Critica Sociale - anno XXXIX - n. 6 - 16 marzo 1947

104' CRITICASOCIALE (Notiamo tra parentesi, che proprio le r eg_i?ni che CO• stitu·vano'.l i'ex Stato della Chiesa d_ava~o.la p1u bassa per– oentuale di frequentatori al corso d1 re(:g10ne). ,.. _ Dopo il 1929, le statistiche ~os~ono- dtre ben ,poco suL m tendimonto della popo)azione italiana a desiderare C> meno l'insegnam 0 nto r,eligioso che fu !i tenuto "obbhgatono », CO• sì che le d'.lmande d, disl!.nsa dovevano essere p_resentate a; Presidi, e molti di questi credevano _doverC>so_ dissuadere i genitori cla-1 presentare la domanda d1 esenzione. Pure troviamo questi dati: Anno 1931-32 Inscritti Disp~nsati Per mille Licei-g'nnasi e licei 61.435 2.354 38 'Ginnasi iso.ati IJ.J8g 100 9 Licei Scientifici 5.728 271 47 Istituti magistrali 33.154 321 9 Ist:tuti tecnici 37.38o 980 26 I Democristiani chiedono « libertà• 1 di_ inseg!1amentC>»: e questo, se teor camente può sembrare giusto, 1~ realta no~ è ammiss:bile, perchè nessu_n a.rtro parlttC> puo competer, con loro i,n potenza finanziana e organi~zahva: solo lo Sta– to può difrn<lere il suo diritto ali msegnamento. Nel p:riodo tra gli anni scolast'ci 1913,/14 e 1926/27. ab– biamo· avuto queste risultanze, rapportate a 100 .Istituti: gli Istituti Governativi passarono quelli Qareggiati quelli privati e il movimento degli iscritti passò: negli Isti1tuti Governativi e pareggiati negli Istituti privati da 50 a 45; da 12 a 91; da 38 a 46. 100 100 da 100 a 76 da 100 a 156 Dalle ultime pubb'icazioni dell'Istituto Centrale di, St~ti– stica abbiamo i seguenti dati, \che non son~ eqmparabilt a quelli de, 1926/27 (per l'avvenuta trasformaz10ne delle scuC>– le complemr.ntari e perchè le rilevazioni son fatt~ con cri– teri differenti), ma che ci dànno pur sempr-e un orientamen– to sull-o svi:uppo de:Ie scuole non governative a detrimento di quelle governative: ISTITUTI ANNO 19411/42 (1). Oovernativi · Non Governativi Scuole Iscritti Scuole lsaitti Ginnasi l!O 6o88 366 25947 « La religione oatto'.ica ~ - e solo essa - seco~do l• · « spirito dei Patti, la religione deJ:o St~to_. _,,on le logiche· ·e « g'uiidiche çons .guenze ... Non è amm1ss1_btle ;ina. assol_uta « libertà di d'scussione, nè_ una ass?Iut_a I.berta d1 cosc1en– « za .. deve essere riconoscmto che il pi.eno e. P,e 1 f~tto man– « dato educativo noh sl?etta allo Stato, ma alla Chiesa» .. Molti çr~dono e speran@ che tra Chiesa e Stato _vi poss~ essere una perfetta de:imitazione di. funzio~i e ~1 . organi. Ma la collaborazi.one tra C·hi~sa e Stato non e possibile. per– chè :a Chiesa non ha mai sa~uto o potuto o 1:oluto ~epara– re la sfera della cosci~nza d"11Ia ·sfera della vita sociale. E perciò riteniamo necessario che lo. Stato si dichiari e sia laico. • GIORDAN' Proletariato cl sse ~irige E' risaputo che il Manifesto dei Comuni-sii assegna al proletariato la specifica funzjone r·ivolu.ziorwria nei/a cr-isi che dovrà condurre alla instaurazione del· i'o1dinamento socialista, perchè rit[ene che ìl pno– letarialo non potrà liberarsi dallo sfruttamento e dal– l'oppressione che gravar.o su di lui, se non abbat– tendo i privilegi delle classi dominu.pti- e dand'o ~o– sì libertà anche QI tutfoJ/e· altre classi. Questa funzio– ne universalistica che Marx ed Enge/s assegnano al ·.pr·oletariato nella' fase. finale del trapasso alla éivil· · tà soc.ia.ista, no·i dobbiamo cercar che sia operosa anche nelle fasi anteri,ori della lotta che i/ proleta– riato conduce per l'instaurazione di una. più .al-la giustizia socia!e; dobbiamo cioè fare in modo che ogni sforzo di ele_vazione del proletaria1o rappresenti al tempo, stesso, una difesa degli interessi di tulta la società, · ' , Naturalmente non• possiamo pretende-re che questo Li c, i-ginnasi 242 84814 Licci Scient'fici 195 l,!éJ9l ' '(l.vveiigain tutti i casi particolari. Sappiamo, ad esem– pio, che lo sciopero, il quale è in certi casi l'unico mezzo eifficace col quale una categoria del pro/eta-. riato può riuscire ad O'ltenere un miglioramento del· le sue· condizioni, reca, inevitab'ilmente un danno, talora fortemente sentito, ad altri ceti sociali; e quan– do allo scippero, deve ricorrere una di quelle ca– tego•rie opera-ie' che, per la propria debolezza o per la forza strapotente e prepotente della opposta clas– se P,adronale, ha dovuto lungamente rimanere in con- 75 15310 '62 3375 Istituti Magistrali 153 55344 ,405 >4!048 580 161956 io28 84161 ANNO. 1939/40 Esami sostenut,. />flessa Istituti Governativi CANDIDA TI PROVENIENTI DA Istituti lstltntl Privati e fioveroatlvl Scuole \ Paterne GINNASIO 22867 Ammissione al 4° anno 5193 LICEI CLASS1Cl Maturità classica 12912 13355 LICEI SCIENTIFICI Maiturità se·entifica 2433 478o ISTITUTI MAGISTRALI Abilitazione magistrale 15586 20231 53898 43559 L'aumento 'delle scuole non governative e della popola, zione sco:astica degi isti.tqti privati è davvero pre0ecupan- •te. Noi sappiamo che le scuo'le private sono, nella· loro gran– ,;Ie magg·oranza, scuole «confessionali» e sappiam o che la 1.etteratura e la scienza e la storia vi sono inseg.na• te secondo i criteri. della Chiesa. E i criteri della Cniesa sono ben chia– ri : essa continua a sostenere queste affermazioni: « L'Autor'tà emana da Dio. L'interprete di Dio sul!a ter– < r'a è !a Chies·a. Lo Stato è investito dalla Chiesa. L'educa– < zione deve essere cattolica».· Lo stesso Pontefice Pio XI, il 30 maggio 1929, scriveva (al Card. Gasparri), dopo la firma dei Patti Lateranensi: (1) Non 11bbiamo ataUs~che degli anni P~•t~riori, BibliotecaGinoBianco dizion-i inferiori di vita, non. possiamo impedirle di ricorrervi nel momento in cui esso riesce più mole– sto1e produce maggior dissesto nella vita sociale, da- i lo che questo è il solo mezzo co( q'uale essa può v_e-, dere eliminata l'ingiustizia che g rava sulle sue sori-i, Ma quando, non rieorrono ca.si di questo genere, o quando il danno· recàto ad altri è troppo grave, spro– poi:;zionatd al ·vantaggio che si attende per sè, ogn'i categoria di lavora.tori deve chieder·si se le sia lecito impugnare armi da cui possono provenire agli altri così gravi rovine., E' paeifico, ad· esempio, che non posson gli infermieri lasciare in pieno abbandono gli. ammalati per· conseguire aumenti di \salario o al– tri simili vantaggi; che non possonò altre éategorie di operai, per ana ogo fine, far mancare per più giorni à una città il pane quotidiano, il latte 'per i bambini, l'energia elettrica e la luc.e e que,qli altri se:rvizi senza di cui è sospésa la vita della comùnità. Noi possiamo inte_ndere I@stato d'animo in cui si trovò quel/a, folla di operai della Garfagnana che, do- - po aver inutilmente reclamato' perchè si ponesse ri– medio allo stato di disoccupazione ~ di miseria, in cui. viveva da settimane e mesi, è salita' fino alle sponde del lago artificiale e ne ha abbassato le pa– ratìe, lasciando fluir via tutta l'acqua che vi era rac- , colta e determinando così la mancanza di energia _edi luce· in - a'cune città vicine e la cÒnseguente so– spensione di molte attività, E' zm atto impulsivo, ir– ragionevole, ·delittuoso, che pu(! essere giustificato solo in considerazione del'lo- stato d'animo in cui que.lla fo/;a era rido-tta, ma che- · certamente attesta ·,

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=