essere affrontata dai' Commis– sari, era quella di garantire la stal>iJ.ità del Governo. Esigenza, questa, sentita ed affermata da tutti i par– titi, 'per .ovv.iare ali'inconveniente delle crisi a ripe– tizione, le quali, indebolendo l'autorità dell'Esecu– tivo, col renderne sempre instabile ed incerta l'o– pera, e screditando il regime parlamentare, fu·, in al– tri tempi, una delle cause che concorsero alla instau– .razione della dittatura fascista. Il problema è evi– dentemente connesso con quelli de'.la portata dei v.oli di sfiducia da parte delle Camere e del modo di risolvere le eventuali crisi da esse· determinate. Problemi, tutti, squisitamente politici. Non era facile escogitare un sistema che conci– liasse iJ carattere parlamentare del Governo e la sua stabilità. Ma bisognava arrivarci. L'on. Einaudi, fe– dele al suo indirizzo di lasciar fare ali'evoluzione politica spontanea, era contrario ad una stabilità, a così dire, regolamentata, aggiungendo che, « quan– do i Governi non hanno una salda radice nelle forze del paese », è un vantaggio, non la stabilità, ma an~i l'instabilità (8 genn., antim.). li giorno avanti, nella seduta serale. l'on. Vanoni, rispondendo all'on. La Rocca, secondo un'opinione rammentata anche dian– zi e, a quanto sembra, cara al suo gruppo, aveva sot– tolineato !',importanza che le stesse formule costitu– ziona!Ì possono avere per,..Ja educazione politica del paese. E nella medesima seduta !'on. Tosato aveva osservato acutamente che con lo stabilire neLa Carta Costituzionale che un .voto contrario delle Camere non determini in ognj caso nna crisi ministeriale, si rinsaldava la reciproca indipendenza del Governo e del Parlamento. Sicuro, anche di questo; il quale, mentre poteva essere portato ad ingoiare progetti che gli fossero se,mbrati indigesti per non provocare con– tinue· crisi. con la riforma proposta si sarebbe sen– tito più libero e garantito nella sua piena sovranità di fronte a qualsiasi proposta del Governo-:'-' Per farla breve, ci J.imiteremo a ricordare sem– plicemente il_ ten?re de_i du~ J:,.{imi commi dell'art. 88. Secondo 11 primo d1 essi, un voto contrario del– l'uno o dell'altro ramo del' Parlamento sopra una pro– postà del Governo non importa dimissioni di que– sto. Secondo l'altro, affinchè una mozione esplidta Biblioteca Gino Bianco di sfiducia possa venire discussa da una o dall'a!tra , Camera occorrono tre,condizioni: che sia ·stata pre– sentata a·!meno tre giorru avanti, che sia firmata da non meno di un quarto dei membri della Camera stes– sa che sia motivata. Ciò che dovrebbe eostituire un'a notevole rèmora alle crisi. • · · Qualche parola merita l'ultimo comma dell'art. 88. • Votata la sfiducia da una Camera, non è ancora det– to nè che ,il Governo si 'debba dimettere, nè che. ri– co'rrendo al.a sorgente viva .,della sovranità popola– re, debba chiamare giudice il popolo del conflitto fra se stesso ed il Parlamento, sciogliendo le Came– re ed indicendo nuove elezioni_ Se entrambe le Ca– mere e· primessero, separatamente, la sfiducia, non resterebbe, evJdentemente, al Governo se non l'al– ternativa fra dimissioni ed el1:z1oni nuoye. S'e, in– vece, una sola Camera manifesta la sfiducia, la -Co– stituzione - per prevenire la, crisi anche più o me– no ... in extremis - offre al Governo un altro rime– dio, cioè un giudizio di appe~o ali' Assemblea Nazio– nale. La quale, oltre ad essere investita, a µir così in prima istanza, del primitivo voto di fiducia al Go– verno, come già si è veduto, - ed o!tre ad essere chiamata dalla Costituzione a prendere deliberazio– ni particolarmente importanti (art. 75), cioè la mobi– litazione generale e l'entrata in guerra, l'amnistia e l'indu·to _!_ può tornare in ballo per iniziativa del Governo, quando questo, malgrado il voto di sfidu– cia di una delle Camere, no11i intenda dimettersi: Sarà l'Assemblea Nazionale, supremo organo del po– tere legis'ativo, che dovrà pronunciarsi « su una mo– zione motivata :t. Anche senza una maggioranza qua– lificata, un voto contrario, dato in seconda istanza da cotesta Assemblea, manderà via, finalmente, il Governo. Non si può dire che, con tutti questi con– gegni, la stabilità dello stesso non sia abbastanza garantita. · Un ultimo cenno ·su lo sciogl·imento anticipato del– le Camere. L'on. Nobile aveva proposto che soltanto se in un periodo continuativo di dieci mesi si fos- _ , sero prodotte due crisi ministeriali in seguito a voto di sfiducia del.'Assemblea Nazionale o di una delle Camere, il Presidente della Repubblica, ·su propo– sta del Consiglio dei Minif.fri_ avesse facoltà di scio– gliere 1~ Camere, indicendo, naturalmente, le nuove elezioni; in nessun altro caso si potesse abbreviare il termine normale della legislatura (13 genn., pom.). L'on_ Einaudi era, invece, del pareFe di non limi- . tare tale facoltà del Capo dello Stato, la cui funzio– ne principale dev'essere proprio quella di ,interpre– tare le correnti politiche del paese, che non si sieno pòtute, per qua siasi ràgione, manifestare ne\ Par– lamento. L'on. Zuccarini era propenso a limitùe la facoltà del Capo dello Stato, per evi_tare che questi, attraverso nuove elezioni, mirasse eventualmente a rafforzare la propria posizione persona'e. Jl Comita- . to deHa Sez_ione propon·eva eh~ il Capo deJlo Stato • dovesse sentire· il I!.arere dei Presidenti delle Came– re. Senza riportare altre opinioni deg'i on. Com-. mi'ssari, basterà ricordare che l'art. 84 del Proqetto dice, appunto, che « il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere>. Ed è questo, come dice l'on. Ruini ne'la sua relazio– ne, il « più grave e penetrante d'ogni altro interven– to» del Capo dello Stato. Tanto più delicato, in quan- to il parere dei Presidentt delle due Camere dev'es– sere, bensì, richiesto dal Capo dello Stato, ma non è vincolante; sicchè, come osservava !'on. Tosato (~3 genn. pom.); se egli sciogliesse le Camere in disac– cordo con uno od ariche con tutt'e due j loro Pre– sidenti, « non commetterebbe una incostituzionalità>. ,ALESSANDRO LEVI Leggete e diffondete il quotidiano del P. S. L. I. L' UMANITA'. che esce ora in due edizioni: per 'l'Italia Settar trionale ~ per l'Italia Centro Meridionale

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=