Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 18 - 15 settembre 1946

292 CRITICA SOCIALE il porli, per dir così, in equazione, cioè ·il for'mularli con onesta chiare~za n~lla Carta fondamentale, impo– nendo allo Stato I obbhgo d'una loro, :Sia pur gr-adua– •le, soluzione. . (In_parent_esi, -e senza preg1ud1care quanto s·i dovra dire in seguito, quando saranno conosciute le propo– ste· delle. sottocommissioni parlamentari, basta, per farsi _un'idea della complessità e gra:vità di tali argo– menti, scorrere i resoconti sommari fin qui pubbli< cali delle sedute della prima e della terza di coteste ~<?t!ocommissioni, cioè i dibattiti intorno aU'opportu– n~ta o meno di vere e proprie dichiar-azioni ,di prin– cipio; gli schemi su le libertà civili sociali (generali economiche, culturali), politiche; •le'discussioni su 1~ competenza dell'una o dell'altra sottocommissione a fare proposte intorno aH'uno od all'altr,o tema). Pal'lam,einto e Governo. La Commissione ministeriale Si sarebbe dimostrata propensa a fissare neHa Costituzione soltanto alcuni punti fondamentali (p. -es., suffragio universale sen– za distinzi,one ·di ses_so, segretezza del voto, età mini– ma per l'elettorato e l'eleggibilità), lasciando ad una l~g~e e}~ttorale, avente _carattere dì legge ordinaria, e c10e pm ag~volmente riformabile, ogni altra questio– ne (determmazione dei collegi elettorali,. •rappresen– tanza eventualmente proporzionale, e via discorren· do). , . Com'è naturale, uno degli argomenti ,ch'è stato pin ampiamente discusso è quello del sistema parlamen– tare. E' prevalsa, neJla Commissione, l'opinione di mantenere il si-sterna bicamerale. Ma, fermi r.estando alcuni punti - carattere elettivo df entrambe le Camere, durata limitata dei membri di ambedue, faco!tà ,del Capo dell!) Stato di sciogliere, sia l'u· na sia l altra (la maggioranza ha creduto l,;he il Capo dello Stato potessè scioglierne anche una soltanto ma la minoranza: è stata di parere contrario) - s~ la composizione e su la elezione della seconda èamera Ja Commissione -ha lungamente discusso.· E' importan– te osservare che, se.condo il resoconto che ho sotto gli occhi, due sistemi avrebbero finito per preva,lere: queBo d'una rappresentanza. regionale, indipendente– men_te _dalla quan!ità d~lla popolazione, e quello di elez1om, a suffrag1,o umversale bensì ma -entro de– terminate categorie_,_nel senso che i ca~didati ndcn po·• tesser.o essere ~c_elh se non,-fra persone di p;i.rticolare esperienza pohtica (come deputati che avessero eser– cjta~o il mari dato per un certo periodo di tempo, con– sigheri di grandi Comuni), amministrativa (funziona– ri dello Stato ecc.), sindacale (operai componenti dl– commissioni interne, tecnici ecc,). Senza entrare in altri argomenti, importantis'simi ma più strettamente giuridici (come -quello della fa– coltà del potere esecutivo di emanare norme aventi forza di ,legge), basti, qui rammentare ch'è preva,lsa in seno alla commissione l'opinione favorevole al· Gover– no Parlamentare, lasciando però al Capo dello Stato e non al Parlamento. la nomina del Presidente deÌ çonsiglio, il q~ia~enon dovrebbe essere se non primus mter,, pares, c10e non dovrebbe av,rre una posizìone di prevalenza di fronte agli altri ministri. S'intende che iJ. Governo dovrà godere la fiduo-ia del Parla– mento. Ma ne)' riassunto, del quale, come ho dichiara– to, mi valgo, se ~ur vedo accen!lati alcuni altri punti, come, ad esempio, quello deUa responsabilità mini– steriale, non vedo, invece, che la Commissione si sia preoccupata di distinguere (come nelle- proposte di più d'un partito) i,l vero e proprio voto di sfiducia, che _inve~ta l'inte~o Gabinetto e lo costringa a dimet– te1;s1, _salvo che 11 Capo ,dello Stato non preferisca scioghere la Camera od ,entrambe le Camere e fare appello al corpo elettorale, da un voto di semplice !lissenso. (o coi;ne ~ltri•?Ienti lo si v,oglia chiamare), 11 quale, o colpisca H t1tolare d'un solo 'dicastero, o, pur mostrando che la Camera non approva· razione .governativa . sopra un determinato punto, non sia t?ttavia tale da condannarne ,l'intero indirizzo poli· beo e non debba quindi avere di necessità le· conse– guenze d'un voto di sfiducia .. . Poiere giudiziar110. -~u quest'argomento, di carattere più strettamente· tec;nico-giuridico, in una rivista politica basterannll pochissime parole, che sieno sufficienti a delfoeare alcune delle principali conclusioni della Commissio- Biblioteca·Gin.oBjanco t ne ufficiale, conformi, come appare ,evidente, ai voti dei prindpali partitj, ,· Spetti alla magistratura dignità di potere dello Sta– to. Ogni magistrato, nell'esercizio del suo gelosissimo ufficio, dev'~ssere indipendente, sia (s'intende) da ogni ingerenza del potere esecutivo, sia altresì da qualsiasi ·vincolo di ossequio ge.rarchico. Organi, al– meno in maggioranza · eletti dagli stessi magistrati, dovranno provvedere, sia alle. sanzioni disciplinari , contro g•li appartenenti a tale -potere dello Stato, sia a quanto si riferisce a-i trasferimenti, alle pr-omozfon.i, alle aspettative. Con tale ossequio .a chi, nell'interesse generale. deve amministrare imparzialmente le leggi vigenti, la Commissione ministeriale (come, del resto, hanno fat– to, nelle proposte per •la nuova Costituzione, -il nostro ed altri partiti politici) ha: voluto, dunque, affermare anzitutto il prinçipio fondamentale che in· uno Stato sano, democratico e moderno, cioè in Repubblica buona, la sovranità spetta, non a questa od a quella persona, non ad uno piuttosto che ad altro dei suoi organi; ma soltanto al diritto, ch'è garanzia di lib~rtà per ognuno nei limiti della legge. ALESSANDRO LEVI Italia e Francia Nelle . piazze e nelle vie d'Italia si avvertono i primi fremiti di un rinascente nazionalismo. Le de– cisioni dei « quattro » a Parigi hanno dato alimen– to ai tentativi, isolati fino a qualche mese fa ma concordi ora, di risuscitare la reattività degli Italia- .rii di fronte al'l'Europa ed aHe Grandi Potenze. · I partiti in un certo, senso hanno già scelto le lo– _ro posizioni che; del resto, sono quelle tradizionali: però nessuno si è sentito di. 9pporsi aper-tamente 111 grido spontaneo di sdegno per l'ingiustizia di cui. l'Italia è stata fatta. oggetto a Parigi. Oggi si pone un interrogativo: chi saprà sfrut– tare .a pienò l'energia potenziale, che ben presto di– venterà reale, suscita,ta dalla delusione per l'ingiu– sta pace? chi starà ·a fianco e dietro al nuovo re– visionismo italiano, quello stesso che dopò Versail– les si accompagnò ai revisionismi tedesco. unghe– rese, bulgaro? , • Per ora, per le Grandi Potenze, l'Italia è una pe· dina di scambio: si p'uò non preoccuparsi di farla scontenta e di averla concordemente ostile, pur che 1a pace continui a regnare fra i grandi. Nessu– no· si sente ancora di farsi paladino delle rivendica– zioni italiane ih funzione del suo schieramento con uno d-ei due blocchi nei quali il mondo sta ·tragi– camente dividendosi. Perchè questo, presto· o tardi, non avveng;i., bisognerebbe che tanto l'Oriente, quan, to l'Occidente sacrificassero qualcosa in pro. della ricostituzi-one di una entità europea che equilibras– se ed allontanasse con la propria esistenza le con– correnti influehze di Mosca e di Londra-Washing– to n. Fin c he i due blocchi, intorno ai -quali gravita, · la politi.ca mondiale, saranno a contatto, funo di fr onte all'a ltro, prementi in direzioni opposte, le possibilità di attrito rimarranno aperte e quelle di conflitto aumenteranno anzichè diminuire , L'Italia, posta a cavallo della frontiera·, non ha geograficamente via di sceHa: o respingere lontani gli uni dagli altri russi e anglosassoni e lavorare accanitamente alla -Costruzione di un organismo in– dipendente, autonomo, che possa svolgere una po– litica propria (e questo organismo non può essere c~e un'Europa federata). oppure ras.segnarsi a su– bire tutte le conseguenze militari (che da princi– pio possono anche -rappresentare dei vantaggi eco– nomici) della posizione .di confine,' con l'incomben– te minaccia · della guerra guerreggiata sul proprio tèrritorio. E' chiaro che dietro alla incruenta ag– gressione francese ai danni dell'Italia, dietro alle rettifiche di confine che· faranno goder~ pochi pol– verosi strateghi dello Stato Maggiore francese die– tro agli interessi ed alla smania di guadagno di qualche. Società elettrica francese, stanno i ricatti di terzi, desiderosi ·che una cordiale intesa fra Ita– lia e Francia, un avvicinamento- fra i due popoii latini non si preduca. Chi scrive è convinto che gli ùo!Jlin'i, politici f.ran-

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