Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 18 - 15 settembre 1946

Critica Sociale - RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO Fondata da FILIPPO TURATI - In .Italia: Anno L. 380 (Abbon. sostenitore L. 1000) - Semestre L. 200 - Trimestre_L. l00 Abbo"amento settembre 1945-dicembre 1946: L. 450 DIREZIONE EAMMIHISTR.: Milano, Via Camperio, 1O - Tel. 83-887 • Roma, Via Sistina, 48 ~- c. post. per abbonati n. 3-8225, - Spedizione ln.-abbonamento _postale: gruppQ Il Anno XXXVIII N. 18 Un numero separato L. 20 Milano, 15 Settembre 1946 SOMMARIO Politica ed attualità J~ mezzo alle tenebre una speranza, di luce (U. G, M.). Per 1d rinascila del Paese (LA CRrrICA SOCIALE; LA DIREZIONE DEL P. S. e jJ G. P. S.). I Conclusione e significalo del XXXVIII Congresso socialista francese.. ·( GIOVANNI PINI). Convegni di « Amici di ,Critica Sociale» (IL CoMITAT-O CENTRA- LE DEGLI « AMICI DI CRITICA SOCIALE). _ Appunti per la nuova Costituzione: proposte della Gommissio- . ne .Ministeriale (ALESSANDRO LEVI). ~ Italia e Francia (ADOLFO M. BOERI). Le battaglie dei 1-avoralori italo-americani degli Stati Unili per l'ltalia e il suo Popolo (La c._ s, e il. CONSIGLIO ITALO· AMERICANO DEL LAvOao). Problemi economièi e sociali La questione meridionale (LA c. s., CORll!ADÒ'BARBAGALLO e Giù- - SEPPE TOLINO), . l rapporti fra Chiesa e Stato nella. futura Costituzione (ALES- SANDRO SCHIAVI), ' Circolazione monetaria e lavori pubblici (CABLO PAGLIERO), Storia, filosofia, varietà Panorama americano (FERDINANDO 'FAGIANI) (continua). Borghesia e proletariato (ANTONIO Bonrn). _ Fatti e commenti della stampa es-tera (p·. ga.). ' Ciò che si stampa: G~ULIO P1ERANpEL1, Aspetti della vita ila,. liana ,dal 1900 al 1945 (p. ga.). MICHELE VAINA, li. crollo di un regime nefasto- (p. ga.), I~ ine~~o ali~ tenebre- una speran~a di luce Si trascina lentamente- e faticosamente a Parigi la discussione del trattato di pace con l'Italia. Qual– cuna tra le Piccole Potenze ha mostrato. di rendersi coµto dell'ingiustizia che si commette gravando con tanta durezza la mano sull'Italia, senza tener conto non solo -della collaborazione da essa data con tanto slancio di volontà e con tanti sacrifici dopo la ca– duta dal fascismo, mli- anche del pericolo che può arrecare alla tranquillità dell'Europa e di tutto il mondo il fatto che un paese come l'Italia sia ridotto all'esasperazione e alla disperazione.· _ La questione dei confini con )a E rancia, rion o– stante gli argomenti esposti con, alto senso di uma– _nità dal compagno Saragat, è stata risolta a nostro danno, forse senza speranza che vi si ritorni sopra. Sembra quasi inverosimile che la Francia, che pur dovrebbe essere ammonita dall'esperienza del pre– cedente dopoguerra, non abbia sentito quanto inte– resse essa avesse a cercar di avviare sul terreno del- ' B1blloeca Gino Bianco l;i. più intima cordialità i rapporti con l'Italia. C'è veramente da credere che con questo contegno in– transigente, così in contrasto con le dichiarazioni fatte 9all'attuale Capo del Governo quando era Mi– nistro degli Esteri e, già prima, nella sua qualità di esponente autorevole della Resistenz<!,, essa non ab– bia obbedito soltanto_ alle suggestioni ·dell'elemento militare, ma anche .alle segrete ispirazioni dei gover- . ni di altri paesi, sia di quelli che hanno interesse ad impedire l'accostamento dell'Italia alla Francia e il suo orÌentamento, per questò tramite; vers_o-il bloc– cq occidentale, _sia di quelli che hanno interesse ad agevolare al massimo possibile la eventuale discesa di loro eserciti nella :valle del Po, preveduto campo di scontro tra le forze dei due opposti ,blocchi che si vanno profilando e preparando alla guerra, pro– prio in seno alla Conferenza della.::..pace. La questione dei confini orientali è ancora in di-· scussione, ma anche per essi c'è poca speranza che sia riconosciuto, 'anche in minima misura, il diritto dell'Italia. L'America e l'Inghilterra si adagiano, se anche senza entusiasmo, su una soluzione transatti– va, çhe la~cia al blocco occidentale la possibilità di un efficace' controllo nell'Alto Adriatico, e la Russia non intende certo rinunziate al vantaggio che può derivarle dal possesso jugoslavo, non solo dei porti della Dalmazia e di Fiume, ma anche di quello di Pola, che ha· un'importanza militare non trascura– bile. Anzi, non è improbabile che Inghilterra e Ame– rica siano piuttosto disposte a qualchè ulteriore con– cessione a dannò dell'Italia, se questo può dar loro maggior forza a resistere contro ogni richiesta rus– sa nella questione assai gelosa dei Dardanelli. Per– chè infatti, come abbiamo detto alfra volta, non è delle sue colpe' che, l'Italia deve pagare il fio, ma della incomoda sua posizione geografica al margi- ne dei due opposti bhcchi. · · In questa situazione è veramente grntteseo che si pretenda di darsi l'aria di volèr prevenire e impe– dire ogni possibilità di ripresa dell' « imperialismo i- . taliano ». Su questo punto Viscinsky.non ha creduto di dover fare, come per l'accenno alla viltà dei sol– dati italiani, una rettifica del suo discorso, che an– che in questa parte offende la verita anche più che · l'Italia. Il riostro paese è infatti uno dei pochi in cui le ambizioni di espansione territoriale nutrite dai suoi Governi e da una parte.( una parte soltanto) del– le classi dirigenti abbia trovato sempre una ferma e vivace resistenza di una gran parte. della pubbli~ ca opinione. Si rammenti- il grido di Andrea Costa· all'inizio delta spedizione nel Mar Rosso e la tenace resisten 7 .a 'della democrazia contro la politica colr>· niale di Crispi;'si rammenti l'opposizione che fu fat– ta alla SJ?edizione in Libia, con ·un tentativo anche

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=