Critica Sociale - anno XXXIX - n. 6 - 16 marzo 1947

100 CRmCA SOCIALE png10nia. A parte l'infelice· esperienz·a della prima\ e!li aanno, nel loro buonsenso, che si epura attraverso il co– •tume e non in forza di una legge. Essi çhiedono sol:an– to un equilibrio di chiara giustizia che consenta una pa– cifica ed operosa convivenza sociale. E, raggiunto che sia tale equilibrio, si può esser c~rti che mo_lti, ~olt~ italiani maturati dalle pe11Pse espenenze e des1deros1 d1 essere '.utili a sè ed agli altri, sentiranno sciogliere il riserbo che oggi li agghiaccia. Essi sentono che tra le immense rovine rovine ancor più di anime che di materie - vi è qualcosa di vitale, di indis'.ruttibile che farà ritrovare la strada. Compren– dono che la guerra, come un bisturi inesorabile, ha in– ciso molti ·degli ascessi che affliggevano il corpo malato della nazione. In alcuni il sangue è già purpureo, pros, &imo alla cicatrizzazione ed alla salvezza; in altri, conii• nua il febbrile tormento, pcrchè il nostro è un mondo inquieto, sel1za riposo, in cui molto resta ancora da defi– nire: i ricchi come i poveri, le nazioni come le classi, le bas/ della vita sociale ed internazionale come le mete a I cui anelano le moltitudini che hanno, attraverso il, ti•• )ore, compre!o. .(. • . r . . Certamente ,annno ancora i semp11c1, gh oscuri a ~ICO• struire pietra· !U pietra l'edificio da consegnare ai bimbi di oggi affinc:hè la etoria possa riconoscere, con stupoH ammira;o che l'Italia non è stata uccisa dalla guena pi~ disumana' che ,mente malata possa ipotiz:llare. Ed i reduci dalla prigionia vogliono essere fra quei ricostru'.tori, .in• sieme ai tanti altri che, sulle montagne, nelle carceri • nei « lager », hanno patito dello stesso amoue ed in esao si sono riconosciuti figli della stessa terra. Perciò ripeto, bene opera chi, come « Critica Socia– le ,i, fra;ernamente accoglie la loro intima pena per aiu– tare una utile e serena chiarificazione; u :ile, e . soprattut– to urgente, ad- evitare che ragioni mOi'ali e materiali di malcontento, eofferenze ed incompren_sioni, possano svia– re molte coscienze impulsive e, come già annuncia qual– che sintomo allarmante, preparare nuove giornate buie per il nostro domani. ' Luipi Graziali I DIRITTIDELLACLASSE .OPERAIA • net lavori preparatori della nuova Costituzione Siamo sempre nel campo dei rapporti econom1c1. Sui qua– li, per la loro importanza e per l'..nteresse particolare ch'es– si non possono non presentare pei' lettori: de:la Critica, de-· vo ritornare in un secondo artic0l0. Dopo aver fatto cenno, infatti, della proprietà e dei. suqi lim ti, delle successioni, dell'osproprio, del, controllo sociale dell'attività economica, è necessario che ~i parli anche di altri argomenti, che ri– guardano ancora più immediatamente e direttamen/e la classe operaia. Di alcuni dei diritti a questa ric0nosciuti (.non tutti s'in– quadrano in concreti rapporti giuridici, perchè. troppo va– gamente enunciati per essere praticamente azionabili) mi sbrigherò in pochissime parole. Pensando· al diritto al. la– voro, chied,~vo, in altro mio articolo. <quale significato giu– ridico potesse avere l'enunciazione costituzionale· di esso. Leggo nell'art. 31 del progetto definitivo che « la RepubbJi.– ca ii lo « riconosce a tutti i cittadini >l, e torno a domandar– mi. quale _valore giuridico possa avere ta:e « ricon@scimen– to >l.Proprio non vorrei mai che, p. es., una folla di disoc- \ cupati involontar,l avesse, una volta o l'altra, a tumultuare s.otto qualche pubblico ufficio al gridp, tristemente famoso, « ci ouffwnoa,,,01 », ~he, essendo stato, •ne1 febbraio. 1898, il segnale, inconsàpeyole, duna sanguinosa rivolta in un pae– se:Jo della Sici.Jia, forniva il titolo ad un accorato, vig-oroso scritto di Filippo Turati. Neppure tranqu llizzano il mio senso giuridico le paro'.e, che leggo nel medesimo comma dell'art. 31, dopo i,l « riconoscimento ii di cotesto dir tto al lav0ro, e ci•oè che '.a R,epubblica « promuove le cond' zioni per rendere efLttiv.o questo diritto ii. « La ·Repubb'ica », si badi, ,non la lfgge; ed è giusto; perchè, se non è la Re– pubblica, cioè lo S1tato, cioè, insomma tutti' noi che dob– biamo, trasformando radicalmente le ~< còndizio.n'i >l attuali, «promuoverne» altre, nelle quali ci s'a • pane, cioè lavo· ro, per « tutti i cittadini>>, la legge, qualsiasi '.egge c0ntro la disoccupa'zione e la miseria, sarà impotente ad estir- parle. · P'ù concr,ete, p~rchè almeno si capisce, se non precisa– mente come, e di fr0nte a qua.Je magistratura. almeno di fronte a quà'.e altro soggetto di dir'tto (che, evidentemente, no~ J_mòessere se P~m _i'.. dator_e di lavoro chiunque egli sia,. 1nd1v1duo, persona g1ur,d1ca pnvata, •ente pubblico) possa es– sere fatto valere, il « dir'tto ad una retribuz;one· prop.orzio– nat~ alla ~uantità e _qualità del lavoro prestato >l, com'è scntt0 .nellart. .32 de: progftto Ma, se intendo contro chi ' eventualmente, tait diritto potrà essere esercitato non ved~ bene il metro sul quale d0vrà, in caso di c@ntestazioTie·fra datori di lavoro ed operai, rego'.arsi la g·urisdizione - an– che se, 'evidentem~nte, ,equitativa - per dfterminare la mercede del lavor·atore, Ghe, ·come suona il 'sèguito del 1• comma, deH'ar\ 32, dev',es_ser~ « in _og!1icaso adeguat-,1 a'le necessita d, un es:stenza libera; e dignitosa per sè e· per la , fam'glià ». e L'artico'o 'risulta daJle combinate proposl!e avanzate da'la I e dalla III S·ottoc0mmissione (avverto che, per hevità d'òra in poi indicherò le Sottocommissioni con la sigla se: BibliotecaG'no Bianco e la Commissione plenaria con la sigla CP),. rispettivamen– te 111elles~dMte 12 settembre e 8 ottobre. Ma, in quest'ulti– ma seduta, !'on. Cevo:otto, pur votando a favore, dichiara– va, con molto buonsenso, ch'egli. interprelava l'artico:o « co- ' me un'aspirazione a un progressivo migJ;oramento della so· cietà umaroa »,, senza .nascondersi « che un'attuazione prati– ca si potrebbe avere soltanto nd caso, che lo Stato potesse imporre ai cittadini un determinato lavoro». Più concreti sono altri diritti., formulati dagli art. 32 ca– pov., 33, 34 del progetto. Cioè, •in primo luogo; il « diritto non rìnunciahile 'al ti poso sett;lnanale ed a ferie annuali re– tribui_te » (i" comma, dell'art. 32). In secbndo luogo, l'egua– glianza di diritti fra l'uomo e la donna lavoratrice, la quale, « a {>arità di lavoro >l, deye avere anche « le stesse retribu– zioni» di quelb; e, nell'odierno clima sociale, può anéhe piacere di leggere - in un progetto così ampio (troppo am– pio, a parer m'o) - che, per norma· costituzionale si di– chiari « le condizioni di lavoro devono conser,tire (aÙa d-ow– naJ) l'adempimento deJ:a sua essenziale ,unzione familia– re» (art. 33). Infine, pel 2° comma dell'art. 34, « i lavo– ratori, in ragione del lavoro che pres-tano hanno d' ritto che siano loro assiourati mezzi adeguati pe,' vivere in caso di infortunio: inalattià, invalidità e vecchiaia: disoccupazione rnvolontana ». A tenore dell'ultimo comma di tale articolo « i.stituti ed organi predisposti _ed integrati da'lo Stato; provved0no, e alla previdenza, èd all'assistenza dei cìttadi· ni inabili al lavoro ed indigenti. Norme, tutte queste, che non abbisog,nano di particolari illustra:( oni, n~ · cli commenti da desumersi dai lavori pre– paraton1. Basti, scoru_endoli, osservare che il diritto ~ op– portunamente dich,arato « non rinunciabile», -perchè fondato su imprescindibili ragioni 'gieniGh,e - al riposo settimanale cd a ferie amnuali, non ha dato luogo, se non ho letto ma– le, a partic0'ari di.scussioni . .Basti rammentare efficaci in-· terventi di deputa:tesse democrist:ane, socialiste e comuni· ste (le on. Maria Federici, Angelina Merlin, Leonilde lotti, Teresa Noce) a propos:to dei dititti delle donne Iavoratr: ci., Basti, infine,_ sottoli,neate /a distinzione: fatta giustamen– .te dall3; comunista _on. Noce 111e:Ia li SC, e riprçsa dal re– latore, 11 democnst1an0 oh. Togni, fra previdenza che deri– ya dal lavoro eff;ttuato, ed assisten.z,a forma generica di intervento deNa collettività. .' Quakhe appunto un po' meno .sommario meritano altri più gravi argomenti. Partecipazio11Je de, lmvorr<Jtor, 1JJ!/a _qiestione delle azi.'tn<l,. . Dice l'~rt. 43 d_elprogett0: « I lavoratori hanno il diritto d1 p~rtec1pare; ne.1modi e ,nei limiti stabili,ti dalle Lggi alla gesh?ne de!Je · ,1z1ende oye pi,es,tan_<? la loro opera». Vedia- 11;0, rn. su~c n'.o, come s1 sia giunti, all'importante dichiara– zione cost1tuz1?1;1alf'- che, con tutta probabi:ità rimarrà nel testo defin,1,tivo, - di questo diritto, operaio. ' La II SC s ~ <?Ccupata del ptob!ema in tre laboriose !Hl– dute, clue tenute 11 4 ?ftobre, la terza il giorno 11 . Il tema proposto,. e svolto da. due correlatori, on. Corbi, comuni-

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