Critica Sociale - anno XXXIX - n. 10 - 16 maggio 1947

168 CRITICA SOCIALE con la vaga speranza di ricavare dei pro~itti da qu·e– sta situazione. X proposito delle destre!. e da notare che es,e si sono astenute dal voto, cio che prova come sia assurdo dire che il contegno dei socialisti abbia provocaw uno slittamento a destra. Se cio fosse, ,le destre non avreooero. mancato di app_~ggia– re questo contegno, che è invece, per loro, prn pe– ricoloso di que.!o comunista. L'atteggiamento dei comunisti non man?a di una certa coerenza, sebbene questa non appaia a _tutta prima In realtà, essi hanno colto, come abbiamo detto ·un'occasione forse non voluta nè desiderala, per ~prire quella ~risi che per loro era ormai ne– cessaria E questa occasione ha avuto per loro un dup.ice ·vantaggio: da un fato di far,i .apparire i soli sostenitori delle rivendicazioni operaie, dall'aoJtro di nascondere, datò che non è stata provocata da loro, le ,oro intenzio:1i realf, in quanto essi non han– no bisogno di contrapporre al programma governa– tivo 1111 altro programma concreto, bastando invece un'azione di critica e, volta per volta, ·l'appoggio demagogico alle proteste popolari. Ora non importa cercar di indovinate se effetti: vamente la crisi sia stata per i ,comunisti prematura, né .sè effettivamente essi avrebbero preferito resta· re· àl governo, e che governo avrebbero vo.Juto che si costituisse (forse una sorta di Fronte popolare in cui essi avessero la preminenza). Ma dal loro' modo di agire risulta chiaramente che il Partito comuni– sta, divenuto .il più grande partito di Francia, sta pe·rdendo lo spirito rivoluzionario. Poichè un grande partito, specie se ha assunto responsabilità di go– verno, non può lasciarsi da un'azione isolata, quale è stato lo sc:opero alla Renault, smuovere da una direttiva assunta, sia pure per la paura di perder favore nelle masse, poichè, in questo caso, la sua sle5sa ~zione. anzichè costituire un convogliamento delle energie proletarie ai fini di un rinnovamento totale della società, e, al tempo stesso, una educa– zione delle masse, diventa l'adattamento del partite a rivendicazioni di carattere contingente, che non int<:ressano direttamente (e tdvolta possono nu J" cerìe) la reaiizzazi,Jne di un prr,11ramma concrete, ·e completo. In tal modo viene natura.mente da pen– sare -che il programma concreto e completo, di un partito che agisce così sia non già il rinnov-amentò delle forme della società, ma -la .difesa di interessi, naziona.i o stranieri, .comunque estranei alla classe lavoratrice. Quanto ai socialisti, il loro atteggiamento ha mo· strato grande chiar,ezza di idee da parte dei mag– giori esponenti, e notevole comj)Fensione da parte di tutti. E' certo che non è bene che i comunisti, qu'ando abbianifuna forte rappresentanza par,amen– ,tare, siano fuorj da'un governo (a meno che questo ·.possa essere omogeneo), nè in Francia, nè in Belgio, come non sarebbe bene che lo fossero in Ital.ia. E certo i socialisti sono gli ultimi a volerlo. Nora già }>erch~ _ciò favorisca le destre, o porti a destra 11sociahsmo, ma perchè ciò genera confusione nella classe lavoratrice, ritardando la sua concreta azione rinn_?vatrice ~elle _form_esodali. Ma, d'altra parte, non possono 1 soc1al1sh, quando siano davvero so– cialisti, .rinunciare· a quella azione che è loro asse– gna_ta.dalla necessità storica e dalla loro stessa fede socrahsta, '!! questo non solo per non venir meno alla propn'.1 f~_de, rn~ )>_erchè, in pratica, non sa– reb!?ei:-o poi prn poss1b1ll •le realizzazioni stesse del S<?ciallsmo .. In ~ostanza, non si tratta per i socialisti dr staccarsi dai comunisti o di fare dell'anticomuni– ~m~, ma semplicemente di svolgere la loro azione mdrpen_dentement_e 1a paure di ·isolamento, da con~ cessio?r, Qu_es_to e. ,J umco modo ,per salvare; se an– cora e poss1b1le, la. democrazia. Conclusione, P~ssia~o noi, d~po questo rapido, esame degli av– vemmentr francesi trarre qualche conclusione ,e q_ualche _i~segnamento? Io credo di sì. Una conclu– s1one anz1t1;1tto: che dove il social'ismo ha saputo mantenere 11 suo volto, esso si rivela ogai più che ' mai destinato ad essere il responsabile d~lle inizia– tive più importanti. E ciò pe-rchè il sooialismo è l'interprete della più viva delle aspirazioni sociali e politiche del tempo nostro. Anche se per tutte le ragioni che abbiamo detto i,n principio,' il partito so- BibliotecaGino Bianco cfalista possa ruscire sconfitto alle elezioni, esso, proprio in ragione del!e cause di questa sconfitta - come scrivevamo commentando le elezioni francesi \ del 10 'novembre scorso -, è poi destinato, finchè sussista in un paese, anche negli altri partiti, una aspirazione alla ,democrazia, ad essere l'arbitro del– la_ ~ituazio?e. Negat0 .costituzionalmente, per ragio– DJ 1deolog~che e pratiche, ai compromessi, esso ha 1 poi una sua linea di condotta concreta, coerente e sincera, _ed è oggi la sola forz;i che possa contra– stare efficacemente il cri ~tal!izzarsi de!Je posizioni estreme ed opposte, Jl risultato del quale non po– trebbe essere, in definitiva, se non il totalitarismo. Da q,uesta constatazione deriva, per noi, l'osser-– vaz~o~e che la stessa funzione che tocca al ,partito s_ocial_ist~francese sarebbe toccata al partito socia– llst~ 1;a1iano, se esso non fosse stato paralizzato dal fusiomsmo (che, in Francia, è pressochè inesistente), e spetta ora al nostro partito. L'atteggiamento dei· fusionisti. di casa nostra (1) dimostra ciò nel modo più evidente. Questo è l'insegnamento fondamentale. E_ aggiu1;1giamo: il socialismo atffaversa oggi un· pe– riodo d1 tremenda responsabilità e di grave peri– colo in tutti i paesi, soprattutto perchè si oppone alle concezi0ni totalitarie che, miseria aiutando, tor-– nano ad affermarsi. Oggi, lo sciopero alla Renau!t e tanti avvenimenti no trani lo dimostrano. il ter- · reno è propizio agli agitatori piazzaiolj ed ài massi– malfascisti alla Mussolini, contro cui i comunisti perso il genuino spirito rivoluzionario, non sano~ opporsi. Questa situazfrme n'0n va nascosta: dob– biamo renderci conto che spetta a noi -combattere per migliorarla, PIERO GALLARDO (1) Ne parliamo ;n altra parte della rivista. I ··Elezioni e partiti In meno di •due mesi la Costituente dovrebbe ter-– minare le discussioni ed il varo della Costituzione e fare alèune albe cos·e i mporta nti. Neo sarà cosa facile. Tra le altre cose ·mo.to importanti vi è la nuova legge elettorale, c on la quale hel prossimo autunno dov·ranno essere fatte le elezioni politiche della nuova Repubblica Italiana. J?er u:ia'ennesim!J, volta si scontreranno ancora gli unmommali.sti ed i J!)roporzionalisti. L'ultima• vol– ta che furono tenute in Italia le elezioni a scrutinio maggioritario con collegio uninominale fu nell'or– mai 10ntano 1913. Per le elezioni seguenti del 1919 'i proporzionalisti raggiunsero fina:mente il loro i– deale; e la proporzionale presiedette ancora alle e· lezioni del 1921. Poi si ebbe la lunga notte fascista ad elezioni totalitarie, nelle quali l'unico sistema che fu imp_osto fu quello della violenza. Finalmente. per le elezioni della Costituente di:lì'anno scorso fu :;tn· cora B sistema proporzionale che prevalse. A tutti i democratici più ferventi sembrò. sempre che la proporzionale rappresentasse un sostanziale progres~o sulla via della democrazia •più perfetta, perchè mfatti ·essa rappresenta una più perfetta fo– tografia della vo!ontà popolare. Ma J!ll!lrtropJ')oal lu– me dell'esperienza molti suoi sostenitori anche tra i più accesi, hanno dovuto riconoscere ~he i danni derivanti da questo sistema possono -essere tanto gravi da mettere in peuicolo la democrazia stessa. Se le elezfoni del 1919 e del 1921 .si fossero svo.te ,con_l~'.legge del 1'913, il Paese avrebbe con ogn i pro– b~b:hta av.~to dei governi più ~tabili perchè· appog· grati su prn omogenee basi parlamentari, ed il fa– scismo molto probabilmente non avrebbe potuto im· porsi. Se. le elezioni dell'anno scorso si fossero svol– te con il collegio uninomina!e, avremmo avuta una Camera con meno partiti e non avremmo forse ·subìta la necessità del fallimentare Governo tripartitico. . Tali dubbi, che_ più. che dubbi appaiono certezze'; n~r: possono. lasc~ar_e ~ndifferenti a,nche i più acca– mh prop_<?rz10!1a,1st1, 11 cui giudizio 1wn s1a natu– ralmente mqumato da .ragioni di partito o peggio ancora da interessi elettorali personali. 11 gr~ve rischio che le nuove elezioni possano ge-

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