Critica Sociale - anno XXXIX - n. 6 - 16 marzo 1947

ca Sociale RIVISTA. QUINDICINALE DEL SOCIALISMO Fondata da, FILIPPO TURATI In Italia: Anno L. 500 (Abbon. sostenitore L: lOOQ) - Semestre L. 260 - Tr.imestre L. 1_30 DIREZIONE EAMMINISTR.: Milano, Piazza Diaz, 5 • lei. 16.220. 16.319 •,Roma, Via Sistina, 48 C. C. post. per àbbonatl n. 3-8225 • Spedizione In abbonamento postai•: gruppo Il Anno XXXIX • N. 6 Un numero separato L. 25 Mdorio, 16 merzo 1947 SOMMARIO Politica ed attualità Guardando " M<Jsca (U, G. M.j , L'aulonomia dell'Allo Adige in un di•cor•o dJ. Gipj110 BaW•tl (LA C. S. e GIGINO BATTISTI) ll nc,etro, trattato di pace (~ERO GALLARDO) ll primo Congresso del P S. L: I. per i problemi del Mezzo- giorno (LA CRITICA SOCIALE), ll prob.ama dell'autonomia siciliana (LUIGI l'RlrrI) Al Lavoro (MASSÌIÌIO ·PuNZO) lncl!iesla tra coloro che Lo, nano (LA Car'IICA Socu:ca e LUIGI GRAZIOLI) I dirilli della classe operaia nei Lavori prep.aratori l'(ella nuo– va Co•tiluzione (ALESSANDRO LEVI) Problemi economici e sociali Problemi della scuola (GIORDAN) Storia, filosofia·, varietà Proletariato eia.se dirigente (OesERunv L'involuzione 30'vietica (Eno, · BUDA) , Falli e commenti della •tampa italiana ed ••tera (p. ga. e h.) Ciò che si stampa: ROBERTO SPADACCINI, Autonomie regionali e trasformazione dello Stato (CASÀII). Col titolo « PER L'AUTONOMIA DEL PARTITO SOCIALISTA: MARXISMO ED UTOPISMO » è uscito in opuscolo il testo· di un discorso ()be il compagno G· FARA VELLI ha tenuto alcuni mesi addietro, in un convegno promosso dagli « Amici di Critica Sociale ». I L'opuscolo, denso di pensiero ed efficacissimo nel– la forma concisa e lapidaria consueta al nostro . amico, è l'espressione più nitida della situazione e dei motivi da cui è -scaturita la scissione del Par– tito socialista. Tutti i nostri compagni, anche quel– ·li rimasti sull'altra riva, dovranno leggerlo e medi. tarlo. Il prezzo è di L. 20, ridotto a L. 15 per ogni copia a chi ne chieda almeno 10 copie alla nostra amministrazione. ' Leggete e diffondete il quotidiano del P. S. L. I. L'UMANITA' che esce o~a in due edizioni: per l'Italia Setten· trionale e per l'Italia Centro Meridionale Biblioteca Gino Bianco Guardandoa Mosca Se l'urto fu così vivace tra i quattro Grandi nel– la Conferenza di Parigi, dove si discuteva -la que– stione della pàce con l'Italia, si può immaginare che non potrà essere meno vivo ed aspro nella Confe– renza testè aperta a Mosca, nella quale si dovranno decidere le sorti future della Germania. Si tratta di risolvere il problema più grave tra quelli posti dalla guerra, sia perchè la -Germania è un fattore di pri– missimo ordine, superiore ad ogni altro, nella vita economica e politica d'Europa, sia perchè per due volte, nello spa-zio di appena un quarto di secolo, le mire ambiziose o il bisogno di espansione. della Germania hanno sconvolto la vita dell'Europa ·e del ' mondo e sono a.pparsi ùna minaccia .paurosa per la sua libertà. , Jn considerazione· di quest'ultimo fatto le quat– tw grandi Potenze, i cui rappresehtanti stanno di– scutPrdo ora a :M < -sca sulle sorti della Germania, sono facilmente concordi nel volere che essa cessi di essere un pericolò per la pace europea e mon– diale e una rriinaècia per gli interessi degli altri Sta– ti, non immuni certo -da mire imperialistiche e fa. cilmente pronti a identificare quei loro interessi e– conomici e politici con le ragioni ideali che ispirano ai popoli il desiderio di pace. La scoper ta, avv enuta pochi giorni addietro, di una congiura nazis.ta per cercare di suscitare un moto in Germania contro le nazioni occupanti e lo sterminio degli altri popoli con la diffusione dei bacilli delle più micidiali ma– lattie ha naturalmente acuito i timori delle potenze interessate. Ne è sintomo il grido d'allarme lancia– to da Bevin al momento di attr-aversare la Manica per recarsi a firmare il nuovo patto di alleanza con la Francia (che acquista dalla recente scoperta un più preciso significato antitedesco) e andare poi di là a. discutere a Mosca le condizioni cii pace da « im– porre > alla Germania. « E' nécessario - egli ha « detto - aver ben chiara davanti agli occhi la si– « tuazione. tedesca, e io voglio sperare che Stalin e « Marshall converranno con me nell'apprezzamentò « realistico della situazione. Non possiamo lasciare « sola la Germania. Il giorno nel quale partisse l'ul– « timo ,soldato occupante, una croce uncinata sali– « rebbe sul più alto campanile di tutte le città del « Reich. Dopo pochi mesi di autogoverno potrebbe « cadere inopinatamente su Mosca, su Parigi,· su « Londra e sulle felici metropoli americane l'anfora « sterminatrice della più terribile delle epide_mie ». . Da una simile premessa parrebbe dov~rsi giunge– re alla conclusione che abbia a durare in aeternum l'occupazione della Germania da parte delle grandi

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