Critica Sociale - anno XXXIX - n. 6 - 16 marzo 1947

CRITICA SOCIALE 105 rrna immaturi~à morale· che l'opera educativa di noi '1ecialisti deve cercar di supèrare. E_vi sono altri C?Si in cui nessuna simile giustifi– cazione. o. altenua:1;zone di colpa può essere offerta dalle circostanze. Noi ci rendiamo· ben conto che masse di operai fin qui addette al lavoro faticoso e l<?gorantedelle miniere vogliano sottrar.si a quella fa– tica •e a quel logoramento•_ e comprendiamo quindi che non si possa muovere alcuna imputazione ai minatori inglesi che µon vog'iono più' esercitare que• ifo mestiere anche se l'Inghilterra si sia oggi ridotta per questo, in condizioni ai non aver carbone suf– ficiente neppure per la -sua ridotta attività indùstria• le e per le sue necessità di riscaldamento, mentre una volta esportava a/l'estero milioni di tonnel'ate. Ma non possiamo ammettere che non si p-reoccupi del' tracollo economico da cui è tninacciai,o il suo paese quel Sindacato di minatori che, per consentire ai suoi or,qanizzali di mantenere od ottenere elevati sa– lari, profittando della situazione particolarmente dif– ficile, anzichè impe,9narsi a curare l'organizzazione degli ev·entuali immigrati per impedirne la concor– renza a base di bassi salari, cerca ·adiri/tura di im– pedire ogni immigrazione dall'esterQ,_di mano d'ope· _ ra che possa essere addetta al ldvcfro minerario, e questo proprio ìn un momento in cui la sa'vezza del– l'apparato economico inglese è condizione perchè il Governo laburista possa compiere con successo quel– le trasformazioni di struttura, al cui successo tutte le categorie di proletariato dovrebbero sentirsi, appas– sionatamente interessate. Una simile condotta è per– tanto senz'altro da condannare in nome della morale so-cialista. se anche• sia diretta ad ottenere un. legit– timo vantaggio di una particolare categoria; al mo– do stesso che la morale socialista non potè dare la sua sanzione favorevole all'atteggiamento tenuto me– si addietro dai mi,natori e dai marittimi americani, i quali, per eonseguire un miglioramento,· del-le loro condizioni gid co•si vantaggiose in confronto di quel– le in cui vive tutto il 'proletariato europeo, non ha esitato a pers 1 istere più e più giorni in uno sciopero che impediva l'arrivo in Europa di grano, di carbone e di altre materie prime_ senza cui tutto il continente europeo era minaéciato da/'a fame e dà una crisi che poteva produrre effetti incalcolabili, La borghesia potè esser riconosciuta, nei siecoli passati, degna di assumere e tenere l'ufficio di clas· se dirigente, quando potè- dimostrare che l'opera con la quale essa conseguiva il suo vantaggio era al tem· po stesso apportatrice di vantaggi a tutta al società: oggi, in èui troppo frequentemente il vantaggio suo è conseguito a prezzo del danno- delle altre classi so– ciali, essa ha perduto il diritto di rimanere classe di– rigente. li proletariato, a -cùi indubbiamente spe.tta la successio-ne, deve pertant,o dimostrare che esso, • si, è capace di creare questa permanente solidarietà fra il bene proprio ed il bene comune. · 0B SERVER. Dell'ottimo « Dizionario di cultura, polit~ca », redatt01 dal Prof. Antonio Basso con la collabò- • razione di valenti studiosi, e da noi recensito nel fascicolo 4 delPanno corrente, abbfomo in depo– sito un oerto numero di esemplari. Ili volume di 681 pagin!3, ben rilegato, costa L. 500. Ai nostri abbonati noi lo cediamo al prezzo ridotto di L. 450, e al prezzo di L. 400 a chi cei ne richieda almeno 5 copie. Chi possegga le annate 1916 . 1917 . 1918 . 1919 della « Critica Sociale» e sia disp~sto a ce– derle, favorisca segnalarcelo, indicandoci il prezzo che richiede per ciascuna annata. iblioteca G-ino Bianco L'involuzione sovietica . Non è du_bitab'le che la politica staliniana fino al 1934-_,,. sia stata sinceramente comunista, antimper· alista e- so– prattutto - internazionalista. Il dissidio teorico tra Trotz– ky, che esattamente esclud va la possib:Jità .ii i.n socia– lismo ristretto aà un so'.o Stato, e Stalin, che sosteneva il contrario, non ebbe in rea·tà ripercussione •ullo stretlo c01legamento dei comunisti di tutti i Paesi. E c'è chi crede -:- ed io son tra quelli -'- che Stalin in realtà, ailora, JJ-On mtendesse dissentire dalle opinioni di Triitzky che p,r quel tanto che gli era necessario per contrapporglisi nella sca– lata a\ potere, conseguito il quale intendeva condurre una astuta politica di propaganda comunista nel mOJ1do e di contemporaneo potenziamento d-llo Stato soviet to inevi– tabilmente destinato .a battersi con la Germania ' :Ma vers? il 19_34-1936 nuova aria spirò nell'U~ione So– viet-ca e I esp losione s1 ebbe tra il 1936 e il 1938 con i quattro grandi pr.oc- essi·politici che finirono con le condan– ne ,il morte d1 5 5 a wiutati e a gravi pene detentive di altri 7, men,tre un 63'' ir'l!l'pu_tato fu assolto_ Può aver un'impor– tanza morale, umana .ndagare se i 62 condannati, troppo amp!amente confessi e - soprattutto - assurdamente con– fes_s1,di seguire g·i insegnamenti di Trotzky e di indu– striarsi a far strada alla borghesia, fossero veramente col– pevoli: ma non è ciò che qui vogliamo esaminare e forse questa sede non è adatta a questo esame. Alla Storia in– fatti, poco interessa ricpnfermare la colpa o dich',arare 'l'i.n– nocenza di questi uomini, quanto invece stabilire la situa– zione politico-sociale che al:a foro incriminazione ha dato causa, o quella determinata dalla loro· scompar3a, o tutte queste due cose insieme_ Allora, nella stampa pluto·fascista (alfa quale nulla im– portava il saongue eventualmente innocente dei ecndannati ma da esso vol~va soltanto trarre motivo per una ennesi~– ma çampagna antistaliniana) e neUa stampa sovietica (che dei processi si serviva per comba-ttere i nemici ùi Stahn o del suo ent,ourage, facendo apparire Trotzki e i trotzki– sti come servi della borghesia) non fu messo in rilievo che quelli che inscenarono i processi furono per la maggio– ranza < homi~es navi» del comunismo e che i vrocessati eran la vecchia guardia di Lenin - come Tukarevsky - o, comunque, <vecchi» del socialismo rivoluzionario in– ternazionalista, come Zinoviev. All'estero, in quei tempi, ci si preoccupò del grave dan– no che avrebbe ayuto l'organizzazione sovietica, e soprat– tutto l'armata rossa, dai vuoti !asc,ati dal'.a condanna di uomini preminenti. Macchè ! Ci si era liberati cli loro pro– prio perchè non ostegg·assero la nuova organizzazi'one in att~ e - soprattutto ,,._ ÌL nuovo indirizzo politico-sociale. Allora, a tanta distanza, con 1-e barriere fasci5te che ov– viavano anche alle deficienze del « cordone san: tario > va– 'levole per tutto il mondo borghese, noi non potevamo nè avvertire nè, quanto meno, apprezzare questa rivoluzione di palazzo o - più propriamente - questa controrivolu- . ziorle di palazzo. Certo che la dcfe11estrazione di tanti pro· vati compagni ci lasciava indecisi, ma .non potevamo non ammettere che i crimini, d<l loro reiteram:nte confessati, sarebbero stati rimeritati colla pena suprema '1i qualsiasi a'tro Paese: ed a conv·ncerci vieppiù eh-e era stata fatta gi-ustizia leggemmo nella stampa fascista che tre concessio– ni di grazia erano state seguite addi,rittura da·lle indignate dimissioni dei giudici, della cui rettitudine - a Jire il ve– ro - non si -era generalmente sospettato_ D'altro canto, vari indizi, tra cui l'intenz'ionale regresso nel· la Costituzione del 1936 rispetto a quella del 1924 dal prin· cipio < a ciascuno secondo i suoi bisogni» a qudl.o « a cia– scuno secondo il proprio lavoro» (d'accordo che questa sosti_tuzione si dovesse fare per inattuabilità del· µnrno, ma Stahn lo ha mutato pur ~serendo che esso era attuabile) ·e l'abolizione della gratuità dell'insegnamento universitario ci facevano dispiacere, ma non ci_fac:vano ancora intrav– vedere tutta la graduale mutazione della politica sovietica. Fu sdltanto dopo il 1941, durante la guerra, che le -nostre preoccupazioni presèro consistenza, ma eravamo cfisperata– mente aggrappati a quella fiducia che era a'lora il nostro massimo bene e trovammo modo di sperare da un canto, e di rammaricarci dall'altro, senza che i due ;entiment1 interferissero; e ci rammarkavamo dell'abolizione de;l'< In-

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